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martedì 31 ottobre 2023

Circoncisi per l'Eterno (2)

 Se consideriamo i profeti, Geremia ha molto da dirci sull'argomento della circoncisione che è citata nel suo libro per ben tre volte.

 "Circoncidetevi per l'Eterno" (4:4)

Forse questo è il riferimento più importante poiché  è il nostro vero obiettivo. Il valore di qualsiasi cosa che facciamo è commisurato a come la facciamo per amore del Signore. Poteva esservi stata la massima cura nell'esecuzione della circoncisione, ma era fatta per il Signore? Questo interrogativo dovremmo porcelo in tutti i campi di servizio nei quali siamo impegnati. Abbiamo bisogno di chiederci le motivazioni profonde delle nostre attività; le compiamo veramente per  Lui?


Orecchie circoncise

In Geremia 6:10 troviamo la seconda citazione: "A chi parlerò, chi riprenderò come testimone perché mi ascolti? Ecco, il loro orecchio è incirconciso, essi sono incapaci di prestare attenzione; ecco, la parola del Signore è  diventata per loro un obbrobrio, non vi trovano più nessun piacere".

Questa volta si tratta dell'orecchio. E' una questione di ascolto e di obbedienza alla Parola del Signore. La constatazione che Dio fa è molto grave: "Non vi trovano più nessun piacere". E' molto facile sottomettersi a pratiche esteriori ma poi chiudere le orecchie alla Parola di Dio. Questo era accaduto in Israele.

Nei capitoli precedenti, Geremia scriveva: "Israele ha contaminato il paese... La sua perfida sorella (Giuda) non è tornata a me con tutto il suo cuore, ma con finzione, dice il Signore" (3:10). Queste parole furono scritte durante il risveglio che ci fu sotto il regno del pio re Giosia; dall'apparenza si sarebbe detto che le cose andavano bene, ma non c'era riscontro nel cuore e nella vita di molti.


Circoncisione come segno di distinzione

Il terzo riferimento alla circoncisione lo troviamo in Geremia 9:26: "L'Egitto, Giuda, Edom, e i figli di Ammon, Moab, ... tutte le nazioni sono incirconcise e tutta la casa d'Israele è incirconcisa di cuore".

La nazione d'Israele era stata chiamata fuori da tutte le nazioni che la circondavano per essere testimone di Dio contro l'idolatria delle altre nazioni. Doveva essere un popolo separato dagli altri popoli. Balaam, l'indovino, nonostante la sua falsità, fu indotto a proferire la verità riguardo a Israele: "E'  un popolo che dimora solo e non  è contato nel numero delle nazioni" (Numeri 23:9). 

Notiamo che nel passo di Ger. 9:26 Giuda è posto fra l'Egitto e Edom; non c'è differenza, non c'è distinzione né separazione. Le nazioni erano incirconcise nel vero senso della parola; ma Israele, benché circonciso nella carne, era incirconciso di cuore.

Da questi passi tratti dal Vecchio Testamento e riguardanti la circoncisione, risulta evidente che le nostre labbra, i nostri cuori e le nostre orecchie devono essere consacrati a Dio. I credenti sono un popolo separato "per il Signore". La sottomissione esteriore ai suoi comandamenti senza la realizzazione del loro vero significato spirituale e senza amore per Lui, non ha valore e non ha una reale influenza nella vita di ogni giorno.


La circoncisione del Signore Gesù

La circoncisione del Signore Gesù è un fatto sorprendente che attira la nostra attenzione. Nel Vangelo di Luca, che mette in luce la sua vita perfetta come uomo, viene introdotto un gruppo di Ebrei pii, molto diversi da tutti gli altri. Di questo piccolo "residuo" di persone fedeli fanno parte Maria e Giuseppe, i genitori terreni del Signore Gesù, anche se, essendo stato concepito dallo Spirito Santo, la sua nascita resta del tutto unica. 

Se fino ad ora abbiamo considerato la circoncisione come un segno del giudizio di Dio sulla carne, dobbiamo essere molto prudenti quando i nostri pensieri si volgono a Cristo. In Lui non c'era nulla di peccaminoso, non c'era "la carne" nel senso che questo termine ha nella dottrina cristiana; nessun impulso a fare il male, nessuna concupiscenza. In Lui tutto era santo, perfetto, puro, irreprensibile.

Ma, cresciuto in una famiglia Giudea pia, dove la legge era rispettata e amata, Gesù fu circonciso all'età di otto giorni. A questo punto ci vengono in mente le parole dell'apostolo Paolo: "Nato di donna, nato sotto la legge" (Galati 4:4). E' meraviglioso considerare il Figlio di Dio che prende una posizione così umile e si sottopone alla legge come un qualsiasi Israelita fedele. Diciamo spesso, e giustamente, che in tutta la sua vita il Signore Gesù fu quello che l'uomo avrebbe dovuto essere per piacere a Dio; ed è altrettanto corretto dire che Egli fu tutto quello che un Israelita fedele avrebbe dovuto essere.

E' anche utile considerare le cose in cui il popolo d'Israele ha tristemente mancato, e vedere che, dove Israele come nazione ha mancato, Cristo ha trionfato, per la gloria di Dio.

31 ottobre - 8° Comandamento: “Non rubare”

Non rubare.

Esodo 20:15

 

Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.

Efesini 4:28

 

8° Comandamento: “Non rubare”

 

Il divieto di rubare è generalmente accettato. Ma nella vita corrente abbiamo spesso l’impressione che ciò che è considerato grave non sia tanto rubare quanto “farsi beccare”! Chi ruba manca di rispetto verso i suoi simili e le loro cose, e pecca contro Dio.

La portata morale di questo comandamento della Legge per noi credenti va ben oltre. Si può rubare in diversi modi:

– noi derubiamo Dio con la nostra ingratitudine e lo spreco dei doni che ci accorda, a partire dalla nostra esistenza, la nostra salute, le nostre capacità fisiche e intellettive, il tempo della vita sulla terra in cui ognuno dovrebbe valorizzare ciò che Dio gli ha donato;

– derubiamo il nostro congiunto e i nostri figli se sprechiamo le nostre risorse e il nostro tempo per acquisti inutili o per attività futili, invece di dedicarli a loro;

– derubiamo il nostro titolare se non rispettiamo gli orari concordati o se utilizziamo per fini personali e di nascosto i servizi dell’azienda;

– derubiamo i nostri dipendenti se il loro lavoro non è adeguatamente retribuito o se non garantiamo loro condizioni di vita decenti;

– rubiamo quando sperperiamo il nostro denaro mentre altri mancano del necessario per la loro sopravvivenza.

L’insegnamento della Parola di Dio include e supera il divieto di rubare: ci invita a lavorare per poter dare anche a chi ha meno di noi!

lunedì 30 ottobre 2023

30 ottobre - Festa funebre

In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce… Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele.

Efesini 5:8-11

 

Astenetevi da ogni specie di male.

1 Tessalonicesi 5:22

 

Festa funebre

 

Da molti anni, la festa di Halloween con le sue zucche ha avuto un incredibile successo popolare anche in Italia. Molti vedono in questa festa soltanto una banale distrazione, un gioco per bambini.

Eppure, ciò che deve mettere in allerta, è la banalizzazione della morte che viene fatta attraverso questa manifestazione. Con la morte e coi simboli della morte si gioca e si scherza… Nei nostri giorni assistiamo sconcertati a una totale mancanza di rispetto verso Dio e, parallelamente, allo sforzo  inutile e illusorio, di non pensare alla morte e di non averne paura. Oggi la potenza del male riveste un’apparenza gentile, quasi piacevole, anche sotto i suoi aspetti peggiori, e ci si abitua facilmente tanto più quando fin dalla giovane età si ha avuto a che fare con quelle cose.

Fuggiamo queste pratiche, preserviamo i nostri bambini, avvertiamoli del veleno anestetizzante che esse rappresentano per il nostro spirito e per il nostro cuore. Facciamo attenzione perché, avvicinandoci a quelle cose apparentemente inoffensive e simpatiche, rischiamo di entrare nel dominio delle tenebre dove Satana regna. La Bibbia non presenta mai Satana come un personaggio inoffensivo o folcloristico, ma come un essere potente e pericoloso. Coi suoi metodi di seduzione, fra cui la stregoneria, la magia, l’astrologia, lo spiritismo, inganna le persone e le spinge a imboccare una strada che conduce alla perdizione. Benché sia stato vinto dalla morte e dalla risurrezione di Gesù Cristo, Satana resta tuttora attivo e malvagio, e fino al giorno in cui sarà effettivamente gettato nello “stagno di fuoco e di zolfo” (Apocalisse 20:10) cercherà di rendere gli uomini suoi schiavi, e trascinarli lontani da Dio e dalla verità. Non cadiamo nelle sue trappole!

domenica 29 ottobre 2023

Una circoncisione non fatta da mano d'uomo (1)

(Colossesi 2:11)

La prima citazione della circoncisione che troviamo nella Bibbia è in Genesi 17:10-14. Dopo un silenzio di tredici anni, Dio entra in scena e fa un patto con il suo servo Abramo che ha novantanove anni.

Tredici anni prima, Abramo aveva ascoltato sua moglie Sara e c'era stato il tentativo di ottenere una discendenza per mezzo della schiava Agar. Il risultato di questa iniziativa fu la nascita di Ismaele; ma la cosa ebbe in seguito delle disastrose conseguenze. Quella era una progenie secondo la carne e non secondo la promessa.

Questo fatto può spiegare i tredici anni di silenzio prima che Dio intervenisse nella sua bontà per rinnovare la promessa sotto forma di un patto.

A questo punto la fede di Abramo è sottoposta a un'ulteriore prova. Se la sua pazienza era venuta meno quando aveva ottantasei anni, cosa succederà adesso che lui ne ha novantanove e Sara è molto più anziana di prima? Ora la possibilità di avere un figlio è ancora più remota, da un punto di vista umano. Se la promessa deve adempiersi, la potenza di Dio deve entrare in azione. In Genesi 17 possiamo notare che questo patto che Dio fa con Abramo non pone per lui alcuna condizione ma si basa esclusivamente sull'immutabile volontà di Dio. Infatti leggiamo: "Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo, e della tua discendenza dopo di te" (v.7).

Ma al v. 11 è aggiunto: "Ogni maschio tra di voi sarà circonciso. Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi". Nello stesso capitolo vediamo chi era coinvolto nel rito della circoncisione e quando doveva essere eseguita.

E' evidente che la circoncisione significa che la carne dev'essere tenuta per morta. La carne non può contribuire assolutamente al compimento della volontà di Dio. All'età di otto giorni, ogni maschio doveva essere circonciso. Nella Parola di Dio il numero otto simboleggia un nuovo inizio, ed è significativo che la circoncisione dovesse avvenire proprio l'ottavo giorno; era l'inizio di qualcosa di nuovo, di una nuova vita interiore, la sola che possa produrre qualcosa che piaccia a Dio.

Così la circoncisione divenne il segno di un patto fra gli Ebrei e Dio. I bambini ebrei, maschi, all'età di otto giorni, dovevano essere sottoposti a questo tipo di intervento chirurgico. E così avvenne. Gli Israeliti si sottoposero a questa legge con ogni diligenza, ma il suo vero significato andò ben presto perduto. Questo atto divenne un rito esteriore con ben poca realtà interiore. Si può dire che non avesse alcun effetto sul modo di vivere. Eppure Dio non ha mai imposto un rito esteriore senza che questo implichi anche una realtà interiore. La semplice esteriorità non può piacere a Dio.


Labbra circoncise

Esodo 6 ci riporta le parole che l'Eterno disse a Mosè quando gli ordinò di parlare al Faraone: "Il Signore parlò a Mosè, e disse: 'Va', parla al Faraone, re d'Egitto, perché egli lasci uscire i figli d'Israele dal suo paese" (Esodo 6:10-11). A questa chiamata Mosè cercò di sottrarsi dicendo: "Ecco, io non so parlare (letteralmente: Sono incirconciso di labbra); come potrà quindi il Faraone ascoltarmi?" (v. 30).

E' evidente che Mosè aveva afferrato il vero significato della circoncisione. Per lui non era un semplice rito esteriore, ma implicava una realtà interiore che influiva anche sull'uso delle labbra!

Non sappiamo se Mosè fu spinto a esimersi dall'impegno perché si sentiva indegno di parlare a nome di Dio o per paura degli uomini. Comunque sia il messaggio essenziale per noi è che egli aveva compreso il significato reale della circoncisione. Dio richiede delle labbra circoncise, cioè delle labbra che parlino solo per Lui, mettendo da parte qualsiasi attività della carne.


Cuori circoncisi

Nel libro del Deuteronomio, per due volte la circoncisione è messa in relazione col cuore. Il popolo d'Israele si era ribellato, aveva peccato terribilmente adorando il vitello d'oro a Horeb, e Mosè dice: "Soltanto ai tuoi padri il Signore si affezionò e li amò; poi, dopo di loro, fra tutti i popoli scelse la loro discendenza, cioè voi, come oggi si vede. Circoncidete dunque il vostro cuore, e non indurite più il vostro collo" (Deut. 10:15-16).

Il secondo passo il seguente: "Il Signore, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti, affinché tu ami il Signore, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua, e così tu viva" (Deut. 30:6).

In realtà la promessa di questo passo non si è ancora adempiuta per quanto riguarda Israele. Qui viene richiamato alla mente il periodo del Nuovo Patto: "Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore" (Ger. 31:33). In quel giorno Israele sarà una nazione nata di nuovo e che manifesterà un vero amore per Dio. Allora veramente Israele avrà un cuore circonciso.

29 ottobre - Tre atteggiamenti di fronte all’Evangelo

Quando sentirono parlare (l’apostolo Paolo) di risurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano; e altri dicevano: “Su questo ti ascolteremo un’altra volta…” Ma alcuni si unirono a lui e credettero.

Atti 17:32, 34

 

Tre atteggiamenti di fronte all’Evangelo

 

Al funerale di una persona conosciuta e stimata del paese, numerosi amici e conoscenti sono venuti per dimostrare la loro simpatia alla famiglia in lutto. Tutti hanno ascoltato il messaggio della Bibbia letto in quell’occasione. Che effetto avrà prodotto in loro?

Come anticamente ad Atene, certi se ne saranno fatti beffe, altri avranno preferito rimandare la loro riflessione, ma qualcuno, ed è quello che speriamo, avrà creduto all’Evangelo.

E voi, siete di quelli che rifiutano, che si beffano dell’Evangelo e dicono che Dio non esiste? La Bibbia definisce una tale persona “stolto” (Salmo 14:1). Chi persiste nel rifiutare la grazia che Dio offre, deve riflettere su questa frase della Lettera agli Ebrei: “Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” (2:3).

Forse, con noncuranza dite: Ci penserò più tardi. Ma siete sicuri che vi sarà accordato altro tempo per credere in Gesù? Cari lettori, può darsi che vi siate già commossi ascoltando il messaggio dell’Evangelo, ma se non vi siete pentiti e non avete accettato Gesù come vostro Salvatore, non aspettate oltre!

Il versetto citato oggi termina con: “Ma alcuni… credettero”. Questi, invece di lasciarsi trasportare dall’opinione generale, hanno avuto il coraggio di andare controcorrente. Si sono riconosciuti colpevoli davanti a Dio e hanno ricevuto il perdono del solo vero Salvatore, il Signore Gesù Cristo. I loro nomi sono “scritti nei cieli” (Luca 10:20)!


sabato 28 ottobre 2023

Gran male

“Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?” Gen.39:9.

Come verrebbe valutato, oggi, nel mondo che si dice cristiano, l'atteggiamento di Giuseppe verso la moglie di Potifar? Come si reagirebbe? Viviamo in un epoca in cui le nozioni del bene e del male sono tanto sconvolte che anche noi credenti corriamo il rischio di adottare segretamente concetti tolleranti verso la gravità del peccato e di avere un giudizio falsato, perché non fondato sulla Parola di Dio.

Indubbiamente il mondo è cambiato molto di più in questi ultimi cinquant'anni che nei cinquecento precedenti. L'instabilità, la contestazione e il peccato, sotto tutte le sue forme, non sono mai stati tanto evidenti e diffusi come oggi. Di fronte alla violenza e alla corruzione, ci è di conforto ricordare la fermezza e la purezza di Giuseppe in presenza della tentazione.

Realizzando il pericolo e la complessità di tante situazioni in cui ci possiamo trovare, vorrei fare alcune riflessioni sulla figura di Giuseppe, per incoraggiamento ai giovani cristiani, come esempio da seguire perché “Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione” Romani 15:4.

Giuseppe era esposto a una tentazione terribile, che è sempre esistita, ma che nel suo caso e nella sua particolare posizione era ancora più terribile da vincere. Egli era molto giovane, forse aveva poco meno di vent'anni. E questa è ancora l'età in cui si corrono i rischi più gravi, perché le passioni sono forti e non ancora bilanciate dalla riflessione e dal senso di responsabilità. “Giuseppe era avvenente e di bell'aspetto” (ver.6). Le ragazze e i ragazzi sono facilmente portati ad approfittare di questi vantaggi. Giuseppe godeva di una fiducia illimitata da parte del suo padrone, ed era libero di agire come meglio gli pareva nell'amministrazione dei suoi beni. La moglie di Potifar cercava di sedurlo e ogni giorno rinnovava la sua pretesa di avere delle relazioni con lui.

E' abbastanza facile resistere una o due volte, ma quando la tentazione si rinnova insidiosamente dieci, venti volte e persino ogni giorno, quando l'insistenza tende a minare la fermezza, sovente le difese si allentano e il peccato trionfa.

Giuseppe era assolutamente solo e questa solitudine doveva pesargli. Non soltanto era lontano dalla sua famiglia e da suo padre, che lo credeva morto, ma viveva in un paese idolatra, senza principi morali. Inoltre al momento dell'ultima prova era solo in quella parte di casa; non lo poteva seguire nessuno sguardo umano.

Sovente quando ci si crede sicuri dell'impunità, quando si sa che nessuno ci può vedere, si è portati a fare cose riprovevoli. Però, anche se i nostri genitori o amici cristiani non ci vedono, noi credenti abbiamo una certezza: Dio ci vede. 

“Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?”.

I suoi sogni gli avevano rivelato che un giorno sarebbe stato grande e poteva anche pensare: Forse cedendo a questa proposta potrei anticipare il momento della mia ascesa.

Ma non fu questo il ragionamento che fece anzi fuggi dinanzi alla tentazione. Che lezione ci da questo giovane, messo così a dura prova. Quali erano le armi che gli avevano permesso di riportare la vittoria? Erano il timore di Dio e il suo orrore del male. La sua fermezza per sfuggire “alle passioni giovanili” (2 Tim. 2:22) che fanno guerra all'anima (1 Pietro 2:11) lo aveva portato a “Aborrire il male e attenersi fermamente al bene" (Rom. 12:9.

Da questo profondo timore di Dio, Giuseppe attingeva la sua forza. In un modo o nell'altro, ognuno di noi può essere assalito dalla tentazione. Simile ad acqua che penetra nei minimi interstizi, il “gran male” come lo definisce Giuseppe tenta di insinuarsi nell'anima se trova anche dei minimi varchi aperti. Il diavolo saprà trovare una “moglie di Potofar” che farà luccicare davanti a noi tutte le attrazioni della seduzione e che tornerà alla carica, ogni giorno. Le delizie del peccato lasciano sempre un amaro sapore e delle dolorose conseguenze.

Il Signore ci conceda la grazia di perseverare nelle cose che abbiamo imparate (2 Tim. 3:14), senza essere trascinati dallo spirito di questo secolo malvagio.

28 ottobre - Una vecchia fotografia

“Fino alla vostra vecchiaia io sono, fino alla vostra canizie io vi porterò…

Io sono Dio, e non ce n'è alcun altro”.

Isaia 46:4, 9

 

Una vecchia fotografia

 

Mettendo ordine in un cassetto, Lorenzo ritrova una vecchia fotografia di classe. Sono trascorsi settant’anni dal giorno in cui è stata scattata nel prato della scuola del villaggio. Allora aveva undici o dodici anni. Pensando a quel giorno rivede la scena del fotografo che scompare sotto il telo nero della sua macchina fotografica a soffietto, dopo un’interminabile messa a punto…

Quel bambino gioioso in pantaloncini corti vicino all’insegnante è lui. Dall’altro lato c’è Fernando, poi Maurizio e Armando, due amici inseparabili; nemmeno la morte li ha separati: né l’uno né l’altro sono tornati dalla guerra. Dei quindici ragazzi presenti sulla foto, quanti ne rimangono oggi? Soltanto cinque…

Lorenzo riflette. E se fosse lui il prossimo? Ebbene, sarebbe pronto a partire. Da più di sessant’anni per lui questo problema ha trovato la sua soluzione. La Bibbia gli ha dato delle certezze che non ha mai rimesso in discussione. “Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio” (1 Giovanni 4:15). “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio” (5:1). “Sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (5:13).

E quei dieci ragazzi che non ci sono più, avranno anch’essi cercato e trovato Gesù Cristo, il Salvatore mentre erano ancora in vita?

Quei ricordi gli fanno prendere coscienza dell’immensa grazia di Dio che ha vegliato su di lui fin dalla sua gioventù e ha la ferma convinzione che questo gli basterà fino al termine della sua esistenza terrena.

venerdì 27 ottobre 2023

Grazia e pace

“ai santi e fedeli fratelli in Cristo che sono in Colosse: grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre” Colossesi 1:2.

L'aggettivo santi designa tutti gli individui che sono separati dal mondo per Dio. Con l'espressione fedeli fratelli si allude al fatto che, grazie alla fede comune nel Signore Gesù, i santi sono figli di un solo Padre: essi sono fratelli e sorelle nella fede.

L'espressione in Cristo evidenzia la posizione spirituale dei santi. Quando essi furono salvati, Dio fece dimorare i santi in Cristo. Da quel momento in poi, essi ebbero la sua vita e la sua natura: Dio non li considerò più come figli di Adamo o come uomini ribelli, bensì cominciò a guardarli con la stessa benevolenza con cui guarda al suo amato Figlio. Il termine in Cristo evoca una intimità, una accettazione e una sicurezza che trascendono a ciò che come uomini possiamo comprendere.

Adesso Paolo si rivolge ai santi con un particolare saluto “grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre”.

Capita spesso fra gli uomini scambiarsi degli auguri di  buona giornata o buona fortuna, parole vuote, di nessun peso. Ma per quanto riguarda i credenti, essi, possono contare su un “augurio” ben diverso: grazia e pace.

Non esiste altra espressione che, come grazia e pace, sia in grado di contenere le benedizioni della fede in Cristo.

La grazia rappresenta Dio che si china verso l'umanità peccatrice e perduta in atteggiamento di compassione e amore. La grazia è come un assegno in bianco che Dio vuole donare ad ogni uomo e che non tiene nessun conto dei loro meriti ma del solo fatto che lo si voglia accettare si o no. La pace è la condizione di chi avendo accettato questo assegno sperimenta una condizione completamente nuova nel suo rapporto con Dio.

Quando l'esercito celeste annunziò la nascita del Messia disse: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini che egli gradisce (o a cui fa grazia) Luca 2:14. In questo modo è stato chiaro fin dall'inizio che la pace e la grazia vengono a noi soltanto per mezzo di Cristo Gesù, quale dono del Padre.

27 ottobre - Investire per Cristo

Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: Io non ci ho più alcun piacere.

Ecclesiaste 12:3

 

Investire per Cristo

 

Ho avuto occasione di conoscere una credente molto anziana, malata e senza alcuna autonomia. Ex insegnante di lingue straniere, era stata molto attiva e aveva viaggiato tanto. Adesso, quasi sorda e con gravi problemi di vista, viveva presso una famiglia di parenti dai quali era accudita.

Anche in quella condizione, il suo stato d’animo positivo, la sua gioia visibile e la sua fede viva confortavano tutti quelli che andavano a farle visita. Era riconoscente per le cure che riceveva quotidianamente e lodava la bontà del suo Signore. S’interessava in modo particolare della vita dei credenti e delle famiglie di coloro che la visitavano e, durante le sue lunghe notti insonni, era felice di pregare per loro. Una delle sue gioie più grandi era di aver letto la Bibbia con assiduità quand’era giovane; e adesso ricordava ancora a memoria interi capitoli!

Durante la sua gioventù aveva accumulato un capitale spirituale e ora, sebbene in una condizione di totale dipendenza, ne godeva gli “interessi” dei quali anche gli altri beneficiavano.

Il versetto biblico di oggi non si rivolge soltanto agli increduli, ma è valido anche per i figli di Dio. Il periodo della giovinezza è particolarmente propizio alla memorizzazione dei testi biblici i quali produrranno un arricchimento interiore che durerà tutta la vita. Quello sì che è un investimento sicuro!

giovedì 26 ottobre 2023

Invidia

“Perché egli sapeva che glielo avevano consegnato per invidia” Matteo 27:18.

I Farisei erano uomini malvagi? Criminali? Delinquenti?

No! Erano i pastori e i dottori della loro epoca. Come si erano spinti lontano a causa del loro cuore carnale, così distante dalle cose di Dio. Cuori nel quale albergava l'invidia.

“Un cuore calmo è la vita del corpo, ma l'invidia è la carie delle ossa” Proverbi 14:30.

Siete mai stati invidiosi?

Avete mai desiderato quello che possiedono gli altri?

Dio ci rifiuta ciò che desideriamo allo scopo di darci ciò di cui abbiamo bisogno.

Ho parlato con un credente che mi ha fatto questa confessione.

Un fratello tempo fa aveva scritto: “Ho visitato una chiesa evangelica “fantastica” piena fino all'ultima sedia. Se fossi stato spirituale mi sarei rallegrato, se fossi stato più maturo avrei ringraziato Dio, ma a quella notizia non agii né da maturo né da spirituale, agii da invidioso. Piuttosto che celebrare l'opera di Dio, ero ossessionato dalla mia, volevo che la chiesa più grande fosse la nostra”.

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Dio potrebbe farci notare che la chiesa è la sua chiesa, non la nostra.

Anche se dobbiamo ammettere che a noi interesserebbe una chiesa più grande, più numerosa ma Dio desidererebbe, prima di tutto, una chiesa più forte, più fedele.

Una chiesa che si sappia rallegrare del continuo della grazia di Dio e  in ciò che Lui compie

26 ottobre - Siate riconoscenti

Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.

Salmo 103:2

 

In ogni cosa rendete grazie.

1 Tessalonicesi 5:18

 

Siate riconoscenti

 

In un villaggio sperduto nella savana, un missionario ha appena terminato di installare un pannello fotovoltaico sul tetto di una capanna. Il sole tramonta e arriva il buio della notte. All’interno della capanna la famiglia si riunisce per vedere gli effetti di quel prodigio: una semplice lampadina collegata a un cavo elettrico illumina tutta la stanza!

Allora il padre si alza e si mette a pregare: “Padre celeste, grazie perché ci dai questa luce! Aiutaci, ti prego, a non essere orgogliosi perché siamo gli unici del villaggio ad avere questo”.

L’episodio mi è stato raccontato direttamente dal missionario che aveva installato il pannello solare, e mi ha fatto riflettere su una mia recente esperienza: un guasto mi aveva lasciato senza linea telefonica per tre giorni. La cosa mi aveva molto contrariato e, a dire il vero, non ricordo di aver ringraziato Dio quando la linea era stata ripristinata.

Nei nostri paesi siamo così abituati alle comodità che le consideriamo del tutto “normali”, sottovalutando di conseguenza tutti i benefici che Dio ci elargisce quotidianamente. Adesso prego Dio di aiutarmi a non abituarmi al confort al punto da non esserne riconoscente e gli chiedo anche di insegnarmi a essere contento in ogni circostanza della mia vita (Filippesi 4:11-12).

“La pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati… regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti (Colossesi 3:15).


mercoledì 25 ottobre 2023

Fuori di se?

“Poi entrò in una casa e la folla si radunò di nuovo, così che egli e i suoi non potevano neppure mangiare. I suoi parenti, udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: È fuori di sé” Marco 3:21-22.

Per loro, l'unica spiegazione del suo zelo per Dio era la malattia mentale. Oggigiorno sentiamo dire la stessa cosa, quando un credente attivamente impegnato per Cristo dimentica se stesso per amore del suo Signore. La gente dice: Deve essere pazzo. 

Si considera pazzo chiunque si lasci trascinare dall'amore per il Signore svolgendo il proprio servizio con maggior senso di responsabilità rispetto al cristiano medio.

Questo tipo di “pazzia” è, purtroppo, una cosa molto rara. Se ci fossero più pazzi, non ci sarebbero tante anime così afflitte che languono all'ombra delle nostre chiese; non sarebbe così difficile reperire missionari e denaro per promuovere l'Evangelo negli angoli più nascosti della terra; non ci sarebbero tante sedie vuote nelle nostre chiese, ne tante assenze e silenzi nelle nostre riunioni di preghiera e nemmeno così pochi volontari per i servizi nei campi evangelici.

Sarebbe meraviglioso se tutti i credenti fossero fuori di se come lo era il Signore o l'Apostolo Paolo.

“Nessuno s'inganni. Se qualcuno tra di voi presume di essere un saggio in questo secolo, diventi pazzo per diventare saggio” 1 Cor. 3:18. 

Esiste una pazzia ben più grave in questo mondo ed è quella di coloro che pur affermando di essere cristiani non dedicano nessun pensiero per gli altri o che, pur incontrando continuamente individui perduti, non prova compassione per la loro condizione e non fa nessun tentativo per parlare loro di salvezza. 

E' vero, chiunque si infervora di amore per Dio fa un'impressione strana ai suoi contemporanei. Più saremo simili a Cristo e più sperimenteremo il fatto di essere fraintesi da parenti e amici. Se ci proponessimo di fare fortuna la gente ci applaudirebbe; se invece fossimo degli appassionati servitori di Cristo tutti finiranno per scuotere la testa. Tutti gli uomini forse, ma non Dio. Dio sarebbe ben felice di vedere dei cristiani che riflettono l'immagine del Figlio.

25 ottobre - La coscienza

Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia la loro coscienza sono impure.

Tito 1:15

 

Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

Giovanni 8:12

 

La coscienza

 

Sentiamo spesso dire che ognuno deve agire secondo la propria coscienza, che sarebbe quella voce interiore che ci approva o disapprova, che dovrebbe farci distinguere il vero dal falso. La coscienza può essere paragonata a una bilancia a due piatti che ci indica se due oggetti hanno lo stesso peso, ma non garantisce l’esattezza del peso di riferimento. Allo stesso modo la coscienza determina i suoi giudizi e le sue valutazioni in rapporto a dei punti di riferimento che non sono sempre corretti.

La coscienza è una facoltà del nostro spirito, come la vista è una facoltà dell’occhio. Come l’occhio non può distinguere nulla in assenza di luce, anche la coscienza ha bisogno della luce di Dio per avere il giusto discernimento. La luce è indipendente dall’occhio, ma permette all’occhio di vedere.

Così la coscienza fa parte dell’uomo, ma la conoscenza di ciò che è vero e giusto viene da Dio.

Come si può avere accesso a questa conoscenza? Per mezzo della Bibbia, la Parola di Dio. In particolare essa ci presenta Gesù, Suo Figlio, venuto sulla terra per far conoscere in maniera concreta i caratteri di Dio: verità, giustizia, santità, bontà, compassione, misericordia, amore…

Tutti questi caratteri Gesù li ha incarnati perfettamente poiché è Dio. Infatti ha detto: “Chi ha visto me, ha visto il Padre (Dio)”,Io sono la luce del mondo” (Giovanni 14:9; 8:12).

Poniamoci davanti a questa luce e prendiamo sempre come riferimento la Bibbia che ce la rivela. Soltanto così la nostra coscienza avrà dei punti di riferimento esatti e ci indicherà la giusta direzione da seguire.


martedì 24 ottobre 2023

Alcune riflessioni

“L'amore...non cerca il proprio interesse” 1Corinzi 13:4-5.

Sei infettato da questa “malattia”?

Tu ne soffri?

Sto parlando dell'egoismo.

Immagina una foto di gruppo. La prima volta che osservi l'immagine dove guardi?

Se sei venuto bene la foto ti piace. Se sei 'unico ad essere venuto bene la foto ti piace ancora di più? Perché se è così sei un caso grave.

Che cosa sappiamo delle manifestazioni fisiche?

Mani che stringono convulsamente. Le tue dita si stringono mai intorno alle cose per possederle?

Mostrare i denti. Digrigni mai i denti quando vieni interrotto o contraddetto?

Piedi pesanti. Quando un auto ti taglia la strada o ti supera senti un improvvisa sensazione di peso sul piede che schiaccia l'acceleratore?

Occhi assenti. Quando vedi dei bisogni intorno a te il  tuo sguardo se ne allontana subito?

Ma soprattutto guarda i tuoi occhi. Guarda infondo alle tue pupille. Noti una piccola figura? L'immagine di una persona? La tua?

L'egocentrismo vede tutto attraverso l'io. Il suo motto? “Ruota tutto intorno a me!”.

“Non cerca il proprio interesse” suggerisce una preoccupazione per sé che non nuoce agli altri. Curare i propri interessi fa parte della normale gestione della vita, ma farlo escludendo il resto del mondo è egoismo.

Smettila di fissare quel piccolo io e concentrati sul tuo grande Signore. Pensa a tutto ciò che hai ottenuto e continui ad ottenere in Lui. Potresti essere talmente concentrato su ciò che non hai o che desidereresti avere, da non vedere più quello che ti è stato donato in Cristo.

24 ottobre - 7° Comandamento: “Non commettere adulterio”

Non commettere adulterio.

Esodo 20:14

 

(Gesù disse:) “Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”.

Matteo 5:28

 

7° Comandamento: “Non commettere adulterio”

 

La nostra cultura permissiva considera con leggerezza l’adulterio, cioè la relazione sessuale tra una persona sposata con un’altra che non sia il coniuge. Alcuni ritengono che faccia parte della sfera privata dove ognuno può fare come ritiene bene senza che altri abbiano da interferire. A questo si aggiunge una banalizzazione delle relazioni sessuali che fa dimenticare che esse coinvolgono la totalità del nostro essere, corpo, anima e spirito.

Come vediamo nel versetto di oggi il Signore, nel “sermone sul monte”, applica il termine “adulterio” alla concupiscenza, perché l’adulterio non riguarda solamente le nostre azioni, ma prima di tutto il nostro cuore, i nostri pensieri.

Le cause che conducono all’adulterio sono numerose: il peso della solitudine, la povertà del rapporto e della comunicazione nella coppia, la ricerca egoistica ed esacerbata del piacere… Ma l’adulterio non è mai una soluzione ai problemi di coppia, come alcuni vorrebbero far credere. Anzi, è causa di disgregazione e di grande sofferenza per tutta la famiglia e, soprattutto, è un grave peccato contro Dio che ha voluto l’unità tra gli sposi.

Il piacere del sesso non dev’essere fine a se stesso, ma Dio vuole che sia collegato a qualcosa di più grande, che è la comunione tra i coniugi. L’unione dei cuori, in particolare quando hanno lo stesso legame con il Signore, l’accoglienza, il dialogo, la condivisione, l’ascolto e il donarsi reciprocamente, sono alla base di questa comunione. Il Signore è potente per guarire le relazioni coniugali che causano sofferenza. Egli può dare la forza di perdonare e di vivere una nuova vita nella freschezza di un amore reciproco sempre più grande. Ma dobbiamo volerlo.


lunedì 23 ottobre 2023

Condotta cristiana

“Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo”  Filippesi 3:10. 

L'impegno e l'attività del credente non sono volti all'affermazione del proprio io, ma alla conoscenza di Gesù Cristo.

Il credente spirituale non crede che le circostanze della vita dipendano dal caso ma pone molta attenzione a ciò che il Signore Gesù gli mette dinanzi o lo chiama ad attraversare.

Lo Spirito Santo vuole che Gesù Cristo arrivi ad essere una realtà vivente in ogni settore della nostra vita e lo scopo del credente spirituale è proprio questo: “arrivare a conoscere (cioè intimità, comunione) Cristo” .

Quello che sto facendo oggi mi da modo di conoscerlo?

Quello che sto facendo mi da modo di servirlo?

Se ciò non avviene, sto fallendo nella mia condotta di “cristiano”. Ma facciamo anche un'altra riflessione.

Il Signore disse ai suoi: “Nel mondo avrete tribolazione” Giov. 16:33.

In gioventù sono stato un appassionato di vela. 

Mi iscrissi ad un corso sul lago di Garda e un giorno, per la prima volta, facemmo la nostra uscita su di un catamarano. La cosa si presentava impegnativa. Vento forte e lago già con onde formate. La teoria la conoscevo ma prima di salire l'istruttore ci raccolse per le ultime raccomandazioni.

Le sue istruzione ci lasciarono piuttosto sconcertati.

“Quando cadrete in acqua...” cominciò.

“E quando il vento di traverso farà impuntare la prua...”.

“Quando l'imbarcazione si capovolgerà e vi troverete tutti a galleggiare fra le onde...”.

“E quando, risalendo la corrente, vi troverete in una posizione sbagliata rispetto al vento...”. 

Ad ogni consiglio rimanevo sempre più stupito e parlando con un mio compagno di corso dissi “Hai notato che non dice se? Da per scontato che avverrà”.

Così fece il Signore non disse “camminando in questo mondo a qualcuno capiterà di incontrare delle difficoltà”. No! Egli ha assicurato: avrete tribolazioni.

Se non le avete mai incontrate vuol dire che non siete mai partiti. Non siete saliti sulla barca, Non avete mai navigato contro corrente.

23 ottobre - Gesù è risuscitato (2)

Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.

1 Corinzi 15:20

 

Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.

Romani 10:9

 

Gesù è risuscitato (2)

 

Secondo un recente sondaggio, circa il 60% di quelli che dicono di essere cristiani credono nella risurrezione di Cristo e soltanto il 10-15% crede alla risurrezione dei morti.

Eppure la risurrezione di Gesù Cristo è, insieme alla Sua morte, l’avvenimento più importante della storia. Senza di essa non ci sarebbe nessuna speranza per l’uomo, nessuna vittoria possibile sul male e nemmeno sulla morte. Essa è la pietra angolare su cui poggia tutto l’edificio della dottrina cristiana. Tutto sussiste con la risurrezione, tutto crolla senza di essa; Gesù non sarebbe più il Salvatore, perché Egli stesso avrebbe bisogno di un liberatore; non avrebbe vinto né il peccato né la morte, e noi non avremmo alcuna garanzia della Sua vittoria”.

Gesù è uscito dal sepolcro perché la morte non poteva trattenerlo. Questo fatto dimostra che Egli è veramente il Figlio di Dio (Romani 1:2-4) e preannuncia la risurrezione futura di tutti gli esseri umani. Per quanto riguarda i credenti Gesù ha detto: “Chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11:25); anche chi non crede risusciterà, ma per essere giudicato da Dio e condannato per l’eternità (Giovanni 5:25, 28-29).

La risurrezione del Signore è il fondamento del cristianesimo e, come abbiamo detto, implica la nostra risurrezione, che sta alla base della nostra speranza di credenti. Presto questa speranza diventerà realtà quando Gesù verrà di persona per far uscire dalla tomba i fedeli di ogni tempo(1 Tessalonicesi 4:14-15). La vita dei primi cristiani era già rivolta verso l’attesa di questo ritorno, e a maggior ragione dovrebbe essere così per i cristiani di oggi.

domenica 22 ottobre 2023

Satana opera in due modi

Come si sviluppa l’opera di Satana nel contrastare l’opera del nostro Signore rivolta alla salvezza degli uomini? Molti forse la ignorano o non la comprendono esattamente, ma vediamo con l’aiuto di una esemplificazione come ciò avviene.

Satana agisce nei confronti delle sue “prede” in due modi:

1. In modo diretto, attraverso quelle influenze e/o le possessioni demoniache che permettono alle forze del male di arrivare a controllare completamente un essere umano, facendogli compiere le cose più abominevoli, proprio perché queste forze hanno la capacità di eliminare tutti i freni inibitori. Satana e i suoi angeli decaduti desiderano compiere il male sia nella persona interessata, sia verso gli altri che la circondano.

2. In modo indiretto: l’obiettivo di Satana è sempre quello di impedire che:

• Le persone possano ascoltare il puro Evangelo, e farà di tutto perché questo avvenga, e ha a disposizione secoli d’esperienza!

• E se queste persone lo ascoltano egli farà in modo che non arrivino a comprenderlo e gustarlo, anche questo è ovvio!

• E se anche lo ascoltano e arrivano a capire il messaggio, egli opererà affinché le sue vittime non ne realizzino l’importanza per la loro vita e la loro salvezza, mettendo nei loro cuori (menti) tutto ciò che è possibile, ad esempio scuse (“Non posso impegnarmi così... certe richieste sono impossibili da rispettare, etc...”) o adducendo impedimenti personali o spirituali. A Satana basta e avanza un homo religiosus (ce ne sono miliardi nel mondo)!

• E se vivono il messaggio dell’Evangelo e lo realizzano nella loro vita, egli impedirà loro con ogni mezzo di crescere e svilupparsi, attraverso prove, dolori, sofferenze o persecuzioni etc... Infatti un vero credente è probabilmente un uomo di sofferenza, esattamente come il suo Maestro!

Capiamo allora perché le persone del passo di Giovanni 2 non avevano capito. La Parola non era scesa nel profondo del cuore. Satana permette agli uomini di avere una religione, forse anche cristiana, ma solo “NOMINALE”. Poi si preoccuperà e lavorerà al suo meglio affinché tante aree della nostra vita non siano interessate dal cambiamento e dalla trasformazione progettata e richiesta dal Signore per noi. 

Nella scala che abbiamo appena visto dove ci troviamo noi? Abbiamo ricevuto l’Evangelo?

Lo ascoltiamo? Lo abbiamo fatto nostro? Lo viviamo? La Parola del Signore ci sta trasformando?

Cosa vuol dire “cambiamento” per me?

A quale profondità lascio arrivare il Signore nell’operare la trasformazione che Lui desidera operare?

Quali ostacoli gli sto mettendo davanti?

22 ottobre - Gesù è risuscitato (1)

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

1 Pietro 1:3

 

Gesù è risuscitato (1)

 

Gesù è risuscitato! Ecco la grande testimonianza che hanno dato i Suoi discepoli. Quando Gesù è morto, alcuni di loro erano presso la croce, altri erano fuggiti. Ma tutti erano scoraggiati e tristi di fronte al fatto che il loro Maestro e Signore, e vero amico, era stato condannato a morte con un processo iniquo. Eppure, qualche settimana dopo, pieni di coraggio e di gioia, quegli stessi discepoli hanno proclamato ovunque, a volte mettendo a rischio la propria vita, che Gesù era risuscitato!

Quei testimoni della risurrezione di Gesù non erano vittime di un’illusione e ancor meno potevano essere sospettati di mentire. Il carattere morale degli apostoli, la loro convinzione, le angherie e le persecuzioni che si attiravano con la predicazione del Messia morto e risorto, allontanano definitivamente tutte le supposizioni di questo genere. I testimoni erano degni di fiducia, e la testimonianza che hanno reso alla risurrezione di Gesù, oggetto principale della loro fede e della loro predicazione, sono chiari, espliciti e unanimi.

Il punto di partenza e il fondamento della speranza cristiana non è dunque una filosofia, ma una fede stabile e convinta che attesta e rende testimonianza all’amore, alla grazia e a tutta la potenza di Dio.

Chi crede ha delle certezze quanto al suo futuro col Signore perché il suo futuro è già cominciato quando ha creduto in Lui, il suo Salvatore.

(segue domani)


sabato 21 ottobre 2023

Ingannati

“La sua baldanza è troncata, la sua fiducia è come una tela di ragno...vi si aggrappa, ma quella non tiene” Giobbe 8:14-15. 

La tela di ragno è un sostegno ben misero al quale appoggiarsi.

Di recente mi è capitato di ascoltare in televisione la testimonianza di alcune persone che avevano perso tutto investendo in azione altamente speculative. Avevano visto in questo “una grande occasione” e “guadagno sicuro”, “soldi facili”. Non si erano curati di leggere attentamente la documentazione ricevuta per valutare i pro e i contro ma si erano affidati unicamente ai loro pensieri. Addirittura c'era chi aveva venduto la sua attività per avere a disposizione una cifra maggiore da investire. Era una tela di ragno. Ingannati.

Una signora invece aveva prestato ascolto ad un maga che l'aveva convinta a sborsare una grossa cifra che praticamente corrispondeva all'intero ammontare dei suoi risparmi per avere in cambio, serenità in famiglia e salute. L'aveva ottenuti? No! Ingannata. 

Quanta gente nel mondo si è rovinata la vita! Sono stati ingannati dai propri pensieri o da quelli degli altri e hanno perso tutto: pace, benessere e salute... Sono perdite tragiche spesso definitive, senza possibile rimedio. Eppure, malgrado la loro gravità, sono ancora niente in confronto alla perdita della propria anima. 

Come sarà grande l'angoscia di chi si sentirà dire dal Signore: “Perché, quando ho chiamato, nessuno mi ha risposto?” Isaia 50:2.

“quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio” Proverbi 1:24-25. 

Non fatevi ingannare riponendo la fiducia in voi stessi o in qualsiasi altro essere umano.

Non fatevi ingannare dai vostri pensieri se credete che l'inferno non esista e che con la morte sia finito, vi ingannereste.

Non fatevi ingannare. Se credete che tutto andrà bene perché pensate di essere retti e onesti o perché avete fatto delle buone opere, vi ingannate. Il Signore dice: “Per le opere nessuno sarà giustificato al Suo cospetto” Romani 3:20.

Oggi, avete ricevuto ancora un invito ad accettare il dono di Dio, cioè: Cristo. Il valore della vostra anima è troppo grande perché possiate rimandare a domani e non fatevi ingannare dai vostri pensieri, quando essi, forse a causa della vostra giovane età, vi suggeriscano di aspettare perché ritenete di avere tempo dinanzi a voi. Sareste ingannati perché il domani non vi appartiene.

21 ottobre - L’Evangelo è per i morti?

È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio.

Ebrei 9:27

 

Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.

Giovanni 11:25

 

L’Evangelo è per i morti?

 

Certe persone credono che si possa ancora fare qualcosa per la sorte dell’anima di quelli che sono morti. Altre, consapevoli di essere alla fine, lasciano istruzioni riguardo al loro funerale e alla cerimonia religiosa, durante la quale sarà opportuno evocare i grandi argomenti abituali legati alla circostanza: Dio, l’eternità, il perdono dei peccati, la grazia… ma purtroppo il defunto non potrà trarre alcun beneficio da quella predicazione se non vi ha posto la dovuta attenzione quando era in vita. Quelli che l’hanno accompagnato fino alla tomba perché dovrebbero ragionare diversamente dal loro caro scomparso? Diranno: “Noi siamo in vita, l’aldilà per il momento non ci riguarda! Dell’Evangelo ci preoccuperemo più tardi, quando sarà il nostro turno di passare dall’altra parte”.

Ebbene, nessuno s’inganni, perché dopo sarà troppo tardi. Il più bell’elogio funebre pronunciato davanti ad una bara non potrà cambiare nulla riguardo alla sorte eterna di chi c’è dentro. Spesso sui ricordini funebri si legge: “Pregate per lui” oppure “Pregate per la sua anima”. È un’illusione, perché se colui che seppelliamo non ha accettato la salvezza e la grazia di Dio mentre era in vita, non avrà più la possibilità di farlo dopo la morte. Il Vangelo è molto chiaro: “Chi crede nel Figlio (Gesù Cristo) ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”; “Chi crede in Lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”; (Giovanni 3:18 e 36).

L’Evangelo, dunque, non è per i morti, ma per i vivi, per tutti noi. Ascoltatelo prima che sia troppo tardi; è anche a voi che Dio parla. “Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6:2).

venerdì 20 ottobre 2023

Il vuoto della vita

“Vanità delle vanità, dice l'Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità. Che profitto ha l'uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole?” Ecclesiaste 1:2-3.

Janis Joplin celebrata come regina del rock negli anni 60 e, adorata dai giovani americani come una dea, definiva la vita come una «danza intorno al vitello d’oro». Un giornalista le chiese una volta quale fosse il senso della sua vita. La sua risposta fu: «Ubriacarmi, continuare a essere felice e godermi i momenti migliori. Io faccio della mia vita proprio quello che voglio; intendo solo spassarmela. Non credo ci si possa augurare di meglio.».  A un amico Janis disse: «Meglio vivere dieci anni traboccanti di felicità sfrenata, che arrivare ai settanta per starsene seduta su una maledetta poltrona a guardare la TV.». Purtroppo non arrivò neanche ai trenta, perché morì a ventisette anni, dopo il suo settimo tentativo di suicidio. Una delle sue ultime canzoni s’intitolava «La vita non è altro che solitudine». 

Alcuni giorni prima era stato sepolto Jimi Hendrix, il famoso «re della musica rock». Un noto critico musicale espresse l’opinione che Hendrix, probabilmente, è stato il più grande musicista della sua generazione. Ognuno dei suoi dischi vendeva più di un milione di copie. Per un concerto gli pagavano allora l’incredibile cifra di 100.000 dollari. Era un uomo sfrenato, dedito agli eccessi, aggressivo e tossicomane. Spesso faceva a pezzi tutto ciò che era sul palco, oltre a un buon numero di chitarre.

Hendrix guidava le più costose auto sportive, buttava il denaro dalla finestra ma, nonostante tutto, era un uomo infelice. Una volta disse al pubblico: «Dovete vestirvi a lutto quando nasce un bambino, quando un neonato viene a questo maledetto mondo.»  Il 18 settembre del 1970 la carriera leggendaria di Jimi Hendrix giunse improvvisamente al termine. Lo trovarono in un hotel di Londra, soffocato dal suo stesso vomito, dopo aver ingerito alcool e sonniferi. Con le sue ultime forze si era trascinato fino al telefono. La segreteria automatica dall’altra parte del filo registrò le sue ultime parole: «Ehi tu, ho bisogno d’aiuto maledizione!». 

Si potrebbe, inoltre, ricordare Elvis Presley. Potremmo ricordarne la ghiottoneria, la tossicomania, la sua paura sia della vita sia della morte.

Sebbene vivesse in un edificio simile a un castello come in una gabbia dorata, circondato da guardie del corpo, finì per celebrare il suo 40° compleanno a letto, troppo depresso da rimanervi. Negli ultimi anni della sua vita, poté mantenersi a galla solo grazie al gran numero di psicofarmaci che ingeriva. Nell’anno della sua morte pesava centoventicinque chili; morì il 16 agosto del 1977 all’età di quarantadue anni per collasso circolatorio.

Potremmo citare un buon numero di nomi conosciuti fra le stelle della musica e del cinema, come Jim Morrison o Kurt Cobain, cantante del gruppo Nirvana, che posero fine alla loro vita suicidandosi.

“E che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?” Marco 8:36.

20 ottobre - La sete del mondo

Gesù le rispose: “Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna”.

Giovanni 4:13-14

 

Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.

Apocalisse 22:17

 

La sete del mondo

 

L’acqua è un bene prezioso per l’umanità, essenziale per la sua sopravvivenza. Eppure, spesso è sprecata, inquinata, mal gestita. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, un cineasta ha realizzato un film intitolato: “La sete del mondo”, un argomento importante destinato ad attirare l’attenzione di tutti.

Ma ben poche persone si preoccupano della sete della propria anima: sete di pace interiore, di felicità, di certezze, di speranza. Quando il Signore Gesù era in terra, un giorno riprese le folle perché si preoccupavano tanto della vita presente, delle cose materiali di questo mondo, e pochissimo della vita eterna (Giovanni 6:26-27).

È forse anche il caso vostro? Avete cercato e trovato l’acqua che dona la vita? È ciò che Gesù ci dona. Lo disse a una donna Samaritana che attingeva l’acqua dal pozzo (vedi il versetto di oggi). Gesù sapeva bene che lei aveva dei bisogni ben più importanti della sete fisica; aveva bisogno d’amore, d’attenzione, di perdono e di pace per la propria coscienza, ed è ciò che Gesù vuole darle. Conversando con Lui, quella donna è talmente piena di gioia che abbandona la sua brocca e corre a dire alla gente del villaggio: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?” (Giovanni 4:29). La risposta dei suoi concittadini non si fa attendere: “Noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo” (Giovanni 4:42). Chi ha riposto la propria fiducia in Lui può dire come il salmista: “Tutte le fonti della mia gioia sono in te” (Salmo 87:7).


giovedì 19 ottobre 2023

La Scelta

Torniamo al giardino di Eden. Vediamo che Dio diede all'uomo... una caratteristica particolare, unica in tutto il mondo animale e vegetale, diede all'uomo la possibilità di scegliere.

Dietro tutto c'è una scelta, una decisione deliberata. Una mossa consapevole. Non doveva farlo. Ma scelse di farlo. Conosceva il prezzo. Sapeva quali erano le implicazioni. 

Era al corrente delle conseguenze. Non sappiamo quando pensò di fare quella scelta. Ma sappiamo che la fece. Non era costretto a farla, ma la fece.

Ma iniziamo con ordine. 

“Nel principio Dio creò” Genesi 1:1.

La mano onnipotente si mise a lavoro. Dal nulla venne la luce, poi venne il cielo e la terra.

Le stelle furono disposte. L' universo s'illuminò. Il nostro sole divenne solo uno fra milioni di soli. La nostra galassia divenne soltanto una fra milioni di galassie. Il nostro pianeta prese vita nel giro di qualche secondo. Furono scolpiti canyon. Furono scavati oceani. 

Le montagne spuntarono dalla pianura.

La mano dietro a tutto ciò era possente. Egli è possente. E con questa potenza Egli creò.

Con la stessa naturalezza con cui un uccello canta e un pesce nuota, Egli creo. 

Egli è il creatore.

E quando ebbe finito, vide che tutto quello che aveva fatto era “molto buono” Genesi 1:31.

La luce illuminerà naturalmente, è per questo che è stata fatta, gli alberi daranno i frutti nella loro stagione, è per questo che sono stati creati.

E' l'uomo?

Nell'uomo il Creatore pose un “seme speciale”. Un seme che si chiama “scelta”. 

E' il seme della scelta.

Amore spontaneo. Devozione voluta. Tenerezza deliberata. Il cielo non aveva mai visto una simile meraviglia.

“E se poi scegliesse...di non amare” chiese il creato. “Saranno liberi di scegliere”. Rispose.

“E...ti dimenticheranno?” “Sì”. “Ti respingeranno?” “Sì”.

“Allora tu che farai?” “Scenderò a cercarli, scenderò a salvarli” “Andrai laggiù?”. “Ci andrò”

“Non c'è altro modo?” “Non c'è”.

“Non sarebbe più facile rinunciare a piantare il seme?”

“Certo” rispose il Creatore “ma non sarebbe più volontario, non sarebbe più riconoscenza, non sarebbe più amore libero”. “Ma avrà un costo?”

“Sì, un costo altissimo”. Si prefigurò la scena. Tre individui appesi a tre croci. Le braccia aperte. Le teste poggiate in avanti. 

Militari seduti ai piedi delle croci. Giocavano e ridevano.

Uomini in abiti religiosi stavano in piedi da un lato. Sorridevano. Arroganti, tronfi.

Donne vestite a lutto si stringevano insieme ai piedi del colle. Ammutolite.

“Deve essere fatto...tutti gli uomini devono poter scegliere”.

Il Creatore aveva creato un essere consapevole, libero. Colui che è amore aveva creato qualcuno che potesse contraccambiare il suo amore.

Adesso sta a noi scegliere.

19 ottobre - Soltanto su concessione

Il SIGNORE… rese (a Giobbe) il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto… Il SIGNORE benedì gli ultimi anni di Giobbe più dei primi.

Giobbe 42:10, 12

 

Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso.

Giacomo 5:11

 

Soltanto su concessione

 

Nel principio del libro di Giobbe, Satana si presenta davanti a Dio e Dio gli parla della condotta esemplare di quell’uomo. Satana sostiene che se Giobbe onora Dio, è unicamente perché è ricolmo di beni, di figli e di ricchezze. Dio accetta di metterlo alla prova e dice a Satana: “Tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona” (Giobbe 1:12). Le disgrazie si abbattono su Giobbe il quale in breve tempo perde i suoi dieci figli e tutti i suoi beni; ma lui rimane fermo nella fiducia in Dio, nonostante la grande prova. Satana allora sostiene che Giobbe sia rimasto fedele perché non è stata colpita la sua salute, e Dio gli ripete: “Egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita”. Così Satana colpì Giobbe con una malattia molto dolorosa, al punto da fargli desiderare la morte (2:6-7).

Questi capitoli alzano il velo del mondo invisibile e ci rivelano che Satana, il nemico degli uomini e soprattutto dei credenti, ha accesso a Dio, lavora per nuocere ed ha una potenza notevole. Ciononostante rileviamo che:

– Quando Dio concede potere a Satana contro Giobbe, gli fissa dei limiti precisi ai quali deve attenersi.

La prova di Giobbe sfocia in una benedizione immensa; era questo che Dio aveva in mente fin dal principio. Giobbe ha compreso, e con lui tutti noi, che non è per la nostra giustizia che possiamo accedere a Dio, ma unicamente per la Sua grazia. All’insaputa di Satana, quelle terribili prove hanno avuto per risultato il bene di Giobbe! Dio che è nostro Padre, ci ama e il diavolo può agire solo se è Lui a permetterlo; e sarà sempre per il nostro bene finale.


mercoledì 18 ottobre 2023

Il re è vivente

“Vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto” Ebrei 2:9

Al tempo dei re d’Israele (2 Re 11) accadde un fatto gravissimo. Il re Acazia è morto. Sua madre, Atalia, stermina tutti gli eredi al trono per occupare lei il primo posto nel regno. Che crudeltà! Assassinare i nipoti per appagare la propria ambizione!

Ma la coraggiosa Ioseba prende uno dei figli del re e lo nasconde nella casa del Signore, per proteggerlo. 

Atalia regna sette anni su un popolo persuaso che la stirpe reale di Davide sia stata cancellata.

Ma il sacerdote, marito di Ioseba, raduna i capitani delle guardie del corpo per rivelare il suo segreto che era quello di incoronare il ragazzo scampato e affrettare così la condanna di Atalia. Allora mostra loro “il figlio del re” (2 Re 11:4). Che emozione per quegli ufficiali vedere uscire dal suo nascondiglio un re vivente!

Circa duemila anni fa, un altro “figlio di Davide”, il Messia promesso, è morto sulla croce ed è stato sepolto. Da allora molti pensano che Gesù sia morto per sempre. Ma per la fede, la gente della “casa del Signore”, i credenti, sanno che il loro Re è vivo, che è uscito dal sepolcro ed è risalito al cielo.

La Bibbia ci presenta oggi il nostro Re vivente che si mostrerà ben presto a tutte le genti nella gloria del suo regno, e ogni ginocchio dovrà piegarsi davanti a Lui (Filippesi 2:10, 11). Che terribile giudizio colpirà coloro che, come Atalia, pensano solo a soddisfare il proprio egoismo! Ma che gioia per coloro che lo hanno amato! 

“Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero… Sì, amen” (Apocalisse 1:7).

18 ottobre - È la legge che bisogna cambiare?

Gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo… nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena… nessuno aveva la forza di domarlo.

Marco 5:2-4

 

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio.

Colossesi 1:13

 

È la legge che bisogna cambiare?

 

Incarcerato per aggressione e poi rimesso in libertà, un uomo ha nuovamente commesso un crimine odioso che ha indignato la coscienza collettiva. Immediatamente si propone di modificare la legge affinché casi simili non si ripetano, ma fra un emendamento e l’altro nulla cambia, purtroppo, e il numero di atti criminali non fa che aumentare. Molti rassomigliano all’indemoniato del versetto di oggi, indomabile. Le leggi, le catene o la prigione non possono migliorarli, perché la legge, se pur indispensabile per la vita sociale, non risolve il problema alla radice.

Il Signore ci rivela dov’è la sorgente del male e dice: “È dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza” (Marco 7:21-22). La dimostrazione più clamorosa dello stato morale dell’uomo è avvenuta quando Gesù Cristo, il giusto per eccellenza, è stato crocifisso. Il governatore romano, responsabile di far applicare la giustizia, aveva riconosciuto che Gesù non aveva commesso nulla di condannabile (Luca 23:5); eppure, nonostante questo, per salvaguardare la propria popolarità, ha ordinato che Gesù fosse crocifisso.

Ma, con saggezza e grazia, Dio ha permesso che quel crimine ignobile fosse il sacrificio per mezzo del quale il nostro cuore può essere purificato. “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Le leggi umane possono solo incanalare i comportamenti verso il bene, ma la fede in Cristo purifica e cambia profondamente i cuori.

martedì 17 ottobre 2023

Salmo 19

Una voce senza parole: quella della natura  (versetti da 1 a 6)

Come non essere meravigliati dallo spettacolo del sorgere del sole in alta montagna? È ancora notte, le stelle brillano nella purezza dell’aria fresca; poi, piano piano, appare all’orizzonte una luce che aumenta a poco a poco fino a quando un piccolo spicchio luminoso squarcia la foschia. Allora, splendido, il sole si alza e inonda ogni cosa di luce e, subito dopo, di calore. Questo spettacolo ci parla di Dio, come ce lo mostra il Salmo 19: “I cieli raccontano la gloria di Dio”: l’immensità del cielo, le distanze infinite delle stelle e il loro numero incredibile fanno eco alla grandezza di Dio, e a quello che è stata “l’opera delle Sue mani”. È un linguaggio silenzioso: “non hanno favella, né parole”, ma la loro voce si diffonde, e questa voce ci tocca profondamente! Questo messaggio ci è dato senza interruzioni, nell’alternanza dei giorni delle notti, ed è per tutti gli uomini “fino all’estremità del mondo” (v. 4). Quando si fa giorno, solo il sole è visibile nel cielo, la sua luce fa sparire quella delle stelle. È come un operaio che si attiva, ubbidendo alle leggi di Dio. Niente è nascosto al suo calore: esso riversa sulla terra luce e vita, testimoniando senza fine né limiti i benefici di Dio (Atti 14:17). La natura interpella ogni essere umano, dal bambino alla persona anziana, dal più ignorante al più colto. Questa “voce” rende ciascuno responsabile di dare gloria a Dio e di ringraziarlo (Romani 1:20).


Un messaggio perfetto: la Parola di Dio (versetti da 7 a 11)

Nella seconda parte di questo Salmo, “la legge del SIGNORE”, cioè la Sua Parola, mostra la grandezza di Dio perché risponde perfettamente ai bisogni dell’uomo. Testimonianze, precetti, comandamenti, giudizi, tutti insieme legati al nome di Dio, agiscono sul credente e lo trasformano: “Siete stati rigenerati…mediante la Parola vivente e permanente di Dio” (1 Pietro 1:23). Se la natura glorifica il grande Dio Creatore, la “legge” associata al nome di “Dio” lo glorifica anch’essa nella stessa maniera. La Parola di Dio è dichiarata “perfetta”, senza debolezza né fragilità, perché proviene da Dio e non dagli uomini. Essa è “veritiera”, “giusta”, “limpida”: è verità. “I Suoi giudizi” sono dichiarati “giusti tutti quanti” perché le differenti parti della Bibbia si completano per offrire tutta la verità: “La somma della Tua Parola è verità” (Salmo 119:160; vedi anche 2 Pietro 1:20).

La “legge” è anche feconda. È la Parola ispirata, vivente, vivificante; suscita la fede in colui che la riceve con umiltà: “La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla Parola di Cristo” (Romani 10:17). Il suo ruolo non è tanto quello di denunciare, quanto quello di ristabilire, liberare, istruire: essa dà vita, saggezza, gioia, rischiara i pensieri. Chi la riceve con rispetto e si lascia istruire da essa ottiene una “grande ricompensa”! Non desideri provare tutti i suoi benefici?


Una piacevole meditazione davanti a Dio (versetti da 12 a 14)

Ognuno può rimanere stupito nel contemplare lo splendore del creato e percepirne il messaggio (v. 1-6). Colui che riceve la Parola di Dio, tuttavia, ha modo di scoprire anche le perfezioni del Creatore ed essere così condotto alla fede (v. 7-11). Giungendo alla fine del Salmo (v. 12-14), ci si aspetterebbe di leggervi espressioni di lode. Invece no; si parla di errori, di peccati… Perché? All’inizio del Salmo, le serene riflessioni sulla magnificenza della creazione sono condivisibili da tutti gli uomini. Proseguendo nella lettura del testo, la Parola di Dio ci chiama in causa più direttamente, in quanto la testimonianza è ricevuta soltanto da chi l’ascolta, ovvero da colui che, servendo e adorando Dio in virtù della relazione instaurata con Lui per mezzo della fede, può chiamarsi “Suo servitore”. A questo punto, l’autore del Salmo si rivolge direttamente a Dio, pregando: “Purificami”, guardami: chiede di essere illuminato riguardo al male e medita non solo sui propri errori, ma anche sui “peccati nascosti” nei quali potrebbe cadere. La Parola di Dio gli ha rivelato i suoi peccati, ma gli ha anche insegnato che Dio perdona e purifica chi crede in Lui.


In seguito, il salmista chiede a Dio di essere preservato dai peccati volontari legati all’orgoglio. Percependo che il male lo circonda ed è radicato in lui, sente di dovere ricevere la protezione divina per non esserne sopraffatto. Infine, offre a Dio la sua preghiera, non sotto forma di richiesta, bensì come meditazione rivolta a Colui che ora conosce e considera la sua “rocca”, Colui sul quale può contare, il suo “Redentore”.