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martedì 28 febbraio 2023

Essi risposero: No!

“I due angeli giunsero a Sodoma verso sera. Lot stava seduto alla porta di Sodoma; come li vide, si alzò per andare loro incontro, si prostrò con la faccia a terra, e disse: Signori miei, vi prego, venite in casa del vostro servo, fermatevi questa notte, e lavatevi i piedi; poi domattina vi alzerete per tempo e continuerete il vostro cammino. Essi risposero: No, passeremo la notte sulla piazza” Genesi 19:1-2.

Leggiamo sempre con attenzione la Parola di Dio, è piena di insegnamenti atti ad insegnare, riprendere, educare (2 Timoteo 3:16) coloro che hanno a cuore di fare la volontà di Dio.

I due angeli entrarono in Sodoma. Una città come tante delle nostre città, senza freni, piena di peccato. Non risposero altrettanto volentieri all'invito che Lot rivolse loro per il pasto della sera come all'invito di Abrahamo per il pasto del mezzogiorno dove accettarono subito di buon grado; perché non potevano essere a loro agio in Sodoma. 

Ma vi andarono. 

Dio aveva affidato loro un compito.

 Proteggere e liberare Lot e la sua famiglia.

“Allora Lot uscì, parlò ai suoi generi che avevano preso le sue figlie, e disse: Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il SIGNORE sta per distruggere la città. Ma ai suoi generi parve che volesse scherzare” v.14.

Lot non è preso sul serio. Deve fronteggiare le conseguenze di chi fino all'ora aveva scelto di vivere in quella città. Quando si è scelto il mondo, non si ha più nessuna valenza morale per parlare di Dio. Oh possiamo rattristare l'anima nostra (2 Pietro 2:7)  ma a causa dei nostri trascorsi non si è più ascoltati.

28 febbraio - Perfezione e completezza dell’opera di Cristo

Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti.

2 Timoteo 2:8

 

Perfezione e completezza dell’opera di Cristo

 

Come possiamo essere sicuri che il sacrificio di Cristo abbia raggiunto lo scopo, quello cioè di fare in modo che i peccatori, che si pentono e credono in Lui, evitino la “morte eterna”? Molti uomini muoiono in nome di un ideale, ma se Cristo si fosse limitato a morire e non fosse poi risorto, lo scopo non sarebbe stato raggiunto. Il ricordo e l’esempio della Sua vita terrena perfetta non ci sarebbero stati di alcuna utilità perché nessuno sarebbe mai riuscito ad imitarlo; così ognuno di noi sarebbe rimasto sotto il peso dei propri peccati e quindi condannato. “Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati” (1 Corinzi 15:17). “Gesù Cristo, nostro Signore, è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:25). Ciò che dà sicurezza e tranquillità ai credenti è la vittoria del Signore Gesù sulla morte e la Sua glorificazione alla destra di Dio.

Dio ha dimostrato di avere pienamente gradito l’opera del Signore; le Sue sante, giuste e inderogabili esigenze sono state completamente soddisfatte. L’opera del Signore è stata perfetta, completa. “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica” (Romani 8:33).

A Dio Padre e al Signore Gesù siano la lode e l’adorazione da parte di tutti i credenti, diventati “giustizia di Dio” in Cristo (2 Corinzi 5:21)! E che la nostra giustizia pratica, nella vita di tutti i giorni, possa essere all’altezza della posizione che ci è stata conferita e alla gloria di Colui che ha compiuto in noi un lavoro così meraviglioso e potente.


lunedì 27 febbraio 2023

Favole

Bisogna constatare che l'amore di Dio e la sua pazienza nei confronti dell'essere umano sono davvero grandi. 

Ciò che l'uomo fa non è che un susseguirsi di delusioni. Non solo c'era stata la caduta in Eden, l'omicidio di Caino, la poligamia di Lamec, la malvagità dei loro discendenti, “ora l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo” (Genesi 6:5). Seguirà l'immoralità di Cam, la ribellione di Nimrod, ecc.

In tutto ciò abbiamo la dimostrazione che il peccato ha infettato irrimediabilmente il cuore dell'uomo.

“Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato” Geremia 17:9.

Questa è la grande verità che vogliono sottolinearci questi primi capitoli della Genesi. L'essere umano coltiva la grande illusione che migliorando l'ambiente, rendendolo più vivibile, meno stressante e anche più soddisfacente dal punto di vista economico, l'uomo potrà nutrire sentimenti di pace e di bene per se e per gli altri. Oppure diciamo che se potessimo dare una migliore formazione ed educazione all'individuo, questi potrebbe migliorare e abbandonare una volta per tutte ogni libero arbitrio, sentimento di supremazia e sopraffazione sopra i suoi simili.

Ma queste sono tutte favole smentite da ogni singola pagina della Scrittura.

L'uomo ha disubbidito, ha conosciuto il bene e il male ma, senza la capacità di compiere il bene e senza l'energia di evitare sempre il male.

Scale di valori stravolte. I peccati più orribili che Dio definisce abominazioni, considerati ormai aspetti normali  o inclinazioni umane.

“Veramente il mio popolo è stolto, non mi conosce; sono figli insensati, non hanno intelligenza; sono saggi per fare il male, ma il bene non lo sanno fare” Geremia 4:22.

Il cuore dell'uomo è “insanabilmente malato”. Occorre un intervento strutturale. 

Il cuore dell'uomo deve essere cambiato.

“Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne” Ezechiele 36:26.

27 febbraio - “Segno soltanto le ore di sole”

Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.

Salmo 103:2

 

Io voglio ricordare le bontà del SIGNORE, le lodi del SIGNORE, considerando tutto quello che il SIGNORE ci ha elargito.

Isaia 63:7

 

“Segno soltanto le ore di sole”

 

Una meridiana è costituita da uno stelo (lo gnomone) piantato su una superficie piana. Quando il sole splende, il punto segnato dall’ombra dello stelo permette di determinare l’ora, ma quando il cielo è coperto lo stelo non dà alcuna indicazione.

Un artigiano credente di qualche secolo fa ha scritto la frase che fa da titolo a questo foglietto sulla meridiana della facciata di una grande casa di campagna. Quello che ha scritto è del tutto evidente, ma il suo intento era di invitare ognuno a riflettere su come consideriamo le giornate della nostra vita.

Abbiamo sovente la tendenza a soffermarci sui giorni tristi e difficili. E poiché il nostro cuore naturale è ingrato, dimentichiamo troppo facilmente i favori che il nostro Dio ci concede giorno dopo giorno. Col trascorrere del tempo corriamo il rischio di cadere nella malinconia, e persino di perdere la gioia e il desiderio di leggere la Parola di Dio.

Cari amici, quando troviamo degli ostacoli sul nostro cammino, non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento e dall’amarezza. Non dimentichiamo i nostri giorni di sole! E quando ringraziamo il Signore, ricordiamoci sempre di farlo anche per tutti i benefici e la protezione che ci ha accordato e di cui nemmeno abbiamo avuto modo di accorgerci.


domenica 26 febbraio 2023

26 febbraio - Preghiera del mattino

O SIGNORE, al mattino tu ascolti la mia voce; al mattino ti offro la mia preghiera e attendo.

O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall’alba.

Salmo 5:3; 63:1

 

Preghiera del mattino

 

Sappiamo anche noi, come l’autore del Salmo 5, “offrire a Dio” una preghiera al mattino, per fare una provvista di forza spirituale e di saggezza fin dall’inizio della giornata? Oppure ci gettiamo subito, tesi e impreparati, nelle varie attività che ci aspettano?

Se ci rendiamo conto che ogni giorno che passa è un’occasione per servire e onorare Dio, ci raccoglieremo ogni mattina alla Sua presenza per pregare. Gli esporremo le nostre difficoltà e i nostri timori, gli confesseremo la nostra debolezza e la nostra incapacità, gli chiederemo di rinnovare la nostra fiducia in Lui e di insegnarci a “discernere il bene e il male” (Ebrei 5:14). Come sarebbe più leggero il nostro carico quotidiano! Il Signore risponderà alla nostra preghiera e potremo iniziare la giornata tranquilli e sereni.

Prendere coscienza della nostra fragilità e riposarci su di Lui ci permette di trarre profitto dalla Sua forza e dalle Sue inesauribili risorse.

Dall’esempio di vita del Signore Gesù ci rendiamo conto di quanto sia necessario nutrire il nostro essere interiore del “pane di Dio”, del “pane vivente” (Giovanni 6:33, 51), facendo “provvista” fin dalle prime ore del giorno, della Sua persona rivelata nella Parola di Dio. La preghiera quotidiana del mattino avrà dei benefici effetti su ogni momento della giornata che seguirà.


sabato 25 febbraio 2023

I due figli

Per capire le parabole che seguiranno dobbiamo inquadrare bene il passo.

Prima domanda: quali sono le circostanze nelle quali Gesù si trovava e quale era l'insegnamento che voleva dare?


Dubbio sull'autorità di Gesù.

“Quando giunse nel tempio, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si accostarono a lui, mentre egli insegnava, e gli dissero: Con quale autorità fai tu queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?. Gesù rispose loro: Anch'io vi farò una domanda; se voi mi rispondete, vi dirò anch'io con quale autorità faccio queste cose”  Matteo21:v.23-24. 

Le tre parabole che seguono tratteranno proprio questo tema l'autorità del Signore.

Erano principalmente dirette ai capi religiosi che si definivano così ma solo in apparenza nella realtà non avevano nessuna voglia di sottoporsi all'autorità di Dio


Parabola dei due figli.

“Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: Figliolo, va' a lavorare nella vigna oggi. Ed egli rispose: Vado, signore; ma non vi andò. Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, vi andò. Quale dei due fece la volontà del padre? Essi gli dissero: L'ultimo. E Gesù a loro: Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete pentiti neppure dopo per credere a lui” v.29-32.

La storia è chiara e semplice e il suo concetto è ovvio.

Quello che conta non è quello che sembriamo o promettiamo verbalmente ma è la realtà del nostro cuore in altre parole il nostro rendimento.

I capi sacerdoti davano molta importanza all'involucro, l'esteriore.

Gli piaceva vestire lunghe vesti sulle quali scrivevano versetti del Pentateuco, e trovavano piacere a stare in piedi agli angoli delle piazze con il volto sfigurato per farsi vedere che digiunavano ma tutto questo non era che “l'involucro” esterno ma nel loro cuore Dio non c'era.

I pubblicani e le prostitute (che come è scritto hanno creduto) quindi non avevano niente di esteriore da mostrare ma potevano mostrare l'interiore. Il loro cuore era per Dio.


Avete mai messo in discussione l'autorità di Dio?

E le sue scelte nei vostri confronti?

Avete mai pregato senza ricevere niente?

Non importa se qualche volta ci siamo trovati un po' in disaccordo con Dio.

Importa se poi ci siamo pentiti (v.29). Dio guarda dentro i nostri cuori e siamo sinceri e ripensiamo al nostro atteggiamento riconoscendo che abbiamo un padre amorevole che ci vuole bene e che quando ci da qualcosa o ce la nega lo fa per il nostro bene.

Riconosciamo quindi la sua autorità e rispettiamola.

25 febbraio - Dio vi tende la mano

Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri.

Isaia 65:2

 

Al Padre piacque... di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui (Gesù), avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce.

Colossesi 1:19-20

 

Dio vi tende la mano

 

La riconciliazione, come la descrive la Bibbia, è un concetto estraneo ai pensieri umani. Non è forse sbalorditivo che Dio, il gran Dio dei cieli e della terra, ci offra il Suo perdono e attenda il nostro sì? Che differenza con ciò che avviene fra gli uomini! Sembra normale che l’iniziativa della riconciliazione parta da chi ha agito male: deve chiedere perdono, presentare le sue scuse e, se è possibile, rimediare al danno compiuto…

Ma fra Dio e gli uomini è tutt’altra cosa. Dio stesso è il conciliatore. È Lui che prende l’iniziativa e ne sostiene tutto l’onere. E chi altri potrebbe farlo?

Dio ha sempre teso la mano agli uomini, ma ben pochi ne hanno approfittato; sono “un popolo ribelle”, diceva Dio. L’incredulo è indifferente verso Dio, e molto spesso ostile. Ma Dio viene incontro a ciascuno di noi. Se accetto di afferrare la mano che mi tende, scopro che Lui mi ama e che vuole mettere il Suo amore al posto della mia ostilità. E questo è possibile in virtù della morte del Figlio Suo. Quando Gesù è stato crocifisso, ha preso su di Sé la nostra ostilità verso Dio, e ne ha pagato il prezzo. Poi è risuscitato ed è tornato al cielo. Gesù ha distrutto la barriera dei nostri peccati che ci separava da Dio.

La riconciliazione compiuta dal sacrificio di Cristo diventa efficace per chi la accetta. Non è che il miglioramento dell’uomo la renda accettabile; essa si basa unicamente sull’opera che Gesù ha compiuto, una volta per sempre, alla croce.


venerdì 24 febbraio 2023

Come amare Dio

“…il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.” Deuteronomio 6:4/5.

È con questo versetto che il Signore ha risposto ai Farisei quando gli hanno posto questa domanda: “Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?” (Matteo 22:36/37). Questo versetto non è un comandamento, ma fa parte di ciò che conosceva ogni pio Giudeo. I teologi si servivano della prima parte del versetto per insistere sul monoteismo (fede in un Dio unico), ma anche la seconda parte è di tutta importanza. Non è soltanto un appello al giusto oggetto della fede, è un appello all’obbedienza esclusiva al Dio in cui noi crediamo. Di più, non è indirizzato unicamente ad una sola persona, ma ad un insieme di persone il cui fondamento è la fede in Dio. Non è: “il mio Dio” ma: “il nostro Dio”.

“Con tutto il cuore”. In Ebraico, “il cuore”, designa la parte del tuo essere che decide, che dà le priorità ed elabora i propositi. Per questo amare il Signore “con tutto il cuore” non è una manifestazione di esuberanza, ma è dare a Dio il primo posto, prendere tutte le decisioni conformi alla Sua verità e stabilire i tuoi piani avendo per scopo di Fare la Sua volontà.

“Con tutta l’anima tua”. In Ebraico la “tua anima” è di fatto la vita. Tutto, nella vita, è fondato sull’amore per Dio? Amare Dio non è un affare di emozione, ma una scelta e scegliere per Dio significa, sovente, scegliere in cambio di qualcos’altro: le tue proprie comodità, i tuoi beni o la tua vita stessa.

“Con tutte le tue forze”. Abbiamo, in questa espressione, il senso di un grande impegno. Non è una cosa fatta a metà. Non è una cosa che tu fai soltanto quando te la senti. Amare Dio, è amarlo con tutto il cuore durante tutta la vita.

Amiamo il Signore in tutta sincerità, con tutto il nostro cuore e durante tutta la nostra vita, come il Signore ha amato noi.

24 febbraio - Cosa si aspetta il Salvatore dai Suoi?

Egli (Gesù) morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.

2 Corinzi 5:15

 

Cosa si aspetta il Salvatore dai Suoi?

 

Per prima cosa il Salvatore si aspetta di essere amato, e vuole che i Suoi amino anche gli altri, sia i credenti sia tutti gli uomini. Il Signore ha parlato di due comandamenti che definisce maggiori: «Il primo è: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, con tutta la forza tua”. Il secondo è questo: “Ama il tuo prossimo come te stesso”» (Marco 12:29-31). Inoltre, ha dato ai Suoi un comandamento che definisce nuovo: “Che vi amiate gli uni gli altri” (Giovanni 13:34).

Il Salvatore chiede anche di essere servito; ne ha tutti i diritti. Ma costringe forse i Suoi figli a servirlo imponendo loro un nuovo decalogo? No di certo. Scrivendo ai “fratelli carissimi” (quindi a dei salvati) l’apostolo Giacomo parla di una legge che definisce perfetta, la “legge della libertà”, e raccomanda di guardare attentamente in essa, e in essa perseverare (Giacomo 1:25). L’uomo salvato trova questa “legge” nella Sacra Scrittura, la Parola di Dio, che è perfetta ed è la verità, perché porta i caratteri di Colui che l’ha emanata. In questa Parola il credente trova la volontà del suo Salvatore, e ha tutte le istruzioni per servirlo in modo da onorarlo ed essere utile al prossimo.

Con quali motivazioni il Signore chiede di essere servito? Ecco cosa scriveva l’apostolo Paolo ai credenti di Corinto: “Quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù” (2 Corinzi 4:5). Da questo versetto impariamo pure che servire il Signore non significa rimanere immobili nella Sua contemplazione o diventare un asceta, ma adoperarsi in favore degli altri avendo come motivazione la riconoscenza e l’amore per il Signore.


giovedì 23 febbraio 2023

Dio ascolta

“Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi” Salmo 18:6.

Il palombaro, oltre al tubo dell'ossigeno, è collegato al battello anche da un filo sottile e resistente. E' sufficiente che egli dia due impulsi al filo per essere immediatamente riportato in superficie. E' una sicurezza contro i numerosi pericoli in agguato.

L'ammalato, in ospedale, preme il pulsante del campanello, posto al suo capezzale. Quale sollievo per lui pensare che il personale dell'ospedale è disponibile giorno e notte per rispondere ai suoi appelli.

L'anziana signora che vive da sola è ben lieta di potersi servire del suo telefono e di avere, attaccato alla parete, un cartello con tutti numeri da chiamare in caso di necessità. Sa che in caso di malessere quei numeri le potranno essere molto utili.

Ma le linee telefoniche sono spesso intasate, il personale è spesso distratto o sovraccarico di lavoro. Non sempre dall'altro capo del filo si trova qualcuno.

Uno solo, Dio, ha sempre l'orecchio attento. Quando lo invochiamo non corriamo il rischio di trovare la linea occupata. Egli ascolta le nostre preghiere e risponde a coloro che sono nel bisogno.

“il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato” Malachia 3:16.

23 febbraio - Protezione divina

Preservami, SIGNORE, dalle mani dell’empio, proteggimi dall’uomo violento.

Salmo 140:4

 

Tu mi proteggerai nelle avversità, tu mi circonderai di canti di liberazione.

Salmo 32:7

 

Protezione divina

 

In un carcere dell’Africa, il pastore di una chiesa, Joshua, attendeva di essere ucciso. Aveva sempre predicato il messaggio dell’amore e del perdono divino, ma la polizia segreta aveva comunicato al dittatore della sua nazione che la chiesa stava crescendo, e aveva disposto l’arresto del pastore. Joshua sapeva che i prigionieri erano torturati prima della loro esecuzione e che molti soccombevano. Così gridò al Signore: “Ho paura, Signore, aiutami. Non ho paura della morte ma di essere torturato prima di morire. Fa’ che il primo colpo sia mortale, ti prego”.

Joshua racconta come Dio intervenne: «All’improvviso, ho visto come una luce e ho sentito come una voce che mi diceva: Non sei solo, io sono con te. Ogni paura scomparve; caddi in ginocchio lodando il Signore. Devo aver cantato ad alta voce, la porta della mia cella si aprì e due poliziotti mi tirarono fuori. Pensavo che il momento della mia morte fosse arrivato, ma continuavo a rivolgermi al mio Signore. L’ufficiale, quando mi vide, disse ai poliziotti: “Avete sentito come canta? È completamente pazzo. Non serve a nulla ucciderlo, buttatelo fuori!” Un attimo dopo ero libero.»

È l’esperienza che hanno fatto anche molti altri credenti: “Il SIGNORE ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre” (Salmo 121:8). Nella Bibbia troviamo un racconto simile (Atti 16:22-34): un carceriere, con la sua famiglia, ha trovato la fede dopo aver sentito due detenuti, l’apostolo Paolo e Sila, che nella loro cella cantavano le lodi a Dio!

mercoledì 22 febbraio 2023

Strategie di battaglia

Strategie militari e tattiche di guerra erano requisiti fondamentali per avere maggiori possibilità di vittoria, e la storia è ricca di battaglie divenute famose grazie  proprio a questi accorgimenti.

Condottieri come Alessandro Magno, Annibale, Saladino, Gengis Khan, Napoleone, Rommel e Giulio Cesare, furono  famosi anche per le loro tattiche e strategie militari.

La strategia, nel suo significato politico-militare, è l’arte di impiegare nella maniera migliore le risorse disponibili ai fini della guerra.

E' famosa la battaglia di Alesia dove Giulio Cesare, grazie proprio a queste sue qualità e alle doti d'ingegneria bellica in possesso dei romani, riuscì a sconfiggere i Galli. 

Negli anni in cui si svolgevano le guerre galliche l'ingegneria bellica stava facendo grandi passi modificando l'andamento e la tattica delle battaglie. 

Anche nella Scrittura troviamo delle battaglie e delle “tattiche” che alcuni servitori di Dio hanno adottato per riportare la vittoria.

Un primo esempio lo abbiamo in Mosè: “Quando il faraone si avvicinò, i figli d'Israele alzarono gli occhi; ed ecco, gli Egiziani marciavano alle loro spalle. Allora i figli d'Israele ebbero una gran paura, gridarono al SIGNORE...E Mosè disse al popolo: Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che il SIGNORE compirà oggi per voi; infatti gli Egiziani che avete visti quest'oggi, non li rivedrete mai più. Il SIGNORE combatterà per voi e voi ve ne starete tranquilli” Esodo 14:10-14.

Che strana battaglia, nessuna riunione per stabilire una strategia difensiva, nessun schieramento armato, nessun ordine di impugnare le armi, solo...un grido rivolto al Signore.

Un invito a stare fermi.

Ci sarebbe da trasalire. Come? il nemico schierato alle spalle, davanti a loro c'era il mar Rosso che non offriva nessuna possibilità di fuga e tutto quello che dovevano fare era stare fermi?

Tutto qui?

Una strategia un po' curiosa!

Ma vediamo un altro esempio, quello di Giosafat che durante il suo regno sconfisse tre eserciti contemporaneamente con una strategia alquanto singolare: "Dopo questi fatti, i figli di Moab e i figli di Ammon, e con loro dei Maoniti, marciarono contro Giosafat per fargli guerra. Vennero dei messaggeri a informare Giosafat, dicendo: Una gran moltitudine avanza contro di te dall'altra parte del mare, dalla Siria, ed è giunta ad Asason-Tamar, cioè En-Ghedi. E il Signore parlo loro dicendo: Questa battaglia non sarete voi a combatterla: presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che il SIGNORE vi darà. O Giuda, o Gerusalemme, non temete e non vi sgomentate; domani, uscite contro di loro, e il SIGNORE sarà con voi. Allora Giosafat chinò la faccia a terra, e tutto Giuda e gli abitanti di Gerusalemme si prostrarono davanti al SIGNORE e l'adorarono. I Leviti tra i figli dei Cheatiti e tra i figli dei Corachiti si alzarono per lodare a gran voce il SIGNORE, Dio d'Israele. E dopo aver tenuto consiglio con il popolo, stabilì dei cantori che, vestiti dei paramenti sacri, cantassero le lodi del SIGNORE e, camminando alla testa dell'esercito, dicessero: «Celebrate il SIGNORE, perché la sua bontà dura in eterno!»” 2 Cronache 20:1-20.

Il re chiamò a raccolta tutto il popolo e marciò incontro ai nemici. Attaccando?

No! La testa dell'esercito era formata da cantori.

Aspettate un momento: gli eserciti si avvicinavano e loro si sono messi a cantare?

Già proprio così. Allora che ne pensate?

Qual è il metodo che dobbiamo usare per condurre le nostre battaglie?

Il nostro compito è quello di avere fiducia, non comandare, non pianificare, solo gridare a Dio e attendere. Il Suo compito è quello di combattere per noi.

“Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli” Esodo 14:14.

22 febbraio - Abbondare nell’opera del Signore

Fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

1 Corinzi 15:58

 

Abbondare nell’opera del Signore

 

Che cos’è l’opera del Signore? Sono tutte quelle attività che chi ha creduto al Signore compie in favore del prossimo, in ubbidienza al Suo ordine e per la Sua gloria: predicazione del “vangelo a ogni creatura” (Marco 16:15), rafforzamento e insegnamento della dottrina ai nuovi convertiti (2 Timoteo 4:2), aiuto e sostegno spirituale e materiale ai fratelli nella fede e a chiunque ne ha bisogno.

Anche se non tutti sono chiamati a predicare in pubblico, ogni credente, nella sua vita di tutti i giorni, negli inevitabili contatti con le persone del mondo, ha l’opportunità di parlare individualmente del Signore e di ciò che Lui ha fatto per la nostra salvezza. All’inizio, i Suoi testimoni dovevano incominciare da “Gerusalemme” (per noi è l’ambiente più vicino, come la famiglia, i parenti, gli amici intimi), poi estendere la predicazione “in tutta la Giudea e Samaria” (per noi sul lavoro, a scuola, coi vicini e i conoscenti), e “fino all’estremità della terra” (ovunque si presenti l’opportunità) (Atti 1:8).

“Abbondare” significa non limitarsi a lavorare per il Signore nei ritagli di tempo, dopo aver soddisfatto tutti gli altri nostri bisogni (primari, secondari e… superflui) e dopo aver impiegato per noi anche il cosiddetto “tempo libero”. I bisogni attorno a noi sono immensi e di ogni genere. Certe volte siamo chiamati a prestare soccorso anche per alleviare delle sofferenze dovute alla miseria morale oltre che materiale, che il peccato ha portato nel mondo.

Anche fra i credenti ci sono dei bisogni, casi di scoraggiamento, di debolezza spirituale, di dubbio. Non tiriamoci indietro se ci troviamo di fronte a situazioni in cui si rende necessario “ammonire i disordinati, confortare gli scoraggiati, sostenere i deboli” (1 Tessalonicesi 5: 14). Ma facciamolo con la dovuta umiltà, senza presunzione o spirito di superiorità, e chiedendo sempre al Signore l’aiuto e il discernimento necessari.

martedì 21 febbraio 2023

Luoghi sdrucciolevoli

“Perciò la loro via sarà per loro come luoghi sdrucciolevoli in mezzo alle tenebre; essi vi saranno spinti e cadranno” Geremia 23:12.

Il passo di Geremia parla di coloro che camminano in opposizione al Signore.

Camminano in luoghi sdrucciolevoli, dove la possibilità di cadere è altissima. Ricordo che da ragazzo amavo andare al fiume e camminare sul bordo roccioso vicino all'acqua. Le pietre in certi punti erano interamente ricoperte da alghe di fiume il che le rendeva estremamente scivolose. Quante cadute ho fatto a causa di quelle alghe. Ma ne ero consapevole, potevo vederle e quindi  muovermi con maggior cautela anche se questo non rappresentava del tutto una sicurezza, ma il nostro passo ci dice: “in mezzo alle tenebre”. Non solo il luogo è scivoloso ma si cammina in mezzo alle tenebre. Non si possono scorgere queste pietre, non si ha la luce per poter avvertirne la presenza e la pericolosità e non è ancora tutto: “vi saranno spinti e cadranno”.

Potrebbe accadere anche a noi credenti di trovarci a camminare in certi luoghi.

Abbiamo abbassato la guardia e ci siamo spinti a frequentare “luoghi pericolosi” magari sopravalutando noi stessi e il nostro equilibrio. Di certo abbiamo trascurato quelli avvertimenti che la luce della parola di Dio ci dava e poi siamo stati spinti.

Forse è stata la nostra ostinazione a farlo, forse il nostro vecchio cuore. Forse è stato il “nemico delle anime nostre” ma sta di fatto che abbiamo posato i nostri piedi in luoghi sdrucciolevoli e siamo stati così disavveduti d farlo lontani dalla luce. Non dovevamo essere li.

“Non entrare nel sentiero degli empi e non t'inoltrare per la via dei malvagi; schivala, non passare per essa; allontanatene, e va' oltre” Proverbi 4:14-15.

Non entrare. Questo è il primo errore che comunemente viene fatto. Si sottovaluta il pericolo e sopravvalutiamo noi stessi.

Non t'inoltrare.  Una volta entrati saremmo sottoposti inevitabilmente alla forza dalla corrente che ci trascinerà sempre più lontano.

Schivala. Evitare le situazioni pericolose che, anche se facciamo finta, conosciamo benissimo.

Allontanatene. Stai alla larga il più possibile. Dovremo aver già preso coscienza della nostra fragilità e inconsistenza. Dovremo sapere che  le “pecore” sono animali che smarriscono la strada con grande facilità, figuriamoci se si inoltrano volontariamente su di un sentiero di perdizione.

Fermiamoci un attimo a riflettere. Su che luogo sto camminando in questo momento?

Se sono i sentieri del Signore allora i miei passi saranno saldi.

“I miei passi si sono tenuti saldi sui tuoi sentieri, i miei piedi non hanno vacillato” Salmo 17:5.

21 febbraio - Le sette frasi pronunciate dal Signore sulla croce (7/7)

Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio». Detto questo, spirò. Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: «Veramente, quest’uomo era giusto».

Luca 23:46-47

 

Le sette frasi pronunciate dal Signore sulla croce

7. La frase della fiducia

 

L’ultima frase di Gesù sulla croce, come la prima e la quarta, è una preghiera rivolta al Padre. Anche questa era stata annunciata, profeticamente, nel Salmo 31:5:Nelle tue mani rimetto il mio spirito”. Preghiera di fiducia e d’amore!

La morte del Signore è unica; il significato che essa assume nelle Sue ultime parole è unico. Prima di entrare nella morte, Gesù china il capo e rimette il Suo spirito. È l’atto finale del Suo sacrificio volontario. Egli entra volontariamente nella morte affidando il Suo spirito al Padre. Quest’espressione mostra la grandezza e la gloria divina di Colui che sacrificava la propria vita: “Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla, e ho il potere di riprenderla” (Giovanni 10:18). Quale maestà in questo atto divino che Lui solo aveva il potere di compiere!

Gesù si è espresso sette volte quand’era sulla croce. Alla creazione, il settimo giorno era stato il giorno del riposo e della soddisfazione di Dio (Genesi 2:2); e qui, la settima frase del Signore introduce Lui nel riposo, fra le mani di Dio Suo Padre. Egli si riposa dalla Sua opera di salvezza, come Dio si era riposato dall’opera della creazione (Ebrei 4:10). Per noi, cristiani, questa settima frase del Signore segna l’inizio della nuova creazione: “Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura” (2 Corinzi 5:17), e attira la nostra attenzione sulla Sua vittoria e sulla Sua posizione alla destra del Padre. Là Egli intercede per voi e per me.


lunedì 20 febbraio 2023

20 febbraio - La menzogna o la Bibbia?

“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi... Chi commette il peccato è schiavo del peccato... Se dunque il Figlio (di Dio) vi farà liberi, sarete veramente liberi”.

Giovanni 8: 32, 34, 36

 

La menzogna o la Bibbia?

 

Ore 7.30. Sul taxi che mi porta all’ospedale nessuno parla: l’autista è concentrato sulla guida, e io penso alla giornata che mi aspetta... Si sente solo il brusio della radio. A un certo punto, il presentatore annuncia l’ospite del giorno: un medium, e precisa che è possibile chiamarlo per fargli delle domande. Le richieste non mancano, ma le risposte che dà non richiedono un gran dono di preveggenza: spesso sono ovvie, banali o con un significato ambiguo.

Io non credo a queste cose! mormora il tassista.

– Per quanto mi riguarda, io conosco un libro che contiene centinaia di predizioni, e molte si sono già realizzate.

– Ah, bene! E quale sarebbe questo libro?

– È la Bibbia.

Sorpreso, il tassista spegne la radio, e così inizia il nostro dialogo.

Ore 8.25. Arrivato a destinazione, ringrazio l’autista e lo pago. La sua aria pensierosa mi dà l’impressione che non sia rimasto indifferente.

È strano che sovente quelli che rifiutano di leggere la Bibbia guardino l’oroscopo e consultino i presunti veggenti. Si preferiscono le voci che si ha voglia di ascoltare, anche se dicono menzogne.

È vero, ascoltare la verità può far male, ma conoscerla ci fa crescere e ci guarisce. Dire la verità è un segno d’amore. È ciò che solo Dio può fare, e lo fa attraverso la Bibbia, anche se a volte per noi è difficile da accettare.

Egli ci tende la mano per liberarci da ciò che ci imprigiona e ci incatena. Diamogli fiducia, e la Verità ci farà liberi!

domenica 19 febbraio 2023

19 febbraio - Ricchezze effimere

Quel che fa ricchi è la benedizione del SIGNORE e il tormento che uno si dà non le aggiunge nulla.

Proverbi 10:22

 

Voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi.

2 Corinzi 8:9

 

Ricchezze effimere

 

Era uno degli uomini più ricchi al mondo. Conosciuto soprattutto per la sua sfrenata ambizione, per gli eccessi di ogni tipo e la sua passione per le feste sfarzose, è morto nel sonno per una crisi cardiaca. Era il simbolo del capitalismo trionfante negli anni del boom, e aveva appena festeggiato i settant’anni.

La Bibbia presenta il caso di un uomo molto ricco, soddisfatto del proprio successo, che riponeva la sua fiducia nelle proprie ricchezze. Ma Dio gli dice: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12:20). In quella notte, all’improvviso, la vita gli è stata tolta. Contava su un benessere effimero, aveva dimenticato Dio nel quale sono le ricchezze eterne: il Suo amore, il Suo perdono, la Sua pace, la vita, tutto offerto gratuitamente grazie al sacrificio di Gesù Cristo alla croce.

Il Signore ha più volte denunciato la futilità delle ricchezze che si accumulano sulla terra, per invitarci ad ammassare dei tesori nel cielo (Matteo 6:19-20; Luca 16:13). Egli stesso, infinitamente ricco perché era Dio, è vissuto nella povertà per arricchire noi dei beni del Suo amore.

La nostra vita terrena non è che un vapore che appare per un po’ e poi sparisce (Giacomo 4:14). Non sciupiamola alla ricerca di tante cose che saremo presto costretti a lasciare! Gesù Cristo, invece, ci offre delle ricchezze stabili e durature, “un’eredità incorruttibile… conservata in cielo per noi” (1 Pietro 1:4).

sabato 18 febbraio 2023

18 febbraio - Vincere il montepremi

Che serve all’uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina se stesso?

Luca 9:25

 

Vincere il montepremi

 

Il montepremi d’una lotteria aumenta man mano che altri giocatori tentano di aggiudicarselo. Ma più numerosi sono i giocatori più la probabilità di vincere diminuisce…

La Bibbia ci pone un interrogativo: Che serve all’uomo guadagnare tutto il mondo, tutte le ricchezze della terra? Alla fine della vita, che siamo miliardari o poveri, non porteremo nulla con noi, salvo il bagaglio dei nostri peccati, il debito enorme che abbiamo verso quel Dio santo e giusto che ciascuno di noi un giorno incontrerà.

Ma, grazie a Lui, è possibile essere liberati da questo debito! La Bibbia ci dice da chi è stato pagato il prezzo di questo riscatto: da Gesù Cristo, grazie al sangue prezioso che ha versato alla croce. È la Sua stessa vita che è stata data in riscatto per chiunque vuol essere perdonato dai propri peccati. Non c’è nulla da pagare, tutti possono beneficiare di questa salvezza gratuita; lo assicura il Signore stesso quando dice: “Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Il dono della Sua vita lo dobbiamo ricevere come un dono perfetto da parte di Dio, senza contropartita. “Non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati... ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia” (1 Pietro 1:18-19).

C’è però una condizione da soddisfare: riconoscere il debito dei nostri peccati, essere convinti che siamo insolvibili, e accettare che Cristo ha pagato per noi. Ma bisogna farlo ora. Domani sarà troppo tardi.

giovedì 16 febbraio 2023

Tenere a distanza

“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto” Luca 10: 30-32.

L'uomo di questa parabola ha perso tutto. E' stato derubato, ferito ed è vicino alla morte. Su quella stessa strada passa un sacerdote. Lo vede e si scansa. Si porta dal lato opposto del sentiero, qualche metro più in là. Interpone fra se e colui che ha urgenza di aiuto qualche metro di distanza, la massima possibile che quella strada possa concedergli. Anche un Levita passa di là. Vede il ferito e lo evita allo stesso modo.

E' capitato anche a noi di esserci tenuti ad una certa distanza da qualcuno che avremo potuto aiutare?

Magari ci siamo presi del tempo per pensarci e poi di tempo ne è passato molto e quell'aiuto che avremo potuto dare in quel momento,  purtroppo, non sarebbe stato più di nessuna utilità. Forse era una persona, che per i momenti che stava attraversando, aveva bisogno di sentire parlare del Signore, ma il tempo è passato ed io sono rimasto sul lato opposto della strada.

Il sacerdote e il Levita non volevano fastidi. Prendersi cura di un “ferito” richiede tempo e dedizione e a loro sembravano mancare ambedue. Qualcun altro si occuperà di lui, avranno pensato e poi in quelle condizioni sarebbe finito male comunque.

Il buon Samaritano si è avvicinato a quel povero uomo. “...avvicinatosi, fasciò le sue piaghe”. Il Signore Gesù si è avvicinato a questa umanità sofferente, piagata dal peccato, ingannata da Satana. Si è avvicinato ad ognuno di noi per prendere su di se il fardello dei nostri peccati e darci sollievo e vita. 

Ora ci dice: “Va', e fa' anche tu la stessa cosa” 10:36.

17 febbraio - Chi è a capo del mondo?

Il dio di questo mondo ha accecato le menti (degli increduli), affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio.

2 Corinzi 4:4

 

Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.

Romani 16:20

 

Chi è a capo del mondo?

 

Quando tutto va male, molti additano subito un responsabile, e il principale indiziato è sempre Dio! Ma chi è ora a capo del mondo? È Satana, ci dice la Bibbia: è lui “il dio di questo mondo” perché l’umanità ha abbandonato il vero Dio. Dal giorno in cui Adamo ha ascoltato la voce del tentatore, l’uomo è stato cacciato dal paradiso e vive in un mondo in cui regna Satana, “il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli” (Efesini 2:2). Gesù definisce Satana “il principe di questo mondo” (Giovanni 12:31; 14:30; 16:11). Ma Lui, il Figlio di Dio, con la Sua morte in croce seguita dalla Sua risurrezione, ha vinto definitivamente il diavolo perché ha dato all’uomo la possibilità di scampare alla condanna eterna (Ebrei 2:14). Però il diavolo è ancora in grado di nuocere. Soltanto quando il Signore verrà a regnare, Satana sarà legato e per mille anni non potrà sedurre l’umanità. Poi sarà gettato nello “stagno di fuoco e di zolfo” (Apocalisse 20:10). Il diavolo sa di essere vinto e conosce il suo destino; nel frattempo, scatena “le forze spirituali della malvagità” (Efesini 6:12) per mandare in rovina l’umanità e fermare, se fosse possibile, la testimonianza dei cristiani, travestendosi anche da “angelo di luce” (2 Corinzi 11:14).

Non dimentichiamo che in questo mondo abbiamo a che fare con un nemico, ma un nemico vinto! La Bibbia ci avverte: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede” (1 Pietro 5:8). E non cessiamo mai di pregare!

16 febbraio - Opere pratiche

Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello.

1 Giovanni 4:21

 

(Gesù disse:) “In quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.

Matteo 25:40

 

Opere pratiche

 

Questa mattina, colpito da un racconto dei Vangeli, ho rivolto al Signore una fervida preghiera: “Signore, tu sei così grande, così buono, che desidero servirti con una totale devozione”.

Poi ho iniziato la giornata. Verso le undici, suona il telefono; è Gianni, un amico parzialmente disabile. Vive da solo, e sovente si appoggia su di me. Quando qualcosa non va, si spaventa. Devo accorrere subito, a volte anche per poco...

Oggi la sua lavatrice ha rifiutato di avviarsi. Per lui è una catastrofe. Cerco di calmarlo, di fargli capire che vi sono delle cose ben più gravi! Ma lui non pensa che a questo: la sua lavatrice non funziona! Ancora una volta non ho scelta: gli prometto di andare da lui appena mi è possibile.

Riaggancio, pensando: “Che noia! Devo farmi mezz’ora di macchina! Lui non si rende conto! Speravo di avere un sabato tranquillo, dopo una dura settimana di lavoro... Ma perché tocca sempre a me?”

All’improvviso mi torna alla mente la mia preghiera di poche ore prima. Mi rendo conto che tramite Gianni, il Signore mette alla prova la realtà della mia devozione per Lui. Il Signore non aveva forse detto che quello che avremmo fatto per uno dei Suoi era come se l’avessimo fatto per Lui?

Questa mattina, il Signore mi aveva ascoltato. Sa che ero sincero. Ma ora mi chiede di dimostrare la realtà della mia richiesta. Eccomi ora davanti a “un’opera pratica” della mia vita cristiana! Così, corro subito da Gianni...

mercoledì 15 febbraio 2023

Il più grande dei miracoli

E' un miracolo poco comune quello che Dio compie per liberare i suoi due testimoni, Paolo e Sila, incatenati in una prigione (Atti 16:23-34).

Un grande terremoto scuote tutto l'edificio, le porte si aprono e le catene dei prigionieri cadono. Ma il più grande miracolo non è ancora questa dimostrazione della potenza divina. Ciò che è molto più straordinario è che un uomo perduto sia salvato.

Questo intervento divino parla al cuore del guardiano della prigione. Non è più il timore di essere condannato dai magistrati per aver fallito la propria missione che lo spaventa, ma lo sgomento di incontrare Dio, con i suoi propri peccati. Per questo esclama pieno di angoscia: “Che debbo fare per essere salvato?”. La risposta è la stessa, oggi come venti secoli fa: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato”.

Questo miracolo, Dio lo compie ogni giorno nei riguardi di migliaia di persone. Forse anche tu, caro lettore, sei di coloro che Egli vuole salvare conducendoti a Gesù, il Salvatore. Fai attenzione di non rifiutare colui che parla (Ebrei 12:25). “In nessun altro è la salvezza” afferma la Parola di Dio (Atti 4:12). E noi siamo tutti dei peccatori perduti che hanno bisogno di essere salvati.

15 febbraio - La bontà

Uno dei capi lo interrogò, dicendo: “Maestro buono…”. Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio”.

Luca 18:18-19

 

Quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati.

Tito 3:4, 5

 

La bontà

 

È impossibile essere indifferenti di fronte a chi ci dimostra della bontà. Un sorriso benevolo, un attento ascolto, una premurosa disponibilità ci danno coraggio e speranza.

Era ciò che trovavano in Gesù i Suoi contemporanei. In Luca 18:18 c’è il racconto di un giovane ricco che interpella Gesù chiamandolo “Maestro buono”, ma la Sua risposta (“Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio”) attira la nostra attenzione sul fatto che l’uomo, per natura, non è per niente buono. La bontà vera, assoluta e permanente è un’esclusiva di Dio, quel Dio santo e giusto che Gesù ha fatto conoscere quando è stato in questo mondo. Nonostante l’opposizione, Egli “è andato dappertutto facendo del bene” (Atti 10:38); sulla croce si è premurato di raccomandare Sua madre a un discepolo (Giovanni 19:27) e ha chiesto a Dio di perdonare i Suoi carnefici (Luca 23:34).

Se patisci l’aridità di un mondo che per te è indifferente ed egoista, leggi l’Evangelo e scoprirai la bontà di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che ci ha amati e ha dato Se stesso per noi (Galati 2:20). “Provate e vedrete quanto il SIGNORE è buono! Beato l’uomo che confida in lui” (Salmo 34:8).

Quanto a noi, non dubitiamo mai della bontà del nostro Dio, e celebriamola sempre. Sforziamoci anche di somigliare di più a Lui. “Ciò che rende caro l’uomo è la bontà” è scritto in Proverbi 19:22. Che il nostro comportamento invogli quelli che ci stanno intorno a conoscere la bontà di Dio!

martedì 14 febbraio 2023

Cuore

“il nostro cuore si è allargato. Voi non siete allo stretto in noi, ma è il vostro cuore che si è ristretto”  2 Corinzi 6:11.

Questo versetto presenta un principio della fisica molto semplice: ciò che scalda dilata.

Vuoi sapere una cosa? 

Dio non ti ama solo se sei ubbidiente, ti ama così come sei.

Ti ha amato prima e continua ad amarti. 

Ma si rifiuta di lasciarti così. Ha un grande piano renderti proprio simile a Cristo.

“E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine”  2 Corinzi 3:18.

Il cuore di Cristo era puro. 

Pietro che viaggiò con Gesù per tre anni e mezzo, lo descrisse come “agnello senza difetto ne macchia” 1 Pietro 1:19.

E Giovanni affermò: “in Lui non c’è peccato” 1 Giovanni 3:5.

Il Signore era pacifico, i discepoli consumati dal problema di sfamare migliaia di persone ma Gesù no. Egli ringraziò.

I discepoli gridarono per lo spavento i mezzo alla tempesta ma Gesù no. Egli dormiva su di un guanciale.

Pietro alzò la spada per colpire, Gesù alzò la mano per guarire.

Aveva uno Spirito diverso? No! Era mosso dallo stesso Spirito.

Siete pronti a una sorpresa? Avete già tutto.

“Cristo vive in me” Galati 2:20.

14 febbraio - Le sette frasi pronunciate dal Signore sulla croce (6/7)

Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.

Giovanni 19:30

 

Le sette frasi pronunciate dal Signore sulla croce

6. La frase della vittoria

 

È compiuto!” La sesta frase del Signore è piena di potenza; esprime una certezza, sottolinea con forza un risultato. Alla fine di quelle sei ore della croce, in quel momento che precede la Sua morte, qualcosa che era stato annunciato, ma che non poteva ancora avverarsi, trova il suo compimento  definitivo. Come capire questa frase?

Intanto, erano le Scritture che si adempivano, cioè tutte le profezie riguardanti la venuta, il ministero, la morte di Gesù, ma anche tutto quello che Dio aveva detto riguardo ai sacrifici, ai riti prescritti dalla Legge. Gesù è stato la vittima perfetta, l’Agnello di Dio offerto in sacrificio.

Ma si compiva anche l’opera della salvezza, sotto tutti i suoi aspetti. Gesù è diventato Colui che riscatta, il Redentore che ha pagato il debito che noi avevamo nei confronti di Dio a causa dei nostri peccati (a quel tempo, la scritta “è compiuto” si apponeva in fondo alle fatture per attestare che erano state interamente pagate). Il Signore Gesù è stato il nostro sostituto sotto il giudizio di Dio: “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” (1 Pietro 2:24). Se gli crediamo, siamo perdonati e riconciliati con Dio. Soltanto il Signore poteva pronunciare quella frase, che lo mostra al centro dei piani divini.

Dio ci chiede solo questo: credere, e appropriarci così della piena efficacia dell’opera che il Figlio Suo ha compiuto. Come sono fuori luogo le esortazioni di quelle religioni che invitano l’uomo a “fare” per essere salvati, confrontate con questa frase del Signore Gesù, rivolta a tutta l’umanità: È compiuto!”

lunedì 13 febbraio 2023

Miracoli

“Ed ecco, gli fu presentato un paralitico disteso sopra un letto; e Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: Figliolo, fatti animo, i tuoi peccati ti sono perdonati” Matteo 9:2.

Nel capitolo precedente abbiamo trovato diverse malattie che il Signore incontra e guarisce, che sono altrettanti aspetti della triste condizione dell'uomo. 

La lebbra (8:1-4), mette l'accento sulla contaminazione del peccato. Dinanzi a Dio, l'uomo, è impuro.

La febbre (v. 14-17), è l'agitazione incessante dell'essere umano in questo mondo.

L'indemoniato (v.28-34), egli è anche sotto il potere di Satana.

Infine questo paralitico, che è condotto al Signore Gesù e dimostra la totale incapacità dell'uomo a fare il minimo movimento verso Dio. Il Signore che conosce lo stato dell'uomo interviene direttamente sulla fonte del problema dicendo:  Figliolo, fatti animo, i tuoi peccati ti sono perdonati.

Segue la chiamata di Matteo (9:9-13), egli faceva parte di quei peccatori, esattamente come noi, ma il Signore è venuto per guarirci dalle nostre malattie spirituali e per chiamarci  a seguire le suo orme e ubbidire alla sua voce.