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lunedì 31 ottobre 2022

31 ottobre - Cristo ha vinto la morte

Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone.

Luca 24:34

 

Se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.

1 Tessalonicesi 4:14

 

Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.

1 Tessalonicesi 4:18

 

Cristo ha vinto la morte

 

La morte di una persona cara è sempre un evento molto triste. Che strappo genera la separazione definitiva da un congiunto! Alcuni sono sopraffatti dal dolore, altri si irrigidiscono o si ribellano… Anche il credente che seppellisce uno dei suoi fratelli nella fede piange, ma ha una speranza. Ciò che lo consola, è sapere che la morte è stata vinta e questa sua certezza si basa sulla Parola di Dio. Lasciamola parlare:

Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; fu seppellito; è stato risuscitato il terzo giorno… Apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta… Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c'è risurrezione dei morti? Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede… Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini… Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti… In Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta” (1 Corinzi 15:3-23).

Chi sono i morti “che sono di Cristo”? Sono tutti coloro che hanno lasciato questa vita terrena avendolo accettato come personale Salvatore. È anche il caso vostro?

domenica 30 ottobre 2022

30 ottobre - Sono polvere e cenere

Egli rialza il misero dalla polvere e solleva il povero dal letame, per farlo sedere con i principi, con i principi del suo popolo.

Salmo 113:7-8

 

Come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste.

1 Corinzi 15:49

 

Sono polvere e cenere

 

Dio il SIGNORE formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente” (Genesi 2:7). A causa della disubbidienza di Adamo, la sentenza di morte è caduta sull’umanità intera: “Sei polvere e in polvere ritornerai” (Genesi 3:19).

“Prendo l’ardire di parlare al Signore, benché io non sia che polvere e cenere”, disse il patriarca Abraamo (Genesi 18:27). I sentimenti di debolezza e di pochezza gli davano l’umiltà e il rispetto necessari per rivolgersi a Dio. “Noi siamo ben poca cosa!”, diciamo a volte di fronte a una tragedia o a una morte improvvisa, e sarebbe auspicabile che questo sentimento fosse costante in noi, per non diventare pretenziosi e per allontanare l’orgoglio, sorgente di tanto male nel mondo; e, soprattutto, per spingerci a volgerci, come Abraamo, a Colui che ci ha creati.

Dio aveva creato l’uomo affinché vivesse; il Suo progetto non è che rimanga nella polvere, ma che abbia un posto con Lui nella gloria del cielo. Per questo motivo ha mandato Suo Figlio Gesù Cristo in questo mondo. Lui è il “secondo uomo”, venuto dal cielo. Come abbiamo detto tante volte, il giudizio che noi meritavamo lo ha subìto Lui; Egli è morto, ma non è rimasto nella tomba, è risuscitato ed è salito in cielo. In questo modo ha aperto la via del cielo e della vita eterna a tutti quelli che credono in Lui. Che meravigliosa prospettiva diventare simili al Figlio di Dio e vedere la Sua gloria nel cielo!

sabato 29 ottobre 2022

Fede - Opere

“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;”  Efesini 2:8-9.


Nell'epistola ai Galati l'apostolo Paolo demolisce tutto il sistema della giustificazione attraverso le opere della legge, egli dimostra in modo irrefutabile che nessun uomo può essere giustificato da Dio per la sua ubbidienza alle imposizioni della legge, siano esse morali o rituali. In altre parole se ci poniamo in qualche modo su un terreno legale, dobbiamo abbandonare il cristianesimo rinunciando a Cristo, allo Spirito Santo, alla fede.

Però è sempre necessario esaminare i due risvolti di un soggetto come questo.

Se professiamo di possedere la vita divina, questa vita deve manifestarsi non soltanto con le parole. 

Nella Scrittura troviamo le “opere della fede”  (2 Tessalonicesi 1:11) cioè opere che sono una dimostrazione della nostra fede.

“A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve?” Giacomo 2:14-16

Quello che ci è richiesto è dimostrare attraverso le opere della fede quanto essa sia concreta, senza le quali bisogna concludere che la vita in noi è assente.

“Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?” 1 Giovanni 3:17.

L'apostolo ci propone una lezione elementare, il caso di un fratello nel bisogno, niente di più spontaneo, ne di più ovvio diremo, ma qual è il nostro atteggiamento di fronte a un caso simile?

E' increscioso vedere fra noi tanta vana professione, tante parole superficiali.

L'amore è la volontà di abbandonare ciò che ha valore per la nostra vita per arricchire la vita di un altro, è una fiamma che si accende, è un impulso a dare e, ovviamente, inizimo con la cosa più preziosa che possediamo: l'Evangelo.

Un mondo in continuo peggioramento, un cristianesimo screditato, chiese anemiche, un gran numero di cristiani assuefatti e così poco propensi a farsi “riconoscere”.

“Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi.” Matteo 7:16-17.

29 ottobre - Attenzione all’esempio che diamo

Non imitare il male, ma il bene.

3 Giovanni 11

 

Presentando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone.

Tito 2:7

 

Attenzione all’esempio che diamo

 

Le parole del passo citato sono dell’apostolo Giovanni, e chi commetteva il male, in quel caso, era proprio un credente, un certo Diotrefe tristemente noto perché dominava sui suoi fratelli e sparlava contro i servitori del Signore. Aspirava “ad avere il primato”, è detto. Che brutto esempio! Il male è più contagioso del bene perché trova un’eco nella nostra natura peccatrice. L’incestuoso della chiesa di Corinto doveva essere allontanato dalla comunità perché “un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta” (1 Corinzi 5:6).

Se gli Israeliti, una volta entrati in Canaan, dovevano distruggere le popolazioni idolatre che vi abitavano, era perché correvano il rischio di imitare le loro abominazioni. Nel corso della storia di questo popolo vediamo l’influenza che hanno avuto i re che si sono succeduti; se il re era infedele, tutto il popolo si dava all’idolatria; se era fedele tutti tornavano a Dio e al suo culto.

È importante fare attenzione all’esempio che diamo. Paolo si impegnava a fondo per dare sempre un buon esempio: “Voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente fra voi”; e in altra occasione: “Noi non diamo nessun motivo di scandalo (2 Corinzi 6:3). Per questo poteva esortare i suoi fratelli ad essere “suoi imitatori” com’egli lo era di Cristo.

venerdì 28 ottobre 2022

Tempo

Che cosa ne facciamo del tempo che Dio ci dà?

Gli uomini, oggi più che mai, sono presi dagli affari e passano il loro tempo in mezzo al rumore, alla febbre, alla frenesia, senza trovare un momento di riposo. Non solo non vuole cercare Dio, ma quando Dio lo cerca, lo sfugge.

“Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato” Ecclesiaste 3:1-2. 

Per ogni cosa Dio concede del tempo. Un tempo che solo lui conosce.

Il tempo che ognuno di noi ha a disposizione ha i suoi limiti: prima la nascita, poi la morte. Il mondo non è in balia del caso. Esiste un disegno ed una mente, quella del Creatore, che dirige ogni cosa. Ignorare questo fatto potrebbe avere conseguenze eterne. In esso si può “piantare” o “sradicare”.

Non lasciamo passare il tempo senza regolare con Dio la questione, così solenne, dei nostri peccati. 

Un faraone, re d’Egitto, aveva “lasciato passare il tempo fissato” (Geremia 46:17); il governatore Felice, rimasto spaventato dalle parole dell’apostolo Paolo che gli parlava del giudizio, gli rispose: “Per ora va'; e quando ne avrò l'opportunità, ti manderò a chiamare” (Atti 24:25-26).

Volgiamo il nostro cuore verso di lui prima che arrivino i giorni difficili, o gli anni in cui forse avremo perso la nostra gioia di vivere; facciamolo “prima che la polvere torni alla terra com'era prima, e lo spirito torni a Dio che l'ha dato” (Ecclesiaste 12:3-9), perché allora sarà troppo tardi.

28 ottobre - Siete ansiosi?

Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.

Salmo 34:18

 

Tu hai udito la voce delle mie suppliche, quand’ho gridato a te.

Salmo 31:22

 

Siete ansiosi?

 

Le nostre vite attraversano inevitabilmente momenti difficili: problemi in famiglia, preoccupazioni con i figli, stress sul posto di lavoro, prove personali… Come reagire di fronte all’ansia che ci logora e allo sfinimento delle nostre risorse psichiche? Ecco un aiuto semplice, privo di rischi e che è già stato sperimentato da tanti credenti: leggere con attenzione la Bibbia e, in particolare, il libro dei Salmi.

Quei testi, descrivono le esperienze vissute da credenti ben prima della nascita del Signore Gesù. In molti salmi ritroviamo i sentimenti, molto attuali, provati da quei credenti che attraversavano ogni tipo di difficoltà, e scopriamo che non siamo soli. Altri sono passati per le nostre stesse prove e hanno trovato conforto in Dio. Da quei racconti non ci sentiamo né giudicati né condannati, ma perfettamente compresi. Dio ha messo nella Bibbia quelle testimonianze per il nostro incoraggiamento e la nostra consolazione.

Egli vuole farsi conoscere e avvicinarsi a noi, arricchire il nostro spirito, darci delle soluzioni. Il Suo desiderio è che l’ascoltiamo attentamente e che Gli apriamo il nostro cuore, affinché possa farci del bene. Così potremo dire: “Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me?”, e allo steso tempo: “Spera in Dio” (Salmo 42:5). Impareremo a trovare in Dio la risposta perfetta ai bisogni della nostra anima e a dire sempre: “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà” (Salmo 46:1).


giovedì 27 ottobre 2022

Due persone a confronto

“Uno dei farisei lo invitò a pranzo; ed egli, entrato in casa del fariseo, si mise a tavola. Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato; e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio. Il fariseo che lo aveva invitato, veduto ciò, disse fra sé: Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice. E Gesù, rispondendo gli disse: Simone, ho qualcosa da dirti. Ed egli: Maestro, di' pure. Un creditore aveva due debitori; l'uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta. E poiché non avevano di che pagare condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più? Simone rispose: Ritengo sia colui al quale ha condonato di più. Gesù gli disse: Hai giudicato rettamente. E, voltatosi verso la donna, disse a Simone: Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell'acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai versato l'olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama” Luca 7:36-47.


Potrebbero due persone essere più differenti?

Lui è un capo religioso, lei una prostituta.

Lui si guadagna da vivere promuovendo i valori, lei si guadagna da vivere infrangendoli.

Lui viene indicato con rispetto, lei con disprezzo.

Chiedete a gli abitanti di Capernaum di indicarvi chi tra le due persone è la più pia e tutti sceglieranno Simone. Dopotutto è uno studioso di “teologia”, un uomo del clero. Chiunque indicherebbe lui, chiunque all'infuori di Gesù.

Simone si scandalizza nel vedere quella donna toccare e baciare i piedi del Signore.

Lui aveva invitato Gesù in casa sua, ma non gli aveva usato nessuna cortesia, nessun bacio di benvenuto, nessun lavaggio dei piedi, niente olio sul capo.

Simone non fa nulla per far sentire Gesù desiderato, la donna invece fa tutto quello che Simone ha trascurato di fare. Non viene fatto menzione del suo nome ma solo della sua reputazione: una peccatrice. Con tutta probabilità una prostituta.

Ma le opinioni della gente non le impediscono di presentarsi, non è venuta per loro.

Come spieghiamo la differenza fra i due?

Formazione? Educazione? Reputazione? Denaro?

No!

In tutte queste cose Simone l'ha superata di gran lunga.

C'è un'area in cui Simone è lontano anni luce dalla donna. 

Rifletteteci.

Quale è la scoperta che la peccatrice ha fatto in più rispetto a Simone?

Quale è il tesoro che custodisce nel suo cuore e che a Simone manca?

Semplice, l'amore per Dio. Non conosciamo gli avvenimenti che lo abbiano prodotto, non sappiamo il modo in cui essa ne sia venuta a conoscenza ma abbondava nel suo cuore.

E quando Gesù le porse il calice della grazia lei bevve.

Simone, d'altro canto, non sa neppure di avere sete. Le persone come Simone non hanno bisogno di immergersi nella grazia: la analizzano. Non domandano misericordia, si limitano a discuterne e decidono a chi assegnarla.

Non è che Simone non potrebbe essere perdonato, semplicemente non chiederà mai di esserlo.

Colui a cui poco è perdonato, poco ama.

La donna era consapevole di essere stata “molto perdonata” mentre Simone non si considerava per niente un grande peccatore ed era per questo motivo che poco amava.

27 ottobre - Gesù, vincitore di Satana

Nessuno può entrare nella casa dell’uomo forte e rubargli le sue masserizie, se prima non avrà legato l’uomo forte; soltanto allora gli saccheggerà la casa.

Marco 3:27

 

Gesù, vincitore di Satana

 

Fin dall’inizio del Suo ministero, Gesù incontrò Satana in circostanze durissime, ma si dimostrò incrollabile e lo vinse (Matteo 4:1-11). Mentre Eva aveva ceduto al tentatore perché non aveva creduto alle parole di Dio, Gesù ha resistito a Satana proprio citando per ben tre volte dei passi della Bibbia. Nessun attacco del diavolo poteva prevalere contro di Lui. Dalla nascita fino alla fine della Sua vita di uomo sulla terra, Egli è sempre stato esente dal male, cioè senza peccato. Egli non è coinvolto dal fallimento generale dell’umanità e non fa parte dei prigionieri del diavolo che, nella parabola di Marco 3:27, Gesù definisce “l’uomo forte”. Con la Sua ubbidienza, il Signore non ha lasciato a Satana alcun diritto su di Lui. Il nemico “legato” non può opporsi al suo Vincitore.

Gesù, dopo la tentazione e la vittoria, ha potuto farsi avanti per entrare nella casa” di quell’uomo forte e “rubargli la sua roba (Matteo 12:29); e lo ha fatto scacciando i demoni da chi ne era posseduto, guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo” (Atti 10:38).

Poco dopo, sulla croce, il Signore riporterà la vittoria decisiva e definitiva sul male, “schiaccerà il capo” del serpente, secondo la profezia di Genesi 3:15. E in un giorno futuro, ma vicino, scaccerà Satana dal cielo (Apocalisse 12:9, 10), lo rinchiuderà nell’abisso (20:3) durante il Suo regno di pace e, alla fine dei tempi, lo getterà nello stagno di fuoco (20:10).

Queste sono le tappe della vittoria del nostro grande Liberatore.


mercoledì 26 ottobre 2022

Io sono nera

“Io son nera ma son bella, o figliuole di Gerusalemme, come le tende di Chedar, come i padiglioni di Salomone” C.C. 1:5.


Quelli che sono amati dal Re non sono delle persone apprezzabili per la loro virtù, i loro meriti, il loro aspetto, le loro buone opere. NO; sono miserabili che conoscono la loro indegnità e gridano: “sono come le tende di Chedar”

Il salmista poteva dire : “Misero me che soggiorno in Mesec e abito fra le tende di Chedar!” Salmo 120:5.

Coloro che sono amati dal Re hanno coscienza della loro indegnità; sono per natura figli d'ira come gli altri.

Sapete di cosa sto parlando vero? Siete voi e io uno di questi?

Fabrizio lo è. Ha girato molte aziende alla ricerca di un lavoro. Ha lasciato pile di curriculum, ma la risposta è sempre stata la stessa: mi dispiace ma lei non è la figura che stiamo cercando. Lui conosce molto bene il senso di quelle parole perché ha 59 anni, i capelli bianchi e le rughe sul viso. E' troppo vecchio, ma non per il Signore.

Oppure Ernesto, anche lui se potesse parlare vi direbbe la stessa cosa. E' duro essere l'ultimo di cinque figli in una casa priva di padre. Lui è sordomuto. Anche se ai suoi tempi c'era una scuola per sordomuti lui non aveva potuto frequentarla per mancanza di denaro. Un piccolo ragazzo con enormi problemi in un mondo selettivo. Un imponente mercato dove la frutta “marcia” viene scartata. Eppure, un giorno, quando sedeva solo e triste su di un panchina, anche lui è stato raggiunto dall'Evangelo. 

Pensate, alcuni cenni, pochi gesti ed ha appreso che vi è un Dio che accoglie TUTTI.

Persone tagliate fuori, compagni di sconfitte ma sono stati resi “belli” e accolti dalla grazia di Dio. 

Avete risposto alla mia domanda. Perché vi ha scelti? Perché ha scelto me? Onestamente. Perché? Che cosa avevamo che potesse servire? Intelligenza? Doti uniche? Forza di volontà? NO! E' solo merito della smisurata grazia di Dio, ed è bello sapere di essere amati. Potere affermare con certezza: so di essere nera, ma so anche di essere bella ai suoi occhi.

26 ottobre - Un’occasione persa

Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori.

Ebrei 4:7

 

Eccolo ora il giorno della salvezza.

2 Corinzi 6:2

 

Un’occasione persa

 

Niccolò Paganini (1781-1840), violinista di grande talento, ordinò a Berlioz la composizione di un concerto, con lo scopo di far risaltare la sonorità del suo “Stradivarius contralto” recentemente acquistato. Berlioz compose il primo atto del concerto, che non piacque a Paganini; secondo lui mancava di brio e non lo suonò mai. Berlioz continuò la sua composizione che divenne la sinfonia “Harold en Italie”. Fu eseguita da un altro violinista e fu un vero e proprio trionfo! Più tardi, sentendo suonare quell’opera, Paganini capì di aver commesso un errore e, benché malato, si complimentò con Berlioz facendogli pervenire un dono importante. Ma nulla poteva più compensare quell’occasione mancata!

Chi nella sua vita non si è mai lasciato sfuggire delle belle occasioni? Dobbiamo fare tutti delle scelte, molte delle quali avranno delle conseguenze, immediate o future. Certe decisioni sono irreversibili, altre no; ma c’è una scelta d’importanza capitale che dobbiamo fare tutti: Come vivere? Con Dio o lontano da Lui? Dio ci offre la Sua presenza e, per l’eternità, un luogo di felicità senza fine.

Accettare questa offerta significa riconoscere che si è peccatori, e che si ha bisogno di un Salvatore; vuol dire credere che Gesù Cristo è morto sulla croce per cancellare i peccati di chi crede.

Rifiutare questa offerta, o restare indifferenti, è mancare l’occasione di beneficiare della felicità che Dio dona; è scegliere di passare l’eternità nel dolore, senza di Lui e con il rimorso per aver “perso l’occasione”.

martedì 25 ottobre 2022

Riconoscere la voce

“Egli chiama le proprie pecore per nome” Giovanni 10:6.


Quanto non ho saputo riconoscerlo?

E' possibile conoscere la dottrina in tutta la sua vastità, ma non riconoscere il Signore quando ci chiama. L'anima è in pericolo quando la conoscenza dottrinale sorpassa il livello della conoscenza personale ed intima del Signore Gesù.

Maria Maddalena è al sepolcro e piange, qualunque Fariseo avrebbe potuto facilmente prendersi gioco di lei riguardo alle sue conoscenze dottrinali ma questa presunta superiorità sarebbe completamente svanita riguardo al rapporto di amore e affetto nei riguardi del Signore.

“Gesù le disse: Donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella, pensando che fosse l'ortolano, gli disse: Signore, se tu l'hai portato via, dimmi dove l'hai deposto, e io lo prenderò. Gesù le disse: Maria! Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: Rabbunì! che vuol dire: Maestro!” Giov. 20:15-16.

Non lo aveva riconosciuto fisicamente forse perché, dopo la resurrezione, nel Suo aspetto il Signore era cambiato, ma riconobbe subito la Sua voce.

Quante volte non hai saputo riconoscere la Sua voce che ti chiamava?

La tua conoscenza “teorica” supera il rapporto personale che hai con il Signore?

Rifletti.

Questa è una questione estremamente importante ne va del nostro cammino e della nostra testimonianza.

25 ottobre - Reperibile 24 ore su 24

Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi.

Salmo 18:6

 

Egli ascolterà la preghiera dei desolati e non disprezzerà la loro supplica.

Salmo 102:17

 

Reperibile 24 ore su 24

 

La telefonia è un’invenzione notevole e non smette di evolversi. Ai nostri giorni, il telefono cellulare ci permette di essere raggiungibili quasi ovunque e di comunicare in qualsiasi momento, secondo la nostra volontà e le nostre necessità. A volte possiamo rammaricarci perché i nostri amici non sono sempre raggiungibili. Dio, invece, ci ascolta sempre.

Se sei un credente, la preghiera è un mezzo di comunicazione che ti permette di parlare col tuo Padre celeste a qualunque ora del giorno e della notte. Che conforto sapere che, ovunque ti trovi, puoi invocarlo! Per ringraziare, per chiedere aiuto, per chiedere la guida o per condividere le tue difficoltà, c’è sempre un orecchio pronto ad ascoltarti: è quello del tuo Padre in Gesù Cristo, il Dio onnipotente.

Se non hai ancora sperimentato questa relazione personale con Dio, possiamo assicurarti che Dio ascolta i lamenti, i sospiri e le grida di quelli che l’invocano. Invocare Dio significa chiedergli aiuto indirizzandosi direttamente a Lui con fiducia, coscienti del fatto che si è di fronte alla Sua santità. Il Vangelo ci riporta la semplice invocazione di un uomo, un pubblicano pentito: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” (Luca 18:13). E Dio l’ha ascoltato. “Io vi dico che tornò a casa sua giustificato”, commenta Gesù.

Il Signore, venendo sulla terra per compiere l’opera che riconcilia l’uomo con Dio, ha donato a tutti quelli che credono in Lui il privilegio di indirizzarsi a Dio liberamente; e dice: “Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto… affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, Egli ve lo dia” (Giovanni 15:16).


lunedì 24 ottobre 2022

Due uomini, due scelte

Un riccone di cui non conosciamo il nome, si crogiolava nel lusso. Un mendicante di cui conosciamo il nome, giaceva in miseria. Muoiono entrambi e quando i riflettori si accendono sulla scena seconda, noi restiamo a bocca aperta per il capovolgimento del destino. 

“Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno” Luca 16:22-23. 

Il mendicante, che non aveva altro che Dio, adesso ha tutto. Il ricco, che aveva tutto tranne Dio, adesso non ha nulla. Il mendicante il cui cadavere è stato gettato in una buca, adesso siede accanto ad Abramo. Il ricco, che era stato seppellito in un sepolcro scavato nella roccia e unto con preziosissima mirra, è destinato alla geenna per l'eternità. Le sofferenze di Lazzaro sono terminate. Le sofferenze del ricco sono iniziate.

La storia continua....

“perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento” V.28. 

Forse quest'ultima espressione ha ancora delle rivelazioni.

Il ricco definisce la sua nuova dimora un “luogo di tormento”. Ogni fibra del suo essere è tormentata. E la cosa peggiore – perché, sì, c'è qualcosa di peggio – è che riesce a vedere il luogo della consolazione che non potrà mai conoscere.

24 ottobre - Questione di illuminazione

Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre.

1 Giovanni 1:5

 

Gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce… Perché chiunque fa cose malvagie… non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte.

Giovanni 3:19-20

 

Questione di illuminazione

 

È sera; ho appena macchiato il mio maglione nuovo. Sfrego subito sulla macchia che, alla luce della mia lampada da comodino, sembra sparita. Ma la mattina, alla luce del sole, ecco che la macchia è ancora ben visibile. Come cambia l’aspetto delle cose se viste alla luce fioca di una piccola lampada o alla luce del sole!

In ambito morale, tutto dipende dall’illuminazione, e possiamo avere delle sorprese.

Se guardo il mio comportamento alla luce delle correnti di pensiero attuali, è un po’ come se mi servissi di una piccola lanterna per vedere le macchie. Se faccio qualche sforzo per curare la mia immagine, nessuno noterà le macchie della mia condotta: una bugia detta per comodità che non fa torto a nessuno, un pensiero poco amorevole dissimulato con un gentile sorriso… Lo fanno tutti! In questo ambiente semioscuro, nessuno ha niente da ridire.

Ma se apro la Parola di Dio, l’illuminazione cambia radicalmente. La Bibbia proietta una luce brillante e le cose appaiono così come Dio, che è luce, le vede. La bugia si chiama bugia e Dio legge in fondo ai nostri pensieri più segreti. Non ci si può nascondere a questa luce che non lascia nulla in ombra e scopre ogni minimo peccato.

La Bibbia, però, ci insegna anche che esiste un mezzo efficace e sicuro per cancellare agli occhi di Dio i nostri peccati. Questo mezzo, lo ha trovato Dio stesso, ma a un prezzo incalcolabile: il sacrificio del Suo proprio Figlio! “Il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato”  (1 Giovanni 1:7).

domenica 23 ottobre 2022

Pigro

“Quelli di Giuda dicevano: Le forze vengono meno ai portatori di pesi, e le macerie sono molte; noi non riusciremo a costruire le mura!” Neemia 4:10.

Le macerie prodotte dalle divisioni nell'ambito del cristianesimo sono molte.

“Va', pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo nutrimento nell'estate e immagazzina il suo cibo al tempo della mietitura. Fino a quando, o pigro, te ne starai coricato? Quando ti sveglierai dal tuo sonno? Dormire un po', sonnecchiare un po', incrociare un po' le mani per riposare... La tua povertà verrà come un ladro, la tua miseria, come un uomo armato” Proverbi 6:6-11.

La Formica porta dieci volte il suo peso è un animale, un insetto precisamente, che compare nel guinness dei primati. Se Dio ha così equipaggiato un piccolo imenottero tanto più lo farà con i suoi figli. Ma colui che è pigro diventa vulnerabile e la sua rovina è cosa certa. Giungerà di sorpresa, inaspettata esattamente come un ladro.

“Dormire un po'” chi dorme non si rende conto di quello che accade, è questa è la condizione del pigro.

La sindrome dello scaffale è la più diffusa malattia spirituale. Più precisamente dovremmo dire la sindrome della Bibbia sullo scaffale, questa è la malattia che affligge i cristiani del  ventunesimo secolo.

I sintomi di questa malattia non tardano a manifestarsi e il malato presenta subito una chiara incoerenza tra il suo comportamento e quello che la Bibbia insegna. Tanto che per lui certe dichiarazioni della Bibbia sembrano che non esistano più, sono diventate all'improvviso superate.

Si è portati a volgere lo sguardo verso le circostanze avverse che ci circondano ma non si ricerca consolazione e consiglio nella Parola di Dio.

Si diventa in breve tempo insensibili alle esortazioni tanto che le riunioni iniziano ad essere pesanti e questo è il principio della rovina.

“Passai presso il campo del pigro e presso la vigna dell'uomo privo di senno; ed ecco le spine vi crescevano dappertutto, i rovi ne coprivano il suolo, e il muro di cinta era in rovina. Considerai la cosa e mi posi a riflettere; e da quel che vidi trassi una lezione: dormire un po', sonnecchiare un po', incrociare un po' le mani per riposare ... e la tua povertà verrà …” Proverbi 24:30/24.

Questo proverbio presenta la toccante immagine di una vigna che, invece di produrre dei tralci pieni di linfa e di vita, è invasa dalle spine e dai rovi. La sua recinzione di pietre non la protegge più e si trova in un evidente stato di abbandono.

Salomone dice: “Da quel che vidi trassi una lezione” (32). Gli era stata rivelata la ragione di un tale degrado e lui l’ha, a sua volta, riferita a noi perché ricevessimo istruzione. Il muro di cinta non è stato demolito con un solo colpo, ma, a causa della negligenza, le pietre si sono staccate una dopo l’altra e così, a poco a poco, è completamente crollato. Senza la protezione di questo muro di cinta, il suolo della vigna è stato alla mercé delle bestie selvagge e, per finire, le spine ed i rovi hanno avuto la meglio invadendo interamente la vigna.

Il Nemico è molto attivo ancora oggi per demolire “il muro di cinta” e, per questo, dobbiamo rimanere svegli, in allerta, “saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore” 1 Corinzi 15:58.

23 ottobre - Verità esteriore o interiore?

La tua Parola è verità.

Giovanni 17:17

 

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.

Ebrei 4:12

 

Verità esteriore o interiore?

 

“L’unica verità che disturba – diceva un credente – è quella che ci impegna ad agire”. In effetti, fintanto che una verità è solo fatta di concetti, ci sembra che ci riguardi poco; così non trapassa il muro della nostra indifferenza, ma rimane in superficie e non smuove le nostre convinzioni.

Per le verità che ci presenta la Bibbia non dev’essere così. Dio non ci comunica i Suoi pensieri perché li leggiamo o li ascoltiamo distrattamente, ma perché desidera che compiano un lavoro nei nostri cuori e nelle nostre coscienze. Le verità contenute nella Bibbia hanno come obiettivo quello di impegnare tutta la nostra vita. Non è forse anche per questo che la Bibbia è stata da sempre così tanto combattuta? In fondo, temiamo le verità che essa contiene perché svelano i nostri pensieri più segreti e mettono a nudo i nostri veri obiettivi.

Ma se lasciamo penetrare questa luce divina nel profondo del nostro essere, sperimenteremo una grande liberazione interiore. “La vera luce che illumina ogni uomo” (Giovanni 1:9), una volta entrata nel nostro cuore, produce la vita. Da quel momento la luce scaccerà le tenebre e la vera pace sostituirà la paura e l’amarezza. Allora vivremo una relazione vera con Dio, un Padre che ci ama e davanti al quale non temiamo più di riconoscere le nostre colpe per ricevere un pieno perdono.

Essere cristiani non è un’adesione intellettuale a certe verità, ma è il risultato di un lavoro interiore del cuore e della coscienza.


sabato 22 ottobre 2022

Dio non è lontano

“O Signore, tu sei vicino; E tutti i tuoi comandamenti son verità” Salmi 119:151.


Dio non è lontano. Nonostante sia infinita la distanza fra il cielo e la terra, e irraggiungibile, per noi esseri “finiti”, l'infinito di Dio. Dio è vicino. Eppure lo hanno cercato i filosofi di tutti i tempi senza riuscire a trovarlo. Come mai è sfuggito alla logica dei loro artificiosi ragionamenti? In quanti poi fra gli uomini hanno concluso che Dio non esiste? Quanti lo hanno ridicolizzato con espressioni blasfeme?

Dio è nascosto ai sapienti di questo mondo. Dio non si fa vedere all'uomo presuntuoso e orgoglioso che si rifiuta di discernerlo anche quando è messo davanti alla perfezione incomparabile del Suo immenso creato. 

Dio non è lontano ma per trovarlo bisogna seguire la via che Egli stesso ci addita. 

“Il Signore è lontano dagli empi; Ma egli esaudisce l'orazione de' giusti.” Proverbi 15:29

“Cercate il Signore, mentre egli si trova; invocatelo, mentre egli è vicino” Isaia 55:6.

22 ottobre - Lasciare la presa

Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE?

Genesi 18:14

 

(Giobbe disse a Dio:) “Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno”.

Giobbe 42:2

 

Ho pazientemente aspettato il SIGNORE, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido.

Salmo 40:1

 

Lasciare la presa

 

Giulio ha appena imparato ad allacciarsi le scarpe. Questa mattina, i nodi del giorno prima resistono alle sue piccole dita inesperte. “Chiedi aiuto alla mamma”, gli dice sua sorella. Giulio va dalla mamma e gli mostra la scarpa coi lacci aggrovigliati, ma la tiene forte e non la vuole lasciare; anzi, la tira verso di sé e questo non fa altro che stringere ulteriormente i nodi. Poco dopo si spazientisce, e dice a sua madre: “Lascia stare, mi arrangio da solo”. A sua sorella stupita dice: “Ho chiesto alla mamma, ma non c’è riuscita”. La sua conclusione è vera, ma di chi è la colpa? Giulio può prendersela solo con se stesso se i nodi sono ancora lì e sempre più stretti!

L’atteggiamento di quel bambino è talvolta anche il nostro. Noi preghiamo Dio riguardo a una difficoltà, ma continuiamo a voler tenere le cose in mano nostra. In questo modo impediamo a Dio di intervenire e non facciamo altro che complicare ulteriormente la situazione. Così rinunciamo al soccorso efficace di Dio e forse anche cerchiamo di persuaderci che abbiamo pregato con fede e rettitudine e Dio non ha risposto!

Portiamo a Dio le nostre difficoltà e lasciamolo agire. Siamo pazienti e confidiamo nel Suo soccorso. Cosa ci dice in proposito? Io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Così noi possiamo dire con piena fiducia: Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l'uomo?” (Ebrei 13:5-6).


venerdì 21 ottobre 2022

Privi della Sua gloria

Quale era il piano di Dio nella creazione? E quale quello nella redenzione?

Il piano era: La gloria di Dio e quello di introdurre l'uomo in questa gloria ma il peccato ha ostacolato questo disegno ed ha impedito all'uomo di raggiungere la gloria di Dio.

“Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”  Romani 3:23.

Anche la creazione stessa è stata coinvolta nella schiavitù della corruzione e attende.

“Nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio” Romani 8:21.

Il risultato del peccato è che noi siamo privi della gloria di Dio; il risultato della redenzione è che siamo di nuovo sul cammino della gloria.

L'apostolo Paolo così si esprime nell'epistola ai Romani: “Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui” Romani 8:17.

“quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati” Romani 8:30.

“...questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato” Luca 15:24. 

Il disegno di Dio nella redenzione è stato quello di avere molti “figli” da introdurre nella sua gloria.

Leggendo la parabola del figliol prodigo la maggior parte delle persone rimane impressionata da tutte le difficoltà che egli incontrò. Non sono importanti le circostanze (volute) che il figlio stava attraversando, ma piuttosto quello che il Padre aveva perduto. E' lui che soffre; è lui che perde. 

Se una pecora è perduta, chi ne soffre la perdita? Il Pastore.

Se una dramma è perduta chi ne subisce la perdita? La donna. 

Se un figlio è perduto chi ne sopporta la perdita? Il Padre.

Eppure la maggior parte degli uomini non desidera tornare a Dio, preferisce rimanere lontano e  privi della sua gloria.

21 ottobre - Debolezza o peccato?

È dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.

Marco 7:21-22

 

Così parla il SIGNORE…: “Io, io, sono colui che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e non mi ricorderò più dei tuoi peccati”.

Isaia 43:16, 25

 

Debolezza o peccato?

 

Molte persone ignorano, o vogliono ignorare, il significato del termine “peccato”. Altre sono dell’avviso che i peccati siano solo delle debolezze, degli errori dei quali non si è responsabili. Ne risulterebbe che, se non siamo colpevoli, non abbiamo bisogno del perdono di Dio.

Tuttavia, non sono le opinioni degli uomini, che manipolano le verità morali per adattarle ai gusti del momento, a cambiare la natura e le esigenze di Dio. Dio non cambia, è eterno e tali sono anche i Suoi pensieri. Egli dice: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? Io, il SIGNORE, che investigo il cuore” (Geremia 17:9-10).

“Il peccato è la violazione della legge” (1 Giovanni 3:4). La trasgressione consiste nell’agire come se non ci fosse nessuna regola, come se Dio non avesse fatto conoscere la Sua volontà. Ma ogni disubbidienza alla volontà di Dio è peccato.

La tendenza a disubbidire fa parte della nostra natura; noi nasciamo peccatori, perciò compiamo inevitabilmente delle azioni cattive, come un albero produce dei frutti secondo la propria natura.

A Dio ripugna il peccato. “Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi” (Isaia 59:2). “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23).

Ma Dio ama il peccatore e non lo abbandona a se stesso. Egli offre il perdono a chiunque viene a Lui con un sincero pentimento e accetta Gesù Cristo come proprio Salvatore. Di lui, Dio farà un figlio che potrà abitare nella Sua casa per sempre.


giovedì 20 ottobre 2022

20 ottobre - Il Signore Gesù ha detto:

 Ora vedete che io solo sono Dio … Sì, io alzo la mia mano al cielo e dico: “Io vivo in eterno”.

Deuteronomio 32:39-40


Il Signore Gesù ha detto:

 

“Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato” (Giovanni 10:9).

“Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).

“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 10:11).

“Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore” (Giovanni 10:11).

“Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto” (Giovanni 15:5).

E per quanto riguarda la speranza dei credenti, così si chiude il libro dell’Apocalisse:

“Io, Gesù, sono la lucente stella del mattino… Sì, vengo presto!” (Apocalisse 22:16, 20).

Cari lettori, siamo pronti a rispondere: “Amen! Vieni, Signore Gesù” (22:20)?

 

Ci allieta la speranza

del lieto avvenimento;

la forza dello Spirito

rende ogni cuor contento.

Sì, Tu verrai, Gesù,

Tu che con occhio amabile

ci guardi di lassù.


mercoledì 19 ottobre 2022

Dio non cambia

“Io, il SIGNORE, non cambio” Malachia 3:6.


Il nostro mondo evolve rapidamente. Istituzioni finanziarie e imprese che sembravano solide crollano. Guerre crudeli straziano le popolazioni di diversi paesi del globo, provocando morti, fame, epidemie. Sono in atto evidenti cambiamenti climatici, gli equilibri ecologici sono alterati. I valori morali vengono costantemente rimessi in discussione, perché, si dice, bisogna vivere al passo coi tempi…

Così, tutto cambia: ma sapete che cos’è che cambia più in fretta di tutto? Noi stessi! La nostra vita scorre e nulla può fermarla. Inevitabilmente l’invecchiamento avanza riducendo le nostre forze, la nostra memoria, la nostra lucidità.

Tuttavia, c’è qualcosa che non cambia perché è immutabile: la fedeltà di Dio. Ci troviamo ancora in un’epoca in cui la grazia divina permette a chiunque di avvicinarsi al Signore per conoscere il suo amore. Il peccato ha prodotto una separazione fra Dio e la sua creatura (Isaia 59:2), ma Gesù ha “fatto la pace mediante il sangue della sua croce” Colossesi 1:20. 

Non ci resta che avvicinarci a Lui per conoscere questa pace della coscienza e del cuore. In mezzo a un mondo sempre più incerto e turbato, possiamo sperimentare la solidità di ciò che Dio ha stabilito, possiamo vivere per fede sotto il suo sguardo. Facciamo affidamento sul suo amore che non può cambiare; la pace traboccherà dal nostro cuore e la fiducia riempirà il nostro spirito.

Oggi Dio vi ripete: “Ascoltami… Io sono; io sono il primo e sono pure l’ultimo…Avvicinatevi a me” Isaia 48:12, 16 .

19 ottobre - La salvezza attraverso la fuga

Si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni…

Fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l’amore, la costanza e la mansuetudine.

1 Timoteo 6:4-5, 11

 

La salvezza attraverso la fuga

 

La vittoria contro il male non si ottiene sempre con la resistenza o con il combattimento. In molti casi, l’unica sicurezza possiamo trovarla nella fuga che, contrariamente alle apparenze, può essere un vero atto di coraggio. Possiamo stare certi che quando Dio dice “fuggite” il pericolo è reale e ogni esitazione può avere conseguenze disastrose.

Molti hanno peccato perché pensavano di essere capaci di resistere al male e credevano di non aver bisogno di fuggirlo. Il re Davide è caduto in un terribile peccato di adulterio e omicidio perché, quando la tentazione gli si è presentata davanti mentre passeggiava sul terrazzo della sua reggia e ha visto quella bella donna, non ha distolto lo sguardo (2 Samuele 11:2).

Nell’Evangelo, quando si presenta come il buon pastore, Gesù dice che dobbiamo fuggire dai pastori “estranei” (Giovanni 10:5). Molte dottrine pericolose sono predicate nei modi più attraenti, e la curiosità, il desiderio di essere informati di tutto e di far vedere che si ha uno spirito aperto, possono portare ad accogliere delle falsità e finire col cadere nella trappola di Satana.

Molte cose che entrano nei nostri occhi o nelle nostre orecchie possono essere pericolose; quindi, se vogliamo onorare il Signore, chiediamoci: “Che cosa guardo? Che cosa ascolto? Il Signore mi può approvare?”.  “Vegliate e pregate – ha detto Gesù ai discepoli – affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26:41).


martedì 18 ottobre 2022

Luca

Luca, l'evangelista ispirato, è, probabilmente, l'unico autore di origine pagana scelto da Dio per comporre le Sacre Scritture. Egli vuole darci certezza delle cose concernenti  il Signore Gesù. “Perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate” 1:4. Le scisse in modo ordinato “dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall'origine, di scrivertene per ordine” ver. 3. Con uno scopo preciso: esse dovevano istruire i grandi della terra, l'illustre Teofilo, ma esse hanno istruito e continuano ad istruire nella conoscenza della salvezza una moltitudine di persone di ogni livello, piccoli fanciulli, uomini colti e gente comune. Tutto questo per la grazia di Dio. 

L'Evangelista parla del Signore come uomo, il Figlio dell'uomo. La sua genealogia risale fino a Dio, ma attraverso Adamo.

Non sappiamo quando Luca compì esattamente le sue ricerche e i motivi che lo spinsero a farlo. Possiamo solo immaginarlo: le molte testimonianze riguardo ai miracoli e alle innumerevoli guarigioni avranno forse spinto questo medico a viaggiare in lungo e in largo, raccogliendo testimonianze e materiale da testimoni oculari del cammino e delle opere del Signore Gesù.

“Poiché molti hanno intrapreso come ce le hanno trasmesse coloro che da principio ne furono testimoni oculari e ministri della parola, è parso bene anche a me, dopo aver indagato ogni cosa accuratamente fin dall'inizio, di scrivertene per ordine” Luca 1:1-3.

Nella sua prefazione, Luca, si rivela uno storico: cita le fonte a cui ha attinto e il metodo seguito che possiamo riassumere in quattro punti:

Primo, tratta di “fatti...che hanno avuto compimento in mezzo a noi” ossia gli eventi del ministerio del Signore.

Punto due, tali eventi sono stati visti da testimoni oculari che li “hanno tramandati ad altri”.

Terzo, Luca era uno di costoro, ed si era “accuratamente informato fin dall'inizio”. Ha eseguito una accurata ricostruzione di ogni cosa fin dall'origine.

Quarto, Luca registrò i risultati della sua ricerca, scrivendoli “per ordine”.

“Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini che egli gradisce!” Cap. 2:14.

Hanno cantato gli angeli alla sua nascita. Per la prima volta, Dio trovava tutta la sua soddisfazione in “un uomo”.  Il Signore Gesù ha glorificato Dio là dove gli altri lo avevano disonorato.

Dunque, queste cose sono state scritte per ordine, affinché noi abbiamo piena certezza. La storia umana è piena di incertezze e falsità. Dio ha voluto darci delle certezze e queste certezze sono le sole che possono portare pace nella nostra vita.  “E pace in terra agli uomini che egli gradisce”.

18 ottobre - Contraddizioni

(Gesù disse:) “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me”.

Marco 7:6

 

“Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama”.

Giovanni 14:21

 

Contraddizioni

 

La dichiarazione pubblica della mia fede condiziona il comportamento che devo tenere di fronte a tutti quelli che la odono o che mi conoscono. Ogni contraddizione tra le mie azioni e le mie parole disonora il Signore e rende la mia testimonianza poco attendibile.

Per esempio, se affermo che Dio è onnipotente, che è per me un Padre pieno d’amore le cui cure non mancano mai… e tutti mi vedono inquieto, turbato e agitato, non è una contraddizione?

Se dichiaro che il credente non appartiene a questo mondo, che è uno straniero sulla terra, e poi mi aggrappo ai beni terreni e ricerco affannosamente gli agi e il successo, non è una contraddizione?

Se dico di aspettare il Signore che può tornare da un momento all’altro e faccio mille progetti senza tenerne alcun conto, anche questa è una contraddizione!

Non vi è mai capitato di ringraziare Dio per il pasto che viene servito in tavola, e un istante dopo lamentarvi perché non era di vostro gradimento?

Se parlo della felicità dei credenti, non dovrei essere triste. Se vedo intorno a me delle persone che non conoscono Gesù Cristo e non mostro loro la via della salvezza, che credente sono?

Credenti, svegliamoci! Con la forza che viene da Dio, con preghiera e umiltà, viviamo la nostra fede senza vacillare. E soprattutto, non vergogniamoci dell’Evangelo!


lunedì 17 ottobre 2022

Riconoscenza

“Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti...Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?" E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello” Matteo 18:32-35. 


Atto primo: Dio perdona l'imperdonabile.

E' stato appena rimesso un debito immenso. Il talento era l'unità monetaria più alta e diecimila il numero cardinale più alto della lingua greca, ma proviamo a fare un calcolo esatto. Un talento equivaleva a seimila denari. Un denaro era il corrispettivo del salario di un giorno (Matteo 20:2) e un talento allora corrisponderebbe a seimila giorni di lavoro e diecimila talenti a sessanta milioni di giorni o duecento quarantamila anni di lavoro.

Oh! Che cifra astronomica, ma ci è detto che il Signore mosso a compassione si mosse in favore del servo.

Atto secondo: Noi facciamo l'inimmaginabile.

Il perdonato si rifiuta di perdonare.

“Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga quello che devi!" Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: Abbi pazienza con me, e ti pagherò. Ma l'altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito” Matteo 18:28-30.

Comportamento inconcepibile.

Se questa era la misura del perdono ricevuto dal servo, qualsiasi limitazione del perdono che egli ponga in atto nei riguardi dei “conservi” è impensabile.

C'è qualcosa che manca in questa storia: la riconoscenza.

Sì, la riconoscenza è la primogenita della grazia. E' la prima cosa che la grazia produce, una reazione appropriata di chi è stato benedetto.

I meli producono mele, i peri producono pere e  le persone perdonate perdonano a loro volta, la grazia è il prodotto naturale della grazia.

17 ottobre - Gesù: i Suoi miracoli ci parlano

Gesù rispose loro: “Voi mi cercate, non perché avete visto dei segni miracolosi, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo”.

Giovanni 6:26-27

 

Gesù: i Suoi miracoli ci parlano

 

Il Vangelo secondo Giovanni racconta diversi miracoli significativi di Gesù: l’acqua trasformata in vino alle nozze di Cana (Giovanni 2:11), la guarigione del figlio di un ufficiale a Capernaum (4:54), e quella del paralitico di Betesda (5:9), la moltiplicazione dei pani (6:14), la risurrezione di Lazzaro (12:17; 11:44).

Tutti questi miracoli servivano a far comprendere che Gesù era Dio, e alcuni di essi ci sono stati riportati per dare forza alla nostra fede. Giovanni scrive: “Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome (Giovanni 20:30-31).

L’indomani della moltiplicazione dei pani, Gesù si rammaricava perché la folla si era fermata al fatto di aver mangiato e non era stata capace di riconoscere il vero significato del miracolo che qualificava il Signore come il vero Messia, il Figlio di Dio. Era Lui che bisognava accogliere, in Lui che bisognava credere. “Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna… Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame, e chi crede in me non avrà mai più sete. Ma io ve l’ho detto: Voi mi avete visto eppure non credete!” (Giovanni 6:35-36).

Che il Signore non debba dire questo di nessuno di noi!


domenica 16 ottobre 2022

Uscire dalla notte

“In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce… esaminando che cosa sia gradito al Signore” Efesini 5:8,10.

Una fila di abeti piantati davanti a casa di un amico, sul terreno di un vicino, aveva raggiunto una tale altezza che era privato della luce per gran parte della giornata. Un giorno, il suo vicino decise di tagliare quegli alberi. Ricordo il suo racconto compiaciuto, che piacere rivedere la luce del sole in tutte le stanze dell’appartamento!

Forse sei vissuto fino ad oggi nell’oscurità morale del mondo. Quando il Figlio di Dio, il Creatore, è venuto in questo mondo per essere il Salvatore, si è dovuto constatare che “la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie” Giovanni 3:19. Hai permesso a questa luce di penetrare in te per illuminare tutti gli angoli della tua vita?

Colui che ha creato la luce fisica desidera anche far brillare nel nostro cuore la luce spirituale. La vera luce che Gesù porta è il Vangelo, la buona notizia del perdono e della grazia di Dio. Per mezzo della confessione dei nostri peccati a Dio, ci apriamo alla luce della vita. Tutti coloro che accettano per fede il valore del suo sacrificio, il Salvatore li chiama “dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” 1 Pietro 2:9. 

“Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre” 1 Giovanni 1:5. Se, per grazia, siamo diventati figli di luce, cerchiamo di mantenere sempre con Dio una relazione “senza ombre”. Poniamoci sotto la luce divina della sua Parola e permettiamole di penetrare nel nostro cuore.

16 ottobre - Che cos’è la grazia?

La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Giovanni 1:17

 

Fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù.

2 Timoteo 2:1

 

Che cos’è la grazia?

 

Il termine “grazia” è uno dei termini più importanti della Bibbia, ma spesso non è ben compreso. La grazia non è, come a volte si sente dire, una sorta di energia che, prima o poi, ci invade rendendoci capaci di dare il meglio di noi stessi. Non è neppure il rimedio di Dio alla nostra miseria. No, nella Bibbia la grazia ha un altro significato: è il favore di Dio verso quelli che meriterebbero il Suo giudizio, è la liberazione dei colpevoli dalla giusta condanna.

È un atto di grazia quello di Dio che con amore si rivolge a noi e ci tende la mano per tirarci verso di Sé, per farci comprendere il nostro stato e offrirci il Suo perdono.

La grazia di Dio non la meritiamo né la otteniamo coi nostri sforzi, con le nostre buone opere o con dei buoni propositi. È un dono che Dio ci ha fatto in Gesù Cristo. Noi non possiamo ricevere la grazia senza ricevere Gesù, e non possiamo ricevere Gesù senza ricevere la grazia di Dio.

La grazia risveglia la mia coscienza e mi spinge a confessare i miei peccati. Essa mi introduce nella luce della presenza di Dio che si prende cura di me con amore. Io sono perduto, lontano da Dio, e il Signore Gesù è venuto verso di me perché conosceva la gravità del mio peccato. Egli ha preso su di Sé la condanna che io meritavo e mi ha donato la vita eterna: ecco cos’è la grazia.

La grazia ci salva, e poi ci “insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo”  (Tito 2:11-12).

sabato 15 ottobre 2022

Parole severe

“Maestro...Gesù, udito questo, gli disse: Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” Luca 18:18-22.


Hai mai udito il Maestro pronunciare una parola severa nei tuoi confronti?

Se dici di no, c'è da domandarsi se lo hai mai ascoltato quando insegna. 

Il Signore pronuncia molte parole che udiamo, esse si rivelano incredibilmente severe. Non sono parole che devo ripetere e commentare con altri, ma sono dirette esclusivamente a me.

“Perciò molti dei suoi discepoli, dopo aver udito, dissero: Questo parlare è duro...” Giovanni 6:60.

“Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco”  Luca 18:23.

Il giovane ricco se ne andò senza pronunciare parola, non aveva trovato niente da replicare. Non aveva dubbi su quello che il Signore aveva detto, non discuteva il significato di quelle parole, ma non gli piacevano.

Hai mai fatto questa esperienza?

La Parola di Dio ti è stata rivolta riguardo a qualcosa in cui sei veramente “ricco” : carattere, amicizie per niente edificanti, presunzione, autostima, pigrizia?

E' quello il caso in cui si rimane muti e si volta le spalle per non udire altro.

“vendi tutto quello che hai”  spogliati davanti a Dio di tutte queste cose. 

Si combatte continuamente contro noi stessi una lotta, quella dell'ubbidienza. 

Forse ti sei costruito un tuo sistema di pensiero riguardo a quello che il Signore vuole da te e sei più devoto a questo sistema che al Signore stesso.

Se è così, vi saranno molte probabilità che tu oda qualcuna di queste parole “severe”.

Io posso essere così ricco delle mie cose da non essere nessuno, posso gioire dei “miei successi” da rimanere sempre povero, posso rincorrere infiniti lavori da non poter mai servire il Signore.

Pensaci.

15 ottobre - Che diritti abbiamo davanti a Dio?

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata.

Tito 2:11

 

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio!

1 Giovanni 3:1

 

Che diritti abbiamo davanti a Dio?

 

Si insiste sul diritto alla casa, al lavoro, alla salute… Nella nostra società si ribadiscono con forza i diritti di ogni cittadino, e tante generose e ammirevoli iniziative vengono intraprese per alleviare le miserie sparse nel mondo.

Ma davanti a Dio quali diritti possiamo far valere? Egli è il nostro Creatore, ma lo disonoriamo gravemente coi nostri peccati. Non abbiamo alcun diritto davanti a Lui; non il diritto di vivere – in quanto “il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23) – né il diritto alla Sua stima, perché per natura siamo Suoi nemici. La grazia di Dio, però, vuole donarci le cose che nessuno di noi meriterebbe, a patto che mettiamo completamente da parte ogni nostra pretesa. Dio afferma che tutti hanno peccato e hanno bisogno di essere salvati, e che nessuno può accostarsi a Lui per i propri meriti. Dio riceve il peccatore in virtù della Sua grazia, quella grazia che ha la più grande manifestazione nel dono di Gesù come nostro Salvatore.

Abbandoniamo dunque ogni pretesa e confidiamo nella salvezza che Egli offre gratuitamente a tutti quelli che credono.

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli (Gesù) era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto. È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” (Giovanni 1:9-12).

venerdì 14 ottobre 2022

Pretese

Sono stato di recente in contatto con una signora di una certa età che dopo aver letto un articolo pubblicato su di un sito evangelico mi scriveva queste parole: Sono sempre andata in chiesa, estate e inverno, con il sole o con la pioggia. Non c'è nessuno che possa dire qualcosa contro di me. Sono sempre stata una donna onesta e ho fatto tutti i sacramenti. 

Era talmente avvolta nella sua religiosità e giustizia che la Parola di Dio non riusciva a raggiungerla per darle pace. Disposta a comparire davanti a Dio con la convinzione d'avere fatto “il proprio dovere” e con la pretesa di essere accettata.

Mi ha poi scritto di essere delusa perché di fronte alla sua modesta abitazione era stata ristrutturata una villetta di proprietà di una donna di sua conoscenza ma che a suo parere non meritevole come lei di tale “benedizioni”.

“E' proprio sicura che non ci sia nessuno che non possa dire niente contro di lei” le ho chiesto?

Certo! Mi ma risposto decisa.

Conosce l'Antico Testamento e in particolare la legge che Dio aveva dato al suo popolo perché è essa che mette in luce le esigenze e la santità di Dio?

Ancora una volta mi ha dato una risposta affermativa.

Bene, allora Dio nei suoi comandamenti a detto: “Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo” Esodo 20:17.

Mi ha risposto abbastanza risentita affermando che non sarebbe stato certo questo a condannarla. Aveva tante buone opere da mettere dinanzi a Dio. 

No! Lei ha fallito ed è colpevole su tutti i punti della legge. Legga in Giacomo, Nuovo Testamento: “Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti” 2:10.

Si sbaglia, così come è non può comparire davanti a Dio né avere la sua approvazione. Ha fallito.

La conversazione purtroppo è terminata lì.

Ricordo di aver letto di un missionario che aveva avuto il permesso di predicare l'Evangelo in una prigione. La cosa strana è che dopo aver visitato diverse celle aveva notato che tutti i condannati si dichiaravano innocenti. Era rimasto sorpreso così tanto da farli affermare: non ho mai visto tanti innocenti come oggi. La prigione era piena di innocenti. Per alcuni i colpevoli erano i magistrati o la polizia che gli aveva arrestati, per altri, pur ammettendo qualche “leggerezza”, affermavano che vi erano a piede libero persone peggiori di loro.

Credersi giusti significa non avere bisogno di un Salvatore. Sono i “malati” che sentono la necessità di andare dal medico. Se qualcuno sa di essere un peccatore allora può essere certo di incontrare il Signore sulla sua strada.

“Perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto” Luca 19:10.

14 ottobre - La malattia: il suo significato per il credente

Signore, ecco, colui che tu ami è malato.

Giovanni 11:3

 

(Paolo scrive di Epafrodito:) È stato ammalato, infatti, e ben vicino alla morte; ma Dio ha avuto pietà di lui; e non soltanto di lui, ma anche di me, perché io non avessi dolore su dolore”.

Filippesi 2:27

 

La malattia: il suo significato per il credente

 

Anche i credenti si ammalano, e a volte il Signore lo permette per il loro bene morale e spirituale. Con saggezza e amore, Egli misura attentamente la prova, affinché raggiunga il Suo scopo. Allo stesso tempo dona ai Suoi la forza per sopportarne il peso.

Non è sempre facile discernere lo scopo preciso che Dio persegue quando permette una prova. Sicuramente desidera far crescere la nostra fede e la nostra pazienza, ma può darsi anche che voglia

– metterci in disparte, per poter “parlare” meglio alla nostra coscienza e al nostro cuore,

– staccarci dalle occupazioni materiali che hanno assunto un’importanza eccessiva nella nostra vita,

– rivelarsi a noi come il Dio della consolazione,

– farci sperimentare la partecipazione e l’amore dei nostri fratelli e sorelle credenti,

– darci l’occasione di mostrare attorno a noi cosa sono la pazienza e la sottomissione a Dio,

– renderci capaci di comprendere gli altri malati e di simpatizzare con loro.

Sicuramente, l’apostolo Paolo desiderava la guarigione d’Epafrodito, suo collaboratore (Filippesi 2:25-27), ma non ha utilizzato il suo dono di guarigione per sottrarlo alla prova che Dio aveva permesso. Il grande apostolo pregò con fede, per raccomandare a Dio l’amico malato e chiedergli che guarisse.

La medicina ha il suo posto, la preghiera e l’intercessione hanno il loro (Giacomo 5:14).

giovedì 13 ottobre 2022

13 ottobre - Un Uomo ammirabile

La bocca dell'empio e la bocca del disonesto si sono aperte contro di me; m’hanno parlato con lingua bugiarda. Mi hanno assalito con parole d’odio e mi hanno fatto guerra senza motivo. In cambio della mia amicizia, mi accusano… Essi mi hanno reso male per bene, e odio in cambio di amore.

Salmo 109:2-5

 

Un Uomo ammirabile

 

Che cosa mi aspetterei dai miei amici se dovessi comparire in giudizio, ingiustamente accusato? Ovviamente che siano lì presenti, per incoraggiarmi e prendere le mie difese. Ma cos’è accaduto al Signore?

– Tutti i discepoli lo hanno abbandonato e sono fuggiti nel momento del Suo arresto.

Cosa mi aspetterei da un giudice, se non che protegga gli innocenti e faccia valere i loro diritti?

– Pilato se ne lavò le mani dichiarandosi innocente del sangue dell’unico uomo giusto, però lo ha messo nelle mani del popolo perché fosse crocifisso.

Cosa mi aspetterei da un sacerdote, se non che sostenga la causa dei deboli e degli oppressi, che li consoli e sia il loro intercessore presso Dio? (Ebrei 5:2)

– Caiafa, il sommo sacerdote, incitò il popolo a gridare: “A morte, a morte! Crocifiggilo!”

Così, negli ultimi momenti della sua vita sulla terra, tutte le categorie di persone hanno mostrato il contrario di ciò che avrebbero dovuto. Tutti all’infuori di Lui, che sopportò l’odio e l’ingiustizia con un amore incrollabile.

Il Signore è stato proprio come lo annunciavano i profeti: la pecora muta davanti a chi la tosa, l’agnello condotto al mattatoio che non apre la bocca (Isaia 53:7). E quando sulla croce ha parlato lo ha fatto per chiedere al Padre di perdonare i Suoi aguzzini, per annunciare al malfattore pentito, crocifisso al Suo fianco, che avrà un posto in paradiso, e per consolare Sua madre. Che meraviglioso Signore!