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martedì 30 giugno 2020

30 giugno

Riconosci dunque che il SIGNORE, il tuo Dio, è Dio: il Dio fedele.

Deuteronomio 7:9

 

(Gesù disse:) “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli”.

Matteo 10:32-33

 

Non rinneghiamo il Signore!

 

Ci troviamo in Romania, anno 1955. Sabina Wurmbrand, carcerata a causa della sua fede, è stata appena liberata. Si ritrova in una società fatta di persone libere, ma in un paese non libero. Ecco i suoi ricordi:

«Si consentiva ai più anziani di celebrare il culto, sebbene con qualche difficoltà e soltanto sotto controllo; ma non si poteva parlare di fede ai giovani. Tanti nostri vecchi amici, spaventati dall’idea di perdere il lavoro, non osavano più avvicinarsi a casa nostra. Altri non volevano ammettere di aver partecipato un tempo alle nostre riunioni cristiane. Passando davanti all’università, vidi un professore che conoscevamo bene, e andai verso di lui per salutarlo. Egli era con un collega. Mi disse: “Si sbaglia, signora, io non la conosco”. E si voltò, incapace di guardarmi in faccia.

Le persone avevano paura, ma la propaganda diceva che erano “libere”. In prigione, anche nei momenti peggiori, avevamo potuto vedere la mano di Dio all’opera. Avevamo capito che, malgrado le nostre sofferenze, non ci avrebbe abbandonato e che potevamo avere fiducia in lui. Così, lo scopo principale della nostra chiesa “clandestina” era di insegnare queste cose.»

Cristiani, ricordiamoci della testimonianza di Sabina: Dio non ci abbandonerà, neanche nelle peggiori difficoltà! Domandiamo a lui la forza per non rinnegarlo mai, tanto più che abbiamo il privilegio di vivere in un paese libero.


lunedì 29 giugno 2020

29 giugno

“Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose”.

Luca 10:41

 

… affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazioni.

1 Corinzi 7:35

 

Applicati alla lettura, all’esortazione, all’insegnamento… occupati di queste cose.

1 Timoteo 4:13, 15

 

Siamo distratti?

 

“Questo alunno è troppo distratto in classe…” “Non distraetevi al volante, fate attenzione!” “Mi scusi, ero distratto, non ho sentito, può ripetere?” In quante occasioni la distrazione è dannosa al buon andamento delle nostre attività! A volte può anche essere fatale. Ascoltiamo gli avvertimenti della Parola di Dio e non siamo distratti per quel che riguarda l’essenziale della vita.

– Riguardo alla salvezza della nostra anima: “Venite a me; ascoltate e voi vivrete” (Isaia 55:3).

“Venite a me (dice Gesù), voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28).

“Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 3:15).

– Riguardo al servizio che Dio affida ai credenti: “È per grazia che siete stati salvati… essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:8, 10).

“Qualunque cosa facciate,  fatela di buon animo, come per il Signore” (Colossesi 3:23).

“Se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pietro 4:11).

– Riguardo all’obiettivo di una vita di fede: “Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12:1, 2).


domenica 28 giugno 2020

28 giugno

La sapienza di questo mondo è pazzia davanti a Dio. Infatti è scritto: “Egli prende i sapienti nella loro astuzia”.

1 Corinzi 3:19

 

Tutti compariremo davanti al tribunale di Dio.

Romani 14:10

 

Di quale pneumatico si tratta?

 

In una bella giornata di sole, quattro studenti avevano deciso di marinare la scuola. Il giorno seguente spiegano alla loro giovane insegnante che si era forato un pneumatico della loro auto. Con loro grande sollievo, ella sorride dicendo loro: “Non c’è problema per il compito di ieri. Vi interrogherò su un altro argomento. Sedete ciascuno al proprio posto e prendete un foglio e una penna”. Gli studenti si siedono, soddisfatti della loro astuzia. “Ecco la prima domanda - riprende l’insegnante - Quale dei quattro pneumatici si è forato?” Possiamo immaginare il seguito…

Questo aneddoto illustra i limiti della menzogna. Presto o tardi viene scoperta, e seguono il ridicolo e la vergogna. Ma c’è di più. La verità è uno degli attributi di Dio; quando mentiamo lo offendiamo. Un giorno, Egli svelerà tutto ciò che è falso. Se non sarà su questa terra, sarà davanti al Suo tribunale quando ciascuno gli renderà conto di se stesso (Romani 14:10-12).

In certi casi possiamo essere tentati di dire solo una parte della verità per difendere i nostri interessi, la nostra reputazione, o per evitare la sofferenza. Non dimentichiamo mai che Dio ci vede. Se abbiamo mentito a qualcuno, confessiamoglielo, e facciamo così anche con il Signore. È una tappa umiliante, ma indispensabile per liberare la nostra coscienza e ritrovare la comunione con Dio.

Cristiani, lo Spirito di Dio è uno Spirito di verità e vuole guidarci in un cammino di rettitudine per la gloria del Signore e per la nostra libertà.


sabato 27 giugno 2020

27 giugno

Ti ho cercato con tutto il mio cuore; non lasciare che mi allontani… Ho conservato la tua parola nel mio cuore… O SIGNORE, insegnami i tuoi statuti… Apri i miei occhi.

Salmo 119:10-12, 18

 

Signore,… tu sei grande e operi meraviglie; tu solo sei Dio.

Salmo 86:9, 10

 

Un kit religioso?

 

Alcuni cristiani credono di trovare nelle pratiche di certe filosofie orientali (ad esempio lo yoga) quella serenità e quel conforto che servirebbero da preparazione alla meditazione cristiana. Ma questa è di tutt’altra natura. Le filosofie orientali considerano il corpo come una scala che conduce verso il divino. Al contrario, la fede cristiana è un processo di accettazione della grazia divina. Questa grazia la si trova soltanto in Dio. Quando leggo la Parola di Dio, Egli stesso mi viene incontro. È Lui che prende l’iniziativa. Al contrario del pensiero orientale, la Bibbia mi insegna che io non sono in grado di fare un solo passo per avvicinarmi a Dio, né per ottenere il suo favore, né per migliorare la mia natura, né per raggiungere uno stato di perfezione, perché sono un peccatore che ha bisogno dell’intervento di Dio in grazia.

Oggi c’è l’impressione che si possa disporre di una sorta di kit religioso da cui ciascuno, secondo la sua convenienza, il suo gusto del momento, possa attingere; un po’ di cristianesimo, un po’ d’induismo, un po’ di buddismo… Tutto questo ha del religioso, ma non ha niente a che vedere con la fede che salva. La vera fede è l’adesione a una persona, Gesù Cristo, Dio fatto uomo, che si è dato per me, che mi ha salvato, e al quale io mi do. Se mi sono già dato a lui, non appartengo più a me stesso. Non posso darmi allo stesso tempo a Dio e ai falsi dèi. E’ impossibile!


venerdì 26 giugno 2020

26 giugno

Vano è il soccorso dell’uomo.

Salmo 60:11

 

La salvezza viene dal SIGNORE.

Giona 2:10

 

“Egli libera e salva”

Daniele 6:27

 

Dio vuole liberare l’uomo dal peccato. Egli libera coloro che credono in lui, senza riserve. La strada indicata da Dio per ottenere la liberazione è semplice, chiara e precisa, e lascia senza scuse chi la rifiuta. La Parola di Dio è ricca di esempi; eccone tre tratti dall’Antico Testamento.

Al momento dell’uscita dall’Egitto (Esodo 12), per non cadere sotto il giudizio di Dio che doveva colpire tutti i primogeniti, gli Israeliti dovevano semplicemente mettere sugli stipiti delle loro porte il sangue di un agnello sacrificato. L’angelo distruttore avrebbe visto il sangue e avrebbe risparmiato quella famiglia.

Nel deserto, per essere guariti dal morso mortale dei serpenti, era sufficiente guardare il serpente di rame che Mosè aveva rizzato su un’asta (Numeri 21).

Nel caso di Naaman, il capo dell’esercito dei Siri, la sua lebbra è sparita soltanto lavandosi sette volte nel Giordano (2 Re 5).

Era solo una questione di fede. “Chi crede nel Figlio (di Dio) ha vita eterna” (Giovanni 3:36). Questa semplicità che mette la salvezza alla portata di tutti urta talvolta il nostro orgoglio. Noi vorremmo partecipare a quest’opera, e preferiremmo un mezzo che faccia ricorso alle nostre risorse personali, alla nostra intelligenza o alle nostre ricchezze. Ma questo significa ignorare che siamo davanti a Dio come dei morti, incapaci di fare qualcosa per la nostra salvezza. Dio ci salva gratuitamente: “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

Accetta questo dono!


giovedì 25 giugno 2020

25 giugno

(Gesù disse:) “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto”.

Giovanni 15:7

 

Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce.

1 Giovanni 5:14

 

Trova la tua gioia nel SIGNORE ed egli appagherà i desideri del tuo cuore.

Salmo 37:4

 

Pregare secondo la volontà di Dio

 

Dobbiamo sintonizzarci sulle onde sonore del diapason di Dio se vogliamo essere capaci di fare la distinzione tra la Sua volontà e la nostra. (D. Lane)

°°°°°°

I presunti incomprensibili ritardi di Dio fanno parte del programma di apprendistato della preghiera secondo la volontà di Dio. (Maurizio Decker)

°°°°°°

Pregare secondo la volontà di Dio non vuol dire che domandiamo di meno. Domandare ciò che Dio vuole che noi abbiamo ci procurerà una gioia più grande che se potessimo ottenere tutto ciò che il nostro cuore desidera contro la sua volontà. (J.R. Rice)

°°°°°°

Dimorare in Cristo è il segreto della vita di preghiera. Più viviamo in comunione col Signore, più impariamo a condividere i suoi pensieri. Più lo conosceremo attraverso la sua Parola, più comprenderemo la sua volontà. Più la nostra volontà si sottometterà alla sua, più saremo certi dell’esaudimento delle nostre preghiere. (W. McDonald)


mercoledì 24 giugno 2020

24 giugno

Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Ma in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.

Romani 8:35, 37

 

Quando le prove diventano vittorie

 

Talvolta il Signore lascia che attraversiamo delle difficoltà perché ci rendiamo conto di quanto abbiamo bisogno di Lui. Incoraggiati e fortificati dal suo amore, superiamo le prove con un maggior apprezzamento della saggezza e della grazia di Dio, e siamo resi capaci di comprendere e aiutare gli altri.

La mamma di una bambina con un handicap mentale ha scritto quanto segue: “Avremmo considerato l’handicap di nostra figlia la tragedia più grande della nostra vita, se non fosse stato che, per mezzo di quella disgrazia, abbiamo imparato a conoscere meglio il Signore. Non ci sono parole che possano esprimere la nostra disperazione quando ci siamo resi conto che la nostra bambina non si sviluppava normalmente. Ma questo ci ha fatto capire un poco ciò che deve provare il nostro caro Salvatore quando uno dei suoi figli non si sviluppa spiritualmente come lui vorrebbe. Il Signore sa che i nostri dispiaceri, se li accettiamo da parte sua e li viviamo con Lui, arricchiscono la nostra vita”.

Quando sopraggiunge l’avversità, perché ribellarci? Rammaricarsi della propria sorte, lamentarsi, amareggiarsi, impedirebbe il nostro sviluppo spirituale. Al contrario, una fiduciosa sottomissione e una fede vivente nell’amore di Dio, stimoleranno la nostra crescita nella sua grazia. Se lasciamo che il Signore accresca le nostre capacità per mezzo del dolore, i pesi diventeranno delle benedizioni e le prove delle vittorie.


martedì 23 giugno 2020

23 giugno

(Gesù disse:) “A chi vince io darò… un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve”.

Apocalisse 2:17

 

“Io sono il SIGNORE, il tuo Dio… Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo”.

Isaia 43:3, 4

 

Chi sono?

 

“Nessuno conosce il mio nome!” Questa frase è il titolo di un best seller americano. Non ci stupisce che abbia riscosso un grande successo! Chi non ha mai sperimentato in qualche momento della vita la solitudine e il senso di anonimato? La sensazione di essere incompresi è molto comune, e forse anche noi qualche volta ci siamo chiesti: “Ma in fondo, chi sono?”

La Bibbia ci parla di un nome che “nessuno conosce, se non colui che lo riceve”. Questo nome sarà dato come ricompensa ai credenti vincitori che scopriranno la loro vera identità. Essi conosceranno come sono stati conosciuti da Dio stesso. Si renderanno conto dell’opera che Egli ha compiuto in loro per renderli “conformi all’immagine del Figlio suo”, e comprenderanno il perché di tante prove quando ne contempleranno i gloriosi risultati.

Fin da ora, il Signore desidera comunicare coi suoi che sono ancora sulla terra. Vuole farmi conoscere chi sono. Certo, una creatura fragile, ma anche una persona unica per Lui, che Egli ama personalmente e per l’eternità. Più gusto il suo amore, più scompare il senso di solitudine. Proseguendo nella vita, realizzo meglio la mia nuova identità in Cristo e riconosco che per lui ho un grande valore. Egli “mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20) e desidera avermi con sé per sempre (Giovanni 17:24). Vivendo in comunione con Lui, posso seguirlo passo passo, guardando a Lui e cercando di piacergli.


lunedì 22 giugno 2020

22 giugno

(Gesù disse:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.

Matteo 11:28

 

Così qual sono

 

Dopo trent’anni di vita più che spensierata, Charlotte Elliot (1789-1871) si ammalò gravemente. Si convertì in seguito a una conversazione con l’evangelista Cesare Malan che le aveva detto: “Vada a Gesù, semplicemente, così com’è”. Malata e costretta a letto nell’ultima parte della sua vita, viveva a casa di un fratello. Un giorno del 1834, mentre si sentiva inutile e si affliggeva di essere un peso per la sua famiglia, si ricordò di come il Signore l’aveva accolta. Allora scrisse una poesia che in seguito fu messa in musica e tradotta in parecchie lingue. Suo fratello disse un giorno: “Durante il mio lungo ministero di pastore questo semplice cantico ha portato più frutto di tutti i miei numerosi sermoni”.

 

Così qual sono, pien di peccato,

ma per il sangue che tu hai  versato

e per l’invito fatto al cuor mio,

Agnel di Dio, io vengo a Te!

 

Così qual sono, triste e abbattuto,

pieno di dubbi dentro di me,

ansioso e oppresso, col cuore vuoto,

Agnel di Dio, io vengo a Te!

 

Così qual sono tu mi vedesti

e i miei peccati su te prendesti.

Sì, tu moristi per amor mio.

Agnel di Dio, io vengo a Te!

 

Così qual sono m’accoglierai

e i miei peccati cancellerai;

alla tua grazia s’apre il mio cuore.

Agnel di Dio, io vengo a Te!


domenica 21 giugno 2020

21 giugno

Poi (Gesù) discese con loro (i suoi genitori), andò a Nazaret, e stava loro sottomesso… E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.

Luca 2:51, 52

 

Genitori e figli (2)

 

La Parola di Dio dice ai nostri figli: “Ubbidite nel Signore ai vostri genitori”. Essa li pone in quella che è stata la posizione di Gesù da bambino. Che privilegio per i genitori di allevarli nell’amore e nel timore del Signore (Tito 2:14; Efesini 6:1, 4)! Cosa dicono a noi genitori i versetti del giorno che ci parlano di lui?

1. Cresceva in sapienza. Nessuno può salvare l’anima del proprio figlio. Tuttavia il compito dei genitori è di comunicare ai propri figli gli insegnamenti della Bibbia che possono preservarli dal male e condurli alla salvezza (2 Timoteo 3:15).

2. Cresceva in statura. I genitori cristiani devono allevare i loro figli in modo sano ed equilibrato, curando i loro eventuali disturbi con dedizione e saggezza; ma anche per i loro problemi di salute devono chiedere l’aiuto di Dio e confidare in Lui.

3. Cresceva in grazia davanti a Dio e agli uomini. I figli devono sapere che Dio vede tutto e sa tutto, e devono imparare a piacere a Lui, sapendo di essere da Lui amati. Devono imparare a ubbidire ai genitori, a rispettare le autorità, a comportarsi nei confronti degli altri con sincerità, dolcezza e umiltà.

Genitori cristiani, il compito è difficile, anzi impossibile senza l’aiuto di Dio. Ma “Dio è fedele” (1 Corinzi 10:14). Senza sfuggire alle vostre responsabilità, guardate con fiducia a “Colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo” (Efesini 3:20).


sabato 20 giugno 2020

20 giugno

Tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù…

Colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.

Luca 1:31, 35

 

Genitori e figli

 

La crescita e lo sviluppo del bambino Gesù era un motivo di continuo stupore per i suoi genitori, Maria e Giuseppe. “Il bambino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui… e stava loro sottomesso” (Luca 2:40, 51). Spesso i suoi genitori non comprendevano ciò che Gesù diceva, ma è scritto che sua madre “serbava nel suo cuore” tutte quelle cose e le meditava con gioia. Anche oggi possiamo contemplare con ammirazione, mediante la lettura dei Vangeli, Colui che, “nato di donna”, era “Dio manifestato in carne”, in tutta la perfezione della sua natura, senza ombra di peccato, “senza difetto né macchia”.

Che differenza coi nostri figli, così simili a noi! La loro natura mostra ben presto le caratteristiche del peccato che è già in loro, nonostante la bellezza e la freschezza accattivante dell’infanzia. I genitori cristiani possono trovare stimolo e incoraggiamento pensando all’infanzia di Gesù. Egli ha voluto iniziare il suo cammino sulla terra proprio come un uomo, ma in Lui abitava “tutta la pienezza della deità” (Colossesi 2:9). E non è venuto per condannare i peccatori quali noi tutti siamo, ma è arrivato fino a morire su una croce per salvarci, per cancellare i nostri peccati e darci la sua propria vita.

Una delle meraviglie della sua grazia è che, se nessuno è in grado di imitare la sua vita perfetta, Egli ha ora aperto un cammino in cui ognuno è chiamato a seguirlo, fin dall’infanzia.

(segue sul foglietto di domani)


venerdì 19 giugno 2020

19 giugno

Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio.

Filippesi 1:23

 

Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli.

2 Corinzi 5:1

 

La nostra casa nel cielo

 

Il Signore Gesù ha detto che verrà a prendere i credenti, ed essi desiderano e aspettano la sua venuta. La Bibbia ci parla del cielo e di coloro che vi abitano, in modo da farci familiarizzare con il luogo in cui entreremo.

Una persona che sta per cambiare paese si informa sul nuovo paese e su ciò che vi si trova: costumi, lingua, natura, abitanti… Noi stiamo per arrivare in cielo. La Bibbia ci parla della casa del Padre (Giovanni 14:2) dove per chi ha fede è preparato un luogo, dimora del Padre e del Figlio, luogo di perenne felicità. Abbiamo la certezza che vi saremo con Gesù, resi simili a Lui. Tutto questo è incomprensibile per la nostra intelligenza limitata, ma la fede ci dà la certezza che il Signore manterrà la promessa. Egli desidera averci accanto a sé; che prospettiva! Nell’attesa “gemiamo… aspettando… la redenzione del nostro corpo” (Romani 8:23) quando, con la risurrezione, ciò che è mortale sarà “assorbito dalla vita” (2 Corinzi 5:4).

Cristiani, quale interesse abbiamo per la lettura della Bibbia che già ci rivela le benedizioni celesti? Viviamo in un mondo che passa (1 Giovanni 2:17). Aspettiamo noi il momento di vedere il Signore?

Se moriremo prima che Egli venga, raggiungeremo la nostra vera patria, la nostra casa nel cielo. L’apostolo Paolo si rallegrava al pensiero di “partire” da questo mondo. Per lui la morte era un guadagno ma, nell’attesa, si impegnava con zelo a piacere a Dio.


giovedì 18 giugno 2020

18 giugno

O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall’alba… Così ti ho contemplato nel santuario, per veder la tua forza e la tua gloria.

Salmo 63:1, 2

 

Un giorno nei tuoi cortili vale più che mille altrove.

Salmo 84:10

 

Il vero guadagno

 

Prima della conversione, l’apostolo Paolo godeva di molti privilegi. Giudeo osservante, si distingueva per il suo zelo religioso; “quanto alla giustizia che è nella legge” era irreprensibile (Filippesi 3:6). Aveva ricevuto una buona istruzione, alla scuola di un famoso maestro. Ma l’incontro con Gesù Cristo produsse il capovolgimento della sua scala dei valori.

“Ciò che per me era un guadagno – egli dice – l’ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede. Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti. Non che io abbia ottenuto già tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Filippesi 3:7-14).


mercoledì 17 giugno 2020

17 giugno

Dio è potente, ma non respinge nessuno; è potente per la forza della sua intelligenza.

Giobbe 36:5

 

Egli ci ha amati per primo.

1 Giovanni 4:19

 

Al di sopra di noi

 

Anche se siamo meravigliati dal genio umano, dalla sua scienza e le sue scoperte, dobbiamo riconoscere che l’uomo ha un potere molto limitato. Dio, invece, possiede una potenza infinita, e niente e nessuno può intralciare i suoi piani né impedirgli di compiere i suoi disegni.

Il mondo fisico è regolato dalle leggi naturali. Ma dietro ad esse possiamo discernerne l’autore: Dio, il progettista e il grande costruttore. L’uomo non è altro che una creatura, Lui è il Creatore. Tutto è sottoposto al suo controllo. Tutto si svolge secondo il suo scopo eterno.

Infinitamente al di sopra di noi, Egli è onnisciente e onnipotente. Nessun problema, nessuna difficoltà possono sorprenderlo o superare la sua sapienza. Dio è santo e non può sopportare il peccato. Ed è anche fedele, per cui le profezie e le promesse della sua Parola si compiono sicuramente. Poiché è giusto, il suo giudizio colpirà coloro che compiono l’ingiustizia, ma, poiché è anche amore, ha dato il suo Unico Figlio, Gesù Cristo, “affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

Dio è un Padre pieno di bontà e di misericordia per tutti i credenti, e “tutte le cose cooperano al bene di quelli che lo amano” (Romani 8:28). 


martedì 16 giugno 2020

16 giugno

Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno.

Geremia 17:9

 

Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Ma… mi è stata fatta misericordia.

1 Timoteo 1:15-16

 

Il “mostro” che è in noi

 

Un raccapricciante fatto di cronaca scoppia all’improvviso. La gente del luogo è sotto choc. La televisione e i giornali se ne occupano moltiplicando interviste e commenti. Con collera, si pronuncia una frase: È mostruoso!

Certo, il crimine è orribile, e bisogna denunciarlo con fermezza. Ma io ho soprattutto vergogna. Vergogna per ciò che è accaduto, e anche perché anch’io sono un essere umano. Lo afferma la Bibbia quando dice che io ho la stessa natura di quel criminale. Posto nelle stesse condizioni, chissà cos’avrei fatto.

La storia dell’umanità è piena di orrori e di atti di estrema crudeltà, ma ogni credente può confessare a Dio il male che cova nel suo cuore. Perché? Perché solo la certezza di essere perdonati dà la lucidità e il coraggio di riconoscere davanti a Lui le radici profonde del male. Più a fondo conosciamo il Signore, più capiamo quanto la nostra natura umana è lontana da lui. L’apostolo Paolo dice di essere “il primo dei peccatori”, ma dice anche che Cristo abita e vive in lui per mezzo della fede. Questo è fondamentale. Senza la fede in Cristo non c’è perdono possibile. Come credenti, possediamo due nature: una totalmente degradata, che è quella umana, e l’altra perfettamente santa, che è la vita di Cristo in noi. È nostra responsabilità che sia questa nuova vita a manifestarsi!


lunedì 15 giugno 2020

15 giugno

Non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall’arte e dall’immaginazione umana.

Atti 17:29

 

Dio è stato manifestato in carne.

1 Timoteo 3:16

 

Quale religione?

 

“La molteplicità delle religioni che sostengono di avere la verità mi lascia sconcertato. Non c’è forse in tutte un po’ di verità, anche se a volte si contrappongono?” Quante persone la pensano così, deluse dall’incredibile numero di religioni che ci sono nel mondo!

Chi ha sete di verità non può essere soddisfatto dalla confusione religiosa, ma può riconoscere nell’universo un’armonia e un’intelligenza tali che lasciano intravedere l’esistenza di una Verità unica che ci supera enormemente. E questa è Dio. Conoscere questa Verità si può, ed è sicuramente la cosa più importante. Il Dio che ha concepito l’universo sarebbe forse inaccessibile? No di certo! Da quando l’uomo esiste, Dio ha sempre cercato un contatto con lui. Dio ha voluto manifestarsi all’uomo. Se Egli mostra la sua potenza e la sua intelligenza nella creazione, ha da sempre parlato, e anche scritto, alle sue creature.

Alla fine, Dio si è completamente rivelato nella persona di Gesù venuto come uomo sulla terra. La sua vita perfetta ha manifestato le caratteristiche di Dio. Tramite lui, la nostra relazione con Dio è possibile. La base di questa relazione è Lui, il Salvatore, che “da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché com’è scritto: Chi si vanta, si vanti nel Signore” (1 Corinzi 1:30).


domenica 14 giugno 2020

14 giugno

Dopo che ebbe sofferto, (Gesù) si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio.

Atti 1:3

 

Memorie d’oltre tomba

Leggere Luca 16:19-31

 

Sperando che le sue memorie fossero pubblicate dopo la sua morte, François René de Chateaubriand le ha intitolate: “Memorie d’oltretomba”. Forse voleva dare in questo modo l’illusione di un suo messaggio proveniente dall’aldilà. Non sappiamo esattamente quali fossero le sue motivazioni, ma la scelta di quel titolo rivela chiaramente l’esistenza di un problema che in fondo turba ogni uomo: Cosa mi accadrà dopo la morte? Tutti desidererebbero ricevere un segno o una parola da quel luogo inaccessibile, ma nessuno ne è mai ritornato per descrivercelo! Così pensano in molti e, purtroppo, si fermano lì.

Eppure c’è un libro che ce ne parla, e la competenza di Colui che lo ha ispirato è innegabile poiché si tratta di Dio stesso. La Bibbia ci insegna che il corpo torna alla terra e lo spirito a Dio che l’ha dato (Ecclesiaste 12:9). La parabola proposta da Gesù in Luca 16 (v.19-31) ci descrive le due sole possibili condizioni per i defunti: o il riposo, per i credenti, o i tormenti, per gl’increduli.

Non nascondetevi dietro ad illusioni ingannatrici, e non tentate di eludere questo problema così importante. Cercate le risposte nella Bibbia. Vi troverete che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ci è venuto incontro come un uomo, che è morto per espiare i nostri peccati, ma è uscito vittorioso dal sepolcro. Credete in Lui e avrete oggi stesso la vita eterna.


venerdì 12 giugno 2020

13 giugno

 

Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù.

Romani 6:23

 

Dio… ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù.

2 Timoteo 1:9

 

Il versetto non era cambiato

 

Durante una riunione di evangelizzazione, una signora fu portata alla fede per mezzo del seguente testo biblico: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).

L’oratore scrisse il versetto su un biglietto, e lo diede alla donna che, tutta contenta, tornò a casa col suo bambino. Ma l’indomani mattina, quella madre si alzò scoraggiata: aveva trascorso una notte di lotte interiori, di dubbi, di timori. Quando il suo bambino le chiese che cosa avesse, scoppiò in lacrime dicendo: “Ieri credevo di essere salvata, ma oggi mi sento cattiva come prima!”

Il bambino, turbato, le rispose: “Mamma, aspetta, vado a vedere se il tuo versetto è cambiato!” Così corse a cercare il bigliettino e lesse il versetto. “Mamma, mamma – disse – è esattamente lo stesso di ieri”. La mamma guardò sorridendo il suo piccolo. Quella semplice fiducia infantile era bastata a convincerla. Lo prese fra le braccia, e ringraziò Dio che il suo prezioso versetto era sempre lo stesso e che la sua pace era fondata non sulle sue sensazioni, ma sulla parola eterna di Dio.

Non guardiamo al nostro triste stato di peccatori; riconosciamo davanti a Dio ciò che realmente siamo e affidiamoci a lui. Il suo amore non può cambiare. Il Signore Gesù stesso ci rassicura: “Le mie pecore… nessuno le rapirà dalla mia mano” (Giovanni 10:27, 28).


12 giugno

Se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era.

Giacomo 1:23-24

 

Abiti della domenica?

 

Alla fine di una riunione cristiana, una domenica, davanti alla folla, un uomo originario dell’Oceania pregò così: “Signore, non permettere che le buone parole che abbiamo appena udito facciano la fine dei nostri abiti di festa, che metteremo nell’armadio fino a domenica prossima. Fa’ che la tua verità penetri nei nostri cuori e resti indelebile come i nostri tatuaggi, fino alla fine della nostra vita”.

Questa preghiera non potrebbe anche essere la nostra? Spesso ascoltiamo la Parola di Dio e, commossi, facciamo dei buoni propositi… Ma subito dopo ricadiamo nell’ingranaggio della vita quotidiana, e non lasciamo spazio sufficiente a quell’intima meditazione che guarda “attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà” (Giacomo 1:25). Domandiamo a Dio di aprirci gli occhi per vedere le meraviglie della sua divina Parola (Salmo 119:18).

Non accontentiamoci, ascoltatori distratti, di essere o di apparire cristiani solo per un istante, come quando andiamo in chiesa! Per essere veri cristiani bisogna credere al sacrificio del Signore Gesù; andare in chiesa non è sufficiente. E se crediamo, questo deve vedersi nel nostro modo di vivere. Chi sono io? Chi sei tu, lettore? Siamo dei cristiani soddisfatti delle loro pratiche religiose o dei cristiani che riconoscono che Cristo è morto per cancellare i loro peccati? Desideriamo noi onorare il nostro Signore nella nostra vita quotidiana, a casa, in fabbrica, a scuola o in ufficio, così come facciamo ogni domenica?


giovedì 11 giugno 2020

11 giugno

 

Negli ultimi giorni… gli uomini saranno egoisti… ingrati, irreligiosi, insensibili.

2 Timoteo 3:1-3

 

Egli (Dio) è buono verso gli ingrati e i malvagi.

Luca 6:35

 

Siamo degli ingrati?

 

L’ingratitudine è una caratteristica della nostra epoca. L’uomo del 21° secolo, nei nostri Paesi, pensa che tutto gli sia dovuto; sa parlare solo dei propri diritti, e considera come dovute tutte le conquiste sociali e gli aiuti collettivi di cui beneficia. Molti pensano che, poiché pagano le tasse, sono liberi da ogni debito di riconoscenza per tutti i privilegi di cui godono. Ma si può davvero in questo modo ripagare l’impegno di tutti coloro che ci assistono e si occupano di noi e dei nostri famigliari, che ci istruiscono nelle scuole, che ci curano negli ospedali, che ci offrono tanti servizi?

L’essere umano è fondamentalmente ingrato, e lo è ancora di più nei confronti di Dio. Come potremmo fare una lista dei Suoi numerosi favori? Il fatto stesso che metta a nostra disposizione il Suo meraviglioso creato, con tutte le sue innumerevoli risorse, è una prova d’amore. Quando poi abbiamo buona salute, lavoro, nutrimento, alloggio, pace in famiglia, non c’è forse da ringraziarlo?

Ma la peggiore ingratitudine è quella di rifiutare o di sottovalutare il dono che Dio ci ha fatto del suo unico Figlio. Se l’ingratitudine verso i nostri simili porta come conseguenza un aumento dell’egoismo e una diminuzione della dedizione e della carità, l’ingratitudine verso Dio avrà una conseguenza ancora più grave perché porta alla perdizione eterna.

Apri gli occhi, caro lettore, per discernere i benefici ricevuti, apri il cuore per contraccambiare Dio col tuo amore, e apri la bocca per ringraziarlo ogni giorno.


mercoledì 10 giugno 2020

10 giugno

Ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita… in quel tempo eravate senza Cristo… estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora… voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.

Efesini 2:11-13

 

Il muro di separazione

 

Dio, nella sua sovranità, fra tutti i popoli della terra ne scelse uno che desiderava colmare di benedizioni. Per mezzo di questo popolo, voleva benedire tutta la terra (Genesi 12:2-4). Dio non ha scelto il popolo più numeroso né il più potente (Deuteronomio 7:7). La sua scelta sovrana si è orientata sulla stirpe di un uomo fede, Abraamo. Secondo il Suo pensiero, quel popolo doveva abitare solo e non essere contato fra le nazioni (Numeri 23:9). Una specie di “muro” di separazione era posto fra Israele, popolo di Dio, e le altre nazioni che adoravano gl’idoli. Ma malgrado questa separazione, leggiamo nella Bibbia che, nel corso della storia, la misericordia e l’amore di Dio si sono estesi anche al di fuori di Israele. Rut la moabita e Naaman, un ufficiale siriano, ad esempio, hanno ottenuto benedizioni particolari.

Purtroppo, però, col passare dei secoli anche questo popolo prescelto da Dio ha gravemente disubbidito, come tutti gli altri popoli. Dio allora decide di estendere la sua misericordia a tutti (Romani 11:32). Egli ha mandato suo Figlio Gesù il quale, col suo sacrificio, “ha abbattuto il muro di separazione” (Efesini 2:14) e ha aperto il cielo a tutti quelli che, riconoscendosi colpevoli davanti a Dio, credono nell’opera espiatoria di Cristo. Per questo il Vangelo è annunciato al mondo intero, e ben presto tutti i credenti riuniti in cielo, provenienti da “ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Apocalisse 5:9), canteranno alla gloria del loro Redentore.


martedì 9 giugno 2020

09 giugno

 

Ecco, è per la mia pace che io ho avuto grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della decomposizione, perché ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati…

Il SIGNORE mi salva!

Isaia 38:17, 20

 

Era perduto ed è stato ritrovato.

Luca 15:32

 

In una trincea a Verdun nel 1916

 

Sebbene allevato da genitori cristiani, il giovane Wilhelm Busch non dimostrava alcun interesse per le cose spirituali. Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) fu inviato al fronte dove partecipò ai terribili combattimenti di Verdun. La morte lo sfiorava ogni giorno, ma la sua coscienza restava insensibile agli appelli che Dio gli rivolgeva.

Un giorno, seduto in trincea con un suo compagno, stava raccontando una barzelletta quando all’improvviso il frammento di una granata colpì al cuore il suo amico. Il giovane cadde morto.

“Mi vedo ancora nella trincea – racconta Wilhelm – davanti al corpo esanime del mio amico. Dicevo a me stesso: Ora lui è davanti a Dio. Se fossi stato seduto al suo posto, ora ci sarei io davanti a Dio. Giunsi le mani come facevo da bambino e balbettai: Signore, non permettere che io cada nel combattimento prima di avere la certezza di non andare all’inferno”.

Qualche giorno dopo, solo, all’interno di una casa in rovina, Wilhelm leggeva il Nuovo Testamento. Si mise in ginocchio e pregò: “Sono un peccatore. Non posso prometterti nulla, ma non vorrei andare all’inferno. Signore Gesù, io credo in te e so che solo grazie al tuo sacrificio posso avere la pace con Dio…”. Da quel momento non aveva più paura; aveva trovato il Salvatore e aveva imparato a conoscerlo.

Finita la guerra, si mise al servizio del suo Maestro per annunciare la buona notizia della salvezza a coloro che erano ancora lontani da Lui.


lunedì 8 giugno 2020

08 giugno

Gesù… è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.

Romani 4:24, 25; 5:1; 8:1

 

Certezze

 

Josè era un ragazzo di paese. Non si era quasi mai mosso dal suo villaggio natio. Non aveva grandi possibilità, ma era sempre disposto a rendersi utile. Era un cristiano la cui testimonianza non lasciava indifferenti quelli che avevano a che fare con lui.

Il giorno del suo funerale, era presente una folla numerosa e commossa. Tutti ascoltavano il Vangelo che veniva predicato e le cose dette a ricordo della sua dedizione. Alcuni pensavano che le sue buone opere gli avrebbero assicurato un posto in paradiso. Altri ne dubitavano, non essendo nemmeno certi che il paradiso esistesse davvero.

Ma ecco che la Bibbia, con autorità, parlò alle loro coscienze: “L’uomo non è giustificato per le opere della legge, ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù” (Galati 2:16). “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede… Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8, 9). Queste dichiarazioni della Parola di Dio sono il fondamento sicuro della salvezza. L’apostolo Giovanni dice: “Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (1 Giovanni 5:13). Che certezza meravigliosa! Le opere il credente le compie non per essere salvato, ma per riconoscenza a Dio e per testimonianza al suo amore. “Quello che vale è la fede, operante per mezzo dell’amore” (Galati 5:6).

Poco dopo aver ascoltato questo messaggio, una persona confessò: “Voi che credete avete delle certezze che noi non abbiamo”. Era vero, ma queste certezze è Dio che le dà, e possono essere di tutti quelli che hanno fede in Cristo. “Chi crede nel Figlio (di Dio) ha la vita eterna” (Giovanni 3:36).


sabato 6 giugno 2020

07 giugno

Quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi.

Matteo 19:6

 

Si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio.

Atti 16:34

 

Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti.

Ebrei 13:4

 

Fedeltà coniugale

Marco 10:2-12 (Leggere Matteo 19:3-12)

 

Interrogato sull’argomento del divorzio, Gesù risponde andando alle origini: “Al principio della creazione Dio li fece maschio e femmina” (Marco 10:6).

La complementarità fra l’uomo e la donna è fondamentale fin dall’inizio, è un dono del Creatore. Una profonda, felice e intima comunione si forma e si mantiene col dono reciproco dei coniugi. Per questo, prosegue Gesù, “l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne”. E insiste ancora: “Così non sono più due, ma una sola carne” (v. 7-8).

Quest’unità è lo scopo finale del progetto di Dio quando ha creato la razza umana, uomo e donna. Dio ha voluto così per la felicità delle sue creature. Non si tratta soltanto di un comandamento. Per questo Dio aggiunge: “Quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi”. Quest’ordine è dato a tutti, uomini e donne, responsabili davanti al loro Creatore di ubbidire e di sottomettersi.

Amici cristiani, la fedeltà coniugale è una testimonianza a ciò che Dio ha previsto per la serenità, l’equilibrio, il benessere dell’uomo e della donna. Se siamo sposati, ricordiamoci che tutte le risorse di Dio sono a nostra disposizione per rendere la nostra unione felice e viva, in modo che i nostri figli possano crescere e svilupparsi in un ambiente che trasmette loro amore e sicurezza. Domandiamo a Dio di aiutarci a mantenere la nostra coppia unita e ad essere testimoni del suo amore e della sua saggezza.


06 giugno

Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.

Efesini 4:32

 

Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.

Colossesi 3:13

 

Il perdono liberatorio

 

Omaha Beach, 6 giugno 1944. Le forze alleate sbarcano sulle coste della Normandia. I 40 soldati del mezzo da sbarco PA 3-37 devono percorrere 500 metri allo scoperto prima di mettersi al riparo. In pochi minuti 39 di loro cadono sotto la mitragliatrice di Fritz Wunderlick. Uno solo sopravvive: l’americano Stargell. Per Fritz ha inizio una vita da incubo. 58 anni più tardi, ancora ossessionato dal ricordo di quella strage, guarda un documentario sullo sbarco. È sotto choc: sullo schermo, il solo sopravvissuto racconta la tragedia del mezzo da sbarco. Fritz decide di andarlo a trovare. Al momento del loro incontro, gli dice: “Sono Fritz Wunderlick, avevo 17 anni il 6 Giugno del 1944 quando feci fuoco sul mezzo PA 3-37. Ho fatto questo viaggio per domandarle di perdonarmi per quell’atto orribile che ossessiona le mie notti”. I due uomini si gettano uno nelle braccia dell’altro e piangono, uno dal rimorso, l’altro dalla gioia di perdonare. Stargell crede in Dio dal momento di quel dramma, e Dio lo ha liberato dall’odio e lo ha aiutato a ricostruirsi una vita.

Ogni uomo è nemico di Dio. Ha bisogno di perdono, di riconciliazione. Dio accorda il perdono a chi si pente dei propri peccati e crede che Gesù Cristo è morto sulla croce per cancellare i peccati: “Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo” (Romani 5:10).

Conoscendo il perdono di Dio, il cristiano è pronto a perdonare chi gli fa un torto. A volte è un percorso doloroso, ma la grazia di Dio guarisce il cuore e lo spirito.


venerdì 5 giugno 2020

05 giugno

Le sue opere sono splendide e magnifiche… Ha lasciato il ricordo dei suoi prodigi.

Salmo 111:3, 4

 

Il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è dato per voi, fate questo in memoria di me”.

1 Corinzi 11:23, 24

 

Un ricordo per le generazioni future

 

Si sta inaugurando il museo commemorativo dello sbarco alleato del 1944 in Normandia. Un giornalista intervista un insegnante invitato coi suoi alunni a quella cerimonia: “Pensa che i suoi allievi siano interessati alla guerra?”

– Certamente, e anche un po’ troppo! Alcuni sono affascinati dalle armi.

– Allora è utile portarli in questo museo?

– Sì. Se vogliamo evitare che tragedie come quelle che abbiamo conosciuto noi si ripetano, dobbiamo mantenere il loro ricordo ben presente nella mente dei nostri ragazzi”.

Anche Dio ci invita a ricordarci, non tanto del male che hanno fatto gli uomini, ma di ciò che Egli ha fatto per noi. È il memoriale che Gesù ha lasciato ai cristiani affinché non dimentichino il prezzo da lui pagato per la loro salvezza. La domenica, Gesù invita ogni cristiano a partecipare a un pasto molto semplice, del pane e del vino, simboli del corpo e del sangue del Salvatore, dati per noi alla croce. Sono ben venti secoli che i cristiani si ricordano in questo modo di Gesù Cristo nei luoghi più svariati: chiese, templi, case, e anche prigioni, grotte, foreste isolate, talvolta in segreto e a rischio della vita.

Amici credenti, non dimentichiamo fino a che punto è arrivato per noi l’amore del nostro Salvatore! Non sono le parole che contano, né le buone intenzioni. Soltanto i fatti dimostrano la realtà della nostra fede e del nostro impegno. Cerchiamo dunque di essere presenti là dove ci si ricorda del nostro Signore, e partecipiamo con adorazione al suo memoriale.


giovedì 4 giugno 2020

04 giugno

 

La cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono.

Matteo 27:51

 

Si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra dell’entrata (del sepolcro) e vi sedette sopra.

Matteo 28:2

 

Terremoti

 

I terremoti sono fenomeni naturali, ma Dio può servirsene per attirare la nostra attenzione su fatti di alto valore spirituale.

La Bibbia racconta di molti terremoti, e ci dice che la terra ha anche tremato in un momento molto importante della storia del mondo: alla morte del Figlio di Dio. Quando Gesù, subendo volontariamente il castigo di Dio per i peccati degli uomini, rese lo spirito emettendo un gran grido, la terra tremò. Lo stesso Vangelo ci riporta che la domenica mattina, due giorni dopo, la terra tremò di nuovo, nel momento in cui un angelo – messaggero di Dio – annunciò la notizia più stupefacente che orecchio umano avesse mai udito: “Gesù è risuscitato”. Questi due grandi avvenimenti sono stati così accompagnati da un sussulto della terra, come se il Creatore dei mondi volesse attirare l’attenzione degli uomini.

Ma se un terremoto ha segnalato la morte di Cristo e un altro la sua risurrezione, i Vangeli ci dicono che vi saranno molti terremoti alla fine dei tempi (Matteo 24:7). Gesù ha promesso che ritornerà sulla terra per stabilire il suo regno di giustizia e di pace, ma questo ritorno sarà preceduto da fenomeni inspiegabili e da terremoti in diversi luoghi della terra (Luca 21:11-27). Coloro che non avranno voluto riconoscere Gesù Cristo come loro Salvatore dovranno allora incontrarlo come Giudice (Atti 10:42). Ma oggi è ancora un giorno di grazia! Non è troppo tardi per mettersi in regola con Dio e scampare ai sui giudizi.