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lunedì 30 novembre 2020

Il paese è sterile

“Gli abitanti della città (Gerico) dissero a Eliseo: Ecco, il soggiorno in questa città è gradevole, come vede il mio signore; ma le acque sono cattive, e il paese è sterile” 2 Re 2:19. 

La missione di grazia di Eliseo inizia da Gerico, città sotto maledizione: “Sia maledetto, davanti al SIGNORE, l'uomo che si alzerà a ricostruire questa città di Gerico! Egli ne getterà le fondamenta sul suo primogenito, e ne rizzerà le porte sul più giovane dei suoi figli” Gios:6:26. Il soggiorno nella città era gradevole, ma le acque erano malsane e la terra sterile. Un po' come è il mondo, talvolta gradevole esteriormente, ma contrassegnato dalle  conseguenze del peccato; le sue risorse non danno una vera soddisfazione. Il mondo promette molto ma non porta a nulla; non può rispondere ai veri bisogni dell'uomo.

Si è immaginato che il miglioramento delle condizioni di vita, ovvero rendere il nostro paese “gradevole”, avrebbe reso le persone più felici ma non si può essere felici in un paese “sterile”, privo di vita. Gli agi materiali non bastano. 

La felicità, ci insegna la Bibbia, non consiste del rincorrere le ricchezze materiali o nel successo, ma nel vivere in buona relazione con Dio e con i nostri simili. Tali relazioni danno alla vita il suo vero senso. Il compositore Ciaikovski conobbe la celebrità e con essa gli agi, tanto nel suo proprio paese, la Russia, quanto attraverso il mondo intero. Eppure, il suo trionfo non poté liberarlo dallo stato di depressione da cui era continuamente afflitto. “Le acque” che beveva rimanevano “cattive” ed egli, malgrado tutto, rimaneva un uomo angosciato e solo.

Gli abitanti ebbero la fede necessaria per beneficiare della grazia che Eliseo stava portando. Il profeta chiede che gli sia portata un recipiente “nuovo” con del sale. Occorreva l'introduzione di qualcosa di “nuovo” e questo è Cristo. Lui solo può trasformare le nostre vite, purificandoci da tutto ciò che è morte. Il sale, è un elemento che preserva dalla corruzione, è stato introdotto in noi.

“Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca; chi è nato da Dio preserva se stesso” 1 Giov. 5:18.

Credere in Dio ci porterà  in una condizione completamente nuova. La nuova nascita non può produrre qualcosa di offensivo per Dio e il nostro impegno deve essere quello di continuare ad camminare nella condizione di nati di nuovo.

30 novembre - Chi manterrà la sua corona?

Attorno al trono c'erano ventiquattro troni su cui stavano seduti ventiquattro anziani vestiti di vesti bianche e con corone d'oro sul capo… Gettarono le loro corone davanti al trono, dicendo: “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza”.

Apocalisse 4:4, 10-11

 

Chi manterrà la sua corona?

 

Quando fu incoronato imperatore, Napoleone I non volle farsi mettere la corona dal papa, ma gliela prese di mano per incoronarsi da sé! Mostrò così che non voleva ottenere la corona da nessun altro se non da se stesso, non riconoscendo nessuno più grande di lui. Solo qualche anno più tardi dovette abbandonare quella corona di cui andava così fiero; a 45 anni venne deposto e, come sappiamo, trascorse il resto della sua vita prigioniero in un’isola sperduta in mezzo all’oceano.

Che contrasto con gli “anziani” che troviamo nelle visioni dell’Apocalisse, che rappresentano i credenti nel cielo. Essi sono seduti su dei troni perché regnano con il Signore. Quanto è grande la grazia di Dio! Uomini che erano lontani da lui sono stati vivificati, per mezzo dell’opera di Cristo, e rivestiti di corpi gloriosi simili al suo. Sono stati resi degni di partecipare al governo celeste, di sedere su troni e di portare delle corone.

Ma le corone che portano, essi sanno di non averle ottenute grazie ai propri meriti; così, quando il Signore appare loro nella sua gloria di Creatore, si prostrano e le depongono ai suoi piedi. Quelle corone le hanno ricevute per l’eternità, ma le offrono al loro Signore che li ha amati fino a morire per loro, e al quale devono tutto. A Lui solo sia la gloria! (Isaia 52:13) 

domenica 29 novembre 2020

Da lontano...

“Dopo averlo arrestato, lo portarono via e lo condussero nella casa del sommo sacerdote; e Pietro seguiva da lontano. Essi accesero un fuoco in mezzo al cortile, sedendovi intorno. Pietro si sedette in mezzo a loro. Una serva, vedendo Pietro seduto presso il fuoco, lo guardò fisso e disse: Anche costui era con Gesù. Ma egli negò, dicendo: Donna, non lo conosco.” Luca 22:54-57.

Era leale … da lontano.

Essere vicini al Signore può creare delle difficoltà.

Certo che seguirlo da lontano ne limita molto l'intensità. Certo che continuiamo a seguirlo, ci mancherebbe ma, da lontano. Poi hai suoi vantaggi, possiamo confonderci con la folla e se diciamo delle cose che non vanno o abbiamo un atteggiamento sbagliato quelli che camminano “vicini” a Lui non ci sentono, per questo che preferiamo rimanere lontani pensiamo che questa distanza ci consenta di non essere visti.

Ma qui è ben specificato e il Signore, voltatosi, guardò Pietro .

Pietro sarà ricordato perché lo ha rinnegato? O perché si era addormentato quando doveva pregare? O quando fuggì lasciando catturare il Signore? No! Pietro pianse e si pentì e tutto fu cancellato e il suo cammino da discepolo riprese.

Non riuscì a stare lontano, quando si sparse la voce che la tomba era vuota. Fu il primo ad uscire. Quando il Signore fu riconosciuto sulla riva fu il primo a tuffarsi dalla barca. Predicò Cristo durante la Pentecoste. Il Signore non ha mai preteso che fossimo perfetti ma vuole che andiamo a da Lui quando cadiamo per confessare le nostre mancanze e ripristinare la  comunione con Lui. Il peccato innalza una specie di barriera fra noi e Dio, ma può essere abbattuta tornando a Cristo consapevoli della nostra caduta per ottenere il suo perdono e riprendere il nostro cammino.

29 novembre - Tante religioni ma un solo Salvatore

(Paolo dichiarò agli Ateniesi:) “Passando… ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio”.

Atti 17:23

 

Tante religioni ma un solo Salvatore

 

In un settimanale religioso abbiamo letto: “Ci sono molte strade che portano a Dio, ma il cristianesimo è la migliore”. Quest’opinione moderna è probabilmente attraente, ma è accettabile?

Nelle loro diversità, le religioni hanno un punto in comune: il bisogno dell’essere umano di superare se stesso, di penetrare in ciò che è più grande di lui, di avere risposte alle questioni essenziali: il male, la morte, la sofferenza, l’aldilà… Dobbiamo dire però che questa ricerca legittima, universale e a volte appassionata, della verità sul senso della vita, non può trovare soluzione nell’uomo. Possiamo conoscere Dio solo attraverso ciò che Egli ci rivela di sé. Anticamente, Dio ha parlato per mezzo dei profeti, poi è sceso fino a noi nella persona di Gesù Cristo. Gesù non ha detto che “il cristianesimo è la via”, ma ha affermato: “Io sono la via, la verità e la vita;” ed ha aggiunto: “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Non ci ha trasmesso una religione, ma è venuto Egli stesso; è venuto a rivelarci il cuore di Dio. In Gesù e per mezzo di Gesù, Dio ci ama e ci chiama a sé. “Non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).

Gesù Redentore mandasti fra noi,

o Padre d’amore che salvi ci vuoi!

Per noi sulla croce fu fatto peccato;

è netto e salvato che crede in Gesù.


sabato 28 novembre 2020

Proteggersi

Proteggersi: è la parola chiave del nostro tempo. Se ne fanno senza restrizioni degli slogan pubblicitari. Assicuratori e industriali specialisti della protezione in tutti i campi si fregano le mani compiaciuti. La paura, infatti, ci bracca ininterrottamente.

Già i primi uomini accendevano dei fuochi per allontanare gli animali selvatici. Poi l'uomo ha iniziato ben presto a proteggersi dai suoi simili, perché si è reso conto che anche da quella parte il pericolo era sempre in agguato! Si è messo allora a fabbricare delle armi, delle armature, ha costruito fortificazioni, ha addestrato eserciti. Più tardi, quando l'industrializzazione si è sviluppata, consapevole che l'unione fa la forza, si è organizzato per proteggersi sindacalmente dalla miseria sociale.

Oggi l'uomo vuole proteggersi da tutto. In primo luogo da se stesso. Protegge i diritti di autore, le automobili, gli investimenti bancari, i dati informatici, ed infine protegge pure i sistemi di protezione. Ma i secoli gli hanno insegnato che, infondo, il predatore più grande, il più terribile è lui.  E' così distruttivo che adesso si trova costretto a proteggere gli molte specie di animali, che a causa sua sono in via di estinzione, il clima che ha contaminato, le foreste che stanno svanendo e con loro il riciclo dell'ossigeno e perfino i mari che sono sempre più inquinati.

Così ha sempre più paura di quello che lui stesso può produrre. Sa che il nemico da combattere può provenire dall'infinitamente piccolo, da un virus che può seminare terrore nel mondo intero o dall'incredibile quantità di armamenti che ogni nazione continua ad ammassare e migliorare nel tentativo di renderle sempre di più letali. Certo la paura dell'uomo è ben giustificata e anche la sua ricerca di sistemi di protezione. La causa di tutto questo è da ricercarsi nelle azioni dell'uomo, è lui il predatore più pericoloso, è lui il distruttore per eccellenza. Già questo sarebbe un ben triste quadro ma l'uomo è andato ben oltre. Egli si è reso nemico di Dio. L'unico che poteva aiutarlo. L'unico che può e che vuole intervenire nella sua vita. Non è tornato a Lui. Non lo ha cercato.

“Dio guarda dal cielo i figli degli uomini per vedere se c'è una persona intelligente che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno” Salmi 53:2-3.

Non solo non lo ha cercato ma ha rinnegato i suoi valori. Lo ha offeso con le sue azioni, con i suoi pensieri, ha rifiutato i suoi inviti a tornare a Lui. Eppure ha una assoluta necessita di “protezione”. Solo Dio può intervenire agendo direttamente sulla “fonte” del problema: il cuore dell'uomo, che è insanabilmente malvagio. Non ha bisogno di qualche ritocco qua e là ha bisogno di un cambiamento totale. Deve accettare il rinnovamento e la sicurezza che offre l'opera della croce.

“Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” Ebrei 2:3.

28 novembre - Stolto!

Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata”… Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio.

Luca 12:20-21

 

Siate pronti.

Luca 12:40

 

Stolto!

A chi si rivolge, in questo modo, Dio? Ad un uomo che sembrava essere pieno di buonsenso. I suoi campi stavano per dare un raccolto molto abbondante, e lui pensò di costruire dei magazzini adatti. Non esitò ad abbattere i suoi granai ormai troppo piccoli e a costruirne dei più grandi. Sembrerebbe una buona gestione degli affari. Quell’uomo pensò pure che, in seguito, avrebbe potuto ritirarsi dalle sue attività per godersi  finalmente la vita.

Saggezza? Previdenza? Niente affatto! Quell’uomo ha dato prova di grande stoltezza: credeva di aver fatto, per il futuro, dei piani ragionevoli, ma aveva trascurato l’eternità!

Ed ecco che Dio pone fine a tutti quei progetti, interrompe in un attimo quella vita così prospera. Cosa porterà con sé, nell’aldilà, quell’uomo? Niente. “Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla” (1 Timoteo 6:7). Nell’ingranaggio della quotidianità, occupato nelle sue attività, ha ammassato tesori per se stesso, ma ha completamente trascurato ciò che aveva di più prezioso: la sua anima! Oppure, forse, credeva di poterla soddisfare con i suoi beni materiali: “Dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti” (Luca 12:19). L’anima, che è immortale e ha bisogno di cibo spirituale, ha bisogno della ricchezza di Dio (Luca 12:32-34) .

Meditiamo sull’esperienza di quel ricco e chiediamoci sinceramente su cosa si appoggiano le nostre certezze per il presente e per il futuro.

venerdì 27 novembre 2020

Determinato consiglio

“Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste” Atti 2:22-23.


L'hai notata?

E' l'espressione più solenne del paragrafo. E' l'affermazione che contiene l'essenza del piano di Dio, quella le cui radici affondano nell'eternità.

Essa dà forma, sostanza e descrive il vero prezzo che Dio ha pagato per averci come suoi figli.

Quale espressione? 

“il determinato consiglio e la prescienza di Dio”.

La verità è lampante. La croce non è stata un imprevisto. Il Golgota non fu un incidente di percorso. La morte del Figlio di Dio non è catalogabile nella cartella dei rischi inattesi.

Fu una scelta precisa “Piacque al Signore di fiaccarlo con i patimenti” Isaia 53:10.

La croce faceva parte del progetto iniziale di Dio. Il progetto della salvezza. Era inserita nel progetto denominato “assolutamente necessario per gli uomini”.

Nel momento in cui il frutto proibito toccò le labbra di Eva, l'ombra della croce apparve all'orizzonte.

Puoi chiamarlo come preferisci. Un atto di grazia. Un piano di redenzione. Ma comunque lo chiami, non chiamarlo un incidente. 

Perché non lo fu. Era il determinato consiglio di Dio per la salvezza degli uomini.

27 novembre - Gesù è risuscitato

Un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse: “… Io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato”.

Matteo 28:2, 5-6

 

Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù.

Atti 4:33


Gesù è risuscitato

 Le predicazioni di Pietro e di Paolo riportate nel libro degli Atti affermano con forza la realtà della risurrezione del Signore Gesù. Parlano molto della sua morte, ma ancora di più della sua risurrezione. La sua morte avrebbe potuto essere considerata come quella di un martire, una fra tante, ma la risurrezione gli conferisce un carattere divino che lo differenzia da chiunque altro. Essa dimostra la vittoria di Cristo su Satana, sulla morte e sul mondo. La morte e la risurrezione di Cristo formano un tutt’uno e sono inscindibili. Gesù è morto, ma la morte non poteva trattenerlo. Mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo è stato “dichiarato Figlio di Dio” (Romani 1:4). Essa dimostra inoltre che Dio è rimasto completamente soddisfatto dal suo sacrificio in croce.

La sua risurrezione è anche la garanzia della risurrezione dei credenti: “Colui che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti, vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Romani 8:11). “Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta” (1 Corinzi 15:23).

“Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:8-9).

Di fronte alla gloria di Cristo possiamo solo inchinarci e adorare.

giovedì 26 novembre 2020

Stress

Stress è un termine di moda. L'uomo moderno, ancor più nelle grandi città, è stressato dal mattino alla sera. Chiamato a vivere in un mondo rumoroso ed agitato, tra le attività febbrili di questa epoca in cui la tecnica impera, siamo in pericolo di essere presi nell'ingranaggio di un esistenza costantemente sotto pressione, spendendo le nostre energie nel fare file, a correre da una parte all'altra o spostarci in mezzo ad un traffico sempre più intenso.

I nostri problemi ci rincorrono e il tempo ci sfugge e finiamo per porre mente solo all'immediato, perdendo il senso della direzione del nostro cammino. Divorati dall'inquietudine non solo rischiamo di rovinare il rapporto con i nostri cari ma perdiamo il senso della vita stessa. Ma durante quest'anno, 2020, le cose si sono ulteriormente aggravate.

Secondo i dati di una ricerca condotta da Elma Research per conto di Angelini Pharma, il 65% degli italiani, durante il lockdown, ha sofferto di problemi psicologici e di stress anche gravi. Però una delle cose che ha attirato la mia attenzione in questa relazione scientifica è stata la seguente dichiarazione: Di fronte al pericolo la paura è nostra amica.

Quando si hanno dei forti timori riguardo la nostra salute si renderà necessario consultare un medico esperto ed è assolutamente necessario che il malato segua le seguenti le tappe:

- Riconoscersi malato.

- Consultare un medico competente.

- Ascoltare la sua diagnosi.

- Accettare la cura.

Questa procedura ci consentirà di vincere la nostra malattia ma è esattamente la stessa procedura che ci permetterà di guarire dalla malattia spirituale che è tipica di ogni essere umano. Perché non vi è dubbio, l'uomo è malato e il virus che lo ha infettato non lo ha contratto per “contatto” con un infetto, ma lo ha dalla nascita.

Chi può trattare questa malattia? Dio solo. “Fuori di me non c'è altro Dio, Dio giusto, e non c'è Salvatore fuori di me. Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro” Isaia 45:21-22.

Quale è la sua diagnosi? “Tutti hanno peccato (Rom 3:23)...Il salario del peccato è la morte (Rom.6:23)”

Quale è la ricetta medica? “il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù” Rom. 6:23.

Per guarire basta accettare il Suo dono e insieme hai nostri peccati se ne andranno anche le nostre paure e la nostra ansietà.

26 novembre - Gesù mi ha trasformato

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo.

2 Corinzi 5:17-18

 

Gesù gli rispose: In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio.

Giovanni 3:3

 

Gesù mi ha trasformato

 

“Il Cristo vivente mi ha donato ciò che nessun tribunale e nessun medico avrebbero potuto darmi: la garanzia che i miei peccati sono stati perdonati e che per me non c’è condanna, e la certezza che Egli mi ha guarito l’anima e si prende cura di me. Questo prima non lo sapevo, ma dalla mia conversione in poi le mie esperienze sono state numerose e così varie da darmi la convinzione che Gesù mantiene la sua promessa di essere vicino a colui che ha riscattato. Egli mi ha guidato nella lotta contro le debolezze del mio carattere, contro la mia pretesa e il mio rifiuto di riconoscere i miei limiti. Il Signore Gesù risuscitato agisce in me ogni giorno per trasformarmi e farmi vivere qualcosa della sua umiltà, della sua bontà e della sua verità”.

Questa è la testimonianza di un uomo particolare: prima delinquente, oggi cappellano militare e paracadutista. Tutti gli aspetti del suo carattere sono stati orientati ex novo da Cristo e sottoposti alla sua guida.

Abbiamo tutti bisogno di essere cambiati. Se invitiamo il Signore Gesù a entrare nella nostra vita, riconoscendo davanti a lui tutte le nostre colpe, Egli perdonerà anche i nostri peccati più nascosti, ci libererà da noi stessi e darà alla nostra esistenza un senso. Finalmente godremo della pienezza che solo lui può donare. Andare a Gesù con fede, vuol dire iniziare una nuova vita che trova le sue risorse in Dio. Questa nuova vita, sviluppandosi, ci porterà a manifestare le caratteristiche morali di Gesù Cristo stesso.


mercoledì 25 novembre 2020

La croce

“Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” 1 Pietro 2:24.

Quante cose si sono fatte della croce!

Come ornamento appesa a una catenina sta producendo molti guadagni alle gioiellerie. I bulli se la fanno tatuare sul braccio e altri la usano come talismano o portafortuna; proprio come chi usa un ferro di cavallo o un segno dello zodiaco.

Altri sembrano vedere nella croce una specie di arma segreta o di scongiuro per difendersi dalle influenze maligne. I calciatori sudamericani si fanno il segno della croce prima della partita, dopo aver segnato un gol o, dopo una sostituzione, come se questo rituale influisse sulla loro vittoria o sconfitta.

La maggior parte delle persone, però, vede nella croce un simbolo di pietà religiosa e la associa al battesimo, alle nozze, al funerale, alla chiesa, alla cappella o al cimitero.

C’è gente alla quale ribolle il sangue nelle vene quando si evoca la croce. La disprezzano e si arrabbiano perché hanno compreso che altro non è se non una specie di forca o un altro simile strumento di esecuzione capitale. Non concepiscono come si possa essere così stolti da scegliere come simbolo della fede cristiana proprio un segno di morte.

La scelta di una croce da parte dei cristiani come simbolo della loro fede, è sorprendente se ricordiamo l'orrore col quale la crocifissione era considerata nel mondo antico. Possiamo capire perché “il messaggio della croce” di Paolo era per molti dei suoi ascoltatori “scandalo”, persino “pazzia” (1 Cor. 1:18,23). Eppure esso fu scelto dai cristiani come elemento centrale della loro comprensione di Cristo. Non la nascita, né la sua gioventù, non l'insegnamento né il servizio, non i suoi molti miracoli né il regno, ma la sua morte, la sua crocifissione.

Paolo non esitò a definire l'evangelo che predicava “il messaggio della croce”, il suo ministerio la predicazione “del Cristo crocifisso”. Il Signore l'accettò e dovette abbassarsi fino ad essa “disprezzando l'infamia” (Ebrei 12:2).

Egli morì per noi. Oltre che necessaria e volontaria, la sua morte era altruistica e beneficiaria. Egli l'affrontò nel nostro interesse, non nel suo, certo di assicurarci così un beneficio che non poteva esserci garantito altrimenti. Ma tutto questo sembra essere svanito. L'uomo ha svuotato la croce di tutti i suoi valori e ne ha fatto un oggetto da bigiotteria, un talismano, ma la croce è il centro del cristianesimo è la risposta di Dio ai bisogni dell'uomo, l'accettazione dell'opera compiuta su di essa è e rimane l'unica via di salvezza per ogni uomo.

25 novembre - Gesù nella barca

Egli riduce la tempesta al silenzio e le onde del mare si calmano. Si rallegrano alla vista delle acque calme, ed egli li conduce al porto tanto sospirato. Celebrino il SIGNORE per la sua bontà.

Salmo 107:29-31

 

Gesù nella barca

 

Rileggiamo nel Vangelo il racconto in cui Gesù calma la tempesta (Matteo 8:23-27). Lui e i suoi discepoli sono su una barca che rischia di affondare a causa della burrasca. Rispondendo all’appello angosciato dei discepoli, il Signore si alzò, sgridò il vento ed il mare, e ci fu gran calma.

Se la tempesta si abbatte sulla tua vita, se il vento del dubbio o della paura infuria, porta con semplicità i tuoi problemi a Gesù. Ogni potere gli è stato dato sia in cielo che in terra, e ciò che ha fatto altre volte può compierlo ancora oggi, perché la sua potenza non è cambiata e neppure il suo amore. Dagli fiducia!

Dargli fiducia significa, prima di tutto, lasciarlo salire sulla tua “barca”, perché se Gesù non ha nessun posto nella tua vita, come potrà intervenire?

Chi è Gesù per te che leggi queste righe? Il più grande, il più santo, il migliore degli uomini? In questo caso, la sua potenza sarebbe limitata a delle dimensioni umane; ma se per te è ciò che dichiara la Bibbia, cioè il Figlio di Dio, il Salvatore degli uomini, la sua potenza è illimitata e, senza esitazione e senza timore, puoi affidargli la guida della tua vita.

Solo su te l’anima mia riposa

o Dio di grazia, Dio di carità,

perché non c’è nel mondo alcuna cosa

che separarci dal tuo amor potrà.


martedì 24 novembre 2020

Efod

Il capitolo di Esodo 28 ci parla dei paramenti che il sacerdote doveva indossare per potersi presentare davanti a Dio. La prima cosa che possiamo affermare è che se c'era un sacerdote è perché vi erano dei peccati, delle colpe ed era necessario che il sacerdote si presentasse dinanzi a Dio con il sangue di una vittima innocente per espiarle.

Il sacerdote era un uomo come gli altri, per questo era previsto che svolgesse il suo servizio indossando un indumento “particolare”, di grande valore agli occhi di Dio, e questo indumento era: l'efod.

Rappresentava il paramento sacerdotale per eccellenza, intessuto di filo violaceo (colui che è sceso dal cielo), porporino (veste dei re), scarlatto (avrebbe versato il suo sangue) e lino fino (uomo perfetto, senza peccato). Questo è ciò che gli occhi di Dio vedevano, ma non vi era solo questo:

Venivano aggiunte delle lamine d'oro intessute fra questa stoffa, violaceo, porporino, scarlatto e di lino fino (Esodo 39:3). Meraviglioso simbolo della gloria divina nascosta, velata, agli occhi degli uomini, ma non agli occhi della fede.

Le sue due parti erano unite insieme da due spalline che portavano incise, su due pietre di onice, i nomi delle dodici tribù. Sulle spalle che hanno portato la croce, il sacerdote, avrebbe portato il peso dei peccati del suo popolo.

Vi era anche un “pettorale”. Sorta di cuscino quadrato della stessa composizione di stoffa dell'efod sul quale spiccavano dodici pietre, una per ogni tribù. Oltre che sulle sue spalle, il suo popolo, stava anche sul suo cuore, oggetto del suo amore.

Poi vi era una cintura, segno di un servizio ( i vostri fianchi siano cinti Luca 12:35) che il sacerdote svolgeva del continuo a favore del popolo.

A completare il tutto vi erano una serie di anelli e catenelle che tenevano il pettorale ben fissato all'efod. “Si fisserà il pettorale mediante i suoi anelli agli anelli dell'efod con un cordone violaceo, affinché il pettorale sia al di sopra della cintura artistica dell'efod, e non si possa staccare dall'efod.” ver. 28. Niente è nessuno potrà separarci dall'amore che Cristo ha per noi.

24 novembre - Come il fuoco che brilla nel camino

Gesù le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva”.

Giovanni 4:10

 

Il SIGNORE è la mia luce e la mia salvezza… Il SIGNORE è il baluardo della mia vita.

Salmo 27:1

 

Come il fuoco che brilla nel camino

 

“L’unica cosa che ci consola nelle nostre miserie è il divertimento, e ciononostante, esso è la nostra miseria più grande… Il divertimento ci svaga, ma ci fa arrivare impercettibilmente alla morte.” (Blaise Pascal)

Ancor più oggi, rispetto ai tempi di Pascal, di divertimenti se ne propongono a iosa: nel cuore delle nostre case, attraverso la radio, la televisione, internet e i videogiochi; nelle nostre città, con i colori delle vie illuminate, delle vetrine addobbate e cartelloni pubblicitari allettanti che offrono prodotti e servizi sempre migliori.

Perché tutti questi “divertimenti”? Forse per provare a sfuggire al vuoto che abbiamo dentro? Eppure quel vuoto non può essere colmato da nulla di ciò che ci offre il mercato.

Quel vuoto causa tanta sofferenza, eppure, nonostante tutto, ha un aspetto positivo: ci fa prendere atto che non possiamo bastare a noi stessi, e che abbiamo bisogno di altro, o meglio, di un Altro; abbiamo bisogno di Dio.

Se, invece di stordirci nelle distrazioni, volgiamo il nostro cuore verso Dio, incontriamo l’amore, la gioia e la pace. Ma è indispensabile avere una relazione personale con Lui. Lo possiamo conoscere credendo nel Signore Gesù, che con il suo amore illuminerà la nostra vita, proprio come il fuoco che risplende nel camino nelle giornate buie. Alla sua luce, ogni cosa avrà un senso, e la casa ne sarà completamente riscaldata. L’amore di Dio è la risposta al mistero della nostra esistenza.


lunedì 23 novembre 2020

Non ci pensare

L'uomo non potendo vincere la morte, ha deciso di non pensarci più. (Pascal).

Questa decisione lo conduce a cercare diverse vie di fuga: evasione nel lavoro, nello sport, nei cosmetici per mascherare a gli altri e a se stesso l'età che avanza. Ma ecco che un giorno la morte sopraggiunge ugualmente, e per l'uomo, che non era creato per morire, è una vera tragedia al cui pensiero si rivolta ed è terrificato e così, come soluzione, ha deciso di non pensarci più.

Che essere straordinario è l'uomo.

Via Caracciolo, costituisce una parte del lungomare di Napoli. La grande strada è considerata una delle più belle litoranee del mondo. Il contrasto con le bellezze della città e il mare è straordinario, ma sullo sfondo si può scorgere il Vesuvio, così vicino, così inquietante, con la sua potenza in perenne attesa ma non estinta. Un tenue pennacchio di fumo ne testimonia la realtà. Eppure la folla che vive alle sue pendici, in balia dei suoi capricci, fa la sua vita come se non esistesse. Sembra che tutti abbiano dimenticato le precedenti città seppellite sotto le sue ceneri e la distruzione che provocò durante uno dei suoi “risvegli”. Ma “non pensarci più” non è evidentemente una soluzione. Chiudere gli occhi di fronte all'incidente inevitabile non impedisce a quest'ultimo di verificarsi.

In diversi programmi televisivi, la situazione del Vesuvio e di Napoli, è stata presentata in tutta la sua drammaticità e, con una vista panoramica, dall'alto, sono state inquadrate anche le splendide ville che sono state costruite fin sulle sue pendici. 

“Pensano che le loro case dureranno per sempre e che le loro abitazioni siano eterne; perciò danno i loro nomi alle terre” Salmo 49:11. 

Ovviamente i commenti dei vari esperti e di tutto il pubblico è stata unanime: follia, questo comportamento è pura follia. Vero. Eppure l'uomo si comporta esattamente così nei confronti di Dio e sul suo giudizio che incombe. Ha scelto di ignorare i continui segnali di pericolo che gli giungono. Ha scelto di non pensarci.

Ancora oggi la Bibbia avverte l'uomo della situazione di grave pericolo nella quale sta vivendo e gli offre in Cristo un “riparo” sulla roccia, sicura, che non può essere scossa.

Non percorrere la via degli stolti: “E disse loro questa parabola: La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: Che farò...ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” Luca 12:16-20.

Non rimanere indifferente di fronte alla pazienza e alla grazia di Dio, fermati, rifletti e accetta il Suo dono. I tuoi beni, le tue terre, i tuoi granai, un giorno, li dovrai lasciare per comparire nudo e solo dinanzi a Dio. Solo allora ti renderai conto di essere stato veramente uno “stolto” e che la tua vita l'hai vissuta ignorando completamente i continui richiami che ti erano giunti. Follia, penserai e avrai ragione!

23 novembre - Uomo, da dove vieni? Dove vai?

Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

Giovanni 17:3

 

Uomo, da dove vieni? Dove vai?

 

La Bibbia ci mette alla presenza di Dio fin dal primo versetto: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra” (Genesi 1:1).

Sulle origini della vita, su ciò che segue dopo la morte e su ciò che riguarda Dio, la scienza formula delle teorie che non si fondano su basi solide; la saggezza umana può fare solo delle ipotesi. Soltanto la Bibbia, parola di Dio, ci comunica la verità.

Essa ha ragione quando dichiara “insensato” colui che dice nel suo cuore: “Non c’è Dio” (Salmo 14:1). Ha ragione nel ripetere che bisogna riconciliarsi con Dio. Ha ragione anche quando dice che gli uomini si sono sviati nei loro vani ragionamenti e che “benché si dichiarino sapienti, son diventati stolti” (Romani 1:21-22). L’uomo ha voluto disinteressarsi di Dio, ha persino osato dire, attraverso uno dei suoi grandi filosofi: “Dio è morto”. Questa affermazione non fa altro che dichiarare la condanna di chi non crede, perché l’inferno è esattamente la sofferenza dell’assenza di Dio totale ed eterna.

In molti si rendono conto del vuoto morale e spirituale che impera nella nostra società, impegnata nell’incessante ricerca del piacere, che lascia un vuoto profondo nell’anima e il cuore assetato. Se questa è la vostra situazione, cercate Dio nella Bibbia, certamente lo troverete e voi vivrete! La vera vita, la vita eterna, è conoscere Lui.

Dio stesso vi verrà incontro, e adesso, ancora una volta, vi ripete: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 4:7).


domenica 22 novembre 2020

Solitudine

“Quando mio padre e mia madre m'avessero abbandonato, pure l'Eterno mi accoglierà” Salmo 27:10.


La solitudine è spesso la condizione predominante nella nostra cultura che ha come caratteristica il numero crescente di persone sole, private di ogni contatto umano per le più diverse ragioni. E' la contropartita dell'esistenza estenuante vissuta da persone del nostro tempo. Si aggraverà in seguito quando rimarranno private del loro congiunto per poi terminare la loro vita soli, senza scopo e senza speranza. Oppure la solitudine deprimente originata dalla disoccupazione, dalla malattia. Gli ospedali, le cliniche, le case di riposo sono sovrappopolate ma ogni individuo è spesso solo con la sua sofferenza o il suo problema. 

Una persona può essere sola in mezzo ad un party; può essere sola in una folla e sola in una spiaggia affollata. Può trascorrere gran parte della sua esistenza immersa fra la gente, scambiando rare parole con compagni occasioni o colleghi di lavoro ma restare sola.

La solitudine può essere l'esperienza del ricco e famoso e del povero e sconosciuto. La solitudine può inghiottire i moribondi e rendere le loro ultime ore una camera di tortura per l'abbandono. Un segnale di questo abbandono ha a che fare con il contatto fisico. All'inizio il bacio al caro ammalato viene dato sulle guance, poi scivola dolcemente sulla fronte, e la prossima volta viene scoccato dall'altra parte della camera.

E' ben triste dopo tutto ciò che abbiamo fatto o tentato di fare, dopo tutti i nostri sforzi, i nostri progetti e i nostri grandi sogni, constatare che abbiamo fallito e ora siamo rimasti soli. Soli ad affrontare le nostre paure, soli senza nessuno che ci consoli, soli senza nessuna via d'uscita.

La voce del Signore Gesù deve farsi udire in mezzo a queste persone. L'ingrediente più importante contro la solitudine è la speranza.

Nella Scrittura troviamo la nostra speranza e la fede e la fede ci consente di avere un legame con Dio più saldo che con qualsiasi altro. Egli rimarrà sempre a nostro fianco: “Dio stesso ha detto: Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” Ebrei 13:5.  Lui è la nostra speranza e il nostro consolatore.

22 novembre - Ricostruzione dei fatti

Non c'è nulla di nascosto che non debba manifestarsi, né di segreto che non debba essere conosciuto e venire alla luce.

Luca 8:17

 

Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo.

Romani 2:16

 

Ricostruzione dei fatti

 

I poliziotti, i magistrati, gli avvocati, i testimoni, un po’ più in là qualche giornalista… In mezzo a due guardie, il presunto assassino assiste, con lo sguardo a terra, alla ricostruzione dei fatti richiesta dal giudice. Pensava che non avrebbe mai dovuto rendere conto a nessuno del delitto commesso, ma ecco che invece è costretto a rivedere certi volti, a ripensare a quel crimine che la sua coscienza gli ha tanto rimproverato, e che avrebbe voluto cancellare e rimuovere totalmente dai suoi pensieri.

Ben presto, a richiesta della giustizia divina, verrà fatta la ricostruzione completa della vita di ogni individuo, e tutto ciò che era nascosto sarà svelato. Questa è una delle affermazioni più serie del Vangelo. Esiste una memoria infinita ed infallibile che registra tutti i nostri atti e i nostri pensieri, e un giorno li paleserà davanti al tribunale di Dio, dove sarà pronunciato un verdetto al quale nessuno potrà più fare appello.

Ma se è vero che c’è un Dio che sa ogni cosa e che giudicherà, è anche vero che c’è un Salvatore, suo Figlio Gesù Cristo. Lui conosce perfettamente tutti i nostri pensieri e i nostri atti, anche i più segreti, e ci invita ad andare a Lui, così come siamo, perché lui ha pagato per le nostre colpe. Grazie a Lui, Dio vuole e può perdonarci adesso. Se lo accettiamo non lo incontreremo un domani come giudice.  È oggi il giorno della salvezza; il domani non ci appartiene.

sabato 21 novembre 2020

Dio è per noi

“Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” Rom 8:31. 


Perché Dio è amore: mi ama così come sono, si occupa di me con tenerezza e fedeltà.

Perché Dio è sovrano: il suo amore e la sua benevolenza verso di me si esercitano sempre e comunque.

Perché Dio è saggio: conosce meglio di me ciò che mi è necessario.

Perché Dio è luce: Egli rischiara gli angoli più bui della mia vita per metterli in armonia con ciò che Egli è.

Perché Dio è onnisciente: conosce a che punto sono le mie relazioni con Lui; conosce dunque i miei bisogni interiori, i miei problemi, le mie pene, molto prima che tutto ciò si manifesti nella mia vita.

Perché Dio è onnipotente: mi protegge in ogni circostanza, può liberarmi dai lacci del nemico e rendermi vincitore.

Perché Dio è onnipresente: mi accompagna durante il mio cammino perché, grazie a Cristo, sono uno dei suoi figli.

Perché Dio è misericordioso: Egli da senza richiedere alcuna condizione preliminare, ma si rallegra nel vedermi apprezzare le benedizioni di cui mi colma gratuitamente e abbondantemente.

21 novembre - Che cosa cercate?

 Chi ama l'argento non è saziato con l'argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto.

Ecclesiaste 5:10

 

Signore… sulla terra non desidero che te.

Salmo 73:20, 25

 

Che cosa cercate?

 

“A cosa pensa il mondo?... A danzare, a suonare, a cantare… a far tornei… a farsi re senza pensare che cos’è un re e che cos’è un uomo.” (Blaise Pascal)

Le aspirazioni del cuore umano sono cambiate poco dall’epoca in cui visse il filosofo credente Pascal, quattro secoli fa. Oggi è più che mai attuale la ricerca frenetica del divertimento, del potere, della celebrità, della ricchezza…

“Pensare a farsi re”. Che tentazione quella di affermarsi per prevalere, per dominare, per possedere! Ognuno si crea il suo piccolo reame per esserne il capo. Questo desiderio di potere lo troviamo ovunque.

Ma sia che si tratti del piacere o del denaro, del potere, dell’impegno politico o sociale, niente di tutto ciò deve essere l’obiettivo della nostra vita! Bisogna prendere coscienza, il prima possibile, che siamo fatti per qualcosa di meglio. Noi siamo stati creati per Dio; allora, la nostra prima ricerca dovrebbe essere rivolta a Lui. Dio si rivela a chiunque va a Lui per mezzo della fede in Gesù Cristo. Voi potete incontrarlo leggendo i Vangeli; solo così troverete, in contrasto con le illusioni di questo mondo:

il Dio vivente e vero, che dimora eternamente,

– che ha fatto tutto il necessario per perdonare i peccati di coloro che si pentono,

– che vuole riempire il vostro cuore di pace e di speranza.

venerdì 20 novembre 2020

Raggi x

“La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. E non v’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto” Ebrei 4:12-13.


Nel 1895, il fisico tedesco Wilhelm Roentgen scopre un nuovo tipo di raggi, i raggi X. Questi raggi attraversano tutto il corpo e permettono di vedere quel che c’è all’interno. Da allora, i progressi della tecnica hanno perfezionato i mezzi di esplorazione del corpo umano: la TAC e la risonanza magnetica vengono oggi usate correntemente. Questa “trasparenza del corpo” permette di localizzare le cause di certe malattie e di curarle con successo. 

Ma resta impossibile per la scienza discernere i pensieri, le motivazioni, i desideri. Quanta ipocrisia, quanta finzione e pensieri malvagi si trovano in noi senza che nessuno se ne accorga! Nessuno… a parte Dio! Egli conosce di noi anche le cose di cui noi stessi non abbiamo consapevolezza; e vedendo tante cattive tendenze, i rancori, le falsità, l’odio, cosa farà? Ci respingerà? No, Dio vuole guarirci. Egli è il Medico dell’anima.

Quando leggiamo la Bibbia con onestà, siamo penetrati dalla luce divina, come accade al nostro corpo in occasione di una radiografia. Essa ci rivela cose che cerchiamo di nascondere agli altri e forse anche a noi stessi. E ci porta al pentimento, ci fa sentire il bisogno di cambiare vita per essere d’accordo con ciò che Dio dice. Contrariamente ai raggi X che, a dosi elevate, distruggono le nostre cellule, la luce della Parola di Dio produce guarigione e vita, e ci fa conoscere Gesù, “la vera luce che illumina ogni uomo” Giovanni 1:9.

20 novembre - Il libro della vittoria di Gesù Cristo

Io sono l'alfa e l'omega, dice il Signore Dio, colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente.

Apocalisse 1:8

 

Il libro della vittoria di Gesù Cristo

 

Il libro dell’Apocalisse, l’ultimo della Bibbia, è come un immenso dipinto che ci rivela come Gesù Cristo, vittorioso nel cielo, porterà a compimento il disegno finale di Dio. Il mondo va verso grandi tribolazioni, oltre che verso i giudizi di Dio, e già oggi la violenza e l’immoralità imperano parallelamente all’indifferenza verso Dio. Fra poco Dio interverrà in giudizio, ma attualmente nella sua pazienza offre ancora il perdono a chiunque crede in Gesù Cristo.

Satana non si opporrà per sempre ai credenti e non trascinerà senza limiti il mondo alla sua rovina, perché un giorno sarà definitivamente gettato “nel fuoco eterno”, preparato per lui e per i suoi angeli (Matteo 25:41). Allora tutte le potenze malvagie scompariranno.

Tutte le religioni che gli uomini hanno inventato, comprese quelle che pretendono di basarsi sulla Bibbia ma che “non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù” (2 Tessalonicesi 1:8), saranno giudicate.

Questo libro conferma le antiche profezie relative al Messia: Gesù Cristo regnerà, sarà “Re dei re e Signore dei signori” (Apocalisse 19:16).

Infine, questo libro dimostra che Dio ha sotto controllo tutti gli eventi, sia celesti che terrestri, e che tutto si svolgerà esattamente come lui ha decretato: l’unione di Cristo con la sua Chiesa nel cielo, il regno di giustizia e di pace di Cristo sulla terra, il giudizio dei morti; poi, i nuovi cieli e la nuova terra.

giovedì 19 novembre 2020

Un primato unico

Ebrei 11

In questo capitolo ci è dato un elenco con alcuni punti interessanti che hanno caratterizzato alcuni uomini di fede. Ma vediamo che per quanto essi brillino, non fanno altro che mettere in risalto il cammino ancora più spendente di Colui che in ogni cosa ha il primato.

“4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino” .

Avendo offerto i primogeniti del suo gregge, Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino. Ma quanto più eccellente è stato il sacrificio di Cristo che ha offerto se stesso a Dio, come un agnello senza difetto ne macchia e il cui sangue: “parla meglio del sangue d'Abele” Ebrei 12:24.

“5 Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio”.

Enoc, che visse qualche tempo dopo, non passò per la morte. Egli sfuggì alla morte senza averla vinta. Ma il Signore, invece, ubbidiente fino alla morte, vi è entrato liberamente, per volontà propria, e vi è entrato da vincitore.

E' pure scritto che  Enoc, prima che Dio lo prendesse, alla fine dei trecento anni, ha ricevuto la testimonianza di essere piaciuto a Dio. Ma il Signore ha ricevuto questa testimonianza al Giordano, prima che iniziasse il suo ministerio, a causa dell'eccellenza della sua persona. “Questo è il mio diletto figliolo nel quale mi sono compiaciuto” Matteo 3:17.

“7 Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia”.

Noè fu risparmiato dal giudizio del diluvio. Ma il Signore ha preso su di se il castigo che noi avremmo meritato e l'arca non è altro che una figura della croce che mette al riparo dal giudizio di Dio.

“8 Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì”.

Abraamo “essendo chiamato” ubbidì. Il Signore ha ubbidito spontaneamente, condividendo il pensiero del Padre:”Ecco, io vengo! ...desidero fare la tua volontà” Salmo 40:7-8. Qui c'è molto di più dell'ubbidienza. E' l'amore del Figlio per la volontà del Padre.

Abraamo, se ne andò in un luogo che più tardi doveva ricevere in eredità e nel quale abitò come in terra straniera. Il Signore, venuto in casa sua e respinto, si è trovato ad essere come uno straniero fra il suo popolo. Abraamo fu uno straniero onorato, un “principe di Dio” tra i figli di Heth (Genesi 23:6), ma il Signore è stato, in mezzo al suo popolo, uno straniero disprezzato, chiamato Nazzareno per ingiuria. Abraamo quando partì non sapeva dove sarebbe andato, ma il Signore: “si mise risolutamente in via per andare a Gerusalemme” (Luca 9:51), nella piena consapevolezza di dover essere dato nella mano degli uomini e ucciso.

“24 Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone” .

Mosè rifiutò un regno. Il Signore, trasportato su di un monte da Satana, ha rifiutato tutti i regni della terra.  Mosè rinunciò a qualcosa di sconveniente “di godere per breve tempo i piaceri del peccato”. Il Signore ha rinunciato, per tutta la sua vita terrena, alla sua gloria.

19 novembre - Portatore di notizie

Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annunzia la pace, che è araldo di notizie liete.

Isaia 52:7

 

(Cristo Gesù) con la sua venuta ha annunziato la pace.

Efesini 2:17

 

Portatore di notizie

 

In certi popoli dell’antichità, una legge barbara prevedeva l’uccisione del messaggero che avesse portato cattive notizie. Così, per esempio, il messaggero che correva dal campo di battaglia per portare al re la notizia della disfatta, una volta compiuto il suo compito, veniva sacrificato nella speranza di calmare l’ira degli dei. La sorte tragica di quei malcapitati faceva parte delle superstizioni degli uomini rudi di quel tempo, ma senza dubbio non aveva alcun potere per cambiare l’esito delle guerre. Se però la battaglia era stata vinta, il messaggero veniva coperto di fiori e portato in trionfo.

Dio, per annunciare la pace ai suoi nemici, quali noi tutti eravamo a causa del nostro peccato, ha mandato suo Figlio. Che notizia e che messaggero per annunciarla! Come è stato ricevuto? È stato inchiodato su una croce, e da allora (e ancora oggi in alcuni paesi) quanti dei suoi discepoli hanno subìto il martirio! La loro unica colpa è stata quella di aver predicato il Vangelo: la buona notizia della salvezza.

Oggi, almeno in Europa, non si uccidono più gli evangelisti, ma non li si ascoltano, e spesso vengono considerati dei fanatici o degli illuminati. Essi sono gli inviati del Maestro che è stato rifiutato.

E tu, caro lettore, hai accettato nel tuo cuore il messaggio del Vangelo?


mercoledì 18 novembre 2020

Strano vero?

Abbiamo un pò tutti l'abitudine di esagerare le cose. Spesso usiamo aggettivi quali: straordinario, fantastico, super, in relazione a cose di poco valore, oggettistica, bigiotteria o materiale di scarsa durata. Ma la Parola di Dio non esagera mai. In essa vi troviamo delle parole, delle espressioni che vogliono dire esattamente ciò che dicono.

“Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile!” 2 Cor. 9:15. 

Ineffabile, ma che cosa significa? 

Definizione: Che non si può definire a parole, che non si può esprimere adeguatamente; indicibile, inesprimibile, indescrivibile. 

Di recente ho letto la storia di una famosa modella, giovane, molto bella e per questo motivo riceveva tutti i giorni regali di ogni tipo. Un giovane industriale, le aveva regalo una villa su di un'isola esotica e un imprenditore molto facoltoso, le aveva inviato, come presente, un'auto di lusso, una Bentley, accompagnata da collier di brillanti di grande valore. Erano doni di grande pregio, ma non ineffabili. La modella in questione ha tentato più volte il suicidio e adesso conduce un esistenza inspiegabile, vive come senza tetto, dormendo sotto i ponti e usando degli scatoloni come coperta. I doni offerti, evidentemente, non erano bastati a renderla felice e riempire il suo cuore.

Strano vero? Eppure tutti ricercano, ricchezza, fama e bellezza sempre che si abbia la “fortuna” di possederla. Chissà quante ragazze avrebbero dato tutto pur di essere nella sua condizione. Ma nonostante tutto ciò che possedeva il suo cuore non era soddisfatto perché queste cose sono come una fiamma molto intensa che ti avvolge, ma brucia in un istante lasciandoti di nuovo nudo e freddo. 

Hai bisogno del dono di Dio, il suo dono è veramente “ineffabile”. 

Se risulta incomprensibile ciò che questa modella ha fatto nonostante questi doni cosa diremo di chi disprezza il dono, indicibile, inesprimibile, indescrivibile di Dio?

Il Signore non vuole aprire a forza la porta del vostro cuore, chissà quante volte ha chiamato, ti ha invitato ad accettare il Suo dono “ineffabile” e tu, preso dalla fretta della vita, non te ne sei neppure accorto o lo hai addirittura rifiutato. La tua sorte non sarà semplicemente quella di un senza tetto anche se a te già questa sembrerà ben misera.

“Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza” 2 Tess. 1:9.


“Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva” Deut. 30:19. 


Ognuno è libero di fare le proprie scelte. Dio ancora oggi offre liberamente, a tutti, il Suo dono ed esso è veramente “ineffabile”.

18 novembre - La bottega del vasaio


Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio?... Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.

1 Corinzi 6:9, 11

 

La bottega del vasaio

 

Il profeta Geremia fu mandato da Dio presso la bottega di un vasaio mentre svolgeva il proprio lavoro al tornio. Il vaso che stava realizzando “si guastò, come succede all'argilla in mano del vasaio; da capo ne fece un altro come a lui parve bene di farlo” (Geremia 18:3-4).

Andiamo indietro nel tempo, fino al giorno della creazione dell’uomo. Il divino Vasaio “formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente” (Genesi 2:7); ma ben presto il vaso si guastò. Perché? A causa del peccato.

Dio ha forse distrutto l’uomo che era diventato un peccatore con il meritato castigo? No. Si è solamente allontanato da lui abbandonandolo a se stesso? Neppure; non poteva risolvere il problema in questo modo. Dio ha allora riparato quel “vaso”, rendendo migliore l’uomo peccatore? Anche questo era impossibile perché il cuore dell’uomo era “malvagio in ogni tempo” (Genesi 6:5) ed è “incurabile” (Geremia 17:9).

Allora Dio da quell’argilla informe ha fatto “un altro vaso”, una nuova creazione (2 Corinzi 5:17). Egli “ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo” (v. 18). Come è stato possibile che una tale opera fosse compiuta? Per mezzo della morte e della risurrezione di Gesù Cristo.

“Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (v. 21).

martedì 17 novembre 2020

17 novembre - Persone strane

Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

Matteo 7:21

 

Persone strane

 

Ci sono persone che riconoscono la Bibbia come Parola di Dio, ma non la leggono mai.

Ci sono persone che dicono che l’eternità è più importante del tempo presente, ma vivono soltanto per questa terra.

Ci sono persone che criticano gli altri per degli errori che essi stessi commettono senza porsi problemi.

Ci sono persone che disapprovano e si addolorano che il mondo sia pieno di violenza e di immoralità, ma di queste cose, ogni sera, fanno il loro spettacolo principale.

Ci sono persone che si proclamano di Cristo, perché si dichiarano cristiane, ma sanno a malapena chi è Colui del quale portano il nome.

Ci sono persone che, quando sono in chiesa la domenica, cantano forte: “Signore, prendi tutto di me”, ma poi mettono solo qualche spicciolo del loro superfluo nella cassetta delle offerte.

Ci sono persone che seguono il diavolo per tutta la loro vita, ma che pensano di meritare il paradiso.

Tutte queste, non sono forse persone strane?

Non dimentichiamo le parole solenni di Cristo: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti? Allora dichiarerò loro: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” (Matteo 7:22-23).

lunedì 16 novembre 2020

Rispondere

“Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi manda me!»” Isaia 6:8. 


Dio non aveva rivolto il suo appello direttamente al profeta.

Isaia aveva solo sentito dire che Dio chiedeva: chi andrà per noi?

La chiamata di Dio non è per pochi eletti, ma per tutti, che io presti ascolto o che io non presti ascolto la Sua chiamata rimane e tutti noi ne siamo consapevoli.

Dio non esercitò nessuna pressione su Isaia, Egli rivolse solo un appello mettendo il luce un bisogno, vi era la necessità di portare un messaggio da parte di Dio.

E chi andrà per noi?

Quando parliamo della chiamata di Dio, siamo propensi a dimenticarci di un fatto molto importante: la natura di Colui che chiama.

Vi sono diversi richiami: quello del mare, quello della montagna o dei grandi spazi aperti; ma pochi sono coloro che li odono. Il richiamo è l'espressione della natura da cui esso proviene e lo si può intendere solo se vi è una natura corrispondente.

Il richiamo di Dio è l'espressione della natura di Dio non della nostra, in esso vi è una voce amorevole che noi soli riconosciamo.

Questa voce spesso non è in accordo con il nostro temperamento, con le nostre idee, con le nostre vie e con i nostri desideri. Fino a che continuerò a misurarmi con le caratteristiche della mia personalità e a preoccuparmi di quello a cui sono portato non potrò mai rispondere al richiamo di Dio.

La maggior parte di noi non ha orecchi che per ascoltare se stessi e perciò non riesce ad ascoltare quello che Dio dice.

E' necessario apportare un profondo cambiamento alle cose alle quali prestiamo ascolto. Dio deve avere la priorità, è sufficiente darli fiducia, arrendersi al suo amore.

L'appello ancora oggi rimane aperto è necessario solo fare un passo avanti e dichiararsi disponibili ad essere mandati da Dio, ed io risposi: Eccomi manda me!

16 novembre - Qual è la vera grandezza?

(Gesù disse ai suoi discepoli:) “Chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo”.

Matteo 20:26-27

 

“Io sono in mezzo a voi come colui che serve.”

Luca 22:27

 

Qual è la vera grandezza?

 

Certi personaggi della storia come Alessandro il Grande, Luigi il Grande, Federico il Grande e altri, sono stati definiti “grandi” da parte dei loro contemporanei e chiamati così dalle successive generazioni. Occupano molte pagine dei libri di storia, e molti monumenti sono dedicati a loro.

Ma il loro nome è scritto nei cieli? In fondo, è questa l’unica cosa che conta riguardo all’eternità. Credere nel Signore Gesù vuol dire ricevere in dono la vita eterna, vuol dire avere i propri nomi scritti nei cieli, con la certezza che non saranno mai cancellati.

I “grandi” di questo mondo, sono chiamati così per i loro successi, spesso raggiunti in guerra, a costo della perdita di centinaia di migliaia di vite, per la conquista di nuove terre e per ottenere il dominio su altri popoli. Attenzione però; il criterio utilizzato nel regno di Dio per stabilire la grandezza è decisamente diverso. Grande non è colui che domina sugli altri, ma colui che li serve, perché per Dio la vera grandezza è l’amore!

L’amore di Dio non lo si esprime solo a parole o con i sentimenti, ma lo si dimostra con dei fatti concreti di bontà, di giustizia e di verità. Gesù è stato l’esempio perfetto di quell’amore, servendo gli altri e amandoli fino a donare la sua vita per salvare tutti coloro che credono in lui. Fin dalla sua nascita è stato detto di lui: “Sarà grande” (Luca 1:32), e per esserlo è stato “ubbidiente fino alla morte” a Dio che lo aveva mandato. “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome” (Filippesi 2:8-9).


domenica 15 novembre 2020

15 novembre - Nei resti dell’incendio

La parola di Dio è vivente.

Ebrei 4:12

 

(Gesù disse:) “Le parole che vi ho dette sono spirito e vita”.

Giovanni 6:63

 

Nei resti dell’incendio

 

Un anziano contadino della Corea del Sud aveva acquistato una copia dei Vangeli di Matteo e di Marco e li aveva letti con interesse. Un giorno, mentre era nei campi, la sua casa venne completamente distrutta da un incendio. Al suo ritorno, dovette constatare che nulla si era salvato, salvo i due Vangeli, che un membro della famiglia aveva strappato dalle fiamme, senza nemmeno sapere perché. Questo fatto colpì il contadino al punto che li rilesse con maggiore interesse ed iniziò a parlarne agli abitanti della zona. All’inizio lo deridevano e lo maltrattavano perché leggeva dei libri cristiani, ma con il tempo finirono per lasciarlo in pace, e poi, a poco a poco, si riavvicinarono e gli furono di nuovo amici.

In quel villaggio, grazie alla lettura di quei due Vangeli, più di ottanta persone si convertirono a Cristo. Fu così che la Parola di Dio, con il solo contributo dello Spirito Santo, portò alla salvezza quel Coreano e molti suoi concittadini, senza aver mai incontrato un predicatore del Vangelo!

Questo episodio conferma un fatto già verificato tante volte: la Bibbia contiene in se stessa una potenza divina. Bisogna leggerla con rispetto e sottomissione, mettendo da parte le proprie idee ed essendo pronti a fare ciò che ci chiede; solo così potremo comprenderla e trarne tutte le benedizioni che contiene.

“Così è della mia parola… essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio” (Isaia 55:11).

sabato 14 novembre 2020

Pergamo

“All'angelo della chiesa di Pergamo scrivi: Queste cose dice colui che ha la spada affilata a due tagli: Io conosco dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di Satana” Apoc. 2:12-13. 

Questa chiesa, Pergamo, segue inevitabilmente quella di Smirne. Lì Satana aveva agito come “leone ruggente” (1 Pietro 5:8) cioè con sofferenze e persecuzioni terribili rivolte contro i credenti come a volerne soffocare la fede ma, l'effetto prodotto fu l'opposto. Quando i credenti fedeli si trovano ad affrontare delle prove queste non fanno altro che rafforzare la loro fede e il loro vigore. Il nemico si accorse che la chiesa non si poteva fermare né con la spada né con la fame  perché facendo questo essa si stringeva sempre di più alla roccia eterna che è Cristo, cambiò tattica. Satana, si travestì da “angelo di luce” (2 Cor. 11:14).

Pergamo vuol dire  fortezza o sposata due volte. Passò così da essere sposa di Cristo a cortigiana di Cesare. L'imperatore Costantino il Grande, si convertì al cristianesimo, la tribolazione finì divenendo protettore della religione cristiana. Favorì i cristiani dando loro posti onorevoli e cariche politiche e fece del cristianesimo la religione di stato. La chiesa non era più perseguitata, ma divenne religione dominante appoggiata dal potere di Roma (chiesa greca, russa e cattolica trovano le sue origini lì). Trasformò i templi pagani in chiese e le feste cristiane si intrisero di tradizioni pagane che vennero cristianizzate. Venerazione degli angeli e dei santi e persino le preghiere per i morti risalgono a questo periodo come il segno della croce. Ma il nostro versetto afferma: “Io conosco dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di Satana” cioè: posta sotto la protezione del potere umano.

Tutto a prima vista sembrava un successo ma nella realtà era solo inquinamento.

Questa condizione è completamente in contrasto con la Parola di Dio “essi non sono del mondo” Giovanni 17:14-16.

“ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam” ver. 14. Balaam era un falso profeta che esercitava la sua funzione per i propri interessi (Num.22-24). 

Per interesse degli uomini come lui si sono introdotti nella cristianità. La maggior parte di loro sono falsi conduttori ed agiscono come Balaam il quale suggerì a Balac di far mescolare il popolo d'Israele con i pagani portandolo alla fornicazione. La dottrina e il culto cristiano si impregnò di riti pagani e questa “mescolanza” non poteva trovare il favore di Dio. Così quel risultato che non era riuscito ad ottenere con Smirne e le persecuzioni lo ottenne con il benessere di Pergamo e le sue fornicazioni.

Vero è che il leone ruggente sbrana e fa paura ma la pecora finirà per andare a rifugiarsi dal Pastore, mentre difronte all'angelo di luce, che confonde, seduce e svia non ne sentirà la necessità.

14 novembre - Come piccoli bambini


Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli… E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me”.

Matteo 18:2, 5

 

Come piccoli bambini

 

Ai tempi dell’impero romano, i bambini erano poco considerati. Invece Gesù mise i bambini in una posizione onorevole, citandoli più volte come esempi da seguire e accogliendoli tra le sue braccia per benedirli. Un giorno il Maestro mise un fanciullo in mezzo ai suoi discepoli, per insegnare loro quale fosse la vera grandezza nel regno di Dio. Questo insegnamento di Gesù, riguardo ai bambini, ha successivamente influenzato il comportamento dei paesi cristianizzati nei loro confronti.

Perché Gesù dice che bisogna diventare come i bambini per entrare nel regno di Dio? Ci chiede forse di credere senza riflettere? Assolutamente no! I bambini riflettono molto e fanno sempre mille domande, ed è ricevendo delle risposte adeguate alla loro età che si sviluppano correttamente.

È del tutto legittimo porsi delle domande quando si affronta l’ambito spirituale, ma bisogna accettare che certe realtà ci superano. Per andare a Dio è indispensabile rinunciare alle proprie pretese e ai propri preconcetti, perché solo così potremo metterci all’ascolto della sua Parola, con la semplicità e la fiducia di un bambino.

La nostra mente non può da sola scoprire chi è Dio, ma per conoscerlo, cioè per entrare in relazione con lui, è necessario un atteggiamento di umiltà e di fiducia, tipico del bambino nei confronti dei genitori. Solo così la nostra intelligenza, rinnovata e illuminata dallo Spirito di Dio, scoprirà nella Bibbia le risposte divine a tanti nostri interrogativi.

venerdì 13 novembre 2020

13 novembre - Salvatore e Signore

Oggi, nella città … è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore.

Luca 2:11

 

Il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo.

1 Giovanni 4:14

 

Salvatore e Signore

 

Il Vangelo è davvero una buona notizia! “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Che meravigliosa sintesi del messaggio evangelico!

Attenzione però! È vero che Dio ha amato tutta l’umanità; ciononostante, ognuno singolarmente deve credere ed accettare il dono del Figlio di Dio. La buona notizia del Vangelo è alla portata di tutti, ed è indirizzata a voi come a me, e Dio si aspetta una risposta da ognuno di noi. Gesù ha detto al cieco che aveva guarito: “Credi nel Figlio di Dio?” (Giovanni 9:35). E voi credete in Lui? Avete riconosciuto Gesù Cristo come vostro Salvatore personale, come l’unico mezzo che vi possa far conoscere Dio come un Padre che vi ama? Questo è sufficiente per avere la certezza del perdono di Dio e per godere del suo affetto paterno.

Ma la buona notizia non si ferma lì. Gesù Cristo vuole essere anche il vostro Signore, cioè colui che guida la vostra vita; gli spetta di diritto perché è Dio e perché vi ha riscattati al prezzo del suo sangue (1 Pietro 1:18-19). Egli vi ama troppo per lasciarvi fare la vostra volontà, vuole guidarvi per un sentiero di felicità e di pace. “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2).

Solo ascoltando ciò che è scritto nella sua Parola, la Bibbia, imparerete a conoscere Lui, il vostro Signore e Salvatore.

giovedì 12 novembre 2020

Segui la logica?

Dio aveva promesso un figlio a Sara e Abramo. Infatti, il nome Abramo significa “padre eccelso”. Dio cambiò persino il nome di Abramo ad Abraamo (padre di una moltitudine) ma ancora non aveva figli. 

Pensiamoci un po', ogni volta che qualcuno gli chiedeva: “Come ti chiami?” egli avrebbe risposto: “padre di una moltitudine!”. Che titolo grandioso ma, non aveva figli.

Lasciò il suo paese per una terra sconosciuta, ma nessun figlio. Superò la carestia, ma nessun figlio. Suo nipote Lot arrivò e se ne andò, ma nessun figlio. Avrebbe avuto degli incontri con angeli e con Melchisedec, ma ancora senza un erede.

Al momento Abraamo aveva novantanove anni, e Sara pochi di meno.

“Egli, sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent'anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo” Rom. 4:18-21. 

Se ne era andato tutto. Niente più gioventù. Niente più vigore. Niente più forza ma non la fede. No! quella era ancora viva. Abraamo credette, credette alle promesse di Dio. Credette nonostante la logica. Credette nonostante l'evidenza. Credette nonostante l'andamento della natura stessa.

“Or senza fede è impossibile piacergli” Ebrei 11:6.

La fede non si mette a rivaleggiare con il buon senso. Il buon senso non è fede e la fede non è buon senso; fra i due c'è un rapporto analogo a quello esistente tra naturale e spirituale, tra impulso e ispirazione. Nulla di tutto ciò che il Signore Gesù ha promesso ai suoi rientra nel campo del buon senso ma approda a sponde che il buon senso non può raggiungere. La fede è un principio incredibilmente attivo che pone sempre Cristo al primo posto.

12 novembre - Una risposta d’amore

“Tu sei più giusto di me, perché tu mi hai reso bene per male, mentre io ti ho reso male per bene”.

1 Samuele  24:18,19

 

Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

Romani 12:21

 

Una risposta d’amore

 

Vi fu un giorno nel quale il re Saul, infedele a Dio e violento, fu costretto a riconoscere l’amore di Davide che egli ingiustamente perseguitava; e alle parole sopra citate aggiunse: “Tu hai mostrato oggi la bontà con la quale ti comporti verso di me; perché il Signore mi aveva dato nelle tue mani, e tu non mi hai ucciso”.

Non restituire il male è già qualcosa, ma rendere il bene al posto del male ricevuto è molto di più.

Pensiamo poi quanto è grave rendere il male al posto del bene ricevuto! E fu proprio questa l’esperienza terribile del Signore Gesù e, con Lui, di tanti cari credenti in tutte le epoche. Davide dice: “Mi hanno reso male per bene e odio in cambio di amore... Anche quelli che mi rendono male per bene sono miei avversari, perché seguo il bene” (Salmi 109:5 e 38:20). E queste parole, pur riferite all’esperienza personale di Davide, sono anche un’anticipazione profetica delle sofferenze di Cristo.

Il credente che sopporta un torto e risponde con un atto di amore dà una testimonianza potente al suo Salvatore. Quanti increduli sono venuti alla fede colpiti da fatti come questi! Il Signore stesso “oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava” (1 Pietro 2:23). 

mercoledì 11 novembre 2020

Negli ultimi giorni...

“Negli ultimi giorni… gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene” 2 Timoteo 3:1-3

A distanza di qualche anno dopo la fine del secondo millennio, gli storici tentano di fare un bilancio. Il secolo 20° è stato caratterizzato da un progresso tecnico e scientifico senza precedenti, sia nel campo dell’infinitamente piccolo (fisica e biologia elettronica ecc.) sia in quello dell’infinitamente grande (lancio di satelliti nello spazio per vari scopi scientifici). 

Eppure, mai come nel secolo scorso l’umanità ha vissuto tante tragedie. Milioni di esseri umani hanno perso la vita durante le due guerre mondiali, e vari genocidi sono stati messi in atto. All’alba del terzo millennio, molti hanno detto: “Mai più!”. Eppure, finché il cuore dell'uomo non sarà cambiato, il nostro mondo continuerà a sperimentare atrocità e bagni di sangue. Malgrado tutti gli sforzi per mantenere la pace, le previsioni non sono buone. 

La Bibbia, la Parola di Dio che non può sbagliare, ha predetto questo periodo di grave decadimento morale già duemila anni fa, tramite l’apostolo Paolo, e con una precisione impressionante (vedere il versetto di oggi). Non si può sperare in un miglioramento globale. 

Ma Dio è amore. Egli desidera cambiare il cuore di tutti tramite l’accettazione personale del sacrificio di Cristo. È un’offerta di salvezza che Dio fa ad ogni donna e ad ogni uomo, e che dev’essere accettata personalmente, individualmente. Chi crede in Lui come Salvatore, riceve una vita nuova, che lo rende capace di amare Dio e il prossimo, e gli apre il cielo per sempre.