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lunedì 29 febbraio 2016

Una buona intenzione - 2 Samuele 7:1/17

Il re Davide che vive in un bel palazzo di cedro ha timore di lasciare l’Arca sotto una semplice tenda (2). È sicuramente un nobile sentimento nel cuore di questo re che si sente particolarmente benedetto da Dio.

Tutti noi, che spesso abbiamo una vita agiata e comoda, non dovremmo dimenticare che il nostro Signore ha attraversato questo mondo come un pellegrino che non aveva un luogo dove posare il capo (Mt 8:20)

G   Il proposito di Davide e la volontà di Dio
Considerando la sua casa, Davide si propone di edificarne una degna di quel Dio che lo ha così grandemente benedetto.
Benché questo pensiero provenga sicuramente dal cuore e sia approvato anche dal profeta Natan (3) non rientra nei disegni di Dio.

Dio, allora, interviene e parla al cuore di Davide dimostrandogli, prima di tutto, il Suo carattere di “pellegrino” facendogli notare che aveva sempre “viaggiato sotto una tenda” (6), “ora qua ora là, in mezzo ai figli d’Israele” e che lo aveva fatto volontariamente senza chiedere mai niente di più (7). Una posizione presa per condividere in grazia la sorte del Suo popolo in vista di un riposo che era ancora futuro.

Dio parla a Davide ricordandogli il passato pieno di grazia nei suoi confronti (8/9a) e gli anticipa un futuro di gloria  per la sua discendenza (9b/16).

Sarà suo figlio Salomone che costruirà il Tempio a Gerusalemme, ma le parole: “Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà figlio” (14), citate in Ebrei 1:5 provano che questo re, il figlio di Davide, è, profeticamente, il Signore Gesù, il Figlio di Dio. Di Lui solo può essere dichiarato che il Suo regno è “per sempre” (16) e, tanto le benedizioni individuali (8/9), quanto quelle collettive (10) trovano tutte la loro sorgente nell’incomparabile persona del Signore Gesù.


D.C.

domenica 28 febbraio 2016

28 Febbraio

Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che t’insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire.
Isaia 48:17

Argomenti di riflessione

Quando ci troviamo in circostanze difficili, non aspettiamoci che Dio sempre le cambi. Chiediamogli piuttosto che le Sue cure ci aiutino ad attraversarle, che ci dia la forza di accettarle come provenienti dalla sua mano.
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Quelli che credono diventano “figli di Dio”, agli ordini di Dio, per l’opera di Dio.
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Il Signore può fare a meno di noi, ma noi non possiamo fare a meno di Lui.
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La preghiera, espressione di dipendenza e mezzo di relazione con Dio, apre le finestre del cielo da cui ci viene il soccorso per i nostri bisogni e la rugiada delle benedizioni divine.
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La grazia è la mano di Dio che dà, la fede è la mano dell’uomo che riceve; che queste due mani s’incontrino, e tutto sarà per il nostro bene!
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Non abbiamo due vite da vivere. Quando la nostra storia terrena sarà finita, non avremo occasione di ricominciarne un’altra. È questo che dà tanta importanza alle decisioni che prendiamo oggi, in questa vita, nei confronti di Dio. 

sabato 27 febbraio 2016

27 Febbraio

(Dio dice:) “Io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto”.
Geremia 1:12

(Gesù Cristo disse:) Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Luca 21:33

Il Libro indistruttibile

Febbraio 303. L’imperatore romano Diocleziano emette un decreto che è una dichiarazione di guerra, non contro dei nemici ma contro un libro, la Bibbia: chi possiede quel libro sarà messo a morte, lui e i suoi famigliari. Ogni Bibbia trovata fu bruciata e numerosi cristiani vennero uccisi. Diocleziano era persuaso di aver raggiunto l’obiettivo: estirpare dall’impero il “libro dei cristiani”. Sul simulacro di una Bibbia a brandelli fece erigere una colonna con l’iscrizione: “Il nome dei cristiani è estinto”.
Diocleziano si sbagliava completamente! Vent’anni dopo, un altro imperatore romano, Costantino, convertito al cristianesimo, incaricò Eusebio di far eseguire decine di copie della Bibbia completa.
Perché Diocleziano non era riuscito nel suo intento? Perché la Bibbia è la Parola di Dio, e Dio stesso veglia sulla sua Parola. Nel corso dei secoli è sopravvissuta ai danni del tempo e alle peggiori persecuzioni. Oggi questo libro è pubblicato ogni anno, in tutto o in parte, in decine di milioni di esemplari! È il più letto, il più tradotto, il più venduto. È il libro che apre la mente, che tocca il cuore, che porta consolazione all’anima e dà conforto. Milioni di vite sono state trasformate dalla Bibbia.

Ogni giorno, trascrivendo dei brani della Bibbia su questi foglietti, siamo felici di aiutarvi a scoprire qualcuno dei tanti messaggi che essa contiene. 

venerdì 26 febbraio 2016

26 Febbraio

(Gesù), com’era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga.
Luca 4:16

Si radunarono presso di lui delle folle; e di nuovo egli insegnava loro come era solito fare.
Marco 10:1

Andò, come al solito, al monte degli Ulivi; e anche i discepoli lo seguirono.Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate…”
Luca 22:39-40

Tre buone abitudini

Nei vangeli ci è parlato di tre abitudini di Gesù, ricche di insegnamento per noi.
– Fin da giovane, era solito andare alla sinagoga, luogo di riunione dei Giudei, almeno una volta alla settimana. Abbiamo noi l’abitudine di incontrare altri credenti in un luogo di culto?
– Gesù consacrava molto tempo ad insegnare. Era il Maestro venuto da Dio. Noi credenti non abbiamo tutti un’attività d’insegnamento spirituale, ma tutti abbiamo un messaggio da comunicare a quelli con cui siamo in contatto. Abbiamo l’abitudine di trasmettere loro qualche buona parola, qualche esortazione, qualche incoraggiamento da parte di Dio?

– Gesù si ritirava in disparte per pregare. Il monte degli Ulivi era ben conosciuto dal Signore e dai suoi discepoli; quando fu arrestato era lì e anche in quell’occasione lo vediamo in preghiera davanti al Padre. Incoraggiò pure i discepoli a fare altrettanto, perché solo la preghiera poteva preservarli dalla tentazione e sostenerne la fede quando Lui sarebbe stato crocifisso. Il Signore aveva l’abitudine di pregare, e noi? Riserviamo del tempo per esporre a Dio i nostri bisogni, per intercedere per gli altri o per ringraziarlo? Ne sentiamo la necessità?

giovedì 25 febbraio 2016

25 Febbraio

Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.
Giovanni 13:35

Chi ama Dio ami anche suo fratello.
1 Giovanni 4:21

“Vedete come si amano!”

Amici cristiani, siamo dei testimoni dell’amore di Dio? Quando vediamo attorno a noi la virulenza del male, la violenza e la menzogna, forse siamo portati a rassegnarci e tacere; ma sarebbe tradire la nostra chiamata. Se dalla nostra vita scompare la gioia, se lo scoraggiamento prende il posto del fervore della fede, noi non mostriamo più agli altri la via che porta a Dio.
Per essere testimoni di questo amore, bisogna prima averlo sperimentato. Bisogna aver “conosciuto l’amore che Dio ha per noi” e averlo “creduto” (1 Giovanni 4:16). Sarebbe giusto tenere nascosta una tale esperienza? Essa non dovrebbe invece produrre uno slancio verso gli altri, cominciando dai fratelli e dalle sorelle in fede? L’amore fra i credenti faceva dire ai pagani del primo secolo: “Vedete come si amano!”. Quei primi cristiani vivevano ciò che credevano. Si aiutavano a vicenda, visitavano i malati e quelli che erano incarcerati per la loro fede, e si prendevano cura dei loro bambini. Il loro amore era visibile.

Dove trovavano la forza per un tale amore? In una relazione vivente e fiduciosa col Signore Gesù. Questo è vero ancora oggi. Quando viviamo con la gioia che viene dal Cristo risorto e in comunione con Lui, l’amore prende il posto dell’egoismo. Il timore di Dio, troppo spesso ridotto alla semplice osservanza di norme e di precetti umani, è rinnovato e reso più vivente e sincero. La fedeltà a Cristo dà un nuovo slancio al mio cuore e alla mia vita. Col suo soccorso posso essere suo testimone presso quelli che mi stanno intorno.

mercoledì 24 febbraio 2016

24 Febbraio

Quanto sono numerose le tue opere, SIGNORE!Tu le hai fatte tutte con sapienza;la terra è piena delle tue ricchezze.
Salmo 104:24

Abbiamo riposto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il Salvatore di tutti gli uomini, soprattutto dei credenti.
1 Timoteo 4:10

Dio Creatore e Salvatore

O mio Signor, se guardo il ciel, le stelle,
se penso ai mondi, opra di tua man,
se odo il tuon, la voce sua possente
che il tuo poter mi porta a meditar,
l’anima mia, Signore, canta a Te:
Grande Tu sei! Grande Tu sei!

Se penso, o Dio, al Figlio che hai donato
per me a morir, comprender, no, non so…
se penso a Lui, che in croce fu inchiodato
pel mio peccato e mi recò il tuo amor,
l’anima mia, Signore, canta a Te:
Grande Tu sei! Grande Tu sei!

E quando un dì, Signore, Tu verrai
e su nel ciel mi porterai con Te,
di gioia il cuor traboccherà; adorando,
ripeterà che grande sei, mio Re!
L’anima mia, Signore, canta a Te:

Grande Tu sei! Grande Tu sei!

martedì 23 febbraio 2016

23 Febbraio

Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata.
2 Timoteo 1:9

“Dio ha riscattato l’anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!”
Giobbe 33:28

2. Interpellato da Dio

“Cosa accadde quella sera? Mi inginocchiai, pregai Dio e accettai finalmente di credere che Gesù Cristo era morto per i miei errori; lo accettai come Signore della mia vita e gli aprii tutto il mio cuore, senza riserve! Mi resi conto che avevo sbagliato direzione vivendo senza Dio e che dovevo assolutamente fare dietro-front. Allora, la mia vita cambiò rapidamente; dopo diciotto mesi mi feci battezzare, confermando così la mia decisione di seguire il mio Salvatore.
L’euforia iniziale, dovuta alla scoperta della salvezza, fu seguita da una gioia pacata e profonda. Sentivo il Signore continuamente nei miei pensieri, pronto ad aiutarmi. Imparai umilmente a scoprire la potenza della preghiera perché ormai avevo capito che in me c’era una parte spirituale. Fui affascinato dalla logica della Bibbia e ammirato davanti al suo Autore. Il rimprovero che Nietzsche aveva fatto a Pascal, “procedendo con la fede si va verso un lento suicidio della ragione”, mi appariva sempre più ridicolo!
Ecco l’esperienza che ho voluto condividere con te, amico lettore. Posso raccontarla, cantarla, proclamarla. Sì, Dio è vivo! E chiama anche a te, con tutto il suo cuore di Padre celeste, perché ti ama, così come sei. Osserva la natura: un semplice filo d’erba è così complesso che il dio “caso” non può averlo costruito! La scienza non è in grado di rispondere a nessun problema esistenziale. Tendi l’orecchio verso il Cielo, da dove Dio ti parla con dolcezza infinita.”

Francesco Bernot

lunedì 22 febbraio 2016

22 Febbraio

Se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, prestando orecchio alla saggezza e inclinando il cuore all’intelligenza… allora comprenderai il timore del SIGNORE e troverai la scienza di Dio.
Proverbi 2:1-5

1. Interpellato da Dio

“Mi ero impegnato a lungo per dimostrare che la Bibbia era piena di falsità, ma una sera d’inverno del 1992 cominciai a scoprire la chiave per una nuova vita… Mi sono chiesto: E se questo universo fosse davvero stato creato dal Dio della Bibbia?
Mi ero deciso ad aprirla, quella Bibbia che mia nonna mi aveva regalato e che era rimasta chiusa in fondo ad un baule. All’inizio ero deciso a trovarvi degli errori, e se ne avessi trovato l’avrei gettata nel fuoco, come avevo già fatto con altri libri che trattavano di magia o di esoterismo e altre sciocchezze.
Ma di errori non riuscivo a trovarne; vi trovai invece ben delineata la gloria di Dio e le risposte a molti interrogativi che mi assillavano. Allora, scoprii il vuoto che era in me: cosa valeva la mia scienza? Come potevo accordare le mie conoscenze con le rivelazioni che mi arrivavano dalla Bibbia? All’inizio dei miei studi liceali, pensavo che, conseguita la maturità, avrei avuto una vastissima conoscenza, e invece, che delusione! Non solo non avevo trovato risposte, ma erano addirittura aumentate le domande insoddisfatte.
Ero davvero umiliato, ma compresi infine che mai, senza la rivelazione divina, avrei saputo chi aveva fatto quell’universo che mi sovrastava.”

(segue)

domenica 21 febbraio 2016

21 Febbraio

Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che egli ha reso al Figlio suo.
E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo.
1 Giovanni 5:9, 11

Credere è accettare una testimonianza

Per molti, specialmente ai nostri giorni, è vero solo ciò che la ragione può comprendere e dimostrare. Questo modo di pensare ha un limite: la verità sarebbe essenzialmente legata all’attendibilità di una testimonianza. Se io vi dico che stamane ho incontrato una certa persona, potrete controllare la mia affermazione chiedendo a dei testimoni, ai quali potete prestare fede o no; se non prestate fede rimanete nell’incertezza. L’esistenza degli imperatori romani è accettata sulla base della testimonianza degli scrittori dell’epoca e dei resti dei loro monumenti.
Nel caso della fede cristiana, cos’è che rende la parola di Cristo così degna di fiducia? È la sua persona, la sua vita. Egli ha vissuto ciò che ha detto. Ha insegnato a pregare per i nemici, e lo ha fatto. Ha parlato di dare la propria vita per gli amici, e ha dato la sua addirittura per i nemici. Gesù è il testimone per eccellenza, il testimone della verità, la rivelazione di Dio.
Credere, nel senso cristiano del termine, è accettare la testimonianza di Gesù (Giovanni 3:11, 12), ricevere le Sue parole, il Suo insegnamento. Noi ascoltiamo Dio che nella Bibbia ci presenta il miracolo della creazione, e poi quello della risurrezione di Gesù, che è stato visto vivo da numerosi testimoni. Gesù Cristo è il testimone per eccellenza “di quello che ha visto e udito” presso Dio prima di venire nel mondo (Giovanni 3:32). Pietro dice: “Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà(2 Pietro 1:16).

sabato 20 febbraio 2016

20 febbraio

Il Signore è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza verso la quale agisci slealmente… la moglie alla quale sei legato da un patto.
Malachia 2:14


“Non abbiamo più nulla da dirci”

Si sono sposati appena un anno fa. Sembravano felici. In cinque anni di fidanzamento avevano avuto modo di conoscersi bene. Adesso si sono separati. “Non avevamo più nulla da dirci”, fu la giustificazione. Eppure, con gli amici e le amiche, argomenti di conversazione ne hanno ancora tanti…
Nel piano di Dio il matrimonio è per la vita. Se c’è della buona volontà, motivi per amarsi e cose da condividere se ne trovano in abbondanza. Ma molti uomini e donne non hanno più interesse a mettere un freno alle loro concupiscenze e al loro egoismo. Hanno rifiutato Dio nella loro vita, e le separazioni e i divorzi sono una delle tante forme di ribellione contro di Lui. “L’uomo non separi quello che Dio ha unito”, ha detto il Signore a proposito del divorzio (Marco 10:9).

Si possono trovare tutte le giustificazioni possibili, ma una cosa è certa: la disubbidienza agli ordini di Dio non porterà mai né felicità né pace. Il trauma delle separazioni è talmente forte che non tutti riescono a superarlo. In questo ambito, le notizie di omicidi e di suicidi occupano buona parte delle pagine di cronaca nera. Nessuno potrà mai descrivere l’entità delle sofferenze, delle delusioni, delle amarezze che rovinano il resto della vita dei bambini e dei ragazzi. È un guadagno questo? È libertà? 

venerdì 19 febbraio 2016

19 Febbraio

Dammi intelligenza e io vivrò.
Salmo 119:144

(Gesù disse:) “Io ti rendo lode, o Padre,… perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli”.
Matteo 11:25

Credo per poter comprendere

Qualcuno ha detto: “Non cercate di capire. Credete soltanto e, dopo aver creduto, capirete”. Questa frase corrisponde esattamente a ciò che dice la Bibbia. La rivelazione dei pensieri di Dio è talmente profonda che possiamo solo sfiorarla. La nostra intelligenza non afferra le cose di Dio; per questo la fede è fondamentale, perché “per fede comprendiamo” (Ebrei 11:3).
Dio desidera che, per mezzo della fede, io conosca e comprenda sempre meglio ciò che sono e che afferri il Suo piano e discerna la Sua volontà. Non mi chiede un’ubbidienza cieca, ma una fiducia vivente, e anche consapevole. Questa si esprime in particolare nel desiderio di una migliore comprensione dei pensieri di Dio. Ecco quindi la preghiera del salmista: “Dammi intelligenza e io vivrò”. Preghiera così necessaria per ciascuno di noi! Preghiera umile, perché senza la Sua grazia e il soccorso dello Suo Spirito, la rivelazione di Dio resta fuori della nostra portata. Preghiera fiduciosa nelle promesse di Dio, che desidera farci conoscere i Suoi pensieri rivelati nella Bibbia. Leggiamola con preghiera, sottomettendo la nostra intelligenza alla sua autorità (Proverbi 3:5), e vi troveremo il Dio d’amore.

Gesù lodava il Padre perché aveva “nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti” e le aveva “rivelate ai piccoli”. I bambini accettano senza riserve ciò che dicono i genitori. Sia questo il nostro atteggiamento riguardo a ciò che Dio ci dice. 

giovedì 18 febbraio 2016

18 Febbraio

La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera. 
1 Pietro 4:7

Camminando verso il cielo

Io sono un credente e cammino verso il cielo. So che la meta è vicina. L’attesa di arrivare alla fine della corsa, di incontrare il Signore, ha un forte impatto sulla mia vita. “Il tempo è ormai abbreviato”, scriveva l’apostolo Paolo. Da allora sono passati quasi duemila anni, ma chi ha creduto nel Signore sa che Egli può venire da un momento all’altro. Ogni giorno che passa mi avvicina sempre di più al momento dell’incontro con Lui nel cielo.
Con questa prospettiva, l’apostolo Paolo esortava i credenti di allora, e tanto più noi credenti di oggi, a non attaccarsi alle cose della terra e a mettere il Signore al di sopra di ogni loro interesse. Al di sopra degli affetti umani: “Quelli che hanno moglie siano come se non l’avessero”. Al di sopra delle sofferenze: “Quelli che piangono come se non piangessero”. Al di sopra delle gioie: “Quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero”. Al di sopra dei beni terreni: “Quelli che comprano come se non possedessero”. Al di sopra di ogni attività in questo mondo: “Quelli che usano di questo mondo come se non ne usassero”. Perché? “Perché la figura di questo mondo passa”! (1 Corinzi 7:29-31)

Non ti attaccare alle cose che passano! Gli insegnamenti del Vangelo non passano mai. Mettili al primo posto e sarai felice; troverai la forza di affrontare le avversità della vita e avrai la gioia di sapere che dopo questa vita ti aspetta il cielo con le sue gioie eterne.

mercoledì 17 febbraio 2016

17 Febbraio

La grazia di Dio, salvifica (cioè che porta la salvezza) per tutti gli uomini, si è manifestata.
Vivere in questo mondo… aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.
Tito 2:11, 13

La grazia in persona

La menzione del “Dio Salvatore” (Tito 2:10), così notevole in questa Lettera a Tito, implica necessariamente il concetto della grazia e gli dà il primo posto.
La grazia non è solo la bontà di Dio; è il Suo amore che si abbassa e viene incontro ai peccatori per salvarli. Qui la grazia è personificata in Cristo, l’Uomo-Dio, pieno di grazia. Non è quindi né un principio né un’astrazione; è il Dio Salvatore fatto uomo, che è apparso in modo tale che ogni uomo potesse vedere in Lui la grazia e potesse riceverla. Ciò che dà alla grazia il suo valore è che è la grazia di Dio. Dunque è sovrana, perfetta ed eterna come Lui.
I versetti di oggi ci parlano di due apparizioni. Prima l’apparizione della grazia, discesa quaggiù per portarci la salvezza; poi l’apparizione della gloria (v. 13) del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo. La prima ci porta la salvezza in grazia, la seconda la salvezza in gloria. La salvezza in grazia è stata già perfettamente compiuta alla croce, la salvezza in gloria avverrà nel futuro, ma un futuro che per chi crede è già presente perché la fede lo rende attuale (Filippesi 3:20-21).
La grazia è apparsa non per esigere qualcosa dall’uomo, ma per portargli un dono dal valore inestimabile: la salvezza (Efesini 2:5)! La grazia di Dio non chiede né esige nulla dall’uomo per poterlo salvare; gli porta la salvezza senza chiedergli nulla in cambio. Non è detto che porterà la salvezza, ma che la porta. Questo fa della salvezza una cosa attuale, immutabile, che non può essere revocata. Ma più di questo, essa è per tutti gli uomini. La sua portata è universale, nessuno ne è escluso. Questa è la grazia di Dio!

Ma questa grazia dev’essere afferrata da ciascuno di noi, per mezzo della fede!

martedì 16 febbraio 2016

16 Febbraio

Il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo…
Apocalisse 12:9

Egli è stato omicida fin dal principio… è bugiardo e padre della menzogna.
Giovanni 8:44

Non lasciamoci sedurre!

Molti dicono che Satana è solo un mito. Il più grande successo del diavolo non è forse quello di far credere che non esiste?
Questo sinistro personaggio, di cui la Bibbia ci parla, compare fin dall’inizio della storia dell’umanità. Come “padre della menzogna” (Giovanni 8:44), Satana non sempre attacca apertamente la Verità. Con ostinata tenacia instilla il dubbio: Dio ha veramente parlato? Devi proprio ubbidirgli? Sei sicuro che esista? Non ti piacerebbe diventare come Lui?
Satana cerca di ingannare la gente facendola dubitare della Parola di Dio e, quindi, di Dio stesso. L’umanità, da quando ha dato ascolto a lui anziché a Dio, è piombata nel male, e Satana raddoppia gli sforzi per ingannare l’uomo e abusare della sua debolezza. Satana ha delle apparenze seducenti ma è il nemico dichiarato di Dio e delle Sue creature. Egli sa far leva sulla concupiscenza dell’uomo, lo adesca, lo inganna, lo riduce in schiavitù.

Dopo aver provato invano di impedire la nascita di Gesù, Satana ha cercato di sedurlo nel deserto (Matteo 4:1), e poi ha aizzato gli uomini contro di Lui fino a farlo crocifiggere. Ma è stato vinto! Con la sua morte e la sua risurrezione, Cristo ha trionfato sul diavolo affinché noi, voi e me, potessimo essere liberati dal peccato e salvati dal giusto giudizio di Dio. 

lunedì 15 febbraio 2016

15 Febbraio

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.
Siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.
Matteo 25:13; 24:44

Prima che sia troppo tardi

Ci sono degli appuntamenti a cui non possiamo mancare: la partenza del treno o dell’aereo, le prove d’un concorso, un colloquio per un lavoro, ecc. Appuntamenti importanti, occasioni che non si ripeteranno.
Anche nelle nostre relazioni con gli altri a volte lasciamo passare l’occasione, forse unica, di dire una parola d’incoraggiamento, di verità. Stiamo attenti. Siamo irritati o in conflitto con qualcuno? Andiamogli incontro; non perdiamo l’occasione di regolare una divergenza, di chiarire un’incomprensione. Nella vita, non possiamo mai sapere quando sarà l’ultima occasione.
Anzitutto, regoliamo la nostra situazione con Dio: “Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: «Io non ci ho più alcun piacere»” (12:1). Nella Bibbia, “ricordarsi di Dio” è più che pensare a Lui; è avere una relazione reale, vivente con Lui, fare un posto per Lui nella nostra vita. È del proprio Creatore che ci si deve ricordare, Colui che ci ha dato tutto. Senza di Lui non siamo nulla e non possiamo nulla. E, tutto questo, va fatto “prima che vengano i cattivi giorni”, prima che le nostre facoltà si deteriorino.

Non rimandiamo a interessarci di Dio; domani potrebbe già essere troppo tardi. Ricordiamoci di Lui con l’intento di conoscerlo per mezzo della fede e ricevere il Suo perdono e la sua salvezza. 

domenica 14 febbraio 2016

14 Febbraio

Ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira.
Giacomo 1:19

Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira.
Efesini 4:26

“Adiratevi e non peccate”

Sembra quasi un invito ad adirarsi! Ma non può essere così perché lo stesso Paolo, nella stessa lettera, raccomanda ai credenti di togliere da loro ogni “cruccio e ira e clamore e parola offensiva”.
Vi sono due tipi di ira, due diversi modi di adirarsi.
1. C’è un’ira per così dire segreta, nell’intimo, una sorta di profondo dispiacere, di rabbia per un torto subito o un insulto ricevuto, o per un atto offensivo verso il Signore. Nessun litigio, nessuna parola, nessuno sfogo della nostra collera! Se leggiamo lo stesso passo nel Salmo 4:4, da cui Paolo l’ha tratto, il pensiero è ancora più chiaro: “Adiratevi (qualcuno traduce tremate) e non peccate; sui vostri letti ragionate in cuor vostro e tacete”.
Questo tipo di ira è comprensibile e in certi casi persino giustificata. Ma deve durare poco! Non più di un giorno, sembra dire il versetto di Efesini 4. Il diavolo potrebbe approfittarne per ingigantire il problema e insinuare il rancore e il desiderio di vendetta.
2. Poi c’è l’ira che si manifesta con grida e insulti, con “clamore e parola offensiva” (v. 31). E qui non c’è giustificazione che tenga. È una manifestazione plateale della rabbia che cova nell’intimo; un frutto della “carne”, un peccato che fa del male a chi lo commette e agli altri, perché produce amarezza, incrina i rapporti fraterni, distrugge l’amore e la comunione.

Ricordiamo che già Salomone scriveva: “Lo stolto dà sfogo a tutta la sua ira, ma il saggio trattiene la propria” (Proverbi 29:11). 

sabato 13 febbraio 2016

13 Febbraio

Ecco, Egli forma i monti, crea il vento, e fa conoscere all'uomo il suo pensiero; Egli muta l’aurora in tenebre, e cammina sulle alture della terra. Il suo nome è il SIGNORE, Dio degli eserciti.
Amos 4:13

Sii pronto!

Il lettore della Bibbia non può non essere colpito da una cosa: chi parla in quel libro afferma più volte di essere Dio in persona! È l’esperienza che fece Amos, semplice pastore, che aveva udito Dio e scrive ripetutamente: “Così parla il Signore”. Supportato da questa certezza, si sente in dovere di esortare il popolo dicendo: “Preparati, o Israele, a incontrare il tuo Dio!” (Amos 4:12).
Ma cosa dobbiamo fare noi per incontrare Dio e non essere condannati? Come possiamo essere sicuri di aver fatto tutto il necessario o di aver fatto abbastanza?
Dio mostra il Suo amore verso di noi in questo, che mentre eravamo detestabili, peccatori, lontani da Lui, Gesù Cristo è morto per noi, per espiare i peccati che noi abbiamo commesso. Accettare questo dono di Dio, cioè il Suo perdono, ci rende adatti alla sua presenza, perché Dio è giusto e accetta alla sua presenza solo uomini e donne perdonati e resi giusti.
Finché si è in questo mondo c’è la possibilità di afferrare questo dono della vita eterna; e quando questo avviene, è l’inizio di un’altra vita di libertà, di progresso e di certezze incrollabili.

Lettore, non puoi sapere ciò che ti riserva il domani. Ti accontenterai di una vita piena di speranze mai realizzate, di sofferenze raramente lenite, di insicurezze e di paure? Entra in relazione con Colui che perdona, che fa scoprire la vita eterna, che consola, che illumina. Sii pronto ad incontrarlo!

venerdì 12 febbraio 2016

12 Febbraio

Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca. Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l'anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome.
Salmo 23:1-3

“Tu sei con me”

Davide, che ha scritto questo salmo, era stato pastore prima di essere re. Attraverso quell’esperienza Dio ha rivelato a lui, e così anche a noi, qualcosa del Suo amore e delle Sue cure. Ai tempi della Bibbia, il pastore viveva con le sue pecore; a ognuna di esse dava un nome. E le pecore conoscevano il loro pastore. C’era una grande vicinanza fra il pastore e le sue pecore. Ma quant’è più vicino Dio ai Suoi! Se lo amiamo Egli è sempre presente al centro della nostra vita.
Questa presenza è particolarmente preziosa nei momenti difficili. Davide poteva dire a Dio: “Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me” (v. 4). È la frase centrale di questo bel Salmo 23.
Chi ha visto le distese desertiche del Medio Oriente sa quanto sia difficile trovare dell’erba per un gregge. Che sollievo quando il pastore ci riesce! Il Signore mi fa riposare in “verdeggianti pascoli”, e mi conduce verso acque calme, dice Davide. Il Signore ci mette a cuore di leggere la Bibbia e così ci fa trovare gioia e forza per la vita dandoci del nutrimento per il nostro spirito.

Che possiamo sperimentare gli incoraggiamenti di questo Salmo mettendo tutta la nostra fiducia in Lui: “Nulla mi manca… Tu sei con me… La mia coppa trabocca… Abiterò nella casa del Signore per lunghi giorni”!

giovedì 11 febbraio 2016

11 Febbraio

Il giorno del Signore verrà... la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate.
2 Pietro 3:10

(Dio) ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’Uomo ch’egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti.
Atti 17:31

Ha fissato un giorno

Molti millenni fa, Noè costruì un’arca, una grande imbarcazione. Non c’è voluto un giorno! I suoi contemporanei videro per anni il lavoro paziente di quell’uomo, ubbidiente alla parola del suo Dio. L’arca fu costruita sulla terra ferma, lontana dai mari. Essa annunciava il terribile giudizio di Dio mediante il diluvio, ma per molti anni non avvenne nulla. “La pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l’arca” (1 Pietro 3:20), e gli uomini di quel tempo pensavano che il giudizio preannunciato non sarebbe mai venuto! Ciascuno badava ai propri affari senza credere alla parola di Dio e alla testimonianza eloquente di Noè.
Ma ecco che arriva il giorno fatidico. L’arca è completata. Dio dà a Noè l’ordine di entrarvi con la sua famiglia. Ancora sette giorni di pazienza, poi le acque si riversarono sulla terra, e quelli che non avevano creduto vennero travolti… Sapete che anche oggi la pazienza di Dio aspetta? Le persone che credono a Dio e prendono sul serio la sua Parola, sono al riparo dal giudizio di Dio perché hanno accolto il mezzo di salvezza che Dio offre per la fede in Gesù. Il tempo scorre veloce e gl’increduli pensano che tutto continuerà così. Ma quello che Dio ha preannunciato si adempierà. “Egli ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo”.

Ogni giorno che passa ci avvicina a quell’oscuro giorno, ma ancora oggi il sole è sorto, e la salvezza ti è ancora una volta offerta. Forse Dio sta aspettando solo più te!  

mercoledì 10 febbraio 2016

10 Febbraio

Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.
Colossesi 1:17-18

Gesù Cristo: a Lui spetta il primato

Su questa terra, dove quand’è nato non c’era posto per Lui, un giorno Gesù Cristo avrà il primo posto. Un giorno ne sarà il Re incontrastato.
Il Signore Gesù ha il posto centrale nella Bibbia. Lo troviamo annunciato o raffigurato in tutti i libri dell’Antico Testamento. Per esempio, in Genesi (cap. 37 e da 39 a 45) nella storia di Giuseppe, amato dal padre, venduto dai fratelli, e poi elevato alla più alta carica. Nell’Esodo (cap. 12) è l’agnello sacrificato in occasione della Pasqua. Nel Levitico (cap. da 1 a 7) molti sacrifici e offerte parlano di Lui. Nei materiali usati per la costruzione del tabernacolo, nelle forme, nei colori, nelle loro varie funzioni, tutto è immagine e figura di Cristo e del suo sacrificio.
Il primo posto è dato a Lui specialmente nel Nuovo Testamento. Ci sono voluti quattro Vangeli per presentarci i diversi aspetti della sua Persona e delle Sue glorie. Le Lettere apostoliche ci parlano dei risultati della sua opera. Infine, l’Apocalisse rivela che, dopo aver eseguito i giudizi sul mondo incredulo, sarà Re su tutta la terra.
Gesù Cristo ha il primo posto anche nella creazione: “Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Colossesi 1:16), ed è Lui che sostiene l’universo (Ebrei 1:3).
Ha il primo posto nella risurrezione: è il primo ad essere risuscitato per non morire mai più. È il primo ad essere glorificato nel cielo; ha il primo posto nella sua Chiesa (Romani 8:29).
In questo momento il Signore Gesù desidera occupare il primo posto nella mia e nella tua vita.

martedì 9 febbraio 2016

9 Febbraio

Mi meraviglio che così presto voi passiate… a un altro vangelo. Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
Galati 1:6-7

Cosa pensare dei vangeli “apocrifi”?

Alcuni anni fa certi vangeli detti “apocrifi” (o nascosti) sono stati pubblicizzati dai mezzi di comunicazione. Alcuni si sono spinti ad affermare che la Chiesa avrebbe scartato questi documenti per nascondere delle verità che non corrispondevano ai suoi dogmi. Cosa dobbiamo pensare?
I vangeli apocrifi sono stati redatti uno o più secoli dopo Cristo, mentre quelli inclusi nel Nuovo Testamento sono stati scritti nei decenni che hanno seguito la morte e la risurrezione del Signore. Molti testimoni oculari della vita e degli insegnamenti di Gesù erano ancora vivi quando i Vangeli sono stati redatti, e i loro autori sono stati molto vicini a Lui (Luca 1:1-3). Niente di tutto questo per i vangeli apocrifi, scritti quando già imperversavano eresie di ogni tipo volte a deformare la persona di Cristo e il valore del suo sacrificio.
I racconti di quei vangeli, apparentemente cristiani ma non ispirati da Dio, hanno favorito la diffusione di quelle eresie e la nascita di nuove. Ma Dio, che sa tutto in anticipo, mette in guardia i credenti contro quelle dottrine mediante gli scritti degli apostoli (1 Timoteo 6:20, 21; Colossesi 2:18; 2 Pietro 2:1). I veri cristiani respingono quei libri apocrifi, non per nascondere la verità, ma per respingere la menzogna. La Parola di Dio ci dà tre criteri per smascherare i falsi vangeli:
1. Raccontano, più o meno apertamente, che Gesù non viene da Dio e che non è, allo stesso tempo, uomo e Dio (1 Giovanni 4:3, 4).
2. Gli scrittori si esprimono secondo il linguaggio del mondo (1 Giovanni 4:6).
3. Le dottrine non sono conformi ai sani insegnamenti dati dagli apostoli nelle loro Lettere (1 Giovanni 4:6).

Questi tre criteri permettono di riconoscere ciò che non è Parola di Dio ma parola di uomini. 

lunedì 8 febbraio 2016

8 Febbraio

Allontana da te la falsità delle labbra.
I tuoi occhi guardino bene in faccia…
Ritira il tuo piede dal male.  
Proverbi 4:24-27

Apparenza senza realtà

I fossili sono dei documenti straordinari dell’esistenza di piante e animali in tempi lontanissimi. Il fossile conserva, spesso nei minimi dettagli, l’aspetto e le forme che l’animale o la pianta aveva, ma non ha più alcuna traccia di vita. È come una fredda e immobile pietra.
L’apostolo Paolo parla di cristiani che hanno “l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la potenza”, ed esorta il giovane Timoteo a tenersi lontano da quelle persone (2 Timoteo 3:5).
L’apparenza è purtroppo la nota dominante della società moderna e un sintomo evidente della perdita dei valori veri. Molto spesso, quello che appare non corrisponde alla realtà. Tante parole sono false, tante promesse non verranno mantenute, tanti slanci di misericordia non sono supportati dal coinvolgimento del cuore.
Quando poi l’apparenza riguarda la “pietà”, la cosa è ancora più grave. Nella Bibbia la parola pietà indica, secondo l’etimologia del termine, l’essere pii, rispettosi di Dio, ubbidienti, sottomessi a Lui. I farisei del tempo di Gesù ostentavano una religiosità e una devozione che non era per niente sincera. Era pura apparenza. Si mostravano religiosi ma non erano pii, e il Signore li definiva “ipocriti”, “sepolcri imbiancati”. Tanti cristiani, purtroppo, sono così.
Pii o semplicemente religiosi, viventi o fossili: a quale categoria di cristiani apparteniamo?

domenica 7 febbraio 2016

7 Febbraio

Gesù, partito di là, passando, vide un uomo chiamato Matteo, che sedeva al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli, alzatosi, lo seguì.
Matteo 9:9

3. “Mi attacco a te per seguirti”

Quaranta giorni dopo la sua risurrezione, il Signore Gesù è risalito al cielo. Là ha preparato, per tutti quelli che credono, un posto nella casa di Dio, perché possano essere con Lui per sempre. In quest’attesa, il Signore manda i credenti nel mondo come suoi testimoni.
Ogni giorno, io posso trovare in Gesù la ragione e il coraggio di mostrare la mia fede in tutte le mie relazioni: in famiglia, con gli amici, i colleghi… Prima di conoscere Gesù io vivevo cercando solo di farmi una posizione nella società. Oggi desidero vivere per Lui e seguirlo più da vicino possibile. Che cambiamento radicale quando l’amore per Dio, e di conseguenza anche per il nostro prossimo, diventano il nostro scopo di vita!
È nella vita di tutti i giorni che Gesù vuole portarti a seguirlo e a “testare” la tua fede. Lui è “colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12:2), e vuole consolidare la tua fede, aumentarla. Allo stesso tempo la Bibbia ci avverte: “Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” (Giacomo 2:26). Farai l’esperienza che queste buone opere sono preparate in anticipo da Dio stesso (Efesini 2:10) perché tu le compia.

Devo dirti che seguire e servire il Signore significa anche esporti, come è avvenuto a Lui, alle beffe, all’incomprensione, alla sofferenza. Questo Egli stesso l’ha preannunciato. Ascolta il Suo ultimo messaggio dato ai discepoli prima della crocifissione: “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. Ma aveva anche detto: “Nessuno vi toglierà la vostra gioia” (Giovanni 16: 33, 22)!

sabato 6 febbraio 2016

6 Febbraio

(Gesù disse:)
“Io sono con voi tutti i giorni”.
Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.
Matteo 28:20; 18:20

 2. “Maestro, dove abiti?” (Giovanni 1:38)

Quelli che hanno creduto in Gesù quand’era sulla terra hanno desiderato stare con Lui. Ma Gesù dov’è ora?
Egli è nel cielo, alla destra di Dio (Ebrei 1:3), ma nello stesso tempo è vicino a te; se tu gli hai parlato, Lui ti ha ascoltato e ti ha risposto. Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Io sono con voi tutti i giorni…” Tramite la fede, hai già sperimentato la sua presenza, a tu per tu con Lui. Ebbene, puoi vivere la stessa esperienza anche insieme ad altri credenti perché Gesù ha detto: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.
Pregare, leggere la Parola di Dio, lodarlo insieme ad altri credenti è, in certo modo, trovarsi là dove Egli abita. Gesù sarà sempre puntuale all’appuntamento coi suoi che cercano la sua presenza secondo gl’insegnamenti della Bibbia. Prega il Signore perché ti aiuti a trovare questo contatto così necessario con altri credenti, per il tuo incoraggiamento e il tuo progresso spirituale.
Quelli che hanno creduto al Signore Gesù fanno parte di un’unica famiglia; sono loro i veri cristiani, legati a Cristo. Ti propongo di leggere cos’è avvenuto nella casa del carceriere di Filippi appena convertito (Atti 16:25-34): in una notte, tutte le persone che erano in quella casa hanno creduto al Signore! Prima vivevano senza Dio, poi sono diventate cristiane e sono state battezzate nel Suo nome.

Questa tappa è davanti a te. Ti saranno d’aiuto i passi di Matteo 28:20 e Romani 6:1-4. Dimostra così il tuo amore per il Signore! Ubbidire a Dio è il segreto del progresso spirituale e della vera felicità (Romani 12:1-2).

venerdì 5 febbraio 2016

5 Febbraio

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio.
Colossesi 1:13

1. “Ogni giorno, vivo con Te”

Fin dal mattino, parla a Gesù. Pregare significa non solo chiedere, ma anche ringraziarlo per la sua presenza, la sua pace che rinnova ogni giorno nel tuo cuore. Digli con gioia: “Il tuo amore per me è grandissimo, so che posso darti fiducia. Tu mi hai accolto e sarò tuo per sempre. Grazie, Signore”.
Forte di queste certezze, puoi parlargli dei tuoi problemi più delicati. Gesù ti ha perdonato, ha persino cancellato i peccati di cui non eri consapevole.
Ma certi nostri peccati ci segnano nel profondo e ci rendono schiavi di cattive abitudini. Allora, chiedi al Signore Gesù di liberarti da tutti questi vincoli (alcol, droga, sesso, pratiche occulte, culto della tua persona, del tuo corpo, del denaro ecc.). Queste cose, anche se non ce ne rendiamo conto, sono degl’idoli, degli “dèi” crudeli che lasciano in noi come delle piaghe aperte, che solo Gesù Cristo può guarire.
Devi proprio desiderare di essere liberato da queste cose. Devi volerlo. Saranno tanti quelli che vorrebbero scoraggiarti dal perseverare nella fede. E quando la tentazione ti coglie, e anche prima, prega con insistenza che il Signore ti liberi.
Continua a leggere la Parola di Dio e vedrai che, alla croce, Gesù ha distrutto tutte le opere del diavolo. Egli libera dal potere delle tenebre chiunque crede in Lui (1 Giovanni 3:8).
Pregare e leggere la Bibbia tutti i giorni è vivere con Lui e con Lui essere vincitore!