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giovedì 30 settembre 2021

Lo Struzzo e l'Aquila

Dio si serve di ogni cosa per istruire la nostra anima. Per mezzo di ciò che Egli ha creato ci da delle lezioni molto salutari e degne della nostra attenzione. Sta a noi considerare: “gli uccelli del cielo e i gigli dei campi” Luca 12:24-27. Le ricchezze contenute nella Parola di Dio oltrepassano di gran lunga le bellezze della natura. Nondimeno è una grazia che Dio voglia ancora darci degli insegnamenti anche per mezzo di essa. Diciamo ancora perché vi fu un tempo in cui gli uomini non  possedevano altra Bibbia che la creazione. In questo libro, al tempo dei patriarchi, l'Eterno ha trovato argomenti ben sufficienti a convincere il suo servitore Giobbe e condurlo a un profondo giudizio di se stesso. Più tardi diede la legge al suo popolo Israele; ora che l'opera della croce è stata compiuta, Egli fa annunciare a tutti gli uomini la buona novella della salvezza; chi riceve questo Evangelo per cui risplendono la vita e l'immortalità, diviene figlio di Dio.

“ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo” 2 Timoteo 1:10.

Consideriamo ora nel libro di Giobbe ciò che Dio vuole insegnarci con alcuni animali, due in particolare: lo struzzo e l'aquila e cerchiamo in essi la lezione da imparare. I contrasti che ci presentano questi due tipi di uccelli, i loro modi così differenti sono lì per rappresentare due classi di persone che si muovono con due caratteristiche diverse: la stupidità e l'intelligenza.

“Lo struzzo batte allegramente le ali; ma le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna?  No, poiché esso abbandona sulla terra le proprie uova, le lascia scaldare sopra la sabbia. Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, che le bestie dei campi le potranno calpestare. Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fossero suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba, perché Dio l'ha privato di saggezza, non gli ha impartito intelligenza. Ma quando si muove e prende lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca... È forse al tuo comando che l'aquila si alza in alto e fa il suo nido nei luoghi elevati? Abita nelle rocce e vi pernotta; sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese; di là spia la preda e i suoi occhi mirano lontano. I suoi piccini si abbeverano di sangue, e dove sono i corpi morti, là essa si trova».” Giobbe 39:13-30.

Lo struzzo ha le ali ma non è una cicogna, non può volare.

Non si da pensiero di mettere al sicuro i suoi piccoli dai gravi pericoli del peccato e del giudizio di Dio.

Essi sono lasciati nella “sabbia” del deserto di questo mondo senza una direzione, senza una guida. E' un animale che ama le praterie, le pianure, Non lo troverete mai in montagna.

Conduce un'esistenza vana e la sua fatica non gli gioverà a nulla.

E' impossesso di doti eccezionali. E' un insieme di forza e stupidità.

Ha una visione distorta del pericolo.

Non sa né come né dove trovare rifugio. Non possiede una simile conoscenza. Un buco per terra è tutto quello che possiede.

L'incredulo fa come lo struzzo, è incapace, con i suoi sforzi, di “volare” cioè di elevarsi a Dio e di avvicinarsi a Lui. L'uomo corre veloce. La sua tecnologia produce delle cose straordinarie, ma non riesce a soddisfare i suoi profondi bisogni. Pone delle ruote sotto i suoi piedi, ma non può liberarlo dai suoi timori e dalle sue paure. Non può dargli nessuna certezza riguardo al futuro della sua prole.  Milioni di persone sono affaccendate a nascondere la testa sotto la sabbia ignorando i rovinosi avvenimenti che si stanno accumulando come una fiumana durante i nostri tempi. Può esserci una follia maggiore di quella dell'uomo che non si preoccupa delle conseguenze delle proprie azioni?  

L'aquila possiede una posizione gloriosa.

“Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei progenitori, fino a raggiungere la cima delle colline eterne.” Genesi 49:29.

“Dall'estremità della terra io grido a te, con cuore affranto; conducimi tu alla rocca ch'è troppo alta per me” Salmo 61:2.

Il merito di essere lì non è nostro la roccia era troppo alta per noi per poterci salire.

La vista che il volare in cielo dà rende le cose della terra piccole e di poca importanza.

E così è dal punto vi vista spirituale, mentre l'incredulo giudica Dio dalla terra e mette in dubbio il suo amore, la sua giustizia e persino la sua esistenza, il credente si eleva con le ali della fede che gli consente di vedere cose “lontane” e ammirare cose celesti.

“O SIGNORE, la tua benevolenza giunge fino al cielo, la tua fedeltà fino alle nuvole. La tua giustizia s'innalza come le montagne più alte” Salmo 36:5-6. 

“Colui che cammina per le vie della giustizia, e parla rettamente... Egli abiterà in luoghi elevati, le rocche fortificate saranno il suo rifugio; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata”  Isaia 33:15-16.

La nostra natura può ancora spingerci ad agire stupidamente come lo struzzo, ma poiché Dio ci ha dato intelligenza per conoscere Lui che è la sapienza di Dio “noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio” 1 Corinzi 1:24. Siamo dunque coerenti con questo immenso privilegio.

“Per l'uomo sagace la via della vita conduce in alto, gli fa evitare il soggiorno dei morti, situato in basso.” Proverbi 15:24.

30 settembre - La famiglia di Gesù

(Gesù) rispose loro: “Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”.

Luca 8:21

 

La famiglia di Gesù

 

Gesù, Figlio di Dio, ma vero uomo, “nato da donna” (Galati 4:4) aveva una famiglia terrena. Da bambino era “sottomesso ai suoi genitori”. Si separò da loro a trent’anni (Luca 3:23) per compiere il suo servizio pubblico, nella potenza dello Spirito Santo (4:1) e secondo la volontà del Padre suo (Giovanni 5:30). Attorno a lui si radunarono quelli che credevano in lui e che vennero a costituire la famiglia di Dio: “A tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome” (Giovanni 1:12).

Un giorno sua madre e i suoi fratelli vennero a trovarlo, ma non potevano avvicinarlo a motivo della folla. Gli fu riferito: “Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori, e vogliono vederti”. Ma egli rispose loro: “Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Luca 8:19, 21).

È a questa nuova famiglia, una famiglia per il cielo e non solo per la terra, che sei invitato ad unirti; è la famiglia dei credenti, di “quelli che ascoltano la Parola di Dio”, che danno prova di averla ascoltata bene, ricevuta col rispetto che merita. È un problema di fede. Tutta la Bibbia parla di ogni uomo come di un peccatore che ha bisogno di perdono. Questo perdono lo otterrai grazie all’unico che non ne aveva bisogno, il Signore Gesù, uomo perfetto, offertosi in sacrificio al posto nostro. L’Evangelo che Egli stesso predicava e che gli apostoli hanno annunciato dopo la sua risurrezione, è pienamente in accordo con tutte le Scritture; come Gesù diceva, “esse sono quelle che rendono testimonianza di me” (Giovanni 5:39).


mercoledì 29 settembre 2021

Non oserete entrare in casa

“Poi venite, e discutiamo», dice il SIGNORE; anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana” Isaia 1:18. 

Ancora oggi mi sembra di rivedere quel fratello che tanti anni fa, parlava in una sala di riunioni evangeliche, ai suoi numerosi uditori. Pesando ogni parola diceva con voce commossa: “Se tutta la storia della vostra vita, senza che nulla venisse passato sotto silenzio, fosse scritta sulla porta e sulla facciata di casa vostra, questa sera non osereste rientrare in casa”. Eravamo allora tutti giovani e trovammo l'affermazione un po' eccessiva. Rievocavamo i giorni della nostra infanzia, certo, riconoscevamo di aver commesso numerosi falli e mancanze, ma la situazione non ci pareva così grave. Oggi che molti anni sono passati, sottoscrivo pienamente l'affermazione di quel fratello. Pensiamo a quel giorno in cui Dio metterà a nudo tutto quello che abbiamo fatto, detto e pensato. Beato il credente che potrà dire: “Il sangue di Gesù Cristo mi purifica da ogni peccato” 1 Giov. 1:7.
Ma che vergogna e che angoscia s'impadroniranno di colui che avrà rifiutato la salvezza di Dio!

Ancora oggi è tempo di grazia. Il vostro peccato può essere perdonato, cancellato e dimenticato da Colui che avete offeso. Egli conosce tutti i vostri peccati e sa che il vostro cuore è “ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno” Geremia 17:9.

Nessuno lo conosce come Dio.

Vi ha dato un Salvatore, vi offre salvezza, Che cosa richiede da voi? Semplicemente di credere. Rifiuterete una tale offerta? Oh potete farlo poiché Dio non obbliga nessuno, ma facendo così tutti i vostri peccati rimarranno scritti nei libri di Dio nell'attesa di essere letti dinanzi al grande trono bianco: e lì sarete giudicati.

29 settembre - Alcuni titoli e privilegi del cristiano

Quando eravamo morti nei peccati, (Dio) ci ha vivificati con Cristo… e ci ha risuscitati con lui… per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

Efesini 2:5-7

 

Alcuni titoli e privilegi del cristiano

 

Amici cristiani, se siete scoraggiati, se vi sentite inutili o disprezzati, non dimenticate che fate parte di quelli che, agli occhi di Dio, hanno la dignità e la posizione più elevate. Gli uomini ricercano titoli e privilegi terreni, ma Dio dice che ognuno di voi che ha creduto in Cristo è:

- salvato, perdonato, giustificato, santificato (Efesini 2:8; 1 Corinzi 6:11)

- figlio di Dio, erede di Dio (Romani 8:16, 17; Galati 3:26)

- una nuova creatura (2 Corinzi 5:17)

- il tempio di Dio (1 Corinzi 3:16)

- compagno di Cristo (Ebrei 3:14)

- figlio della luce e del giorno (1 Tessalonicesi 5:5)

- sale della terra (Matteo 5:13)

- luce del mondo (Matteo 5:14)

- creato per le buone opere, per praticarle (Efesini 2:10)

- collaboratore di Dio e ambasciatore per Cristo (1 Corinzi 3:9; 2 Corinzi 5:20).

Inoltre, il cristiano non è chiamato a vivere solo; egli fa parte della Chiesa, la grande famiglia formata dai credenti che sono:

- “uno” in Cristo Gesù (Giovanni 17:21-22)

- corpo di Cristo e sue membra (1 Corinzi 12:27)

- abitazione di Dio per mezzo dello Spirito (Efesini 2:22)

- stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, popolo che Dio si è acquistato (1 Pietro 2:9).

martedì 28 settembre 2021

Categorie

E' veramente spiacevole dover constatare come in generale gli uomini, e spesso anche i cristiani, trascurino la lettura della Parola di Dio, la Bibbia. Così facendo si privano di ciò che è essenziale per la loro istruzione e il loro cammino. Dimostrano di acconsentire a vivere nell'oscurità e nell'assenza di luce che solo la sua Parola può man mano diradare.

Gli uomini si suddividono in diverse categorie, ne elenco alcune:

1. Atei, negano Dio e la sua esistenza anche se: “Poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili” Romani 1:19-20.

2. Coloro che credono ad un dio “sconosciuto” (Atti17:23) distante, distratto, disinteressato agli uomini e alla loro vita.

3. Chi crede a Dio, ma rifiuta di accettare la sua Parola trovandola incomprensibile o troppo dura. “Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente” 1 Corinzi 2:14. “Perciò molti dei suoi discepoli, dopo aver udito, dissero: Questo parlare è duro; chi può ascoltarlo? Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano di ciò, disse loro: Questo vi scandalizza?...Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Perciò Gesù disse ai dodici: Non volete andarvene anche voi? Simon Pietro gli rispose: Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna” Giovanni 6:60-68. 

4. Chi falsifica, toglie o aggiunge qualcosa alla sua Parola. “Noi non siamo infatti come quei molti che falsificano la parola di Dio” 2 Corinzi 2:17. “Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro” Apocalisse 22:18. “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema” Galati 1:8.

5. Coloro che hanno ricevuto la Parola di Dio e le riservano tutta l'attenzione che essa deve avere. E' importante che ogni uomo abbia in sé lo stesso atteggiamento che hanno avuto i Tessalonicesi.

“Per questa ragione anche noi ringraziamo sempre Dio: perché quando riceveste da noi la parola della predicazione di Dio, voi l'accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete”. 1 Tessalonicesi 2:13.

Dio ha parlato. Quanta importanza diamo a ciò che ha detto? Quale importanza diamo noi all’ubbidire? In questa lista a quale categoria apparteniamo?

28 settembre - Conversione

Io ho avuto grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della decomposizione, perché ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati.

Isaia 38:17

 

In lui (Gesù Cristo) abbiamo… il perdono dei peccati.

Colossesi 1:14

 

Conversione

Testimonianza di un giovane cristiano

 

“Di ruzzolone in ruzzolone, ero diventato schiavo del peccato, senza rendermene conto. All’età di sedici anni, tutto andava di male in peggio. Fui espulso dall’istituto che frequentavo, trascorsi tre giorni guardato a vista dalla polizia, e persone male intenzionate volevano servirsi di me per compiere reati. Ero senza speranza, rischiavo il carcere, non mi aspettavo più niente dalla vita.

A questo punto, presi coscienza dei miei peccati, mi misi in ginocchio davanti a Dio e piansi invocando la sua misericordia e chiedendogli di operare in me un profondo cambiamento. Ero veramente sincero, e la sua risposta non si fece aspettare. Abitavo in un quartiere malfamato e Dio conosceva l’impatto che questo aveva su di me. Già da anni avremmo dovuto trasferirci ed ecco che, pochi giorni dopo, i miei genitori ricevettero una risposta positiva per un appartamento in un quartiere più calmo. Poi, Dio continuò la sua opera e si aprirono per me le porte di una scuola adatta alle mie capacità. Ero stato esaudito! Accettai il Signore come mio Salvatore e per mezzo di lui fui perdonato dei miei peccati. Ne avevo la certezza, e tante volte piansi pensando al suo grande e immeritato amore per me. Oggi vivo per Dio che mi ama. Giorno dopo giorno vedo la sua opera nella mia vita. Abbiate fede in lui, lodatelo, ubbiditegli. Dio è così buono che passargli accanto e non degnarlo d’uno sguardo è il più grande errore che si possa commettere”.


lunedì 27 settembre 2021

Il mondo è malato

“la sapienza di questo mondo è pazzia davanti a Dio...Il Signore conosce i pensieri dei sapienti; sa che sono vani” 1 cor. 3:19-20.


Il mondo è malato. I Pareri sulla diagnosi della sua malattia sono svariati e quanto alle medicine da somministrare, i più grandi luminari rimangono perplessi. Quanti sono numerosi coloro che hanno già assistito al fallimento dei loro presunti ritrovati.

Volete sapere perché l'umanità è malata?

Perché non vuole saperne nulla di Dio. L'uomo non vuole riconoscere la Sua potenza infinita e rifiuta di credere che i cieli sono opera delle Sue mani (Salmo 19:1); non vuole saperne di un Essere infinitamente al disopra di lui. Rifiuta la Sua santità e la Sua giustizia poiché lo condannano, essendo l'uomo un essere contaminato. Non vuole neppure accettare l'amore di Dio poiché, se riconosce di esserne l'oggetto, deve di riflesso, amare Colui che lo ha così tanto amato. Chiude perciò il suo cuore quando il messaggio della grazia lo raggiunge, annunziandogli che Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna. Non si riconosce perduto davanti a Dio e, anche se ammette alcune sue “mancanze”, non vuole essere debitore a nessuno della sua salvezza.

Ed è così che gli uomini vivono quaggiù, andando curvi, schiacciati sotto il peso dell'inquietudine per il presente e dell'angoscia per quando l'avvenire. Eppure non hanno che da alzare gli occhi verso la croce dove il Signore Gesù si è offerto in sacrificio per donare la pace e la felicità, ma essi si rifiutano di farlo.

Poi vi è il “principe di questo mondo”: Satana, che, nella sua astuzia, continua a muoversi nell'ombra.

Una delle vittorie di Satana è stata l'aver portato gli uomini a negare la sua esistenza. Andate a parlare del diavolo! Verrete guardati come fenomeni, come gente fuori dal tempo, sopravvissuti di un epoca scomparsa. La verità è che Satana è più che mai all'opera, e che l'astuzia e la menzogna che lo caratterizzano dilagano sempre di più in questo mondo. Propone infinite distrazioni. Apre del continuo numerose “vie larghe”, ma ognuna di esse porta l'uomo sempre più lontano da Dio, e talvolta anche tanti cristiani finiscono per percorrerle dimenticando l'amore del quale sono stati amati e chi è il Signore della loro vita.

27 settembre - Gesù, pane di vita

(Gesù disse:) “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”.

Giovanni 6:51

 

Gesù, pane di vita

 

I miracoli del Signore trasmettono sempre un messaggio spirituale. Così è della moltiplicazione dei pani (Giovanni 6:5-13). Con quel miracolo, Gesù nutrì una folla di parecchie migliaia di persone; ma il suo scopo non era solo quello di saziare la loro fame, tant’è vero che poi li esorterà ad adoperarsi “non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna” (Giovanni 6:27). Quando gli chiedono: “Signore, dacci sempre di questo pane”, Egli risponde loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete” (Giovanni 6:35).

Già nella legge data da Dio a Mosè, la Bibbia afferma che l’uomo non vive di solo pane, ma di quello che Dio ci ha rivelato per mezzo della sua Parola (Deuteronomio 8:3). Essa nutre l’anima, alimenta la vita spirituale e mette il credente in comunione con Dio. La scopriamo quando siamo disposti a crederla e ad accettare la testimonianza di Dio, “e la testimonianza di Dio è quella ch’egli ha reso al Figlio suo. Chi crede nel Figlio ha questa testimonianza in sé” (1 Giovanni 5:9-10). Parecchi di quelli che avevano beneficiato della moltiplicazione dei pani non hanno poi seguito il Signore. Se pensiamo di poter credere in lui solo per i benefici materiali che riceviamo, siamo su una strada sbagliata; la nostra fede è molto superficiale. Ma se lo conosciamo come “il pane di vita”, potremo allora dirgli, come Pietro: “Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna” (Giovanni 6:68).

domenica 26 settembre 2021

26 settembre - Il monte dell’Eterno

Dio… non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti.

Romani 8:31, 32

Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me.

Galati 2:20

 

Il monte dell’Eterno

Genesi 22:1-14

 

Avevo circa dieci anni. Un amico, venuto dal Belgio, visitava le chiese cristiane della mia regione. I miei genitori lo invitarono a casa nostra. Terminato il pranzo, egli prese la sua Bibbia e ci lesse il capitolo 22 della Genesi che rievoca la strada percorsa da Abraamo mentre risaliva con il figlio le pendici del monte Moria. Stavano per arrivare al punto designato da Dio, quando il figlio Isacco gli pose la domanda: “Padre mio!… Ecco il fuoco e la legna; ma dov’è l’agnello per l’olocausto?” Che cosa poteva rispondergli? Avrebbe potuto dirgli: “Sei tu, figlio mio”? No. Abraamo rispose: “Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto”. Bisognava andare avanti fino al momento in cui il padre avrebbe preso il coltello per sacrificare il figlio.

Il mio cuore di bambino batteva molto forte. Non sapevo che Abraamo avrebbe trovato un montone da offrire al posto di Isacco e che Dio non avrebbe mai permesso a quel padre di offrire il proprio figlio (Geremia 32:35); quella era solo una prova della sua fede. Il nostro amico capì il mio stupore e mi disse: “Voglio portarti un po’ più lontano. Vieni, andiamo al Calvario dove Gesù è stato crocifisso. Lì è Dio stesso che offre il proprio Figlio, e nessuno gli ha trattenuto la sua mano. Nessuno poteva sostituirlo. Così Dio lo ha colpito, non l’ha risparmiato. Sai perché? Perché Gesù aveva preso su di sé i peccati di tutti quelli che credono in lui, per ottenere il loro perdono e la loro salvezza”.


sabato 25 settembre 2021

UN AROMA FRAGRANTE

“Le sue gote son come un’aia d’aromi, come aiuole di fiori odorosi; le sue labbra son gigli, e stillano mirra liquida” (Cantico de’ Cantici 5:13)

Il mese dei fiori è arrivato! I venti di marzo e le piogge di aprile hanno fatto la loro opera, e la terra è tutta fregiata della sua bellezza. Vieni anima mia, indossa le vesti della festa e vai ad intrecciare ghirlande di pensieri celesti. Tu sai dove recarti, perché ti sono ben note le “aie d’aromi” ed hai odorato spesso il profumo dei “fiori odorosi”, puoi quindi andare subito dal tuo Benamato e trovare il Lui tutta la grazia e la gioia. Quel viso un tempo così crudelmente colpito dalla verga e sovente bagnato dalle lacrime di pietà ed insultato con sputi! quel viso che mentre sorride con misericordia è come un aroma fragrante per il mio cuore! Non nascondesti la Tua faccia dalla vergogna e dagli sputi, Signor Gesù, voglio quindi trovare il massimo piacere nel lodarTi. Quelle gote furono rigate dall’aratro del dolore, e arrossate da righe di sangue che scendevano dalla Tua corona di spine; quei segni d’amore incondizionato non possono che affascinare la mia anima, molto più di “colonne di profumo”. Se non posso vedere tutto il Suo volto, ammirerò le Sue gote, poiché anche il Suo minimo pallore è veramente rinfrescante per il mio sentimento spirituale, e arreca immense soddisfazioni. In Gesù non trovo soltanto una fragranza ma un’aia di aromi, non un fiore ma ogni specie di piante profumate. Egli è la mia rosa e il mio giglio, la mia viola e il mio fastello di canfora. Quando sono vicino a Cristo, è maggio tutto l’anno attorno a me, e la mia anima va a lavarsi il viso nella rugiada mattutina della Sua grazia e a godersi il sole accompagnata dal canto degli uccelli delle Sue promesse. Prezioso Signor Gesù, lascia che io conosca in ogni opera, la benedizione che si realizza in una comunione ininterrotta con Te. Io sono una creatura indegna, le cui gote Ti sei compiaciuto di baciare! Ora lascia che in cambio io Ti baci con le mie labbra! 



25 settembre - Consolazioni divine

Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è il mio salvatore e il mio Dio.

Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà.

Salmo 43:5; 46:1

 

Consolazioni divine

 

Le consolazioni di un amico fanno del bene, ma sono pur sempre umane e sempre più o meno superficiali. Ma quando il nostro Padre celeste interviene col suo amore e la sua saggezza, il suo intervento è appropriato, profondo, capace di trasmettere un vero conforto.

Qualunque sia la prova, il dolore fisico o morale, Dio sa come consolarci. Rivolgiamoci dunque a lui, facciamo affidamento su di lui, raccontiamogli le nostre pene. Egli aspetta che gliele esprimiamo con parole o anche solo con sospiri o con lacrime. A Dio non sfugge nessuna nostra sofferenza. Le sue consolazioni sono infinite e rispondono a tutti i nostri bisogni, per quanto grandi e svariati siano.

Il salmista Asaf esclamava: “La mia carne (il mio corpo) e il mio cuore (il mio interiore) possono venir meno (il dolore fisico e morale), ma aggiungeva con fiducia: “Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità in eterno… Il mio bene è stare unito a Dio” (Salmo 73:26, 28).

Sentire la presenza divina, avere il sostegno di una mano tesa (v. 23), provare la certezza di potersi avvicinare a Dio come ad una roccia irremovibile, ecco un grande incoraggiamento per il credente. La nostra fede può essere messa alla prova perché si fortifichi sempre di più, e sia glorificato Dio, Signore della nostra vita, consolatore delle anime nostre.


venerdì 24 settembre 2021

Il dono ineffabile

“Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile!” 2 Corinzi 9:15.


Quale è quel dono ineffabile di cui parliamo, ma che è così al di sopra di quello che possiamo esprimere? E' il dono che il cielo ha fatto alla terra, il dono di Dio agli uomini. Perché ineffabile? Innanzi tutto perché proviene da Dio porta il marchio dell'infinito, del fuori da ogni immaginazione, del talmente grande da essere inesprimibile. E' Dio che ha dato.

In secondo luogo questo dono è ineffabile poiché non è un oggetto, una qualità, una dote ma è una persona, una Persona Unica, il cui mistero ci supera: il Figlio eterno, il Figlio di Dio. Nessuno può conoscerlo appieno se no Dio stesso: “Nessuno conosce appieno il Figlio se non il Padre” Matteo 11:27. E “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo” Matteo 3:16.

Infine, questo dono è ineffabile in funzione della grandezza dei suoi risultati. Dio, in virtù del sacrificio del suo Figliolo, salva dei peccatori, dei colpevoli, dei perduti. Li salva senza chiedere nulla, perché nulla sono in grado di dare o di fare; essi devono credere soltanto in Lui. Il dono è così completo, così perfetto che Dio non richiedere nient'altro che la fede.

Sì, noi che crediamo diciamo veramente come l'apostolo Paolo: “Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile!”.

Ma questo dono è a disposizione di tutti, poiché Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati (1 Tim. 2:4). Trascurare il dono ineffabile di Dio rappresenta la perdita più grande che l'uomo possa fare.

24 settembre - Città verdi

In quel tempo eravate senza Cristo… senza speranza e senza Dio nel mondo.

Efesini 2:12

 

(Gesù disse:) “Io… conosco le mie (pecore) e le mie conoscono me”.

Giovanni 10:14

 

Città verdi

 

Sorvolando le grandi città, si distinguono qua e là degli spazi verdi. La presenza di parchi e giardini è una vera ricchezza, e a salvaguardarla e incrementarla si impegnano architetti e urbanisti. La vegetazione migliora la qualità dell’aria che respiriamo, fa da isolante acustico e ci rinfresca nei giorni d’estate. Inoltre protegge la biodiversità sia delle piante sia degli animali che vi trovano rifugio.

Viste dall’aereo, queste zone di vita vegetale formano un contrasto sorprendente con il colore dei tetti, delle facciate dei palazzi e delle vie della città.

Questo mi fa pensare alle cose che Dio discerne nella vita di coloro che hanno una vera relazione con lui. I veri cristiani, che il Signore conosce, e che lo conoscono, assomigliano a quelle piante, a quelle aree verdi in mezzo al cemento, che respirano e si sviluppano nonostante l’inquinamento della città. Solo vivendo in una stretta relazione col Signore i cristiani possono portare frutto per Dio e risplendere “come astri nel mondo” (Filippesi 2:15).

“Beato l’uomo il cui diletto è nella legge del Signore e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli… il cui fogliame non appassisce” (Salmo 1:2, 3).

giovedì 23 settembre 2021

Bivio

“E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scuotendo il capo e dicendo: Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce! Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani” Matteo 27:39-41. 


Alcuni piangono. Alcuni sorridono. Qualcuno sale sulla collina per vedere lo spettacolo. Altri sono irritati perché quella folla in cammino potrebbe violare la santità della Pasqua ebraica. Qualcuno si chiede se quello fosse lo stesso uomo che pochi giorni prima era stato osannato sopra un tappeto di foglie di palma.

Tutti sono rimasti toccati. Tutti.

L'enormità di quell'avvenimento rende impossibile ignorarlo.

Il Nazzareno, così viene chiamato, ha compiuto miracoli inimmaginabili, eppure ora eccolo lì. Perché?

Tutti hanno la loro opinione. Tutti scelgono con chi schierarsi.

Non si può restare neutrali davanti ad un fatto come questo. O si sta da una parte o si sta dall'altra. Tutti devono scegliere. Vi è qualche cosa in questo avvenimento che spinge ogni testimone o a fare un passo verso la croce o ad allontanarsene.

Ed oggi dopo duemila anni questo è ancora vero. E' uno spartiacque. E' una biforcazione fra due strade. O da una parte o dall'altra.

Possiamo esaminare la storia. Possiamo studiarne la teologia. Possiamo riflettere sulle profezie che lo riguardavano. Ma l'unica cosa che non possiamo fare e rimanere neutrali davanti alla croce. Non è permesso. Dobbiamo scegliere.

Questo è un lusso, che Dio nella sua splendida misericordia, non consente.

E voi da che parte state?

23 settembre - Il perdono di Dio

Hai perdonato l’iniquità del tuo popolo, hai cancellato tutti i suoi peccati.

La bontà e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate.

Salmo 85:2, 10

 

Il perdono di Dio

 

Nel Salmo 85 è parlato del perdono che Dio concederà al suo popolo Israele quando, dopo le ultime terribili prove (la grande tribolazione), che si aggiungeranno a quelle sopportate nel corso dei secoli, riconoscerà finalmente Gesù Cristo come suo Messia e Re. I Giudei fedeli che si esprimono in questo Salmo non dubitano della sua bontà, ma sentono nello stesso tempo il peso della giusta ira di Dio contro il suo popolo colpevole.

Dio è buono. Come può non perdonare? Ma è anche santo, giusto e vero. Come può passare sul peccato senza giudicarlo? Bontà e verità, giustizia e pace, questi caratteri divini, inconciliabili a vista umana, si sono tuttavia integrati (v. 10). Alla croce di Cristo il peccato ha ricevuto la giusta condanna e la giustizia di Dio è stata soddisfatta; così la grazia di Dio può avere libero corso (Romani 5:20-21). Che gloriosa armonia! Sono pochi, purtroppo, quelli che conoscono il meraviglioso risultato della croce e si fanno di Dio un’idea falsa. Vedono in lui un giudice severo che fa soffrire la sua creatura, oppure un “Dio buono,” indulgente verso i peccati e che si accontenta delle buone intenzioni e degli sforzi per fare il bene. Pensieri fatali! È alla croce che io imparo a conoscerlo. La difficoltà sta nel fatto che, a questo Evangelo, così semplice e chiaro, mescoliamo i nostri pensieri e ci facciamo su Dio delle idee tutte più o meno in contraddizione con le Sacre Scritture. Ripuliamo la nostra mente dai concetti errati; mettiamoci umilmente davanti a Dio per ascoltare il suo pensiero. Capiremo che, se crediamo nel Signore Gesù, Dio, che è un Dio d’amore, ci perdonerà i peccati, pur rimanendo un Dio perfettamente giusto!

mercoledì 22 settembre 2021

Breve momentanea

“Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne”  2 Corinzi 4:16-18. 


Questa frase dell'Apostolo Paolo che ho qui sopra riportato è sorprendente:  la nostra momentanea, leggera afflizione . Se fossi stato l'Apostolo Paolo mi sarei espresso altrimenti. Consideriamo insieme cosa egli considerava momentaneo e leggero:

1. Fu imprigionato.

2. Cinque volte fu frustato.

3. Affrontò la morte.

4. Tre volte fu battuto con le verghe.

5. Una volta fu lapidato.

6. Tre volte fece naufragio.

7. Spesso non aveva posto dove dormire.

8. Fu costantemente in pericolo.

9. Ebbe fame e sete.

Le avrei definite: prove lunghe e difficili, forse, afflizioni tremende e continue ma mai momentanee e leggere afflizioni. 

Come poté l'apostolo Paolo descrivere prove di quella entità con quella frase?

Semplice, c'è lo spiega il seguito del versetto, perché egli riusciva a vedere  un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria. 

La Scrittura presenta una equazione molto elementare. Se qualcosa  è di breve durata vale poco e poco dovremmo dedicargli come tempo e attenzioni, se invece possediamo un bene di lunga durata i cui benefici si protraggono nel tempo, allora di questo dovremmo avere la massima cura.

22 settembre - Quale dei due?

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata.

Tito 2:11

 

Tutti… sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Romani 3:24

 

Quale dei due?

Luca 15:11, 32

 

“Un uomo aveva due figli”, molto diversi uno dall’altro: il maggiore lavorava onestamente nella casa del padre senza pretendere particolari favori; il più giovane, ribelle, aveva lasciato la famiglia per vivere una vita dissipata. Ma dopo qualche tempo, rovinato e finalmente cosciente della propria follia, si pente e ritorna a casa.

Così lo vediamo sulla soglia. Denutrito, sporco e con le vesti a brandelli, si presenta al padre. Affranto e pentito, gli confessa il suo peccato e subito riceve un abito bellissimo per la festa che il padre organizzerà, felice per il suo ritorno. Tutto è pronto. I due figli sono invitati. Quello giovane, cosciente dell’amore immeritato del padre, accetta felice l’invito. L’altro lo rifiuta, facendo valere i propri meriti, geloso dell’affetto del padre per quel figlio ribelle. Ma dovrà capire che “l’uomo non è giustificato per le opere” (Galati 2:16), che nessuno può entrare in questo modo nella presenza e nella gioia del Padre. “Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori”, diceva il Signore (Matteo 9:13).

È la fede la via per entrare nella “casa” dove abita Dio. La grazia è offerta a tutti, ma chi rimane sordo all’invito di Dio non vi entrerà. Dio è sovrano; ed è per amore per me e per te che “ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).


martedì 21 settembre 2021

Che cosa intendeva dire il Signore?

“Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada” Giovanni 16:7.

Come poteva essere un vantaggio, per gli apostoli, il fatto che il Signore Gesù gli lasciasse? Avevano vissuto tre anni meravigliosi in sua compagnia e tutti noi li invidiamo.

Se solo avessimo avuto la possibilità di stare con il Signore! Se solo avessimo potuto ascoltarlo, vederlo dare da mangiare agli affamati, guarire i malati, resuscitare i morti!

Che cosa intendeva dire il Signore Gesù?

Ebbene, gli apostoli avevano due svantaggi: il primo era che quando il Signore era sulla terra la sua presenza era localizzata in un posto per volta, perciò  a volte dovevano separarsi da Lui, per esempio, quando loro erano sulla barca e lui era andato a pregare sul monte; non potevano godere della sua compagnia ininterrottamente.

La seconda e che, in diverse occasioni, intorno a Lui si era raccolta una grande folla da rendere impossibile, se non a pochi intimi, il godere della sua presenza. “...e si radunò tanta gente che neppure lo spazio davanti alla porta la poteva contenere” Marco 2:1.

Ciò impediva sicuramente a “tutti” di poter accedere alla sua luce e ai suoi insegnamenti, ed è per il nostro bene che il Signore Gesù andò via, perché al suo posto è venuto lo Spirito Santo, che ha reso la presenza del Signore non più limitata a un luogo, ma universale, non più esteriore ma interiore. Lo Spirito universalizza e interiorizza la presenza del Signore Gesù.

“Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio?” 1 Corinzi 6:19.

21 settembre - Quello che è veramente gratuito

Non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere…, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia.

1 Pietro 1:18, 19

 

Quello che è veramente gratuito

 

Un responsabile di marketing ha fatto sistemare delle videocamere nei ripiani di una catena di supermercati. Si tratta di osservare e analizzare il comportamento dei clienti di fronte a certi prodotti, per poi decidere come indurli a comprare di più. Le strategie di vendita sono sempre più sofisticate. I prodotti sono disposti in un ordine preciso, tenendo conto della psicologia dei consumatori. L’esposizione della merce è studiata minuziosamente. Bisogna che il cliente ceda alla sollecitazione e si decida a riempire il più possibile il suo carrello. Su molti prodotti si possono leggere le parole “gratis”, “sconto”, “offerta”. Si sostiene con forza che ciascuno è libero delle proprie scelte, ma il cliente è osservato e orientato fino al suo passaggio alla cassa.

Nella nostra vita sovente capita lo stesso. Il mondo è come un immenso supermercato. La sua offerta risponde a tutte le nostre concupiscenze. Ci crediamo liberi, ma se questa libertà consiste nel soddisfare i nostri desideri e le nostre passioni, la vita è rovinata.

Ci sono molti mezzi per perdere la vita, la vita eterna, ma ce n’è uno solo per salvarla. Questo mezzo Dio lo offre gratuitamente. Il “dono di Dio” è il suo unico Figlio. Fin da ora, se lo accettiamo, ci libera dalle vanità del mondo e dai nostri desideri malvagi. Per il futuro ci assicura il cielo e la presenza di Dio. Il dono di Dio è gratuito per chi l’accetta, ma per Dio ha avuto un prezzo infinito! Non disprezziamolo.

lunedì 20 settembre 2021

MORMORATORI RIBELLI

“E tutti i figliuoli d’Israele mormorarono contro Mosè e contro Aaronne, e tutta la raunanza disse loro: ‘Fossimo pur morti nel paese d’Egitto! o fossimo pur morti in questo deserto!’” (Numeri 14:2)


Ci sono alcuni mormoratori fra i credenti d’oggi, come ce n’erano nel campo d’Israele. Quando viene usata la verga, ci sono coloro che si ribellano alla punizione. Chiedono: “Perché vengo punito in questo modo? che cosa ho fatto per essere castigato in questa maniera?”. Voglio rivolgere una parola a te che mormori: perché devi lamentarti di ciò che il tuo Padre celeste ti dà? può Egli trattarti più severamente di quanto meriti? Considera com’eri ribelle un tempo, eppure Egli ti ha perdonato! Di certo, se nella Sua saggezza Egli ritiene opportuno correggerti, non dovresti lamentarti. Dopo tutto, sei stato trattato duramente quanto meritavano i tuoi peccati? considera la corruzione del tuo cuore, e poi potrai ancora chiederti se fosse proprio il caso di usare la verga. Analizzati, e discerni quanta argilla è mischiata all’oro, dopodiché non riterrai troppo caldo il fuoco che deve purificarti da tutta quell’argilla. Il tuo spirito ribelle e orgoglioso non dimostra forse che il tuo cuore non è ancora completamente santificato? quei tuoi lamenti non sono contrari alla natura di santa sottomissione tipica dei figli di Dio? non è necessaria la correzione? Se continuerai a lamentarti contro la correzione sta’ attento poiché il destino che attende i mormoratori sarà assai duro. Dio castiga sempre due volte i Suoi figli, se essi non sopportano pazientemente il primo colpo. Ma sappi una cosa: “Non è volentieri che egli umilia e affligge i figliuoli degli uomini” (Lamentazioni 3:33).  Tutte le Sue correzioni sono effettuate nell’amore, per purificarti e portarti più vicino a Lui. Se sarai in grado di riconoscere dietro la correzione la mano del tuo Padre celeste, questo sicuramente ti aiuterà a sopportare la punizione con rassegnazione. 

"Perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli". 

“Ed è a scopo di disciplina che avete a sopportare queste cose. Iddio vi tratta come figliuoli”. 

“E non mormorate come alcuni di loro mormorarono e perirono colpiti dal distruttore”. 

20 settembre - Dove ci portano le nostre vie?

 C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma essa conduce alla morte.

Proverbi 14:12

 

Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

Giovanni 14:6

 

Dove ci portano le nostre vie?

 

Con un tempo magnifico, la nostra escursione in montagna è riuscita perfettamente. Dobbiamo solo ritornare alla nostra auto. Ecco un sentiero ben segnalato che sembra andare proprio nella giusta direzione. Ma dopo pochi metri svolta a sinistra. Insistiamo a seguirlo, ma alla fine si perde nei cespugli. Dobbiamo fare dietro front e consultare la cartina militare per essere sicuri di non sbagliare di nuovo.

In un altro campo, è utile porsi queste domande: “Oggi, la mia vita è impegnata nella buona direzione? Quale ne sarà la fine? E che carta consultare per saperlo?” La risposta è una sola: “Consultate la Bibbia”. Essa dice che ci sono solo due vie: la via della vita e la via della morte (Deuteronomio 30:19-20). Ci fa capire che, fin dalla nascita, essendo peccatore, ogni uomo imbocca la strada sbagliata, una strada che porta alla morte. Chi potrebbe contestarlo? Come si può non tener conto di queste espressioni: “non c’è nessun giusto, neppure uno”, “tutti hanno peccato”, “il salario del peccato è la morte” (Romani 3:9 e 23; 6:23)?

Ma la Bibbia, ancora oggi, ha per noi un messaggio molto forte. Dio ci chiama e ci sollecita a fermarci e a fare dietro-front per imboccare la via che conduce alla vita eterna. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Basta un istante per cambiare completamente prospettiva, per passare dalle incertezze alla pace, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita.


domenica 19 settembre 2021

O Eterno, dà vita all’opera tua

“O Eterno, io ho udito il tuo messaggio, e son preso da timore; o Eterno, dà vita all’opera tua nel corso degli anni! Nel corso degli anni falla conoscere! “ Abacuc 3:2.

È una richiesta che dovremmo fare al Signore continuamente e dal fondo dei nostri cuori. Infatti, abbiamo bisogno di essere risvegliati per fare conoscere di più l’Evangelo ai peccatori e abbiamo anche bisogno di un risveglio in mezzo al popolo di Dio. È facile diventare formalista, freddi, senza potenza, se l’anima non resta in una stretta comunione con Dio che la mantiene in esercizio davanti a Lui.

Il Signore ci ha riccamente benedetti, ma abbiamo bisogno di elevarci, per la potenza dello Spirito, alle altezze dei preziosi privilegi che sono la nostra parte in quanto figli di Dio. Se noi tutti vivessimo nel godimento intimo e nella realizzazione giornaliera della nostra posizione davanti a Dio, quanto più vive sarebbero le nostre riunioni e quanto più incisivi i messaggi per attirare le anime a Cristo, quale centro dei loro pensieri e dei loro affetti!

L’apostolo Paolo parla del “combattimento” che sosteneva per i santi di Colosse perché arrivassero alla piena conoscenza “del mistero di Dio, cioè di Cristo, nel quale tutti in tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti” (Colossesi 2:3). In (Efesini 3:3) il mistero dato a conoscere a Paolo per rivelazione è l’unione dei Giudei coi Gentili in un solo corpo col Capo che è nel cielo. Il rischio era che quei credenti non si attenessero al Capo e perdessero la realizzazione consapevole della loro unione con Lui, trascinati da un lato dalla filosofia e dall’altro dalla tradizione. Non corriamo anche oggi lo stesso pericolo? Il mondo si maschera bene per sedurre le anime; lo fa dando a credere che sia un vantaggio farsi un nome e una buona posizione su questa terra, e così distrae il credente con la carriera, gli affari, la politica ed altre cose. Ma può anche rivestire una forma religiosa seducente; il tutto per distogliere i nostri cuori da Cristo.

Viviamo in un tempo di debolezza spirituale e rischiamo di perdere e farci sfuggire anche la verità che abbiamo conosciuto. Abbiamo bisogno di grazia e di fede. In (Romani 4:20) leggiamo che Abramo “davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato per la sua fede dando gloria a Dio”. L’energia e la perseveranza della fede sono oggi più che mai necessarie perché la difficoltà più grande è di mantenerci nella consapevolezza della nostra chiamata celeste e in una vita ad essa conforme e nella consapevolezza che siamo membra del corpo di Cristo, uniti al Capo glorioso nel cielo. L’apostolo cerca di salvaguardare i santi di Colosse mostrando loro in che modo intimo erano identificati con Cristo: non solo “morti” con Lui, ma “risuscitati” con Lui che è la nostra vita; e a tal punto legati a Lui che, quando Egli sarà manifestato, anche noi saremo col Lui manifestati in gloria. Signore, “dà vita all’opera tua” e rendici capaci di elevarci all’altezza della chiamata e dei privilegi che sono la nostra parte in te!

Abbiamo un bisogno continuo della sua grazia a causa della nostra debolezza che Lui è potente da supplire ad ogni nostro bisogno se confidiamo in Lui.

19 settembre - Che tipo di grandezza?

Sono come un uomo che non ascolta, nella cui bocca non ci sono parole per replicare.

In te spero, o Eterno! Tu risponderai, o Signore, Dio mio!

Salmo 38:14, 15

 

Che tipo di grandezza?

 

Abbiamo interesse per quelli che soffrono? La sofferenza, si pensa, è competenza della medicina o della psicoterapia o della terapia del dolore.

Gli eroi moderni si presentano non come esseri sofferenti, ma come gente che ha successo. Sono loro quelli che tutti ammirano.

Se Gesù avesse liberato le sue mani dai chiodi, se fosse sceso dalla croce e, per andarsene, avesse attraversato la folla stupefatta, sarebbe un eroe di fama mondiale.

La violenza che s’impone è più facile da comprendere di quanto non lo sia l’amore che si fa carico degli altri, che soffre e tace. La grandezza è per molti sinonimo di potenza, di ricchezza, di predominio. Ma nel regno di Dio, la scala dei valori non è la stessa che sulla terra degli uomini.

Se Gesù avesse opposto la violenza alla violenza, sarebbe sorto un conflitto di più su questa terra che di guerre ne ha già tante. E con che risultato? Nessuno. Il Signore ha opposto alla violenza la forza della dolcezza, alla menzogna la forza della verità, all’insulto la forza del silenzio, al delitto la forza del perdono, all’odio la forza dell’amore.

sabato 18 settembre 2021

APPARTENERE A DIO

“La terra ha prodotto il suo frutto; Dio, l’Iddio nostro, ci benedirà” (Salmo 67:6)

E’ strano come, di fatto, usiamo così poco le benedizioni che Dio ci dona; ma è ancora più strano quanto poco beneficiamo di Dio stesso. Sebbene Egli sia “l’Iddio nostro”, noi ci dedichiamo così poco a Lui, e chiediamo così poco di Lui. Quanto raramente chiediamo consiglio al Signore! quanto spesso ci occupiamo invece dei nostri affari senza cercare la Sua guida! Nelle nostre prove ci sforziamo di portare i pesi da soli, invece di gettarli sul nostro Signore che sembra dire: “Anima, io sono tuo, vieni e serviti di me, puoi appressarti liberamente a rifornirti alle mie fonti, e più spesso ti avvicinerai più sarai il benvenuto”. E’ colpa nostra se non ci sentiamo liberi di prendere le ricchezze del nostro Dio. Poiché possiedi un simile Signore, ed Egli t’invita, avvaliti dei Suoi beni ogni giorno. Non sarai mai nel bisogno avendo un Dio cui rivolgerti, non temerai né verrai meno fino a quando avrai un Dio che ti aiuta: vai al Suo forziere e prendi ciò che ti serve, c’è tutto quello di cui hai bisogno. Egli può rifornirti di tutto o, meglio ancora, Egli può dare tutto Sé stesso. Voglio invitarti, quindi, ad approfittare del tuo Signore. Approfitta di Lui in preghiera. Vai a Lui frequentemente, poiché Egli è il tuo Dio. Perché dovresti privarti di un simile beneficio? corri a Lui, raccontaGli tutti i tuoi problemi. Approfitta di Lui costantemente per mezzo della fede. Se qualche evento ha offuscato il tuo cielo, avvaliti del tuo Dio come del sole; se qualche nemico ti ha colpito, trova in Yahwèh uno scudo, poiché Egli è sole e scudo per il Suo popolo.

Se ti sei perso nel labirinto della vita, consideraLo come una guida, poiché Egli t’indicherà la strada. Chiunque tu sia, e dovunque tu sia, ricorda che il Signore è proprio ciò di cui hai bisogno, proprio dove tu vuoi e per tutto ciò che desideri.

18 settembre - Scegliere

Scegliete oggi chi volete servire.

Giosuè 24:15

 

Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio.

1 Giovanni 5:1

 

Scegliere

 

La maggior parte delle nostre scelte non ha grande importanza: questo o quel vestito, questo o quel cibo; non si tratta del nostro avvenire. Ma scegliere il tipo di lavoro e soprattutto il marito o la moglie, è cosa ben più seria. E comunque, anche in questo caso, si tratta solo del nostro avvenire terreno.

Che dire allora della scelta che decide il nostro avvenire eterno? Ciascuno di noi deve farla un giorno questa scelta decisiva, imboccando la strada che conduce alla vita eterna. Il Vangelo ci dice che la via che porta alla perdizione è larga e spaziosa, e “molti sono quelli che entrano per essa”; invece, la via che conduce alla vita è stretta, e “pochi sono quelli che la trovano” (Matteo 7:13, 14).

La via larga sembra più facile: ci si trova a proprio agio, non ci si priva di nulla; ma non dimentichiamo dove essa conduce: alla perdizione. Imbocchiamo dunque, finché è ancora tempo, la via che porta alla vita. È stretta e vi si può entrare solo dopo aver deposto i propri ingombranti “bagagli”: la buona opinione di sé, l’orgoglio, l’amore del denaro, svariati idoli, e molte altre cose. Ma che gioia sapere con certezza che ci si trova sulla strada giusta, quella che conduce alla vita!

Oggi questa scelta dovete farla anche voi. Nessuno può decidere al vostro posto. Scegliere la strada giusta è scegliere Gesù, è lasciarsi convincere dal suo amore. Una scelta che non si rimpiangerà mai!