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giovedì 31 gennaio 2019

31 gennaio


Fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell’amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: “Ama il tuo prossimo come te stesso”.
Galati 5:13-14

La libertà nell’amore

A quale libertà sono chiamati i credenti? Non a quella di fare tutto ciò che vogliono, ma alla liberazione dalla legge e dalla potenza del peccato, dal compiacere a se stessi, dall’azione ossessiva delle passioni della carne. Parafrasando il v. 13, un credente che lottava per ottenere nel suo paese la libertà di testimoniare del Vangelo, dichiarava: “Io voglio l’uomo libero affinché possa essere meglio il servo di tutti”.
Non si tratta di una libertà egoista per seguire la mia volontà, i miei impulsi, le mie ambizioni, e comportarmi chissà come; ma la libertà per amare e servire il Signore, e per aiutare e servire gli altri. E tutto ciò non con un sentimento legalista (bisogna assolutamente che svolga questo compito, che vada a fare quella visita, che scriva quella lettera, anche se mi pesa…), ma per amore per Dio e per i fratelli, per coloro che soffrono o che non conoscono ancora il Signore Gesù. Se ci adoperiamo in favore degli altri, lo dobbiamo fare per l’amore che abbiamo per il Signore, e non per adempiere un obbligo o acquisire dei meriti.
Usare la libertà come “occasione per vivere secondo la carne” vuol dire essere di nuovo schiavi (v. 13). Come dice l’apostolo Pietro, le “carnali concupiscenze… danno l’assalto contro l’anima” (1 Pietro 2:11). Il nemico sa approfittare molto bene delle nostre debolezze, e se non vigiliamo cadremo nel peccato.

mercoledì 30 gennaio 2019

30 gennaio


Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo ? Di che ci vestiremo?”… Il Padre vostro celeste infatti sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia.
Matteo 6:31-33

Basta a ciascun giorno il suo affanno
Leggere Matteo 6:24-34

Iniziato bene o male, il giorno che stiamo vivendo avrà il suo affanno, le sue difficoltà, le sue lotte, le sue emozioni. Il Signore lo sa e, nella sua grazia, ci dice che l’affanno di oggi “basta”; non dobbiamo aggiungervi quello di domani e preoccuparci in anticipo. La grazia di Dio è sufficiente per tutte le situazioni del credente; e con quella grazia avremo abbastanza forza per andare avanti oggi.
Essere in ansia del nutrimento e del vestire? Non c’è niente di più naturale! Bisogna pur occuparsene, ma l’affanno che questo può produrre in noi rischia di distoglierci dal Signore. Egli ci chiede di non essere in ansia perché, se siamo i figli del nostro Padre celeste, siamo al beneficio delle sue cure. Egli conosce tutti i nostri bisogni e sa come provvedere.
La nostra vita è quella di ogni giorno, e se arriveremo a domani, troveremo le cose che Dio ci avrà preparato con fedeltà. Siamo soddisfatti quando abbiamo ciò che ci è necessario? Se questo ci basta, la nostra ricerca prioritaria sarà “il regno di Dio e la sua giustizia”.
Mettiamo dunque la nostra fiducia nel Signore per i bisogni di oggi, e stiamo tranquilli per il domani. Non perché abbiamo già pensato a tutto, ma perché conosciamo il cuore del nostro Padre celeste. Così viviamo di fede. Ogni mattino, possiamo sentire il Signore che ci dice: “Basta a ciascun giorno il suo affanno” (v. 34), ma anche, e ancora di più: “La mia grazia ti basta” (2 Corinzi 12:9)!

martedì 29 gennaio 2019

29 gennaio


Condussero Gesù al luogo detto Golgota che, tradotto, vuol dire “luogo del teschio”… Poi lo crocifissero.
Marco 15:22-24

Il sacrificio del Signore

T’han fatto uscir dalla città che così tanto amavi;
per Te nessuno ebbe pietà per Te che sopportavi
la croce, l’odio, i chiodi e poi il peso del peccato.
Col dono della tua vita, col sangue tuo, Signor,
per grazia tua infinita purifichi il mio cuor.

Iddio che è santo, ti lasciò nell’ora della croce;
non ti rispose, non parlò all’udir la tua voce.
Nel buio, solo, Tu Gesù colpito al posto mio!
Nessuno è morto a quel modo, nessun fuor che Te.
Signore, io ti lodo; io vivo grazie a Te.

Come capire un tale amor? Tu accetti di morire
per perdonare il peccator e al ciel farlo salire;
purificato sol perché crede al tuo sacrificio.
Lontano da questo mondo io ti contemplerò,
e conoscendoti a fondo per sempre adorerò.

lunedì 28 gennaio 2019

28 gennaio


(Dio dice:) “Tu non puoi vedere il mio volto, perché l’uomo non può vedermi e vivere”.
Esodo 33:20

Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi.
Giacomo 4:8

Possiamo conoscere Dio?

Come per conoscere il nostro vicino che abita al piano di sopra non è sufficiente sentirlo camminare, così per conoscere Dio non basta sapere che esiste.
Chi è Dio? Noi non siamo in grado di spiegarlo. Se potessimo farlo saremmo superiori a lui. «“A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?” Dice il Santo» (Isaia 40:25). Egli è al di sopra di tutto, all’origine di tutto e padrone di tutto. Ma come posso, allora, avvicinarmi a un Dio “che abita una luce inaccessibile, che nessun uomo ha visto né può vedere”? (1 Timoteo 6:16). Egli è l’Altissimo. Come pensare alla sua grandezza senza essere presi da vertigine? Chi può vedere il Creatore dell’universo e rimanere in vita?
Eppure, Dio desidera rivelarsi a ciascuno di noi. Non vuole annientarci con la sua maestà; anzi, ci invita tutti ad andare a Lui, perché ci ama. Dio stesso si è avvicinato a noi tramite Gesù Cristo, che si è abbassato fino alla morte della croce per togliere ogni ostacolo. Unico mediatore fra Dio e gli uomini, si è dato in riscatto per tutti (1 Timoteo 2:5, 6). In Lui il credente vede brillare ogni caratteristica delle perfezioni di Dio. Tutto ciò che Dio è lo conosciamo attraverso Gesù ed è messo a disposizione della fede tramite la sua Parola, la Bibbia. Dio è misericordia, grazia, pace, giustizia, santità, potenza, sapienza, saggezza. Dio è amore e ti ama.

domenica 27 gennaio 2019

27 gennaio


“Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?”
Molti Samaritani di quella città credettero in lui a motivo della testimonianza resa da quella donna: “Egli mi ha detto tutto quello che ho fatto”.
Giovanni 4:29, 39

“Mi ha detto tutto quello che ho fatto”

Probabilmente non ci terremmo molto a incontrare qualcuno che ci dicesse tutto quello che abbiamo fatto. Tutto, non solo ciò che gli altri vedono, ma anche ciò che teniamo nascosto: certe azioni, pensieri, desideri… Temeremmo di essere disprezzati o disapprovati, sebbene quelli che ci criticherebbero non valgano molto più di noi.
Ma ecco qualcuno che conosce ogni cosa; è Gesù Cristo. Lui legge negli angoli più nascosti del nostro cuore, conosce i nostri pensieri più segreti, anche le cose di cui noi stessi non andiamo fieri. È l’unico che può condannarci e lasciarci senza scusa, perché Lui è irreprensibile. È vissuto nello stesso nostro mondo, ma non ha commesso peccato. Il suo scopo non era quello di giudicarci e condannarci, ma di salvarci.
Venite a Lui, se siete ancora lontani, buttatevi fra le sue braccia! Sarete voi stessi a dirgli tutto ciò che avete fatto, anche se Lui già lo sa. E allora vi dirà Lui ciò che ha fatto per voi. Vi dirà che ha preso i vostri peccati a suo carico, li ha portati davanti a Dio e ha subito la giusta condanna che doveva colpire voi. Vale la pena che lo incontriate, oggi stesso!
“Certa è quest’affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori” (1 Timoteo 1:15).

sabato 26 gennaio 2019

26 gennaio

Non irritate i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’istruzione del Signore.
Efesini 6:4

Il padre farà conoscere ai suoi figli la tua fedeltà.
Isaia 38:19

Il primo dovere dei genitori credenti

Molti genitori credenti sono particolarmente esercitati circa i loro doveri nei confronti dei figli. “Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; – scrive Salomone in Proverbi 22:6 – anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà”.
Quest’esortazione dev’essere presa in seria considerazione dai padri e dalle madri, e da tutti coloro che hanno delle responsabilità verso i giovani. Avviene troppo spesso che i genitori affidino la responsabilità dell’educazione spirituale dei figli a degli estranei. Ma è ad ogni genitore credente che Dio dice: “Questi comandamenti, che oggi ti do,… li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua” (Deuteronomio 6:6-7).
Si tratta della formazione della loro intelligenza spirituale, dell’educazione secondo Dio della loro mente e dei loro cuori. Far conoscere ai figli la Parola di Dio e insegnare loro ad apprezzarla e a goderne è un dovere che spesso, purtroppo, viene sottovalutato e trascurato. Eppure, non è forse questo il più urgente e il più dolce dei doveri dei padri e delle madri? Ci facciamo molte preoccupazioni per la salute fisica dei nostri figli; perché non occuparsi con altrettanta sollecitudine della loro crescita spirituale? È giusto essere interessati al loro avvenire terreno, ma ancora più importante è adoperarsi in vista della loro sorte eterna!

venerdì 25 gennaio 2019

25 gennaio


Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici.
Giovanni 15:13

Cristo Gesù… ha dato se stesso come prezzo di riscatto  per tutti.
 1 Timoteo 2:6

Tu sarai libero

Turkela era un giovane cristiano russo, rinchiuso in un gulag a motivo della sua fede. Condivideva la cella con Ivan, colpevole di vari delitti. Fin dall’infanzia, Ivan non aveva incontrato altro che ingiustizie, odio ed emarginazione, e aveva più volte commesso infrazioni. Ma ora eccolo con qualcuno in cui poteva trovare amore, calore, speranza. Poco per volta, Ivan incominciò a fidarsi di Turkela. Diventarono amici. Durante le lunghe sere invernali, Turkela gli parlava della sua fede in Gesù Cristo, e gli diceva: “Cristo può liberarti da quelle cose di cui sei schiavo. Anche tu puoi sperimentarlo. Chiedilo a lui”.
Un giorno, i carcerati fecero una rivolta. La repressione fu immediata e atroce. Una squadra di soldati entrò nel campo. I detenuti furono messi in fila, il capo squadra ne contò dieci: il decimo doveva fare un passo avanti e veniva destinato alla fucilazione. Turkela si trovava proprio dietro all’amico. Prima che il conto arrivasse a loro, Turkela fece un rapido calcolo: Ivan sarebbe stato il numero dieci!
Mancavano pochi secondi. Turkela prese per mano l’amico e gli sussurrò: “Tu sarai libero”, poi cambiò rapidamente il suo posto con quello di Ivan. Un attimo dopo gridò: “Dieci” con voce forte e chiara, e fece un passo avanti. Turkela venne fucilato. Ma la sua fede continuò a vivere in quell’amico per il quale aveva accettato di morire. Da quel momento Ivan non poté più vivere senza quel Gesù che aveva dato a Turkela l’amore e la forza di sacrificare per lui la propria vita.
Quello stesso Gesù ha dato la sua vita anche per te!

giovedì 24 gennaio 2019

24 gennaio


Tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
Matteo 6:6

Come incontrare il Signore?

Con queste semplici parole, citate nel versetto di oggi, il Signore ci insegna un principio importante, forse troppo spesso trascurato. Dobbiamo prenderci del tempo per pregare, e farlo in disparte per non essere distratti. Per molti di noi la giornata è piena di attività, di impegni, di progetti, di distrazioni che arrivano facilmente a colmare il poco tempo che rimane. Eppure, dobbiamo saper consacrare del tempo per Dio. Più la vita è frenetica, più è necessario prendere la decisione di fermarsi per un momento di raccoglimento; sarà un buon rimedio contro lo spreco del poco tempo libero che abbiamo a disposizione.
Quando io mi ritiro in silenzio per parlargli con la preghiera, o per ascoltarlo leggendo la Bibbia, vedo più chiaramente ciò che Egli si aspetta da me, ciò che è veramente importante. E allora riprendo le forze spirituali.
Questi momenti di raccoglimento hanno un’intensità e un’utilità particolare quando attraversiamo la prova. Dio si aspetta che gli parliamo liberamente di ciò che ci opprime, invece di lamentarci degli altri o di quello che ci accade. “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche… E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6-7).
Impariamo a trovare il tempo per sperimentare questa pace che il nostro Padre, “che vede nel segreto”, promette di darci.

mercoledì 23 gennaio 2019

23 gennaio


Vi siete convertiti dagli idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti.
1 Tessalonicesi 1:9-10

Servire e aspettare

I cristiani di Tessalonica si erano convertiti da poco tempo, ma l’apostolo Paolo aveva validi motivi per elogiarli. Egli ricordava nelle sue preghiere “l’opera” della loro fede, le “fatiche” del loro amore e la “costanza” della loro speranza (1 Tessalonicesi 1:3). Tutta la regione ne aveva sentito parlare. Tutti sapevano che quei cristiani, dopo aver lasciato il culto degli idoli, erano impegnati a servire Dio e ad attendere il ritorno di Gesù Cristo. Questo stesso programma è proposto ad ogni credente. Servire e aspettare devono andare di pari passo.
Il Signore è contento se lo serviamo e, nello stesso tempo, aspettiamo con trepidazione il suo ritorno. Col cuore pieno di gioia al pensiero di vederlo presto, e animati dal desiderio di piacergli, potremo fare tranquillamente e con cura le cose che ci chiede.
Non aspettiamolo nell’ozio. La mente e il cuore non possono rimanere vuoti; se non siamo occupati a lavorare per il nostro Signore, le cose della terra prenderanno un posto sempre più grande nella nostra vita, il nostro amore per Lui perderà di freschezza, e il nostro desiderio di essere con Lui si affievolirà.
Ogni mattina, quando ci alziamo, pensiamo che il Signore può arrivare quel giorno stesso; e questo ci sosterrà e motiverà tutte le occupazioni della nostra giornata. Avremo così a cuore di non sciupare il tempo che ci resta, e di fare in modo che un giorno Egli ci possa dire: “Sei stato fedele… entra nella gioia del tuo Signore” (Matteo 25:21).

martedì 22 gennaio 2019

22 gennaio


Maria, presa una libbra d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell’olio.
Giovanni 12:3

Il gesto di Maria di Betania

Alla cena offerta al Signore a Betania (Giovanni 12:1-8), vediamo Maria ai piedi di Gesù. Il suo cuore è traboccante di sante affezioni per Lui. Ella prende un vaso di olio profumato, “di nardo puro, di gran valore”, glielo versa sul capo e sui piedi, e gli asciuga i piedi coi suoi capelli. E la casa si riempie del profumo dell'olio. Con questo gesto, Maria esprimeva al Signore il suo amore, la sua stima e la sua profonda simpatia.
Maria di Betania aveva ascoltato più volte le parole di Gesù. Per questo era capace di percepire in anticipo le cose che gli sarebbero accadute. Ella discerneva, ancor più chiaramente dei discepoli, le nubi oscure di odio che s’accumulavano sempre più minacciose sul Suo capo. Perciò sentiva il bisogno di testimoniargli la sua simpatia e il suo affetto. Ma cosa poteva fare una donna debole e semplice? Ciò che ha di più prezioso, un vaso pieno di profumo,  “di nardo puro”, Maria lo impiega per il Signore, rendendogli in quel modo l’omaggio che gli era dovuto come re d'Israele, come servo di Dio e come Figlio unico del Padre. E lo ha fatto proprio nel momento in cui Egli stava per offrire “se stesso puro d’ogni colpa a Dio” (Ebrei 9:14).
Questo è il significato che il Signore stesso attribuisce al suo atto: “Versando quest’olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura”; e poi, proclama solennemente che ciò che Maria ha fatto non sarebbe mai stato dimenticato (Matteo 26:12-13).
“Degno è l’Agnello che è stato immolato di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode” (Apocalisse 5:12).

lunedì 21 gennaio 2019

21 gennaio


Noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri… Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati.
Tito 3:3-5

Vite trasformate

Sapevate che, in origine, il celebre “David” di Michelangelo era un blocco di marmo rovinato da un altro scultore? Leonardo da Vinci aveva detto che non si sarebbe potuto trarre nulla da quel blocco, ma Michelangelo ne fece quella magnifica statua, alta più di quattro metri, che tutti possono ammirare a Firenze.
Questo ci fa pensare alla storia della nostra vita. È possibile, lettore, che tu ti renda conto che la tua vita è stata rovinata dal male. In questo caso sappi che non tutto è perduto, perché un rimedio c’è. Eccolo: Vieni al Salvatore Gesù. Egli può trasformare le nostre vite, così spesso sciupate dal peccato, dal rancore, dall’amarezza, dalla menzogna… tutte cose che fanno soffrire noi e gli altri e che, soprattutto, ci condannano.
“Come può Gesù cambiare la mia vita? – penserai – Sovente ho cercato di migliorarmi, ma senza risultati”. Non c’è da stupirsi. Gesù non migliora la nostra natura, ma ci dà una vita nuova, quando andiamo a Lui con fede e umiltà. Allora avremo nuovi motivi, nuovi desideri, nuove forze per compiere il bene mediante la potenza del suo Spirito. E questa nuova vita fa di noi degli uomini e delle donne nuovi.

domenica 20 gennaio 2019

20 gennaio


Siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili.
Tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso agli altri, perché Dio resiste ai superbi ma fa grazia agli umili.
1 Pietro 3:8; 5:5

Il segreto della concordia

L’uomo vanaglorioso sarà sempre invidioso e geloso di chiunque sia più dotato o più apprezzato o più benestante di lui. La gelosia, poi, finisce in antipatia e spesso in contesa: “Se avete nel vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità... Dove c’è invidia e contesa c’è disordine e ogni cattiva azione” (Giacomo 3:14-16).
Com’è dunque possibile essere “concordi nel Signore” come ci insegna la Bibbia? L’apostolo Paolo dimostra chiaramente che ciò può avvenire solo se siamo umili, se stimiamo gli altri superiori a noi stessi. Ma come fare per essere umili? Ce lo dice l’apostolo stesso: “Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù il quale, pur essendo in forma di Dio,... spogliò se stesso prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini” (Filippesi 2:5-7). Fu un atto di grandissima umiltà e di umiliazione spogliare se stesso per servire gli altri nell’amore. Esattamente il contrario di quello che farebbe il nostro “io”, che desidera essere innalzato e si sente grande e importante quando gli altri lo servono.
Se mettiamo da parte il nostro “io” e smettiamo di ricercare l’affermazione della nostra personalità e il successo personale, allora potremo servire gli altri con amore, secondo l’umile sentimento di Cristo. Soltanto allora potremo essere davvero “concordi nel Signore”.

sabato 19 gennaio 2019

19 gennaio


L’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
Romani 5:5

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio… Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
1 Giovanni 4:7-8

Ideale o realtà?

L’amore vero è per molti uomini e donne un ideale affascinante, ma irraggiungibile. Sfugge davanti a chi lo cerca, come l’orizzonte davanti a chi cammina. Quante delusioni hanno provato quelli che credevano di averlo finalmente trovato!
La Bibbia, rivelazione di Dio, ci parla di un amore puro, reale, durevole, dimostrato dai fatti: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). “Dio è amore. In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo” (1 Giovanni 4:8, 9). Gesù è forse morto per persone rispettabili, oneste, meritevoli? No, ma per persone che si oppongono a Dio e fanno il male. Ecco il suo amore!
Ma non è tutto qui. Non solo Dio ha dimostrato di amarci, ma è pronto a comunicare il suo amore a chi accetta il Suo Figlio come proprio Salvatore: “L’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5:5). Ecco perché il Signore Gesù può invitarci ad amare i nostri nemici, a fare del bene a quelli che ci odiano, a pregare per quelli che ci perseguitano (Matteo 5:44).
Solo questo amore scaturito da una sorgente divina ci permette di accettare il nostro prossimo, in particolare il nostro coniuge, così com’è, e di amarlo anche coi difetti che ha.
Chiediamo al Signore la volontà e la forza che spesso ci mancano!

venerdì 18 gennaio 2019

18 gennaio

Egli guarda dall’alto del suo santuario; dal cielo il SIGNORE osserva la terra per ascoltare i gemiti dei prigionieri, per liberare i condannati a morte.
Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.
Salmo 102:19-20; 34:18

Corrispondenza di lettori del calendario dal carcere

“Sono in carcere dal 2005. La preghiera, qui, è una sorgente d’energia; ci dà speranza, prospettiva e pace”.

“Sono in carcere ma le mie sbarre sono solo di metallo. La mia libertà, la mia fede in Gesù nessuno potrà togliermela. Ho incontrato il vero Salvatore grazie al cappellano della prigione. Prima credevo in Dio, ma ero come un bambino che si era perso per strada, e ho commesso un grave peccato. Ma Gesù mi ha illuminato e mi ha perdonato”.

“Detenuto, infelice, dimenticato… ma non da Dio!”
“Ero prigioniero molto prima di entrare in carcere. Ero schiavo della droga, del sesso, del denaro…”

“È in carcere che per la prima volta ho potuto leggere la Bibbia. E tutti i giorni ringrazio il Signore di avermi mandato qui per parlarmi e insegnarmi a conoscerlo”.
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Gesù è venuto sulla terra “per evangelizzare i poveri… per annunziare la liberazione ai prigionieri, e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi” (Luca 4:18).

giovedì 17 gennaio 2019

17 gennaio


(Gesù) disse loro: “Venite dietro a me, e vi farò pescatori di uomini”.
Matteo 4:19

“Tu, seguimi”.
Giovanni 21:22

“Seguimi”
Gesù ci parla: leggere Matteo 4:18-25

Gesù cammina lungo il mare della Galilea. Vede due pescatori, Pietro e Andrea, che gettano le reti. “Venite dietro a me, e vi farò pescatori di uomini”. Subito i due uomini lasciano ogni cosa e lo seguono. Poco lontano ne vede altri due, Giacomo e Giovanni, che stavano rassettando le loro reti. Li chiama, e anche questi lo seguono senza esitare. Che potenza nella chiamata del Signore!
Per quegli uomini è il momento decisivo, nel quale all’improvviso tutto cambia. Essi lasciano barca, reti, mestiere, compagni, per stare con quell'Uomo straordinario, che affiderà loro una straordinaria missione. Il Signore farà di loro dei predicatori del Vangelo.
Seguendo il Signore hanno imparato che cos'è l’amore di Dio per tutti gli uomini, e particolarmente per quelli che sono nelle pene e alla ricerca della verità e della giustizia (v. 23-25). Il Signore ha voluto formarli per il suo servizio, affinché potessero aiutare altri ad uscire dalla miseria in cui il peccato li aveva immersi.
Non tutti i credenti sono chiamati ad abbandonare il loro lavoro per servire il Signore. Ma tutti, un giorno, hanno sentito nel loro cuore la voce di Gesù che ha detto “Seguimi” e l’hanno seguito.
E tu hai risposto? Sei andato dal Signore, così come sei, per trovare in lui il tuo Salvatore e per seguirlo?

mercoledì 16 gennaio 2019

16 gennaio


I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani.
Salmo 19:1

Dio… risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.     
2 Corinzi 4:6

Il canto dell’universo

Su una rivista scientifica l’astrofisico Hubert Reeves ha scritto: “Si può paragonare una stella a una campana. Quando entra in risonanza, vibra su tutta la sua superficie… Si potrebbe dire che le stelle cantano”. Oltre quattromila anni fa, facendo domande a Giobbe riguardo alla creazione, Dio si servì di questa stessa immagine: “Dov'eri tu quando io fondavo la terra?... quando le stelle del mattino cantavano tutte assieme?” (Giobbe 38:4, 7).
Dio manifesta la sua maestà e la sua potenza nell'opera della creazione. La natura mostra agli uomini “la Sua eterna potenza e divinità”, per cui essi sono “inescusabili” (Romani 1:20) se non credono in Lui come creatore. Ma sono tanto più inescusabili se non credono in Lui come Redentore.
Ma cos'è la redenzione? È il riscatto d’uno schiavo, e noi tutti per natura siamo schiavi del peccato e di Satana. Per questo Dio ha mandato il suo amato Figlio sulla terra, e non l’ha risparmiato (Romani 8:3, 32), per riscattare noi. “In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo” (1 Giovanni 4:9); e l’ha fatto per liberare noi esseri umani dalla schiavitù del peccato. Il prezzo pagato per il nostro riscatto è il sangue di Cristo. Tutti quelli che hanno creduto, Egli li farà entrare nella gloria del cielo, una gloria infinitamente più elevata di quella della creazione (Ebrei 2:9, 10).
Lettore, hai accettato questo dono meraviglioso di Dio?

martedì 15 gennaio 2019

15 gennaio


Mentre essi guardavano, (Gesù) fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi.
Atti 1:9

Il Signore Gesù nel cielo

Cristo “fu elevato”. È scritto anche che “è salito” (Efesini 4:8-10). Nel versetto di oggi (Atti 1:9), il verbo nel testo greco è al passivo, nel senso di “fatto salire”. È l’onore che Dio ha riservato al Suo Figlio. Il mondo religioso, politico e culturale l’ha respinto, ma Dio l’ha elevato!
Anche la nuvola che lo ha accolto è significativa. Nell’Antico Testamento, la nuvola era il segno della manifestazione visibile della presenza di Dio. Ricevendo il suo Figlio diletto nella gloria del cielo, Dio si identifica con Lui e dimostra di aver gradito la Sua opera alla croce.
Il Signore Gesù era stato visto dai suoi discepoli nel vero senso della parola. Però sappiamo che è anche “visibile” agli occhi della fede: “Vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto” (Ebrei 2:9). I discepoli, benché non l’abbiano più visto, lo hanno poi, per fede, contemplato nel cielo grazie alla presenza dello Spirito Santo in loro; e la posizione gloriosa del Signore Gesù è stato uno dei temi principali del loro ministero. Anche l’apostolo Paolo, al quale il Signore si era rivelato dalla gloria  del cielo sulla strada per Damasco, ha proclamato con potenza, predicando il Vangelo, questa gloriosa verità.
“Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d’uomo… ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi” (Ebrei 9:24). “Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo” (4:14).

lunedì 14 gennaio 2019

14 gennaio


Molti verranno da Oriente e Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli.
Matteo 8:11

Dio non ha riguardi personali… in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.
Atti 10: 34-35

Un sorprendente esempio di fede

Un centurione romano aveva un servo malato e molto sofferente. Avendo sentito parlare di Gesù e dei miracoli da lui compiuti, gli andò incontro e lo pregò di guarire il suo servo. Il centurione sapeva per esperienza che cos’è l’autorità. Egli vede nel Signore qualcuno che è rivestito di un’autorità ben più grande della sua, e del quale egli si giudica indegno. “Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io… ho sotto di me dei soldati; e dico a uno «Va’» ed egli va” (Matteo 8:5-10). Così si pone in una posizione di servo nei confronti del Signore, e aspetta con fiducia una sua semplice parola in favore del suo servo.
Il risultato della sua fede è immediato. Il servo è guarito, e il Signore Gesù si volge verso la folla che lo segue e dice: “In nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande” (v. 10). Questo centurione di Capernaum ebbe l’onore di essere pubblicamente approvato dal Signore, è fra quelli di cui il Signore ha ammirato l’umiltà e la fiducia.
Che questo ci incoraggi a seguire il suo esempio!

domenica 13 gennaio 2019

13 gennaio


Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene.
Romani 12:9

Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene.
Isaia 5:20

Chiamiamo il male col suo nome

Dire che è bene ciò che è male, e a volte anche il contrario, avviene ogni giorno sotto i nostri occhi, nel nostro mondo. Le scale di valori sono stravolte. I peccati più orribili, che Dio definisce “abominazioni”, sono considerati ormai aspetti normali delle svariate inclinazioni umane, e vengono provocatoriamente esaltati in una vera e propria sfida a Dio e alle sue leggi. “Pur conoscendo che, secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno ma anche approvano chi le commette” (Romani 1:32). Satana vuole proprio questo per far sprofondare l’umanità nel baratro del peccato e allontanarla sempre più dal suo Creatore. C’è riuscito con Eva nel giardino di  Eden, ed ora prosegue la sua opera , instancabile, con successo.
Per sfuggire ai suoi tranelli è indispensabile la conoscenza della Bibbia che ci fa entrare nei pensieri di Dio, ci fa capire la Sua volontà e ci guida al bene.
Quando fu tentato da Satana, Gesù Cristo gli rispose citando passi della Bibbia, esattamente del Libro del Deuteronomio. E con quelli lo vinse.
Leggi anche tu la Bibbia! Ti guiderà nella vita, ti darà saggezza e discernimento, ti farà conoscere la Verità e l’amore di Dio. E allora potrai realizzare l’esortazione dell’apostolo Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Romani 12:21).

sabato 12 gennaio 2019

12 gennaio


“Fino a quando zoppicherete dai due lati?”
1 Re 18:21

Ti ho posto davanti la vita e la morte… Scegli dunque la vita, affinché tu viva… amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce.
Deuteronomio 30:19, 20

Bisogna scegliere

La nostra vita è fatta di scelte. Dal mattino alla sera, noi prendiamo delle decisioni, alcune senza conseguenze, altre definitive, senza possibilità di tornare indietro.
Vi sono delle scelte importanti: gli studi, il lavoro, il luogo di residenza, il matrimonio. Vi sono anche delle scelte morali, quelle fra il bene e il male, la menzogna e la verità, l’umiltà e l’orgoglio, l’egoismo e la generosità, il coraggio e il timore. Dobbiamo scegliere continuamente. Tutti devono farlo.
Ma soprattutto c’è la scelta della fede: vivere con Dio o senza di Lui. Questa scelta impegna il nostro futuro sia sulla terra che nell’eternità!
Oggi Dio dice a ciascuno di noi: “Scegli la vita!” Non chiudere il tuo cuore alla sua chiamata! È lui che ha le parole di vita eterna. Non dire: “Ho del tempo davanti a me, mi deciderò più tardi”. Il tempo scorre, giorno dopo giorno, e tu rischi di continuare a rimandare, finché sarà troppo tardi, la decisione più importante. È ovvio che nessuno sceglierebbe deliberatamente la morte anziché la vita; ma rimanere nell’indecisione equivale proprio a scegliere la morte!
Nella sua Parola, Dio dice: “Eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:2). “Dio… ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano” (Atti 17:30). Ascoltare, ubbidire a Lui, equivale a ricevere la vita, la vita eterna; significa trovare nel Signore Gesù tutto quello che ci vuole per vivere veramente la vita. Questa è la buona scelta!

venerdì 11 gennaio 2019

11 gennaio

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata.
Tito 2:11

La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.
Giovanni 1:17

Che cos’è la grazia di Dio?

Alcuni pensano che quando si parla della grazia di Dio si voglia dire che Dio è indulgente, compiacente, pronto a perdonare tutto e tutti ad occhi chiusi. Per altri, è la soluzione nei casi disperati: allora si invoca la grazia di Dio! Altri ancora, e sono molti, immaginano che per guadagnarsi il paradiso debbano fare ogni sforzo possibile; e poi, se i loro meriti sono insufficienti, la grazia di Dio compenserà quello che manca.
No, La grazia di Dio è tutt’altra cosa. Se non è correttamente intesa, ci si fa di Dio un’immagine falsa, perché si pensa che Egli sia indifferente al male e allo stato di perdizione in cui si trovano tutti gli uomini per natura.
Dio è certamente misericordioso, buono e potente nello stesso tempo, pronto a venire in aiuto alla sua creatura. È un Dio d’amore che vuole il bene eterno degli uomini. Ma è anche il Dio che non può tollerare il male senza punirlo, che non può considerare il colpevole come innocente (Numeri 14:18).
Solo Dio poteva salvare noi peccatori senza rinunciare a dare ai nostri peccati la punizione che meritavano. In che modo? Per mezzo di Gesù Cristo che è venuto in terra per farsi carico dei nostri peccati e subire Lui al posto nostro il castigo di Dio.
È così che Dio può far grazia a tutti, senza distinzione. Ma c’è una condizione: che ciascuno, individualmente, riconosca il bisogno che ha di questa grazia e accetti Gesù come proprio Salvatore e Signore della propria vita.

giovedì 10 gennaio 2019

10 gennaio


Nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto. Il riscatto dell'anima sua è troppo alto, e il denaro sarà sempre insufficiente.
Salmo 49:7-8

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.
Atti 4:12

Un Salvatore perfetto

Cristo è un Salvatore perfetto, che offre una salvezza completa a quelli che vanno a Dio per mezzo di lui (Ebrei 7:25). Se qualcuno vi dice che la salvezza si guadagna compiendo delle buone azioni, riduce la portata dell’opera della croce spogliandola delle sue virtù. Se la salvezza dipendesse anche in minima parte da ciò che siamo o da ciò che facciamo, noi saremmo inevitabilmente perduti. La pace che ci dona l’Evangelo non si basa in parte sull’opera di Cristo e in parte sull’opera dell’uomo, ma completamente e unicamente sull’opera di Cristo.
Molte persone sono come quel dottore della legge che un giorno chiese a Gesù: “Maestro, che devo fare per ereditar la vita eterna?” (Luca 10:25). L’uomo, anche se si riconosce perduto, vuole fare qualche cosa per ottenere la salvezza, vuole esserne parte attiva, non accetta volentieri di riceverla totalmente da un altro. Che errore! Noi possiamo essere salvati esclusivamente credendo nel sacrificio di Cristo, oppure non lo saremo affatto. La Bibbia dice che “eravamo morti nei peccati” (Efesini 2:5). Può un morto fare qualche cosa per tornare in vita? No, se non interviene Colui che ha il potere di dare la vita. Noi possiamo solo ringraziare Dio perché ci ha amati così come eravamo e ha mandato suo Figlio “per cercare e salvare ciò che era perduto” (Luca 19:10). E se abbiamo creduto al Signore sarà nostro impegno onorarlo con un comportamento irreprensibile, con delle opere che dimostrino che in noi è avvenuto un cambiamento e che abbiamo capito da Lui che cos’è il vero amore.

mercoledì 9 gennaio 2019

09 gennaio


Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente; l'ultimo Adamo (il Signore) è spirito vivificante… Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo.
1 Corinzi 15:45, 47

Se per la trasgressione di uno solo, molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti.
Romani 5:15

Cristo, l’ultimo Adamo (2)

Dalla disubbidienza di Adamo in poi, l’uomo è stato incapace di soddisfare le esigenze della santità di Dio. Quando Gesù, il Figlio di Dio, è venuto sulla terra, è nato da una donna per avere un corpo di uomo, ma la sua natura era senza peccato. Lui è il “secondo uomo” che fa ripartire da zero la storia degli uomini ma in modo perfetto, mostrando ciò che è gradito a Dio: dipendenza, ubbidienza, umiltà, dolcezza. Gesù Cristo uomo, nel suo comportamento e nelle sue parole, è un modello perfetto. (1 Pietro 2:22).
Adamo non ha saputo mantenere la posizione e le benedizioni che Dio gli aveva dato e si è allontanato da Dio; così Cristo ha dovuto venire per salvare noi che eravamo perduti e ricondurci a Dio. Con la sua morte sulla croce ha pagato il prezzo del riscatto delle nostre anime. “Come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini” (Romani 5:18). Adamo è stato il capostipite di una discendenza di peccatori, Cristo è il capostipite di quelli che hanno fede in Lui e che sono stati resi giusti dal suo sacrificio! Questa nuova famiglia è dunque composta da tutti quelli che, essendosi riconosciuti colpevoli, hanno accettato Gesù come loro Salvatore e hanno ricevuto il perdono di Dio e la vita eterna. Non ci sarà un altro “capostipite”, e noi credenti, “come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste (Cristo)” (1 Corinzi 15:49). Chi possiede la vita eterna risusciterà con un corpo spirituale e starà per sempre nel cielo con il suo Signore (1 Corinzi 15:44).