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sabato 31 dicembre 2016

31 Dicembre

(Gesù dice:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”.
Matteo 11: 28-30

Una vita trasformata

Sognavo un mondo di amicizia, di libertà, di pace e di prosperità. Sognavo di crescere mantenendo il mio cuore di bambino. Sognavo… Ma oggi, tra i miei sogni e la realtà c’è gran contrasto. Vita grama, senza illusioni, senza futuro…
A meno che… Ecco che una voce si è fa sentire. Pare che ci sia una persona capace di cambiare tutto, di fare rivivere ciò che ho distrutto. Si dice che sia in grado di fare l’impossibile: far sorgere dal nulla, con la sua parola, un mondo nuovo; trasformare un essere peccatore in un essere nuovo, purificare il suo passato, cambiare il suo cuore! Si dice che, a quelli che lo ascoltano, doni il piacere di vivere; che non rifiuta nessuno, ma che parla a ciascuno con amore e bontà. Si dice che insista sul fatto che siamo responsabili e colpevoli, ma che possiamo essere perdonati e liberati! Si dice che dia una gioia e una pace indescrivibile e che, se accettiamo di seguirlo, tutta la nostra vita sarà trasformata.
E io, perché gli passerei accanto senza conoscerlo? Anch’io voglio seguire Gesù Cristo, il Figlio di Dio: “Signore Gesù, vengo ai piedi della tua croce, ti confesso i miei peccati, e riconosco che non posso cambiare me stesso! Mi affido a te e ti do fiducia. Io credo che hai sofferto e che sei morto per l’amore che hai per me e accetto il tuo perdono. Signore Gesù, mio Salvatore, entra nella mia vita e trasformala per sempre!”

Lettore, vuoi concludere l’anno con questa preghiera?

venerdì 30 dicembre 2016

30 Dicembre

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;… essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
Efesini 2:8-10

Una grande bilancia

In alcuni quadri, la giustizia è stata rappresentata da una donna che tiene in mano un’antica bilancia a due piatti. È la stessa immagine che si fanno molte persone riguardo alla giustizia divina, come se, nel giorno del giudizio, Dio dovesse dividere le opere di ciascuno, mettendo le buone da una parte e le cattive dall’altra. A seconda di quelle che peseranno di più sarà decisa la sorte eterna. Che figura ingannevole!
Quando si tratta della salvezza dell’anima, le opere umane, anche le migliori, pesano quanto un soffio: gli uomini “messi sulla bilancia… sono più leggeri della vanità” (Salmo 92:9). Fu detto a un re d’Oriente che si credeva molto importante: “Tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante” (Daniele 5:27). Queste immagini ci mostrano la condanna certa di tutti coloro che saranno giudicati secondo le loro opere.
Ma Dio ha dato il mezzo per non essere giudicati. Gesù Cristo ha dichiarato: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato (Dio), ha vita eterna; e non viene in giudizio” (Giovanni 5:24). La nostra salvezza viene da Dio, e il solo mezzo per ottenerla è credere in lui e accettare per fede il suo dono. Le opere seguono la salvezza e ne sono la prova; chi crede è invitato a fare “le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate” (Efesini 2:10).
Con Gesù, farò delle opere buone; non per salvarmi, ma per piacergli, perché mi ha amato fino a dare la sua vita per me.

giovedì 29 dicembre 2016

29 Dicembre

La parola del Signore rimane in eterno.
1 Pietro 1:25

Questo mi è di conforto nell'afflizione, che la tua parola mi fa vivere.
Salmo 119:50

Eredi responsabili di un tesoro

Visitando l’immensa abbazia di Cluny, che nel Medio Evo ha ospitato fino a mille monaci benedettini alla volta sotto la direzione di un abate, la guida ci ricorda che la loro principale occupazione consisteva nel ricopiare le Sacre Scritture dietro dettatura di uno di loro.
Ci rendiamo conto di quali sforzi siano stati necessari, nel corso dei millenni, per far sì che noi oggi potessimo avere una Bibbia tra le mani? Per diffonderla ci sono voluti tutti questi strumenti di Dio, profeti, apostoli, missionari coraggiosi e a volte anche martiri; e poi i copisti, i traduttori, i tipografi, e generazioni di credenti fedeli che hanno lavorato, come i corridori della “staffetta” che si passano di mano in mano il testimone.
La Bibbia? Diamole dunque il posto che merita, non conserviamola come una reliquia che è meglio non toccare, ma teniamola a portata di mano, come un’oggetto utile, anzi, come il più prezioso di tutta la casa. Libro che meditiamo nella solitudine, che leggiamo in famiglia, che spieghiamo ai bambini, che serve sempre come punto di riferimento. Libro dalle pagine consumate per l’uso continuo, che quasi si aprono da sole al Salmo 103, al sermone sul monte, alla parabola del figliuol prodigo, al capitolo 8 della Lettera ai Romani…

Libro dal quale i credenti, da una generazione all’altra, in un mondo ingannatore, che ferisce e uccide, attingono l’ispirazione per vivere la loro vita e le certezze per l’aldilà. 

mercoledì 28 dicembre 2016

28 Dicembre

Nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.
2 Pietro 1:21

(Dio dice:) “Io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto”.
Geremia 1:12

Profezie adempiute

Nessuno, al di fuori della Parola di Dio, è mai stato in grado di preannunciare i grandi avvenimenti della storia dell’umanità. Essa rivela anche il più grande avvenimento di tutti i tempi, cioè la venuta del Figlio di Dio sulla terra. Nella Bibbia, i testi profetici dell’Antico Testamento annunciano con precisione quell’avvenimento con più di tremila anni di anticipo! Troviamo molti riferimenti a Cristo nelle profezie; eccone alcuni:
- la volontà del Figlio di Dio di farsi uomo (Salmo 40:6-8, Isaia 9:5)
- la sua venuta sotto forma di un fanciullo nato da una vergine (Isaia 7:14)
- il luogo della sua nascita (Michea 5:2)
- la perfezione del suo cuore, sondata da Dio (Salmo 17:3)
- la sua attività di perfetto servitore (Isaia 52:13)
- il rifiuto e l’odio degli uomini nei suoi confronti; la sua morte e la sua risurrezione (Salmo 22, Isaia 53)
- la sua glorificazione in quanto uomo perfetto (Salmo 110).

Oltre duemila anni fa queste profezie si sono realizzate; Cristo è venuto, è morto, ed è risuscitato. Ora siede alla destra di Dio, avendo compiuto l’opera della riconciliazione (2 Corinzi 5:19). Il prossimo avvenimento che i credenti aspettano, annunciato dalla Bibbia (1 Tessalonicesi 4:16-18), è il ritorno del loro Signore per introdurli alla sua presenza per l’eternità. Che ogni lettore possa partecipare a questo grande incontro!

martedì 27 dicembre 2016

27 Dicembre

(Gesù disse:) “Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna”.
Giovanni 4:14

L’acqua viva

Quando vedo sgorgare una sorgente d’acqua in montagna, con i suoi ruscelli limpidi e spumeggianti, mi vengono in mente le parole di Gesù: “Una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna”.
L’acqua viva è un’immagine della vita di Dio che ogni credente possiede. È Gesù che la dona, e con chi beve a quella sorgente, fonte di acqua che scaturisce in vita eterna, stabilisce una relazione divina. Quest’acqua toglie definitivamente la sete dell’anima, anche di quella più arida e disperata. Essa riempie il cuore di certezze, di pace e d’amore. Il credente può gustare ogni giorno la gioia di conoscere Cristo come suo personale Salvatore, come sua guida e speranza.
La nostra vita, come l’acqua, scorre. Diamo noi una dimostrazione d’amore, amore del quale siamo stati amati da Dio, con il nostro comportamento ed il nostro atteggiamento verso gli altri?
La Bibbia ci ha dato l’esempio dell’apostolo Paolo, che provava gioia anche nelle situazioni più difficili: in prigione, nei ceppi, cantava lodi al Signore. La sua gioia, noncurante delle circostanze, sgorgava per l’amore che Gesù versava nel suo cuore.

Il Vangelo, se è visibile nella vita quotidiana dei credenti, è certamente una testimonianza più convincente di molti discorsi, perché se non possiamo obbligare nessuno a leggerlo, possiamo però obbligare quelli che ci stanno intorno a vederlo messo in pratica. Caro credente, è visibile il Vangelo nella tua vita?

lunedì 26 dicembre 2016

26 Dicembre

Io (Gesù) vi dico: “Amate i vostri nemici… e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”.
Matteo 5:44

Una volta le bombe, ora le Bibbie

1943. Un soldato dell’esercito americano era stato paracadutato nel nord della Cina dove venne fatto prigioniero dai Giapponesi. Per parecchi mesi gli fecero patire la fame insieme agli altri prigionieri e subì ogni sorta di maltrattamenti; così maturò un odio accanito verso i suoi nemici. In seguito cominciò a leggere la Bibbia e rimase sconvolto dal messaggio d’amore che era contenuto nel libro di Dio. Accettò la grazia divina e dal quel momento fu reso capace non solo di perdonare coloro che lo torturavano ma persino di amarli.
Dopo l’armistizio rientrò negli Stati Uniti e non appena riprese le sue forze, si preparò a ritornare in Giappone come missionario.
Ecco come Gesù Cristo tolse l’odio dal cuore di questo soldato e lo rese capace di amare i suoi nemici. Invece delle bombe, ai Giapponesi ora porta delle Bibbie.
Tale è il risultato del lavoro dello Spirito di Gesù Cristo nel cuore umano. Leggiamo anche noi la Bibbia! Ubbidiamo ai suoi insegnamenti e Dio trasformerà i nostri cuori, rendendoli capaci di amare. Allora saremo pronti per portare anche agli altri il messaggio della sua grazia infinita, che dà la vita eterna.

domenica 25 dicembre 2016

25 Dicembre

“Gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo”.
Luca 1:31-32

Non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.
Atti 4:12

Un semplice riferimento cronologico?

Noi utilizziamo un riferimento cronologico universale: “Gesù Cristo”. Storici, religiosi, politici e scienziati, utilizzano tutti lo stesso riferimento: collocano gli avvenimenti “avanti” o “dopo” Gesù Cristo.
In tutto ciò c’è qualche cosa di sorprendente, poiché quando Gesù è venuto in questo mondo non è stato ricevuto, anzi, è stato rifiutato e crocifisso. Eppure continuiamo a pronunciare il suo nome, “Gesù Cristo”, molto frequentemente; nessun uomo è mai stato nominato così tante volte! Che Gesù Cristo sia posto al centro della storia dell’uomo, quando quest’ultimo non ne ha voluto sapere, sembra un’incoerenza.
Ciononostante Dio continua a mantenere viva la memoria di suo Figlio agli abitanti di questa terra che lo hanno crocifisso. Il suo obiettivo è di far conoscere il vero valore di quel nome, nome che divide l’umanità in due categorie: quelli che hanno ricevuto Gesù come loro personale Salvatore, e quelli che vedono in lui semplicemente un uomo, magari eccezionale, ma nulla di più. Voi che leggete queste righe, considerate Gesù Cristo semplicemente un uomo che è stato ingiustamente crocifisso a causa della cattiveria umana? Una vittima della crudeltà dell’uomo?
Gesù Cristo è al centro della rivelazione divina, la Bibbia. È il Figlio eterno in cui Dio, un giorno, riunirà tutte le cose, e fin da ora vuole stabilire una nuova relazione con gli uomini. In particolare con te e con me, che abbiamo la sua Parola tra le mani.

sabato 24 dicembre 2016

24 Dicembre

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori.
1 Timoteo 1:15

Dove il peccato è abbondato, la grazia (di Dio) è sovrabbondata.
Romani 5:20

Troppo peccatore per essere salvato?

Era la vigilia di Natale. In una libreria cristiana, una missionaria americana era l’unica cliente. Entrò un uomo giovane, dal viso cupo. Si soffermò lungamente a guardare dei calendari biblici che portavano delle foto di bambini.
“Posso esserle d’aiuto?” gli chiese la giovane donna. L’uomo rispose: “No, non può aiutarmi, io li ho uccisi; su commissione, ma li ho uccisi”. Non aggiunse altro, oppresso com’era dal suo passato. Era forse un soldato che aveva lanciato delle bombe mortali…? Allora la missionaria ruppe il silenzio e gli parlò del perdono, della salvezza offerta da Dio a chiunque crede in Gesù Cristo. La giovane donna gli domandò il suo nome, poi aprì la sua Bibbia e lesse il versetto di Giovanni 3:16 in questo modo: “Dio ha tanto amato Alain, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché se Alain crede in lui, Alain non perisca, ma abbia vita eterna”. “Per me è troppo tardi”, rispose Alain andandosene bruscamente. Quel dono di grazia non lo aveva colpito, in quel momento.

Ma voi, lettori, che siete forse afflitti dal rimorso degli errori commessi, sappiate che non c’è peccato così grave che Dio non possa perdonare a chi crede in Gesù Cristo. Egli è morto sulla croce per espiare i peccati, e Dio afferma nella sua Parola che “il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7). Qualunque sia il vostro passato, accettate semplicemente la salvezza della vostra anima, quella salvezza che Dio offre a tutti, indistintamente e gratuitamente.

venerdì 23 dicembre 2016

23 Dicembre

(Gesù dice:) Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.
Apocalisse 3:20

Non fate aspettare il re

Il re di Inghilterra Edoardo VII e la regina Alessandra, attraversando una città d’Italia, vollero visitare, senza il loro seguito, una famosa chiesa. Bussarono alla porta dietro la quale il sacrestano stava sonnecchiando. “Sarà certamente un mendicante!”, disse tra sé il sacrestano; e attraverso il buco della serratura gridò: “Andate via, non c’è niente per voi!”.
Il re e la regina insistettero spiegando che erano venuti dall’estero e si erano fermati espressamente in quella città per visitare quella chiesa. Il sacrestano pigro replicò: “Non è l’orario di visita”.
Un ufficiale della guardia reale che era poco distante, si rese conto di quel che stava accadendo e, avvicinatosi alla porta, gridò con tutte le sue forze: “Apri, apri immediatamente! Non sai chi stai facendo aspettare? Ci sono un re e una regina davanti alla porta!”
Inutile descrivere lo stupore del sacrestano che si affrettò ad aprire. I sovrani non gli portarono rancore per la sua impertinenza e, al termine della visita, lo ricompensarono generosamente.

Lettori, può darsi che stia bussando alla porta del vostro cuore uno assai più grande di quel re. Forse l’avete già fatto attendere troppo. Non lo riconoscete? È il Signore Gesù Cristo che vuole colmarvi di pace e di amore. Non fate come quel sacrestano; la pigrizia in questo caso ha delle conseguenze tragiche ed eterne.

giovedì 22 dicembre 2016

22 Dicembre

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede.
1 Pietro 5:8-9

Incisa sul muro di una prigione

Su una pietra della celebre torre di Costanza, una mano pia ha inciso, oltre 250 anni fa, una parola che sfida il tempo: RESISTETE. Con una straordinaria eloquenza, nella sua brevità, questa parola rappresenta il riassunto di tutto ciò che i martiri cristiani sopportarono in quel tempo. Quella parola fu incisa da Maria Durand, una contadina francese, probabilmente con un’ago, mentre era in carcere a causa della sua fede in Cristo. L’esortazione era rivolta alle sue compagne di prigionia che sarebbero rimaste dopo di lei nella torre, ma è rivolta anche a noi.
Per la grazia di Dio, nel nostro paese non siamo in circostanze tali da dover resistere a una dittatura che perseguita. Satana non viene da noi sempre come “un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1 Pietro 5:8). Spesso si presenta sulla nostra strada come un serpente (Apocalisse 12:9) seduttore, astuto e ingannatore. Sotto questa forma è ancora più pericoloso. Egli spia le nostre piccole debolezze per servirsene e condurci alla rovina; scruta attentamente per vedere se socchiudiamo la porta dei nostri cuori verso lui per potersi introdurre subdolamente.

Né l’età, né l’esperienza ci mettono al riparo dagli attacchi del diavolo; nemmeno il nostro zelo. L’apostolo Pietro, che aveva conosciuto parecchi assalti da parte di quel temibile nemico, ci dà questo saggio consiglio: “Resistetegli, stando fermi nella fede” (1 Pietro 5:9). E Giacomo ribadisce: “Resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:7).

mercoledì 21 dicembre 2016

21 Dicembre

Il Figlio dell'uomo (Gesù) non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.
Matteo 20:28

Il Figlio dell’uomo

Nel Vangelo di Matteo, Gesù utilizza più volte questa definizione di sé, mentre nel Vangelo di Giovanni viene presentato Egli come il Figlio di Dio. Queste due definizioni mettono in risalto le caratteristiche uniche e meravigliose della sua persona, che è Dio “venuto dal cielo”, ed è allo stesso tempo uomo perchè “nato di donna”. Ma a differenza di tutti gli umani, era perfetto, era l’uomo secondo il pensiero di Dio, ubbidiente in tutto; era Colui di cui Dio poteva dire: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Matteo 3:17). Egli aveva il dominio su ogni cosa, nei cieli, sulla terra e sotto la terra, ma nonostante questo, lui che aveva tutti i diritti di essere servito, è venuto quaggiù per servire. Il Figlio dell’uomo non ha rivendicato nulla per sé, ma è andato di luogo in luogo facendo del bene. Ha fatto tutto ciò per conquistare i nostri cuori, ma come contropartita è stato rifiutato, maltrattato e messo a morte come un malfattore.

Ma l’infinita potenza di Dio si è manifestata risuscitandolo, trasformando così la morte del Signore Gesù in vita eterna per tutti coloro che credono il lui. Gesù, il perfetto servitore, “obbediente fino alla morte” (Filippesi 2:8), è Colui che ha dato “la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Marco 10:45). “A lui siano la lode, l'onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli” (Apocalisse 5:13).

martedì 20 dicembre 2016

20 Dicembre

Le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Ma un estraneo non lo seguiranno; anzi, fuggiranno via da lui perché non conoscono la voce degli estranei.
Giovanni 10:4-5

Attorno a un pozzo

Un turista che si trovava in Medio Oriente racconta che un giorno si era fermato per fare delle fotografie, vicino ad un pozzo che i pastori della zona utilizzavano per abbeverare i loro greggi.
Arrivarono tre greggi che appartenevano a tre diversi pastori. Le pecore si spingevano tra loro, mescolandosi, per arrivare per prime alle vasche di pietra piene d’acqua fresca. Vedendo quante erano, il turista si chiese come ciascun pastore avrebbe fatto a riconoscere le proprie in quella calca.
Ma non appena le bestie ebbero finito di bere, uno dei pastori prese il bastone e gridò: “Mehn-ah!” (seguitemi). Immediatamente le sue pecore si allontanarono dagli abbeveratoi e corsero a disporsi dietro di lui. Il secondo pastore gridò anche lui: “Mehn-ah!” E il suo gregge lo circondò immediatamente. A questo punto il turista chiese al terzo pastore il permesso di chiamare lui le pecore per vedere se lo avrebbero seguito. Questi si limitò a dire: “Provi”. Allora il turista cominciò a gridare: “Mehn-ah! Mehn-ah!” Le pecore alzarono la testa guardando con stupore, ma nessuna di loro si mosse.
– Seguono sempre soltanto lei?
– Sempre! Salvo se una pecora è ammalata; in questo caso essa segue chiunque.

Seguire qualsiasi persona, qualunque idea, che pericolo! Facciamo attenzione a non ascoltare tutti coloro che promettono la felicità o un’ideale di vita. Nessuna setta, nessuna filosofia, nessuna scienza è in grado di dare la vera felicità. Solo Gesù può darla!

lunedì 19 dicembre 2016

Tra poco è Natale!

Ogni anno, in questo periodo, c'è una celebrazione speciale: il mio compleanno! Molte persone fanno dei regali, ci sono tante pubblicità ed in molte parti del mondo tutti parlano del mio compleanno che si sta avvicinando. E' bello sapere, che una volta l'anno, qualcuno mi pensa.
Come saprai, la celebrazione del mio compleanno è cominciata molti anni fa; all'inizio le persone sembravano essere grate per quello che avevo fatto per loro, mentre oggi nessuno pare sapere la ragione di questa festa. Le famiglie e gli amici si riuniscono e si divertono, ma senza riconoscere il vero motivo.
Ricordo che anche lo scorso anno c'è stata una grossa festa in mio onore. Il tavolo era pieno di cibo delizioso, dolci, frutta fresca, frutta secca e cioccolato. Le decorazioni erano bellissime e c'erano molti bellissimi regali incartati. Però sai una cosa? Io non ero stato invitato.
Ero l'ospite d'onore ma loro non si erano neanche ricordati di invitarmi. La festa era per me, ma quando il grande giorno è arrivato, sono stato lasciato fuori, mi hanno chiuso la porta in faccia... e io che volevo stare con loro e condividere la loro tavola...Mah! Ho deciso di partecipare alla festa ugualmente senza fare alcun rumore; sono rimasto lì in piedi, in un angolo.
Tutti brindavano e bevevano, alcuni erano ubriachi e raccontavano barzellette e ridevano per le cose più stupide, sembrava proprio che si stessero divertendo.
Oltre a tutto questo, un uomo grasso, vestito di rosso, con una lunga barba bianca è entrato nella stanza gridando: "Oh, oh, oh!". Si è seduto sul divano e tutti i bambini sono corsi verso di lui dicendo:
"Babbo Natale, Babbo Natale!” Come se la festa fosse in suo onore! A mezzanotte poi, tutti hanno cominciato ad abbracciarsi; ho allargato anch'io le braccia aspettando che qualcuno mi abbracciasse, ma nessuno mi ha abbracciato. Subito dopo hanno cominciato ad scambiarsi i regali.
Li hanno aperti uno dopo l'altro con grande gioia. Ho guardato se per caso ce ne fosse stato uno anche per me, ma niente. Come ti saresti sentito se al tuo compleanno tutti avessero condividessero regali e tu non ne avessi ricevuto neanche uno? Allora ho capito che non ero desiderato a quella festa e sono andato via, in silenzio.
Ogni anno la situazione peggiora: la gente si dà da fare per mangiare e bere, per i regali e le feste, ma nessuno si ricorda del “mio Natale”.
Vorrei che per questo Natale almeno tu mi permettessi di entrare nella tua vita. 
Vorrei che riconoscessi il fatto che duemila anni fa io sono venuto nel mondo per dare la mia vita per te, sulla croce, per la tua giustificazione(1) e sono risorto per la tua salvezza(2).
Oggi voglio solo che tu creda questo, con tutto il tuo cuore.
Molto presto, avrò la mia celebrazione(3): una grandiosa festa come nessuno ha mai immaginato, una festa spettacolare; sto ancora finendo gli ultimi ritocchi. Anche oggi sto mandando molti inviti, e ce n’è uno anche per te. Voglio sapere se desideri venire, così ti prenoterò e scriverò il tuo nome nel mio grande libro degli invitati(4) perché soltanto coloro che sono su questo libro della vita potranno partecipare alla festa. Chi non risponde all'invito sarà lasciato fuori.
Puoi rispondermi personalmente e direttamente dal posto in cui mi puoi trovare: dal tuo cuore.
Parlami con una semplice preghiera, io ti ascolto, e poi ascoltami, io ti parlo con la mia Parola, la Bibbia. 
A presto, ti voglio bene! 

Gesù


(1) Romani cap. 5 v.1 “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù
Cristo, nostro Signore”.
(2) Luca cap. 24 v. 46,47 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il
terzo giorno e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati
a tutte le genti…
(3) Giovanni cap. 14 v. 2 e 3: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto
forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo
tornerò e vi accoglierò presso di me affinché dove sono io siate anche voi.”
(4) Apocalisse cap. 21 v. 27 “E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà;
ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello” (cioè Gesù Cristo).

19 Dicembre

Ci son dunque molte membra, ma c'è un unico corpo.
1 Corinzi 12:20

Come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.
Romani 12:4-5

Né individualisti, né anonimi

Sempre più frequentemente osserviamo due modi di essere in contrapposizione tra loro: l’eccessivo individualismo, e l’identificazione nel gruppo. Il primo atteggiamento tende a mettere al centro di ogni cosa se stessi e ad agire con indipendenza. Il secondo invece schiaccia la personalità dell’individuo e lo disperde nel gruppo.
La Chiesa, cioè l’insieme di tutti i veri credenti, che Cristo ha fondato (non quella a cui gli uomini danno spesso un’immagine distorta) non prevede questi estremi. La Chiesa è il corpo di Cristo, un corpo vivente, un’organismo armonioso sottomesso a Lui che è il capo della Chiesa (Efesini 5:23). Siamo chiamati, noi che abbiamo creduto a Cristo, a vivere questa realtà. Colui che crede scopre che Dio lo ama personalmente, ed è invitato a vivere in comunione con Cristo, e con coloro che condividono la medesima fede.
In quanto membro del corpo di Cristo, il credente non può essere né indipendente né autosufficiente. Come la mano non può fare a meno delle altre membra del corpo, così i credenti hanno bisogno dei loro fratelli e delle loro sorelle in fede. Allo stesso tempo, il credente non è “disperso nella massa”, ma ha un suo posto, unico, voluto da Dio, per il bene dei fratelli e per la gloria del Signore Gesù.

Amici credenti, noi siamo chiamati a realizzare questa vita collettiva radunandoci attorno al Signore come membra del suo corpo, ed anche come membra gli uni degli altri, per la lode in comune o per la preghiera. Questa vita si esprime anche nelle relazioni quotidiane tra coloro che sono figli dello stesso Padre celeste, riscattati dallo stesso Signore, uniti dallo stesso Spirito.

domenica 18 dicembre 2016

18 Dicembre

Ho anche visto che ogni fatica e ogni buona riuscita nel lavoro… è vanità, un correre dietro al vento.
Ecclesiaste 4:4

Come sarà domani?

“Ho trent’anni davanti a me”, diceva un ricco direttore d’azienda, che all’apice della carriera pensava di poter prevedere la durata della sua prosperità. Forse pensava che il suo immenso patrimonio lo avrebbe messo al riparo dalla cattiva sorte, oppure non era cosciente del fatto che nessuno è padrone del proprio destino. Il suo calcolo si rivelò sbagliato.
L’uomo, con la sua prosperità e con l’energia della quale si gloria, il suo sapere e la sua abilità, non può nulla di fronte al tempo che passa inesorabilmente. Pensiamo alla moltitudine di essere umani che scompaiono a causa di malattie, di incidenti, di guerre, di atti terroristici e di catastrofi naturali… Quante vite stroncate prima della vecchiaia! Chi può pretendere di avere del tempo davanti a sé? Noi non sappiamo in quale momento dovremo lasciare questa terra, ma è chiaro che quel momento si avvicina ogni secondo che passa. Cosa succederà domani? Altri prenderanno il nostro posto, e il mondo continuerà il suo corso come se noi non fossimo mai esistiti. La Parola di Dio avverte: “Che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?” (Marco 8:36). Perdere l’anima significa privarla della presenza di Dio per l’eternità.
Gesù è venuto per salvare le nostre anime, donando a coloro che confidano in lui la vita eterna.

Dio, nel suo amore, vuole che tutti gli uomini siano salvati. “Capite questo, voi che dimenticate Dio…” (Salmo 50:22)!

sabato 17 dicembre 2016

17 Dicembre

Il nostro vangelo non vi è stato annunziato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo… Essi stessi raccontano… come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero.
1 Tessalonicesi 1:5,9

Il cristianesimo ha fallito?

Se definiamo la cristianità come l’insieme di coloro che si dicono cristiani, ma che tutt’al più ascoltano l’Evangelo la domenica per dimenticarlo durante il resto della settimana, possiamo concludere che il cristianesimo ha fatto naufragio. Che senso può avere una vita a due facce dove una contraddice l’altra?
Essere cristiano significa seguire Cristo o seguire una religione costruita dagli uomini?
Il vero cristianesimo, quello che trasforma un uomo peccatore in un vero discepolo di Gesù, si riconosce dai risultati che produce. Molti credenti, ad esempio, hanno abbandonato le cose di cui erano schiavi (droga, alcol, perversioni ecc.). Molti altri hanno vinto l’egoismo e l’orgoglio per dedicarsi ai loro simili, dimenticando sé stessi. Tutti hanno compreso il loro dovere di far conoscere agli altri la grazia di Dio.
Ancor più di questo, il vero cristianesimo dona all’uomo delle ragioni di vita e di comportamento che lo rendono capace di superare gli ostacoli, dai più semplici ai più difficili; spinge il credente a proclamare come l’apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Galati 2:20).
Abbiamo conosciuto personalmente il miracolo di una tale trasformazione? Il segreto è molto semplice: rivolgersi a Gesù, credendo in lui e nell’opera di salvezza che ha compiuto sulla croce del Calvario.

venerdì 16 dicembre 2016

16 Dicembre

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito… essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto.
Ebrei 4:12-13

La Parola di Dio è vivente

“La Parola vivente e permanente di Dio” (1 Pietro 1:23). Quest’espressione è sorprendente e ricca di significato. La Bibbia è la Parola di Dio e non assomiglia a nessun altro libro. Al di là del senso dei termini e dei pensieri che ci suggeriscono, la Bibbia comunica la realtà di ciò che rivela: “Chi crede nel Figlio (di Dio) ha vita eterna” (Giovanni 3:36). Così lo spirito del credente è illuminato dalla gloria stessa di Dio che l’ha ispirata. Colui che legge la Bibbia non si trova semplicemente di fronte ad un libro, ma si pone davanti a Dio stesso.
Se leggiamo la Bibbia con fiducia ed umiltà, Dio parlerà al nostro cuore, toccherà la nostra coscienza e ci mostrerà il nostro stato interiore, a tal punto che qualcuno ha definito la Bibbia “il libro che mi legge”. Molti uomini e donne ne hanno fatto personalmente l’esperienza; man mano che leggevano la Bibbia si rendevano conto di come i loro pensieri più segreti erano messi in luce; però, non come da un faro abbagliante, ma dalla luce della grazia di Dio. Hanno compreso il loro stato di peccatori, ed anche che Dio non si era rivelato per condannarli, ma per attirarli verso di sé con bontà. Infatti, Dio si rivela per mezzo della Bibbia a chi crede, svelandogli i suoi pensieri d’amore e di gloria.

La Parola di Dio è un seme che porta la vita, mette le radici in coloro che la ricevono, e si sviluppa in loro trasformandone i pensieri e la vita. La Parola ci purifica, e ci spinge ad amare Dio e ad adorarlo.

giovedì 15 dicembre 2016

15 Dicembre

Senza spargimento di sangue, non c'è perdono (dei peccati).
Ebrei 9:22

Il sangue di Gesù… ci purifica da ogni peccato.
1 Giovanni 1:7

Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità.
Ebrei 10:17

Pace o angoscia

Durante l’ultima serata della loro festa religiosa annuale, i Laotiani partecipano ad una cerimonia di chiusura. Sul fiume che scorre nelle loro terre posano una barchetta sulla quale è appoggiata una candela accesa. Secondo loro, quella fragile imbarcazione che va alla deriva trasportata dalla corrente porterebbe lontano tutte le cattive azioni che hanno commesso durante l’anno. Ogni anno quel rito dev’essere ripetuto perché, sapendo che è impossibile scaricarsi definitivamente del peso dei peccati, rimangono nell’angoscia di fronte all’avvenire.
L’Evangelo ci parla con un linguaggio totalmente differente. Potremmo moltiplicare le citazioni bibliche che stabiliscono, in maniera chiara e inequivocabile, il potere assoluto che ha il sacrificio di Cristo sulla croce di cancellare definitivamente i peccati di coloro che mettono la loro fiducia in lui. Sì, Dio stesso ha dato prova della sua piena soddisfazione risuscitandolo dai morti ed elevandolo in cielo.

Ecco qualche espressione tratta dalla Lettera agli Ebrei: “Con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati (vale a dire purificati)” (10:14). Chi sono costoro, e come sono stati purificati? “Noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre” (10:10). La perfezione dell’opera di Gesù Cristo è tale come Dio la dichiara: “Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora, dove c'è perdono di queste cose (dei peccati), non c'è più bisogno di offerta per il peccato” (10:17-18).

mercoledì 14 dicembre 2016

14 Dicembre

E diceva: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!” Gesù gli disse: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso”
Luca 23:42-43

“Oggi sarai con me…”

È la risposta del Signore Gesù al brigante pentito, crocifisso accanto a lui che implorava misericordia. Tale risposta ci mostra che il perdono e la salvezza sono per chiunque crede in Lui. Il malfattore ricevette immediatamente, e incondizionatamente, la certezza che sarebbe andato con Gesù, in paradiso, quello stesso giorno. Ed è là che si trova ora, insieme a tutti i credenti morti nella fede, nell’attesa del giorno della risurrezione! Dal momento in cui ci rivolgiamo a Cristo e crediamo, come il malfattore, che lui è stato crocifisso a causa del nostro peccato, riceviamo il perdono e la certezza che la nostra anima sarà al sicuro per sempre.
Una risposta simile la ricevette il carceriere di Filippi che, disperato perché i prigionieri, in seguito al terremoto, avrebbero potuto essere fuggiti, chiese a Paolo e Sila: “Signori, che debbo fare per essere salvato?” (Atti 16:30). La risposta non si fece attendere: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:31).

Gesù, con le sue sofferenze, la sua morte e la sua risurrezione, ha annullato definitivamente la barriera che ci separava da Dio, pagando al nostro posto il debito incalcolabile delle nostre colpe. Apriamo i nostri cuori al suo amore; solo così entreremo nel “suo regno”. Non illudiamoci di poter ottenere con le nostre risorse l’accesso alla casa del Padre, ma accettiamo con fede il suo dono: l’eternità alla sua presenza in paradiso. 

martedì 13 dicembre 2016

13 Dicembre

Ed egli… dirà: “Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo. Dio ha riscattato l'anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!”
Giobbe 33:27-28

I vostri peccati sono perdonati in virtù del suo nome (il nome di Gesù).
1 Giovanni 2:12

Dio salva gli uomini perduti

I detenuti stavano trascorrendo l’ora d’aria quotidiana nel cortile della prigione. Uno di loro aveva lo sguardo fisso a terra, con la coscienza appesantita dal suo torbido passato; si sentiva solo, abbandonato, e soffriva per la dura detenzione.
All’improvviso, davanti ai suoi piedi, trova una pagina stampata che probabilmente un altro detenuto aveva gettato con rabbia. Era un foglietto di un calendario simile a quello che state leggendo*. Lo legge e ne rimane profondamente colpito, perché parlava d’amore, di sacrificio e di salvezza. Il detenuto lo mise in tasca per rileggerlo una volta rientrato in cella. È ciò che fece. Quel messaggio era proprio indirizzato a lui, perché era rivolto a dei peccatori, colpevoli non solo nei confronti degli uomini, ma prima di tutto e soprattutto davanti a Dio. Non aveva mai riflettuto su questo aspetto; aveva sempre pensato solo al giudizio degli uomini, ma ora comprendeva che era sottoposto anche alla condanna di Dio. Era dunque doppiamente perduto? No! Non poteva sfuggire alla giustizia umana, ma poteva scampare al giudizio di Dio, perché Cristo, per mezzo del suo sacrificio sulla croce, aveva ottenuto anche per lui il perdono di Dio.

Tutto solo nella sua cella, rilesse più volte quel foglietto che aveva trovato casualmente, e tramite quelle poche righe venne alla conoscenza del Dio Salvatore; ricevette così la pace che Egli dona a tutti quelli che mettono la loro fiducia in lui.

*: Calendario "Il Buon Seme"

lunedì 12 dicembre 2016

12 Dicembre

Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
2 Pietro 3:9

La fine del mondo

Molti scienziati sono concordi nel dire che l’universo ha avuto inizio all’improvviso, e che probabilmente avrà anche una fine improvvisa. Descrivono l’inizio del nostro universo con una gigantesca esplosione chiamata “Big Bang”, dalla quale avrebbe avuto origine ogni cosa.
Noi non abbiamo bisogno dei calcoli complicati dei sapienti per confermare le dichiarazioni del Creatore stesso. Noi crediamo a ciò che leggiamo nel primo versetto della Bibbia: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”, e in 2 Pietro 3:7,10: “I cieli e la terra attuali sono riservati al fuoco… In quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate”.
Ciò che non dicono gli scienziati, ma che Dio dichiara nella sua Parola, è che:
- la fine del mondo sarà preceduta dal ritorno del Signore Gesù Cristo che verrà a prendere i credenti, sia morti che viventi, per portarli in cielo dove saranno con lui per sempre;
- la sua venuta metterà fine al tempo della grazia, periodo in cui ad ogni uomo è data la possibilità di mettersi in regola con Dio.
Tutto intorno a noi ci mostra che questo avvenimento straordinario è vicino.

Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà” (Matteo 24:44).

domenica 11 dicembre 2016

11 Dicembre

In un momento, in un batter d'occhio… i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.
1 Corinzi 15:52

Quand'egli (Gesù Cristo) sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.
1 Giovanni 3:2

La grande partenza

Quando i cosmonauti vanno nello spazio, vi restano per qualche giorno o qualche mese. Partono dalla terra e alla fine della missione ritornano sulla terra.
Quando Gesù ha lasciato i suoi discepoli, è andato nel luogo che lui chiama “la casa di mio Padre”. Per mezzo della sua morte e della sua risurrezione, egli ha preparato un luogo per accogliere tutti coloro che credono in lui. È da lì che ritornerà per chiamare tutti i credenti ad incontrarlo; allora i morti in Cristo risusciteranno ed i riscattati viventi saranno trasformati. Rivestiti di un corpo glorioso, i credenti saranno trasportati in un istante nella dimora di Dio, e saranno “sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:17).
Quel giorno trionfale è vicino; ci sono molti segnali che ci indicano che il mondo si sta dirigendo verso la sua fine, e come quando un potente uragano sta per scatenarsi, una specie di grande suspence tiene il mondo in allerta; in molti hanno il presentimento che qualcosa di grave si sta avvicinando. La domanda che ci dobbiamo porre è: “Sono pronto per quel momento?” I credenti saranno presi, mentre gli increduli saranno lasciati sulla terra, e subiranno i giudizi che si abbatteranno sull’umanità.

Che ognuno si fermi e si ponga la domanda: “Se il Signore Gesù ritorna mentre sto leggendo questo foglietto, verrei preso o lasciato?”

I rimpianti

Rimpiangere il passato fa parte della vita. Il rimpianto può abbatterci e farci restare indietro; ma possiamo poi riprenderci e proseguire.
L'apostolo Paolo ci spinge a seguire il suo esempio: "Una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta" (Filippesi 3:13-14).
Il suo consiglio potrebbe essere riassunto così: dimentica il passato e va avanti spedito! Soffermarci sul passato, tanto più se si tratta di errori commessi, ostacola il nostro progresso spirituale, e Satana vuole proprio questo.
L'esortazione di "deporre ogni peso " (Ebrei 12:1) può riferirsi anche a queste situazioni. Infatti, indugiare sul passato è un peso che non ci fa correre con perseveranza la gara che ci è proposta (Ebrei 12:1).
L'apostolo Paolo parla per esperienza. Se c'era uno che aveva ragione di sentirsi colpevole per il suo passato, era proprio lui. Era stato uno dei più accaniti persecutori dei cristiani; come egli stesso racconta, devastava la chiesa, entrando di casa in casa; e, trascinando via uomini e donne , li metteva in prigione (Atti 8:3).
Ma la sua attività non fu frenata né dal rimorso per quelle azioni compiute, né tantomeno dall'orgoglio per le sue qualità e i suoi doni (Filippesi 3:4-6). Lo vediamo protendersi verso le cose che gli stanno davanti dimenticando quelle che stanno dietro, e dimostrando in questo modo che il sangue del suo Salvatore aveva il potere di purificarlo dai suoi peccati passati e da ogni colpa ad essi collegata, e che era la conoscenza di Cristo che gli faceva considerare come spazzatura ogni vantaggio legato al suo illustre passato di Ebreo colto e osservante.
E noi abbiamo capito questa lezione?
Paolo aveva sperimentato che il credente non ci si può allenare perla corsa della fede, prima di entrare in gara; per lui l'allenamento è fatto durante la corsa!
Pensiamo a cosa accadde poco dopo che Paolo, il persecutore, ebbe incontrato il Signore Gesù, il persegui tato, sulla strada di Damasco: "Si mise subito a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio” .
Come reagirono i Giudei? "Tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: Costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome?" (Atti 9:20-20. Ma per Paolo, il suo passato di nemico del Signore e dei cristiani era finito per sempre.
I suoi peccati erano stati cancellati nel momento in cui Dio 1'aveva chiamato mediante la sua grazia, rivelandogli il propri o Figlio, e lui aveva creduto .


Di L.]. Ondrejack