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lunedì 30 marzo 2020

31 marzo


La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio.
1 Corinzi 1:18

La croce di Cristo

Anche se la gente non ci fa molto caso, quello che è successo al Golgota quasi duemila anni fa, quando Gesù Cristo fu crocifisso, è l’evento più importante della storia dell’umanità. È là che Dio ha mostrato la sua grazia verso i peccatori facendo cadere il loro castigo sul suo Figlio giusto. È da quell’opera compiuta alla croce che deriva ogni benedizione per chi la crede e l’accetta.
L’apostolo Paolo aveva una profonda convinzione del valore della croce di Cristo. Il suo ardente desiderio era di farla conoscere. Paolo doveva proclamare tutto il senso e la portata del sacrificio di Cristo, e le sue gloriose conseguenze: Dio salva tutti gli uomini che riconoscono il loro peccato e credono. La sua predicazione non si fondava sulla seduzione dell’eloquenza né su ragionamenti di saggezza umana.
Il messaggio della croce sembra non avere quella brillantezza che piace agli esseri umani. La sapienza di Dio non dà una vana soddisfazione alla curiosità dell’intelligenza; essa si rivolge alla coscienza e al cuore. Ecco perché l’uomo che conta sulla propria giustizia o sulla propria intelligenza considera follia la predicazione della croce.
Lettore, se questo fosse il tuo pensiero, ascolta il  solenne verdetto di Dio: “La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono”. Ma se riconosci di aver bisogno di essere salvato perché sai che le tue colpe ti espongono alla condanna divina, e che la croce è il tuo unico mezzo di salvezza perché è là che Cristo ha cancellato i tuoi peccati, allora per te la croce è la “potenza di Dio” che ti salva dalla condanna eterna. 

30 marzo

Così parla il SIGNORE…: “Non temere, perché io ti ho riscattato… Quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà”.
Isaia 43:1, 2

(Dio) ci ha liberati e ci libererà ancora.
2 Corinzi 1:10

Sotto il fuoco

«Gennaio 1945. Le sirene d’allarme si mettono a urlare nel buio. Sono appena uscito dallo stabilimento per andare a casa. Dei pesanti bombardieri volano sopra la città, poi cominciano a rovesciare tonnellate di bombe. Sono sotto il fuoco, allo scoperto, in mezzo agli spezzoni incendiari che illuminano una scena di terrore indescrivibile. Grido: “Signore, salvami!” Attorno a me dei grappoli di fuoco incendiano il suolo. Mentre corro, continuo a supplicare il Signore: “Fa’ che io non sia bruciato, salvami!” Qualche minuto dopo, arrivo al rifugio. Né le schegge né le fiamme mi hanno raggiunto.
Sessantacinque anni dopo, i miei ricordi sono intatti; quella terribile paura, la corsa sfrenata attraverso una nuvola di fumo e di fuoco, ma soprattutto quel senso di protezione, la certezza di essere nelle mani di Dio, e poi quella liberazione miracolosa.
Fu una tappa fondamentale della mia vita. Ho veramente realizzato che nulla succede senza la volontà di Dio il quale fa cooperare ogni cosa per il bene di quelli che lo amano (Romani 8:28).»
Quest’esperienza, vissuta e descritta da un credente durante la guerra, mostra la potenza del nostro Dio che, con amore, compie delle liberazioni meravigliose in favore dei suoi figli. Ma la maggiore delle sue liberazioni non è forse quella di far passare il peccatore dalla morte alla vita? Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo per salvare dalla morte eterna quelli che mettono la loro fiducia in Lui. Egli è vivente e risponde alle preghiere di chi si mette sotto la sua protezione.

domenica 29 marzo 2020

29 marzo

O SIGNORE, insegnami la tua via; io camminerò nella tua verità… Io ti loderò, Signore, mio Dio… Perché grande è la tua bontà verso di me: tu hai salvato l’anima mia.
Salmo 86:11-13

“Insegnami la tua via”

L’ubbidienza cristiana è una vita nuova che trova il suo piacere nel fare la volontà di Cristo, riconoscendo la completa autorità di Cristo.
*****
Se il credente non si occupa del Signore, se non vive nutrendosi di Lui, non può camminare sulle Sue orme.
*****
Signore, liberami da quella leggerezza di spirito che consiste nel non trovare il tempo e la voglia di ricercare la tua volontà in tutte le cose.
*****
L’amore non è né cieco né debole. Però, contrariamente alle nostre tendenze naturali, non si compiace mai nello scoprire il male e nel renderlo noto. “L’amore non sospetta il male”. Quando incontra il male sulla sua strada, invece di esporlo al pubblico disprezzo, cerca un rimedio. Non lo tratta mai con indifferenza. In nessun caso si associa al male.
*****
L’amore serve, l’amore si umilia, prende volontariamente il posto più disprezzato, per servire e trovarvi la sua gioia. Cristo ha agito per amore, ha voluto servire, ha voluto prendere il posto più basso.

sabato 28 marzo 2020

28 marzo

Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Romani 12:3

Umiltà ed equilibrio

La grazia che Paolo ha ricevuto dal Signore di essere apostolo e dottore gli ha dato autorità per trasmettere ai suoi fratelli e sorelle delle lezioni di umiltà e di equilibrio.
La stima di sé è un problema serio. Una mancanza di equilibrio in questo campo crea sempre difficoltà personali e nei rapporti con gli altri. Non dobbiamo sopravvalutarci, ma nemmeno sottovalutarci. Non dobbiamo avere né un complesso di superiorità né di inferiorità nei confronti dei nostri fratelli. È doveroso riconoscere e apprezzare i doni e le facoltà che la grazia del Signore ci ha dato, ma questo non deve diventare un motivo per sentirci più grandi degli altri, come molto spesso avviene, o per svalutare le loro capacità e il loro servizio. Ci siano di istruzione, allora, anche altre esortazioni dello stesso apostolo: “Se uno pensa di essere qualcosa pur non essendo nulla, egli inganna se stesso” (Galati 6:3). “Non fate nulla per vanagloria, ma ciascuno di voi, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso” (Filippesi 2:3).
Ognuno di noi ha un livello di “fede”, un suo grado di spiritualità e di conoscenza. Chiediamo al Signore di saperlo individuare per evitare di superare la nostra misura e di volerci assumere compiti e responsabilità che non saremmo all’altezza di svolgere. Ma non dimentichiamo l’esortazione che leggiamo poco oltre in questo stesso capitolo: “Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore” (Romani 12:11).

venerdì 27 marzo 2020

27 marzo

La sera ci accompagna il pianto; ma la mattina viene la gioia.
Salmo 30:5

Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni.
Marco 16:9

La mattina della risurrezione
(estratti dal vangelo: Giovanni 20:1, 11-18)

«Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro.
Maria se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno al capo e l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”
Ella rispose loro: “Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l’abbiano deposto”.
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Gesù le disse: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”
Ella, pensando che fosse il giardiniere, gli disse: “Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai deposto, e io lo prenderò”.
Gesù le disse: “Maria!” Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: “Rabbunì”, che vuol dire: “Maestro!”
Gesù le disse: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”.
Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose.»
“Gesù nostro Signore… è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:25).

giovedì 26 marzo 2020

26 marzo

Finché la terra durerà, semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai.
Genesi 8:22

Surriscaldamento globale

A detta di molti esperti, il surriscaldamento del nostro pianeta è causato soprattutto dalle attività dell’uomo, in particolare dalle emissioni di gas che producono l’effetto serra. Siccità, canicola, violenti cicloni, innalzamento del livello dei mari, potrebbero essere le conseguenze dello sconvolgimento climatico. I più pessimisti si spingono fino a prevedere la scomparsa dell’umanità, se non si cambierà il nostro modo di vivere così dannoso per il pianeta.
La Bibbia non ha dovuto aspettare la nostra civiltà industriale per dirci: “Tutta la creazione geme ed è in travaglio” (Romani 8:22). Dio ci insegna che Lui, il Creatore, ha tutto nelle mani. Ci ha parlato tramite Gesù, il Figlio del suo amore, per mezzo del quale ha anche creato i mondi (Ebrei 1:2). “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui” (Colossesi 1:16). L’equilibrio dell’ecosistema, messo in pericolo dall’attività dell’uomo, è stato conservato fino ad oggi da Dio. L’uomo è un cattivo amministratore dei beni che Dio gli ha affidato; tuttavia non sarà lui a distruggere la terra, i cui giorni sono contati, ma sarà Dio stesso. Pietro scrive che oggi Dio è “paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca ma che tutti giungano al ravvedimento”; ma nel giorno da Lui stabilito “i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate” (2 Pietro 3:9-12). 
Il credente non aspetta “la fine del mondo”, ma confida nella bontà del suo Dio Salvatore, che gli ha promesso di prenderlo con Sé.

mercoledì 25 marzo 2020

25 marzo


I vostri profeti, che sono in mezzo a voi, e i vostri indovini non v’ingannino e non date retta ai sogni che fate.
Geremia 29:8

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno… Santificali nella verità; la tua Parola è verità.
Giovanni 17:15, 17

Attenzione all’inganno!


La magia ha a che fare con Satana, anche quella che viene definita “bianca”. Maghi, pronosticatori, evocatori di spiriti, chiaroveggenti, medium, se non sono dei semplici imbroglioni sono persone che fanno da tramite tra gli spiriti maligni (gli angeli che seguono Satana) e gli uomini. Già anticamente Dio proibiva tassativamente queste pratiche occulte. Deuteronomio 18:10-12 è molto esplicito: “Non si trovi in mezzo a te… chi eserciti la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulti gli spiriti, né chi dica la buona fortuna, né negromante (chi pretende di evocare i morti), perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose... queste pratiche abominevoli”.
Gli esseri umani sono sempre stati ingannati da Satana. “Egli è omicida fin dal principio… Quando parla il falso parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44). Lo scopo di Satana è sempre falso in quanto promette pace, liberazione, fortuna, quando invece cerca solo il male, la schiavitù, la disperazione, la perdizione delle creature di Dio. Chi ha mai trovato la pace dopo aver consultato un mago? Chi mai è stato veramente liberato dalla depressione o dall’angoscia? Col tempo, chi si dà a queste cose ne diventa schiavo e cade nella paura e nella depressione, molto più gravemente di prima. Lo stesso inganno e la stessa menzogna ci sono nell’istigazione di Satana a godere i piaceri del peccato o a provare l’estasi delle droghe.
Apriamo gli occhi e ascoltiamo la Parola di Dio, la sola che ci dice solo e sempre la Verità.

martedì 24 marzo 2020

24 marzo

Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede.
Romani 15:13

Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace.
Galati 5:22

Delle famiglie felici

Già nel giardino di Eden Dio ha visto che la solitudine di Adamo non era buona, e gli ha dato la donna, “un aiuto che sia adatto a lui”. Che gioia per Adamo! Eva è “ossa delle sue ossa e carne della sua carne” (Genesi 2:18, 23). Della felicità della coppia e della famiglia, Dio è la sorgente e il creatore. Come questa prima coppia ha risposto a tanto favore da parte di Dio lo leggiamo nella Bibbia.
Ma guardiamo con obiettività la qualità delle nostre relazioni e lo stato di tante famiglie attorno a noi. Quanta rovina, quanta tristezza! Erano forse questi gli obiettivi di Dio? Ma ecco che Dio ci apre un’altra strada fondata sul dono del suo Figlio morto alla croce. Su questa strada, è Cristo che ci conduce, lui che ha dato se stesso per cancellare i nostri peccati. È la via della grazia, della riconciliazione, della pace che annulla ogni sentimento di ostilità o di rivalità. Allora la vita cristiana diventa sorgente di gioia.
L’amore divino, versato nei nostri cuori rigenerati, non pretende, ma dona. E rende felici di fare del bene, di dare gioia a colui o colei che si ama. Nella nostra società si moltiplicano le infedeltà, le separazioni, i divorzi, perché si sono dimenticati questi principi divini. Per rimediare a simili disastri abbiamo ancora oggi una guida perfetta per costruire o ricostruire la nostra famiglia su delle basi sane: è la Parola di Dio. Nella nostra casa desideriamo vivere una vita felice, in un’atmosfera calorosa e benefica? Facciamoci guidare dagli insegnamenti della Bibbia. Il Signore ha detto: “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore… Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa” (Giovanni 15:10, 11).

lunedì 23 marzo 2020

23 marzo


Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato.
Romani 6:12

Con la tentazione (Dio) vi darà anche la via d’uscirne.
1 Corinzi 10:13

Concupiscenza e tentazione

Giacomo scrive che “ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce” (1: 14). La natura umana tende a peccare. La Bibbia la definisce “carne”; essa ha degli impulsi, delle passioni, delle tendenze contrarie al volere di Dio. La carne trova piacere nella tentazione, che eccita la concupiscenza.
Nella sua prima Lettera (2:15-17), l’apostolo Giovanni rivolgendosi a dei credenti mette l’accento sul verbo “amare”: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui”. Questo amore del mondo si traduce nella “concupiscenza della carne” (il desiderio che spinge a commettere il peccato), nella “concupiscenza degli occhi” (gli impulsi peccaminosi attratti da ciò che si vede), nella “superbia della vita (credersi migliori degli altri e fare di tutto per innalzare se stesso).
Le circostanze esteriori possono infiammare la concupiscenza interiore dell’uomo. Satana, ad esempio, andò a tentare Eva e ad insinuare un dubbio nel suo cuore; più tardi, tenterà Gesù cercando di farlo cadere. In Eva rispose la concupiscenza interiore: “La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere, e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza” (Genesi 3:6) e mangiò di quel frutto proibito. Il Signore Gesù, invece, rispose a Satana con la Parola di Dio e lo vinse.
Così dobbiamo agire anche noi. La Parola di Dio è un’arma potente che agisce sulle nostre coscienze e sventa gli attacchi del nemico.

domenica 22 marzo 2020

22 marzo


Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate; le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore.
Geremia 15:16

La Parola di Dio è la nostra guida

“Come potrà il giovane rendere pura la sua via? Badando ad essa mediante la tua parola… Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te… la tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:9, 11, 105). Dio disse a Giosuè: “Solo sii molto forte e coraggioso; abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai. Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1:7, 8).
Nella sua ultima visita, l’apostolo Paolo raccomanda gli anziani di Efeso “a Dio e alla Parola della sua grazia” (Atti 20:32). E a Timoteo scrive: “Le sacre Scritture… possono darti la sapienza che conduce alla salvezza” (2 Timoteo 3:15).
Come faremmo a sapere come Dio considera il peccato se non conoscessimo la Sua Parola? L’ignoranza non è una giustificazione per il colpevole. Come potremmo sapere come comportarci per rispettare il volere di Dio se non investigassimo le Scritture nelle quali Egli ci rivela ogni cosa? Dove trovare una guida per affrontare certi casi difficili o per decidere quale strada seguire se non nella Parola di Dio?
“La rivelazione delle tue parole illumina; rende intelligenti i semplici… I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici; perché sono sempre con me. Ho più conoscenza di tutti i miei maestri, perché le tue testimonianze sono la mia meditazione. Ho più saggezza dei vecchi, perché ho osservato i tuoi precetti” (Salmo 119:130, 98-100).

sabato 21 marzo 2020

21 marzo

Dio… ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano.
Atti 17:30

(Gesù disse:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.
Matteo 11:28

Un ordine e un invito

A nessuno piace ricevere ordini. Come se questo non potesse conciliarsi con la libertà alla quale ciascuno aspira! Ma oggi è Dio che mi dà un ordine, che ti dà un ordine, e questo è solenne. Se Dio stesso esige qualcosa da me, come potrei sottrarmi? Come potrei pensare di rimanere indifferente o disubbidire, e restare impunito? No, sono assolutamente tenuto a rispondergli, a ubbidirgli. Egli mi chiede di pentirmi; di riconoscere che non ho tenuto conto di Lui fino ad ora, e perciò sono un “peccatore”; e il peccatore deve morire! 
Ma non è finita qui. Il Dio che ordina è anche colui che invita. Gesù Cristo, Dio fatto uomo, può capirci, venire in nostro aiuto e tirarci fuori dal vicolo cieco in cui ci troviamo: perduti per Dio, stanchi a forza di arrabattarci nei nostri problemi, tormentati dalle nostre domande senza risposta e dai rimpianti, oppressi dai nostri insuccessi e dalle nostre miserie, e mai veramente in pace. Egli non solo può, ma vuole aiutarci. E ci invita: “Venite a me… e io vi darò riposo”.
Anche tu, dunque, ubbidisci al suo ordine, ma accetta anche il suo invito: accogli Gesù nel tuo cuore. Parlagli con semplicità, con parole tue. Riconosci in Lui colui che ha dato la propria vita per cancellare la tua vita di ribellione a Dio e che ora vuole farti scoprire il Dio Creatore come un Padre che ti ama e che si prenderà cura di te.

venerdì 20 marzo 2020

20 marzo


Tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?
1 Giovanni 5:4-5

Il trionfo della fede nell’amore di Dio
(estratto dalla Lettera ai Romani - 8:28-39)

“Sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.
Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? ...
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.”

giovedì 19 marzo 2020

19 marzo

Non vi sgomenti la paura… ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto.
1 Pietro 3:14-15

Pericoli

L’uomo moderno cerca sempre più di proteggersi contro tutti i pericoli possibili. È la fortuna delle compagnie di Assicurazioni!
“Ci sono dei rischi che sono una minaccia per la vita. E poi ci sono dei rischi che ne fanno la forza e la bellezza, come, ad esempio, il rischio di perdere la propria vita per salvarne un’altra. O il rischio del matrimonio: impegnare la propria vita con la persona che si ama. O il rischio del celibato: rinunciare a sposarsi per servire meglio gli altri. O il rischio di dare senza aspettarsi nulla in cambio.” (P. Zeissig).
Seguire il Signore Gesù significa anche accettare di camminare in una strada disseminata di ostacoli, correre il rischio di essere incompresi e, alle volte, perseguitati. Non ci spaventi questo! Il Signore non ha promesso a quelli che avrebbero creduto in Lui una vita facile, senza prove; come avrebbe potuto essere così dal momento che Egli stesso è stato respinto? Ma Cristo ha fatto ai suoi questa promessa: “Io sono con voi tutti i giorni” (Matteo 28:20).
Seguire Gesù significa procedere su una strada in cui timori e liberazioni si susseguono, lasciando un ricordo di profonda riconoscenza. Il cammino del credente è come una fiaccola di vita attraverso un mondo oscurato dalla paura, rovinato dal male. Il discepolo del Signore è chiamato a mostrare nella pratica la vita che Dio gli ha dato; se segue il suo Signore saprà amare in risposta all’odio, saprà perdonare e anche perdere tutto. Quanti hanno dato la vita per il Signore e per i loro fratelli!

mercoledì 18 marzo 2020

18 marzo

La vostra fede, che viene messa alla prova… sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.
1 Pietro 1:7

Crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
2 Pietro 3:18

Una scuola che dura tutta la vita

Noi credenti spesso diciamo: Signore, ti prego, risolvi i miei problemi, cambia le mie condizioni di vita, e così sarò contento. Ma il Signore sovente risponde: No, non cambierò le tue condizioni di vita; però ti renderò contento dandoti il mio sostegno per vivere con me nella situazione nella quale ti trovi.
È soprattutto nelle condizioni di bisogno che impariamo a conoscere Cristo, la sua potenza, il suo amore, il suo interesse per noi. Nella maggior parte delle prove che dobbiamo attraversare, il Signore ci porta a cercare aiuto e conforto presso di Lui. Così la prova non solo renderà la nostra fede più salda, ma ci darà del Signore Gesù una conoscenza “per esperienza” (Romani 12:2) che forse non avremmo mai potuto acquisire in altro modo.
Bisogna versare delle lacrime per conoscere Colui che le asciuga. Bisogna provare l’ansia per poter conoscere Colui che dà sicurezza. Bisogna aver coscienza d’un pericolo per trovare Colui che protegge e libera.
Nel cielo, dove non ci saranno più né pene, né avversità, né ostacoli da superare o combattimenti, non avremo più occasione di trovare nel Signore Gesù la grande risposta a tutti questi bisogni. La vita terrena, pure con le sue difficoltà e le sue angosce, è una scuola insostituibile. Essa ci fa progredire nella conoscenza del nostro Signore, in vista della ricompensa eterna.

martedì 17 marzo 2020

17 marzo


Io, il SIGNORE… farò del deserto uno stagno, della terra arida una terra di sorgenti, pianterò nel deserto il cedro, l’acacia, il mirto e l’olivo.
Isaia 41:17-19

Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva”.
Giovanni 7:37

Quando il deserto rinverdisce

La primavera, nel Sahara occidentale del Marocco, è sempre secca anche se non particolarmente calda. Ma l’anno 2006 è stato eccezionale: la pioggia è caduta con abbondanza. Sotto l’effetto dell’umidità, alcune piante sono uscite dalla terra con rapidità incredibile, minuscoli fiori gialli sono spuntati su degli arbusti che sembravano secchi da tempo. Tutto è cambiato grazie a quella pioggia.
Anche la nostra vita potrebbe assomigliare ad un deserto: relazioni che si esauriscono, aridità di cuore, ripiegamento su se stessi, pensieri negativi… Ci manca l’acqua che dà la vita. Più o meno coscientemente, noi abbiamo sete di quest’acqua viva e desideriamo un vero rinnovamento spirituale dove sperimentare compassione, perdono, amore vero. Ma dove trovare tutto questo? Non certo attingendo in noi stessi o ricorrendo alla saggezza umana, ma andando a colui che è il Vivente, andando a Gesù Cristo.
Accanto ad un pozzo, il Signore ha detto a una donna che veniva ad attingere l’acqua: “Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (Giovanni 4:13-14). Questa vita conosciuta, vissuta, porta i suoi frutti. Se l’abbiamo ricevuta, potremo, come un deserto che rinverdisce e fiorisce, mostrare amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza (Galati 5:22).

lunedì 16 marzo 2020

16 marzo

Il giusto per la sua fede vivrà.
Abacuc 2:4

Il giusto spera (cioè è pieno di fiducia) anche nella morte.

Proverbi 14:32

“Il giusto per la sua fede vivrà”

Questa breve frase del profeta Abacuc (oltre 600 anni prima di Cristo) enuncia un principio essenziale del cristianesimo. Citata tre volte nel Nuovo Testamento, si applica a diversi aspetti della vita cristiana.
– La domanda posta da Giobbe molti secoli prima: “Come potrebbe il mortale essere giusto davanti a Dio?” (Giobbe 9:2), trova la risposta in Romani 1:17: “Il giusto per fede vivrà”. È credendo a Cristo, rivelato nel Vangelo, che l’uomo riceve una vita nuova. Questa vita è un dono di Dio. Bisogna soltanto accettarlo.
– La Lettera ai Galati (3:11) ci dice solennemente che non si diventa giusti davanti a Dio mediante delle opere buone. Anche se, con la più grande sincerità, cerchiamo di rispettare le leggi di Dio nella nostra vita, dobbiamo ammettere di non esserne sempre capaci. Soltanto per mezzo della fede possiamo ottenere questa giustizia che viene da Dio.
– Nella Lettera agli Ebrei (10:38), quest’espressione assume un importante significato per la vita del credente. Chi ha creduto all’Evangelo vive ormai mediante la fede, nel senso che il suo principio di vita è la fiducia in Dio, nel suo amore, in tutte le sue promesse annunziate nella Bibbia. Il Signore Gesù ha realizzato perfettamente quel versetto del Salmo 16: “Proteggimi, o Dio, perché io confido in te” (v. 1).
Il credente confida in Dio sia per la sua vita di tutti i giorni che per il suo futuro eterno.

domenica 15 marzo 2020

15 marzo


Fra quanti avevano esercitato le arti magiche, molti portarono i loro libri, e li bruciarono in presenza di tutti.
Atti 19:19

Vi siete convertiti dagli idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero.
1 Tessalonicesi 1:9

Siete manipolati?

Che domanda! direte forse. Io tengo alla mia libertà, più che mai. Io ho piena autonomia di giudizio sulle tutte le cose!
Esaminiamo però ciò che la Bibbia dice. L’apostolo Paolo scrive ai credenti di Corinto che, prima della loro conversione a Cristo, erano “trascinati dietro agli idoli muti”, e da questi si erano lasciati guidare (1 Corinzi 12:2); idoli che non erano altro che statue di legno o di pietra, senza alcun potere (1 Corinzi 8:4). Perché allora è scritto che gli uomini possono essere condotti da idoli muti? Com’è possibile che chi non ha alcun potere possa trascinare una persona e alla fine riuscire a manipolarla?
L’idolo è muto, senza vita, ma dietro a lui si nasconde il diavolo, il “padre della menzogna” (Giovanni 8:44); è lui che manipola la mente di quelli che li seguono.
Come fare per non lasciarci trascinare verso gli idoli, antichi e moderni? Come essere liberati da ciò che occupa abusivamente il nostro tempo, i nostri pensieri, le nostre forze? Bisogna credere semplicemente a Dio e alla sua Parola, che è la verità liberatrice.
Tutto ciò che ha a che fare con la menzogna, la depravazione, la violenza, in una parola, il male, porta il marchio di Satana e quindi è molto pericoloso. L’Evangelo porta la liberazione dalle insidie del diavolo, e conduce a un profondo rispetto verso il Dio supremo, il Dio d’amore. L’Evangelo presenta il grande Liberatore, Gesù Cristo.

sabato 14 marzo 2020

14 marzo


Non si trovi in mezzo a te… chi esercita la divinazione… né mago, né incantatore, né chi consulti gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose.
Deuteronomio 18:10-12

L’aldilà

C’è qualcosa al di là di ciò che si vede? Al di là del mondo materiale? Molti si sforzano di convincersi che non c’è nulla. Certo, in questo campo non è semplice distinguere il reale dall’immaginario. Come si può sapere se ciò che si dice dell’aldilà è vero o falso? Se è per il nostro bene o no?
La Bibbia dà una risposta a tutte queste domande. Essa ci insegna che Dio ha creato anche un mondo spirituale, in particolare quello degli angeli, e che questo mondo può agire nel nostro mondo. Gli angeli sono dei servitori di Dio in favore degli uomini (Matteo 18:10), specialmente dei credenti (Atti 12:11). Ma certi angeli, i demòni, si sono ribellati a Dio e cercano di nuocere agli uomini. Per questo motivo Dio, per proteggerci, ci proibisce di avere relazioni con queste potenze spirituali. Egli vieta tutte le pratiche occulte perché ci mettono sotto l’influenza dei demòni.
La Bibbia ci insegna pure che Gesù, il Figlio di Dio, è venuto in questo mondo per ristabilire, con la sua morte in croce, una relazione diretta fra Dio e gli uomini. Ora Egli è alla destra di Dio, in una posizione di autorità sia nei confronti del mondo materiale che di quello spirituale (1 Pietro 3:22). Ogni relazione vera e fruttuosa con Dio passa attraverso Gesù Cristo che ci ama, e lo ha dimostrato dando la sua vita per noi. Tutti quelli che credono in Lui saranno felici con Lui sulla terra per il tempo presente, e nell’aldilà per sempre.

venerdì 13 marzo 2020

13 marzo


Non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.
Ebrei 4:15

Anche il Signore Gesù è stato tentato

In Ebrei 4:15 leggiamo: “Egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza [commettere] peccato”. Pensiamo agli sforzi del tentatore dopo i quaranta giorni e le quaranta notti di digiuno nel deserto (Matteo 4:1-11) e all’opposizione continua dei Farisei e degli altri capi del popolo. Ma pensiamo anche all’incitamento di Pietro, che voleva impedirgli di affrontare la croce dicendogli: “Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai”; e il Signore aveva dovuto rispondergli: “Vattene via da  me, Satana! Tu mi sei di scandalo” (Matteo 16:22-23).
In ogni cosa Egli “ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori” (Ebrei 12:3). Ma in Lui non esisteva la concupiscenza carnale; niente l’attirava verso il male. Tutti questi diversi tipi di tentazione non hanno fatto altro che mettere in evidenza la sua assoluta perfezione:
– “Egli non commise peccato” (1 Pietro 2:22)
– “Non ha conosciuto il peccato” (2 Corinzi 5:21)
– “In Lui non c’è peccato” (1 Giovanni 3:5).
Per questo lo scrittore della Lettera agli Ebrei aggiunge questa frase con enfasi: “Senza commettere peccato (lett. senza peccato)”. E poi conclude: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno” (Ebrei 4:15-16).
Quanto ne abbiamo bisogno!

giovedì 12 marzo 2020

12 marzo


Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso.
Levitico 19:18

“Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté nei ladroni?” Quegli rispose: “Colui che gli usò misericordia”. Gesù gli disse: “Va’, e fa’ anche tu la stessa cosa”.
Luca 10:36, 37

Come amare veramente il prossimo?

“Amare il prossimo come se stesso”. Ecco ciò che Dio ci chiede. Mettendoci sulla difensiva, noi rispondiamo: È impossibile! Sì, è impossibile a chi non conosce l’amore di Dio e rimane concentrato su se stesso. Ma Gesù si è avvicinato a noi per essere lui il nostro prossimo e ci ha amati più di se stesso. Egli ha dato la propria vita per guarirci dalla terribile malattia del peccato e darci una nuova natura capace di amare come lui ama.
Diventato il nostro Salvatore e Signore, Gesù mette nel nostro cuore un amore disinteressato e sincero per gli altri. Allora desideriamo condividere le loro gioie e le loro pene, e dire loro ciò che Gesù è per noi. Là dove regnavano la discordia e la cupidigia, la pace e il vero amore possono cambiare ogni cosa.
Ci risulta difficile amare veramente il prossimo? Non scoraggiamoci; mettiamoci a disposizione di quelli che ci sono vicini! Il Signore ci farà trovare delle nuove occasioni per avvicinarci agli altri e dare loro, per prima cosa, ciò che abbiamo di più prezioso, cioè l’amore di Dio che è stato versato nei nostri cuori (Romani 5:5). Essere il prossimo di un altro significa “prima lui, poi io”.
Conosciamo questa felice “costrizione” dell’amore del Signore? Essa mi spinge verso gli altri perché so che Gesù, il Figlio di Dio, mi ha amato e ha dato se stesso per me (Galati 2:20).

mercoledì 11 marzo 2020

11 marzo

O Dio, tu sei il mio Dio… di te è assetata l’anima mia… per vedere la tua forza e la tua gloria.
Salmo 63:1-2

(Gesù disse:) “Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria”.
Giovanni 17:24

“Se credi, vedrai la gloria di Dio”
(Giovanni 11:1-45)

Al sepolcro di Lazzaro, a Betania, le due sorelle, Maria e Marta, e i Giudei che le avevano accompagnate piangevano. Anche Gesù ha pianto, perché è sempre vicino ai suoi, tanto più quando sono nel dolore. La sua presenza suscita parecchi interrogativi: Perché non è venuto prima? Avrebbe guarito Lazzaro come ha guarito tanti altri! Non avrebbe potuto fare in modo che non morisse? Gesù risponde a questi perché dicendo a Marta: “Se credi, vedrai la gloria di Dio” (v. 40). Marta non comprende quelle parole. Anche noi, sovente, non capiamo i pensieri di Dio; sono talmente al di sopra dei nostri!
Marta vedrà la gloria di Dio, e la vedranno anche tutti gli altri. Imparerà che Gesù non soltanto guarisce i malati, ma risuscita anche i morti. Anzi, fa ancora di più: salva le anime! Marta vede quella gloria quando Gesù si avvicina al sepolcro e grida “Lazzaro, vieni fuori!” (v. 43), e il morto esce, risuscitato.
Anche noi credenti vedremo la gloria di Dio quando Gesù ritornerà per prendere con Sé quelli per i quali è morto e risorto. Li chiamerà: se sono morti, risorgeranno; se sono viventi, saranno trasformati. In corpi glorificati, tutti saranno elevati al cielo per incontrarlo, ed Egli li introdurrà nella casa del Padre, dove saranno per sempre con Lui (1 Tessalonicesi 4:13-17).
“Padre, io voglio che dove sono io siano con me anche quelli che tu mi hai dati” (Giovanni 17:24). Questa preghiera del Signore Gesù sarà esaudita. Noi che abbiamo creduto saremo con Lui e vedremo la Sua gloria.

martedì 10 marzo 2020

10 marzo

Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d’animo… perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli.
Ebrei 12:5-6

Il cammino che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha fatto fare… per umiliarti e per provarti, per farti, alla fine, del bene.
Deuteronomio 8:2, 16

Disciplina o educazione

Prima o poi dobbiamo affrontare delle situazioni difficili: disoccupazione, malattie, problemi economici, lutti. È normale che il credente si interroghi sul significato di queste prove. Cosa vuol dirmi il Padre celeste in quella o quell’altra occasione?
Forse inconsapevolmente ci possiamo trovare in una situazione pericolosa, e allora il nostro Padre interviene per tirarci fuori. Forse abbiamo semplicemente bisogno di sperimentare quant’è efficace il suo soccorso nelle circostanze più penose. Potremo anche esserci impegnati in un percorso che non è per il nostro bene né per quello degli altri, troppo vicini al mondo incredulo, e allora il nostro Padre ci richiama. Come faremmo noi con i nostri figli, Dio interviene per disciplinarci e formarci, “affinché siamo partecipi della sua santità” (Ebrei 12:10). Confessiamo i nostri errori a Lui, e cerchiamo di rimediare, per quanto ci è possibile. Ma non trascuriamo la sua riprensione; e nella prova, non scoraggiamoci.
Non dobbiamo però pensare che tutte le difficoltà che incontriamo siano un castigo di Dio. La disciplina del Padre ha uno scopo formativo, perché impariamo ad essere più umili e a conoscerci meglio, e per farci concludere come l’apostolo Paolo: “In me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene” (Romani 7:18). Dio desidera che non abbiamo troppa fiducia in noi stessi perché così potremo confidare maggiormente in lui. Siamo certi che è una mano amorevole quella che ci conduce, perché è la mano di un Dio che ci ama.

lunedì 9 marzo 2020

09 marzo


Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Matteo 5:6

Saziato dalle briciole…

Nel racconto della vita di John Williams, missionario nelle isole dei mari del Sud, troviamo una storia singolare.
In un villaggio in cui era da poco arrivato il missionario, viveva un uomo gravemente menomato; riusciva a spostarsi soltanto sulle ginocchia perché una grave malattia gli aveva paralizzato mani e piedi. Era lontano dalla stazione missionaria e non aveva mai potuto andarci, eppure era un credente felice.
Un giorno Williams, mentre attraversava il villaggio, vide quell’uomo trascinarsi fino a lui, e lo sentì dire, tutto gioioso: “Sii benvenuto, servitore di Dio, tu che hai portato la luce in questo paese oscuro! Noi ti dobbiamo la parola della riconciliazione!” Parlandogli, il missionario notò che l’uomo conosceva bene le dottrine essenziali dell’Evangelo, e che Gesù Cristo era il suo Salvatore. Gli chiese dove aveva imparato tutto questo. L’invalido rispose: “Ma da te! Nessun altro mi ha portato la buona notizia della salvezza!”
Williams non ricordava di averlo incontrato alla stazione missionaria. L’uomo allora gli spiegò il suo segreto: “Quando la gente tornava dalla predicazione, mi trascinavo fin sulla strada e chiedevo a tutti di raccontarmi quello che avevano ascoltato. Uno ricordava una cosa, un altro un’altra. Poi, io ho raccolto tutte quelle briciole cadute dalla tavola di Dio, e così ho trovato la salvezza e la pace nel Signore Gesù”.
“Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate; le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore” (Geremia 15:16).

domenica 8 marzo 2020

08 marzo

Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti.

Salmo 19:12

O Dio… rinnova dentro di me uno spirito ben saldo… Rendimi la gioia della tua salvezza.
Salmo 51:10-12

Rinnovami, Signore!

Tu che scruti nei cuori, Signore Gesù,
Tu che ascolti i sospiri e leggi i pensieri,
vedi che il primo amore in noi non c'è più,
e che oggi tu sei meno amato di ieri.
Ma perché mai, Signore, perché mai
quest'anima non gode più di te?
Se dentro a noi c'è il male, Tu lo sai,
Tu che ci leggi dentro sai perché.

Purifica la mente, e sgombra sarà
da quel che disonora il Nome tuo santo;
il nostro cuore freddo si riscalderà
per te che ci hai amati, e che ci ami tanto.
Oh, fa che abbiamo sete del tuo amore
e vera fame della Verità,
che ti serviamo con santo timore,
con fede, mansuetudine e umiltà.

Una fonte di gioia al cuore sarai
ed i tesori veri in te troveremo,
poiché non c'è misura se sei tu che dai;
se i beni sono tuoi i più ricchi saremo!
Con l'ansia di chi ama noi, così,
attenderti vogliamo, o Salvator;
le tue promesse sono “amen” e “sì”
e dan gioia e conforto al nostro cuor!

(dal CD “Al di là delle nuvole”)

sabato 7 marzo 2020

07 marzo

“Tu (l’Agnello di Dio) sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione”.
Apocalisse 5:9

(Dio) il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio (Gesù Cristo).
Giovanni 5:22

Chi è degno di aprire il libro?
(leggere Apocalisse cap. 5)

Nell’antichità, gli editti dei re erano sigillati. Romperne i sigilli per leggerli era un atto solenne. Nell’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse (che significa Rivelazione) troviamo una domanda: “Chi è degno di aprire il libro” (v. 2) che è nella mano di Dio, sigillato con sette sigilli? Questo libro contiene il decreto divino sui giudizi che stanno per colpire l’umanità incredula. Il suo contenuto era rimasto nascosto per lungo tempo; con pazienza, Dio aveva aspettato che gli uomini si convertissero. Ma è arrivato il momento del giudizio sulla terra per preparare l’instaurazione del Suo regno.
Il libro deve essere aperto da una persona qualificata. Nessuno può aprire il libro, e neppure guardarlo. Chi potrebbe, se non Dio stesso, proclamare la fine del periodo dell’Evangelo della grazia e l’inizio dei giudizi di Dio?
Una voce dice: “Il leone della tribù di Giuda, la radice di Davide, ha vinto per aprire il libro” (v. 5). L’unico che possa aprire il libro è il Signore Gesù. Egli appare “in mezzo al trono” (v. 6) sotto forma di un agnello immolato.
L’Agnello di Dio: questo titolo ricorda che il Signore Gesù ha sofferto e che è morto su una croce; pur respinto dagli uomini, ha portato il peccato di molti di loro. Ora è il giudice, Lui solo è degno di esserlo. Perché? Soltanto l’Uomo perfetto che non ha mai peccato può giudicare gli uomini colpevoli; ma soprattutto, prima di essere il giudice, ha dimostrato il suo amore: ha dato la sua vita per quelli che lo accettano come Salvatore.

venerdì 6 marzo 2020

06 marzo


Come l’agnello condotto al mattatoio… egli non aprì la bocca.
Isaia 53:7

Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode.
Apocalisse 5:12

L’Agnello di Dio

La prima menzione d’un agnello nella Bibbia è al capitolo 22 della Genesi. Abraamo e suo figlio Isacco salgono al monte Moria; Isacco avrebbe dovuto essere offerto a Dio in sacrificio. Per strada, Isacco chiede al padre: “Ecco il fuoco e la legna; ma dov’è l’agnello per l’olocausto?” Abraamo allora risponde. “Figlio mio, Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto” (v. 7-8). Infatti Dio non permette che Isacco sia offerto (Geremia 32:35); un montone viene offerto al suo posto, ma né quel montone né alcun altro sacrificio erano in grado di rispondere in pieno alle esigenze della santità di Dio; non erano loro “l’agnello” che, mediante il suo sacrificio, avrebbe glorificato Dio in tutte le sue prerogative. E’ stato per fede che Abraamo ha potuto dire con certezza: “Al monte del SIGNORE sarà provveduto” (22:14). Dopo tanti secoli l’agnello promesso, annunciato dai profeti, è venuto a soffrire in questo mondo: “Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge” (Galati 4:4, 5).
Vedendo Gesù, Giovanni Battista disse: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” (Giovanni 1:29). Al Golgota Egli fu sacrificato: morì su una croce per liberare noi dalla morte eterna.
L’apostolo Pietro scriverà: “Siete stati riscattati dal vano modo di vivere… con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; per mezzo di lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria” (1 Pietro 1:18-21).