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sabato 31 luglio 2021

La sabbia scorre

Anni fa, durante un'esposizione a Losanna, si poteva ammirare, all’entrata del recinto fieristico, un enorme congegno di ferro. Innumerevoli ripiani salivano per poi ridiscendere rumorosamente, mentre un’infinità di ruote girava e, tutto era in movimento all’interno di questo gigantesco congegno. 

Il senso di questa costruzione?  Questo enorme colosso aveva la funzione di emettere soltanto rumore, si intendeva mostrare ai visitatori la mancanza di senso della vita.

Il costruttore di questa macchina, esprimeva quel che il saggio Salomone riconobbe parecchie migliaia di anni prima: “Vanità delle vanità, tutto è vanità...non c'è nulla di nuovo sotto il sole” Ecclesiaste 1:2,9.

E’ di capitale importanza interrogarci sul senso e sullo scopo della nostra vita, perché ne abbiamo una sola!

Molte cose si possono ripetere nella vita. Nella maggior parte dei casi, quando non si supera un esame, c’è la possibilità di ripresentarsi una seconda volta.

La nostra vita però, non è come una traccia sonora che si può cancellare quando la prima registrazione viene male, bensì è simile a una clessidra, la cui sabbia scorre lenta e silenziosa, ma senza alcuna possibilità di trattenerla; la nostra vita si può paragonare anche a una candela accesa che si va poco alla volta consumando finché anche l’ultimo lucignolo non si sia spento. 

Non so se a voi succede come a me; ma più gli anni passano, più ho l’impressione che le lancette dell’orologio corrano sempre più in fretta e sembra che il tempo scorra via a una velocità vertiginosa. Una volta trascorsa la prima metà della vita, gli anni successivi scorrono via veloci come gli ultimi granelli della sabbia di una clessidra.

Qualcuno, rientrando probabilmente dopo una visita al cimitero, espresse a parole una convinzione profonda e commovente: «la nostra vita è soltanto un trattino meno fra due date»; così corta, eppure così decisiva! Che tragedia sarà se, in mezzo a tanto correre e via vai, non avremo avuto il tempo di pensare al senso della nostra vita, se non quando ci ritroveremo ormai sul letto di morte, ammesso che avremo il modo di farlo allora.

No! La Bibbia invita ogni uomo a non indurire il proprio cuore dinanzi all'invito di Dio e a farlo oggi: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” Ebrei 3:15.



La vita, non sola è unica, ma è altresì corta, e molto breve. Giobbe poteva dire: “L'uomo, nato di donna,vive pochi giorni, ed è sazio d'affanni. Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un'ombra, e non dura” Giobbe 14:1-2.


La maggior parte degli uomini ritiene che siano le sofferenze a rendere la vita così dura, ma le sofferenze sono solo un sintomo, una manifestazione visiva della reale malattia dell'uomo. Un po' come le macchioline rosse che compaiono su nostro corpo quando abbiamo il morbillo, ma le macchioline non sono la malattia sono solo dei sintomi visivi di essa. 


L'antitesi della gioia è il peccato non la sofferenza. “ma ci gloriamo anche nelle afflizioni”  Romani 5:3. Questo è uno dei paradossi della fede cristiana, la gioia può coesistere con le difficoltà della vita. Certo, quando queste difficoltà le incontriamo per la nostra fedeltà a Cristo.


“afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!” 2 Corinzi 6:10.


Se volete dare una direzione giusta ai vostri passi sarà bene che fissiate con attenzione lo scorrere veloce della sabbia nella clessidra della vostra vita e se non lo avete ancora fatto è bene che OGGI facciate la vostra scelta.


Sapete qual'è la più grande disgrazia per l'uomo?


Alcuni diranno, le continue guerre, le diseguaglianze sociali, la fame o le sofferenze. No!


Ma il fatto che Dio esista.


Questo perché, il fatto dell’esistenza di Dio ha spesso conseguenze rivoluzionarie per quanto riguarda il nostro modo di valutare le cose. Poiché la velocità con cui si deteriora la fascia dell’ozono o chi occupa la prima posizione nella classifica mondiale del calcio o i risultati del tal partito politico alle prossime elezioni passeranno subito in secondo piano e cesseranno di rivestire così capitale importanza.


Evidentemente, quest’uomo è ben cosciente del fatto che se Dio esiste realmente, alla fine gli chiederà conto della sua vita; e questo “disastro” sarà senza rimedio.

31 luglio - Nell’attesa del Suo ritorno

I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli appena giungerà e busserà.

Luca 12:35, 36

 

Nell’attesa del Suo ritorno

 

Parlando del Suo prossimo ritorno il Signore Gesù esorta i credenti ad avere “i fianchi cinti” e le “lampade accese”.

I “fianchi cinti” rappresentano l’energia per il cammino, un cuore impegnato negli interessi del Signore e degli affetti in ordine per compiere, con Lui e per Lui, i doveri della vita di ogni giorno. In Oriente si portano vesti larghe che bisogna rimboccare e stringere intorno al corpo quando si vuole intraprendere una corsa o mettersi al lavoro. Il significato di questa figura dei fianchi cinti non è dunque difficile da comprendere.

Inoltre dobbiamo avere le “lampade accese” per aspettare il Signore, come se Lui dovesse venire durante le veglie della notte. Le lampade accese presumono uno stato d’animo illuminato dalla conoscenza della verità in questo mondo di tenebre, e caratterizzato dalla sobrietà e dalla pazienza della speranza, nell’attesa della Sua venuta.

“La parola profetica” informa con un discreto numero di dettagli in quali circostanze il Signore Gesù ritornerà sulla terra per regnare e quali saranno gli effetti della Sua autorità su un mondo che l’ha respinto; e spiega anche in che modo verrà a prendere i credenti per portarli nel cielo, quando non scenderà sulla terra ma si fermerà “sulle nuvole” e i credenti gli andranno incontro “nell’aria”. In un momento, “in un batter d’occhio”, i morti risusciteranno incorruttibili e i credenti vivi saranno “trasformati” (1 Corinzi 15:51) e tutti insieme raggiungeranno il Signore per rimanere per sempre con Lui nella casa del Padre.

venerdì 30 luglio 2021

30 luglio - Orecchie per ascoltare

I cieli raccontano la gloria di Dio… Non hanno favella, né parole… ma il loro suono si diffonde per tutta la terra.

Salmo 19:1-4

 

Dio… ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Ebrei 1:1, 2


Badate di non rifiutare di ascoltare colui che parla.

Ebrei 12:25


Orecchie per ascoltare

 

Seduta sulla sedia, con gli occhi chiusi, con le cuffie sulle orecchie, Severina si dondola lentamente. Roberto sta camminando avanti e indietro; per lui non esiste più niente e nessuno; è cullato dalla musica del suo iPod.

Ecco un mezzo per non essere più costretti a prendere coscienza delle cose che accadono intorno a noi e che ci innervosiscono o ci annoiano. Ma è anche, purtroppo, un mezzo che aumenta l’isolamento, la tendenza a ripiegarsi su se stessi, e favorisce l’indifferenza, la superficialità, l’egoismo. Gesù usava ripetere, quando spiegava qualcosa ai discepoli o alle folle: “Chi ha orecchi per udire oda” (Matteo 13:9).

Dobbiamo ascoltare quando è Dio che ci parla. Egli lo fa in parecchi modi:

col linguaggio della natura, come ce lo ricorda il Salmo 19: “I cieli raccontano la gloria di Dio”

con l’Evangelo: “La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17)

per mezzo degli avvenimenti, di cui Egli ha sempre il controllo, o delle circostanze della nostra vita personale che Lui dirige.

Dio può anche parlarci tramite i Suoi servitori che ci annunciano e ci spiegano la Sua Parola; e anche tramite questo calendario. Tocca a noi riconoscere la Sua voce e prestare ascolto.


giovedì 29 luglio 2021

29 luglio - La radice del male

Gli uomini… ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni di invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità.

Romani 1: 27, 29

 

La radice del male

 

Possiamo immaginare questo mondo come un grande labirinto dove si fa fatica a trovare la via di uscita a causa di tante complicazioni, problemi, difficoltà; ma è anche un vasto campo di battaglia, dove gli uomini sono in lotta gli uni contro gli altri, oltre che contro le leggi di Dio.

Perché è così? Perché il cuore dell’uomo, che è come un piccolo mondo, è il teatro di concupiscenze e conflitti. È quanto ci dice la Scrittura in questo passo: “Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra?” (Giacomo 4:1).

Se nel cuore umano non abitasse il peccato, tutte le nazioni potrebbero licenziare i loro eserciti. Ma la cosa è impossibile, tranne nei sogni dei filantropi, perché nel profondo di ogni essere brucia il fuoco della ribellione a Dio la cui fiamma consuma il mondo. Perché si cerca nelle cose che ci circondano la causa di tutte le sofferenze, e non si vuole riconoscere che la radice del male si trova dentro di noi?

Il peccato allontana da Dio e mette in lotta gli uni contro gli altri. Il male che devasta il cuore non lo si può guarire con nessun mezzo umano e porta il peccatore alla perdizione eterna. Bisogna cambiare l’uomo, e solo Dio può farlo là dove c’è una fede sincera e una reale ubbidienza alla Sua volontà. “Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo che si va rinnovando in conoscenza a immagine di Colui che l’ha creato” (Colossesi 3:9-10).


mercoledì 28 luglio 2021

Coerenza

“Affinché sappiate a quale speranza Egli vi abbia chiamati” 

Efesini  1:18.



Ricordati per quale ragione sei stati salvato: perché il Figlio di Dio possa essere manifestato nella tua vita.

Adopera tutte le energie che sono in te per tradurre nella realtà concreta la tua elezione, sii all'altezza delle circostanze.

Non puoi fare nulla per la tua salvezza, ma devi fare qualcosa per manifestarla, per dare la dimostrazione pratica di quello che Dio ha operato in te.

Lo stai facendo?

Se sei rimasto lo stesso individuo di prima, se il tuo carattere è rimasto difficile e brontolone e continui a voler fare tutto a modo tuo allora, nella migliore delle ipotesi, come testimone di Cristo hai fallito. 

Nella peggiore, non lo sei affatto. Sono le opere, è il tuo modo di camminare, di parlare, di agire, che attesta la realtà della tua fede.

“A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere?” Giacomo 2:14.

Ogni cristiano, nella sua vita ha un'assoluta priorità, mettere in pratica la Parola di Dio.

A cosa servono le dichiarazioni di fede, se poi tutto non viene vissuto nella vita quotidiana e nei rapporti gli uni gli altri?

Non è nell'intenzione di Giacomo di voler creare problemi inesistenti, ma dal momento che la fede è così importante ed essenziale per la salvezza, ci invita a fare un esame pratico per vedere se anche noi apparteniamo a coloro che “dicono di avere fede” ma poi, nel cammino, non manifestano i caratteri della nuova nascita.

Attenzione a non diventare come i farisei che “dicono e non fanno” (Matteo 23:3) e che il Signore censura molto duramente.

28 luglio - La sinfonia incompiuta

(Gesù prega il Padre:) “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai dato da fare. Ora, Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse”.

Giovanni 17:4, 5


La sinfonia incompiuta

 

Una tradizione molto diffusa vuole che l’ottava sinfonia di Franz Schubert sia la sua ultima opera. Schubert sarebbe morto prima di averla potuta terminare. In realtà, quell’opera è del 1822 e Schubert, morto nel 1828, ha compiuto in quegli anni, prima di morire, numerose opere tra cui una nona sinfonia. Questa misteriosa ottava sinfonia è incompiuta solo in apparenza.

Quando Gesù ha lasciato la vita all’età di 33 anni, i discepoli hanno certamente avuto l’impressione che la Sua opera fosse incompiuta. Avevano sperato che avrebbe instaurato il Regno di Dio sulla terra e nulla era cambiato! Eppure, sulla croce, prima di morire, Gesù ha detto: “È compiuto!” (Giovanni 19:30). Agli occhi di Dio la Sua opera era pienamente compiuta, poiché la Sua morte era assolutamente necessaria alla realizzazione di tutti i Suoi piani di amore. La barriera dei nostri peccati, che ci impediva di avvicinarci a Dio, era tolta. Sulla croce, Gesù ha preso su di Sé la condanna che noi tutti meritavamo. La Sua morte è l’unico mezzo perché l’uomo possa essere riconciliato con Dio, perdonato e liberato. Ma senza la fede non ci si può appropriare dei risultati di quest’opera gloriosa.

La Sua risurrezione, la vittoria sulla morte, e l’elevazione al cielo assicurano una piena e completa liberazione a tutti quelli che credono in Lui. “Gesù, nostro Signore... è stato dato a causa delle nostre offese ed è risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:25).


martedì 27 luglio 2021

27 luglio - E se avesse già risposto?

Chiedete e vi sarà dato… Perché chiunque chiede riceve… E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra?

Luca 11:9-11

 

Ascoltate e voi vivrete.

Isaia 55:3


E se avesse già risposto?

 

Questa sera siamo a tavola in famiglia, ma l’atmosfera è malinconica. Ho sgridato uno dei ragazzi, Giuliano, proprio prima del pasto, e lui è offeso.

Mi chiede, con la testa china: “Passami il pane, per favore”. Gli passo subito il pane. Tre secondi dopo rinnova la domanda. Gli faccio notare che il pane è già vicino a lui. Non essendosi dato la pena di voltarsi nella mia direzione, non l’aveva notato, e aveva supposto che io fossi mal disposto verso di lui come lui lo era verso di me.

Un po’ più tardi, Giuliano mi rivolge una domanda. Ma non appena gli ho risposto il suo cellulare suona; così lascia la stanza per conversare con il suo compagno. Tornando, mi rifà la stessa domanda; evidentemente non ha sentito la mia risposta, perché non si è messo d’impegno ad ascoltarla.

Quando preghiamo Dio, ci capita a volte di comportarci come Giuliano. Chiediamo e richiediamo, come se Dio non avesse ascoltato e supponendo che Dio non abbia risposto quando forse, invece, l’ha già fatto. Perché non ci guardiamo intorno? La risposta è lì, alla nostra portata. Forse anche noi siamo distratti dalle occupazioni o dagli amici… Se trovassimo il tempo di ascoltarlo, di leggere la Bibbia, vedremmo che Dio risponde alle nostre richieste.

Preghiamo dunque Dio con fiducia, ma poi apriamo gli occhi e le orecchie per vedere e sentire le Sue risposte, e senza dimenticarci di ringraziarlo!

Il vero problema

“Il SIGNORE disse a Samuele: Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l'ho scartato; infatti il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore” 

1 Samuele 16:7.


Noi non abbiamo lo stesso criterio di Dio per giudicare il valore di un uomo. Prendete per esempio un grande artista o un attore famoso, le folle ne saranno attratte e disposte ad osannarlo anche se conducesse una vita assolutamente immorale. Ne giorno del giudizio non gli sarà chiesto conto dei suoi film o delle sue canzoni, ma dei suoi peccati.

Quale è il nostro passato, il nostro presente e il nostro avvenire? Quale è la speranza alla quale ci aggrappiamo?

Molti vivono nell'indifferenza o nel disordine, ricercando principalmente l'approvazione degli uomini ma, l'approvazione di Dio vale più dell'ammirazione del mondo intero.

Solo Dio ci dà ciò che è definitivo, inalterabile, assoluto.

lunedì 26 luglio 2021

L’importanza di “conoscere” Cristo

“Stenderò la mano su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme; eliminerò da questo luogo quanto rimane di Baal, il nome dei preti degli idoli, con i sacerdoti, quelli che si prostrano sui tetti davanti all'esercito celeste, quelli che si prostrano e giurano per il SIGNORE, e poi giurano anche per Malcam, quelli che si allontanano dal SIGNORE, e quelli che non cercano il SIGNORE e non lo consultano” Sofonia 1:4-6.

Ognuno ha nella propria casa, nel proprio cuore, un luogo che crede nascosto, ma che Dio ben vede; ed è lì che l’essere umano manifesta la propria realtà, la propria statura. I Giudei erano giunti ad unire il culto di Baal, al culto di Jahveh, l’unico e solo vero Dio. Dio aveva pazientato inviando profeti e mettendo Giuda in difficoltà ma non era servito a nulla. 

In questi versetti 3 e 4 possiamo individuare cinque classi di persone:

1. (v.4)  Chi praticava il culto di Baal e seguiva i suoi preti. Questo mondo ha molti idoli e molti “preti” dei capofila che invogliano e invitano le folle, e coloro che li seguano rappresentano quanti manifestano apertamente le loro vie senza alcun timore.

2.(v.5)  Chi si prostrava sui tetti davanti all’esercito celeste. Erano in ugual misura idolatri ma lo facevano di nascosto, in casa propria, durante la notte.

3.(v.5) Chi giurava per il Signore e per Malcam. Contemporaneamente. Doppi di cuore che pensano fosse possibile servire due padroni, senza sapere che “o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro” Matteo 6,24.

4.(v.5) Quelli che si allontanavano dal Signore, che avevano avuto una certa conoscenza ma si erano sviati! Aver praticato ciò che è bene per un tempo non conta … vale più la fine di una cosa che il suo principio. 

5.(v.5) Quelli che non lo cercano e non lo consultano. Atei, senza fede alcuna, totalmente indifferenti. Freddi, per i quali la parola del signore non ha nessun significato.

Tutte queste classi di persone percorrono la via larga e vanno incontro a un giorno terribile, un giorno di giudizio, di tenebre d’angoscia.

“Il gran giorno del SIGNORE è vicino; è vicino e viene in gran fretta; si sente venire il giorno del SIGNORE e il più valoroso grida amaramente. Quel giorno è un giorno d'ira, un giorno di sventura e d'angoscia, un giorno di rovina e di desolazione, un giorno di tenebre e caligine, un giorno di nuvole e di fitta oscurità” Sofonia 1:14-15.

Sofonia indirizza  il suo messaggio alla tribù di Giuda ma si nota subito chiaramente che fra essa e le nazioni vicine non c’è più alcuna differenza e per questo sarà associata ad esse nel giudizio.

La chiesa si è amalgamata con il mondo e non se ne  vede più la differenza.

Riflettiamo un attimo sulla nostra vita cristiana, poniamoci delle domande.

Poniamocele ora, fintanto che c’è tempo e dura la pazienza di Dio.

Ascoltatemi, nelle nostre chiese succede sempre la stessa cosa ad ogni incontro, continuiamo a versare l'acqua della vita nelle persone, ma quanti ne approfittano?

Quanti l’assimilano?

Come sarebbe se tu venissi in chiesa per 5, 10, 20 o 30 anni per poi finire all'inferno, perché non hai approfittato e bevuto di quell'acqua?

Ciò significa che Gesù, nel giorno del giudizio, dirà ad molti così detti cristiani: 

NON VI HO MAI CONOSCIUTI!! dipartitevi da me voi che praticate iniquità!

“Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti?". Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti allontanatevi da me, malfattori!" Matteo 7:16-23.

Nella Scrittura il verbo conoscere rappresenta molto di più del semplice conosco il tuo nome o ho sentito parlare di te, ma tipifica una relazione intima fra le due parti. Il Signore ti conosce perché ha un rapporto affettivo con te. Molti in quel giorno affermeranno di sapere chi è il Signore (siamo andati in chiesa ogni domenica) e di lui sanno un sacco di cose, ma il Signore dichiarerà loro di non conoscerli. Non ha mai avuto una relazione, una comunione con loro. Una bella testa piena e un'anima rimpicciolita.

"C'è una via che all'uomo sembra diritta ma la sua fine sfocia in vie di morte" (Proverbi 16:25)

Nessuno si aspetta di finire all'inferno... tutti pensano di mettersi a posto con Dio prima della fine ma così molti uomini faranno naufragio.

In America, paese di estrazione evangelica, si stima che vi siano 75 milioni di convertiti la maggior parte dei quali si reputa tale semplicemente perché ascolta o ha ascoltato qualche volta dei messaggi evangelici. “Li riconoscerete dai loro frutti”.

E’ così forte la corruzione oggi che questa generazione riempirà l'inferno più rapidamente di molte altre.

26 luglio - Felice non aveva tempo

Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?

Ebrei 2:3

 

Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori.

Ebrei 3:7, 8


Felice non aveva tempo

 

Chi era in realtà l’ “eccellentissimo” governatore romano Felice di cui ci parlano i capitoli 23 e 24 del libro degli Atti? Grazie a lui, nel paese d’Israele si godeva di una grande tranquillità, dice l’oratore Tertullio rivolgendogli delle lodi interessate. Benché la storia lo presenti come immorale e senza scrupoli, Felice si manifesta tollerante e con la mente aperta nei riguardi dell’apostolo Paolo ingiustamente condannato: l’ascolta benevolmente, ordina che si lasci al prigioniero un po’ di libertà e che non si impedisca a nessuno dei suoi di servirlo. Ma, posto dall’apostolo a contatto con la verità, dà questa risposta inattesa: “Per ora va’; e quando ne avrò l’opportunità, ti manderò a chiamare” (Atti 24:25).

Felice non è un oppositore, né un beffardo. No, c’è in lui un certo interesse per quel prigioniero che lo impressiona, ma non ha il tempo di ascoltare il messaggio dell’Evangelo. Non vuole respingerlo definitivamente, ma nemmeno vuole venire alla luce: “Per ora va’, e quando ne avrò l’opportunità…” Questo momento sarà mai venuto?

Felice cercava di essere popolare e, deposto l’incarico di governatore, lascia Paolo in prigione senza un valido motivo, per far piacere ai Giudei. I suoi interessi politici soffocavano la voce della coscienza. Peccato! Si è lasciato sfuggire il momento favorevole, “il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6:12).

Non fate come lui! Oggi, se udite la voce del Signore, non indurite il vostro cuore.

domenica 25 luglio 2021

25 luglio - L’orizzonte della vita

Sono persuaso che né morte, né vita, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore.

Romani 8:38-39


L’orizzonte della vita

 

Più passano gli anni, più il futuro si avvicina al presente. Per i giovani il futuro sembra il termine lontano di una strada che corre verso l’infinito, ma col passare degli anni assume contorni più netti; alla sera della vita il futuro affianca il presente, e il termine del percorso si profila all’orizzonte.

Dopo la morte, come dice la Bibbia, viene il giudizio (Ebrei 9:27). La morte è una realtà che dobbiamo affrontare tutti; è inutile sforzarci di negarla. Ma in che modo incontrerò il Dio santo e giusto? Forse carico dei miei peccati? Ancora una volta la Bibbia ci dà una risposta, l’unica vera. Se incontro Dio con il carico dei miei peccati, sono perduto per sempre. Ma posso incontrare Dio in tutta sicurezza se confido in Gesù che sulla croce ha subito per me il giudizio di Dio in tutto il suo rigore. Io so che Cristo non è rimasto nella tomba, che è risuscitato e che vive eternamente. Così, a tutti coloro che credono in Lui, Egli apre ora un avvenire luminoso, al di là della morte.

Un credente molto anziano diceva: “È l’amore di Dio che mi mette al riparo. Ne ho fatto l’esperienza nel passato e la faccio ancora oggi. Egli mi ha dato il Suo perdono e mi ha rialzato dai miei passi sbagliati. Ma questo amore mi sostiene, giorno dopo giorno, attraverso le difficoltà legate alla vecchiaia. Si è fatto carico Egli stesso del mio passato, del mio presente e del mio futuro, e so che mi condurrà fino alla vita eterna”.


sabato 24 luglio 2021

Temere

Ci sono tempeste di neve. Ci sono tempeste di grandine. Ci sono i temporali. E ci sono le tempeste di dubbio.

Di tanto in tanto una di queste tempeste può fare capolino nella nostra vita portando con sé raffiche di interrogativi e venti impetuosi di paura.

Cosa si prova a trovarsi nel mezzo di una tempesta?

“Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle onde, perché il vento era contrario” Matteo 14:24.

Questa descrizione forse si adatta male al momento che state attraversando?

Forse quello che dobbiamo fare è  cambiare un paio di parole...

In mezzo ai debiti, tormentati dai creditori.

In mezzo ad una crisi matrimoniale, squassati dal senso di colpa.

In mezzo alla recessione economica, privi di vie d'uscita.

In mezzo all'angoscia al dubbio che occupa il nostro cuore e la nostra mente.

I discepoli stavano lottando con la tempesta e non si aspettavano che il Signore venisse loro incontro. E a volte nemmeno noi.

Non possiamo andare dove non c'è Dio. Guardate dentro la tempesta; quello è Cristo che vi sta venendo incontro.

“Gesù andò verso di loro, camminando sul mare... parlò loro e disse: Coraggio, sono io; non abbiate paura!” V.25-27.

Nutrite le vostre paure e la vostra fede inaridirà.

Nutrite la vostra fede e le vostre paure si dissolveranno.

Che cosa straordinaria incontrare persone che sanno gridare “Eureka” prima di aver trovato il tesoro. Che gridano “Terra!” prima che la nebbia si sia diradata. 

Il profeta Geremia è uno che potrebbe parlare delle onde e della forza del vento che le molte difficoltà che ha attraversato, ma mutò direzione al suo sguardo affermando: “Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! Il SIGNORE è la mia parte, io dico, perciò spererò in lui” Lamentazioni 3:21-24.

24 luglio - L’informazione numero 1

“Fermatevi… e riconoscete che io sono Dio”.

Salmo 46:10

 

L’informazione numero 1

 

Siamo invasi ogni giorno da una grande abbondanza di informazioni. In molte case il quotidiano è già sulla tavola alla prima colazione; ogni giorno dobbiamo leggere molte e-mail e l’accesso a internet è continuamente a nostra disposizione. Sembra naturale; dobbiamo pur sapere che cosa accade nel mondo, come vanno gli affari, chi si distingue nello sport, che tempo farà domani ecc… Alle informazioni che cerchiamo si aggiunge la pubblicità, che invade la nostra mente e la “ingombra”. Così siamo continuamente costretti a filtrare e a scegliere quello che vogliamo veramente sapere e che ci è utile sapere.

Ma adesso ascoltiamo quello che Dio ha da dirci! Anche oggi ha una comunicazione di vitale importanza da trasmettere a tutti: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Fermiamoci un momento su questa dichiarazione. Dio ci ama, e desidera farci un dono: la vita eterna, ossia una relazione con Lui, sicura e permanente. Chi crede che Gesù Cristo è il suo Salvatore riceve questo dono meraviglioso. Una simile informazione è essenziale, perché viene da Dio stesso; riguarda la nostra esistenza presente ed eterna e può dare una nuova direzione alla nostra vita.

venerdì 23 luglio 2021

Potenza nella debolezza

“E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso” 1 Cor. 2:1-2.

Paolo ricorda ai Corinti come nella sua predicazione dell’Evangelo non vi fosse niente che appartenesse alla scuola degli uomini. Non gli interessava dare sfoggio se stesso, sebbene la retorica fosse una disciplina ben conosciuta e praticata nel mondo Greco-Romano. Difatti era una delle principali materie di studio nell'ordinamento scolastico del primo secolo d.C. Nei dibattiti pubblici, nelle aule di tribunale essa era molto in voga come forma si intrattenimento allo scopo di compiacere le masse.

Paolo era stato allevato ai piedi di Gamaliele quindi non difettava certo di un’eccellenza di parola (o superiorità di parola). Termine che vuole mettere in risalto il modo di esporre la parola non tanto i contenuti di essa. Questo in contrasto con i falsi predicatori che Paolo chiama “sommi apostoli” 2 Cor. 11:5.

I Corinti sembravano ricercarla, apprezzarla ma l’apostolo la rifiutava. Poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso. Ciò dimostra che Paolo riconosceva la differenza fra un ministerio fondato sulle emozioni e un ministerio spirituale il cui messaggio verteva su Cristo crocifisso.

 3 Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; 

Tutti i neo-convertiti sono deboli e la “forza” che devono ricercare non è da attingere da questo mondo né dalla sapienza di questo mondo, perché per quanto riguarda queste cose bisogna continuare ad essere “deboli”.

Invece della retorica umana, Paolo, andò da loro con debolezza. Tutti i grandi uomini di Dio hanno dovuto sperimentare questa loro debolezza, era questa che gli rendeva capaci di essere veramente forti.

 “Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte” 2 Corinzi 12:10.

Paolo ha avuto paura e addirittura tremore, di rovinare il messaggio della croce contaminandolo con parole dettate dalla sapienza umana. Il rispetto verso la Parola di Dio era tale de provocare in lui un gran tremore. 

“La mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” Ver.4-5. 

Tutti i “giganti” di Dio sono stati uomini che in quanto a se stessi si sono riconosciuti deboli.

Mosè ammise di non essere un oratore. “Mosè disse al SIGNORE: «Ahimè, Signore, io non sono un oratore; non lo ero in passato e non lo sono da quando tu hai parlato al tuo servo; poiché io sono lento di parola e di lingua»" Esodo 4:10.

Salomone riconobbe di non sapere come comportarsi. “Ora, o SIGNORE, mio Dio, tu hai fatto regnare me, tuo servo, al posto di Davide mio padre, e io sono giovane, e non so come comportarmi” 1 Re 3:7.

Isaia dichiaro di essere un uomo dalle labbra impure. “Allora io dissi: «Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure” Isaia 6:5.

Geremia ammise di non saper parlare. “Io risposi: «Ahimè, Signore, DIO, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo»” Geremia 1:6.

Eppure Dio gli aveva scelti proprio per questo affinché il suo messaggio potesse giungere così come esso era, puro da ogni alterazione umana.

Un evangelista, raccontava, di come a lui fosse capitato in occasione di un’evangelizzazione, dove tutto era stato preparato meticolosamente, di essersi trovato, alla sua vigilia, con un forte abbassamento di voce.

Sul momento, era rimasto sconcertato, perché, molte preghiere erano state fatte prima di quell’incontro e i giovani avevano svolto un lavoro di distribuzione notevole. 

Ora però che era venuto il momento e lui era lì praticamente privo di voce. 

L’Evangelista tenne comunque la serata, nella quale riuscì a dire solo poche parole con voce rauca e gracchiante. Ebbene alla fine dell’incontro le persone che si alzarono perché colpite dal messaggio furono al di là di ogni aspettativa.

Nelle moderne scuole teologiche vi sono dei veri e propri corsi di dialettica e i predicatori contemporanei ne fanno un ampio uso per catturare nuovi adepti. 

Il messaggio che giunge è un messaggio piacevole, ben confezionato ma lo scopo che si prefiggono non è quello di mettere l’accento sulla potenza di Dio. Non creano un fondamento stabile e duraturo. Producono solo un prurito di udire. 

Un piacere nell’ascolto dove il cuore e la mente vengono coinvolti solo superficialmente.        

“Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi assomiglia. Assomiglia a un uomo il quale, costruendo una casa, ha scavato e scavato profondamente, e ha posto il fondamento sulla roccia” Luca 6:47-48.

L’Apostolo voleva che la loro fede avesse radici profonde e le parole dettate dalla sapienza umana non hanno questa caratteristica. “La parola di Dio è vivente ed efficace… e penetrante” Ebrei 4:12

Il pericolo evidente nella predicazione persuasiva di sapienza umana è che l’interesse che suscita riguarda più la persona che lo espone anziché Cristo che è il cuore dell’Evangelo, quella roccia sulla quale ciascuno deve porre il proprio fondamento.

Lo Spirito Santo prende le parole dell’Evangelo che ogni servitore esprime con debolezza e le rende penetranti, intrise della potenza di Dio, capaci di convincere di peccato. Ginocchia si piegheranno e cuori saranno infranti, la vita di queste persone non sarà più la stessa e questo non è opera degli uomini ma è il risultato della potenza di Dio.

6 Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; 

“Ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” 2 Pietro 1:21.

Ci deve essere una relazione molto stretta fra le parole che ogni credente pronuncia e lo Spirito Santo. Questo è il modo di parlare che dobbiamo ricercare. L’Evangelo è potenza, l’Evangelo è sapienza, e lo è solo e soltanto se questo rapporto viene mantenuto. E’ un messaggio completo rispondente a tutte le fasi della crescita cristiana. Vi è latte, vi è del cibo solido (cap.3). La cosa essenziale è che venga presentato seguendo i suggerimenti e la guida dello Spirito Santo.

23 luglio - L’epoca di Sodoma e la nostra

Come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva; ma nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti. Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo (Gesù) sarà manifestato.

Luca 17:28-30

 

L’epoca di Sodoma e la nostra

 

La Bibbia annuncia dei giudizi che fanno pensare alla distruzione di Sodoma. Perché tali giudizi? Perché il comportamento morale degli uomini è diventato per Dio tanto insopportabile quanto lo era quello degli abitanti di Sodoma.

Gesù ha descritto i caratteri del mondo attuale che vive senza Dio:

“Si mangiava, si beveva”: è il mondo del consumismo, la civiltà del massimo godimento, degli svaghi e dei piaceri.

  “Si comprava, si vendeva”: è la civiltà degli affari commerciali e finanziari; è la speculazione, il profitto che impone la sua legge.

– “Si piantava, si costruiva”: è la civiltà dello sviluppo economico. Produrre sempre di più; non importa se si distrugge o si inquina la natura creata da Dio.

A questo si aggiunge la depravazione dei costumi come avveniva a Sodoma: si mette in ridicolo la morale del cristianesimo, tratta dai Vangeli, e si pratica ogni sorta di eccesso e di deviazioni, oggi culturalmente accettate o addirittura ufficializzate.

Cristiani, possa questo pensiero degli imminenti castighi che minacciano il mondo contribuire a separarcene moralmente, e a stimolarci ad essere dei veri testimoni di Dio. “Siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo, in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo” (Filippesi 2:15).

giovedì 22 luglio 2021

Insegnare

E' istruttivo paragonare le chiamate di Isaia, Geremia e di Ezechiele; tutti e tre furono “mandati”. Isaia  era stato chiamato da Dio: “ Chi manderò e chi andrà per noi? Io risposi: Eccomi, manda me!”  (Isaia 6:8), a Geremia disse: “tu andrai da tutti coloro ai quali ti manderò e dirai tutto ciò che ti comanderò” Geremia 1:7. Ma c'è una differenza:nel caso di Isaia, almeno dopo la purificazione delle sue labbra con il carbone ardente, egli fu pronto a offrirsi volontario. Geremia, invece, era riluttante a causa della sua giovinezza e inesperienza. In entrambi i casi era evidente che c'era un ostacolo rappresentato da un senso di inadeguatezza nel parlare.

Poi ci fu la chiamata ad Ezechiele: “Egli mi disse: Figlio d'uomo, io ti mando ai figli d'Israele, a nazioni ribelli che si sono ribellate contro di me. Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che ascoltino o rifiutino di ascoltare, perché sono ribelli” Ezechiele 2:3,7.

Ciascuno di loro, dunque, fu mandato come profeta per riferire la parola di Dio.

Ogni chiamata, perciò, includeva un riferimento alla bocca o alla labbra del profeta; le labbra impure di Isaia dovevano essere purificate; Dio toccò le labbra di Geremia e disse: “L'Eterno stese la sua mano e toccò la mia bocca; quindi l'Eterno mi disse: Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca” (v.9) ed Ezechiele doveva ripetere a Israele le parole stesse di Dio (3:4) e ci fu un Suo ordine preciso di mangiare il rotolo e di riempirsene lo stomaco e questo ci deve insegnare che la Sua parola deve essere assimilata da noi prima di poterla trasmettere.

Chi è stato chiamato a questo delicato compito deve, innanzi tutto, essere fedele, conoscere la parola di Dio, e quindi ubbidirle. Il predicatore cristiano non ha la libertà di inventare il suo messaggio; ma esso gli è stato affidato e lui lo deve divulgare e spiegare senza aggiungere nulla. 

La predicazione della Parola è una cosa estremamente delicata e “pericolosa”, pericolosa per chi la presenta, perché la Bibbia dice che i falsi insegnamenti saranno sottoposti a maggiore condanna. Se insegno cose false sarò disapprovato da Dio, ma se quello che dico è vero allora è chi ascolta che ha un “problema” perché se ho interpretato correttamente il passo della Scrittura commentato e come se Dio stesso parlasse a voi e il vostro “problema” non sarà con me ma sarà con Dio e la Sua Parola.

22 luglio - Siete giusti?

Come può dunque l’uomo essere giusto davanti a Dio?

Giobbe 25:4

 

Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi a Dio.

1 Pietro 3:18

 

Siete giusti?

 

Vi sono persone che pensano di essere giuste davanti a Dio, ma la Bibbia dice: “Non c’è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:11). Di fronte a questa perentoria dichiarazione, come non temere di comparire davanti alla giustizia divina che immancabilmente sarà fatta valere un giorno?

Nessun essere umano può avvicinare la santità divina poiché è marchiato dal peccato. Siamo tutti ingiusti agli occhi di Dio, ed è un errore fatale credere che si possa essere considerati giusti da Dio grazie a opere meritorie, e pensare che non si abbia bisogno di un salvatore. Per essere definito “giusto” secondo Dio, devo riconoscere di essere un peccatore che merita la condanna e devo accettare che Gesù Cristo è venuto in persona su questa terra per espiare i miei peccati. Lui si è caricato delle colpe di ognuno di noi, subendone il giudizio divino, alla croce. Solo quelli che credono in Lui sono resi giusti.

La nostra liberazione viene da Dio, dalla Sua grazia e dal Suo amore. Non trascurate la solennità della Parola: “I cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi” (2 Pietro 3:7). Se uno non è stato reso giusto mediante la fede in Cristo, dovrà subire il giudizio di Dio e la Sua condanna.

Oggi è ancora un giorno di grazia in cui ogni peccatore (tutti siamo peccatori per natura) può essere reso giusto facendo propria questa grazia di Dio per mezzo della fede e diventare erede della vita eterna (Tito 3:7).

mercoledì 21 luglio 2021

La via della felicità

Si era creduto che la tecnologia  avrebbe assicurato  all'uomo una vita felice. Ci si accorge dello  sbaglio, e che  benessere  e  ricchezza  non  sono  sinonimi  di  felicità. Si sono moltiplicate  le distrazioni, facilitati i grandi viaggi  e  l'uomo si ritrova  ancora solo  con le sue angosce.  Sulla via  della  vera felicità  non  si  è progredito.

E' utile chiedersi il perché. Visto che lo scopo non è mai raggiunto, non sarà forse perché si è sbagliata strada e, pertanto, bisogna fermarsi e cercarne un altra?

Sì, questa via seguita dalla folla umana: ricerca delle ricchezze, appagamento delle passioni, corsa verso le distrazioni, non è quella della vera felicità, perché volta le spalle a Dio. Allontana da Lui, da questo Dio di pace, unica sorgente della felicità.

Vi occorre dunque cercare Dio, e cercarlo “mentre lo si può trovare” Isaia 55:6. Egli vi aspetta. Sa benissimo che siete peccatori, “morti nei falli e nei vostri peccati” Efesini 2:1. Sa che avete bisogno di un mediatore per entrare in relazione con Lui. Il mediatore esiste: “Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti” 1 Timoteo 2:6.

Ed è l'unico mediatore che esista. “Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” 1 Timoteo 2:5.

Andate a Dio per mezzo di Cristo. Egli è la via (Giov.14:6), l'unica via, perché nessuno viene al Padre se no per mezzo di Lui. Questo è già un soggetto di vera felicità; è il primo ma non l'unico. Giorno dopo giorno, nella misura che confiderete in Lui, Imparerete a conoscere tutte le risorse del suo amore. Sarete felici già da questa terra, in attesa di godere della felicità eterna.

21 luglio - Io ho valore per Dio

(Dio) in lui (in Gesù) ci ha eletti prima della fondazione del mondo, perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore ad essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà.

Efesini 1:4, 5

 

Io ho valore per Dio

 

Se respirate in questo preciso istante è perché Dio ha voluto così. I vostri genitori hanno desiderato la vostra nascita, o forse no… Comunque sia, per Dio la nascita di un bambino non è un incidente. I Suoi piani superano i limiti e gli errori umani. Dio non agisce mai per caso. Per Lui è preziosa ogni vita, anche se l’uomo è caduto nel peccato. Dio è sensibile ad ogni ingiustizia fatta a una Sua creatura, specialmente a chi è piccolo, povero o prigioniero (Lamentazioni 3:34-36; Proverbi 17:5).

Quando un uomo viene alla conoscenza di Dio per mezzo di Gesù Cristo, ha il diritto di essere “figlio di Dio”, sia perché Dio gli ha dato la vita, la vita eterna (è “nato da Dio” - 1 Giovanni 5:1), sia perché Dio lo ha adottato (Efesini 1:5). Inoltre, i credenti sono “eredi di Dio” e “coeredi di Cristo” (Romani 8:17). Il titolo di figlio di Dio è una dignità straordinaria per delle creature come noi siamo.

Queste realtà ci stupiscono. Dio pensava ad ognuno di noi quando creava il mondo, ed anche prima (Efesini 1:4), e sapeva a quale prezzo avrebbe dovuto riscattare tali creature diventate ribelli, per farne dei Suoi figli. Essi sono stati riscattati “con il prezioso sangue di Cristo” (1 Pietro 1:19).

La nostra esistenza ha un senso profondo ed unico. Pertanto, ogni giorno dobbiamo comportarci in funzione di quello che siamo: figli di Dio. Attacchiamoci a Gesù che ci ha salvati, per amarlo e ricercare quello che a Lui piace.

martedì 20 luglio 2021

20 luglio - Dio e Padre

(Gesù disse a Maria Maddalena:) “Va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”.

Giovanni 20:17

 

Dio e Padre

 

Dio è il nome generale della Deità, che esprime l’assoluto della Sua natura, come Colui che sussiste per mezzo di Se stesso, inaccessibile all’intelligenza della creatura. Ma il nome del “Padre” è collegato a quello del “Figlio” che possiede, oltre a una posizione e a privilegi speciali, la più intima conoscenza delle affezioni del Padre. “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18). Quindi, il Padre si è fatto conoscere nelle attività del Suo amore, manifestato nel Figlio eterno.

In questo passo così istruttivo troviamo i due nomi di Dio e di Padre. Da un lato è stabilita l’impossibilità di conoscere Dio nel Suo essere, com’è scritto anche in 1 Timoteo 6:15, 16: “Lui che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere”, e d’altro lato il passo citato di Giovanni 1:18 mostra che quanto la creatura non può assolutamente scoprire ci è stato rivelato dal Figlio, il solo che conosce il Padre, perché è il Figlio unico “nel seno del Padre” (Giovanni 1:18). Che rivelazione meravigliosa! Essa include non solo l’onnipotenza di Dio, non solo la Sua conoscenza senza limiti, ma anche l’amore eterno ed infinito del Suo cuore di Padre.


lunedì 19 luglio 2021

19 luglio - La chiamata e la risposta

Io non sono stato disubbidiente alla visione celeste; ma, prima a quelli di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutto il paese della Giudea e fra le nazioni, ho predicato che si ravvedano e si convertano a Dio, facendo opere degne del ravvedimento.

Atti 26:19, 20

 

La chiamata e la risposta


Alcuni hanno avuto una vocazione fin dall’infanzia: essere medico, artista, esploratore. Spesso li ammiriamo, perché questa vocazione ha orientato la loro vita e stimolato la loro energia.

La Bibbia non parla di vocazione in questo senso, ma di chiamata che viene da Dio perché ci volgiamo a Lui. Più forte di una vocazione, questa chiamata orienta la vita ed eleva verso quello che c’è di migliore. Dio si manifesta all’uomo e lo chiama. Lo chiama a distogliersi dalla via senza sbocco che ha scelto e a volgersi a Lui. Dio indica l’unica via che conduce alla vita, la vita eterna. La Sua chiamata è sovrana, secondo il Suo amore, e particolare per ognuno di noi. In seguito apre delle vie sorprendenti, imprevedibili, nell’esistenza di quelli che confidano in Lui.

Oggi forse Dio non ci chiama in modo spettacolare, come ha chiamato alcune persone della Bibbia, ma lo fa per mezzo degli avvenimenti della nostra vita, piacevoli o dolorosi, e con la riflessione che questi ci suggeriscono. Lo fa soprattutto per mezzo della Bibbia che possiede una grande forza per interpellarci. Se la leggiamo con fede, con preghiera e con un grande desiderio di verità, la Bibbia ci obbliga a riflettere su noi stessi, e ci apre la via di una vita nuova, fondata sulla fiducia in Dio. Così, ricevere nel cuore la Parola di Dio significa ascoltare il suo Autore, aprire il cuore a Colui che ci ama; e ce ne ha dato la prova.

domenica 18 luglio 2021

18 luglio - Tutto era stato registrato

Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo.

Romani 2:16

 

Davanti a te ho ammesso il mio peccato… Ho detto: “Confesserò le mie trasgressioni al SIGNORE”, e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato.

Salmo 32:5

 

Tutto era stato registrato

 

Nessuno sentì il rumore dello sparo. Non si scoprì un’arma. Nessuna impronta digitale. Nessuno vide l’omicida uscire dalla casa della vittima che giaceva distesa a terra in un lago di sangue. Si sarebbe potuto parlare di delitto perfetto. Ma la polizia notò un minuscolo microfono dissimulato in un portapenne sulla scrivania della vittima. Un filo molto sottile portava a un registratore nascosto in un cassetto. Gli inquisitori poterono così ascoltare la registrazione della scena del crimine. Era stato registrato ogni particolare. L’omicida, che si era impegnato a non lasciare nessuna traccia, credeva che il suo delitto sarebbe rimasto nascosto per sempre. Ma la registrazione svelò tutta la storia nei minimi dettagli.

Questo fatto ci ricorda il giudizio finale di Dio, quando gli umani dovranno comparire davanti a Lui per essere “giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere” (Apocalisse 20:12). Per quelli che non avranno accettato Cristo come Salvatore, saranno svelati tutti i loro peccati. Non sarà nascosto niente, tutto sarà messo in luce, e su loro si abbatterà la sentenza divina. Ma per quelli che hanno posto la loro fiducia in Gesù, è scritto nella Bibbia: “Non c’è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù (Romani 8:1).


sabato 17 luglio 2021

17 luglio - Il bilanciaio

Il SIGNORE è un Dio che sa tutto e da lui sono pesate le azioni dell’uomo.

1 Samuele 2:3

 

Tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante.

Daniele 5:27

 

Il bilanciaio

 

Il lavoro del bilanciaio consisteva nella fabbricazione di bilance e di pesi. All’origine, le bilance servivano per pesare piccoli frammenti di materiali preziosi come l’oro; poi il loro uso si è esteso alle varie transazioni commerciali. Per assicurare l’onestà delle vendite, è sempre stato necessario verificare l’affidabilità di questi strumenti come pure la regolarità della pesatura. Così, fin dai tempi antichi, dei funzionari verificavano l’esattezza delle pesate dei commercianti per mezzo di unità di misura che sono apparse ancora prima della moneta. A causa della necessità dell’esattezza dei pesi e delle misure, la bilancia è diventata l’emblema della giustizia dei tribunali.

Se i giudici hanno l’incarico di pesare senza parzialità le azioni di individui sospettati di qualche colpa, sono tuttavia limitati nella conoscenza dei fatti e fallibili nelle loro decisioni.

Ma c’è un Giudice al quale ogni cosa è conosciuta: non solo le nostre azioni, ma anche i nostri pensieri (Salmo 139:2). Egli misura tutto quello che facciamo, ossia ne stima i moventi e pesa quello che siamo con la sua unità di misura. L’uomo ha i suoi criteri di giudizio: moventi, prestazioni, ricchezza, ecc… ma questo non “pesa” niente di fronte al giudizio divino.

Solo chi avrà accettato Gesù Cristo come Salvatore personale sarà in condizione di entrare in cielo. Quanto alle buone opere, quelle a cui Dio attribuisce valore sono le opere prodotte da chi ha afferrato la salvezza, le opere della fede nelle quali i cristiani sono invitati ad essere i primi (Tito 3:8).

venerdì 16 luglio 2021

16 luglio - Il soffio di Dio

Degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.

2 Pietro 1:21

 

Ogni Scrittura è ispirata da Dio.

2 Timoteo 3:16

 

Il soffio di Dio

 

La Bibbia potrebbe disturbarci. Parla un linguaggio di verità e ci fa vedere quello che siamo realmente. Talvolta preferirei che si sbagliasse, ma ecco che, leggendola, sono costretto a riconoscere questo: chi l’ha scritta mi conosce perfettamente, e sa esattamente cosa mi occorre. Non c’è da stupirsi, quando si sa che la Bibbia è stata ispirata da Dio stesso, come dice il versetto di oggi.

Gli scrittori della Bibbia erano uomini in relazione con Dio. Con il Suo Spirito, Dio ha dato a ciascuno degli autori le parole che questi ci hanno trasmesso. Mosè, ad esempio, scrisse “tutte le parole del SIGNORE, e l’Eterno gli disse: “Scrivi queste parole” (Esodo 24:4; 34:27). Delle parole di Dio fanno parte le profezie bibliche che in parte si sono già realizzate, e in parte si realizzeranno quando sarà il momento. Questo ci dovrebbe convincere che tutto quello che dice la Bibbia è vero.

La Bibbia insegna con autorità: “Così parla il SIGNORE (Geremia 30:2). Essa si rivolge al cuore e alla coscienza. È una Parola vivente e potente, e per mezzo dello Spirito Santo lavora il nostro cuore e la nostra coscienza. In tutti quelli che l’hanno ricevuta e creduta produce la vita e una vera luce interiore.

Lasciatevi illuminare da questo splendore divino che è il solo a sottrarvi al dominio limitato dei vostri pensieri. Leggete la Bibbia, leggetela con fede!

giovedì 15 luglio 2021

15 luglio - “Guardami”

“Torna…; io non vi mostrerò un viso accigliato, poiché io sono misericordioso” dice il SIGNORE.

Geremia 3:12

 

Quelli che lo guardano sono illuminati. 

Salmo 34:5

 

“Guardami”

 

Questa mattina il mio bambino si è comportato male ed io lo chiamo per regolare le cose tra lui e me. Si avvicina con gli occhi bassi. Gli dico: “Gualtiero, guardami, per favore”. Il bambino alza gli occhi e i nostri sguardi si incrociano. Stabilisco così con lui un contatto personale. Gualtiero realizza di essere davanti al suo papà. Legge nel mio sguardo che lo amo e che mi occupo di lui, perché è mio figlio. Capisce anche che non chiedo altro che di perdonarlo, se riconosce i suoi torti. E grazie a uno scambio diretto, le cose sono regolate tranquillamente.

Questa sera Gualtiero si sta dibattendo con un giocattolo rotto. Entra nel mio ufficio con quel giocattolo in mano e un’aria costernata. Lo gira e lo rigira in tutti i sensi e tenta di rimontarlo da solo. Io sono lì, e aspetto… Alla fine lo incoraggio: “Gualtiero, guardami e spiegami”. Alzando gli occhi, Gualtiero scopre  finalmente che il suo papà è veramente lì. Ecco chi può aiutarlo! Allora mi spiega quello che non va e faccio presto a riparare il giocattolo.

Cristiani, quando preghiamo, è essenziale volgere i nostri sguardi verso Dio, concentrare su Lui i nostri pensieri. Non dimentichiamo mai che ci rivolgiamo a un Padre che ci ama e che è pronto a perdonarci se gli confessiamo i nostri peccati, pronto a risponderci se gli portiamo i nostri bisogni. Le nostre difficoltà non Lo superano mai.

Così, non dobbiamo pregare tenendo gli occhi rivolti verso noi stessi; non lasciamoci dominare dalle difficoltà. Alziamo lo sguardo verso il nostro Dio, parliamogli liberamente. Gusteremo la Sua comprensione e il Suo aiuto.

mercoledì 14 luglio 2021

14 luglio - “Sapeva quello che stava per fare”

Gesù… vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: “Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?” Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare.

Giovanni 6:5, 6

 

Tutti mangiarono e furono sazi.

Matteo 14:20


“Sapeva quello che stava per fare”

 

Vedendo che una grande folla veniva verso di Lui, Gesù chiede al discepolo Filippo: “Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?”

Filippo calcola che ci vorrebbe una somma enorme per comprare pane a sufficienza. Poi un altro discepolo segnala che un bambino ha con sé cinque pani e due pesci; ma cosa sono per così tanta gente? E i due discepoli concludono di non avere i mezzi per far fronte alla situazione.

In realtà, con quella domanda, Gesù metteva alla prova Filippo poiché è precisato che sapeva bene quello che stava per fare. Gesù sapeva che i mezzi di cui disponevano i discepoli erano esigui e che l’unica soluzione si trovava nella Sua potenza divina; ma si serve ugualmente delle modeste risorse di quel fanciullo, e con esse riesce a nutrire una folla di “cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini”! I discepoli sono poi invitati a raccogliere gli abbondanti avanzi.

Questo racconto è pieno di incoraggiamenti per noi. Quando siamo posti davanti a una situazione che ci supera e sentiamo la povertà dei nostri mezzi, non perdiamoci d’animo. Ricordiamoci sempre che il Signore sa quello che farà. Presentiamogli umilmente il poco di cui disponiamo; e senza concentrarci sulla nostra povertà, contiamo con fede sulla Sua potenza divina. Gesù non ha disprezzato i pani di quel bambino. Gli piace servirsi di noi, è vero, ma le nostre risorse non fanno altro che mettere in risalto il fatto che è Lui che fa tutto! Il Signore sa quello che farà. Ci incoraggi questo pensiero e ci dia ogni giorno la pace!

martedì 13 luglio 2021

13 luglio - Celebrare la gloria di Dio

Il SIGNORE è il vero Dio, egli è il Dio vivente; il re eterno… Con la sua potenza ha fatto la terra; con la sua saggezza ha stabilito fermamente il mondo; con la sua intelligenza ha disteso i cieli.

Geremia 10:10, 12


Celebrare la gloria di Dio

 

Le libellule che sorvolano la superficie brillante degli stagni, le balene che fendono le acque profonde degli oceani, la luna, il sole e le stelle, le montagne e i campi… tutta la natura proclama la gloria di Dio. La bellezza e l’armonia dell’universo rivelano qualcosa del Creatore e celebrano sia la Sua infinita grandezza che la Sua profonda sapienza.

Ma questa proclamazione della gloria di Dio da parte della natura non è sufficiente, perché Dio desidera essere celebrato dall’uomo. Solo l’uomo ha il privilegio di lodarlo in modo intelligente. Purtroppo, però, una gran parte dell’umanità non glorifica il suo Creatore né con il comportamento né con le parole, e sovente la vita degli uomini e delle donne di questo mondo è un’offesa a Lui, una sfida alla Sua santità.

Dio potrebbe rivendicare la Sua gloria giudicando gli uomini ribelli, ma la Sua gloria maggiore è di fare grazia; e non può farla se non a quelli che hanno fiducia nel Suo Figlio. Accettare il sacrificio di Cristo è anche inchinarci davanti al grande Dio, riconoscendo non solo la Sua grandezza, ma anche la Sua santità ed il Suo amore. Così possiamo lodare Dio per tutto quello che Egli è e per  quello che ha fatto per noi.

Riconosciamo dunque che Dio è degno di essere glorificato dalle Sue creature. Facciamo di tutto per onorarlo nel nostro comportamento. Diamo a Lui, nella nostra vita, il posto a cui ha diritto, ossia il primo posto. E tutto questo non è facoltativo, affidato alla nostra discrezione; è quello che Dio ci chiede e si aspetta da ognuno di noi!