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venerdì 31 marzo 2017

31 marzo

Dio… ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo ch’egli ha stabilito.
Atti 17:30-31

Il percorso di Dio verso l’uomo

Come si fa a conoscere Dio? Dio si rivela in tutto il mondo con la testimonianza del creato. Molte religioni ancestrali hanno conservato la traccia d’un Dio creatore, d’un Dio supremo al di sopra di tutto. Ma chi può conoscerlo?
Le tradizioni religiose testimoniano di questa sete di Dio. Sovente esse mettono in evidenza il bisogno molto forte nell’uomo di essere liberato dalla colpevolezza. Ma, in ogni tempo, i saggi e i filosofi non hanno dato risposte efficaci.
Allora Dio si è fatto conoscere al popolo ebreo tramite profeti che hanno parlato da parte sua. Egli si è rivelato come il solo Dio e come il Dio vivente che interviene nella vita degli uomini. Infine, Dio è apparso fra gli uomini in Gesù Cristo, il suo Figlio unico. Lui in persona è venuto a visitare la nostra umanità decaduta e sofferente.
L’ardire dei credenti nel presentare la Parola di Dio come la Verità non si basa su qualità o competenze umane, ma sulla certezza che Dio stesso si è manifestato in Gesù. Il cristianesimo non è una strada dell’uomo verso Dio, ma è il percorso di Dio verso l’uomo.

Ciò a cui tendono gli uomini di buona volontà di tutte le religioni del mondo, senza ottenere successo, Dio lo realizza per chi si confida in Gesù. In lui, Dio è venuto molto vicino a noi. Gesù ha sofferto sulla croce per condurci a Dio. Ora, mediante la fede, noi possiamo conoscerlo, amarlo e vivere per lui.

giovedì 30 marzo 2017

30 marzo

Dio ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza… Non avere dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore… ma soffri anche tu per il Vangelo, sorretto dalla potenza di Dio.
2 Timoteo 1:7-9

Nell’isola di Madagascar

Un giovane Malgascio, espatriato in Europa, era diventato cristiano. Tornato al suo paese, desiderava che gli abitanti del suo villaggio imparassero a conoscere Gesù Cristo e che sorgesse un luogo di culto. Ma sapeva, per averlo sperimentato personalmente, quanti suoi compatrioti fossero dominati dalla paura del potere degli antenati, benché defunti.
Nei dintorni del villaggio c’era un terreno che tutti credevano fosse stato maledetto da un antenato; questi aveva predetto che chi lo avesse coltivato sarebbe morto in quell’anno. Il giovane radunò la gente del villaggio e disse: “Ecco, io coltiverò il terreno maledetto, perché so che Gesù è più forte di ogni spirito, di qualunque spirito. Se morirò, concluderete che mi sono sbagliato e che gli antenati sono più potenti di Gesù Cristo; ma se non sarà così, riconoscerete che Gesù è vittorioso sugli spiriti dei morti, e farete in modo che io possa avere qui un luogo di culto dove io possa insegnarvi ciò che so di lui”.
La proposta fu accettata. Il terreno fu coltivato, l’anno trascorse, e il giovane credente non subì alcun danno. Da allora, un locale di riunioni fu costruito su quel terreno, dove si ritrovano regolarmente quelli che desiderano rendere culto a Dio e ascoltare la sua Parola.

Non è forse con questa stessa fede, semplice e forte, che dovremmo testimoniare anche noi della potenza di Colui nel quale abbiamo creduto? 

mercoledì 29 marzo 2017

29 marzo

Riscattati… con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della creazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi.
Per mezzo di Lui credete in Dio che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio.
1 Pietro 1:18-21

Tutto per mezzo di Cristo

è per mezzo di Cristo, l’Agnello di Dio, che noi conosciamo Dio e il suo amore. Non è perché vediamo la creazione, né perché sperimentiamo la sua provvidenza che crediamo in Lui, ma per la rivelazione che Egli ha dato di se stesso nella persona di Cristo.
Il sangue prezioso dell’Agnello di Dio è il fondamento di tutto ciò che Dio ha fatto per noi. Era necessario che fossimo riscattati e purificati, e che la sua morte ponesse fine a tutto ciò che eravamo come discendenti d’Adamo: peccatori, ribelli, perduti.
Il Signore è stato messo a morte, ma Dio lo ha risuscitato e gli ha dato gloria. La nostra fiducia è che Egli agirà nel medesimo modo verso di noi. Dio, essendo stato glorificato dalla morte del suo Figlio, può benedirci senza venir meno alla sua giustizia e darci un posto nella medesima gloria di Cristo.
Anche tutto ciò che concerne Dio nell’eternità passata lo conosciamo per mezzo di Cristo, l’Agnello ben preordinato prima della fondazione del mondo, manifestato in terra, morto, risorto, glorificato per la gloria di Dio e per la nostra salvezza.

Siamo consapevoli di tutto questo? Se abbiamo creduto di cuore, i nostri cuori e le nostre bocche si apriranno per adorare insieme Colui al quale dobbiamo tutto. E la nostra vita è alla sua gloria? 

martedì 28 marzo 2017

28 marzo

Il Vangelo è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.
Romani 1:16

Chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati.
Atti 10:43

La liberazione è per quelli che credono

Su questa terra, Gesù parlava alle folle, che lo seguivano per vedere i suoi miracoli, senza lasciarsi scoraggiare dalla fatica, l’opposizione o l’incredulità. Vedendo i bisogni e la miseria, era “mosso a compassione” per tutti e per ognuno, individualmente. Attraversò la Samaria per incontrare una donna immorale (Giovanni 4:7); andò alla vasca di Betesda per incontrarvi un uomo infermo da oltre trent’otto anni (Giovanni 5:5); uscì dal tempio per avvicinarsi a un cieco (Giovanni 9:1).
A tutti il Signore portava la liberazione e la guarigione, ma bisognava che ognuno lo ricevesse personalmente, credendo a ciò che Lui diceva. La Samaritana aveva detto: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?” (Giovanni 4:29). Il paralitico di Betesda non esitò a ubbidire quando Gesù gli disse: “Prendi il tuo lettuccio, e cammina” (Giovanni 5:8). Il cieco si era messo presto in cammino quando Gesù, dopo avergli messo del fango sugli occhi, gli aveva ordinato: “Va’, lavati nella vasca di Siloe” (Giovanni 9:7). E ognuno di loro fu liberato dalla miseria e dalla sua menomazione.

Nessuno di quelli che hanno accettato la sua parola è tornato a vuoto; ma quanti, invece, l’hanno udito senza trarne profitto! Ancora oggi il Signore si rivolge a ognuno di noi e ci offre il perdono dei peccati, la pace con Dio. È un dono gratuito, ma per riceverlo occorre accettarlo personalmente, in modo da poter dire come l’apostolo Paolo: “Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20). 

lunedì 27 marzo 2017

27 marzo

(L’apostolo Paolo scrive:) Non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato.
1 Corinzi 4:4

Per questo mi esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini.
Atti 24:16

La nostra coscienza: un sesto senso

Possiamo affermare che la coscienza è lo strumento interiore che misura ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Un costruttore trascinato in giudizio per dei gravi difetti di un suo manufatto rispose agli accusatori: “La mia coscienza non mi rimprovera nulla”. Questo però non cambiò il verdetto del giudice che rispose: “La sua coscienza non è fatta come la mia!”
La coscienza è il senso morale di ciò che è giusto e di ciò che non lo è, e costituisce una parte del nostro essere, come l’intelligenza e la volontà. È la voce interiore che dice con autorità: “Questo è bene, questo è male”. Ma notiamo che essa non è assoluta, e neppure sempre fedele. Ha bisogno di essere orientata e guidata da regole, come il capitano d’una nave ha bisogno d’una bussola per dirigere la nave. Questa bussola è la Parola di Dio. Essa dichiara che Dio è santo, che ha “gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male” (Abacuc 1:13), e definisce ciò che Egli considera come peccato. Essa dà anche il rimedio al male: l’opera di Gesù Cristo alla croce. Per quelli che ora sono resi giusti mediante la fede in Cristo, non c’è più condanna (Romani 8:1).

La coscienza è come un sesto senso. Fondato sulla Parola di Dio, il credente giudicherà i suoi atti, i suoi pensieri e le sue motivazioni profonde alla luce divina. Ma attenzione! Qualcuno ha detto: “La coscienza è come un cane da guardia; quando vede passare sempre le stesse persone, non abbaia più”. 

domenica 26 marzo 2017

26 marzo

Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede.
Luca 15:17

Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo.
Atti 1:11

Il cielo

È una parola che viene usata con diversi significati. Per il meteorologo, il cielo è dove avvengono i fenomeni atmosferici, che condizionano il clima che abbiamo. Il cielo è l’atmosfera in cui volano aerei ed elicotteri. Il cielo è anche lo spazio in cui gravitano il sole e la luna, i pianeti e le stelle. La sua grandezza supera ogni immaginazione. Noi vediamo in esso il segno del Creatore.
Il cielo che noi percepiamo è quello visibile; però c’è anche un altro cielo, invisibile, che Dio ci rivela nella sua Parola. Non cerchiamo altrove, perché è solo Dio che può parlarne. “Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo” (Giovanni 3:13). È Gesù Cristo, il Figlio di Dio, Dio manifestato in “carne” (Giovanni 1:14) che, dopo la sua morte e la sua risurrezione, “fu portato su nel cielo” (Luca 24:51).

Il Signore Gesù ci parla del cielo con molta sobrietà: lo chiama “la casa del Padre mio”, e dice ai suoi discepoli: “Vado a prepararvi un luogo… tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:2,3). Non ci descrive la bellezza e la gloria di un tale luogo, perché non riusciremmo nemmeno a comprenderla. Ma ai suoi Egli rivela il suo amore e dà la certezza che essi saranno sempre con lui. La presenza del Signore Gesù, l’Agnello di Dio, un tempo crocifisso ma ora nel cielo, coronato di gloria e di onore, riempirà i loro cuori di riconoscenza, felicità e adorazione (Apocalisse 5:1-10). 

sabato 25 marzo 2017

25 marzo

Non darmi né povertà né ricchezze… perché io, una volta sazio, non ti rinneghi e dica: “Chi è l’Eterno?” oppure, diventato povero, non rubi, e profani il nome del mio Dio.
Proverbi 30:8-9

“Questo non è giusto!”

Sovente c’indigniamo davanti all’ingiustizia che strazia l’umanità e di cui tutti soffriamo. Alcuni osano persino chiedersi: È colpa dell’uomo o colpa di Dio?
Attribuendo la colpa a Dio, ci si scarica di ogni responsabilità. Ma se si riconosce che è colpa dell’uomo, si deve accettare che, molto spesso, la nostra coscienza ci condanna.
La Bibbia ci dice perentoriamente: “Non c’è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Dio ha creato l’uomo libero, e non come un robot, ma l’uomo ha abusato di questa libertà per agire di testa propria e rifiutando l’autorità di Dio. Ora, l’uomo è separato dal suo Creatore, sotto la schiavitù del padre della menzogna, Satana, in opposizione ad ogni aspirazione verso il bene e la giustizia. Gli esseri umani non sono in grado di gestire la propria vita con buon senso. Questo genera ogni tipo di ingiustizia, di cui siamo nello stesso tempo attori e testimoni.
Ma la Bibbia non si ferma a questa tragica constatazione. Essa ci presenta il solo mezzo per essere liberati: la persona di Gesù Cristo. Egli è Dio diventato uomo, è vissuto in modo perfettamente giusto, ed è morto al nostro posto. Poiché ci amava, ha accettato di subire il giudizio che noi meritavamo. Ed ora ci offre la sua giustizia ed una nuova vita!

Non vorreste fare quest’esperienza? 

venerdì 24 marzo 2017

24 marzo

Voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.
Efesini 2:13

Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi.
Giacomo 4:8

Avvicinarsi a Dio

Alcune persone, vedendo la bellezza della natura, pensano spontaneamente all’esistenza di un Essere superiore che è all’origine di tutto; altre invece non vi vedono altro che delle sorprendenti coincidenze. Perché questa differenza?
La Bibbia dichiara: “Chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6). È come affrontare un test di sincerità. Chi si avvicina a Dio deve dar prova di fiducia, non solo per accettare la Sua esistenza, di per sé evidente, ma anche per riconoscere la sua bontà e per credere di essere accolto per la fede in Gesù Cristo. Perché questo? Perché nella Bibbia Dio lo dice chiaramente.
L’Eterno è vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità” (Salmo 145:18). Avvicinarsi a Dio, invocarlo “in verità” significa riconoscere che Egli è il nostro Creatore e che noi siamo le sue creature; quindi, che ha dei diritti sulla nostra vita, una volontà, che è nostro dovere conoscere e ricercare. Questa ricerca è alla portata di ciascuno di noi, perché Dio desidera farsi conoscere a noi tramite Gesù Cristo.

Conosciamo tutti qualcosa della vita di Gesù. Ma dobbiamo andare oltre questa semplice conoscenza per arrivare ad accettarlo come Salvatore, accettare la sua morte come il solo mezzo per cancellare le nostre colpe. Allora la sua vita in noi sarà come una forza nuova e inesauribile. 

giovedì 23 marzo 2017

23 marzo

“Ma tu férmati, e ti farò udire la parola di Dio”.
1 Samuele 9:27

Non v’ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà.
Galati 6:7

STOP

Il codice della strada obbliga a fermarsi quando s’incontra il cartello di STOP. Bruciare uno stop, oltre ad essere un’infrazione della legge, può avere tragiche conseguenze.
Le proibizioni che la Bibbia presenta sono altrettanti stop che tutti, nell’interesse proprio e degli altri, dovrebbero rispettare. Eppure, molti nostri contemporanei rivendicano anzitutto la propria libertà, e considerano le ingiunzioni della Bibbia come vessazioni, restrizioni superate, costrizioni insopportabili.
Immaginiamo una grande città in cui si sopprimessero gli stop o i semafori. In nome della libertà ognuno si sentirebbe autorizzato ad attraversare gli incroci come gli pare. È facile immaginare quali risultati disastrosi ne deriverebbero.
La liberalizzazione dei costumi, la diffusione delle unioni libere, la banalizzazione dei legami contro natura, sono altrettanti stop che vengono soppressi. Tutto ciò ha delle tristi conseguenze e accelera la decadenza della nostra società. Dio mette dei divieti per il bene delle sue creature. Se li trascuriamo, ne subiremo le conseguenze. Egli agisce come i genitori fanno spesso con i loro figli in vista della loro sicurezza, perché li amano.

Dio ci ama ancora di più, e lo dimostra. La sua Parola non contiene solo delle proibizioni, ma anche le immense ricchezze rivelate in Gesù Cristo: la grazia che salva il peccatore, che gli dà la vita, e che poi gli insegna a vivere. 

mercoledì 22 marzo 2017

22 marzo

Voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi.
2 Corinzi 8:9

La grazia di Dio

“Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.
E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.
La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” 
(Giovanni 1: 1,14,16,17).

“La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Gesù Cristo” 
(Tito 2:11-13).

“Abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo” 
(1 Pietro 5:12).


“Crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen” 
(2 Pietro 3:18). 

martedì 21 marzo 2017

21 marzo

Così parla l’Eterno: “Voi… sarete riscattati senza denaro”.
Isaia 52:3

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.
Efesini 2:8

Ingresso gratuito

La nostra società sembra governata dal denaro, il che contribuisce ad accrescere le ineguaglianze. Ma nel mondo in cui tutto si compra, Dio offre gratuitamente l’acqua della vita (Apocalisse 22:17). È presso di sé, in quel paese dove non esiste moneta, che vuol farci entrare.
È un luogo in cui si godrà di una felicità perfetta ed eterna. L’ingresso è gratuito. Dio non è un mercante. Dà e non vende. “Egli dà forse importanza alle tue ricchezze? Non hanno valore per lui, né l’oro, né tutto il fasto della ricchezza” (Giobbe 36:19).

Ma Dio ha le sue esigenze. Egli dona perché è amore, però apre il suo cielo solo a quelli che vogliono entrare. I peccatori, quali tutti noi siamo, potrebbero entrare in quel luogo di assoluta perfezione?  Così come sono certamente no. Ma se hanno riconosciuto la loro colpevolezza e creduto al sacrificio di Cristo, Lui ha pagato al loro posto. Cristo, col suo sacrificio, ha cancellato i loro peccati. “Non con cose corruttibili, con argento o con oro” sono “stati riscattati… ma con il prezioso sangue di Cristo” (1 Pietro 1:18-19). “Noi siamo stati santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre” (Ebrei 10:10). “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo… e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio” (Romani 5:1,2). 

lunedì 20 marzo 2017

20 marzo

Ma tu desideri che la verità risieda nell’intimo. Insegnami dunque la sapienza nel segreto del cuore.
Salmo 51:6

Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo. Toglierò dal vostro cuore il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne.
Ezechiele 36:26

Dio vuole la verità nell’uomo interiore

L’essere interiore, che corrisponde al “cuore” dell’essere umano, creato da Dio perché entrasse in relazione con lui, è stato corrotto dal peccato. “È dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza” (Marco 7:21). I fatti non lo dimostrano forse? Ogni giorno i mezzi di comunicazione mettono in evidenza, se ce ne fosse bisogno, la malvagità di fondo dell’essere umano.
Dio vuole la verità nel nostro essere interiore. Vuole che siamo d’accordo con lui quando dice: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? «Io, l’Eterno, che investigo il cuore»” (Geremia 17:9).

Allora, se accettiamo ciò che Dio dichiara – e tutta la Bibbia è a nostra disposizione per farci capire più esattamente il suo pensiero –, la luce divina ci rischiara e la Parola di verità compie in noi un’opera di grazia. Allora nasce in noi un nuovo essere interiore: “Egli ha voluto generarci secondo la sua volontà mediante la parola di verità, affinché in qualche modo siamo le primizie delle sue creature” (Giacomo 1:18). Ora il credente può e deve dedicare “il tempo che gli resta da vivere nella carne, non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio” (1 Pietro 4:2), lasciando agire in sé lo Spirito Santo, il divino fattore di crescita dell’uomo interiore. 

domenica 19 marzo 2017

19 marzo

(Gesù disse:) “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato”.
Giovanni 6:44

(Dio disse:) “Prima che m’invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi”.
Isaia 65:24

Conversione di Sabina Wurmbrand

D’origine ebraica, Sabina Wurmbrand fu sconvolta quando suo marito si convertì al cristianesimo. Eppure fu proprio il giorno del battesimo di lui che ella divenne cristiana.
«Una sera, Richard rientrò da una riunione di preghiera… Mi prese le mani fra le sue e mi disse: “Ho sottomesso il mio cuore al Cristo, presto sarò battezzato”.
Pensavo di avere un carattere forte. Ma quella notizia andava oltre mia supposizione. Mi rinchiusi per alcune ore in camera e decisi che, il giorno del suo battesimo, io mi sarei uccisa. Quando arrivò quel giorno, mi chiusi a chiave in camera e mi gettai a terra, scossa dai singhiozzi. Un vuoto spaventoso, un deserto di terrore s’impadronirono di me. Nella mia disperazione gridai: “Gesù, non posso venire a voi, non voglio neppure che Richard sia vostro, non posso sopportare questo!”
Per molto tempo rimasi là, distesa, singhiozzante. Poi a poco a poco mi calmai. Qualcosa in me si era trasformato.

Fu come se la vita rinascesse. Quando Richard ritornò dal battesimo, che era avvenuto in un’altra città, andai ad aspettarlo alla stazione con dei fiori. Che gioia per lui! Quella sera restammo svegli per tanto tempo, parlando di tutto quello che era successo. Vidi allora che ero evoluta dolcemente verso quel cambiamento sotto l’azione di una forza silenziosa che non avevo capito, una forza di bontà che, anziché rendermi schiava, mi apriva un mondo nuovo.»

sabato 18 marzo 2017

18 marzo

Lui (Gesù Cristo) è la nostra pace.
Con la sua venuta ha annunziato la pace.
Efesini 2:14,17

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo.
Romani 5:1

Una pace possibile

Uomini politici e alte autorità aspirano a una pacificazione mondiale, parlano continuamente di pace e si attivano per realizzarla. Tuttavia i conflitti sono in aumento in molti stati del mondo. La situazione del mondo globalmente si deteriora. La causa profonda di questa situazione allarmante si trova nel cuore dell’essere umano, perché il mondo è l’insieme degli uomini, delle donne e dei bambini che vivono in esso.
All’interno di questo contesto cupo e triste penetra però un raggio di luce e di gioia. Questa pace, oggi assente dal mondo, può essere interiormente realizzata da ognuno di noi. Gesù Cristo ce la offre: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà” (Giovanni 14:27). La pace che Gesù dà è anzitutto la pace con Dio, quella della nostra coscienza a cui Dio ha perdonato le colpe. Le nostre iniquità, i nostri peccati, avevano causato una separazione fra Dio e noi (Isaia 59:2), e noi da soli non potevamo far niente. È Gesù che ha “fatto la pace mediante il sangue della sua croce” (Colossesi 1:20), quindi a noi non resta che accettarla per esserne al beneficio. Da questa pace, per il credente, deriva anche la certezza che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Romani 8:28).

La pace che Dio offre non si basa sulla capacità dell’uomo, ma sull’amore immutabile del Signore Gesù. 

venerdì 17 marzo 2017

17 marzo

Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete… chi guadagna mette il suo salario in una borsa bucata.
Aggeo 1:6

(Dio dice:) “Venite a me; ascoltate e vivrete”.
Isaia 55:3

Sofferenze e insuccessi

Molte persone hanno tanti motivi di sofferenza e cercano un po’ di sollievo in ogni direzione. Ma i mesi passano, passano gli anni… Si cerca aiuto in famiglia, si accettano consigli da amici, psicologi, ci si rifugia in un’attività professionale, forse si fa il giro delle tante chiese… Nulla da fare. I problemi rimangono e si è tentati di smettere di lottare…
Circa 2500 anni fa il profeta Aggeo descrive, da parte di Dio, questa situazione (versetto di oggi), e aggiunge: “Perché? – dice l’Eterno – A motivo della mia casa che è in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura solo per la propria casa”. A quelli che ascoltano, Dio dice allora: “Io sono con voi” (Aggeo 1: 9,13). Queste parole sono più che mai attuali.
Lettori, se vi rendete conto che la vostra coppia è in crisi, che la situazione va deteriorandosi, che la casa si svuota e gli amici si allontanano, se avete perso ogni speranza, ascoltate! La prima cosa da fare perché vi sia un cambiamento positivo e duraturo nella nostra vita è riconoscere cha abbiamo messo Dio fuori! Abbiamo rifiutato di ascoltare la sua parola per cercare ciò che interessava a noi.

La seconda, è accettare la sua mano tesa tramite il suo Figlio Gesù Cristo, venuto per offrirci il perdono divino e un fondamento solido per la nostra vita. Non cercate più di costruire da voi stessi e per voi stessi. Una vita nella quale Dio non ha la priorità è destinata al fallimento, prima o poi. Ma affrettatevi a rivolgervi a lui, dandogli il posto che gli spetta, cioè il primo! Vedrete che la speranza rinascerà! 

giovedì 16 marzo 2017

16 marzo

Questo libro… meditalo giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che v’è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai.
Giosuè 1:8

Un libro diverso dagli altri

Generalmente si considera la Bibbia un libro come gli altri, e se si riconosce il suo valore tutt’al più la si mette sullo stesso piano delle grandi opere letterarie o filosofiche.
Eppure, fin dalle sue prime parole, la Bibbia proclama dei fatti straordinari. Con autorità ed esattezza divine, essa presenta gli atti creatori del Dio unico, meravigliosamente grande, sovrano e infinitamente potente. Sì, essa è davvero straordinaria; più ancora, è unica, perché mostra con grande chiarezza ciò che vi è nel cuore dell’uomo, ieri come oggi.
Ma permettetemi di dirvi ciò che mi tocca di più nella Bibbia. È che quel Dio che ha creato ogni cosa è disceso un giorno sulla terra nella persona di Gesù Cristo. Gesù “è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo” (Atti 10:38). Quelli che lo sentivano “si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca” (Luca 4:22). E ancor più di questo, Egli si è lasciato inchiodare su una croce, come un malfattore.
Perché il Signore ha fatto questo? Perché ci amava. Senza la sua morte, il cielo, la presenza di Dio, ci sarebbe precluso, a motivo dei nostri peccati.
Non dite che la Bibbia è un libro comune, o semplicemente straordinario. Non dite neppure che non è stato scritto per voi. Decidete invece di leggere, udire, ascoltare ciò che per mezzo di esso Dio vi dice personalmente.

mercoledì 15 marzo 2017

15 marzo

Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme uno Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio… In quel giorno ci sarà un gran lutto in Gerusalemme.
Zaccaria 12: 10-11

Trafitto per le nostre trasgressioni

A Gerusalemme, quando Pilato presentò Gesù alla folla nella speranza di poterlo liberare, tutti gridarono: “Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!” (Giovanni 19:15). Non volevano che Gesù regnasse su loro (Luca 19:14). Ma la volontà dell’uomo non annulla i piani di Dio. “Bisogna ch’egli regni”, è scritto (1 Corinzi 15:25). Quando verrà per stabilire il suo regno, il popolo che alla sua prima venuta non ebbe “stima alcuna ” per lui (Isaia 53:3) lo dovrà riconoscere, si umilierà e farà cordoglio (Zaccaria 12:10).
Il profeta Zaccaria, al capitolo 13 del suo libro, intravede questo incontro. Lo Spirito gli fa dire: “Sono un lavoratore della terra” (v. 5). Questa parola profetica si applica al Signore Gesù: Egli è sceso dal cielo su una terra ingrata e contaminata dal peccato. Ha “lavorato” i cuori duri e malvagi degli uomini, ma la maggior parte di loro sono rimasti ribelli. In un tempo futuro, però, qualcuno gli chiederà, stupito: “Che sono quelle ferite che hai nelle mani?” (v. 6). Gesù risponderà: “Sono ferite che ho ricevuto nella casa dei miei amici” (Zaccaria 13:6). È come se dicesse con dolcezza: Siete voi che me le avete fatte, ed è per voi che sono passato per le sofferenze della croce. Veramente, Colui che ha vissuto nella povertà e nell’umiliazione ha conservato tutto l’ardore del suo amore.

Allora quel popolo riconoscerà il suo Messia. Il Signore dirà: “È il mio popolo”, e il popolo risponderà: “L’Eterno è il mio Dio” (Zaccaria 13:9). 

martedì 14 marzo 2017

14 marzo

Quand’ero turbato da grandi preoccupazioni, il tuo conforto ha alleviato l’anima mia.
Salmo 94:19

La Sua presenza

Nella nostra vita, i legami più intimi possono spezzarsi. La distanza allontana, il tempo separa, la morte fa colare le lacrime. Ma ecco un Amico che ci dice: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5).
Caro credente afflitto che piangi perché la tua serenità si è trasformata in tristezza, ascolta questo messaggio divino. Il tuo tesoro è scomparso, ma Colui che te lo aveva dato rimane. Abbandònati a Lui. Pensa a lui che vuole restarti vicino. Lui non ti deluderà mai. Si avvicinerà a te col primo raggio del giorno e, quando la notte t’avvolgerà, sarà ancora al tuo fianco. Quando il sonno fugge da te, e ti assale il ricordo di quelli che t’hanno lasciato, lui, il buon Pastore, ti rimane vicino e ti sussurra dolcemente: “Non temere, perché io sono con te” (Isaia 43:5).
È la visita dell’Amico fedele, visita che desidera prolungare fino al suo ritorno, che è molto vicino, e che ti farà entrare nella gioia perfetta. Egli piange con te, come fece un tempo con le sorelle di Betania nel lutto per la morte di Lazzaro (Giovanni 11:35). Egli conosce la tua pena, simpatizza con te. Nello stesso tempo, t’insegna a conoscerlo meglio, a riposarti su lui, e ti dice: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:9).

Oggi, riesci a dire: “Il tuo conforto ha alleviato l’anima mia”? Lo speriamo di cuore. 

lunedì 13 marzo 2017

13 marzo

Dio farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male.
Ecclesiaste 12:16

Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.
Isaia 5:20

Riferimento morale

Molti basano le loro scelte sui sentimenti o sulle sensazioni che provano: “Mi sento bene quando faccio questo o quello”, oppure: “Questo mi fa del bene, questo mi sembra giusto”. Senza rendersene conto, in questo modo negano l’utilità d’una legge morale superiore.
Un impegno morale che si basa sugli impulsi personali diventa molto precario. I sentimenti sono mutevoli, talvolta contraddittori. Se non ci sono precisi riferimenti morali, se ciò che è bene per uno non è bene per un altro, non c’è giustizia possibile. Ad imporsi è la legge del più forte, del più ricco, di chi è meglio difeso, o quella della maggioranza.
Noi che siamo cristiani crediamo che esistono delle leggi morali, così come esistono le leggi fisiche. Queste leggi trascendono le epoche e le culture, perché il loro autore è Dio. Ed è a lui che renderemo conto di come le abbiamo rispettate (Romani 2:14-16).

La Bibbia ci rivela l’esistenza di queste leggi morali, e mostra a ciascuno di noi la strada della rettitudine e c’impegna a percorrerla. Non ci autorizza a giudicare gli altri. Dio solo giudica giustamente, senza parzialità. Ma la Bibbia ci rivela ancora di più: che Dio è “giusto e salvatore”. Da un lato dichiara che tutti hanno peccato, dall’altro però dice: “Volgetevi a me, e siate salvati” (Isaia 45:21-22). Soltanto la fiducia nel Dio Salvatore e il timore di tutto ciò che lo offende possono preservarci dal capitolare davanti al peccato, e farci ricercare ciò che è giusto davanti a Lui. 

domenica 12 marzo 2017

12 marzo

Siate saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
1 Corinzi 15:58

“Non temere, ma continua a parlare e non tacere”.
Atti 18:9

Coraggio, testimoniamo!

Per motivi di lavoro dobbiamo cambiare regione. Fin a quel momento ci era sembrato che le testimonianze della nostra fede avessero avuto pochi riscontri. Questo ci rattristava e ci scoraggiava. Però ci siamo decisi a fare una visita di commiato ai nostri amici Giovanni e Daniela, sperando così di parlare loro del Signore Gesù. Dopo qualche esitazione, li ho chiamati al telefono, senza troppa convinzione. Ha risposto Daniela. Le dico che avremmo piacere di vederli prima di partire. “Ma certo – risponde – venite appena possibile; sabato, se vi va bene”. Riagganciando il telefono dico a voce alta: “Strano, sembrava che ci aspettasse”.
Il sabato, eccoci a casa loro. Ci scambiamo qualche banalità. Ma, quasi subito, Daniela ci dice: “Da qualche tempo sto chiedendo a Dio di mandarci qualcuno per parlarci della Bibbia. Quando avete telefonato ho capito che aveva mandato voi!”
Che felicità per noi condividere la nostra fede con quegli amici! Il Signore aveva ascoltato le preghiere di Daniela e aveva risposto. Ma conosceva anche la nostra tristezza e voleva dimostrarci che voleva servirsi della nostra testimonianza. Quel giorno ce l’ha mostrato chiaramente per incoraggiarci.

Ad ogni passo, dobbiamo camminare per fede, felici di servire il Signore e contando su lui per i risultati, in attesa del cielo in cui tutto sarà messo in luce. 

sabato 11 marzo 2017

11 marzo

(Abraamo) davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso è anche in grado di compierlo.
La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta dalla parola di Dio.
Romani 4: 20-21; 10:17

Grande o piccola fede
(Matteo 8: 5-13)

Qualche volta si sente dire di qualcuno: “Ha una grande fede!”, così come si direbbe: “Ha un senso artistico molto sviluppato”, o “È molto intelligente”. Quasi che la fede sia una delle nostre doti naturali! Ma non è questo che dice la Bibbia. La fede non è una sorta di energia spirituale in noi, una forza d’animo mediante la quale riusciamo a fare qualcosa di buono.
No, la fede è un’umile fiducia in un Dio che si conosce. Se Lui ha detto qualcosa, gli crediamo; e se ha promesso qualcosa sappiamo che lo farà. Egli ha la potenza di compiere ciò che dice. Se facciamo qualcosa per fede, è perché mettiamo la nostra fiducia in lui.
La fede cristiana si appoggia su Dio. È per questo che è necessario conoscere le sue promesse. La nostra fede cresce in relazione alla nostra conoscenza di Colui che la Bibbia rivela. Occorre dunque leggerla e meditarla. Ci vuole un impegno del cuore per fare la volontà di Dio. Lo Spirito Santo agisce nello stesso senso: ci rende intelligenti per capire i pensieri di Dio e ci fa cogliere l’insegnamento del Signore Gesù.

Alle volte sembra difficile credere, perché i nostri pensieri naturali sono spesso all’opposto di quelli di Dio. Abbiamo dei momenti di dubbio, d’incertezza, d’incomprensione della Parola di Dio. Ma non indaghiamo sulla nostra capacità più o meno grande a credere. È Dio che è grande, non noi. Egli è degno della nostra fiducia. 

venerdì 10 marzo 2017

10 marzo

La legge dà la conoscenza del peccato.
Romani 3:20

L’uomo non è giustificato per le opere della legge, ma soltanto per la fede in Cristo Gesù.
Galati 2:16

Il peccato non avrà più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia.
Romani 6:14

I dieci comandamenti:
Sotto la Legge o sotto la grazia?

Un mondo senza crimini, senza guerre, senza terrorismo, senza furti, senza corruzione. Un mondo in cui trionfino pace, giustizia, amore… Un mondo ideale! È proprio ciò che Dio prometteva all’uomo se avesse ubbidito ai dieci comandamenti della sua Legge. Ma cosa avviene? Si vive per se stessi, non ci si priva di alcun piacere, anche se illecito, si misconosce ogni autorità con tutte le conseguenze che ne derivano a livello di famiglia e di società. Tutto questo perché l’uomo, anche con le migliori intenzioni, non può compiere la Legge di Dio. Il motivo? Il peccato – questa parola praticamente radiata dal vocabolario delle nostre società moderne – che ci separa da Dio. La Legge rivela le esigenze di Dio, mette in evidenza le tante violazioni di queste esigenze per mano degli uomini, e li condanna (Galati 3:10).
Ma Dio non si è fermato qui. Ha dato una via d’uscita: la possibilità di rifugiarsi mediante la fede in Gesù Cristo Salvatore. Lui ha portato la maledizione dovuta alla disubbidienza a questa Legge che condanna l’uomo. Chi appartiene a Cristo ha il privilegio di essere non sotto la Legge, ma sotto la grazia (Romani 6:14). Egli può, liberamente e con gioia, compiere con l’aiuto dello Spirito Santo ciò che la Legge comanda (Romani 8:2-4; Galati 2:19-20) e, per amore, fare persino di più.

Questa Legge non è soltanto incisa su tavole di pietre o scritta in un libro, ma lo è nel cuore del credente (Ebrei 8:10) perché viva in modo da piacere a Dio. 

giovedì 9 marzo 2017

9 marzo

Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo… né cosa alcuna del tuo prossimo.
Esodo 20:17

Non amate… le cose che sono nel mondo; …la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, la superbia della vita.
1 Giovanni 2: 15-16

Camminate secondo lo Spirito, e non adempirete affatto i desideri della carne.
Galati 5:16

Il decimo comandamento: Non concupire

Questa è la definizione di un dizionario: “Concupiscenza: desiderio smodato di possedere una cosa”. La pubblicità eccita sempre di più le tendenze meno nobili dell’uomo, come la concupiscenza, per promuovere la vendita di prodotti o di servizi. Più le immagini sono scioccanti, più risvegliano il forte desiderio di possedere e incitano a far di tutto per riuscirvi.
Però Dio, che conosce perfettamente il cuore umano, dice esplicitamente nella sua Legge: “Non concupire”. In altre parole, non coltivare questo sentimento d’insoddisfazione che spinge a volere ciò che non si ha; non perseguire un materialismo sfrenato, si rischierebbe di essere indotti a compiere atti gravi come il furto e l’adulterio.

Anche il credente corre il rischio di cedere alla concupiscenza. “Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze” (Romani 6:12). Questa battaglia si combatte anzitutto nei pensieri. Che cosa ricerco? Letture, film, trasmissioni televisive, frequentazioni che stimolano la concupiscenza? Facciamo attenzione. Il credente ha due armi per resistere: la lettura assidua della Bibbia e la preghiera. Quando la tentazione si presenta, fuggiamo, distogliamo gli sguardi; e avviciniamoci al Signore “per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno” (Ebrei 4:16). 

mercoledì 8 marzo 2017

8 marzo

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata e ci ammaestra… aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Gesù Cristo.
Tito 2:11-13

La grazia: un concetto astratto?

La grazia non è la bontà di Dio; è il suo amore che si abbassa e viene incontro ai peccatori per salvarli e liberarli da una condanna giusta e meritata. Qui la grazia è presentata come una persona (come in Giovanni 1, “la Parola fatta carne”), una persona piena di grazia. Non è quindi né un principio né un'astrazione; è il Dio Salvatore nella persona di Cristo uomo, che si manifesta in modo tale che ogni uomo può vederla e riceverla. Ciò che dà alla grazia il suo valore è che è la grazia di Dio. Essa dunque è sovrana, perfetta ed eterna come Lui.
La grazia è apparsa non per esigere qualcosa dall'uomo, ma per portargli un dono dal valore inestimabile: la salvezza! La grazia di Dio non chiede né esige nulla dall'uomo per salvarlo; gli porta la salvezza senza chiedergli nulla in cambio. Non è detto che porterà, e neppure che ha portato, ma che porta. La salvezza, perfettamente compiuta da Cristo col suo sacrificio, è una cosa attuale, immutabile, che non può essere cambiata né revocata. Ma più di questo, essa è per tutti gli uomini. La sua portata è universale e nessuno ne è escluso.

Questi versetti ci parlano di due apparizioni. Prima l'apparizione della grazia, discesa quaggiù per portarci la salvezza; poi l'apparizione della gloria (v. 13) del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo. La prima ci porta la salvezza in grazia, la seconda la salvezza in gloria. La salvezza in grazia è stata già perfettamente compiuta, la salvezza in gloria lo sarà perfettamente in un futuro così prossimo che per la fede è già presente (Filippesi 3:20-21). 

martedì 7 marzo 2017

7 marzo

Quando le fondamenta sono rovinate, che cosa può fare il giusto?
Salmo 11:3

Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù,… vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente.
1 Pietro 5:10

La scala Richter

Serve a misurare l’intensità dei terremoti. Ma quanti sismi si scoprirebbero se esistesse uno strumento per misurare ciò che scuote i fondamenti, quelli di una famiglia, per esempio. Tutto ciò che dovrebbe essere stabile è oggi rimesso in questione. Il nostro mondo è pieno di violenza e di falsità. “La terra barcollerà come un ubriaco, vacillerà” (Isaia 24:20).
Cosa può fare il credente in un tale mondo? Nulla di spettacolare. Però può conservare la fiducia in Dio e vivere onestamente astenendosi dal male. Questo è molto importante! Noi non possiamo cambiare il mondo, ma nella nostra vita dobbiamo resistere al male; e questo modo di vivere, per quanto discreto, può avere una forte influenza attorno a noi.

La Bibbia ci avverte che il male aumenterà prima che il Cristo venga per regnare. Non dobbiamo dunque spaventarci, noi credenti, se vediamo progredire l’immoralità e la violenza. La nostra presenza nel mondo non sarà inutile se siamo testimoni di Cristo, lui, il principe di pace. Egli dà la pace a chi confida in lui, la pace della coscienza e la pace del cuore, anche nei momenti più tormentati. 

lunedì 6 marzo 2017

6 marzo

Non c’è nessuno che mi riconosce. Ogni rifugio mi è venuto a mancare; nessuno si prende cura dell’anima mia.
Salmo 142:4

Egli (Dio) ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia.
Tito 3:4-5

“Vuoi guarire?” 
(Giovanni 5:1-16)

Il primo versetto citato oggi evidenzia la disperazione di un uomo in balìa di se stesso, il secondo presenta un rimedio, il rimedio di Dio.
Il capitolo 5 del Vangelo di Giovanni ci presenta questi due aspetti. La scena si svolge a Gerusalemme, presso una vasca d’acqua a Betesda. Là molti infermi e malati aspettavano la guarigione. Infatti, ogni tanto, un angelo veniva ad agitare l’acqua, e il primo che riusciva ad immergersi era guarito. Nel racconto del Vangelo vediamo uno (Gesù) che si avvicina a un uomo infermo da 38 anni e gli chiede: “Vuoi guarire?” Davanti a una domanda tanto evidente quanto inattesa, il malato esprime tutta la sua disperazione: “Io non ho nessuno…”, nessuno che possa aiutarmi. La sua situazione sembra senza rimedio, ma colui che gli si è avvicinato è il Figlio di Dio. Gesù gli dice: “Alzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina”. E in quell’istante quell’uomo fu guarito: e, preso il suo lettuccio, si mise a camminare.

La situazione senza rimedio di quell’infermo rappresenta bene quella di ogni uomo nella sua miseria morale davanti a Dio. Gesù Cristo vuole liberarci dal peccato che ci tiene lontani da Dio e ci conduce alla condanna, alla morte eterna. Lui, sulla croce, ha portato il giudizio di Dio che tutte le nostre colpe meritavano. Ancora oggi, il perdono di Dio è offerto a tutti quelli che vogliono essere guariti. Riconosciamo la nostra miseria come ha fatto quell’uomo e accettiamo la liberazione, la vita eterna. 

domenica 5 marzo 2017

5 marzo

Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose troppo meravigliose e io non le conosco. Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami!
Giobbe 42:3,4

Capire tutto?

“Io credo in Dio anche perché ho preso coscienza che l’intelligenza umana non potrà mai risolvere e comprendere tanti misteriosi problemi: il problema del male e della sofferenza, come pure il mistero dell’immensità dello spazio in cui è sospesa la terra degli uomini …
Ritenere Dio responsabile del male, come fanno molti, significa abdicare alle nostre responsabilità. In realtà, ciò che noi cerchiamo considerando Dio responsabile del male e della sofferenza, è assolvere noi stessi dalle nostre debolezze, i nostri vizi e le nostre viltà.
Io so che nella sofferenza ognuno trova come una nuova dimensione della propria vita; ma la sofferenza degli innocenti, per me come per tutti, è un grande mistero. Non possiamo che essere d’accordo con chi dice: “Accetto senza capire”. Se mi fosse dato di comprendere tutto l’universo nel quale vivo, allora mi sentirei a disagio. Il mistero della sofferenza degli innocenti è forse il solo a rimanere insoluto e incomprensibile? No. Io so che vi sono molte altre cose che non riusciamo a spiegare.
Le ragioni che ho per credere sono tanto più numerose e più potenti di quelle che potrei avere per dubitare. Ora, giunto alla sera della mia vita, non riesco a capire come tanti uomini continuino a rifiutare di credere in Dio.”

Albert Ch. ambasciatore

sabato 4 marzo 2017

4 marzo

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani 6:23

Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.
Giacomo 4:17

La forza del dono

È difficile credere che un dono sia disinteressato? In un certo senso sì, perché bisogna uscire dalla mentalità d’un mondo in cui tutto si compra o si merita. Ma nel campo spirituale, non potrò mai trovare la felicità se resto in una logica di meriti, di diritti e di doveri. Questa logica forse è apprezzata nella società umana, ma per entrare nel regno di Dio devo superarla.
Essere cristiani ha un punto di partenza che non è il dovere di fare delle buone opere. No; il punto di partenza è ricevere i doni di Dio. Il suo dono supremo è il suo unico Figlio, Gesù (Giovanni 3:16). Essere cristiani è anzitutto aver creduto in lui. Allora io ricevo il perdono dei miei peccati e la vita eterna. Nonostante tutte le mie colpe, nel fondo dell’infelicità o delle sofferenze, Dio mi rialza, mi sostiene, mi libera, mi dà la forza per seguire il Signore Gesù.
Allora, al suo seguito, potrò imparare a dare in modo disinteressato, per amore. La giustizia che piace a Dio non si limita a rendere all’altro ciò che gli è dovuto, ma va più lontano, arriva al dono.

“Il giusto dona senza mai rifiutare” (Proverbi 21:26). Non si tratta soltanto di essere onesti, ma anche di condividere e di donare. Sarò giusto se mostrerò che ciò che possiedo appartiene a Dio che me lo ha affidato. Si potrebbe essere onesti ma egoisti. Ma Gesù dice: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10:8).