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giovedì 31 agosto 2023

31 agosto - Oggi Dio fa grazia

Chiunque osserva tutta la Legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti.

Giacomo 2:10

 

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede… Non è in virtù di opere.

Efesini 2:8, 9

 

Oggi Dio fa grazia

 

Ci sono sforzi da fare o ci vogliono dei meriti per andare in paradiso, dove Dio vuole che l’uomo sia felice dopo la morte? Avete senza dubbio sentito parlare dei dieci comandamenti che Dio ha dato tramite Mosè. Sono un riassunto di tutta la Legge divina e forse voi credete che questa Legge debba essere osservata scrupolosamente per potersi “guadagnare” il cielo. Se così fosse, nessuno potrebbe arrivarci! Leggeteli con attenzione e vi renderete subito conto che almeno uno l’avete trasgredito… Per questo la Bibbia dice che tutti abbiamo peccato e siamo indegni della presenza di Dio e della Sua gloria (Romani 3:23).

Ma se la Legge rende evidenti i nostri peccati, la Bibbia dice anche: “Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata” (Romani 5:20). In altre parole, siccome la Legge dimostra che l’uomo è peccatore, l’unica soluzione per ognuno di noi è di afferrare la grazia divina, venuta per mezzo di Gesù Cristo. Egli ha visto l’uomo dibattersi nel tentativo di rispettare i comandamenti di Dio, di diventare “migliore” per ottenere la Sua approvazione, l’ha visto affaticarsi in sforzi vani, e poi soccombere. Ma Lui, inchiodato su una croce, ha rivelato il mistero dell’amore incondizionato che Dio ha per ognuna delle Sue creature perché, su quella croce, Dio ha fatto cadere sul Suo Figlio il castigo che i nostri peccati meritavano. Lo credete? Se sì, allora la grazia di Dio è per voi.

mercoledì 30 agosto 2023

Un cuore preparato

“Mentre il re è nel suo convito, il mio nardo esala il suo profumo” (Cantico dei Cantici 1:12)

“Allora Maria, presa una libbra d'olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell'olio” (Giovanni 12:3)

Questa scena si svolge in casa di Simone il lebbroso (Marco 14:3), un uomo che era stato purificato dalla lebbra dal Signore Gesù. In questa casa, mentre erano a tavola, Maria, piena di amore, ha unto la testa (Marco 14:3) ed i piedi del Signore. È la tavola di Simone ma lui, certamente, l’avrebbe considerata con gioia come la tavola del suo Signore. Gesù non si presenta, in quel momento, come il Re, come lo farà nel millennio; quelli di Israele che sono stati riscattati verranno allora nella Sua presenza con i profumi dell’adorazione per lodarlo con azioni di grazie.

Ma qui, il Signore, che era venuto come un uomo umile, era stato riconosciuto da alcuni discepoli, e da Maria in modo particolare, come il Figlio eterno di Dio. Poco tempo prima, Egli aveva condiviso il dolore di Maria quando Lazzaro, suo fratello, era morto. Il Signore aveva pianto con lei e sua sorella; poi, aveva risuscitato Lazzaro, chiamandolo fuori dal sepolcro. Maria, perciò, Lo conosceva come Colui che è più grande della morte anche se ella sapeva per certo, perché Lui lo aveva detto, che Lui stesso andava a morire e che sarebbe risuscitato. Nella casa di Simone, il Signore ha detto in quell’occasione: “ha anticipato l’unzione del mio corpo per la sepoltura” (Marco 14:8). La sua fede nelle parole del Signore Gesù era, senza dubbio, più avanti di quella dei discepoli che, nemmeno quando il Signore è risuscitato, hanno creduto a quello che aveva detto!

“La casa fu ripiena di profumo”. Che quadro toccante quello in cui dovrebbe riempirsi “la casa di Dio”! Il profumo prezioso del nardo puro rappresenta l’adorazione in spirito e verità di coloro che sono stati riscattati col prezioso sangue di Cristo e che portano la risposta del loro cuore al sacrificio infinito del Calvario. Sicuramente tutti i credenti dovrebbero assomigliare a Maria in una tale adorazione.

30 agosto - Protestare?

Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?

Matteo 16:26

 

Protestare?

 

Nei paesi occidentali le manifestazioni di protesta sono frequenti e diffuse; ma vi sono molti gravi problemi per i quali nessuno scende nelle strade. Che dire dei milioni di persone che soffrono la fame? Dei bambini vittime di sevizie? Dei quaranta milioni di esseri umani uccisi ogni anno nel mondo ancor prima di nascere? Dei giovani che muoiono di incidente uscendo dalle discoteche? Degli adulteri che distruggono tante famiglie e innescano spirali di violenze e di brutalità? Di questi argomenti si parla, ma le soluzioni sono lontane.

La Bibbia ci mostra la gravità del peccato dell’uomo che volta le spalle al suo Creatore, e dice che questa è la causa di tutti i mali che ci sono sulla terra. Avete prestato attenzione alla predicazione del Vangelo che chiama uomini e donne a ritornare a Dio?

Ma c’è di più. Come si può essere sensibili ai pericoli del presente e non preoccuparsi di cosa avverrà quando ognuno di noi dovrà rendere conto a Dio della propria vita? È oggi che bisogna regolare questa questione, e ci vuole una scelta personale. Dio non si limita ad avvertirci, ma ci offre il mezzo di salvezza. Non si tratta di partecipare alle proteste di massa per le riforme sociali; Dio chiede a ciascuno di noi di pentirsi, di riconoscere sinceramente che non valiamo più degli altri, di essere dispiaciuti del nostro allontanamento da Dio, e di mettere la nostra fiducia nel Signore Gesù Cristo.

Perché non preoccuparci prima di tutto di queste cose?

martedì 29 agosto 2023

Alla scuola della prova 2/2)

Le prove c'insegnano a pregare

Le prove ci costringono a passare molto tempo da soli con Dio. Hanno portato Giacobbe a mettersi in ginocchio al torrente Iabboc (Gen. 32:22-30), hanno insegnato al salmista ad "abitare al riparo dell'Altissimo" (Salmo 91:1), hanno prodotto nella vita di Paolo una dipendenza da Dio senza interruzione. Esse ci portano a ricercare e ad alimentare la comunione con Dio, che abbiamo imparato a conoscere come nostra risorsa suprema e nostro rifugio. 

E' umiliante per noi constatare che Dio debba servirsi delle sofferenze e delle prove per attirare i suoi figli sul suo cuore. Troppo spesso il benessere e gli agi ci spingono, almeno in parte, a non dipendere più dal Signore. I momenti in cui abbiamo realizzato la maggiore vicinanza con Dio sono quelli in cui abbiamo potuto dire: "Tu hai visto la mia afflizione, hai conosciute le angosce dell'anima mia" (Salmo 31:7).


Le prove c'insegnano ad amare

Dio desidera rispondere alle nostre preghiere, ma vuole anche affinare e addolcire i nostri caratteri, insegnarci l'amore. Qualche volta permette che siamo maltrattati, che subiamo torti e ingiustizie, per insegnarci a rimetterci pienamente a Lui. Allora constatiamo che non abbiamo quell'amore che sopporta ogni cosa (1 Cor. 13:7). Lo Spirito Santo ci mostra ciò che ci manca e ci conduce alla sorgente dell'amore. E perché impariamo gradualmente questa lezione, siamo sovente condotti nelle prove più profonde, che producono in noi qualche riflesso della sua grazia e del suo amore.


Le prove c'insegnano la pazienza e il coraggio

Alla scuola di Dio, impariamo pazientemente a sopportare. La pazienza è il più bell'ornamento della vita cristiana. Quando la pazienza "compie pienamente l'opera sua", siamo "perfetti e completi, di nulla mancanti" (Giac. 1:47). Ma le più grandi lezioni della nostra vita spirituale sono sovente imparate alla scuola del dolore.

Quando facciamo l'esperienza della grazia divina che ci tiene in piedi, le prove ci tolgono il timore delle sofferenze e dei dolori. Per la forza che viene da Dio, esse ci rendono capaci di elevarci al di sopra di questo timore, finché possiamo affrontare il combattimento e godere della vittoria come buoni soldati di Gesù Cristo.


Le prove ci mettono in grado di aiutare gli altri

Quando, con l'aiuto del Signore, trionfiamo sulle difficoltà in modo che questo sia per la sua gloria, mostriamo al mondo ciò che Cristo può fare per i suoi e nei suoi. Dio desidera che noi siamo "la lettera di Cristo" "conosciuta e letta da tutti gli uomini" (2 Cor. 3:2-3). Col nostro esempio dobbiamo mostrare che Cristo può custodire i suoi in ogni situazione, e che la potenza della sua grazia è sufficiente per ogni angoscia umana.

Le prove ci rendono capaci di aiutare gli altri mediante le lezioni che abbiamo imparato noi stessi (2 Cor. 1:3-4). Un cuore che manchi di sensibilità e di maturità non è nello stato adatto per consolare ed essere in benedizione a quelli che soffrono. Dio deve produrre anzitutto in noi quello che desidera che noi trasmettiamo a quelli che ci stanno intorno. Una prova difficile e dolorosa ci prepara a confortare, a incoraggiare, a fortificare le anime che Dio ci fa incontrare. Ecco una testimonianza che possiamo rendere: Sono passato anch'io nella stessa dolorosa circostanza e posso dirvi per esperienza: "Il mio Dio provvederà splendidamente a ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze, in Cristo Gesù" (Fil. 4:19).


Le prove sono delle occasioni di vittoria

Le prove da cui usciamo vincitori ci procureranno delle corone imperiture. Quando la storia di questo mondo sarà passata e dimenticata, i risultati eterni delle nostre prove brilleranno per la gloria del nostro Signore, nei nuovi cieli e nella nuova terra.

Cerchiamo d'imparare qualcosa dalle nostre tribolazioni? Pensiamo alle corone che Dio ci pone davanti per incoraggiarci? Cerchiamo di trarre dalle nostre prove presenti tutto ciò che Dio ha in serbo per noi? Desideriamo essere "più che vincitori, in virtù di Colui che ci ha amati" (Rom. 8:37)? Siamo disposti a prenderci la nostra parte di sofferenze, come dei buoni soldati di Gesù Cristo (2 Tim. 2:3)? Se è così, un giorno ci sentiremo dire: "Va bene, servo buono e fedele;... entra nella gioia del tuo Signore" (Matteo 25:21).

29 agosto - Perché proprio a me?

La nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria.

2 Corinzi 4:17

 

Io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo.

Romani 8:18

 

Perché proprio a me?

 

“Tutti quelli che conosco godono buona salute, e io soffro di una malattia sempre più invalidante, senza speranza di guarigione. Perché ha colpito proprio me? Cos’ho fatto per soffrire in questo modo?”… Simili domande ricorrono di frequente. La vita sembra ingiusta. Per alcuni si svolge senza problemi, per altri le difficoltà si accumulano.

Il patriarca Giobbe, particolarmente provato per la perdita dei beni, dei figli e della salute, diceva: “Ah, se il mio travaglio si pesasse, se le mie calamità si mettessero tutte insieme sulla bilancia! Sarebbero trovati più pesanti della sabbia del mare. Ecco perché le mie parole sono temerarie” (Giobbe 6:1-3). Se consideriamo le cose esclusivamente sotto l’angolo visuale della nostra esistenza terrena, avremo tanti motivi per scoraggiarci. Ma Dio ci ama, è sensibile alle nostre difficoltà, e vuole orientare i nostri sguardi al di là delle cose visibili, “poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2 Corinzi 4:18). Illuminate dalla luce di Dio, le sofferenze acquistano un'altra dimensione. Ciò che per l’incredulo è ingiusto, per il credente che confida in Dio è una prova che diventerà “motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo” (1 Pietro 1:7). L’apostolo Paolo, nelle sue numerose prove, era sostenuto dalla certezza che Dio lo amava e dalle prospettive eterne riservate a chi crede; e coi versetti di oggi trasmette coraggio e fiducia a tutti quelli che soffrono.

lunedì 28 agosto 2023

Alla scuola della prova (1/2)

Le prove e le difficoltà ci sono utili perché c'insegnano a conoscere noi stessi e ci rivelano le nostre insufficienze e mancanze. Fanno parte del lavoro di "spogliamento del vecchio uomo" (Col. 3:9) che Dio deve compiere in noi per la nostra formazione. Non arriveremo mai a conoscere noi stessi senza passare per la prova. Allora la fede e il coraggio, che appaiono come una fiammata nei momenti di entusiasmo, ritrovano il loro vero livello; e il credente, cosciente della propria limitatezza e incapacità, si abbandona su Cristo solo per trovare tutto in Lui.

Le prove di Giacobbe lo hanno portato a farla finita col suo "io". Le afflizioni di Giobbe hanno fatto sparire le sue pretese di fronte a Dio, per la consapevolezza che aveva di essere un giusto, e l'eccessiva fiducia in se stesso. Il rinnegamento di Pietro ha spezzato il suo orgoglio e la stima che aveva di se stesso, e lo ha portato a trovare la forza al di fuori di sé, in Cristo soltanto. 

E' per dei motivi analoghi che il Signore ci mette spesso alla prova. Egli lavora per convincerci che la stima che abbiamo della nostra forza è sopravvalutata, e vuole condurci a poter dire con convinzione: "Non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me" (Gal. 2:20).

Le prove c'insegnano:

- a scoprire le risorse di Dio,

- ad avere più fiducia in Lui (credere a Lui)

- a pregare di più,

- ad amare con più sincerità,

- ad avere pazienza e coraggio.

Inoltre le prove:

- ci rendono capaci di aiutare gli altri,

- sono delle occasioni di vittoria.


Le prove c'insegnano a scoprire le risorse di Dio

E' soltanto nelle circostanze difficili che impariamo che Dio basta a tutto. Davanti al Mar Rosso, il popolo d'Israele doveva anzitutto rimanere tranquillo; è così che poteva contemplare la liberazione dell'Eterno (Esodo14:10-14). In seguito, Dio li conduce nel deserto, dove tutte le risorse naturali mancano, ma dove insegna loro che è in grado di sovvenire a tutti i loro bisogni.

Dio diventa reale per noi nella misura in cui sperimentiamo che Egli sovviene ai nostri bisogni. Così, ogni situazione difficile è un'occasione per Dio per rivelare la sua saggezza infinita, la sua forza e la sua grazia. Dio permette le difficoltà nella nostra vita, fino al momento in cui Cristo diventa reale come le lacrime che abbiamo versato, come le angosce che ci hanno abbattuto, le preoccupazioni che sembravano schiacciarci e le difficoltà che si sono innalzate davanti a noi come montagne.

Paolo ci dice che aveva ogni genere di sofferenze perché la potenza di Cristo potesse essere in lui la risposta a tutti i suoi bisogni. Per questo motivo accettava con gioia ogni nuova situazione difficile, come un'occasione per sentirsi dire dal Signore: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza" (2 Corinzi 12:9).

Siamo noi di quelli che hanno sperimentato che il Signore è pienamente sufficiente per tutte le circostanze della vita? Possiamo proclamare davanti al mondo che "il mio Dio provvederà splendidamente a ogni nostro bisogno secondo le sue ricchezze, in Cristo Gesù" (Fil. 4:19)?


Le prove fortificano la fede

Le prove sono il suolo fertile su cui germoglia e si sviluppa la nostra fiducia nella fedeltà e nell'amore di Dio. L'aquila non può insegnare a volare ai suoi piccoli se non li sospinge fuori dal nido e non li lascia cadere nell'aria; lì, da soli, possono o volare o cadere. E' in quel momento che imparano a conoscere la forza, non ancora sviluppata, che si trova nelle loro piccole ali. Mentre si dibattono disperatamente, trovano il segreto d'una vita nuova e imparano poco a poco a volare e a trovare la loro rotta nel cielo.

Così Dio insegna ai suoi figli ad usare le ali della fede, spingendoli fuori dal loro nido, a volte in un abisso angoscioso, privandoli di ciò su cui s'appoggiano. Allora, sentendosi mancare ogni risorsa, i credenti imparano a mettere tutta la fiducia in Dio. Ed Egli è pronto a soccorrerli, come l'aquila che stende le ali sotto i suoi piccoli, per portarli sulle sue penne (Deut. 32:11).

Noi tendiamo sempre ad appoggiarci su cose visibili, e scopriamo che è un'esperienza totalmente nuova rimanere in piedi senza appoggi umani e camminare con un Dio invisibile. Se le nostre anime vogliono gustare la pace di Dio, dove la fede è la nostra sola ragione di vita e dove Dio è tutto per noi, questa è una lezione che dobbiamo imparare.

Con dolcezza e saggezza, Dio "modula" la prova adattandola alle nostre deboli forze; poi, quando siamo in grado di sopportare di più, ci fa andare avanti. "Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze" (oppure al di là di ciò che potete sopportare - 1 Corinzi 1:13). 

Ci possiamo domandare se davvero confidiamo in Lui nelle difficoltà della vita, e se le nostre forze crescono mentre ci prendiamo la nostra parte di sofferenze come dei buoni soldati di Gesù Cristo (2 Tim. 2:3).


28 agosto - La fede rischiara la mia intelligenza

La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio.

Le cose che occhio non vide e che orecchio non udì… quelle che Dio ha preparato per coloro che lo amano… a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito.

1 Corinzi 1:18; 2:9-10

 

La fede rischiara la mia intelligenza

 

È possibile che il Dio eterno e infinito sia diventato un bambino e poi un modesto falegname? Che abbia sofferto la morte atroce della crocifissione e poi sia risuscitato? Ed è per la morte del Suo Figlio che Dio può dichiararmi giusto? Impossibile, la mia ragione si ribella!

Eppure, proprio queste cose attestano l’esistenza di un Dio degno di questo nome; non un Dio secondo le mie idee, un prodotto della mia immaginazione. Egli è un Dio i cui pensieri superano totalmente ciò che io posso immaginare. “«I miei pensieri non sono i vostri pensieri…», dice il SIGNORE. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie»” (Isaia 55:8-9). Allora, io metto da parte la pretesa di fare della mia ragione il giudice finale, e mi dispongo umilmente all’ascolto di Dio.

Dio parla nella Bibbia e offre anche delle prove alla mia intelligenza: il miracolo della creazione, quello della risurrezione di Cristo, e le innumerevoli profezie adempiute… Così la mia fede fa luce alla mia intelligenza. Essa rimodella i miei pensieri, i miei valori, e trasforma tutto il mio comportamento affettivo e intellettuale. Non è che io creda senza capire, ma credo per accettare i pensieri di Dio e capire. Allora, la mia intelligenza è in attività quando scopro il piano della grazia di Dio che si basa sull’opera di Gesù Cristo. Lui è il “primo e l’ultimo”, uomo umiliato e, nello stesso tempo, Figlio di Dio. Presto Egli estenderà su tutto il mondo il Suo regno di giustizia e di pace, ma già ora la Sua presenza m’illumina e mi consola, ogni giorno!


domenica 27 agosto 2023

Una corona di spine

“Esso ti produrrà spine e rovi” (Genesi 3:18)

La voce di Dio si fa udire chiaramente in giudizio: il serpente è maledetto, ci sarà inimicizia tra il serpente e la donna, le sofferenze della donna sono rese gravose, il suolo è maledetto e questo non è che una parte del giudizio: il suolo produrrà spine e rovi.

Nella Parola non troviamo menzionati le spine e i rovi prima di questo versetto. In precedenza leggiamo: “la terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono” Genesi 1:12); “Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi” (Genesi 2:9). Le spine si trovano nella Parola di Dio solo dopo e sono, perciò, una conseguenza della disobbedienza dell’uomo a Dio.

Le spine sono presentate in modo sorprendente in Matteo 27:29: i soldati hanno intrecciato una corona di spine e l’hanno messa sul capo del Signore. A cosa pensavano questi soldati nell’intrecciare questa corona? Stavano scherzando? Forse l’hanno mostrata al gruppo degli schernitori così: “è una corona appropriata per Colui che dice di essere il vostro re?”

Il Signore Gesù si è sottomesso a molti dolori e sofferenze da parte dell’uomo, la Sua creatura. Una dolorosa ed offensiva corona di spine ha cinto la testa del Salvatore. Ciò che è veramente sorprendente è sapere che il Signore Gesù Cristo ha accettato, Lui stesso, questa umiliazione: si è lasciato coronare con qualcosa che è estremamente lontano da quello che conveniva al beato e unico Sovrano, Re dei re e Signore dei signori! Quale valore, per la fede, vedere ora quest’Uomo di dolori esaltato e legittimamente coronato di gloria e di onore!

27 agosto - Dio mi ha chiamato a fare una scelta

Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, affinché tu viva.

Deuteronomio 30:19

 

Gesù gli rispose: «… Tu seguimi».

Giovanni 21:22

 

Dio mi ha chiamato a fare una scelta

 

“L’arte era diventata il centro della mia vita, la mia passione. Eppure, non concludevo nulla… La morte brutale di un amico mi ha fatto riflettere, e ho scoperto che la cosa che in fondo io stavo cercando era la conoscenza di Gesù Cristo. Ho letto il Vangelo. Buono e rispettoso, pieno di dolcezza eppure fermo, Gesù sapeva rispondere a tutti, e sapeva anche quando tacere. Non si faceva influenzare da nessuno, discepoli e amici compresi. L’ho ammirato e amato. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo quand’era sulla terra, parlargli, ascoltarlo, camminare con Lui…

Un giorno, nella preghiera, ho parlato con Lui e mi è parso di sentire la presenza tangibile del Signore nella mia camera. Poco a poco, mi sono aperta a Lui; sono stata onesta con Dio: gli ho parlato delle mie frustrazioni e di tutto ciò che m’impediva di credere. Egli mi ha aperto le Sue braccia. Mi ha chiamato a fare una scelta, a diventare una Sua discepola, e io ho risposto “sì”. All’inizio, la mia nuova vita non è stata facile; c’erano da riparare molti guasti. Una per una, il Signore mi ha fatto vedere tutte le scelte sbagliate, e io le ho riconosciute e confessate, e ho troncato i miei legami sentimentali.

Adesso sono sposata e, all’età di 43 anni, il Signore ci ha fatto dono di un bel bambino. A cosa è servita la mia vita egoistica? A cosa sono valse le mie creazioni artistiche? Finalmente mi sono resa conto di essere passata accanto alla sorgente della vera felicità. La pittura rimane la mia attività preferita, ma è passata in secondo piano, dopo la mia relazione con Dio.”

Marjorie


sabato 26 agosto 2023

Fiducia in Dio e adorazione

“I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori” Giovanni 4:23.

È impossibile, nel corso di una vita di fede, che una persona sia in relazione con Dio senza che il suo cuore si apra all’adorazione. Questo spirito di adorazione deve sempre caratterizzare la vera pietà.

Solo la fede dà il vero posto a Dio e Gli lascia campo libero perché Dio manifesti Se stesso nella Sua gloria. È per questo che coloro che si affidano a Dio con fede prendono piacere, in ogni occasione, nel comprendere quello che riguarda loro, ogni progresso fatto nella conoscenza fa scaturire nuovi accenti di lode. È così che una fede vivente favorisce uno spirito di adorazione e uno spirito di adorazione è il mezzo per esprimere le esperienze di una fede vivente. Più noi confidiamo in Dio più Lo conosceremo; più Lo conosceremo più Lo adoreremo.

Non abbiamo che una pallida idea di quello che noi perdiamo per la nostra mancanza di semplice fiducia in Dio. L’incredulità impedisce sempre lo sviluppo della potenza e della bontà divina. “E lì, a causa della loro incredulità, non fece molte opere potenti” è detto del Signore quando venne nella regione di Nazaret (Matteo 13:58) e questo è vero ogni giorno della nostra vita. Dio non si manifesta se la nostra incredulità ci rende ciechi. Non è possibile che Dio e la creatura costruiscano insieme la base della fiducia dell’anima. Bisogna che sia Dio dall’inizio alla fine.

“Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; …Confida in lui in ogni tempo” (Salmo 62:5, 6, 8). Ecco la vera pietà e l’anima che si tiene su questo terreno di fedele pietà sarà sempre rivestita di uno spirito di adorazione. La fede conta sempre su Dio; Dio si rivela sempre alla fede; la risposta della fede conduce alla lode e all’adorazione. Niente potrebbe essere più semplice di così!

26 agosto - In piena luce

La luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie... ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio.

Giovanni 3:19-21

 

In piena luce

 

“Dio è luce” (1 Giovanni 1:5). Nella Sua essenza, Egli è santo, puro, glorioso. Nelle Sue azioni, Egli rivela, attira, purifica, rischiara, protegge, rallegra, rianima… Dio è chiamato “Padre degli astri luminosi” (Giacomo 1:17). Egli “abita una luce inaccessibile” (1 Timoteo 6:16). “Egli si avvolge di luce come di una veste” (Salmo 104:2).

Gesù è la vera luce, quella che, venuta nel mondo, illumina ogni uomo (Giovanni 1:9).

La Bibbia, Parola di Dio, è paragonata a una lampada (Salmo 119:105); essa comunica agli uomini il pensiero di Dio, ci mostra chi Egli è, ciò che noi siamo e come vuole che viviamo.

L’uomo che vive senza Dio è nelle tenebre. Nella Bibbia le tenebre non sono solo assenza di luce; sono sinonimo di disgrazia, di lutto, d’ignoranza; esse rappresentano tutto ciò che è lontano da Dio.

Come uscire da quest’oscurità e dalla spaventosa prospettiva di finire nelle “tenebre di fuori”, di cui parla Gesù, dove “ci sarà pianto e stridor di denti” (Matteo 8:12)? Accettando Gesù come nostro Salvatore, riconoscendolo per fede come il Figlio di Dio, venuto per essere condannato al nostro posto. Allora potremo distoglierci dalle tenebre ed entrare nella luce (Atti 26:18), per camminare nella luce (1 Giovanni 1:7) in quel sentiero del giusto che “è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno” (Proverbi 4:18).

venerdì 25 agosto 2023

Due classi

“Il coppiere e il panettiere del re d'Egitto offesero il loro signore, il re d'Egitto” Gen.40:1.

In questi due servitori del re d'Egitto. Il coppiere e il panettiere, abbiamo un campione dell'umanità intera “poiché non vi è distinzione; difatti tutti hanno peccato...” Rom. 3:23.

Tutti hanno peccato contro Dio, tutti hanno meritato la sua ira, il suo castigo. Ma è in seguito che viene la differenza: agli uni il Salvatore annunzia una piena liberazione per la grazia di Dio. E per gli altri è posto dinanzi la condanna, il giudizio.

Nel mondo non esiste altra condizione se queste due: salvato o perduto. 

A quale appartenete voi?

Oggi è ancora possibile sfuggire al giudizio ricevendo l'Evangelo della grazia. I due briganti della croce illustrano allo stesso modo queste due classi che dividono l'umanità. L'una rimane insensibile e muore nei suoi peccati, ma l'altra, in risposta ad una preghiera: “Signore ricordati di me...” ottiene una risposta meravigliosa: “oggi tu sarai con me in paradiso” Luca 23:43.

25 agosto - Cercate

Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino.

Isaia 55:6

 

Cercate

 

Sei tu insoddisfatto, deluso dalla vita, stanco dei tuoi fallimenti? Sei alla ricerca del vero amore? Ma dove credi di trovarlo se non alla sorgente? “Dio è amore”, dice la Bibbia (1 Giovanni 4:8) e l’ha dimostrato: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Il Suo amore abbraccia tutta l’umanità, e riguarda anche te, personalmente. Per te, come per me, Dio ha dato il proprio Figlio, Gesù Cristo; e Lui ha subito sulla croce il giudizio dei nostri peccati, affinché potessimo conoscere il Suo amore. Dio ha fatto tutto, ha dato tutto per questo scopo. Basta credergli.

Aspiri alla vera pace? Anche questa è basata su Gesù che ha tanto sofferto alla croce. Rispondi alla voce che ti invita: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Egli desidera vivere in te, guidare la tua vita. Prima della crocifissione ha detto ai Suoi discepoli: “Vi lascio pace”. Egli stava per prendere su di Sé tutto il carico dei nostri peccati e darci la pace della coscienza. “Vi do la mia pace”, quella che anche tu riceverai se credi in Lui, se ti abbandoni nelle Sue braccia. Poi ha aggiunto: “Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).


giovedì 24 agosto 2023

Posso scegliere?

“l'Eterno parla: Io dic'egli, ho nutrito de' figliuoli e li ho allevati, ma essi si son ribellati a me” Isaia 6:2.

Da piccolo era normale, che mangiando a casa, mangiassi ciò che mia madre aveva cucinato. Ovviamente cerano delle cose che mi piacevano di più e altre che mi piacevano di meno, nondimeno, mia madre, insisteva sempre affinché mangiassi tutto quello che avevo nel piatto. Era lei che si preoccupava che avessi un'alimentazione equilibrata.

Ogni tanto capitava che andassimo al ristorante e lì la situazione cambiava totalmente ero io a scegliere ciò che volevo mangiare ma ricordo che un giorno, non troppo distante da casa nostra, aprì un self service. Ah che posto allettante, potevi prendere non solo quello che volevi ma anche quanto ne volevi. Doppia porzione di pasta, niente zucchine ma triple patatine fritte e due fette di dolce. I self service erano eccezionali.

Questo concetto va bene per un locale del genere non certo per la nostra vita spirituale. Non si può scegliere ciò che ci piace e scartare ciò che non è confacente con i nostri gusti. Non si può sorridere compiaciuti dinanzi all'amore salvifico di Dio e storcere la bocca dinanzi alla sua santità. Non siamo ad un self service. 

C'è equilibrio nella tua vita spirituale o sei tu a censire ciò che vuoi prendere e ciò che vuoi lasciare?

L'assemblea di Corinto viveva una situazione del genere. Era una chiesa piena di contraddizioni. Piena di doni spirituali ma vi erano anche delle divisioni. Si conosceva la Parola di Dio ma si portavano i fratelli dinanzi ai tribunali. Ci si schierava volentieri con i “grandi” servitori del Signore dicendo: io son di Paolo io di Pietro o di Apollo, ma poi si tollerava il comportamento immorale di un uomo manifestando l'apatia generale della chiesa.  

La chiesa locale, ovvero il luogo dove ci si raccoglie intorno al Signore per ascoltare la sua Parola, non è un ristorante self service. Non sei lì per scegliere ciò che più ti aggrada ma per nutrirti di tutto ciò che Dio ti ha preparato. Lui è il solo che sa ciò di cui tu hai bisogno, non dimenticarlo. Quando ci rendiamo conto che la nostra vita non scorre come Dio desidera è perché abbiamo fatto nostre alcune verità scritturali ma ne abbiamo messe da parte altre e questo è molto pericoloso soprattutto se vogliamo ottenere una crescita spirituale correttamente strutturata.

Dio desidera che: “tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo” Efesini 4:13.

24 agosto - Far silenzio per ascoltare la voce di Dio

(Gesù dice:) “Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.

Apocalisse 3:20

 

Ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.

Giacomo 1:21

 

Far silenzio per ascoltare la voce di Dio

Lettura proposta: 1 Re 19

 

Elia, profeta dell’Antico Testamento, si rifugia al monte Oreb perché inseguito dalla malvagia regina Izebel che vuole ucciderlo. Mentre è nascosto in una grotta, ode una voce che lo invita a uscire e gli dice: “Fermati sul monte, davanti al SIGNORE. Elia assiste allora a dei fenomeni naturali impressionanti, un fortissimo vento, un terremoto spaventoso, un fuoco che divampa, ma Dio non era in nessuno di quelli. Poi, ode come un mormorio di vento leggero (1 Re 19:12) e con questa voce Dio si rivela al Suo servitore scoraggiato.

Non sono gli avvenimenti esteriori, né le circostanze della vita, a rivelarci le vie di Dio, ma è ciò che Egli ci dice. E non ci parla con una voce come la nostra, ma con delle convinzioni interiori nate dall’impatto che la Parola di Dio ha sulla nostra coscienza e sul nostro cuore. La calma è indispensabile per poter udire questa voce divina, perché le parole di Dio non si fanno udire nel chiasso. Come un bambino tace quando il suo papà o la sua maestra gli parlano, così anche noi dobbiamo far silenzio per ascoltare Dio; solo così afferreremo la profondità della Sua Parola. Il silenzio interiore permette a questa Parola di radicarsi in noi e di portare del frutto nella nostra vita (Giacomo 1:21).

Il Signore non ci obbliga ad ascoltarlo, non apre con violenza la nostra porta; ma è essenziale che noi stiamo attenti alla Sua voce. “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).

mercoledì 23 agosto 2023

Costituito per il bene del popolo

“Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” Ebrei 4:14-16.

E’ come se dicessimo: E’ facile per te stare lassù. Non riesci a capire per noi quanto è difficile per noi stare quaggiù. 

“Egli stesso” non un angelo ha condiviso pienamente, non parzialmente. Non a grandi linee. Non in gran parte “ma in ogni cosa”.

Un politico indossa un elmetto ed entra in una fabbrica come un qualunque operaio. Un assistente sociale trascorre la notte con i senza tetto. Un generale va a mangiare alla mensa con i soldati semplici come se fosse uno di loro. Tutti e tre vogliono trasmettere lo stesso messaggio. Mi identifico con voi. Tuttavia c’è un problema. Gli operai della fabbrica sanno che il politico si toglierà l’elmetto quando la troupe televisiva se ne sarà andata. I derelitti sanno che domani l’assistente sociale tornerà a casa e si dimenticherà presto di loro. E i soldati hanno la stessa convinzione un giorno e via. Ciascuno di loro non può comprendere sul serio la loro situazione.

Ma Dio sa come ti senti. Gesù comprende. Quando pensi che tutti ti hanno abbandonato. Dio comprende. Quando ti trovi di fronte ad una bara e tutti piangono Dio sa come ti senti.

Cosa provava Gesù dinanzi alle folle? Provava compassione, perché si addentrava nei sentimenti delle persone. 

Cosa provava il Dio che conosce i pensieri e i disegni dei cuori? Avvertiva l’orgoglio dei sacerdoti, l’arroganza degli scribi, l’ipocrisia dei farisei, ma anche la solitudine e la sofferenza del lebbroso. L’imbarazzo della peccatrice.

Avendo “un grande” sommo sacerdote. Da sottolineare questo aggettivo. E’ passato attraverso i cieli. Plurale. Vi è una analogia con “il semplice sacerdote” nel giorno delle espiazioni. Egli dopo aver offerto un sacrificio sull’altare, attraversava il cortile, il luogo santo, ed entrava nel luogo santissimo per spargere il sangue propiziatorio. Questo assicurava la riconciliazione con Dio. (Es. 25: 21,22) Allo stesso modo Gesù attraverso i cieli .

Gesù è in grado di simpatizzare con noi e questo è un grande motivo d’incoraggiamento, sapere che Gesù è il grande sommo sacerdote. Egli non è il re che vive nello splendore della sua dimora senza conoscere la miseria dei suoi sudditi. E’ nato in una mangiatoia, durante il suo ministerio non aveva dove posare il capo e per la sua sepoltura  venne deposto nella tomba di un amico. “Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati” Ebrei 2:18.


Gesù offre grazia e misericordia.

“Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch'egli è soggetto a debolezza; ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per se stesso quanto per il popolo. Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aronne. Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse: Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato». Altrove egli dice anche: «Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec».” Ebrei 5:1-6.

Il sommo sacerdote è costituito per il bene degli uomini, Affermazione straordinaria. I Sommo sacerdote era un uomo e come tale poteva capirgli ed era anche Dio che vede in profondità. Il sacerdote Eli, nei confronti di Anna, non comprese la sua amarezza pensava che fosse ubriaca. Non aveva capito nulla. 

Il sommo sacerdote umano era soggetto a debolezza e per questo era costretto a ripetere i sacrifici per sé e per gli altri. Sempre nel giorno dell’espiazione (Lev 16).

Aronne doveva prima offrire un toro per sé e la sua casa poi fare l’espiazione, Tutto ciò doveva farlo riflettere che prima doveva provvedere per se  e poi poteva venire in soccorso per gli altri. Indossava i paramenti sacri, ma doveva prima lavarsi il corpo con acqua. Il sacerdozio secondo l’ordine di Aronne aveva del limiti. Una riflessione a questo punto è legittima, spesso pensiamo che possiamo accostarci a Dio come ci pare e quando ci fa comodo, non importa le condizioni morale e spirituali nelle quali ci troviamo ma:“ Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro».” Esodo 3:5.

23 agosto - La morale della maggioranza

Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa.

Matteo 7:13

 

Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene.

Isaia 5:20

 

La morale della maggioranza

 

Un filosofo dell’inizio del ventesimo secolo ha definito la morale “ciò che piace alla maggioranza”. Solženicyn, il celebre dissidente russo, combattente per la libertà, s’indigna di una simile definizione. “In queste condizioni – egli scrive – il male, se approvato dalla maggioranza, può diventare bene, e il bene diventare male se è una minoranza a sostenerlo”.

Il rilassamento dei costumi è una conseguenza di questo modo di vedere, poiché apre la porta ai peggiori eccessi. Arriva persino a negare ogni distinzione tra il male e il bene, e a mettere a tacere la coscienza degli uomini.

La Parola di Dio non lascia alcun dubbio su ciò che aspetta un’umanità che rifiuta ogni riferimento a Dio. Essa prevede che negli ultimi tempi gli uomini saranno egoisti, insensibili, sleali, spietati, senza amore per il bene, senza rispetto dei valori morali (2 Timoteo 3:2, Giuda 18). Vi ricordate il giudizio di Sodoma, distrutta dal fuoco a causa della perversione dei suoi abitanti? Quel racconto è scritto nella Bibbia perché quelli che disprezzano le istruzioni divine siano avvertiti (Giuda 7).

Questa pretesa che sia la “maggioranza” a stabilire le regole morali ci ricorda che la strada che porta al giudizio di Dio è larga e spaziosa, e che molti la imboccano. Vogliamo noi seguire questa folla? Cerchiamo piuttosto la via che conduce alla vita! È meno frequentata, e ce n’è una sola: è Gesù Cristo che ci dice: “Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato” (Giovanni 10:9); e ancora: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).


martedì 22 agosto 2023

La vita, quella vera.

“Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?” Matteo 6:25.

“La vita vera”, questo è lo slogan che una catena di ipermercati ha scelto per la sua pubblicità. Questo slogan suggerisce l'idea che, per accedere a una vita piena e vera, bisogna soprattutto riempire il carrello di tutto ciò che questi ipermercati propongono. 

La qualità della nostra vita sarebbe in funzione della qualità e della quantità di prodotti che possiamo acquistare! Dipenderebbe dunque soprattutto dal nostro potere d'acquisto. 

Ma è questa la vera vita? Fermiamoci un momento per fare il punto! La vera vita non è forse ben altro che una corsa verso i beni materiali? Abbiamo una sola vita da vivere, quindi è importante che sia di qualità! Ci rendiamo facilmente conto che vivere veramente è tutt'altra cosa che consumare.

La Bibbia, che è la Parola di Dio, fa la differenza fra una vita fatta di circostanze materiali e di apparenza, e la vita basata su una relazione vivente con Dio.

La vera vita, così come Dio ce la propone, è molto diversa da quella che è raccomandata dalle imprese commerciali.

Per afferrare veramente l'essenza della vita, è indispensabile anzitutto che impariamo a conoscere Gesù Cristo come Salvatore personale. Egli è morto sulla croce per regolare la questione del peccato che ci allontana da Dio. Se accettiamo di avere con Dio una relazione vivente, la nostra vita prenderà un senso nuovo e una dimensione eterna. 

Sì, soltanto afferrando mediante la fede in Gesù Cristo la salvezza che Dio vi offre, afferrerete che cos'è veramente la vita.

22 agosto - Attenzioni divine

Non affliggerete la vedova né l’orfano… Se prendi in pegno il vestito del tuo prossimo, glielo restituirai prima che tramonti il sole; perché esso è l’unica sua coperta, è la veste con cui si avvolge il corpo. Con che dormirebbe?

Esodo 22:22, 26-27

 

Attenzioni divine

 

I versetti citati fanno parte delle istruzioni date da Dio a Mosè per integrare la Sua legge. Vi sono dei dettagli che mostrano la bontà di Dio verso i deboli e i poveri. Un abito dato in pegno, ad esempio, doveva essere reso al legittimo proprietario prima del calar del sole perché si potesse scaldare durante la notte: “È l’unica sua coperta, è la veste con cui si avvolge il corpo. Con che dormirebbe?” Dio si preoccupava anche del benessere del povero durante il sonno! Voleva persino che il bue e l’asino potessero riposarsi dopo il lavoro e che il figlio della serva e lo straniero potessero riprendere fiato (Esodo 23:12). Nemmeno si dovevano mietere i campi “fino all’ultimo angolo” perché i poveri e gli stranieri potessero avere qualcosa da raccogliere (Levitico 19:9, 10).

L’Antico Testamento, prima parte della Bibbia, è pieno d’istruzioni ispirate all’amore riguardo all’indigente, allo straniero, alla vedova e all’orfano. Dio non voleva che chi non aveva appoggi umani mancasse del necessario. Egli stesso si definisce “padre degli orfani e difensore delle vedove” (Salmo 68:5). Ciò nonostante, la rivelazione di Dio era ancora parziale.

È stato il Signore Gesù a rivelarci pienamente, nel Nuovo Testamento, l’amore di Dio (Giovanni 1:18). Tutto il Suo comportamento non ha fatto altro che confermare la tenerezza di Dio verso quelli che erano privi di risorse, e la Sua sollecitudine per i bisogni del corpo e dell’anima di tutte le persone. Fin dal principio, Satana ha cercato di seminare nel cuore dell’uomo il dubbio e la diffidenza nei confronti del suo creatore, e anche oggi vorrebbe persuaderci che Dio è duro e indifferente alle nostre sofferenze; ma come si potrebbe accogliere quest’insinuazione se si legge nei Vangeli il racconto della vita di Gesù?

lunedì 21 agosto 2023

La Chiesa secondo i pensieri di Dio

Dobbiamo ben tenere presente il valore che la Chiesa ha per Cristo e per Dio. Cristo la chiama “la mia Chiesa” (Matteo 16:18), e questa espressione è sufficiente per evidenziare la presunzione degli uomini nel momento in cui vogliono fondare la loro propria Chiesa.

Essa è la Sua Chiesa; ed è Lui che la edifica. Ha tutti i diritti su di essa; è di sua proprietà.

“Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” Efesini 5:25. In questo versetto viene descritto i suoi diritti che sono dettati dall'amore e ci dice a quale prezzo Egli l'ha acquistata.

“Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la Chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue” Atti 20:28.

Ciascuno di noi consideri ben queste cose. Il soggetto della Chiesa non è lasciato alla nostra personale interpretazione. Bisogna ben tenere presente ciò che essa è per Dio.

A Malachia (che significa messaggero) fu affidato un messaggio riguardo al suo popolo:

“Tornate a me, e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti”  Mal. 3:7. 

“E voi dite: in che modo dobbiamo tornare?” Sembrano sorpresi. E' come se dicessero: Perché? Non offriamo sacrifici? Non presenziamo alle feste prescritte? Non ci presentiamo regolarmente nel tempio? Dove abbiamo fallito?

Avevano fallito disprezzando con il loro comportamento il tempio di Dio. E' grave disprezzare “la Chiesa di Dio” (1 Cor. 11:22). Ogni leggerezza, ogni indifferenza a questo riguardo sarebbe una offesa per ciò che Dio ama e per ciò che Cristo ama.

Il credente, benché nel mondo, non è del mondo, perché Cristo non lo è (Giov. 17:14).

La Chiesa è formata unicamente da coloro che posseggono la nuova vita “chiamati ad essere santi (separati) 1 Cor. 1:2. Lo scopo di Cristo riguardo alla Chiesa e di “santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” Efesini 5:26-27. 

La Chiesa è la casa di Dio (1Tim.3:15), costruita su un fondamento solido, la Roccia, che è la persona di Cristo. E' Lui che la edifica, ed è formata da pietre viventi (i credenti) 1 Pietro 2:5.

La Chiesa è “colonna e sostegno della verità” 1 Tim. 3:15. Dio l'ha stabilita tale. Essa non è la sorgente della verità; la verità non procede dalla Chiesa. La Parola di Dio è la verità, il Signore Gesù è la verità. La Chiesa deve essere una colonna di questa verità.

21 agosto - Dio è per noi

Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Romani 8:31-32

 

Dio è per noi

 

Di chi parla l’apostolo Paolo quando dice che “Dio è per noi”? Chi sono questi “noi”? Basta leggere i primi versetti del capitolo 5 della stessa Lettera per capire che si tratta di coloro che sono stati “giustificati per fede”, che hanno trovato la “pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo”, e che possono gloriarsi “nella speranza della gloria di Dio”.

I credenti hanno davvero una posizione meravigliosa! Dio, il grande Dio sovrano e Creatore di tutte le cose, è dalla loro parte. Lo crediamo? Lo viviamo?

Troppo spesso assomigliamo al patriarca Giacobbe che diceva: “Tutte queste cose pesano su di me!” (Genesi 42:36). Eppure, stava per ritrovare Giuseppe, il suo figlio diletto, scomparso da tanto tempo. Non dimentichiamo che anche i minimi dettagli delle circostanze della nostra vita sono preparati e conosciuti da questo Dio che è dalla nostra parte, e che sa far concorrere ogni cosa per il nostro bene (Romani 8:28). Gli siamo costati troppo perché si disinteressi di noi; per noi “non ha risparmiato il proprio Figlio”! Possiamo fargli l’affronto di dubitare che ci ama e che vuole il nostro bene? In Lui non c’è “variazione né ombra di mutamento” (Giacomo 1:17). Il Suo sguardo ci segue (Salmo 32:8), le Sue braccia ci sostengono (Isaia 46:4). Chi potrà “separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore?” (Romani 8:39).

domenica 20 agosto 2023

20 agosto - Preso dalla mia stessa rete

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio;… essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.

Ebrei 4:12

 

Preso dalla mia stessa rete

 

“I miei genitori hanno divorziato quando io avevo cinque anni. Sono stato allevato dai miei nonni e poi da uno zio fino all’età di quindici anni. Dall’età di sedici anni sono stato abbandonato a me stesso e ho incominciato un lungo cammino di droga e di violenza. Un giorno ho incontrato una coppia che non avevo più visto dal giorno del loro matrimonio. Nel frattempo avevano conosciuto il Signore Gesù, e così mi hanno parlato della loro nuova vita di credenti. Da allora, mi hanno fatto visita regolarmente; insieme parlavamo di Dio e della loro fede. Però, il mio scopo era di destabilizzarli facendo sorgere dei dubbi nella loro mente. Sono anche andato con loro nella chiesa che frequentavano e mi ero messo a leggere la Bibbia per rendere più precisi i miei attacchi. Ma il Signore mi ha fatto cadere nella mia propria rete! La Bibbia che utilizzavo per destabilizzare i miei amici, mi turbava sempre più.

Una domenica, ero solo a casa. Era tardi. Ho messo via la mia Bibbia e, per la prima volta, ho pregato: «Signore, se tutto questo è vero, dammene la convinzione, perché è scritto che tu hai il potere di farlo». Ho pianto. Poi mi sono addormentato tranquillamente. Al risveglio, il mio primo pensiero è stato per Gesù nel quale ora credevo! Una gioia indicibile invadeva tutto il mio essere. Qualche tempo dopo sono stato battezzato. Dio mi ha liberato totalmente dalla droga e dalla violenza.

In seguito, ho incontrato una donna credente, con la quale ora sono sposato e dalla quale ho avuto un figlio meraviglioso che adesso ha cinque anni. Il nostro desiderio è di servire insieme il Signore.”

Pascal

sabato 19 agosto 2023

19 agosto - Destinazione: il cielo

Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.

Luca 10:20

 

Sappiamo… che abbiamo da Dio… una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli.

2 Corinzi 5:1

 

Destinazione: il cielo

 

Una superstite del campo di concentramento di Ravensbrück, Corrie Ten Boom, ha percorso il mondo per testimoniare dell’amore di Gesù Cristo, conosciuto nei momenti peggiori della sua prigionia. Per lei, ogni occasione era buona per annunciare il messaggio del Vangelo.

Un giorno, mentre preparava il suo rientro in Olanda, ad Amsterdam, dopo un giro in Estremo Oriente, doveva prenotare un volo che comportava diversi scali: Hong-Kong, Sydney, Città del Capo, Tel Aviv.

“Qual è la sua destinazione finale?”, chiede l’impiegata.

“Io vado ad Amsterdam, ma la mia destinazione finale è il cielo”, risponde Corrie.

L’impiegata, imbarazzata, insiste: “Il cielo? Ma cosa significa?” Poi, dopo un istante di riflessione, sorride e dice a Corrie: “Ah, ho capito! Ma non è questo che volevo sapere”.

“Io, invece, pensavo proprio a questo; e per quella destinazione ho già il mio biglietto!”

“Ha il biglietto per il cielo? Come l’ha ottenuto?”

“Circa duemila anni fa – risponde Corrie – il Signore Gesù l’ha pagato per me. Non ho avuto da fare altro che accettarlo, con fede e tanta riconoscenza. L’ha pagato per amore, morendo in croce per i miei peccati. Senza prenotazione è impossibile avere un posto nei vostri aerei. Ma quando si tratta di andare in cielo la cosa è ben diversa. Io vorrei che anche lei avesse il suo posto”.


venerdì 18 agosto 2023

18 agosto - Astronomia o astrologia?

Quelli che fanno pronostici… ti salvino essi dalle cose che ti piomberanno addosso! Ecco, essi sono come stoppia; il fuoco li consuma.

Isaia 47:13-14

 

Astronomia o astrologia?

 

L’astronomia è la scienza che studia i corpi celesti e la struttura dell’universo. Questa scienza, molto antica, ha permesso di capire il funzionamento della terra e ha dato il via a significative applicazioni scientifiche. L’astrologia, invece, pretende di scoprire la correlazione tra la configurazione degli astri e il destino e i caratteri delle persone. È anch’essa una pratica molto antica, imparentata con la divinazione di cui gli oroscopi sono la versione moderna più conosciuta. L’astrologia è severamente condannata dalla Bibbia. Gli astrologi non possono in alcun modo mettere al sicuro coloro che li ascoltano dalle calamità che li minacciano, e i loro procedimenti hanno a che fare con pratiche occulte di dominio satanico. A Israele Dio ordinava: “Non si trovi in mezzo a te… chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna… perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose” (Deuteronomio 18:10-12).

Invece, lo studio degli astri da parte degli astronomi deve riempirci di ammirazione e di adorazione davanti alla potenza e alla saggezza di Dio. Il re Davide nel Salmo 8 si stupisce che Dio s’interessi dell’uomo, pur così fragile. Poi, però, getta uno sguardo più lontano e contempla in anticipo il giorno futuro nel quale il Signore Gesù dominerà su tutta la creazione e la benedirà. Allora esclama: “O Dio, Signore nostro, quant’è magnifico il tuo nome in tutta la terra!”.


giovedì 17 agosto 2023

17 agosto - Leggiamo la Bibbia

(I credenti di Berea) ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così.

Atti 17:11

 

... affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina.

Efesini 4:14

 

Leggiamo la Bibbia

 

A Tessalonica, la predicazione dell’apostolo Paolo era subito diventata un motivo di contrasto coi religiosi della città che si sono rivoltati contro di lui. A Berea, invece, i Giudei che conoscevano il Vecchio Testamento “erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica perché ricevettero la Parola con ogni premura” (Atti 17:11). Non erano dei creduloni, ma conoscevano bene le Sacre Scritture e con quelle, ogni giorno, confrontavano le cose che Paolo aveva loro insegnato. Era per mezzo dell’Antico Testamento che Paolo dimostrava loro che Gesù era il Messia promesso, ed era nelle Sacre Scritture che i Bereani trovavano la conferma di ciò che Paolo diceva.

Ancora oggi, quando si tratta di un messaggio cristiano, bisogna che chi lo espone e chi l’ascolta segua questo esempio. Il servitore di Dio ha la grande responsabilità di non dare un’interpretazione particolare e di non aggiungere nulla di personale all’insegnamento della Parola. Dev’essere “la Parola” stessa quella che il servitore annuncia, e deve farlo con convinzione e riferimenti biblici come appoggio.

Quanto agli uditori, bisogna che si assicurino sempre che le cose ascoltate siano conformi alla Bibbia. Agli inizi del Cristianesimo, gli apostoli mettevano in guardia contro certi cristiani che falsificavano o addirittura travisavano le Scritture (2 Corinzi 2:17, 2 Pietro 3:16). Oggi di fronte all’abbondanza di dottrine diffuse con ogni mezzo, è molto importante che ci impegniamo a conoscere la Parola di Dio e le cose che essa insegna.


mercoledì 16 agosto 2023

16 agosto - Gesù mi conosceva

Gesù… conosceva quello che era nell’uomo.

Giovanni 2:24-25

 

Così parla il SIGNORE… Colui che ti ha formato… “Non temere perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!... Tu sei prezioso ai miei occhi… e io ti amo”.

Isaia 43:1, 4

 

Gesù mi conosceva

 

Piero è diventato da poco un vero cristiano, ha ricevuto Gesù come suo Salvatore. Pieno di zelo, vuole piacergli, ma si accorge ben presto che certe cattive tendenze sono tuttora in lui. Malgrado la sua buona volontà si adira facilmente e a volte si sente molto abbattuto. Il Signore non sarà deluso? Il suo Salvatore non si aspetta forse da lui un comportamento migliore? Un giorno, nel quale le cose erano andate piuttosto male, ne parla con suo nonno, il quale lo invita a leggere la fine del Vangelo di Giovanni: Giuda, il traditore, fa da guida a una folla venuta a catturare il Signore di sorpresa. Il racconto continua così: “Gesù, ben sapendo tutto quello che stava per accadergli, uscì e chiese loro: «Chi cercate?» Gli risposero: «Gesù il Nazareno! » Gesù disse loro: «Io sono»” (Giovanni 18:4-5).

Il nonno di Piero spiega: Gesù sapeva tutto quello che gli sarebbe accaduto. Conosceva, dunque, anche le sofferenze che avrebbe dovuto sopportare sulla croce a causa dei tuoi errori. Egli ti ama così come sei; la Sua grazia copre tutti i tuoi peccati. Ma vuole anche farti fare dei progressi perché tu possa piacergli sempre di più, adesso che gli appartieni. Confessagli senza timore i tuoi peccati e i tuoi sforzi inutili. Egli vuole aiutarti. Nelle tue lotte Lui non è mai tuo nemico; Gesù è dalla tua parte! Per te ha scritto tutta la Sua Parola ispirata che è “utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia” (2 Timoteo 3:16).


martedì 15 agosto 2023

15 agosto - La preghiera, una relazione permanente

Gesù si trovava in un certo luogo a pregare, e quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare”.

Luca 11:1

 

Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.

1 Tessalonicesi 5:16-18

 

La preghiera, una relazione permanente

 

Gesù sta pregando. I discepoli l’osservano, poi gli dicono: “Signore, insegnaci a pregare”. Come risposta, il Signore dà loro un esempio di preghiera, chiamato il “Padre nostro”. Fin dalle prime parole, la preghiera riconosce Dio come Padre, colui che ci ha dato la vita e che ha cura di noi. Poi viene il desiderio che Egli abbia un posto d’onore al di sopra di tutto, nei nostri pensieri e nel nostro cuore: “Sia santificato il tuo nome”. Le richieste vengono dopo; questo ci insegna che la preghiera non è soltanto esporre a Dio delle richieste, ma è piuttosto l’espressione di una relazione personale con Dio.

La comunione con Dio ha due sensi: noi parliamo a Lui, e Lui parla a noi. Per ascoltarlo, il nostro cuore e il nostro spirito devono essere predisposti all’ascolto. Egli ci parla attraverso le Sacre Scritture, ma a volte anche attraverso le circostanze o l’intervento di un’altra persona che Egli stesso ci manda… Dio è Spirito e noi non possiamo percepirlo se non spiritualmente (1 Corinzi 2:14); aiutati dallo Spirito Santo, noi capiamo qual è la volontà di Dio e possiamo esprimere delle preghiere secondo questa volontà. Siamo pur certi che Dio conosce ogni nostro pensiero e le aspettative e i bisogni del nostro cuore. Egli vuole che ogni nostra meditazione si trasformi in lode, e ognuno dei nostri desideri in preghiera.