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venerdì 31 gennaio 2020

31 gennaio

Quando furono giunti al luogo detto “il Teschio”, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.
E Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio”.
Luca 23:33, 46

Gesù Cristo è veramente morto e risuscitato

I fatti riportati dalla Bibbia riguardo alla morte e alla risurrezione di Gesù Cristo possono essere riassunti in tre punti:
– Gesù fu crocifisso e morì su una croce.
– Fu messo in un sepolcro che poi venne sigillato e sorvegliato. Tre giorni dopo quel sepolcro era vuoto.
– Gesù apparve vivente a molti testimoni che proclamarono la sua risurrezione.
I Vangeli che riportano questi fatti nei particolari sono stati scritti verso la fine del 1° secolo da testimoni oculari di questi avvenimenti. Esaminiamoli nella loro successione nel tempo, incominciando dalla sua morte.
I Vangeli raccontano, con molta sobrietà, la crocifissione e la morte di Gesù Cristo sulla croce. Trascorse circa sei ore dalla crocifissione, dopo aver pronunciato delle parole con voce molto forte, “rese lo spirito” (Matteo 27:50; Marco 15:37; Giovanni 19:30), “spirò” (Luca 23:46).
Numerosi testimoni hanno assistito a questa morte:
– un centurione romano che, pur abituato a questo tipo di supplizio, ne fu talmente impressionato che dichiarò: “Veramente, quest’uomo era Figlio di Dio!” (Marco 15:39);
– alcune donne che avevano seguito e servito il Signore durante i tre anni del suo ministero (Marco 15:40, 41);
– il discepolo Giovanni che testimonia che uno dei soldati romani gli forò il costato con una lancia (Giovanni 19:33, 34).
(segue)

giovedì 30 gennaio 2020

30 gennaio


Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose… ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno.
Matteo 16:21

“Io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Fui morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli”.
Apocalisse 1:17, 18

La risurrezione : fondamento del cristianesimo

C’è forse una notizia più straordinaria di quella della risurrezione di Gesù Cristo dai morti? Questa è veramente una verità centrale del cristianesimo. Contrariamente alle credenze basate su filosofie o ideologie, il cristianesimo è fondato su un avvenimento storico: una tomba vuota e una persona vivente, Gesù Cristo. L’apostolo Paolo ha sottolineato questo aspetto fondamentale scrivendo in una Lettera, poco tempo dopo il passaggio di Cristo sulla terra: “Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati… Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini”, ma subito ha aggiunto: “Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti” (1 Corinzi 15:17-20).
Non dobbiamo stupirci che nel tempo questa verità sia stata attaccata da quelli che si oppongono al Vangelo. Già al tempo del Signore la setta dei Sadducei negava la risurrezione, ma negli ultimi due secoli gli attacchi si sono raddoppiati. Dio chiede agli uomini di credere alla risurrezione del suo Figlio, della quale ha dato molte prove. Pochi avvenimenti storici sono stati descritti e attestati da così tanti testimoni. Nei prossimi giorni ci proponiamo di considerare i fatti che dimostrano che la risurrezione di Cristo è veramente avvenuta.

mercoledì 29 gennaio 2020

29 gennaio


Lo stolto ha detto in cuor suo: “Non c’è Dio”.
Il SIGNORE è un Dio grande… Suo è il mare, perch’egli l’ha fatto. Inginocchiamoci davanti al SIGNORE, che ci ha fatti. Poich’egli è il nostro Dio.
Salmo 14:1; 95:3, 5-7

Ci vuole tanta fede per essere atei!

La questione dell’esistenza di Dio interessa tutti. Uomini celebri hanno scritto su questo tema. Il filosofo Voltaire, pur dichiarandosi ateo, ha dovuto ammettere: “L’universo mi mette in imbarazzo; non posso concepire che questo orologio perfetto esista senza un orologiaio”. Isaac Newton ha scritto: “La meravigliosa costituzione dell’universo con la sua armonia incomparabile non è stata possibile senza i piani di un essere onnisciente e onnipotente. Questa rimane la mia più alta e definitiva convinzione” (da “Principi matematici della filosofia naturale”).
Entrambi gli studiosi sono partiti dalla constatazione che l’universo, così ben organizzato, non può essere frutto del caso. Ma Newton accetta la conclusione logica che si impone, mentre Voltaire si limita a porsi degli interrogativi. Dal punto di vista intellettuale è indubbiamente più difficile negare che ammettere l’esistenza di un Creatore supremo. È ciò che ha voluto spiegare l’autore cristiano Ralph Shallis nel suo libro dal titolo: “Ci vuole tanta fede per essere atei!”. È evidentemente una battuta; in realtà, la facilità con cui l’ateo accetta una cosa impossibile (“questo orologio esiste, ma non esiste l’orologiaio”) non ha nulla a che fare con la fede, e nemmeno con l’intelligenza. È solo un atto di incredulità ostinata nei confronti di Dio.
La mia fede in Dio si basa su fatti concreti e mi mette in relazione con Colui che mi parla.
La Bibbia usa un termine molto forte per definire l’ateo: “stolto”. Una definizione così severa deve farci riflettere. Se non vogliamo essere considerati stolti da Dio, cerchiamolo sinceramente nella Bibbia; Egli si rivelerà come il Padre pieno d’amore e risponderà ai nostri bisogni più profondi.

martedì 28 gennaio 2020

28 gennaio

(Gesù disse:) “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo… Io sono la vite, voi siete i tralci”.

“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli”.

Giovanni 15: 1, 5, 8

Molto frutto
(leggere Giovanni 15:1-17)

Se passiamo fra le vigne fra qualche settimana vedremo i vignaioli al lavoro con le loro cesoie in mano. Bisogna essere esperti per sapere quali rami tagliare. Allora ci vengono in mente le parole del Signore Gesù ai discepoli: “Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me” (v. 4). I rami che non danno frutto vengono tolti, gli altri potati perché ne diano di più. Com’è importante restare attaccati alla vite, cioè rimanere in comunione col Signore. Come la linfa, indispensabile alla vita, sale dal ceppo lungo il tronco verso il tralcio, così la sorgente della vita per il credente procede dal Signore.
“Dimorate in me” (v. 4); ma anche: “dimorate nel mio amore” (v. 9). Come possiamo realizzare questo? “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore” (v. 9). Bisogna che le Sue parole siano presenti in noi ed agiscano sui nostri cuori. Ma se non è così, il divino vignaiuolo ci dovrà “potare”. “Ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più” (v. 2). Questa educazione del Padre non è sempre piacevole, ma ha sempre uno scopo: “più frutto”, “molto frutto”.
Il Signore aggiunge: “affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa” (v. 11).

lunedì 27 gennaio 2020

27 gennaio

Benedetto l’uomo che confida nel SIGNORE, e la cui fiducia è il SIGNORE! Egli è come un albero piantato vicino all’acqua, che distende le sue radici lungo il fiume… non cessa di portar frutto.
Geremia 17:7-8

Il melone del deserto

In Namibia, nell’Africa del Sud, nel deserto cresce un frutto simile al melone che viene anche raccolto per uso alimentare. La sua presenza in un luogo del genere potrebbe sorprenderci: dove troverà l’acqua indispensabile per sopravvivere e crescere?
I botanici che l’hanno studiato hanno notato che la pianta non soltanto ha delle radici molto lunghe che si distendono fino alla più piccola vena d’acqua, ma riesce ad assorbire anche la minima umidità dall’aria.
Questo esempio, in relazione al versetto di oggi, ci incoraggia a rimanere vicini a Dio, “la sorgente delle acque vive” (v. 13), per portare del frutto per Lui.
S’intende che la prima condizione è essere diventato un credente, aver messo la fiducia in Dio mediante Gesù Cristo. Poi, come la pianta che distende le radici verso il fiume, bisogna attingere ogni giorno nella sua Parola ciò che disseta il nostro essere interiore.
Gesù ci dice: “Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5).
“Radicati… in lui” (Colossesi 2:7), avremo sempre le risorse necessarie per svilupparci e vivere una vita che lo onora.
Mediante la lettura della Bibbia, noi ascoltiamo Dio che ci parla. Mediante la preghiera, noi, a nostra volta parliamo a Lui. Questa  preziosa relazione rende felice la nostra esistenza.

domenica 26 gennaio 2020

26 gennaio

Il SIGNORE dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l’intelligenza… allo scopo di proteggere i sentieri della giustizia e di custodire la via dei suoi fedeli.
Proverbi 2:6-8

 La giustizia e l’equità

Nel libro dei Proverbi, il re Salomone ci dà parecchi insegnamenti riguardo alla giustizia, quella giustizia che aveva caratterizzato il cammino di Davide suo padre. All'inizio del cap. 2 sono indicate le condizioni che devono essere rispettate per discernere “la giustizia, l’equità” (v. 9). Nei primi quattro versetti del capitolo, ci sono cinque “se”, cinque condizioni che invitano, con un linguaggio in parte figurato, a conoscere il pensiero di Dio, il solo che dà discernimento, saggezza e intelligenza. La prima di queste è ricevere le “parole” di Dio e serbare “con cura” i suoi “comandamenti”. Poi, inclinare “il cuore all’intelligenza”, cercarla “come l’argento”, “scavarla” come si fa per trovare un tesoro sepolto.
La realizzazione di queste cose ha tre risultati: allora “comprenderai”, “troverai” (v. 5, 9). “Comprenderai il timore del SIGNORE e troverai la scienza di Dio”, “comprenderai la giustizia, l'equità, la rettitudine”.
Per essere in grado di vivere una vita nella giustizia, dobbiamo avere a cuore di mettere in pratica le indicazioni di questi quattro primi versetti di Proverbi 2, e lasciarci guidare da Dio che vuole insegnarci “la via della saggezza” e dirigerci “nei sentieri della rettitudine” (Proverbi 4:11).
Leggiamo tutta la Bibbia! “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:16).

sabato 25 gennaio 2020

25 gennaio


Ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.
Atti 11:26

… il buon nome che è stato invocato su di voi.
Giacomo 2:7

Chi è un cristiano?

Sono molti quelli che si dicono cristiani, e non sta a noi giudicare se la loro fede è reale o no. Ma chi è un cristiano secondo la Bibbia? È forse soltanto una persona che è stata battezzata e che di tanto in tanto va in un luogo di culto? No. È molto più di questo! Essere cristiano, nel vero significato del termine, è aver ricevuto la vita di Cristo, essere “nato di nuovo” per la fede (Giovanni 3:3); è appartenere a Lui e comportarsi in modo degno di Lui.
I primi cristiani erano persone che avevano creduto al Vangelo, si erano dati al Signore e gli rimanevano attaccati con tutto il loro cuore. Essi si riunivano regolarmente per ascoltare gli insegnamenti della Parola di Dio e non esitavano a condividere i propri beni coi loro fratelli più indigenti (Atti 11:21, 29; 4:34-37).
La loro condotta è un esempio per noi, e ci mostra come dobbiamo agire se vogliamo essere degni del nome di cristiani. Non si tratta di professare una religione più o meno vaga, ma di credere a Lui e amarlo. Egli un giorno è sceso in terra perché, grazie alla sua morte e alla sua risurrezione, ottenessimo il perdono di Dio e la vita eterna. Come potremo non desiderare di onorare il nostro Salvatore, di dimostrargli il nostro amore e comportarci come desidera, secondo i suoi insegnamenti?
Quelli che ci stanno intorno possono vedere in noi dei “veri cristiani”, dei discepoli devoti al loro Maestro?

venerdì 24 gennaio 2020

24 gennaio

Così parla il SIGNORE, …: “Invocami, e io ti risponderò”.
Geremia 33:2, 3

“Ho gridato al SIGNORE dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto”.
Giona 2:3

Qualcuno ti aspetta…

Solo? Solo in mezzo alla folla, solo sul posto di lavoro, o forse in ospedale? Solo davanti agli uomini, davanti ai loro sguardi, alle loro domande? Sembra assurdo, eppure è vero. Si può sentire la solitudine anche in mezzo alla gente. Forse anche tu ti senti solo e senza speranza.
Allora, permettimi di dirti che c’è il Signore che ti ascolta e che vuole aiutarti. L’apostolo Paolo, in prigione, ha fatto questa bella esperienza e ha detto: “Tutti mi hanno abbandonato… il Signore però mi ha assistito” (2 Timoteo 4:16-17). Il Signore ha fatto cantare di gioia Paolo e il suo compagno Sila, incarcerati perché testimoniavano della loro fede (Atti 16:25). Certamente tu sai che Gesù, benché fosse il solo giusto vissuto sulla terra, è stato condannato a morte da quegli uomini a cui non aveva fatto altro che del bene. E’ stata un’ingiustizia terribile, ma grazie alla sua morte Dio può dare la vita eterna a chiunque lo accetta come proprio Salvatore.
Che tu sia religioso o no, qualunque sia la tua educazione, la tua cultura, il tuo passato, Gesù Cristo vuole cambiare la tua vita ora. Vuol essere prima il tuo Salvatore e poi il tuo amico di tutti i giorni.
Fin da oggi, digli quello che hai sul cuore: solitudine, sofferenza, dubbi, rimorsi, ribellione, angoscia per un peccato commesso… Gesù Cristo stesso ti risponderà. Non farà necessariamente ciò che tu vuoi, ma ti darà molto più di quanto tu possa sperare.

giovedì 23 gennaio 2020

23 gennaio


Credendo in lui (Gesù Cristo) benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della vostra fede: la salvezza delle anime.
1 Pietro 1:8

… ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
Colossesi 1:12

Dalla perdizione alla vera gioia

Perduti tutti noi e immersi nel peccato,
senza gustare mai un po’ di libertà,
così erravamo, ignari che in questo grave stato
non ci restava che incontrar il giusto Tuo giudizio
e nelle tenebre restar, Signore, senza Te.

Ma ora abbiamo in cuore un canto d’allegrezza
e al desiderio Tuo con gioia rispondiam;
noi confessiamo insieme la nostra debolezza
per degnamente ricordar la morte che hai sofferto
e quel castigo che, per noi, prendesti su di Te.

Tu ora vivi in ciel, ma un giorno Tu sei morto
e noi viviamo in Te, e per l’eternità.
Se Ti pensiamo in gloria, là or che sei risorto,
possiamo insieme contemplar l’eccelsa Tua grandezza
ed aspettare il giorno in cui saremo accanto a Te.

mercoledì 22 gennaio 2020

22 gennaio


Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge.
Salmo 119:18

Gesù prese a dire: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli”.
Matteo 11:25

È solo una scusa

“Ci sono tante cose incomprensibili nella Bibbia, non la leggo più!” ci ha detto un amico.
È vero che nella Bibbia vi sono alcune parti difficili; anche l’apostolo Pietro dice che “vi sono alcune cose difficili a capirsi” (2 Pietro 3:16); ma possiamo assicurarvi che la maggior parte di essa tratta argomenti semplici, alla portata persino di un bambino. Il messaggio di fondo di Dio è facilmente comprensibile. E più si legge, più si avanza nella conoscenza e nella comprensione.
Ascoltate questa frase: “Non c'è nessun giusto, neppure uno… non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:10, 22-23). Se siete onesti, ammetterete di aver capito, anche perché percepite che la cosa vi riguarda. Ognuno di noi ha bisogno di essere liberato dalla triste condizione di peccatore perduto, lontano da Dio.
In maniera altrettanto semplice, Dio ci spiega come possiamo essere liberati dalla sua giusta condanna a causa del peccato: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:31). Anche questo versetto non presenta alcuna difficoltà di comprensione; dopo averlo letto nessuno potrà più dire: “Non sapevo cosa fare per essere salvato”!
Non cerchiamo inutili scuse. Leggiamo la Bibbia con preghiera e Dio, che ci conosce molto bene, un po’ alla volta ce la farà comprendere e amare.

martedì 21 gennaio 2020

21 gennaio

(Gesù disse:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo… Imparate da me… e voi troverete riposo per le anime vostre”.
Matteo 11:28, 29

Il problema è nell’interiore

Il miglioramento del tenore di vita non riesce a portare un maggior benessere interiore e ad incidere sul comportamento degli individui. Sempre di più la gente si sente stressata, disorientata, depressa. La società di oggi, essendo riuscita, almeno in certi paesi, a risolvere il problema della penuria di beni, pensa di avere trovato la chiave del benessere. Eppure, l’esperienza ha dimostrato che l’umanità, nonostante i progressi in campo tecnologico e medico, non ha raggiunto la felicità. Che delusione per chi faceva affidamento sulle risorse umane!
La prima causa dei problemi sta all’interno di noi. È il disordine che regna nel cuore e nella coscienza che rende l’essere umano moralmente malato e insoddisfatto, e quindi incapace di essere felice. C’è una sete interiore che l’uomo non riesce a calmare con i propri mezzi, neppure se vive nel benessere. L’uomo non conosce il senso della vita e del mondo che lo circonda. Soltanto da Dio, che è all’origine di tutto, può venire questa conoscenza.
Ecco perché bisogna leggere la Bibbia, la Parola di Dio, e crederla. Essa è l’unica sorgente che può calmare la nostra sete spirituale. Gesù ha detto: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” (Giovanni 7:37). Andate a questa sorgente: leggete il Vangelo. Non solo vi troverete la risposta ai vostri bisogni spirituali più profondi, ma imparerete a conoscere e ad amare Colui che è il fondamento di ogni speranza: Gesù Cristo.
Egli solo dà un senso alla nostra vita. Egli ci ama.

Il Vangelo è una parte della Bibbia. Se non lo possedete, chiedetelo all’Editore, che ve ne invierà gratuitamente un esemplare.

lunedì 20 gennaio 2020

20 gennaio


“Anche se ti lavassi con il nitro e usassi molto sapone, la tua iniquità lascerebbe una macchia davanti a me”, dice il Signore.
Geremia 2:22

“Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve”.
Isaia 1:18

Voltare pagina

In generale, ci piace formulare dei buoni propositi, soprattutto all’inizio dell’anno. È una cosa buona. Eppure, non è “voltando pagina” e proponendosi di far meglio in futuro che l’automobilista distratto, per esempio, si ritroverà nuova la sua auto sinistrata. Dovrà farla riparare. Allo stesso modo, un commerciante in fallimento non guadagnerà nulla “dimenticando” di includere i debiti nel bilancio.
Ogni pagina della nostra vita incomincia col “riporto” delle pagine precedenti. I buoni propositi che talvolta si traducono in cocenti delusioni, non sono in grado di cancellare il passato. In nessun caso possono annullare il male commesso. Il bene non cancella il male. Una sola colpa ci esclude dalla presenza di Dio, perché Lui non può assolutamente tollerare il male; rinnegherebbe la sua santità e la sua gloria.
Qualcuno si chiederà: Se così è, non posso far nulla per essere liberato dal mio passato? Dio risponde: “Da solo, non puoi. Ma io posso farlo: ho dato il mio Figlio per questo”. Il sacrificio di Gesù Cristo, morto per le nostre colpe, permette a Dio di offrire un perdono completo a chiunque viene a Lui convinto che Egli solo può salvare e cancellare le colpe. Allora è Dio stesso che “volta pagina” e dice: “Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità” (Ebrei 10:17). Il credente non dovrà più rispondere del suo passato. Una nuova strada si è aperta davanti a lui: ora può chiedere al Signore tutte le direttive per fare la sua volontà e “piacergli in ogni cosa” (Colossesi 1:10).

domenica 19 gennaio 2020

19 gennaio


I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera della sue mani.
Salmo 19:1

Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte le cose è Dio.
Ebrei 3:4

L’universo mostra Dio

“Se l’universo è comprensibile, è perché è ordinato. Ma da dove viene quest’ordine, da dove vengono queste leggi che governano i movimenti degli astri? Dicendo “ordine” non si può non sottintendere un’intelligenza ordinatrice. Sono arrivato a credere in Dio, e l’ho fatto attraverso la scienza, con una procedura scientifica. Io penso che la scienza imponga il pensiero dell’esistenza di Dio” (Pierre-Paul Grassé, paleontologo; 1895-1985).
Questo pensiero dello scienziato francese fa eco a ciò che dice la Bibbia: “Le sue qualità invisibili (di Dio), la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue” (Romani 1:20). La nostra intelligenza può condurci a riconoscere che Dio esiste, ma non ci dice come trovarlo, non ci indica nessuna via; Dio è infinitamente al di sopra dell’intelligenza umana.
Per poter essere conosciuto, Dio ha dovuto rivelarsi. Lo ha fatto prima per mezzo dei profeti, facendo scrivere la Bibbia, la Parola di Dio. E poi ci ha parlato nel suo Figlio Gesù Cristo, venuto dal cielo sulla terra. Ma per conoscerlo, bisogna credergli. La fede accoglie la rivelazione di Dio. La fede riceve ciò che Egli dice nella Bibbia.
Dandogli fiducia, accettando per vero quello che dice, posso avvicinarmi a Dio ed entrare in relazione con Lui. Dio non si lascia afferrare dai nostri ragionamenti, e nemmeno si impone. Dobbiamo desiderare di conoscerlo e chiedergli di rivelarsi al nostro cuore. Lo farà sicuramente.

sabato 18 gennaio 2020

18 gennaio


Siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio.
1 Pietro 1:23

Il fondamento della mia vita

Il tempo non ha cancellato il ricordo del giorno in cui, mentre pregavo nella mia camera, ho letto questa dichiarazione del Signore: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). L’ho preso in parola. Fu così che, proprio come dice la Bibbia, dopo aver udito la parola della verità, il Vangelo della mia salvezza, e avendo creduto in Cristo, ho “ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso” (Efesini1:13).
La mia conversione a Dio è un fatto certo. La mia salvezza non è né un’impressione né un sentimento, e non è neppure frutto dei miei sforzi e dei miei propositi. Dio è intervenuto e ha fatto della sua Parola eterna il fondamento della mia vita.
La morte espiatoria di Cristo e la sua Parola sono i due soli fondamenti reali della fede: essi soli ci procurano la pace con Dio.
Qualche tempo dopo aver fatto questo passo decisivo della fede, mi preoccupavo perché non sentivo né gioia né alcun genere di sentimento che io credevo dovesse seguire la conversione. Provai un profondo turbamento spirituale finché, un giorno, un’altra frase del Signore mi ha illuminato liberandomi dai dubbi: “Ho pregato per te – dice alludendo a Pietro – affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli” (Luca 22:32). 
La nostra relazione con Dio, ho capito allora, non si basa sui nostri sentimenti, ma sulla fiducia nella sua Parola. In questo mondo in cui tutto è continuamente messo in questione, la fede radicata in Cristo e nella sua Parola sarà sempre l’unico mezzo di salvezza.

H. E. Alexander

venerdì 17 gennaio 2020

17 gennaio

La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio.
1 Corinzi 1:18

La croce, una follia!

– Tutto ciò che mi dici di Gesù, della Bibbia, della croce, è semplicemente una follia!
La persona che si sentì dire questo rispose:
– Hai ragione; la Bibbia dice esattamente la stessa cosa. Leggi tu stesso quello che scrive l’apostolo Paolo: “La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono”.
Il mio collega aggrottò le sopracciglia. Le sue stesse parole lo avevano appena classificato fra “quelli che periscono”.
Che Dio doni la vita eterna a tutti quelli che mettono la loro fiducia in Gesù, morto sulla croce, è un fatto che pare assurdo perché non è compreso dall’intelligenza umana. Le nostre facoltà intellettive hanno delle capacità stupefacenti, però non sono in grado, in assenza della fede, di capire i pensieri di Dio.
Il messaggio della croce può essere una sorgente di potenza, ma anche una follia agli occhi dell’incredulo. Alla croce, Gesù è stato crocifisso. Come si può parlare di potenza?
Eppure l’apostolo Paolo dichiara: “È piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione… Predichiamo Cristo crocifisso… Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1 Corinzi 1:21-25).
“Cristo Gesù… è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1 Corinzi 1:30).

giovedì 16 gennaio 2020

16 gennaio


Per mezzo di Lui (Gesù Cristo) credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio.
1 Pietro 1:21

La fonte della nostra speranza

è per mezzo di Cristo, l’Agnello di Dio, che noi crediamo in Dio. Non è solo perché vediamo le meraviglie del creato, o perché sperimentiamo la provvidenza, e neppure grazie ai dieci comandamenti, ma per la rivelazione che Egli ha dato di se stesso nella persona di Cristo. Il fondamento di tutto ciò che conosciamo di Dio è l’Agnello di Dio, “già designato prima della fondazione del mondo” (v. 20), manifestato in terra, morto, risorto, glorificato.
Noi, creature di Dio, siamo perduti a causa della nostra natura di peccato ereditata dal primo uomo, Adamo. Era quindi necessario che fossimo riscattati, purificati, e che la morte di Cristo ponesse fine a tutto ciò che eravamo come discendenti di Adamo. Ma era anche necessario che il Signore Gesù trionfasse sulla morte e uscisse dalla tomba vittorioso. E così è stato: Dio ha risuscitato il suo amato Figlio e gli ha dato gloria.
La nostra fiducia e la nostra speranza sono che Egli agirà nel medesimo modo verso di noi. Dio, essendo stato glorificato dalla morte del suo Figlio, ha potuto adottare i credenti come suoi figli e dar loro un posto nella medesima gloria di Cristo.
Quindi, per quanto riguarda il nostro passato, Cristo ha tolto di mezzo ciò che ci rendeva indegni alla presenza di Dio, cioè i nostri peccati. Nel presente, Egli è con noi “tutti i giorni” (Matteo 28:20). E per il futuro, abbiamo la prospettiva di essere per sempre con Lui nella casa del Padre.

mercoledì 15 gennaio 2020

15 gennaio


Dio è potente, ma non respinge nessuno.
Giobbe 36:5

Guardate gli uccelli del cielo… il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?
Matteo 6:26

Gesù non disprezza nessuno

Qual è il prezzo di un essere umano? Per le esigenze delle Assicurazioni, si è arrivati a “prezzare” la vita dell’uomo. Ma che prezzo ha la sua anima immortale? Per Gesù Cristo, che pur conosce la nostra decadenza morale, essa ha più valore di tutte le ricchezze del mondo. Un giorno ha detto: “Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?” (Matteo 16:26).
Durante la sua vita sulla terra, il Signore si è distinto dai suoi contemporanei per l’amore con cui accoglieva gli emarginati della società. Egli non respingeva nessuno. I suoi rapporti coi Samaritani, che erano disprezzati dai Giudei, erano pieni di bontà. Egli permetteva che dei lebbrosi, che erano “intoccabili”, si avvicinassero a Lui, e in risposta alla loro fede li guariva. Riceveva a braccia aperte i bambini. Era pieno di compassione per tutta la miseria umana.
Ma ancora più di questo, ha dato se stesso alla morte della croce per espiare i peccati di tutti quelli che credono in lui, indipendentemente dal loro rango sociale e dalla loro condizione. “Dio è amore” (1 Giovanni 4:16), e lo ha dimostrato nel modo più splendido nel dono del suo Figlio Gesù Cristo.
Disprezzeremo questo amore, respingeremo questa dedizione sublime? Egli si è offerto per noi; riceviamolo nel cuore mediante la fede. Egli ci purificherà, ci darà una vita nuova, metterà in noi il desiderio e la forza di seguirlo e di imitarlo, di amare e servire il nostro prossimo con umiltà.

martedì 14 gennaio 2020

14 gennaio


(Gesù disse:) “Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato”.
Giovanni 10:9

Il Signore… è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
2 Pietro 3:9

La porta del palazzo

Una bambina di cinque anni ogni sera faceva la sua preghiera, con molta serietà: “Signore Gesù, io ti voglio bene, ma per favore non chiudere subito la porta del tuo palazzo; fa’ che anche il mio caro nonno possa entrare”. La preghiera infantile ma sincera di quella bambina ci ricorda una grande verità: oggi la porta del cielo è aperta, ma non lo sarà per sempre. Si è spalancata quando Gesù, sulla croce, ha pagato il riscatto per le nostre colpe (Matteo 20:28). E la pazienza di Dio la mantiene ancora aperta oggi, perché “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1 Timoteo 2:4). Ma un giorno sarà chiusa.
Quella bambina lo sapeva e si preoccupava per il nonno incredulo che non si era ancora reso conto di aver bisogno del Salvatore. Il nonno, forse, non si sentiva perduto perché non aveva commesso dei grandi peccati. Sovente la parola “peccato” suona male alla nostra coscienza che stenta a mettersi in questione. Quell’uomo probabilmente era davvero una persona perbene; ma abbassarsi a riconoscere la propria indegnità davanti al Dio santo per lui era umiliante. È difficile credere che i nostri peccati ci separano da Dio e che i nostri sforzi, i nostri meriti, non ci mettono nelle condizioni di essere da Lui accettati.
Forse oggi, per qualche nostro lettore, qualcuno che gli vuol bene sta pregando; anche lui è oggetto dell’amore e della pazienza di Dio. Anche per lui le mani di Gesù sono state forate.

lunedì 13 gennaio 2020

13 gennaio

Nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.
2 Pietro 1:21

Il libro delle certezze

Fra coloro che si dicono cristiani, ci sono persone in vista che pretendono di fondare le loro predicazioni sulla Bibbia, ma in realtà propagano le loro idee personali. Alcuni presunti veggenti annunciano ogni genere di sciagura, perfino la fine del mondo, e talvolta si spingono a fissare delle date precise.
La Bibbia non è un libro esoterico che possa avvalorare tali speculazioni. È la Parola di Dio. Essa mostra agli uomini che sono peccatori e meritano la Sua condanna. Dio vuole indirizzare i nostri sguardi verso Gesù Cristo che è la via, la verità e la vita (Giovanni 14:6). Chi legge con attenzione trova nella Bibbia tutto ciò che deve conoscere per essere salvato. Per quanto riguarda il passato, egli sa che i suoi peccati sono perdonati: Cristo li ha espiati sulla croce. Il presente lo vive nel favore di Dio, con cui è in pace (Romani 5:1, 2). La sua ragione di vita è Gesù Cristo, il suo Salvatore, che ha promesso di essere con lui tutti i giorni (Matteo 28:20). Quanto al futuro, il credente riceve delle certezze basate sulle promesse del Signore. Eccone alcune:
– “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). Malgrado le difficoltà che incontra, il credente giorno per giorno può mettere la sua fiducia in Dio per tutto ciò che lo riguarda.
– “Chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11:25). “Io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (6:40).
– “Tornerò e vi accoglierò presso di me” (Giovanni 14:3).

domenica 12 gennaio 2020

12 gennaio

Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi
Giacomo 4:8

Dio è amore.
1 Giovanni 4.8

Rivolgetevi a Dio

Sorrisi ironici o divertiti, beffe più o meno aperte, sono reazioni consuete quando si parla di preghiera. Eppure non sono pochi quelli che, di fronte alla propria incapacità di risolvere un problema, non esitano a “provare” la preghiera come ultima risorsa.
Per il credente, la preghiera non è qualcosa di mistico, di vago, di confuso; non è neppure una forma di superstizione. Non è l’ultima risorsa, ma il primo dei bisogni. È una vera comunicazione che si può stabilire con Dio, nella fiducia e nella dipendenza di un bambino davanti al suo Padre.
Conoscere Dio come Padre pieno di bontà significa aver accettato la salvezza che offre a tutti tramite il suo Figlio Gesù Cristo. Dio, per amore, ha voluto avvicinarsi alle sue creature ed entrare in relazione con loro. Così, mediante la preghiera, il credente può presentarsi davanti a Lui in ogni momento; nessun problema è troppo piccolo o troppo grande per Dio, nessuna difficoltà lo lascia indifferente.
Forse non sapete che grande privilegio è quello di mettersi in contatto col grande Dio del cielo e della terra. Ditegli che desiderate conoscerlo, usando le vostre parole e col sentimento che Egli è attento alla preghiera sincera. Apritegli il cuore, Egli vi risponderà. Non è una probabilità, ma una certezza. Egli è il Dio Salvatore che “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4). Dio non respinge nessuno.

sabato 11 gennaio 2020

11 gennaio


È ora ormai che ci svegliamo dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo.
Romani 13:11

“Risvegliati, o tu che dormi!”
Efesini 5:14

La mia sveglia

Non mi piace quella suoneria stridula che mi tira giù dal letto e mi preannuncia una nuova giornata di lavoro. Spesso sono tentato di farla tacere e riaddormentarmi. Oppure di lasciarla suonare nascondendo la testa sotto il cuscino per non sentirla.
Quando faccio così penso all’atteggiamento di molti di fronte al Vangelo. Preferiscono rimanere nel loro torpore e chiudono le orecchie ai richiami della grazia di Dio che li invita al pentimento.
Alle volte, quando la sveglia suona, mi concedo un quarto d’ora di riposo supplementare, pensando di riuscire poi a ricuperare il tempo perso. Allo stesso modo molti rimandano nel tempo la questione della loro relazione con Dio. Restano in una condizione di sonno spirituale, senza Dio, e non si preoccupano di regolare la questione dei loro peccati che li separano da Lui.
Il fatto di non alzarsi quando la sveglia suona non comporta sempre delle conseguenze irreparabili. Ma trascurare ripetutamente gli appelli di Dio che ci invita al pentimento è un fatto tragico perché coinvolge il nostro futuro eterno. Le sveglie che abbiamo in casa, più o meno gradevoli, servono a interrompere il nostro sonno. Il Vangelo fa lo stesso! Esso ci sollecita a risvegliarci e a ricevere la grazia di Dio e la vita eterna. L’ascolteremo o ci rimetteremo a dormire?

E se Dio, per svegliarmi, dovesse permettere una circostanza tragica che turba la mia vita? Facciamo attenzione. Non costringiamolo ad usare le maniere forti per scrollarci dal nostro torpore. Ma se lo fa, è solo perché ci ama.

venerdì 10 gennaio 2020

10 gennaio


E ora, o Signore, che aspetto? La mia speranza è in te.
Salmo 39:7

Che aspetto?

Aspettate anche voi dei giorni migliori? A volte la vita è difficile, e spesso assumo l’atteggiamento disilluso di chi “non ci crede più”. Basterebbe un po’ di fortuna, e le cose andrebbero meglio…
Che dono sarebbe un anno senza problemi! Buona salute, prosperità materiale, serenità in famiglia, successo negli affari… Tutti nutrono le stesse speranze.
Cosa mi aspetto dalla vita? Al di là delle difficoltà e delle gioie del momento, vorrei potermela godere. Non ho chiesto io di nascere e non voglio morire; quindi, la vita mi dia tutta la felicità che mi è dovuta! Così ragionano molti. Ma ci è proprio dovuta la felicità nelle cose della terra?
Esiste un’altra speranza. La Bibbia la definisce buona, beata, certa e gloriosa. È la speranza che Dio ci dà in Gesù Cristo. Per chi crede in Lui e alla salvezza che offre col suo sacrificio, tutto diventa nuovo e certo!
Non aspettate ancora per rivolgervi a Dio. È oggi il momento giusto per farlo. Il domani non ci appartiene. Ogni momento lontano da Dio è perso per sempre.
Anche Dio vi aspetta… Dite “sì” al suo amore. Andate a Lui. Rimettetegli tutta la vostra vita. Egli vuole riempirla e vi sta chiamando. Cosa gli risponderete? È troppo semplice accettare il dono di Dio?

giovedì 9 gennaio 2020

09 gennaio


Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.
Ebrei 11:3

Dio, nostro Salvatore… vuole che tutti gli uomini siano salvati.
1 Timoteo 2:3, 4

Dio creatore

“Nel principio Dio creò i cieli e la terra” (Genesi 1:1). Sono queste le prime parole della Bibbia. “Egli parlò, e la cosa fu” (Salmo 33:9). Dio chiama all’esistenza l’universo, dalle immense galassie al più piccolo granello di polvere, e questo a partire dal nulla e con la sola parola. Per Dio, creare non è dare un semplice impulso iniziale, per poi disinteressarsi della sua opera. Il Suo Figlio era con Lui nella creazione; anzi, “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui” (Colossesi 1:16-17). Anche in questo preciso istante Dio mantiene l’esistenza di tutto ciò che esiste, compreso la nostra vita.
Dio non può essere messo sullo stesso piano del creato. Tutti gli esseri dipendono da Lui per la loro esistenza, ma Egli non dipende da nessuno. Egli si definisce: “Io sono” (Esodo 3:14), con un presente che è eterno, nel passato e nel futuro. Dio è al di sopra di tutti. Lui solo merita di essere adorato perché è Dio.
Non viene forse spontaneo lodarlo di fronte alla maestà d’un paesaggio di montagna, all’immensità del mare, o anche semplicemente osservando la purezza del viso di un bimbo? Ma non fermiamoci mai alla contemplazione della bellezza, andiamo al suo Autore. Mediante la fede, possiamo conoscerlo come Dio Creatore, ma anche come Dio Salvatore. Egli ci ha creati perché potessimo rallegrarci della sua gioia e contemplare la sua gloria e il suo amore.

mercoledì 8 gennaio 2020

08 gennaio


Abbi pietà di me, o Dio, abbi pietà di me, perché l’anima mia cerca rifugio in te; e all’ombra delle tue ali io mi rifugio, finché sia passato il pericolo. Io invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che agisce in mio favore.
Salmo 57:1-2

Da un idolo al Salvatore

Davide passava tutto il tempo libero a elaborare la sua moto, che per lui era un vero idolo. Nelle sue corse sulle strade viaggiava come un corridore professionista. Un giorno, una vettura sportiva di grande potenza lo stava seguendo, ma lui non riusciva a distanziarla. Così si fermò. Si fermò anche l’automobilista che gli disse: “Complimenti! Che padronanza del mezzo, che spigliatezza! Correre dietro a te è un vero piacere. Sei proprio l’uomo giusto per correre per la marca di moto che io rappresento”. Davide intravedeva già gare, successo, gloria e denaro.
Dopo la moto, fu la volta dell’auto. Eccolo impegnato in un rally internazionale. Correva tutte le domeniche per essere in perfetta forma il giorno della gara.
"Una domenica – racconta – dopo che avevo guidato per diciannove ore di seguito, mi sono addormentato al volante. Mi hanno tirato fuori da un ammasso di ferraglie. Sul comodino del mio letto d’ospedale non avevo altro che un piccolo Nuovo Testamento regalatomi da una zia. Non l’avevo mai aperto, ma l’avevo sempre tenuto in tasca per farle piacere. Lo aprii a caso e lessi: “Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce” (Giacomo 4:14).
Un vapore che appare per un istante e poi svanisce… È vero, ho sfiorato la morte… e il giudizio di Dio che viene dopo (Ebrei 9:27). Dio mi parlava solennemente. Mi stavo rendendo conto della mia follia e della Sua misericordia."
Quel giorno, Davide trovò la pace con Dio e mise tutta la sua energia al servizio del suo nuovo Padrone.

martedì 7 gennaio 2020

07 gennaio


“Io sono Dio, il tuo Dio”.
“Mio è il mondo, con tutto quel che contiene”.
Salmo 50:7, 12

“Figlio mio, dammi il tuo cuore”.
Proverbi 23:26

Abbandono di sé

Un missionario predicava fra gli Indiani. Parlava di Gesù, il buon Pastore venuto nel mondo “per cercare e salvare ciò che era perduto” (Luca 19:10). Raccontava anche come il Signore aveva pregato nel giardino di Getsemani, che era stato esposto alle beffe e ai maltrattamenti, e che poi ha espiato i nostri peccati alla croce, abbandonato da Dio.
Un Indiano dal portamento nobile si avvicinò allora al missionario. Molto commosso, gli disse: “Gesù è morto anche per me, che sono un Indiano? Non ho della terra da dare a Gesù, ma vorrei dargli il mio cane e la mia borsa”. Il missionario gli rispose che il Signore Gesù si aspettava ben altro da lui.
“Allora io dò a Gesù il mio cane, la mia borsa e anche la mia coperta di lana. Sono un povero Indiano e non posso dare di più. Gli darò tutto quello che ho”.
Il predicatore gli rispose come aveva risposto prima. Allora l’uomo abbassò tristemente il capo e si mise a riflettere. All’improvviso alzò uno sguardo fiducioso e disse: “Ecco, qui c’è un Indiano. È questo che Gesù vuole da lui?” Che gioia per il missionario quando quell’Indiano si mise ai piedi del Signore e affidò tutta la sua vita a Lui che lo aveva tanto amato fino a dare Se stesso!
Abbandoniamoci completamente al Signore, Egli ne è degno! Ognuno di quelli che gli credono è felice di esprimerlo con le parole dell’apostolo Paolo: “La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20).

lunedì 6 gennaio 2020

06 gennaio

Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio.
Giovanni 3:3

Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome.
Giovanni 1:12

Vi occorre nascere di nuovo

Prima che nascessimo, cosa ne sapevamo del mondo? Chi avrebbe potuto spiegarci che alla nascita avremmo dovuto respirare, che avremo camminato e parlato, che il mondo attorno a noi era ben più vasto del seno materno? Abbiamo dovuto venire al mondo, entrare nella realtà della vita per renderci conto di tutto. Ma fra il nostro mondo e il regno di Dio c’è una differenza immensamente più grande di quella che c’è fra il seno materno e la realtà del mondo!
Ora, come per vedere la luce abbiamo dovuto nascere, così per entrare nel regno di Dio ci è necessaria una nuova nascita, una nascita “dall’alto”.
Lettore, forse ti chiederai, come a suo tempo Nicodemo: “Come può un uomo nascere quando è già vecchio?” (Giovanni 3:4). Ascoltate allora la risposta del Signore Gesù: “Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo” (Giovanni 3:6-7). Questa nascita di cui parla il Signore nel Vangelo è spirituale. Essa trae origine dalla Parola di Dio, dalla fede in Cristo, dall’azione dello Spirito Santo nel credente.
Caro lettore, è indispensabile che tu legga i Vangeli e che lo faccia con spirito aperto e umiltà. Chiedi al Signore di farsi conoscere, di entrare nella tua vita. Non tarderà a risponderti.