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mercoledì 31 maggio 2023

Alcune considerazioni sulla legge del Sinai (1/3)

La legge che Dio aveva dato al suo popolo d’Israele per mezzo di Mosè sul monte Sinai può essere considerata da diversi punti di vista, sui quali vorrei soffermarmi brevemente.


1. La legge mosaica era, in certo modo, lo statuto d’Israele. 

Per legge mosaica si intendono non soltanto i dieci comandamenti, ma tutto l’insieme di dottrine e di pratiche date ad Israele tramite Mosè. La legge diceva: “Non uccidere”, ma diceva anche: “Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano” (1 Cor. 9:9). Così, l’insieme degli insegnamenti di Mosè (morali, politici, cerimoniali ecc.), formava un tutto unico, che era “la legge”. I dieci comandamenti, scritti su due tavole di pietra, ne erano una sorta di riassunto, un compendio; tutto il resto può essere visto come lo sviluppo, secondo il pensiero di Dio, di queste due tavole. Per Israele, il decalogo era come uno statuto; tutte le altre leggi derivavano da esso.

Notate che la legge del Sinai non fu data ad Israele perché diventasse con questo mezzo il popolo di Dio. Esso era già prima il popolo di Dio, anche in Egitto, come Dio aveva detto: “Ho visto, ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto” (Esodo 3:7); era diventato tale dopo la chiamata di Abramo. Era il popolo che Dio aveva visitato e liberato dall’Egitto mediante il sangue dell’agnello della Pasqua; il popolo che Egli aveva radunato per abitare in mezzo a loro; il popolo che aveva condotto con la sua luce fino alla dimora della sua santità (Esodo 15:13 e 29:46), cioè attraverso il deserto, in attesa di portarlo alla dimora della sua gloria, in Canaan (Esodo 15:17); li aveva condotti nel deserto, dopo averli fatti passare per le profondità del mare, simbolo della morte, e dopo averli fatti uscire di là come per una specie di risurrezione. E’ dunque a questo popolo già formato che la legge fu data, per regolare i suoi rapporti con Dio. 

La grazia di Dio si è manifestata continuamente verso il popolo d’Israele, in mille occasioni. La stessa liberazione dall’Egitto non fu altro che un atto di grazia. Ma nel Nuovo Testamento la grazia considera tutti gli uomini come morti, rovinati, perduti, lontani da Dio; essa si avvicina agli uomini, che non sono popolo di Dio, affinché lo diventino; la grazia raduna i credenti perché diventino la dimora di Dio per lo Spirito. La legge invece era stata data a un popolo già formato e radunato.

Ma la legge di Mosè con quale scopo era stata data al popolo d’Israele?

Dio aveva dato ad Abramo e alla sua discendenza l’eredità di Canaan con delle promesse gratuite e senza condizione. La promessa del possesso di quel paese e di tutte le benedizioni terrene fu poi rinnovata a Israele, ma a condizione che il popolo ubbidisse alla legge (vedere Levitico 26). Da allora, tutte le sue promesse diventano “a condizione che”: “Se vi comportate secondo le mie leggi, se osservate i miei comandamenti, io vi darò le piogge... io farò sì che la pace regni nel paese... farò sparire dal paese le bestie feroci e la spada... Io mi volgerò verso di voi e vi renderò fecondi... Io stabilirò la mia dimora in mezzo a voi”.

La realtà ha dimostrato che quando le promesse divine dipendono da una condizione che l’uomo deve soddisfare, presto quelle promesse sono perse (Rom. 4:13-14). Infatti, che cosa avvenne? Israele, acconsentendo a possedere Canaan dietro impegno di ubbidire alle leggi di Dio, perse questa eredità; fu disperso in Babilonia, e ancora oggi è in buona parte disperso fra le nazioni. Quando un giorno possederà questa eredità, non sarà sulla base dell’ubbidienza alla legge, ma sarà solo per grazia di Dio, e grazie alla promessa gratuita che Dio aveva fatto ad Abramo. 

Questa è la grande lezione che Dio ha voluto dare agli uomini: l’uomo non è in grado di fare nulla di buono e non può meritarsi nulla. Notate infatti ciò che è annunciato per Israele e Giuda negli ultimi tempi (Ebrei 8); si tratta di un nuovo patto dove non c’è una sola condizione; tutto è grazia; è Dio che fa tutto. E quando la promessa è incondizionata, quando è Dio che s’incarica di fare tutto, allora le promesse sono sicure.

Noi credenti in Cristo siamo forse sotto la legge di Mosè? Abbiamo forse delle benedizioni terrene, con la promessa di una Canaan terrena? E, soprattutto, abbiamo della promesse sotto condizione? Grazie a Dio non è così. Tutto è per grazia, dall’inizio alla fine! Se ci mettessimo sotto la legge, o sotto una qualsiasi legge, vale a dire se volessimo far dipendere le benedizioni di Dio da una condizione che noi dobbiamo soddisfare, perderemmo tutto. “Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia” (Galati 5:4).

Si potrebbe obiettare che nel Nuovo Testamento c’è qualche espressione che sembra una condizione. E’ vero, ma molti passi della Parola ci rassicurano che tutta l’opera è di Dio (1 Cor. 1:8-9; 1 Tess.5:23,24, ecc...). 

Gli avvertimenti e queste specie di condizioni ci sono proposti per risvegliarci (2 Pietro 1:13), affinché, sentendo la nostra debolezza e la nostra incapacità, ci avviciniamo a Dio perché sia Lui a fare tutto in noi e rallegri i nostri cuori mediante la sua pura grazia, gratuita e senza condizioni. Ecco la nostra sicurezza, la nostra forza, la nostra gioia e la nostra felicità. 


31 maggio - La grazia ci insegna (2)

La grazia di Dio… ci insegna a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo.

Tito 2:11-12

 

La grazia ci insegna (2)

 

Ieri abbiamo considerato in che modo la grazia di Dio si è manifestata e ci ha portato la salvezza e la liberazione.

Ma essa fa anche altro: ammaestra e istruisce tutti coloro che hanno accettato la salvezza che Dio ha offerto loro. Così, la grazia che mi ha liberato dalle miserie del peccato, si manifesta ora nella mia vita giornaliera. Essa mi fa conoscere l’amore di Dio e chi Egli è; e mi fa capire ciò che si aspetta da me molto meglio di quanto non lo facesse la legge di Mosè dell’Antico Testamento. La grazia m’infonde il desiderio di piacere a Dio.

Rinunciare all’empietà e alle passioni mondane significa rifiutare tutto ciò che dispiace a Dio e che a volte, prima di conoscere il Signore, accettavo.

Essere un empio (termine che è il contrario di “pio”), vuol dire agire come se Dio non esistesse, essere indipendenti nei confronti Suoi e della Sua volontà. Tutto quello che viene fatto senza tenere conto di Dio, è un’empietà.

Le “passioni mondane” sono gli impulsi peccaminosi della nostra natura e tutto ciò che il mondo può offrire per stimolarli e farci cadere nel peccato. Quante proposte può offrirci Satana e quanto facilmente potremmo lasciarci tentare!

La via che la grazia apre al credente è quella che ha tracciato Gesù quand’era in terra. Siamo dunque sobri nella nostra vita personale e giusti nei nostri rapporti con gli altri. E coltiviamo una gioiosa relazione con Dio, vivendo di continuo nel Suo timore; non nella paura, ma nel rispetto di un figlio nei confronti del Padre che lo ama, e che ha dei diritti su tutti noi.

martedì 30 maggio 2023

30 maggio - La grazia si è manifestata (1)

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata.

Tito 2:11

 

La grazia si è manifestata (1)

 

Come mai è scritto che la grazia, che è una nozione astratta, si è manifestata?

Dio ci ha rivelato la Sua grazia per mezzo di Suo Figlio, mandato sulla terra in mezzo a noi. È per mezzo di Lui che si è manifestata, quando ha preso forma umana e ha reso visibili le caratteristiche essenziali di Dio: “La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (Giovanni 1:17). Tutti quelli che avevano occhi per vedere e orecchie per udire potevano imparare a conoscere la grazia di Dio attraverso le parole e le opere del Signore.

Per mezzo dell’annuncio del Vangelo, la “buona notizia”, la grazia si è manifestata come un nuovo messaggio che offre la liberazione all’uomo colpevole; non dice che Dio chiude un occhio di fronte alle colpe dell’uomo o che passa con leggerezza sopra il peccato. Questa non sarebbe grazia divina, perché la grazia di Dio è inseparabile dalla verità. No. Nel Vangelo è stata rivelata anche la giustizia di Dio: una giustizia che è stata soddisfatta dal Suo Figlio Gesù Cristo che mediante il Suo sacrificio ha pagato per noi colpevoli e ha subito la condanna che meritavamo; una giustizia che ora Egli attribuisce a tutti quelli che l’hanno accolto nel cuore come il loro Salvatore (Romani 3:22-26) e ai quali non chiederà mai più conto dei loro peccati.

La grazia che porta la salvezza è offerta a tutti, senza eccezione. Tutti sono invitati ad approfittarne. Non è un diritto, ma un dono gratuito da parte di Dio. A Lui è costato molto caro: la vita del Suo Figlio unico.

La grazia di Dio si è manifestata nella tua vita?


"Alzati... Proclama"

"La Parola del Signore fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini: Alzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me" (Giona 1:1 e 2).

La Parola che l'Eterno rivolge a Giona è un messaggio per Ninive. Notiamo che quando il Signore affida un'opera da compiere, dà anche le relative istruzioni. La Natura stessa è ai suoi ordini; alla sua voce, la terra inghiottì il ribelle Kore e tutti coloro che lo seguirono in quella rivolta (Num.16:31 a 33); il mare sommerse Faraone e tutto il suo esercito (Es. 14:27); un angelo del Signore colpì il campo degli Assiri sterminando 185.000 uomini (2 Re 19:35).

A volte Dio sceglie delle persone che sembrano le meno adatte per compiere i suoi disegni. Eppure, con la forza che Dio gli diede, Mosè, pastore di Jetro, liberò il popolo d'Israele dalla terribile schiavitù dell'Egitto; un'orfana, Ester, salvò i Giudei deportati della spada di Aman; un debole Giona, metterà in ginocchio Ninive, l'orgogliosa città delle nazioni.

"Alzati", dice l'Eterno a Giona. Il padrone ha parlato ed il servo deve soltanto ubbidire.

"Alzati". Ecco ciò che il Signore ha il diritto di dire a ciascuno di noi. Levati per andare dove io ti mando, per compiere l'opera che ho deciso di affidarti. Il riscattato di Cristo non ha più il diritto di fare la propria volontà né di disporre a suo piacere della propria persona. Noi non apparteniamo più a noi stessi, ma a Colui che ci ha comprati a caro prezzo (1 Cor. 6: 20). La nostra risposta dovrebbe sempre essere quella del giovane Samuele: "Parla, poiché il tuo servo ascolta" (1 Sam. 3:10) 

"Va' a Ninive, la grande città". Fu Caino che edificò la prima città (Gen. 4:17). Nello stato attuale in cui l'umanità è sprofondata, le città sono metropoli dove vi è maggiore libertà di fare il male, perché ci si nasconde facilmente tra la folla. E più gli uomini vivono vicini gli uni agli altri, più si corrompono a vicenda; ciascuno porta la sua parte di malvagità e depravazione, e di giorno in giorno l'iniquità generale aumenta.

Più il Signore mostra la sua grande pazienza e longanimità, più la ribellione si estende. Era il caso di Ninive. Ma il Signore si avvicina a passo lento quando viene per punire; si ferma molte volte, e manda davanti a Sé dei messaggeri per dire ai peccatori di pentirsi prima che il giudizio cada su di loro come una tempesta.

La malvagità di Ninive era salita davanti a Dio come anticamente l'omicidio di Caino e i crimini di Sodoma. Al grido delle loro iniquità rispondeva quello del giudizio di Dio. Tale era il funesto messaggio che doveva proclamare Giona in tutte le parti della città, sia davanti all'umile casa del povero, come nella sontuosa dimora del ricco e nel palazzo del re.

Ma non è soltanto a Ninive che si indirizza questo solenne avvertimento, bensì a tutti gli uomini.

Giona doveva gridare contro Ninive, far conoscere ad alta voce lo scontento di Dio. Certamente era un compito difficile e rischioso, ma Giona non aveva nessuna ragione per non compierlo; Dio lo mandava come profeta e le parole che doveva pronunciare potevano salvare migliaia di anime dalla punizione divina. Dio dice: "Io provo forse piacere se l'empio muore?… non ne provo piuttosto quando egli si converte dalle sue vie e vive? ...Io non provo nessun piacere per la morte di colui che muore, dice Dio, il Signore. Convertitevi dunque e vivrete" (Ezec. 18:23,32). Ah! se Giona avesse subito ubbidito, non avrebbe attraversato tante prove e provato tanta amarezza.

Questo è anche il messaggio che il Signore affida ai suoi riscattati. Egli ordina a tutti noi di annunciare con amore e fermezza la sua giustizia e la sua grazia a tutti coloro con i quali siamo a contatto. Ci ha fatto la grazia di rivelarsi a noi come il grande Dio salvatore e ora siamo suoi servitori; siamo dunque responsabili di avvertire il nostro prossimo e dire che, se non vogliono convertirsi, non sfuggiranno all'ira di Dio. Voglia il Signore illuminare la nostra mente e il nostro cuore affinché la sua Parola ci dia la rivelazione dei Suoi pensieri e ci attacchi sempre più a Colui il cui nome è "un profumo che si spande" (Cant. dei Cant. 1:3).

lunedì 29 maggio 2023

29 maggio - Chi è Gesù?

Gesù parlò loro di nuovo dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

“In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono”.

Giovanni 8:12, 58

 

Chi è Gesù?

 

È una domanda essenziale per ciascuno di noi: Gesù è soltanto un uomo o è qualcosa di più? Questa domanda già si poneva quando era sulla terra: era Lui il Messia promesso da Dio e annunciato dai profeti, o dovevano aspettarne un altro?

Un giorno, degli uomini religiosi ebbero una lunga discussione con Lui. Tutto era iniziato perché Gesù aveva dichiarato di essere “la luce del mondo”. Dopo molto tergiversare, finirono per porgli questa domanda: “Chi sei tu?” (Giovanni 8:25). Allora Gesù dichiarò loro che Egli esisteva già prima che Abraamo fosse nato! Prima di venire sulla terra Egli era con Dio (Giovanni 1:1-3), ma più che questo Egli è Dio, Figlio di Dio dall’eternità, e può dire di Sé “Io sono”, come l’Eterno aveva detto a Mosè: “Io sono colui che sono” (Esodo 3:14).

Gesù esisteva da sempre, e poi è venuto in terra e ha condiviso la nostra umanità, a parte il peccato. È stato crocifisso, è morto, ma è risuscitato ed è stato innalzato al cielo, nella gloria, Dio e Uomo allo stesso tempo

Quando ha chiamato dal cielo Saulo da Tarso, che diventò poi l’apostolo Paolo, gli ha detto: “Io sono Gesù, che tu perseguiti” (Atti 9:5). In realtà Saulo perseguitava i credenti, ed è bello che il Signore s’identifichi con loro. I credenti, salvati per la fede in Lui, purificati dai loro peccati dal Suo prezioso sangue, riscattati dalla schiavitù di Satana e del peccato, costituiscono la Chiesa del Signore. A loro, a tutti noi che crediamo, Gesù ha detto: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore… Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giovanni 14:2-3). I credenti aspettano con ansia l’adempimento di questa promessa. Lo aspettate anche voi?


domenica 28 maggio 2023

28 maggio - Qualche giorno in ritardo

Se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il Giusto.

1 Giovanni 2:1

 

Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!

2 Corinzi 6:2

 

Qualche giorno in ritardo

 

Una signora doveva essere processata per una grave infrazione. Le avevano indicato un bravo avvocato, molto stimato, che avrebbe potuto farle ottenere l’assoluzione. Più volte lei rimandò all’indomani l’incontro con quell’avvocato; ma un giorno, finalmente, si decise a chiedere un appuntamento, ed ecco la risposta che ricevette: “Signora, con mio grande dispiacere non potrò difendere la sua causa. Qualche giorno fa sono stato nominato Giudice. Continuerò a occuparmi ancora per qualche settimana delle cause in corso, ma non sono autorizzato a ricevere nuovi incarichi. Se mi avesse chiamato qualche giorno fa, avrei potuto difenderla”. È probabile che quella negligenza abbia condizionato l’esito del processo.

Ma c’è un’occasione in cui le conseguenze della nostra negligenza saranno sicuramente molto pesanti quando dovremo comparire davanti a Dio. La Bibbia ci ricorda quest’avvenimento solenne: “È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27).

Adesso, il Signore Gesù può non difendere la nostra causa davanti a Dio ma ottenere l’assoluzione poiché ha subito Lui al nostro posto la condanna che noi meritiamo. Lui è morto per i nostri peccati. Lui ha pagato. Rimandare a più tardi di ricorrere a Lui può essere troppo tardi. Trascurare di accettarlo come Salvatore significa esporsi a incontrarlo come Giudice (Romani 2:16). Gli increduli saranno chiamati un giorno a comparire davanti al loro Creatore, e saranno condannati.

Oggi potete ancora scegliere se incontrare un Padre che vi accoglierà nella Sua casa oppure un giusto Giudice che pronuncerà su di voi una condanna definitiva dalle conseguenze eterne.


sabato 27 maggio 2023

Arrossire

Si accendono i televisori e cosa vediamo? Solo orribili resoconti di violenza, disastri, fame, crimine e violenza. 

Dopo un po’, le menti diventano sature di cattive notizie e i cuori s’induriscono di fronte a questi fatti. Anche i più terribili resoconti sono "solamente un’altra storia di cronaca". 

Spesso mi chiedo se c’è qualcosa che ci possa ancora toccare. Abbiamo udito ogni cattiva notizia che era possibile udire. Quale disastro o calamità rimane che ci possa ancora impressionare?     

“Essi saranno confusi perché commettono delle abominazioni; non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire; perciò cadranno fra quelli che cadono; quando io li visiterò saranno abbattuti, dice il Signore” Geremia 8:12.

Vergognarsi? Cosa significa oggi questa parola?                   

Credo che il suo significato ormai si stia perdendo.                                    

Arriverà il giorno in cui la gente non arrossirà più. Il rossore della chiesa se n’è già andato, perché abbiamo già visto e sentito fin troppo. 

L’Europa, il continente che ha evangelizzato il mondo, che vanta profonde radici di cristianesimo, ha insieme agli Stati Uniti il tasso più elevato di criminalità minorile e, a sua volta, avrebbe bisogno di essere evangelizzata. 

Le sette sataniche e i gruppi esoterici dilagano in Europa avendo trovato un terreno ben fertile.

Cartomanzia, stregoneria, magia sono reputati pressoché giochi, curiosità, ma il baratro a cui conducono è di un buio spaventoso.

La chiesa è nella confusione più totale; sorgono del continuo nuovi movimenti pseudo cristiani. Le false dottrine si moltiplicano e nuove “teorie” prendono forma, tanto che la gente non vuole più sentire neppure menzionare il nome di Cristo! 

Le cosiddette “chiese” camminano a braccetto con confessioni che non hanno niente di cristiano e si indicono incontri per favorire l’ecumenismo; cosi milioni di persone vengono plagiate da false religioni e falsi culti.  

Si lotta per legalizzare la droga e i nuovi idoli dei giovanissimi ammettono tutti apertamente di farne uso e di trovare “ispirazione” e “stimolo” da questo.

“ Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo”  Genesi 6,5.                              

Dio giudicò la generazione di Noè per peccati analoghi o forse di gravità inferiore ai nostri. Quale follia pensare che noi potremmo essere risparmiati.

27 maggio - La preghiera: ciò che è, ciò che non è

Colui che ha fatto l’orecchio forse non ode? Colui che ha formato l’occhio forse non vede?... Il SIGNORE conosce i pensieri dell’uomo.

Salmo 94:9, 11

 

Ma Dio ha ascoltato, è stato attento alla voce della mia preghiera. Benedetto sia Dio che non ha respinto la mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia.

Salmo 66:19-20

 

La preghiera: ciò che è, ciò che non è

 

La vera preghiera non è la recitazione di formule imparate a memoria; e non è dal numero delle preghiere che si acquisisce qualche merito davanti a Dio.

La preghiera non è nemmeno un sistema per riuscire a colpo sicuro negli esami o negli affari, o per garantirsi contro i rischi.

La preghiera non è una specie di “fuga” dalla realtà riservata ai deboli che cercano di evadere dai problemi, o a quelli che non sanno assumersi le proprie responsabilità. Non deve essere nemmeno l’ultima risorsa quando tutte le altre sono esaurite, né l’ultimo strumento di cui servirsi in caso di gravi difficoltà.

No, niente di tutto questo. La preghiera è una conversazione fra l’essere umano e il suo Creatore. È parlare a Dio con la semplicità di un bambino che parla a suo padre; è parlare al Signore Gesù, il Figlio di Dio, che è venuto a condividere la nostra condizione umana. A Lui possiamo confidare le nostre preoccupazioni, le pene, le gioie, i progetti, con la certezza che Egli ascolta, e che risponderà concedendo ciò che è bene per noi. È Lui che dobbiamo ringraziare. Se Dio parla a noi per mezzo della Sua Parola, la Bibbia, vuole che anche noi parliamo a Lui per mezzo della preghiera. Facciamolo con spontaneità, con parole semplici e un cuore sincero e fiducioso. “Dio è amore” (1 Giovanni 4:8), e il fatto che ci ascolti ne è la prova.

La preghiera è stata definita “il respiro dell’anima”. Pregare, ha detto qualcuno, è avere degli interessi in comune con il cielo!


venerdì 26 maggio 2023

Profezie riguardanti il Messia

Nella Scrittura ci sono delle profezie dettagliate riguardo al Messia sofferente che ci anticipano sia le sue sofferenze che il rifiuto del popolo. Uno dei grandi brani su questo rifiuto è Isaia 53. In questo passo, il profeta, che era un ebreo e scrisse 700 anni prima della nascita di Cristo, anticipa il fatto che il popolo avrebbe respinto proprio colui che attendeva.

Sarebbe stato “disprezzato e abbandonato” e anticipa quello che era lo scopo della sua venuta: sarebbe stato il sostituto per l'iniquità e la malvagità dell'uomo. “Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato...Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti” (v.4-5). 

La cosa triste è che questo brano non viene più letto nei templi nei giorni festivi come lo era una volta. I rabbini danno una nuova interpretazione a questo brano spiegando che questa persona di cui sta parlando la profezia è Israele. Ma il passo è ben chiaro “Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo; e tra quelli della sua generazione chi rifletté che egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a causa dei peccati del mio popolo?” (v.8). Il popolo non poteva esser il sostituto di se stesso. Per non parlare del fatto che è precisato che “gli avrebbero assegnato una sepoltura con gli empi” cioè i ladroni, ma “nella sua morte sarebbe stato con il ricco” riferimento a Giuseppe D'Arimatea che lo seppellì nella propria tomba. Fatto ben noto agli Ebrei. Bisogna ben chiudere gli occhi volutamente per non vedere in questa descrizione la figura del Signore Gesù.

E' impressionane poi la precisione delle profezie contenute nel Salmo 22. Anche le antiche scuole rabbiniche riconoscono questo salmo come Parola di Dio. Il salmista ci dà una descrizione particolareggiata e precisa di una persona che viene crocifissa. Egli parla della sofferenza del Messia come se si trovasse sulla croce con Lui, soffrendo la sua pena, vedendo la gente e gli avvenimenti intorno. Potrà dire “io sono come acqua che si sparge”.

E' un versetto che mi ha sempre fatto effetto perché lo collegavo con il passo dei Giudici:  “Permetti che io faccia un'altra prova con il vello: resti asciutto soltanto il vello e ci sia della rugiada su tutto il terreno”  6:39. Il vello pieno di rugiada sarebbe rimasto asciutto affinché le benedizioni di Dio potessero giungere fino a noi e per questo, Lui, è stato come acqua che si sparge.

26 maggio - Fede o opere?

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Romani 5:1

 

Fede o opere?

 

“È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9).

Un evangelista stava spiegando questo testo. Noi siamo riconciliati con Dio, abbiamo la pace con Lui esclusivamente per mezzo della fede; è un dono che Dio ci fa. La salvezza non si guadagna, non si merita, né tanto meno si acquista, diceva. Un ascoltatore, convinto che le opere fossero necessarie per la salvezza, gli citò un altro testo biblico: “Voi vedete che l’uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto” (Giacomo 2:24). C’è contraddizione?

La Bibbia è la Parola di Dio, lo Spirito Santo ne è l’autore. Dio non si contraddice. Questi due versetti esprimono due punti di vista diversi e complementari: ciò che Dio vede e ciò che possono vedere gli uomini. Dio è in grado di leggere nei nostri pensieri e nei nostri cuori. Sa se qualcuno si appoggia esclusivamente sull’opera di Cristo per essere salvato. Se così è, riceve un perdono incondizionato. La fede è un atto di fiducia in Lui e non una semplice adesione a un insieme di dogmi. Ma per gli uomini, che vedono solo il risultato esteriore della trasformazione interiore del credente, sono le opere che rendono visibile la fede. Le opere di un cristiano devono essere coerenti con ciò che è dentro di lui; la sua vita giornaliera deve mostrare la sua fede. Se non è così, la fede che quella persona dice di avere non è la fede vera, non è quella che Dio richiede.

Così, prima ci vuole la fede per afferrare la salvezza che Dio offre, poi vengono le azioni, come frutti della vita divina e testimonianza dell’amore e della santità di Dio.


giovedì 25 maggio 2023

Utile comune

Un fratello diceva: Io sono un ciclista amatoriale. Ho pertanto beneficiato spesse volte di quel fenomeno chiamato “scia”. Per fare un esempio, in un gruppo che viaggia a 54 km/h, lo sforzo di chi si trova nel centro equivale a quello che sosterrebbe per andare a 15 km/h da solo.

Anche in natura gli animali sfruttano il medesimo principio. 

Le oche selvatiche, quando in prossimità dell’inverno si apprestano a migrare verso terre più calde, assumo la classica formazione a “V”. Quando l’oca di testa sbatte le sue ali per volare, fornisce una spinta verso l’alto per l’oca seguente, facendole risparmiare circa il 70% delle proprie energie.

Quando un gruppo di persone viaggiano nella medesima direzione, si sostengono reciprocamente e beneficiano uno/a delle qualità e delle energie dell’altro/a. Questo principio è ovviamente valido anche in campo spirituale.

“seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell'amore” Efesini 4:15-16. 

Certo, noi facciamo parte di una chiesa e non siamo lì solo per beneficiare dell'aiuto degli altri, cosa che rimane vera, ma siamo lì anche per essere di aiuto gli uni agli altri. In che modo? 

Seguendo la verità nell'amore. Senza mai scostarsi dalla verità e dall'amore. Non esistono compromessi. La verità è l'elemento nel quale siamo chiamati a vivere e l'amore e il movente che deve dirigerei nostri passi.

I doni fortificano i santi, i quali, impegnandosi nel servizio attivo crescono e contribuiscono allo sviluppo del corpo. Ogni giuntura e ogni legamento svolgono un ruolo nella crescita e a vantaggio del corpo, ma tutto deve essere ben collegato e ben connesso. 

“Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune” 1 Cor.12:7. 

Lo Spirito si manifesta nella vita di ciascun credente attraverso l'elargizione di doni spirituali. Non esiste un credente privo di una mansione propria. I Doni sono dati per il bene e l'utilità comune dell'intero corpo.

Quando ogni credente svolge il ruolo assegnatogli, il corpo cresce con armonia.

E' meraviglioso vedere uomo che ha ricevuto un dono dallo Spirito Santo un dono particolare, ma è ancora più bello vedere uomo che esercita il proprio dono per edificare gli altri nella fede.

25 maggio - Il fariseo e l’esattore delle imposte

Chiunque s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato.

Luca 18:14

 

Non essere precipitoso nel parlare e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio; perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra: le tue parole siano dunque poche.

Ecclesiaste 5:2

 

Il fariseo e l’esattore delle imposte 

Alcune parabole: 13. Luca 18:9-14

 

Riassunto: Un fariseo (membro di un partito religioso in vista) e un pubblicano (un esattore delle tasse per conto degli occupanti Romani) vanno al tempio per pregare. Il primo si crede migliore degli altri uomini e per questo ringrazia Dio. Il secondo, invece, cosciente delle proprie colpe, implora la grazia di Dio: “Abbi pietà di me, peccatore!” Il Signore, allora, fa conoscere l’apprezzamento di Dio: è il secondo a essere giustificato, non il primo.

Significato: Il fariseo rappresenta coloro che hanno fiducia in se stessi e nelle loro pratiche religiose, e si ritengono superiori agli altri. L’esattore delle tasse, probabilmente disonesto, raffigura coloro che sono consapevoli di essere peccatori e indegni davanti a Dio, e lo pregano con umiltà e fede.

Insegnamento: A giudicare dall’apparenza, l’atteggiamento dei due era identico, ed era buono: essi pregavano nel tempio! Ma questo non è sufficiente; quello che conta è la condizione del cuore, che è messa in luce dalle parole dei due uomini. Se crediamo di avere dei meriti davanti a Dio ci inganniamo. Noi siamo salvati “per grazia... mediante la fede… Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9).

L’esattore delle tasse sapeva di essere un peccatore e contava solo sulla grazia di Dio e sul Suo perdono. Lasciando il tempio, ha potuto tornarsene a casa col cuore in pace. Dio l’aveva sicuramente ascoltato e l’aveva accolto.


mercoledì 24 maggio 2023

Da dove mi verrà l'aiuto?

“Alzo gli occhi verso i monti...Da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto vien dal SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra. Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco” Salmo 121:1-4.

Io non guardo indietro. Dio conosce i miei inutili sforzi, le ore perdute, i miei peccati e i miei rimorsi. Io lascio tutto a Dio che mi ha dato un Salvatore e mi ha perdonato grazie alla sua misericordia. Egli, tramite Cristo, ha cancellato tutte le mie colpe.

Io non guardo avanti. Dio conosce il mio avvenire, la mia strada che, lunga o breve, mi condurrà alla sua casa. Il Signore Gesù sarà con me in ogni prova e porterà per me il carico.

Io non guardo intorno a me. I timori mi assalirebbero, tanto è grande il fragore del mare agitato della vita, tanto buio è il mondo pieno di malvagità, tanto vane sono le speranze di felicità e di pace che esso mi offre.

Io non guardo dentro di me, cosa che mi renderebbe infelice, perché non ho nulla in me su cui fondare la mia speranza. Non vedo altro che mancanze e deboli risoluzioni che finiscono in polvere.

Ma io alzo gli occhi verso l'alto, verso i monti perché il mio aiuto viene dal Signore, là il mio sguardo e il mio cuore possono trovare pace; i miei timori si acquietano; là trovo la gioia e l'amore.

24 maggio - Un “test” per un cristiano

Dal frutto si conosce l’albero.

Matteo 12:33

 

Vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta.

Efesini 4:1

 

Un “test” per un cristiano

 

Qualche decennio fa, a Houston, in Texas, un predicatore cristiano prende l’autobus che lo porterà nel luogo in cui deve evangelizzare in pubblico. Si siede, conta il resto che gli ha dato il conducente, e si accorge che ci sono 40 centesimi in più. Giunto a destinazione, al momento di scendere dall’autobus, esita, poi allunga i 40 centesimi al conducente dicendo: “Mi ha dato troppo resto”. Il conducente gli sorride e gli chiede: “È lei il nuovo pastore del quartiere?”

– Sì.

– Ebbene, riprende l’autista, da un po’ di tempo stavo pensando di frequentare la chiesa, e volevo proprio vedere come lei avrebbe reagito se le avessi dato troppo resto. Ci vediamo domenica prossima nella sala delle riunioni…

Il nostro modo di vivere è spesso il primo mezzo per far conoscere il Vangelo di Cristo a quelli che ci stanno a fianco. Il Signore Gesù ha detto che noi siamo la luce del mondo (Matteo 5:14). La nostra vita dimostra nella pratica le cose in cui crediamo. L’esempio di quell’evangelista illustra in che modo ci guardano gli altri, e ci avvisa che possiamo essere valutati proprio in base al nostro comportamento. Noi tutti siamo chiamati a fare ciò che è onesto davanti agli uomini (Romani 12:17), sia nei piccoli dettagli sia nelle cose più importanti. Ricordiamoci che un cristiano porta il nome di Gesù Cristo. Badiamo bene alle nostre parole e alle nostre azioni.

martedì 23 maggio 2023

Controindicazioni

“Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine” Matteo 24:6. 

Come molti italiani, in questo periodo, ho dovuto vedermela con il virus RNA dell'influenza. Il medico, di conseguenza, mi ha prescritto delle medicine che ho assunto regolarmente. Il foglietto illustrativo del prodotto, come a solito, conteneva un ampio spazio dedicato alle controindicazioni. Certo le case farmaceutiche devono cautelarsi da ogni possibile evenienza ma c'è da chiedersi che cosa accadrebbe se questa prassi di mettere in guardia le persone si divulgasse nella vita degli uomini. Dovremmo istituire degli incaricati che si presentino negli ospedali, nel reparto maternità, a leggere le controindicazioni a tutti i bambini appena venuti al mondo.

“Ti diamo il benvenuto in questo mondo e ti vorremo avvisare subito che la vita umana, come è noto, finisce con la morte. Durante essa è possibile contrarre virus mortali, danni permanenti da agenti chimici dissolti nell'aria che noi stessi produciamo o più comunemente emessi dalle nostre auto, subire infortuni gravi per l'imperizia tua o per quella di altri. La vita che ti appresti a vivere è inclusiva di dolori, angosce, depressione, incontri con comportamenti violenti, autisti ubriachi, squilibri climatici e disastri nucleari. Gli effetti collaterali della vita includono, malattie genetiche, nuovi virus, infarti, ictus e casualità molto spiacevoli. La vita umana non è consigliabile ad alcuno che non sia in grado di condividere il pianeta con despoti che hanno a loro disposizione arsenali bellici in grado di sconvolgere la vita sulla terra, se la persona sbagliata schiaccia il pulsante sbagliato, beh la tua permanenza quaggiù potrebbe essere estremamente breve. Qualcuno forse ti dirà che le cose sono destinate a migliorare ma non devi credergli, “perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi”  2 Timoteo  3:2-4. Comunque benvenuto in questo nostro mondo.”

Vivere è uno sforzo pericoloso. Trascorriamo i vostri giorni all'ombra di minacciose realtà e il Signore ci dice che queste cose arriveranno a maturazione. Le guerre, i terremoti che vediamo avvenire ai nostri giorni sono solo un adempimento parziale; si intensificheranno fino ad un totale adempimento futuro. Avremmo sicuramente da essere turbati, ma le parole del Signore ci invitano ad non esserlo. Queste cose dovranno avere il loro apice durante la prima metà della grande tribolazione, ma i credenti hanno una grande speranza: “Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra” Apocalisse 3:10.

Questa è una promessa di liberazione dal periodo descritto sopra. Saranno preservati da quei terribili momenti. Ogni credente può ben dire: “E ora, o Signore, che aspetto? La mia speranza è in te” Salmo 39:7.

23 maggio - Tre obiettivi

Che altro richiede da te il SIGNORE, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?

Michea 6:8

 

Tre obiettivi

 

Amici cristiani, Dio conosce le disposizioni interiori di ciascuno di noi. Per mezzo del profeta Michea, ci indica tre modi per orientare la nostra vita in modo da piacergli.

Che tu pratichi la giustizia. Essere giusti con le nostre parole, nei nostri giudizi, nelle nostre relazioni con gli altri. Questa giustizia si nota presto in un mondo dove regnano menzogna e ipocrisia. Essa è alla base della testimonianza cristiana e mette in evidenza una delle caratteristiche di Dio.

Che tu ami la misericordia. “Siate dunque misericordiosi come è misericordioso anche il Padre vostro” (Luca 6:36). Dio è la sorgente della misericordia e Gesù ne è l’espressione perfetta. La misericordia ci porta a ricercare il bene di coloro che ci attorniano, e a rispondere ai loro bisogni spirituali, affettivi o materiali, senza lasciarci scoraggiare dall’indifferenza o dal disprezzo.

Che cammini umilmente con il tuo Dio. I primi due punti riguardano le nostre relazioni con i nostri simili; quest’ultimo riguarda il nostro atteggiamento nei Suoi confronti. Egli è il nostro Creatore e il nostro grande Dio salvatore. È Lui che ci sostiene nella nostra vita. Se capiamo veramente che dobbiamo tutto a Lui, ci manterremo umili, e conteremo sul Suo aiuto per fare la Sua volontà giorno dopo giorno.

Soltanto il Signore Gesù ha compiuto perfettamente ciò che Dio si aspettava dall’uomo. Dio, dal cielo, ha potuto dirgli: “Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto” (Marco 1:11).

Noi siamo invitati a seguirlo e ad imitarlo.


lunedì 22 maggio 2023

22 maggio - Due aspetti della croce di Cristo

(Cristo) ha fatto la pace mediante il sangue della sua croce.

Colossesi 1:20

 

Quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo.

Galati 6:14

 

Due aspetti della croce di Cristo

 

–  Il fondamento della nostra pace con Dio.

Sulla croce, Gesù ha dato la Sua vita e ha portato il castigo che i nostri peccati meritavano. In questo modo, se crediamo in Lui, la croce è il fondamento della nostra pace con Dio. In essa vediamo Dio come Colui che “ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio” (Giovanni 3:16). Alla croce di Cristo, Egli si è rivelato sia come Colui che ci ama, sia come Colui che è perfettamente giusto. Là Dio ha condannato il peccato e può giustificare il peccatore che si pente (Romani 3:26). Alla croce, la grazia di Dio ci rialza e ci salva, ci riconcilia con Lui, fa di noi Suoi figli e ci accoglie alla Sua presenza. Questo ci riempie di riconoscenza e di lode.

–  Il fondamento della nostra testimonianza giornaliera.

Se da un lato la croce di Cristo ci lega a Dio, d’altro lato ci separa moralmente dal mondo e fa di noi degli stranieri sulla terra. Non stupiamoci se anche noi, come il nostro Salvatore, siamo rifiutati dal mondo. Se la croce si è posta fra noi e i nostri peccati, e abbiamo la salvezza, si pone anche fra noi e il mondo per la nostra santificazione. Nel primo caso ci mette in pace con Dio; nel secondo ci mette in opposizione col mondo, nel quale tuttavia dobbiamo vivere e fare il bene, imitando Cristo.

Ricordiamo questi due aspetti della croce. Accetteremo forse il primo e rifiuteremo il secondo? Alla croce, Dio ci invita a entrare “nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:13), ma anche a uscire, moralmente parlando, dal mondo di cui Satana è attualmente il capo.


domenica 21 maggio 2023

21 maggio - “Vada a vivere nel castello!”

Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo.

Romani 8:17

 

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente.

Colossesi 3:16

 

“Vada a vivere nel castello!”

 

Un uomo povero ha ricevuto un’eredità inaspettata. Uno zio senza figli è morto all’improvviso, e lui è l’unico erede. Eccolo di colpo proprietario di un castello, circondato da una vasta tenuta. È ricco! Deve prendere possesso di quell’eredità ma, intimidito, non si decide ad andare ad abitare nel castello; così si stabilisce con la sua famiglia in una casetta destinata al custode del parco. Il notaio viene a fargli visita e, stupito, esclama: “Ma, signore, vada a vivere nel castello!” E gli mostra il documento che comprova che tutto gli appartiene. “Che peccato possedere un castello e accontentarsi di un alloggio così piccolo e scomodo!”

Ricevendo Gesù per fede diventiamo figli di Dio ed eredi delle ricchezze divine. Ma la nostra vita cristiana spesso è povera e misera; sappiamo di essere salvati, ma non ci appropriamo con gioia delle ricchezze che Gesù ci offre: il perdono di tutti i nostri peccati, il favore permanente di Dio, la conoscenza del Padre, l’accesso a Lui per mezzo della preghiera, la liberazione dalla potenza del peccato, la speranza della vita eterna, la prospettiva di partecipare alla gloria del Figlio di Dio nella casa del Padre, e tutta la gioia e la pace che Dio vuole farci sperimentare già fin dalla terra.

“L’atto notarile” per mezzo del quale veniamo a conoscenza dei nostri diritti è la Parola di Dio. Leggiamola con attenzione, e scopriremo quanto siamo ricchi (1 Pietro 1:3-5).

sabato 20 maggio 2023

20 maggio - Non immischiarsi con la tentazione

Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato quando è compiuto produce la morte.

Giacomo 1:14-15

 

Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici… fugga il male e faccia il bene.

1 Pietro 3:10-11

 

Non immischiarsi con la tentazione

 

 “Non ci esporre alla tentazione”; è la richiesta giornaliera d’innumerevoli cristiani che recitano il cosiddetto “Padre nostro”. Però, allo stesso tempo, molti di loro, con incredibile leggerezza, si espongono alle tentazioni. Bisogna ammettere che non è facile evitare le tentazioni nella nostra società invasa da immagini provocanti e sfruttate come non mai dalla pubblicità. Ciò che è mostrato senza pudore dalla televisione o sui siti internet o in certi luoghi di vacanza col pretesto di doversi liberare dai tabù, dalle ipocrisie e dai complessi di colpa, costituisce una continua aggressione ai nostri occhi e ai nostri sensi.

Un autore cristiano ha scritto: “Non tentiamo di convivere pacificamente con la tentazione! Se guardi con piacere delle cose che richiamano pensieri corrotti o stimolano desideri che non riesci a controllare, stai aprendo la porta al peccato e ti esponi a cadere. Se certe riviste o certi siti producono in te un’insana curiosità, evitali. Se la tua amicizia con certe persone ti rende vulnerabile, non avere nulla a che fare con loro!”

Se vogliamo contare sull’aiuto di Dio per resistere, cioè per restare puri in mezzo a un mondo impuro, dobbiamo vivere la nostra vita sia nella consapevolezza della nostra debolezza sia nella consapevolezza della potenza del diavolo. Non dimentichiamo che dietro alla tentazione c’è sempre il tentatore. Fuggiamolo!


venerdì 19 maggio 2023

Incoerenze

La chiesa di Corinto viveva una situazione di grande ambiguità.

Questa ambiguità deve essere oggetto di una riflessione attenta per i credenti del tempo attuale.

Dobbiamo fare anche una riflessione. Oggi le chiese si preoccupano molto di attività sociali verso gli altri. Cose buone e lodevoli, ma non credo che ci sia la stessa preoccupazione per lo stato spirituale dei suoi componenti.

La chiesa di Corinto viveva immersa nelle sue molte incoerenze.

“Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita!” 1 Cor.6:2-3.

Dalla domanda di apertura traspare il senso di sorpresa difronte al fatto che un fratello ne chiami un altro in giudizio davanti agli ingiusti. Paolo considera un segno di incoerenza, da parte di coloro che conoscono la vera giustizia, recarsi dinanzi a persone non contraddistinte dalla giustizia. Riuscite ad immaginare dei credenti che cercano giustizia da chi non è in grado di offrirla?

Una seconda evidente contraddizione è data dal fatto che coloro che un giorno dovranno giudicare il mondo non sono in grado di giudicare questioni banali che sorgono fra loro.

Paolo rammenta ai corinzi che giudicheranno gli angeli. Quando Cristo regnerà e in virtù della nostra unione con Lui che la Scrittura può affermare questo.

E' possibile che in un assemblea che si vanta della propria sapienza e della ricca elargizione di doni dei suoi membri, non vi sia neppure una persona saggia in grado di risolvere delle questioni del genere?

Poi: “vi radunate non per il meglio, ma per il peggio” 1 Cor. 11:17. Quando si riunivano per gli incontri pubblici, quei credenti si radunavano non per il meglio, ma per il peggio. Per noi è un solenne monito riguardo alla possibilità che gli incontri della chiesa arrechino più danno che benedizioni. Pensate all'assurdità di tale condotta. Purtroppo, l'incoerenza è una malattia che tocca ogni cristiano. Dio, invece, desidera che nella Sua “casa” vi sia gioia ed edificazione. “Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità” 3 Gio. 4. 

Paolo poi continua: “Poiché, prima di tutto, sento che quando vi riunite in assemblea ci sono divisioni tra voi” ver.18. Fra i motivi di rimprovero c'è anche questo: l'esistenza di divisioni. Vuole dire che all'interno della chiesa si erano formate delle “fazioni”. Paolo non stentava a credere che la chiesa si stesse così frazionando al suo interno. In questa situazione non potevano realizzare la benedizione della presenza del Signore, perché si era perso il senso della santità di Dio. Mancanza di discernimento, incoerenza, rivalità. Come poteva il Signore essere presente in queste condizioni? 

Si dava largo spazio non al frutto dello Spirito, ma alle opere della carne. “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni” Galati 5:19-20.

Com'è possibile proclamare la nostra unità in Cristo se sono presenti questi problemi nelle nostre chiese?

“Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo” ver. 22. Noi non ci raduniamo per celebrare un rito. Non cerchiamo l'apparenza ma la realtà delle benedizioni divine e per questo dobbiamo essere ben desti e vigili nello Spirito.

19 maggio - Né visto, né saputo

Gli occhi del SIGNORE sono in ogni luogo, osservano i cattivi e i buoni.

Proverbi 15:3

 

Il SIGNORE scruta tutti i cuori e penetra tutti i disegni e tutti i pensieri.

1 Cronache 28:9

 

Né visto, né saputo

 

I satelliti artificiali, di notevole precisione, permettono una localizzazione con lo scarto di pochi metri. Qualsiasi individuo munito di un apparecchio ricevitore, che ne sia più o meno consapevole, potrebbe essere seguito passo dopo passo, senza poter nascondere i suoi spostamenti.

Ma pensate alla precisione dello sguardo di Dio! Essa supera infinitamente quella dei satelliti! La Bibbia dice che Dio “vede tutti i figli degli uomini” (Salmo 33:13). Quando commettiamo qualche atto di cui non andiamo fieri, non tranquillizziamoci pensando che nessuno ci ha visti, che nessuno ha saputo nulla… È inutile che ci illudiamo; Dio ha visto tutto!

Ma quali sentimenti produce in me l’idea che Dio sa tutto di me, a partire dal mio stato d’animo, i miei pensieri, le passioni che nutro nel profondo del mio essere? È bene che la consapevolezza dello sguardo penetrante di Dio ci spinga a riconoscere davanti a Lui le nostre colpe. “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9).

Se al peccatore lo sguardo di Dio fa paura, per il credente è sempre rassicurante. La Sua attenzione costante ha lo scopo di assicurargli protezione e sostegno, e lo stimola alla vigilanza. Il cristiano conosce Dio come Padre e sa che “l’occhio del SIGNORE è su quelli che lo temono, su quelli che sperano nella sua benevolenza, per liberarli dalla morte e conservarli in vita in tempo di fame” (Salmo 33:18-19).