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martedì 30 novembre 2021

Dio per noi

“Se Dio è per noi...” Romani 8:31.

Amo credere che la maggior parte di voi comprenda l'importanza, per ogni uomo che cammina verso il cielo, di sapere che “Dio è per noi”. Per noi il suo favore, il suo amore,  la sua grazia.

Qualcuno dirà: Perché non sarebbe per me? Che cosa ho fatto per non meritare il suo favore? Altri considerano questa questione come trascurabile, si preoccupano solo della loro salute e del proprio benessere. Pochissimo ci si preoccupa che Dio sia per o contro di noi.

Infatti si è stupiti di vedere con quale indifferenza l'uomo avanza verso l'eternità, dimenticando che una cosa terribile è entrata nel mondo. Questa cosa è il peccato, il cui salario è la morte, e dopo il giudizio. La creazione stessa “sospira e geme” a causa di questo e questa sofferenza è costantemente sotto i nostri occhi ogni giorno. Dobbiamo, oggi, in questo stesso momento ascoltare la voce di Dio che invita ogni uomo ad riconciliarsi con Lui.

Voltaire, filosofo noto per la sua ironia, il suo scetticismo e la sua posizione anticlericale e laica. Si racconta che un giorno, vedendo passare una processione religiosa proceduta da un crocifisso si scoperse il capo davanti alla croce. Un suo amico presente, che conosceva bene le sue idee antireligiose, rimase meravigliato: “Come! Ora voi vi sareste riconciliato con Dio?”. Al che Voltaire rispose con un sorriso beffardo: “Noi ci salutiamo, ma non ci parliamo”.

Qualche anno dopo, sul letto di morte, il grande filosofo chiese ai suoi amici se ci fosse qualcuno che gli potesse parlare di grazia e di perdono. Avrebbe voluto udire qualcuno che gli dicesse qualcosa, ma nessuno di essi poté esaudire il suo desiderio. Coricato sopra un letto, circondato da parenti e amici, non osava guardare nel vuoto che aveva intorno e dentro di se. In quel momento, egli avrebbe dato tutto per poter dire “Dio è per me”.  Oh, gli aveva parlato tante volte, in un modo o nell'altro, ed il canzonatore non aveva risposto che con ironia. Ed ora Dio stava per parlargli in tutt'altra maniera. Come lo farà con ogni uomo e l'unica sorte che rimarrà dinanzi a loro sarà terribile. “E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco” Apocalisse 20:15.

30 novembre - “Avranno rispetto per mio Figlio”?

Essi mi hanno reso male per bene, e odio in cambio di amore.

Salmo 109:5

 

Il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.

Giovanni 5:22-23

 

“Avranno rispetto per mio Figlio”?

 

Gesù, il Figlio di Dio, è venuto sulla terra per incontrare la Sua creatura. In che modo è stato accolto?  Salvo l’apprezzamento di pochi discepoli, ha incontrato disprezzo, insidie, insulti, accuse, sputi, colpi di flagello, e infine la croce. “Mi hanno reso odio in cambio di amore” (Salmo 109:5).

Quest’accoglienza vergognosa non è stata solo un oltraggio al Signore Gesù, ma anche a Dio che lo aveva mandato. Ma non poteva Dio esigere che gli uomini onorassero suo Figlio? Nella parabola di Marco 12:6, il proprietario della vigna dice: “Avranno rispetto per mio figlio”. Purtroppo non fu così; come il figlio della parabola, Gesù fu odiato, respinto, condannato a morte.

Il Padre ama il Figlio, quindi il Suo giusto giudizio sarà severo e si abbatterà su tutti quelli che lo avranno disprezzato. Sarà proprio per mezzo di Lui che avverrà il giudizio (Giovanni 5:27). Vittima della più grande ingiustizia, che lo condannò e lo crocifisse sebbene fosse innocente, Gesù Cristo eserciterà la giustizia in un modo perfetto e inflessibile. “Egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti” (Atti 10:42). Nessuno potrà discutere con Colui che per amore è venuto sulla terra; tutti dovranno riconoscere che Lui “è il Signore alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:11). Tutti dovranno inginocchiarsi davanti a Lui, il Figlio di Dio.

Ma già sin d’ora i credenti hanno la gioia e il privilegio di rendergli l’adorazione e la riconoscenza che gli sono dovute.

lunedì 29 novembre 2021

Consolatori molesti

“Di cose come queste ne ho udite tante! Siete tutti dei consolatori molesti!” Giobbe 5:7.

La sofferenza è un fatto universale. Nessuno può sfuggire ai suoi artigli.

In un modo o nell'altro, tutti soffriamo. Tutti siamo sulla stessa barca, anche la folla che se ne va ridendo spensieratamente soffre. Cercano di nascondere la loro sofferenza bevendo e scherzando, ma non passa.

Chi soffre?

I milioni di genitori che sono stati profondamente feriti da figli che hanno rigettato i loro consigli amorevoli e ora sono nel dolore per il cammino che i loro figli hanno intrapreso.

Le vittime di famiglie smembrate soffrono. Soffre la moglie abbandonata dal marito per un altra donna; soffre il marito che ha perso l'amore di sua moglie; soffrono i figli che hanno perso il loro senso di sicurezza.

Gli innamorati si lasciano calpestando quello che una volta era un bellissimo rapporto e ciò che rimane è solo un cuore ferito, spezzato.

E che dire di chi ha perso il lavoro? Degli scoraggiati dinanzi ai quali le porte continuano a chiudersi? Degli schiavi dei propri vizi come gli alcolizzati?

E' vero! In un modo o nell'altro ognuno cammina portandosi dietro il proprio fardello di dolore e di sofferenza.

Non esiste una cura fisica. Quando sei colpito in profondità, nessuna persona al mondo può toglierti le intime paure e le angosce più profonde. Il migliore degli amici non può comprendere interiormente la battaglia attraverso la quale stai passando o le ferite che ti sono state inflitte.

Gli amici fanno il possibile ma quando giunge la notte ti ritrovi di nuovo solo. Essi non possono comprendere pienamente cosa stai passando. Dio sì! E solo Lui può chiudere l'accesso alle ondate di depressione e fallimento che ti vengono addosso. 

C'è poi la solita vecchia frase fatta: “il tempo guarisce tutte le ferite”, ma il tempo non risolve niente. Ti dicono di resistere, di forzare un sorriso e di attendere che il tempo anestetizzi il tuo dolore. Suona bene, ma non è vero; solo Dio guarisce.

Quindi, c'è solo una soluzione: Dio deve intervenire e prendere in mano la situazione.

Solo Lui può chiudere l'accesso alle ondate di depressione e ai sensi di solitudine e fallimento che ti vengono addosso.

Ancora oggi Dio fa udire la Sua voce, ancora oggi, con forza, invita tutti ad andare a Lui.

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”. Matteo 11:28.

Venite, prendete, imparate. Che parole potenti! 

Esse contengono un invito ad accettare a deporre pesi e fatiche ai piedi di colui che può dare riposo.

“Aiutaci a uscire dalle difficoltà, perché vano è il soccorso dell'uomo” Salmo 108:12.

29 novembre - Ospitalità

Non dimenticate l’ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli.

Ebrei 13:2

 

Provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l’ospitalità.

Romani 12:13

 

Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.

1 Pietro 4:9

 

Ospitalità

 

Abramo è seduto all’ingresso della sua tenda nell’ora più calda del giorno. Alza gli occhi e vede tre uomini poco distanti. Corre loro incontro e li prega di fermarsi da lui, per riposarsi e rifocillarsi. Dopo aver parlato coi suoi ospiti, raccomanda a Sara sua moglie di trattarli col massimo riguardo. Dai loro discorsi, Abramo comprende che due di loro sono angeli e il terzo è il Signore stesso!

È a questa scena, descritta in Genesi 18, che la Lettera agli Ebrei allude per incoraggiarci all’ospitalità. In questi versetti Dio vuole insegnarci che ha sempre in serbo delle benedizioni per coloro che aprono agli altri la porta della loro casa. Forse siamo abituati ad ospitare gli amici coi quali ci troviamo bene, ma l’ospitalità non consiste solo nel ricevere le persone che ci piacciono, e non è a caso che siamo incoraggiati ad esercitarla senza lamentarci (1 Pietro 4:9). Gesù ha detto: “In quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 25:35-40). È evidente che se consideriamo l’ospitalità sotto quest’angolazione, ci impegneremo a ricevere, senza distinzione, tutti quelli che il Signore ama, che hanno dei bisogni, e che Egli stesso mette sul nostro cammino.

Dio sa quanto possa essere impegnativo fare in modo che gli ospiti si sentano a loro agio, ma Egli non mancherà di dare le forze e le possibilità necessarie, e di ricompensare ben al di là dell’impegno che ci chiede.

domenica 28 novembre 2021

Ingannati

Non vi ingannate: nella vostra vita potete essere stati retti, onesti, un buon marito, una moglie affettuosa, un figlio obbediente, un lavoratore diligente e nondimeno non essere salvati. Potete aver frequentato la chiesa, o qualche sala di culto con la massima puntualità e con tutto ciò trovarvi sulla via "larga". Può darsi che siate un donatore generoso, che facciate beneficenza, partecipate ad attività religiose e nello stesso tempo essere sulla via della morte e del giudizio eterno. 

Non importa neppure quanto tu sia prospero, non importa quanto tu abbia, non importa la tua cultura, le tue conoscenze nell’alta società o la tua religione, perché se non hai  conosciuto il Signore Gesù come tuo personale salvatore sei perduto.

Magari nessuno di questi si aspetta di finire all'inferno, non stiamo parlando di uomini che vivono una vita diabolica. No! Stiamo parlando di uomini che non si aspettano affatto di finirci ma molti ci andranno ugualmente, si considerano discepoli perché con la bocca proclamano Gesù come “Signore”, ma la loro vita non porta i segni di una conversione, di un cambio di rotta, quindi ciò che gli verrà detto è questo: “Allontanatevi da me”. Un giorno diranno: “Signore, Signore” ma Lui risponderà: “Non vi ho mai conosciuti”. Voglio dirvi una cosa ci sono molti religiosi, molti che pensano di andare in Cielo per i loro “meriti”, bene, nessuno di loro vi entrerà. Non è questa la via, non è questa la porta. Solo Cristo salva, solo, e soltanto, un semplice atto di fede nella opera che Lui ha compito può far si che si spalanchi la porta del cielo.

“a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” Giovanni 1:12.

Come si consegue questo diritto? Credendo nel suo nome. E con questo semplice atto si porta un cambio di rotta (conversione)  nella nostra vita. “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” 2 Cor. 5:17.

Se la vostra vita non è cambiata, se continuate a compiere le stesse azioni, ad avere gli stessi pensieri e ricercare le stesse cose di prima, allora, vi state ingannando.

“Essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano popolani senza istruzione; riconoscevano che erano stati con Gesù” Atti 4:13.

“Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti” Matteo 7:17-20.

28 novembre - Il Salmo del pastore

Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca… Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male…Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del SIGNORE per lunghi giorni.

Salmo 23:1, 4, 6

 

Il Salmo del pastore

 

Il Salmo 23, che vi invitiamo a leggere, è uno dei testi più conosciuti della Bibbia. Le cure che un pastore ha per le sue pecore ci parlano delle cure che il Signore Gesù ha verso di noi.

Per tre volte la pecora guarda davanti a sé (versetti 1, 4, 6).

– La prima volta vede il luogo che sta attraversando dove non c’è nulla di buono: è un deserto arido in cui si trovano il peccato, la morte e i nemici. Malgrado questo, al credente non manca nulla perché il Pastore risponde ai suoi bisogni. Vicino a Lui vi sono erba fresca e acque calme, figura di ciò che è la Parola di Dio per chi la legge, nutrimento per l’anima e sorgente che ristora. È il Pastore che acquieta e conforta l’anima turbata.

– La seconda volta che la pecora guarda avanti vede una valle scura, quella dell’ombra della morte. Che luogo terribile per chi vi si avventura da solo! Ma il Signore, il buon Pastore, ha vinto la morte. Con Lui non avremo timore se dovessimo attraversarla. Gesù vuole essere il nostro compagno di viaggio in quella valle di sofferenza; con Lui al nostro fianco anche le ombre più cupe si dilegueranno…

Infine, quando la pecora guarda al futuro, i suoi occhi non sono più rivolti al deserto, e nemmeno alle ombre oscure della valle, ma contemplano la casa del Signore. Per noi, è una figura del cielo, del paradiso di Dio. Quante saranno ancora le difficoltà che dovremo affrontare negli ultimi giorni di questo nostro viaggio? Nessuno può dirlo, ma il credente sa che la bontà e la misericordia di Dio lo accompagneranno tutti i giorni,  finché non entrerà nella casa del Padre per sempre.


sabato 27 novembre 2021

27 novembre - Il suo modo di vendicarsi

Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici.

Giovanni 15:13

 

Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi.

1 Giovanni 3:16

 

Il suo modo di vendicarsi

 

Un giapponese cristiano di nome Kobayashi inventò una pasta dentifricia che ebbe un grande successo. Ma un giorno venne scoperto un imitatore disonesto il quale fu arrestato, condannato e messo in carcere.

Kobayashi venne a sapere che la famiglia del suo concorrente sleale era nella più profonda miseria. Allora, impietosito, fece pervenire un dono anonimo alla moglie del carcerato, ripetendo quel gesto ogni mese. Passarono diversi mesi durante i quali la famiglia si chiedeva stupita chi fosse il generoso benefattore.

Un giorno, il fattorino fu sorpreso dalla donna nel momento in cui infilava nella buchetta delle lettere una busta che conteneva delle banconote. Ella gli chiese con insistenza di dirgli il nome di chi lo mandava e riuscì a farselo dire. Allora scoppiò a piangere e andò ad informare suo marito il quale rimase, a sua volta, profondamente toccato. Quando il condannato uscì di prigione, la sua prima visita fu proprio per Kobayashi al quale espresse le sue scuse, il suo smarrimento e la sua riconoscenza.

Il credente scelse quell’occasione per spiegare, al suo ex concorrente disonesto, che Dio perdona le colpe agli uomini peccatori che si pentono, in virtù della morte subita dal Figlio Suo Gesù Cristo sulla croce. “Dio… mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8).


venerdì 26 novembre 2021

Va a vedere

“Perciò, non potendo più resistere, preferimmo restare soli ad Atene; e mandammo Timoteo, nostro fratello e servitore di Dio nella predicazione del vangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede” 1 Tess. 3:1-2.


I Tessalonicesi subivano tremende persecuzioni e Paolo era ansioso di intervenire in loro aiuto. Così questo capitolo ci dà una lezione sull'importanza del “lavoro di proseguimento”; infatti, non basta aver predicato l'Evangelo, ma occorre altresì aiutare coloro che lo hanno accettato a crescere nella grazia e nella conoscenza.

Non potendo resistere?

E' questa l'intensità che dovrebbe unirci alle piccole chiese che si sono appena formate?

Queste dichiarazioni costituiscono linee guida che dovrebbero muovere l'attività delle chiese locali. Si tratta di obiettivi dall'apparenza ovvia, ma spesso ci troviamo di fronte a piccole realtà locali poco visitate lasciate un po' a se stesse. Sarebbe bene che si sentissero confortate dalla presenza e dalle visite di altri credenti .

Paolo vuole che i Tessalonicesi crescano nella fede e al v.2 possiamo leggere: “ mandammo Timoteo, nostro fratello e servitore di Dio nella predicazione del vangelo di Cristo”.

Ecco subito un azione concreta e notiamo le qualifiche di questo servitore: servitore di Dio nella predicazione del vangelo. L'appellativo servitore di Dio trasmette semplicemente l'idea di una qualifica dimostrata nel tempo e nei risultati.

Non è ricorso al primo fratello che avesse del tempo libero ma ha dato questo incarico ad un servitore “qualificato”. Infatti Timoteo fin da bambino aveva avuto conosceva delle Sacre Scritture (2 Tim. 3:14-15) e poi in seguito era un discepolo del quale si rendeva buona testimonianza (Atti 16:1), successivamente aveva seguito Paolo nel suo secondo viaggio missionario. 


"Va' a vedere se i tuoi fratelli stanno bene".

Giuseppe, ancora molto giovane, è mandato dal padre in cerca dei suoi fratelli per vedere se stavano bene e se tutto andava bene col gregge (Ge. 37:14). Animato da un amore sincero, Giuseppe ubbidisce e intraprende un viaggio lungo e pericoloso, complicato dal fatto che i fratelli non si trovavano nel posto dove avrebbero dovuto essere. 


"Vedi se i tuoi fratelli stanno bene".

Anche Davide è pastore e anche lui riceve dal padre una missione da compiere, il cui scopo è affine a quello di Giuseppe: "Vedi se i tuoi fratelli stanno bene e riportami un segno da parte loro" 1 Sa. 17:18. Tutti questi servitori hanno amato i loro fratelli e ubbidito al loro padre. 


Riflettendo su questi episodi una domanda s'impone: Quanto amore abbiamo per i nostri fratelli e per la loro salute fisica e spirituale?

26 novembre - Fatevi coraggio

Se ti scoraggi nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca.

Proverbi 24:10

 

(Gesù disse:) “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”.

Giovanni 16:33

 

Fatevi coraggio

 

Poco tempo prima di dare la Sua vita sulla croce, il Signore Gesù ha avvisato i suoi discepoli dicendo loro: “Nel mondo avrete tribolazione”. La tribolazione è la persecuzione, la sofferenza. In ogni epoca il cammino dei credenti è stato difficile. Incomprensione e opposizione da parte del mondo spesso ostile, e prove permesse da Dio, hanno spesso afflitto i credenti. I tempi che viviamo attualmente hanno un’ulteriore caratteristica: la Bibbia li definisce “tempi difficili” (2 Timoteo 3:1), tempi nei quali il comportamento dei credenti è un andare contro corrente rispetto a quello della massa alimentata dai media.

Così, gli incoraggiamenti sono oggi più che mai necessari. Dopo aver avvertito i discepoli, il Signore ha aggiunto una parola di conforto: “Ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. Colui che è morto in croce per salvarci, adesso è risuscitato e non ci ha lasciati soli, senza risorse; ci ha dato la Sua Parola e lo Spirito Santo, per consolarci, incoraggiarci, edificarci. La Parola di Dio contiene tutto ciò di cui abbiamo bisogno in ogni circostanza e per ogni occasione.

A quelli che non hanno ancora il privilegio di conoscerla, ricordiamo che le rivelazioni e gli insegnamenti della Bibbia non sono riservati solo ad alcuni, ma si rivolgono a tutti gli uomini e le donne del mondo, perché Dio vuole che tutti vengano alla conoscenza del Suo amore.

giovedì 25 novembre 2021

Contrasti

Si è colpiti dal contrasto fra l'energia manifestata dagli uomini per mettere piede sopra un astro morto e la loro indifferenza per impadronirsi dell'eredità celeste.

Fra l'esorbitante somma spesa per portare a termine il programma Apollo (75 miliardi di dollari negli anni 60-70) e l'incredibile indifferenza degli stessi dinanzi alla gratuità dell'opera di Dio che trasporta ogni riscattato nel “regno del suo amato Figlio” Colossesi 1:13.

Fra il genio inventivo dell'essere umano nel riuscire a trarre profitto da tutte le risorse della creazione e il suo accecamento nel disconoscere il Creatore di tutte queste meraviglie.

Fra la precaria presenza di un mortale, rappresentante dell'umanità sopra questo satellite e la presenza del Figlio di Dio che è sceso su questa terra per la salvezza dei ogni uomo.

Fa meraviglia l'attesa frenetica di seicento milioni di esseri umani davanti ai televisori per assistere ai mondiali di calcio e l'esiguo numero di riscattati che di cuore attende un avvenimento ben più grande non paragonabile a nessun altro: il ritorno del Signore.

La terra così bella da ammirare dal cosmo, resta sempre, agli occhi di Dio, la scena di peccato, di sofferenza e di morte, dove è stato versato il sangue del Suo Figliuolo. E il mondo, superando se stesso, ha ignorato un avvenimento così grande, quella croce che rende il cielo accessibile per ogni peccatore che crede in Cristo.

25 novembre - Dopo aver sofferto

Or il Dio di ogni grazia…, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente.

1 Pietro 5:10

 

Dopo aver sofferto

 

Ogni giorno i notiziari riportano una gran quantità di cattive notizie: guerre, catastrofi naturali, epidemie. Anche la vita quotidiana di ognuno di noi è disseminata, sebbene a livelli diversi, di preoccupazioni, di dolori e di crisi più o meno profonde e durature.

Apriamo la Bibbia. Vi troveremo parole uniche in mezzo alle tante cose che si dicono nel mondo; parole sagge, vive, profonde, più efficaci di qualunque altro rimedio. La Bibbia è la Parola di Dio stesso. Nessuno consola meglio di Lui, nessuno dà più conforto nella disperazione, nessun amico potrà mai rimpiazzare l’amore di Cristo che la Bibbia ci rivela. In Lui si trova la via d’uscita. Credere in Lui e riconoscerlo come Salvatore fa sì che gli occhi si aprano e tutta la Bibbia prenda vita mettendo in luce lo stato interiore di ogni uomo e le infinite risorse della fede.

Dio vuole la vostra felicità, nonostante le cose forse tristi che state vivendo. I Suoi pensieri a vostro riguardo sono “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11). Anche se a volte è difficile accettare la situazione contingente, iniziate con fede a leggere la Bibbia. Anche voi scoprirete il Salvatore e l’Amico del quale avete bisogno.

Se soffrite, le esperienze di numerosi credenti in difficoltà riportate nel Libro dei Salmi vi aiuteranno; ma leggete prima di tutto gli Evangeli che presentano Gesù, il Figlio di Dio venuto sulla terra per salvarci. Meditateli nei momenti cupi della vostra vita e fatene tesoro, sarete consolati e potrete a vostra volta essere d’aiuto ad altri che soffrono.


mercoledì 24 novembre 2021

L'ira di Dio

Attenzione al falso concetto che si ha oggi dell'amore di Dio!

Nonostante la Scrittura sia chiara, molte persone sono nelle tenebre avendo una visione distorta di Dio. 

Vogliono un Dio d'amore ma privo d'ira nei confronti del peccato e tollerante verso il  peccatore. E siccome il Dio della Scrittura non corrisponde a questo modello, essi si fabbricano e adorano un dio su misura, praticando una religione che non è altro che idolatria.

Molti ritengono che il concetto dell'ira di Dio dovrebbe essere relegato fra le idee primitive e superate del passato. In una cultura così “progredita” come la nostra, dicono, non dovrebbe esserci posto per un simile concetto. 

Persino molti predicatori, che pur professandosi cristiani  e di credere nelle Scritture, si guardano bene da farne menzione, volendo presentare al mondo un messaggio più appetibile.

Uno degli errori più comuni è pensare che il concetto dell'ira di Dio si limiti al Vecchio Testamento. Secondo questo punto di vista, la Scrittura rivelerebbe Dio in due modi diversi presentando la sua ira nel Vecchio Testamento e il suo amor nel Nuovo. Questa teoria viene totalmente smentita dalla Scrittura stessa. In quanto che sia l'Antico Testamento che il Nuovo presentano entrambe queste cose. Il Signore stesso parlerà a più riprese del luogo del pianto e dello stridore dei denti per non parlare poi del libro dell'Apocalisse.

L'ira di Dio è ben lontana da essere paragonata a quella degli uomini. Quest'ultima è una emozione incontrollabile, piena di animosità, di vendetta, soggetta a momenti. Non dovrebbe essere necessario precisare che l'ira di Dio è assolutamente priva di tali veleni. Dio non perde la testa diventando malvagio e vendicativo.

“L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia” Romani 1:18.

Dio non può sopportare il male che gli uomini commettono e odia il peccato; e dal cielo, ogni volta che ha dato un rivelazione di Sé, ha fatto sapere all'uomo che ogni iniquità verrà punita, sia sui pagani che non conoscono la verità, sia su coloro che pur avendola conosciuta la soffocano.

24 novembre - Il regno di Dio

(Gesù rispose ai farisei:) “Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà: Eccolo qui, o eccolo là; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi”.

Luca 17:20-21

 

Bisogna ch’Egli regni.

1 Corinzi 15:25

 

Il regno di Dio

 

Nel corso dei secoli molti uomini potenti si sono impegnati a fondare regni e imperi, contraddistinti da benessere e da una pace duraturi. Tutti questi tentativi però sono falliti. A turno gli imperi umani sono tutti crollati. Eppure verrà un giorno in cui il Figlio di Dio, Gesù Cristo, stabilirà un regno su tutto il mondo e sarà un regno che durerà mille anni, un regno di pace e di giustizia.

Essendo il Creatore, Egli ha il diritto legittimo di regnare. Quando era in mezzo a noi, in questo mondo, quel regno era lì, dovuto alla Sua presenza. Ma i grandi si sono alleati contro di Lui e lo hanno crocifisso. Il Suo regno sulla terra è stato dunque rimandato a un’epoca futura, ma possiamo dire che già oggi il Suo regno c’è. È chiamato “regno dei cieli” perché il Re è nel cielo. E’ invisibile, non è un regno come quelli del mondo. Tutti quelli che credono in Lui appartengono al Regno dei cieli. Si entra a farvi parte con la fede e con la nuova nascita (Giovanni 3:5), quella trasformazione che lo Spirito Santo opera nel cuore di chiunque si pente e accetta la grazia di Dio. Come un popolo fedele ad un re momentaneamente assente, i credenti, che tutti insieme costituiscono la Chiesa, si impegnano a servire il loro Re, anche condividendo l’opposizione da Lui subita.

In un giorno che soltanto Dio conosce, ma che non è lontano, tutti i credenti saranno portati in cielo. Solo in seguito, dopo aver purificato la terra con giudizi terribili, il Signore stabilirà pubblicamente il Suo regno e sarà riconosciuto da tutti come il Re dei re, e il Signore dei signori. Trascorsi i mille anni, ci saranno “nuovi cieli e nuova terra” (2 Pietro 3:13). Cristo “consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre” e Dio sarà “tutto in tutti” (1 Corinzi 15:24, 28).


martedì 23 novembre 2021

Chi è Colui che viene?

In questi ultimi giorni si parla molto della venuta del Signore. Sarà per gli sconvolgimenti che questa pandemia ha portato, sarà per il ruolo che l'Italia sta prendendo man mano in Europa, ma di recente sono state molte le domande riguardo alla dottrina di questa venuta. Capita spesso che ci occupiamo più degli avvenimenti che questa comporta che della Persona stessa, cioè Cristo che viene. E anche quanti credenti si sentono turbati al pensiero che egli venga da un momento all'altro!

Tutto questo perché dimentichiamo facilmente chi è, Colui che viene! Eppure è la stessa persona che chiedeva da bere alla donna Samaritana. Era lì apposta per lei. Colui che restituiva, risuscitandolo, il figlio alla vedova di Nain, che si lasciava bagnare i piedi di lacrime sa una peccatrice in casa di Simone, che assicurava al malfattore che sarebbe stato con lui nel paradiso. Noi stiamo aspettando questa persona che è la stessa che ha dato la sua vita per la remissione dei nostri peccati.

“aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù” Tito 2:13. 

“Amen. Vieni Signore Gesù” Apocalisse 22:10.

23 novembre - Lo sguardo del Signore Gesù

Il Signore, voltatosi, guardò Pietro; e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detta: “Oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”.

Luca 22:61

 

Lo sguardo del Signore Gesù

 

Il Signore Gesù aveva chiamato Simone, un pescatore di professione, a seguirlo, e gli aveva dato un nome nuovo: Pietro. Per tre anni, Pietro ha sperimentato l’amore e la potenza di Gesù, ed ha imparato ad amarlo. Un giorno ha dichiarato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Matteo 16:16).

Più tardi, quando Gesù viene arrestato e condotto nel palazzo del sommo sacerdote per essere interrogato, Pietro lo segue, andandosi a sedere nel cortile di quel palazzo. È lì che, per paura, finirà col dire: “Non lo conosco” (Luca 22:57) rinnegando per tre volte il suo Maestro. Allora, come il Signore gli aveva predetto, sente il gallo cantare. In quel momento Gesù si volta e lo guarda con uno sguardo che gli penetra in fondo al cuore. Quello sguardo

– ricorda a Pietro la troppa fiducia che aveva di sé (“Quand’anche dovessi morire con te non ti rinnegherò” Matteo 26:35) e gli avvertimenti del Signore;

– gli conferma che il Signore ha udito tutte le parole pronunciate nel cortile del sommo sacerdote, le sue imprecazioni, il suo giuramento, le sue bugie;

– gli fa capire che Gesù sapeva anche che lui, malgrado il suo brutto comportamento, lo amava con sincerità;

– infine, quello sguardo del Signore gli fa comprendere che l’amore col quale Gesù l’aveva amato non era cambiato.

È lo stesso amore che, quando abbiamo fatto dei passi falsi, ci porta al pentimento; e poi ci rialza affinché possiamo ritrovare una felice comunione con Lui.

lunedì 22 novembre 2021

22 novembre - Le parole del credente

Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto.

1 Pietro 3:15

 

Predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.

2 Timoteo 4:2

 

Le parole del credente

 

Per un credente non è sempre facile parlare di Dio e della fede, ma tacere sempre sarebbe molto grave. Possiamo iniziare semplicemente dicendo che siamo dei credenti. Anche se chi ci interpella si mostra aggressivo, non evitiamo il dialogo, perché l’aggressività potrebbe essere sintomo di un malessere interiore. Quando il dialogo sarà instaurato, contiamo sul soccorso di Dio per continuarlo.

Forse ci sentiremo dire: “Ah, tu credi in Dio? Che tipo strano!” Bisognerebbe saper rispondere con quell’amore che tocca il cuore e convince l’intelligenza. Anche se dovessimo non sentirci all’altezza, non esitiamo a dire, con parole nostre, perché noi crediamo. Accettiamo di iniziare così, e un giorno, per mezzo di noi o di qualcun altro, il Signore permetterà che colui che sta cercando la Verità riceva un aiuto più consistente.

Altri potrebbero pensare che chi crede in Dio debba necessariamente essere uno che fa parte di qualche setta. La fede in Dio è un atto di coerenza e di saggezza. Il creato testimonia di Lui e della Sua potenza, la croce di Cristo testimonia del Suo amore. Sette e religioni sono opera dell’uomo e non hanno nulla a che vedere con la vera fede.

Evitiamo di parlare di Dio in maniera astratta. Anche se le nostre parole sono semplici e ci paiono incomplete, quando pronunciamo il nome di Gesù l’Evangelo è già annunciato.

domenica 21 novembre 2021

Il salario

“Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” Romani 6:23. 


Ora se il salario del peccato è la morte allora sorge spontanea una domanda: perché il Signore Gesù morì?

In lui non vi era peccato.

Non fu certo perché Giuda inseguendo la sua cupidigia lo tradì.

Ne fu l’invidia dei sacerdoti la causa della sua morte e neppure la paura di esporsi di Pilato. Egli se ne lavò le mani non volendo schierarsi.

Chi mandò dunque Gesù a morire?

Non Giuda, per denaro, né Pilato, per paura, né i sacerdoti, per invidia; ma il Padre per amore!

Sì è vero, Giuda lo consegnò ai sacerdoti che lo consegnarono a Pilato, che lo consegnò ai soldati che lo crocifissero. Ma la verità divina è che fu il Padre a consegnarlo non perché noi lo deridessimo o gli voltassimo le spalle ma lo ha dato per la nostra salvezza. Cristo è venuto offrendo se stesso per i nostri peccati.

La morte è in relazione con il peccato come sua giusta retribuzione “Il salario del peccato è la morte”

Quindi essa non è un evento naturale come l’uomo è solito pensare, ma è un evento penale. Perché riteniamo che la morte sia una conseguenza naturale? Semplice, facendo così escludiamo completamente il fattore “peccato” con il suo “salario”, la nostra coscienza è messa da parte e possiamo continuare a ignorare Dio continuando a vivere facendo tutto ciò che ci fa piacere.

La morte è un’intrusione, un corpo estraneo nel mondo perfetto di Dio e non parte del suo intento originale.

Cristo non era soggetto ad essa.

Eppure egli morì. Oltre che necessaria e volontaria la sua morte fu altruistica in quanto il Signore Gesù lo fece per noi.

Egli l’affrontò nel nostro interesse, non nel suo. Il ricordo che ci ha lasciato lo rammenta:

“Questo è il mio corpo che è dato per voi fate questo in memoria di me” 1 Corinzi 11:24.

21 novembre - Apocalisse

Tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia.

Apocalisse 13:3

 

Le fu concesso di dare uno spirito all'immagine della bestia affinché l’immagine potesse parlare… Inoltre obbligò tutti… a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia.

Apocalisse 13:15-17

 

Apocalisse

 

L’Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, annuncia dei giudizi terribili. Descrive, spesso in modo simbolico, scene impressionanti. Ma, dirà qualcuno, come si possono prendere sul serio delle visioni scritte quasi duemila anni fa?

Eppure, nell’Apocalisse troviamo dei particolari degni della nostra attenzione. Nei versetti di oggi si parla di un essere straordinario e malvagio (simboleggiato da una “bestia”), che è oggetto dell’ammirazione universale, la cui immagine, certamente una grande statua, sarà vista in tutto il mondo; e di un periodo in cui nessuno potrà comprare o vendere se non ha sulla mano destra o sulla fronte il marchio di quella “bestia”.

Proviamo a riflettere. Solo cent’anni fa, chi avrebbe potuto concepire che un’immagine potesse essere visibile in ogni angolo del pianeta? Oppure che un marchio sulla fronte o sulla mano potesse permettere di acquistare o di vendere? Oggi questi fatti non hanno nulla di eccezionale; mondovisione e microchip li rendono possibili; ma duemila anni fa, come avrebbe potuto l’apostolo Giovanni scrivere queste cose se non fosse stato Dio stesso a dettargliele? Questo Libro, come ogni altro Libro della Bibbia, porta chiaramente l’impronta del suo Autore, il solo a conoscere il futuro. Dio ha il controllo del mondo, della sua storia, e la Sua Parola si compirà alla lettera. L’Apocalisse è un libro della Bibbia da prendere molto seriamente, anche perché le cose che Dio preannuncia “devono avvenire tra breve” (Apocalisse 1:1).

Per essere al riparo dal giudizio, ognuno di noi deve rispondere all’appello conclusivo di questo Libro: “Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita” (Apocalisse 22:17).


sabato 20 novembre 2021

GENEROSITA’ DEL CUORE

“Tu non m’hai comprato con denaro della canna odorosa …” (Isaia 43:24)


Gli adoratori che andavano al tempio erano tenuti a portare offerte di profumi da bruciare sull’altare di Dio. Ma Israele, nel tempo della sua apostasia, divenne ingeneroso e fece poche offerte votive al suo Signore: questo era un segno della sua freddezza verso Dio e verso la Sua casa. Lettore, non ti accade mai nulla di simile? La censura contenuta in questo testo non potrebbe esserti rivolta, se non frequentemente, almeno in qualche occasione? Coloro che hanno le tasche vuote, se ricchi di fede, saranno accettati anche se i loro doni sono modesti; ma tu, lettore privo di mezzi, doni ugualmente in proporzione alle tue possibilità, o lo spicciolo della vedova è tenuto lontano dalla cassa delle offerte? Il credente ricco dev’essere grato per il talento che gli è stato affidato, ma non dovrebbe dimenticare le sue responsabilità, poiché a chi molto è stato dato, molto sarà ridomandato; ma, lettore ricco, sai rammentare i tuoi doveri, e rendi al Signore secondo i benefici che hai ricevuto? Gesù diede il Suo sangue per noi: cosa daremo a Lui? Noi stessi e tutto ciò che abbiamo Gli apparteniamo poiché Egli ci ha acquistati; ci è lecito dunque agire come se potessimo disporre della nostra vita? Oh se potessimo avere una maggior consacrazione e un amore più grande!

Benedetto Gesù, come sei buono ad accettare la nostra canna odorosa comprata con denaro! Niente è troppo costoso per il Tuo ineguagliabile amore, e Tu accetti con benevolenza il più piccolo segno d’affetto! Tu ricevi le nostre povere gemme e i pegni d’amore come se fossero veramente preziosi, sebbene non siano che un mazzo di fiori selvatici simili a quelli che un bimbo porta alla mamma. Non dovremmo mai essere avari nei Tuoi confronti, e da ora in avanti non vorremmo più essere motivo di scontento omettendo di darTi le offerte del nostro amore. Ti daremo le primizie delle nostre entrate, Ti offriremo la decima di tutto, e allora potremo dichiarare: “Ti abbiamo dato ciò che Ti appartiene”.


Charles Haddon Spurgeon

20 novembre - Sempre più in alto

Lo sguardo altero dell’uomo sarà umiliato, e l’orgoglio di ognuno sarà abbassato; il SIGNORE solo sarà esaltato in quel giorno. Infatti il SIGNORE degli eserciti ha un giorno contro tutto ciò che è orgoglioso e altero, e contro chiunque s'innalza, per abbassarlo.

Isaia 2:11-12

 

Sempre più in alto

 

Gennaio 2010. A Dubai si inaugura la torre più alta del mondo: 828 metri d’altezza, più di 160 piani abitabili, 39.000 tonnellate d’acciaio utilizzate per le armature, 142.000 metri quadri di vetrate…

Fin dall’antichità la corsa al più grande, al più forte, al più alto, serve a mostrare la propria potenza agli occhi degli altri. Questo avvenimento ci riporta al racconto della torre di Babele, che leggiamo nel libro della Genesi. Gli uomini si erano detti: “Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama” (Genesi 11:4). Noi non conosciamo le vere motivazioni che animano i costruttori d’oggi, ma ci si può chiedere se siano molto diverse da quelle di allora. La vanità e l’orgoglio che governano il cuore degli uomini lo spingono sempre a mettere davanti agli altri la propria superiorità nel campo in cui credono di poter eccellere. Ed è anche l’orgoglio ad impedire all’uomo di riconoscere la sua condizione di creatura dipendente da Dio e a indurlo a ribellarsi. Ricordiamoci la fine della storia della torre di Babele: “Là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra” (Genesi 11:9).

Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili. Sottomettetevi dunque a Dio” (Giacomo 4:6-7). Sottometterci a Dio che ci ama, lasciarci penetrare dall’umiltà e dall’amore di Gesù che ha dato la vita per salvare dei nemici, ecco cosa ci spingerà ad accettare il dono della grazia divina indispensabile per pagare il debito dei nostri peccati.

venerdì 19 novembre 2021

In fede morirono

“In fede morirono tutti costoro …” Ebrei 11:13.


Ecco l’epitaffio di tutti santi che si addormentarono prima della venuta del nostro Signore! Non ha importanza come morirono, se di vecchiaia o di morte violenta; l’unico punto su cui tutti concordano è il più degno da ricordare: “In fede morirono tutti”. In fede essi vissero, e questa era la loro consolazione, la loro guida, il loro scopo e il loro sostegno; e nella medesima grazia spirituale morirono, concludendo il canto della vita nell’armonia nella quale avevano dimorato. Essi non morirono confidando nella carne o nelle loro capacità, non si sviarono dalla grazia di Dio, ma si mantennero sul cammino della fede fino alla fine. La fede è preziosa perché ci rende pronti a morire oltre che a vivere.

Morire nella fede implica un riferimento al passato. Essi cedettero alle promesse fatte, ed ebbero la certezza che i loro peccati erano stati cancellati per la grazia di Dio. Morire nella fede riguarda anche il presente. Questi santi confidarono nella grazia divina, godettero dei raggi del Suo amore e riposarono nella Sua fedeltà. Morire nella fede significa anche guardare al futuro. Essi s’addormentarono credendo che il Messia sarebbe certamente venuto, e che essi sarebbero risuscitati dalle tombe per ammirarlo. Per loro i dolori della morte non erano che le doglie per entrare in una vita migliore.

Fatti coraggio anima mia, mentre leggi questo epitaffio. La tua vita, per grazia, è una vita di fede. Questa stessa virtù ha segnato il cammino dei credenti migliori. La fede fu l’orbita nella quale i santi si mossero tutto il tempo nel quale splendettero quaggiù come stelle di prima grandezza. Sei beata se tale orbita è anche la tua. Guarda ancora a Gesù questa sera, l’autore e compitore della tua fede, e ringrazialo per averti dato una virtù così preziosa, unitamente a quelle anime che ora sono nella gloria.

19 novembre - Il rapimento dei credenti

Il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo… scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore.

1 Tessalonicesi 4:16-17


Il rapimento dei credenti


Sarà un avvenimento straordinario, unico. Il Signore scenderà dal cielo e, senza posare i piedi su questa terra che lo ha rifiutato, chiamerà a Sé con autorità tutti quelli che hanno creduto in Lui. I credenti del passato saranno risuscitati, mentre i credenti viventi saranno trasformati in un batter d’occhio; e tutti insieme, con dei nuovi corpi glorificati, saranno elevati tra le nuvole per andare ad incontrare il loro Signore che li introdurrà nella casa di Suo Padre (1 Corinzi 15:51-53).

Possiamo immaginare l’angoscia di coloro che, all’improvviso e senza aver visto nulla, constateranno la sparizione di parenti, amici o vicini di casa che probabilmente avevano parlato loro del ritorno di Cristo e dei giudizi che ne sarebbero seguiti! Così terminerà il periodo della grazia di Dio. Gli uomini lasciati sulla terra saranno ancora in tempo per rivolgersi a Lui? Nella parabola delle dieci vergini Gesù dice: “Quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa” (Matteo 25:10).

E tu, sei pronto? Hai rivolto il tuo cuore verso Gesù Cristo il Salvatore per ottenere il perdono dei tuoi peccati? Adesso c’è ancora tempo per essere tra quelli che, alla venuta di Cristo, saranno presi, ma quanto durerà?

“Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 4:7).

 


giovedì 18 novembre 2021

18 novembre - Due modi di nascere e di morire

C’è… un tempo per nascere e un tempo per morire.

Ecclesiaste 3:2

 

Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.

Giovanni 11:25

 

Due modi di nascere e di morire

 

Jean de la Bruyère, scrittore francese del diciassettesimo secolo, scrisse: “Per l’uomo ci sono solo tre avvenimenti: nascere, vivere e morire”.

Ogni essere umano viene al mondo nascendo: questa è la nascita secondo natura. La Bibbia però afferma che c’è anche un’altra nascita: “Se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito” (Giovanni 3:5-6). È ciò che Gesù insegnava a Nicodemo, un dottore della Legge ebraica.

Quindi esistono due nascite, molto differenti tra loro. Non siamo noi che abbiamo scelto di venire al mondo, però la nostra “nascita per il regno di Dio” dipende da noi. Gesù dice: “Bisogna che nasciate di nuovo” (Giovanni 3:7). Se crediamo in Lui, faremo l’esperienza di questa nuova nascita.

Ma ci sono anche due modi di morire.

Gesù ha detto: “Io sono la luce del mondo… Se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati” (Giovanni 8:12, 24). Non credere alle parole di Cristo significa decidere di presentarsi colpevoli davanti a Dio, il Giudice che sa tutto, per ascoltare la Sua inevitabile condanna: la morte seconda, lo stagno di fuoco (Apocalisse 20:13-14).

Quelli, invece, che hanno posto la loro fiducia in Gesù Cristo, morto per i peccati e risuscitato, saranno rivestiti della Sua giustizia. “Non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” (Romani 8:1). I credenti che muoiono hanno la gioia di essere per sempre nel cielo con il loro Signore.


mercoledì 17 novembre 2021

Il tuo nome

Alcune ore dopo la tua nascita, il tuo nome è stato scritto sopra un registro dello stato civile. Poi non potresti dire quante volte il tuo nome è stato scritto da te o dagli altri. Lo sarà ancora molto spesso finché esisterai. Lo sarà ancora una volta, inciso sulla pietra che ricoprirà le tue spoglie mortali.

A poco a poco questo nome svanirà dalla memoria. Dalla memoria degli uomini ma non da quella di Dio.

Vi è una realtà solenne: se il tuo nome non è stato scritto da Dio nel Libro della Vita prima della fine della tua esistenza terrena, non vi sarà mai scritto! Con questo nome che porti sulla terra comparirai in giudizio dinanzi a Dio.

“Cercate l'Eterno e vivrete” Amos 5:6.

L'uomo nasce in un dato ambiente con la sua razza, la sua condizione sociale, il suo stato religioso o no, ma non nasce cristiano nel senso vitale della parola. La fede non si eredita, non si trasmette, non si compra; è un dono di Dio e un dono assolutamente gratuito; sta all'uomo riceverla e accettarla personalmente.

“I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere” Apoc. 20:12.

I primi libri serviranno per stabilire le responsabilità e la colpevolezza di coloro che compariranno in giudizio. L'assenza del proprio nome dal libro della vita, causata dal fatto di aver rifiutato di credere nel Figlio di Dio, stabilirà definitivamente lo stato di perdizione.

Il tuo nome su quale di questi libri comparirà?

17 novembre - Tu che cerchi Dio

Tu sei grande e operi meraviglie; tu solo sei Dio. O SIGNORE, insegnami la tua via; io camminerò nella tua verità; unisci il mio cuore al timor del tuo nome. Io ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il mio cuore.

Salmo 86:10-12

 

Tu che cerchi Dio

 

Se tu non sai come metterti in contatto con Dio, dagli fiducia ed Egli ti aiuterà. Gesù dice: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Infatti, ti sta aspettando da tempo.

Se sei stanco, se ti senti appesantito dalle preoccupazioni della vita, ascolta le parole di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28).

Se sei scoraggiato, se la tua vita non ha senso, sappi che Dio ha dei progetti di felicità per te e vuole darti un futuro e una speranza (Geremia 29:11).

Parlagli con una preghiera sincera; mettilo al corrente delle tue angosce, delle tue paure, dei tuoi problemi e dei tuoi rimpianti. Esprimigli il tuo desiderio di trovarlo. Gesù dice: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” (Matteo 7:7)

Allora imparerai a conoscere Gesù, colui che ha dato la sua vita per te (Giovanni 3:16; 10:11). E anche tu potrai appropriarti di questa dichiarazione che riempie di gioia il cuore di ogni credente: “Il Figlio di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20).

Leggi la Bibbia, quella Parola vivente che ha la potenza di salvarci (Giacomo 1:21), e ricerca la compagnia dei credenti; sarai incoraggiato anche dalla fede di altri (Romani 1:12; 2 Pietro 1:1).

martedì 16 novembre 2021

Deviare

“Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse” Ebrei 2:1-2.


Sviarsi è un pericolo particolarmente pericoloso nelle cose spirituali.

Spingere un barca con l'aiuto dei remi richiede impegno, costanza, non dimentichiamo che la nostra imbarcazione si muove controcorrente. 

Per guidarla nella giusta direzione per mezzo del timone occorre attenzione, è necessario che i nostri occhi non perdano mai di vista la bussola, che le carte nautiche in nostro possesso  siano consultate con attenzione. Ma nulla di tutto questo è necessario per lasciare andare la barca alla deriva. Rallentante il vostro impegno, diminuite la vostra attenzione e subito le correnti circostanti vi faranno deviare dalla retta via.

Bisogna che ci applichiamo ancora di più, dobbiamo vegliare perché non si interrompa questo ascolto costante della Parola di Dio, altrimenti viene meno tutte quelle direttive, quei consigli che sono necessari per la nostra vita. C'è il concreto pericolo che, con il passare del tempo, si cada nell'assuefazione di essa, come gli Israeliti si stancarono della manna celeste (Numeri 11:6), con le conseguenze che ciò comportò. 

Queste esortazioni non sono rivolte a persone estranee alla fede ma a credenti.

Per timore di essere trascinati lontano da esse, notate che non sono queste cose che si allontanano da noi; il pericolo è che noi ci allontaniamo da esse.

16 novembre - Per me, per me!

Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.

Isaia 53:4-5

 

Per me, per me!

Testimonianza di una conversione

 

All’improvviso, leggendo il capitolo 53 di Isaia, sono rimasto colpito dal messaggio della croce. Per la prima volta ho capito veramente che la croce era il nucleo dell’Evangelo. Ho capito ciò che Gesù ha fatto per me: ha preso su di Sé i miei peccati e i miei tormenti, si è caricato delle mie colpe e dei miei pesi affinché io potessi camminare davanti a Dio come un uomo libero. Ho iniziato a considerare seriamente il prezzo che Gesù ha dovuto pagare per salvare me, un uomo schiavo del peccato e perduto, e ho capito che la mia liberazione gli è costata immensamente!

Questa realtà mi ha fortemente colpito. Riflettendo sul prezzo estremo che Gesù ha pagato per me, ho pianto a lungo. Dal profondo del mio essere salivano dei singhiozzi che non riuscivo a frenare. Avevo continuamente davanti a me l’immagine di Gesù con una corona di spine sul capo, percosso e appeso ad una croce, che grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Dicevo: “Per me… per me…”. Ma le parole diventavano inutili perché nessun termine poteva esprimere la mia gratitudine e il mio sentimento di indegnità. Non potevo sondare la profondità dell’amore che lo ha spinto a prendere il mio posto. C’è una conoscenza che l’intelligenza umana non può recepire, ma che tocca il nostro cuore. È questa che mi ha spinto a mettermi in ginocchio. Per tutta la vita avevo pensato che nessuno avrebbe compreso la mia sofferenza, ma ora ho capito  che non solo Gesù la comprende, ma l’ha vissuta prendendola su di Sé. 

lunedì 15 novembre 2021

Delusi

Mario (lo chiamerò così) era un mio collega, aveva bisogno di lavorare e così aveva accettato un posto di addetto ai lavori pesanti. In realtà aveva una laurea ottenuta con buoni voti e in testa un sacco di speranze tutte riposte nelle decine di concorsi ai quali aveva partecipato.

Un giorno, mentre stava impilando dei grossi pacchi di carta, la voce dell'altoparlante lo avvisò che un certo istituto di credito lo desiderava al telefono .

Corse, nella fretta di rispondere alla chiamata perse l'equilibrio e cadde, si rialzò in fretta, zoppicante afferrò la cornetta, ma non era ciò che sperava. Il suo conto era semplicemente in rosso e una voce apparentemente gentile lo invitava a provvedere al più presto.

E' duro essere delusi. E' deludente quando siete in attesa di notizie confortanti che potrebbero dare una svolta alla vostra vita ma ne riceverete di pessime o quando pensate che ci sia una persona che si interessa a voi e poi scoprite che le interessano solo i vostri soldi. Quando lo fanno gli uomini di questo mondo è irritante, ma quando lo fanno coloro che si definiscono “cristiani” è devastante.

“E disse loro: È scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne fate un covo di ladri” Matteo 21:13.

15 novembre - Dio ci ascolta

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

Filippesi 4:6

 

Siate sempre gioiosi.

1 Tessalonicesi 5:16

 

Dio ci ascolta

 

Diciamo sovente che la preghiera è il respiro dell’anima. Senza respirare il mio corpo muore; senza pregare abbandono il dialogo con Dio, indispensabile alla mia vita spirituale.

Allora, parliamo con Dio! Il termine “preghiera” lo troviamo sovente nella Bibbia, per essere spronati ad utilizzare questo magnifico “strumento” che Dio mette a nostra disposizione. “Perseverate nella preghiera” (Colossesi 4:2). “Fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere” (Filippesi 4:6). Non dubitiamo; Dio ci ascolta e agisce. Anche se non cambierà il corso della nostra vita e non modificherà certe situazioni, ci donerà la Sua pace che sarà una protezione per i nostri cuori e i nostri pensieri.

Supplichiamo Dio! Non lo disturberemo mai con le nostre suppliche e la nostra insistenza, anzi, gli mostreremo la nostra fede nella Sua potenza e nel Suo amore, e l’importanza che Lui ha nel nostro cuore. La supplica è la preghiera istantanea di chi sa che la migliore soluzione è rivolgersi a Dio. Approfittiamo della relazione che la preghiera stabilisce tra Lui e noi, e perseveriamo.

Ricordiamoci anche di ringraziarlo; abbiamo così tanti motivi per farlo! Non devono essere solo i grandi avvenimenti della vita che devono spingerci ad essergli riconoscenti, ma sono anche le piccole cose, quelle che ci sembrano normali, ma che non lo sono per tutti. Ringraziamo Dio per i Suoi benefici, ma soprattutto ringraziamolo perché ci ha donato il Signore Gesù. È proprio per mezzo di Lui che possiamo conoscere Dio come Padre e rivolgerci a Lui con fiducia.

domenica 14 novembre 2021

Una chiesa viva

La prima caratteristica della chiesa che “cresce” menzionata nel libro degli Atti è sorprendente: non credo che noi l'avremmo messa al primo posto. E' quella secondo cui una chiesa viva è una chiesa che impara. 

“Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli” Atti 2:42.

Si potrebbe dire che lo Spirito Santo quel giorno aveva aperto una scuola a Gerusalemme. Gli insegnanti erano gli apostoli, che il Signore Gesù aveva formato e incaricato e c'erano tremila alunni che ascoltavano.

Notiamo che quei primi convertiti pieni di Spirito non stavano vivendo un'esperienza mistica che li portava a trascurare il loro intelletto, a disprezzare l'insegnamento o a smettere di pensare. Al contrario, “erano perseveranti nell'ascoltare, l'insegnamento degli apostoli”. Non esito a dire che “la pienezza dello Spirito” viaggia di pari passo con l'ascolto della Parola di Dio.

Perché? Chi è lo Spirito?

E' lo Spirito è Santo cioè la sua caratteristica principale è quella di santificare ed è lo Spirito di Verità; queste sono le caratteristiche principali che il Signore usò in merito ad esso. Perciò è ovvio che, ovunque lo Spirito Santo sia all'opera, la verità importi.

Notiamo, inoltre, che essi non pensavano che, dal momento in cui avevano ricevuto lo Spirito Santo, non avessero più bisogno di nessun altro insegnante umano. Niente affatto. Comprendevano che il Signore aveva “costituito” degli insegnanti nella chiesa; perciò sedevano in silenzio ed erano ansiosi d'imparare tutto ciò che potevano e si sottomettevano alla loro autorità.

Una chiesa che si possa definire veramente tale non è MAI AL DI SOPRA DELLA SCRITTURA, ma è “SOTTO” di essa. Nessuna chiesa e nessun membro di essa può in alcun modo porre lui stesso o la comunità che frequenta al di sopra della Parola di Dio.

Dunque affermo che innanzi tutto una chiesa vivente è una chiesa che impara, una chiesa sottoposta all'autorità della Parola di Dio.

14 novembre - “Mia nonna mi ha detto…”

(L’apostolo Paolo scrisse a Timoteo:) Ricordo infatti la fede sincera che è in te, la quale abitò prima in tua nonna Loide e in tua madre Eunice.

2 Timoteo 1:5

 

Diremo alla generazione futura le lodi del SIGNORE, la sua potenza e le meraviglie che egli ha operate.

Salmo 78:4

 

“Mia nonna mi ha detto…”

 

L’ufficio della missione del porto Seward, in Alaska, è un luogo molto apprezzato dal personale delle navi e dei battelli che attraccano in quel porto. Tutti i marinai, qualunque sia la loro nazionalità, in quel luogo trovano un’accoglienza calorosa, possono rilassarsi, e hanno la possibilità di telefonare o mandare dei messaggi ai loro cari lontani. Bibbie e letteratura cristiana sono a loro disposizione in molte lingue e dialetti. Per alcuni visitatori si tratta del primo contatto con la Parola di Dio, per altri invece di un ritorno al passato.

Un giorno, un marinaio con aria curiosa stava in piedi davanti allo scaffale dove erano esposte le Bibbie. Guardava e riguardava, e finalmente trovò ciò che cercava: una Bibbia per bambini in polacco. Cominciò a leggerla con interesse, poi disse: “Mia nonna mi leggeva sempre delle storie da questa Bibbia illustrata”. A giudicare dalla sua espressione si poteva intuire che stava rivivendo con commozione dei bei momenti di un lontano passato…

I collaboratori della missione rimangono colpiti quando i marinai, e non sono pochi, fanno riferimento alla fede della madre o della nonna, e mettono in rilievo che la relazione intima che esse mantenevano con Dio ha influenzato la loro vita.

È stato provato che in Russia, anche durante il regime anticristiano, la fede è sopravvissuta principalmente grazie alle nonne che, durante quei sette decenni di ateismo imperante, hanno tenuto viva la fiamma della fede trasmettendo con coraggio e amore, ai loro nipoti, le verità relative a Dio e al Signore Gesù.


sabato 13 novembre 2021

Pecore

“le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome” Giovanni 10:3


Quando vedo un gregge di pecore, vedo esattamente quello, un gregge. Un mucchio di lana, una moltitudine di zoccoli. Praticamente tutte uguali. E' questo quello che vedo. 

Ma per chi fa questo mestiere, per chi è abituato a vivere e condividere le sue giornate con questi animali, non è così. 

Per il pastore ogni pecora è diversa. Ogni muso ha dei tratti ben distinti, ogni pecora ha una sua storia, ogni agnello il suo modo di camminare e assegna a ciascuna un nome, sa riconoscerle.

Il Signore usa questo esempio per farci capire le affezioni che ha per noi. Quanto gli siamo cari. 

Per Lui ogni volto è speciale. Ogni cuore è da riempire. Conosce il rumore dei nostri passi, ogni nostro pensiero, sa in che direzione ci muoveremo prima ancora che in noi vi sia questa decisione. Conosce tutto di noi e ascolta ogni nostra preghiera. Il nostro nome è a Lui ben conosciuto e non lo può dimenticare. 

“Ecco, io ti ho scolpita sulle palme delle mie mani” Isaia 49:16.

Forse non hai mai visto il tuo nome stampato in un posto importante, su di una locandina, un manifesto o una laurea. 

Beh, allora ti dirò che non esiste luogo, dove il tuo nome possa comparire o essere inciso che sia più importante e straordinario di questo.

13 novembre - La legge dello Spirito della vita

Anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.

Romani 6:11

 

La legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.

Romani 8:2

 

La legge dello Spirito della vita

 

Avete creduto al Signore Gesù e gli avete confessato i vostri peccati? L’avete riconosciuto come il Signore della vostra vita e sapete che Dio ha perdonato tutte le vostre colpe? Bene; avete fatto il passo più importante; probabilmente, però, constatate che siete sempre attratti da certe cose che il Signore non approva. Ecco perché la salvezza che Dio offre non si limita al perdono dei peccati, ma ha il potere di liberare il credente dalla potenza del peccato, dalla “legge del peccato”. Ma come avviene questo?

1. Dio ci insegna che, avendo creduto, per Lui siamo “morti con Cristo” (Romani 6:8), “morti al peccato” (6:2). Questo dobbiamo accettarlo e crederlo allo stesso modo come abbiamo accettato il dono della nuova vita.

2. La nostra nuova vita sarebbe senza forza se Dio non ci ponesse sotto una “legge” molto potente, “la legge dello Spirito della vita”. La legge del peccato è sempre presente, ma la legge dello Spirito della vita è più forte.

Se pensate di potercela fare con le vostre forze e smettete di dipendere dal Signore, sarete molto vulnerabili al male (Proverbi 16:18). Se invece vivete guidati dallo Spirito Santo, mantenendo i vostri pensieri uniti al Signore, impegnandovi a fare la Sua volontà e ricercando con la preghiera quella forza che Lui solo può darvi, sarete certamente vincitori e non adempirete i desideri della carne (Galati 5:16).