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venerdì 30 giugno 2017

30 giugno

Ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco. Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami!
Giobbe 42:3-4

Conosci te stesso

“Gnòthi seautòn” (è la frase greca di cui il titolo è la traduzione) era l’iscrizione incisa sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Il saggio Socrate l’aveva scelta come massima. Molti filosofi dopo di lui hanno cercato di analizzare e di capire in che modo funzioniamo, quali sono gli impulsi che ci fanno agire o i criteri che dettano le nostre scelte. Ma le loro conclusioni sono molto divergenti, e lasciano perplessi.
Se si vuole capire il funzionamento di un macchinario, la persona più adatta a spiegarlo non è forse il suo ideatore? Allora, per conoscere come siamo, non sarebbe più saggio rivolgerci a colui che ci ha creati? Cerchiamo nella Bibbia, la Parola di Dio, ciò che egli ci dice dell’uomo. Vi troveremo una diagnosi severa: «Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? ‘Io l’Eterno, che investigo il cuore’» (Geremia 17:9-10). Leggendo la Bibbia, e venendo a conoscere ciò che siamo, arriviamo alla conclusione dell’apostolo Paolo: “Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene” (Romani 7:18). Ecco la vera conoscenza di noi stessi, quella della nostra miseria e della nostra nullità.

Allora, dobbiamo disperare? No, perché la Bibbia ci rivela anche un’altra conoscenza: quella dell’amore di Dio che ci cerca, che vuole salvarci attraverso la fede in Gesù Cristo e darci una nuova natura, simile alla sua.

giovedì 29 giugno 2017

29 Giugno

Uno è schiavo di ciò che lo ha vinto.
2 Pietro 2:19

Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi.
Galati 5:1

Schiavitù

Nella quasi totalità del mondo, la schiavitù, almeno ufficialmente non esiste più. Ma se quelle catene sono cadute, l’uomo non è libero da altre forme di schiavitù. Senza voler parlare di alcolismo, droga, prostituzione, flagelli capaci di ridurre le loro vittime allo stato di un relitto, vi sono altre forme di dipendenza che possono assoggettare gli uomini. La Bibbia cita a questo riguardo il denaro, l’orgoglio, la vanità, il sesso, che possono impadronirsi della nostra vita impedendoci di mantenerne il controllo. Sembra un paradosso, ma le società che esaltano la libertà incondizionata dell’uomo sono proprio quelle che tengono il popolo in condizione di dipendenza e schiavitù. La terra è, per i suoi abitanti, un luogo di schiavitù a causa del peccato.
Un poeta del XVII secolo ha scritto: “Dio fece la libertà; l’uomo ha fatto la schiavitù”. Aveva proprio ragione! Il peccato, sotto qualsiasi forma si presenti, costituisce sicuramente la forma peggiore di schiavitù! Soltanto Gesù Cristo ha ricevuto da Dio il potere di liberarcene. “Chi commette il peccato è schiavo del peccato… Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi” (Giovanni 8: 34,36).

Sì, se ora invocate il nome del Signore con fiducia, potete essere liberati. “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:13).

mercoledì 28 giugno 2017

28 giugno

Non c’è nessun giusto, neppure uno.
Romani 3:10

Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.
1 Corinzi 6:11

Giusto?

Si potrebbe pensare che ci sia una contraddizione fra i due versetti citati oggi. Ma se si legge con attenzione la Parola di Dio, si capisce che non è così. È verissimo che nessun uomo è giusto agli occhi di Dio. Non dimentichiamo che la giustizia di Dio non è come quella degli uomini. Lui non si ferma all’apparenza delle cose e degli atti che compiamo; egli conosce i pensieri segreti del nostro cuore e le nostre motivazioni; discerne la gelosia, l’orgoglio, il desiderio di fare il male, che spesso riusciamo a nascondere ai nostri simili, ma che non possiamo nascondere a lui. E ci comunica il suo verdetto senza appello. Davanti a lui “nessun vivente sarà trovato giusto” (Salmo 143:2).

Tuttavia diversi uomini sono dichiarati giusti nella Bibbia. Perché? Perché hanno creduto a Dio. “Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia…; a chi non opera ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede è messa in conto come giustizia” (Romani 4: 3,5). Ciò che permette a Dio di considerarci giusti è la fede che mettiamo nell’opera compiuta da Gesù. Noi siamo “giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù… mediante la fede nel suo sangue” (Romani 3:24,25). L’amore di Dio ha trovato il mezzo per renderci giusti: “Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio” (1 Pietro 3:18). Che motivo di riconoscenza e di adorazione! 

martedì 27 giugno 2017

27 giugno

La vita… la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20

Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori.
1 Timoteo 1:15

Era valido anche per lei

Elisa entra nel salotto e vi trova in visita un amico del padre. Sta leggendo la Bibbia. Come lei sta per uscire, si sente dire: “Elisa, vorrei farti una domanda! Gesù è il tuo Salvatore?” Sorpresa, esita, e dopo un lungo sospiro, risponde: “Vorrei poterlo dire”.
“Se ti proponessi la lettura del bel capitolo 53 del profeta Isaia come se fosse scritto apposta per te, accetteresti di leggerlo ad alta voce?” L’amico di famiglia le porge la Bibbia ed Elisa comincia a leggere: “Tuttavia erano le mie malattie che egli portava, erano i miei dolori quelli di cui si era caricato; ma io lo ritenevo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle mie trasgressioni, stroncato a causa delle mie iniquità; il castigo per cui ho pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure io sono stata guarita. Io ero smarrita come una pecora, io seguivo la mia propria via; ma l’Eterno ha fatto ricadere su di lui la mia iniquità”.

Chiudendo la Bibbia piuttosto turbata, Elisa esclama: “Sì, lo so, è Gesù che ha fatto tutto questo per me”. Era come se il sacrificio di Cristo fosse stato compiuto esclusivamente per lei. 

domenica 25 giugno 2017

25 giugno

Dio, nostro Salvatore… vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
1 Timoteo 2:3-4

Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.
Apocalisse 3:20

Storia di una conversione

Nel 1975 ero collaboratrice familiare in casa di credenti cristiani. Ammiravo molto la madre di famiglia che allevava i suoi tre bambini con amore e semplicità. Si pregava prima dei pasti, e ciò mi colpiva. Un giorno accompagnai quella famiglia al culto, ma rimasi indifferente. Poi lasciai quella famiglia.
Nel 1980, mio padre mi chiese di portargli una Bibbia. Due anni più tardi morì in pace con Dio. Dopo la sepoltura, pensando che quella grossa Bibbia fosse d’ingombro, mia madre me la diede. La posai in un angolo e non la aprii per due anni. Poi un giorno iniziai a leggerla. Anche se non capivo quasi nulla, continuai a leggerla; era più forte di me. Nel libro dei Proverbi vidi tutti i miei sbagli e i miei peccati messi in luce. Ma cosa fare?
Dal momento in cui avevo aperto quella Bibbia, sentivo il desiderio di rivedere la madre di famiglia credente presso cui avevo lavorato. Mi recai a un culto per incontrarla, ma sbagliai chiesa e non riuscii a vederla. Però quel 18 novembre 1984, fu il giorno più bello della mia vita! Piansi dall’inizio alla fine della riunione. Ricordo ancora certe parole: “Il Signore è il tuo amico; anche lui ha sofferto; ha conosciuto la tentazione. Parlagli, digli ciò che pesa sul tuo cuore…”. Il Signore, con dolcezza, mi attirava a sé. Allora pregai così: “Signore, ti apro la porta del mio cuore”. Uscendo da quella riunione, continuavo a piangere, ma erano lacrime di gioia!

M.L.T. 

sabato 24 giugno 2017

24 giugno

Mai dimenticherò i tuoi precetti, perché per mezzo di essi tu mi dai la vita.
Salmo 119:93

Tu sei Dio, le tue parole sono verità.
2 Samuele 7:28

Pensieri


La verità non dipende dal numero di coloro che l’accettano, né dal numero di coloro che la rifiutano. La Parola di Dio è la verità (Giovanni 17:17), e Gesù è la verità (Giovanni 14:6).
***
I Vangeli ci raccontano la storia di Gesù non soltanto per farci conoscere dei fatti interessanti, ma per trasmetterci la buona notizia che può trasformare la nostra vita.
***
Non è la potenza di Satana né la follia degli uomini che impediranno a Dio di compiere le sue promesse.
***
“La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (Giovanni 1:17). La grazia comincia aprendo la strada alla verità che mette in luce la triste condizione dell’uomo. Senza la grazia noi sfuggiremmo la presenza di Dio.
***
I bisogni dell’uomo non esauriranno mai le risorse della grazia di Dio.
***
Lo stesso sole fa indurire l’argilla e sciogliere la cera. Allo stesso modo il messaggio del Vangelo indurisce il cuore degli orgogliosi e fa sciogliere il cuore degli umili. 

venerdì 23 giugno 2017

23 giugno

Amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio… Dio è amore.
1 Giovanni 4: 7, 8

Amate i vostri nemici… pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano.
Matteo 5:44

Racconto di un prigioniero rumeno

Mi trovavo in prigione per la mia fede ed ero gravemente malato; di fianco a me c’era un pastore di nome Iscu. Era stato selvaggiamente picchiato e torturato perché cristiano. Era in agonia, tuttavia era molto calmo. Iscu si trovava alla mia destra. Coricato a sinistra, c’era l’uomo che lo aveva torturato a morte e che più tardi era stato arrestato e malmenato dai suoi stessi compagni. Anche lui stava per morire. Una notte si svegliò e chiamò Iscu: “Pastore, per piacere, di’ una preghiera per me; i crimini che ho commesso sono così atroci che non riesco nemmeno a morire”. Iscu, anch’egli molto sofferente, chiamò altri due carcerati, si appoggiò a loro, passò accanto al mio letto, si sedette sul letto del suo carnefice e gli accarezzò la testa. Era uno spettacolo straordinario. Non dimenticherò mai quella scena, quel gesto d’amore verso un uomo che lo aveva colpito così brutalmente e che era responsabile della sua prossima morte. Al suo gesto, aggiunse queste parole: “Ti ho perdonato di cuore, ti amo. Ma Gesù, il Figlio di Dio, lui, l’amore incarnato, ti ama ancora di più e può cancellare per sempre i tuoi peccati. Pregalo, ti sta aspettando. Vuole perdonarti, basta che tu ti penta”. In quella cella di prigione, sono stato testimone della confessione sincera di un carnefice che riconosceva tutti i suoi omicidi davanti a Dio e davanti a colui che lui aveva torturato. Pregarono insieme e si abbracciarono. Il pastore tornò a fatica nel suo letto. Morirono entrambi la stessa notte, in pace con il loro Salvatore.

R. Wurmbrand

giovedì 22 giugno 2017

22 giugno

Udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono.
Giovanni 8:9

Ravvedetevi e credete al Vangelo.
Marco 1:15

La coscienza

Spesso si sente dire: “Non ho nulla sulla coscienza”, oppure: “La mia coscienza non mi rimprovera nulla”. Ma ciò non basta davanti agli uomini, e tanto meno davanti a Dio!
Anzitutto, che cos’è la coscienza? È una facoltà che Dio ha dato all’uomo – come l’intelligenza, la memoria, il pensiero –, una conoscenza intuitiva del bene e del male. Ogni individuo possiede una coscienza; per questo si sente più o meno a disagio quando fa qualcosa che sa essere cattiva, e si sente contento quando fa il bene.
Il problema è che viviamo in un’epoca in cui è generalmente ammesso ciò che soltanto pochi anni fa era condannato, come ad esempio la convivenza di persone non sposate. I costumi cambiano e si arriva a chiamare il male, bene. A forza di vivere in un mondo in cui i valori morali sono scherniti, rischiamo di non reagire più, e la nostra coscienza diventa meno sensibile.
Non lasciamoci ingannare! Dio non cambia, e tanto meno la sua valutazione del bene e del male. Tutto ciò che si oppone alla sua volontà, rivelata nella Bibbia, è male, che ci piaccia o no. Allora facciamo attenzione: non fidiamoci esclusivamente della nostra coscienza, ma analizziamo le nostre azioni e i nostri pensieri alla luce divina.
Dio ha gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male (Abacuc 1:13), ma è anche amore. Odia il peccato, ma ama il peccatore. È per questo che desidera che ognuno prenda coscienza della necessità di pentirsi e di essere salvato.

mercoledì 21 giugno 2017

21 giugno

Noi predichiamo Cristo crocifisso…, per gli stranieri pazzia, ma per quelli che sono chiamati…, Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.
1 Corinzi 1:23-25

Una pazzia saggia, una debolezza forte

Come osare parlare della “follia di Dio”, della “debolezza di Dio”? Dio non è forse il Creatore, l’Onnipotente? Certamente, ma per venire incontro alla sua creatura, il Figlio di Dio si è fatto uomo. Per salvare coloro che si affidano a lui, non ha usato la sua potenza creatrice o di giudizio, ma ha accettato di morire su una croce.
Tale è il messaggio della croce. È quella la “debolezza di Dio e la pazzia di Dio”. Una pazzia e una debolezza per il mondo incredulo ma che, per il credente, sono la potenza e la sapienza di Dio!
Come mai è così? Perché, per mezzo della morte di Gesù, l’amore e la giustizia di Dio hanno trionfato sulle forze del male e dell’odio. Ciò che i sapienti e i potenti di questo mondo non hanno mai potuto compiere, cioè la liberazione dal male interiore, il Figlio di Dio lo ha compiuto in chi si affida a lui.

Pensiamo alla vita di Gesù. A noi, che spesso ricerchiamo l’indipendenza e il dominio, Dio si è rivelato in Gesù con le caratteristiche e l’umiltà di uno che serve. Non aveva “dove posare il capo” (Luca 9:58), ha conosciuto il freddo, la fatica, la fame e la sete, lo scherno, l’odio, l’ingiustizia, la crocifissione, la morte. Egli è rimasto fedele alla sua missione che era di onorare Dio e di salvare coloro che avrebbero creduto in lui. Con la sua morte, ci ha rivelato la forza del perdono e la supremazia dell’amore.

martedì 20 giugno 2017

20 giugno

(Mosè disse:) “L’Eterno mi diede le due tavole di pietra, scritte con il dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che l’Eterno vi aveva dette”.
Deuteronomio 9:10
Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra.
La legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.
Giovanni 8:6; 1:17

Il dito di Dio

Dio ha parlato, ma si è anche preoccupato di “scrivere di propria mano”. In quali occasioni?
Anzitutto quando ha dato la legge a Mosè. Essa è stata incisa su tavole di pietra dal “dito” di Dio. Le legge era esigente, mostrava ciò che Dio si aspettava dalla sua creatura, e diceva, come Gesù spiegava ai dottori della legge: “Fa’ questo, e vivrai” (Luca 10:28). Ma l’uomo non ha mai potuto adempiere la legge; “infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio, e neppure può esserlo” (Romani 8:7).
Allora, in modo altrettanto solenne, il dito di Dio annuncia il giudizio. Un giorno nella sala delle feste del re babilonese Baldassar si stavano profanando i vasi consacrati sottratti al tempio di Gerusalemme; si lodavano gli idoli, ci si beffava del vero Dio. Ad un tratto, le dita di una mano scrissero sull’intonaco della parete: “Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine… Tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante” (Daniele 5: 5,26,27). E la sentenza fu subito eseguita. Quel re venne assassinato la notte stessa.
Ma ecco il Vangelo: Dio, nella persona del Figlio, è sceso sulla terra. Gli viene presentata una donna colta in flagrante adulterio. Secondo la legge di Mosè merita la morte, ma Gesù non la condanna. Egli si china e scrive in terra con il dito. La legge era stata data da Mosè. Con la verità, Gesù portava la grazia. Forse è proprio questa la parola che ha scritto per terra.

Ancora oggi è il tempo della grazia. Credete in Gesù, e Dio scriverà il vostro nome nel libro della vita (Apocalisse 21:27).

lunedì 19 giugno 2017

19 giugno

Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge; il peccato è la violazione della legge.
1 Giovanni 3:4-5

In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo.
1 Giovanni 4:9

Guarire dal peccato

“Sarete come Dio” (Genesi 3:5). È la proposta più esaltante fatta agli uomini fin dall’inizio dell’umanità. Ma è anche il più grande inganno! Il desiderio di onnipotenza, di libertà totale, risiede nell’uomo da ogni generazione. Un tale atteggiamento è il rifiuto di ammettere i propri limiti. Non si vorrebbe rendere conto a nessuno. È un atto di ribellione verso il Creatore.
Voler fare ciò che ci piace senza tener conto di Lui, né di altri, affidarsi esclusivamente al proprio giudizio, è ciò che la Bibbia chiama “peccato”. Questa tendenza al male ci allontana sempre più da Dio. La cultura moderna cerca di allontanare la nozione del peccato, ma la Bibbia lo presenta talmente ancorato nella natura umana che non lo si può ignorare.
Il peccato deforma la conoscenza che abbiamo di Dio e di noi stessi. Siamo peccatori, e Dio ci vede così; ma ci vede anche come sue creature che hanno bisogno di essere perdonate e guarite.

Non possiamo guarirci da soli, soltanto Dio può farlo. La grandiosità del messaggio del Vangelo risiede nel fatto che Dio ha già provveduto a questo col dono del suo Figlio. La croce di Cristo è il luogo dove Cristo ha affrontato il peccato, il luogo della sua vittoria. Ma è necessario mettersi al riparo del suo sacrificio.

domenica 18 giugno 2017

18 giugno

O voi tutti che siete assetati, venite alle acque.
Isaia 55:1

A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita.
Apocalisse 21:6

Gesù disse: “Chi crede in me non avrà mai più sete”.
Giovanni 6:35

L’otre era vuoto!
Riassunto di un racconto della Bibbia (Genesi 21:9-20)

Maltrattata da Sara sua padrona, scacciata di casa da Abraamo suo padrone, Agar, serva egiziana, fugge nel deserto. Se ne va, praticamente senza risorse, solo con del pane, un otre d’acqua e il figlio che aveva avuto dal suo padrone. Ella vaga senza trovare rifugio, e quando l’acqua dell’otre si esaurisce, intravede la morte prossima di suo figlio e si allontana da lui dicendo: “Che io non veda morire il bambino!” (Genesi 21:16).
Agar lo mette sotto a un arboscello e piange. Chi può avere compassione di lei? Chi può soccorrerla? Nessuno passerà di là; e anche se passasse qualcuno, avrebbe forse pietà di quella donna? Ma l’Eterno che “percorre con lo sguardo tutta la terra” (2 Cronache 16:9), manda un angelo che dice ad Agar: “Non temere, perché Dio ha udito la voce del ragazzo”… “Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo… e diede da bere al ragazzo” (Genesi 21:17-19).

Noi assomigliamo molto ad Agar! Abbiamo esaurito l’acqua dell’otre, figura delle risorse umane, e non vediamo la sorgente inesauribile che Dio ha preparato per noi. “I ruscelli di Dio son pieni d’acqua” (Salmo 65:9). Basta avvicinarsi e bere. “Se qualcuno ha sete – dice il Signore – venga a me e beva” (Giovanni 7:37). Non rimaniamo scoraggiati, assetati di pace e di felicità. Beviamo quest’acqua che dà la vita e dissetiamoci. 

sabato 17 giugno 2017

17 giugno

(Cristo) ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce.
1 Pietro 2:24

Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!
2 Corinzi 6:2

Siamo liberi di avere le nostre idee?

Il Signore Gesù offre a chi lo accetta una liberazione completa. Egli l’ha pagata cara, al prezzo del dono di se stesso sulla croce; se la volete, è anche a vostra disposizione.
Ma il mondo prosegue il suo girotondo infernale come se Gesù non esistesse, come se la sua risurrezione, la sua signoria, il suo prossimo ritorno non fossero che pura immaginazione. Qualcuno dirà che ognuno è libero di avere le proprie idee. Attualmente questo modo di pensare piace molto alla gente. Ma un giorno bisognerà arrendersi di fronte all’evidenza; per questo, lettori, ci rivolgiamo a voi con insistenza. Per quelli che saranno rimasti increduli mentre la grazia di Dio era loro offerta, sarà poi troppo tardi.
Dovranno arrendersi all’evidenza quando Gesù Cristo li interpellerà, investito dell’autorità di Giudice supremo.
Dovranno arrendersi anche quando “ogni occhio lo vedrà” (Apocalisse 1:7), e questo mondo dovrà rendere conto del suo disprezzo di Dio e di suo Figlio Gesù Cristo.
Dovranno ancora inchinarsi quando i morti, risuscitati per il giudizio finale, compariranno davanti al Suo grande trono (Apocalisse 20).

Dovranno arrendersi infine davanti all’inferno. In questo luogo terribile, ci sarà l’eterno rimpianto di aver disprezzato la grazia di Dio… proprio quella grazia che oggi vi è ancora offerta!

venerdì 16 giugno 2017

16 giugno

Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati).
Efesini 2:4-5

A lui bastava una parola

Quel centurione romano di cui abbiamo già parlato il 28 maggio era un uomo rispettabile. Era anche buono nei confronti del suo servo. Vedendolo paralizzato, tormentato dal suo male e vicino alla morte, mandò a Gesù degli anziani dei Giudei perché lo supplicassero di venire a guarirlo. Gli stessi Giudei riconoscevano la dignità di quest’uomo: aveva addirittura costruito la loro sinagoga. “Egli merita che tu gli conceda questo”, dicono a Gesù (Luca 7:4).
“Egli merita”! Ma cosa possiamo meritare? Quali meriti possiamo far valere davanti a Dio per ottenere il suo favore? Nessuno! Il centurione lo aveva capito, e si sentiva talmente indegno che non osava andare di persona da Gesù. Ma è Gesù che va verso di lui. Come si avvicinava alla casa, il centurione mandò degli amici ad avvertirlo: “Signore, non darti quest’incomodo, perché io non son degno che tu entri sotto il mio tetto… ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito”. “Neppure in Israele”, disse Gesù, “ho trovato una così grande fede”.

“I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza”, ma “è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti (cioè coloro che credono)” (1 Corinzi 1:22,21). A quell’uomo bastava una parola di Gesù. Ancora oggi Dio rivolge a tutti – notabili, religiosi, popolani, emarginati – a tutti coloro che riconoscono la propria indegnità e colpevolezza, una parola di salvezza: chiunque crede in Gesù e nel suo sacrificio ha la vita eterna. 

giovedì 15 giugno 2017

15 giugno

La vita dell’uomo sulla terra è come quella di un soldato; i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario.
Giobbe 7:1

Gesù parlò loro di nuovo dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.
Giovanni 8:12

Riflessioni

«Ho vissuto la mia vita o l’ho sciupata? Ciò che sto vivendo, finirà presto? Ho fatto numerose esperienze, ma queste rappresentano tutto ciò che il mondo può offrirmi? Sono sulla terra per poco tempo; e poi, sarà tutto finito?
In definitiva, da dove vengono i miei interrogativi sul senso della vita? Alcuni tentano di rispondervi (o di evitarli) con il lavoro, i divertimenti o i piaceri; altri tentano di dimenticare queste domande con l’alcol, la droga, le avventure… Per quel che mi riguarda, sono certo che, finché eluderò la risposta a questi interrogativi d’importanza vitale, la mia vita rimarrà assurda.
Queste questioni mi hanno assillato finché non ho conosciuto dei cristiani. Essi affermavano che Gesù è risuscitato, che vive, che ci è più vicino dell’aria che respiriamo. Egli è la via, la verità e la vita (Giovanni 14:6). Le loro affermazioni mi sembrarono troppo interessanti per essere liquidate semplicemente con un “forse avete ragione”. Anzi, forse quei cristiani avevano la risposta alle domande che mi turbavano.

Allora ho cominciato a leggere i Vangeli. Proseguendo nella lettura ho ottenuto le risposte. A poco a poco ho preso coscienza dell’amore di Dio per me. Non mi ero mai curato di lui anche perché temevo che avrebbe potuto respingermi; invece, Lui s’interessava di me» (K.B.)

mercoledì 14 giugno 2017

14 giugno

“Io sono l’alfa e l’omega”, dice il Signore Dio, “colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”.
Apocalisse 1:8

In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto.
Matteo 5:18

L’alfabeto greco

Alfa è la prima lettera dell’alfabeto greco, omega l’ultima e iota la più piccola. Quando Gesù disse: “Io sono l’alfa e l’omega”, è come se avesse detto: “Io sono la A e la Z”, e aggiunge: “il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (Apocalisse 22:13). La Bibbia termina con questo messaggio personale di Gesù Cristo, come se affermasse: “Io sono l’intera Parola”.
Questo ci fa pensare all’inizio del Vangelo secondo Giovanni: “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio… e la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi” (Giovanni 1:1,14), o alla lettera agli Ebrei: “Dio… ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi” (Ebrei 1:2). Gesù Cristo è al tempo stesso l’essenza e il portatore dell’amore divino.

Ora che la “Parola diventata carne” è salita al cielo, l’uomo può trovare il suo messaggio completo nella Bibbia. Egli è presente in ogni pagina; non vi è nulla da aggiungere né da togliere alle parole del santo Libro (Apocalisse 22:18), neanche un iota, né il più piccolo dettaglio. In modo diretto o figurato, tutto nella Bibbia ci parla del Figlio di Dio che fu l’«artefice» di Dio nella creazione dell’universo (Proverbi 8:30) e che sussisterà dopo la distruzione di esso. “Io sono; io sono il primo e sono pure l’ultimo” (Isaia 48:12). “Io sono colui che sono” (Esodo 3:14). 

martedì 13 giugno 2017

13 giugno

Prima che m’invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi.
Isaia 65:24

Ti celebrerò perché mi hai risposto e sei stato la mia salvezza.
Salmo 118:21

Dio ci risponde

Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: “Il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno” (Matteo 6:8). Per mezzo della sua Parola, la Bibbia, Egli vuole rispondere a tutti i nostri bisogni.
“Che debbo fare per essere salvato?” Questa domanda interpreta il nostro principale bisogno spirituale: essere liberati dal peccato e dal castigo di Dio. La Bibbia risponde: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:30-31).
Una volta salvati, Dio si occupa di noi come suoi figli. Se constatiamo quanto siamo fragili, se siamo stanchi, turbati o inclini a dubitare delle sue promesse, Egli vuole ancora parlarci.
- La nostra fede incomincia a vacillare? Gesù ci dice: “Non temere; soltanto continua ad aver fede” (Marco 5:36).
- Siamo stanchi? Gesù ci dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28).
- Siamo turbati? “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6-7).

- Se soffriamo, non dimentichiamo che “le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo” (Romani 8:18).

lunedì 12 giugno 2017

12 giugno

Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero… Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.
Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
1 Giovanni 5:20; 5:11

Religione a scelta?

Si sente dire spesso che tutte le religioni si equivalgono. C’è anche chi dice: No, ma tutte conducono a Dio, e la strada migliore è il Cristo.
Quest’ultimo atteggiamento, che vuol essere tollerante, è in realtà la negazione della verità. Finisce per dare del mentitore al Signore Gesù Cristo, che ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).
La realtà è che Dio, il solo vero Dio, si è rivelato. Non è rimasto in silenzio, né lontano. Egli ci ha parlato in molte maniere. Dopo aver parlato per mezzo degli antichi profeti d’Israele, Dio si è pienamente rivelato in Gesù Cristo. I Vangeli c’insegnano a conoscere il Signore, la sua compassione, il suo amore, la sua purezza.
Gesù non è soltanto un personaggio storico, messo a morte sotto Ponzio Pilato, di cui sarebbe bene anche seguire l’insegnamento. Egli è vivente. È il Salvatore di tutti coloro che si affidano a Lui. È solo per fede che possiamo conoscere Gesù. Egli risponde alle preghiere, ci fa gustare la sua presenza nel profondo di noi stessi. Imparando a conoscerlo, impariamo a conoscere Dio. Egli è un Padre che ama e si prende cura di tutti quelli che vengono a lui per mezzo della fede in Gesù Cristo.

Non è una religione che potrà condurci a Dio, ma una persona: Gesù Cristo, e solo lui!

domenica 11 giugno 2017

11 giugno

Ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.
Atti 11:26

Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.
Luca 10:20

Anagrafe del cielo

Se qualcuno si dichiara cristiano, deve rendersi conto che porta il nome di Cristo. Ma c’è una questione importante: ne ha diritto? Nel Vangelo è parlato di persone che dichiaravano di essere del Signore, ma alle quali un giorno Cristo dovrà dire: “Io non vi ho mai conosciuti, allontanatevi da me” (Matteo 7:23).
Per essere cristiani, non basta figurare nel registro dei battesimi di una chiesa. Non sono questi i libri che verranno consultati nel gran giorno del giudizio, quando Dio farà comparire davanti a sé tutti gli uomini perché gli rendano conto della loro vita.
Perché un neonato possa portare il nome di famiglia, bisogna che alla sua nascita l’ufficio anagrafe registri la sua filiazione. La Bibbia ci insegna che, per entrare nella famiglia di Dio, ci è necessaria una nuova nascita (Giovanni 3:7). Solo a questa condizione il nostro nome potrà figurare nel Libro della vita, quell’anagrafe del cielo in cui Dio iscrive tutti coloro che credono nel suo Figlio e lo accettano come il loro personale Salvatore. Costoro, e solo loro, hanno “il diritto di diventare figli di Dio” (Giovanni 1:12).

Avete letto bene, il diritto; esso è fondato sull’opera di Cristo e non sui nostri meriti. Chi è cristiano, non lo è perché è migliore o più religioso di altri, ma perché ha ricevuto Cristo come proprio Salvatore e lo riconosce come Signore. 

sabato 10 giugno 2017

10 giugno

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c’è nessuno che faccia il bene, neppure uno.
Salmo 53:3

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.
Romani 3:23

Smettete di fare il male; imparate a fare il bene.
Isaia 1:16

Bene e male

Come sapere che cos’è il bene e che cos’è il male? Qual è il punto di riferimento? Chi ha autorità per decidere che cosa è bene e che cosa è male?
I ragionamenti umani non son utili a questo riguardo, anzi, sono fuorvianti. Dio dichiara: “Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene” (Isaia 5:20). È Dio che ci ha dato la coscienza per farci capaci di discernere il bene e il male. Ma questa coscienza ha bisogno di un riferimento: la Bibbia, che è la Parola di Dio. Gesù dice che essa è “verità” (Giovanni 17:17). Essa sola mette in contrasto senza equivoco ciò che è il bene e ciò che è il male. Essa è il punto di riferimento universale e immutabile! Purtroppo il cuore dell’uomo “è pieno della voglia di fare il male” (Ecclesiaste 8:11). Egli non ascolta volentieri la sua coscienza che lo avverte e, a forza di non ascoltarla, essa s’indurisce. Ma Dio non si stanca di invitare l’uomo ad ascoltarlo e a ubbidirgli: “Porgete l’orecchio e venite a me; ascoltate e voi vivrete” (Isaia 55:3).

“Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici… fugga il male e faccia il bene” (1 Pietro 3:10-11). Leggiamo la Parola di Dio, ascoltiamo i suoi insegnamenti; impareremo a discernere il bene e il male; e fuggiremo il male e praticheremo il bene, e avremo giorni felici.

venerdì 9 giugno 2017

9 giugno

Non ci scoraggiamo; ma anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno… abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.
2 Corinzi 4: 16,18

La terra è il laboratorio di Dio
Estratto da una lettera

“Il Signore ti sottopone, caro amico, a una lunga e penosa prova; ma, credi, non sarà invano. Noi non possiamo misurarne le conseguenze immediate, perché spesso Dio ci forma sia per la terra che nella prospettiva del nostro avvenire col Signore Gesù nel cielo. Questa terra è il laboratorio in cui Dio lavora per portare a compimento i suoi piani celesti e gloriosi la cui durata è eterna.
Ci sembra normale che Dio debba mostrare il suo amore facilitandoci la vita, soprattutto nelle cose di famiglia, nel lavoro, nella salute. Alcuni credenti godono di questo mentre altri no. Ma la fede sa elevarsi al di sopra di ciò che è visibile. Questo mondo deve passare, e anche noi passiamo. Dio ci insegna a giudicare le cose secondo la sua scala di valori; ci insegna il suo linguaggio, il suo modo di vedere, e si rivela alla nostra anima come ricca compensazione di ciò che ci chiede di lasciare. Già ora il frutto della prova ci fa conoscere la sua pace, le sue compassioni, c’insegna la pazienza.

Ben presto, dopo aver sperimentato la prova, conosceremo una misura sovrabbondante di gloria (2 Corinzi 4:17). E Dio ci dice che allora asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi (Apocalisse 21:4).”

giovedì 8 giugno 2017

8 giugno

La nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore.
Filippesi 3:20

Ecco la voce del mio amico! Eccolo che viene.
 Cantico dei Cantici 2:8

Eccolo che viene!

Giugno 1945. Avevo appena cinque anni. Il treno stava entrando in stazione, riportando a casa i prigionieri di guerra. Rannicchiato sulle spalle di mia madre dovevo individuare papà. Non l’avevo mai visto, se non in fotografia, e tuttavia lo amavo. La mamma me ne aveva parlato così spesso! Tutt’a un tratto l’ho visto, e l’ho chiamato. Il seguito non si può descrivere. Poi siamo rientrati a casa, e col passare dei giorni la mia gioia si è un po’ raffreddata perché la mamma era un po’ meno disponibile per me…
Non ho mai dimenticato quella scena sul marciapiede della stazione, e spesso ha portato i miei pensieri verso il momento in cui il Signore ritornerà dal cielo per prendere presso di sé i suoi riscattati. Egli ce l’ha promesso: “Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3). Noi non lo abbiamo visto, ma lo amiamo, perché Egli ci ha amati per primo. Non dovremmo desiderare sempre più di vedere colui che ha tanto sofferto per noi? Nella casa del Padre, nulla offuscherà la nostra felicità. Sulla terra spesso il nostro cuore è timoroso, ma in cielo sarà diverso: “ci sono gioie a sazietà in tua presenza” (Salmo 16:11). Il nostro Salvatore ci riempirà completamente il cuore.

Caro lettore che leggi il mio racconto, i tuoi peccati sono stati lavati dal sangue di Gesù Cristo morto sulla croce al tuo posto? Puoi unirti all’attesa di tutti i credenti?

mercoledì 7 giugno 2017

7 giugno

 Gesù il Nazareno… voi, per mano d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste.
Atti 2:22-23

Vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20

C’eri anche tu quando hanno crocifisso il mio Signore?

Were you there when they crucified my Lord?


Questa domanda è il titolo di un canto che fa parte dei cosiddetti “spirituals”. È una domanda, rivolta ancora oggi a ogni ascoltatore, che sottolinea tutto l’orrore del crimine commesso contro Gesù Cristo, il solo uomo giusto e santo (Atti 3:14). Infatti Cristo, che mostrava in ogni suo passo l’amore di Dio, è stato il bersaglio dell’odio degli uomini ed è stato inchiodato su una croce.
Noi siamo sensibili a tale ingiustizia, ma la domanda va più lontano e ci interroga personalmente. Che cosa avremmo fatto se fossimo vissuti in quel tempo? Forse pensiamo che avremmo preso le difese di Cristo. Il Vangelo ci mostra che anche i suoi discepoli sono fuggiti (Marco 14:50). Pietro, che pensava di poter seguire Gesù fino alla morte, l’ha rinnegato per tre volte (Luca 22:33). Tutte le classi sociali dell’epoca sono direttamente responsabili: Giuda, per cupidigia, l’ha consegnato ai sacerdoti (Matteo 26:14-16); i sacerdoti, per gelosia, l’hanno consegnato a Pilato (27:18); la folla ha gridato: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”; Pilato, per timore, l’ha consegnato ai soldati romani perché fosse crocifisso. Sono loro che hanno piantato i chiodi, ma Gesù ha detto: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:21-34).

Lasciamoci colpire nella coscienza riconoscendo il nostro peccato. Riconosciamo che quel Gesù che abbiamo crocifisso, Dio l’ha fatto Signore e Cristo. Rendiamoci conto che, al di là delle sofferenze inflitte dagli uomini, il Signore ha sopportato il peso dell’ira di Dio contro i nostri peccati, e accettiamo il suo perdono!

martedì 6 giugno 2017

6 giugno

Soccorrici, o Dio della nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci, e perdona i nostri peccati, per amor del tuo nome.
Salmo 79:9

La sincerità basta?

Mi sembra ancora di vedere il nostro professore di storia antica entrare nell’aula con il suo raccoglitore pieno di fogli. Quando ci presentava i riti delle religioni antiche, spesso concludeva la sua lezione con queste parole: “Perciò, vedete, se si è sinceri, poco importa quello che si crede”. Forse lo diceva più per placare la propria coscienza che per convincere i suoi allievi.
Quand’ero giovane quelle parole mi facevano male, e mi fanno male anche adesso perché sono sbagliate. La sincerità è importante e necessaria, ma non è sufficiente. Si può essere ingannati nonostante la propria onestà. Ad esempio, ci sono persone che sinceramente credono che la verità stia sempre dalla parte della maggioranza. Che errore! Saulo da Tarso (l’apostolo Paolo) era sicuro di rendere un servizio a Dio perseguitando i primi cristiani e invece ingannava se stesso!
Noi non dubitiamo della sincerità dei nostri lettori. Forse voi credete all’insegnamento dei vostri genitori o dei vostri conduttori spirituali, ma l’avete esaminato alla luce della Bibbia, la Parola di Dio? Vorremmo soltanto ricordarvi una frase molto seria tratta da questo santo Libro: “Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo” (1 Giovanni 3:23).

Il tuo futuro, caro lettore, dipende dalla vera fede nel Suo Nome, non dalla tua sincerità riguardo a ciò in cui credi!

lunedì 5 giugno 2017

5 giugno

Il mio aiuto vien dall’Eterno, che ha fatto il cielo e la terra.
Salmo 121:1

Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che l’Eterno compirà oggi per voi.
Esodo 14:13

Luci nella notte

La laringite è un’infiammazione della laringe che a volte ostacola la respirazione. Nei bambini piccoli produce un rumore impressionante e può provocare il soffocamento. Bisogna fare subito tre cose: far respirare aria fresca e umida, somministrare un medicinale adatto, e soprattutto calmare il bambino in modo che il panico non aggravi la crisi. Il nostro bambino di quattro anni è stato spesso ricoverato al pronto soccorso a causa di questa malattia. Nel corso dell’ultima crisi notturna, mentre eravamo in strada ad aspettare i soccorsi, all’aria aperta, il bambino si è calmato non appena è riuscito a scorgere, in fondo alla collina, la luce blu dell’autoambulanza; la respirazione è diventata meno difficile.

Così anche noi, quando siamo turbati e abbattuti, guardiamo al Signore Gesù! Egli stesso ha detto: “Vi do la mia pace” (Giovanni 14:27). Per mezzo di un testo biblico, di un messaggio cristiano, di una liberazione, o di un altro dettaglio della nostra vita in cui vediamo la mano divina, è come se il Signore accendesse delle “luci blu” nella notte per aiutarci a riprendere coraggio. Egli ci ricorda che si occupa di noi. Un giorno, non si limiterà a inviarci il suo soccorso, ma verrà Egli stesso a prendere tutti coloro che lo riconoscono come il proprio Salvatore. Essi saranno con lui per sempre. Sarà il giorno della completa liberazione: “Il vostro cuore non sia turbato… Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:1,3).