Pregate… con ogni preghiera e supplica… anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene.
Efesini
6:18-20
Un
ambasciatore in catene
Un
ambasciatore è una personalità riconosciuta, onorata, che ha delle
responsabilità ma anche grandi privilegi, e gode di un certo benessere. Non è
così, però, per i servitori del Signore. Essi sono, sì, degli ambasciatori del
grande Re che è nel cielo, ma possono finire incatenati in una prigione.
Possono essere dimenticati, disprezzati e anche essere messi al bando dalla
società. Il loro Signore non ha forse pagato con la vita la Sua testimonianza?
L’apostolo
Paolo era molto utile, ma è stato imprigionato per diversi anni… Perché tutte
quelle prove? Perché altri servitori del Signore hanno dovuto cessare la
propria attività a causa di una malattia, quando sembravano così indispensabili
alla causa del Vangelo e al bene dei loro fratelli? Non sappiamo dare una
risposta, ma possiamo essere certi che il Signore ha i Suoi giusti motivi.
Quando
arriva la prova, dobbiamo rimanere fermi
nella fiducia in Lui. Certo, le difficoltà sono reali e “sul momento non sembrano portare gioia ma
tristezza; ma se ci lasciamo formare dalle prove e dalle difficoltà,
raccoglieremo “un frutto di pace e di giustizia” (Ebrei 12:11). Finché ci
troviamo in questo corpo terreno (Romani 8:23), se siamo provati dalla malattia
dobbiamo accettarla con pazienza, e permettere a Dio di compiere il Suo lavoro
in noi.
Se
il nostro paese attraversa guerre, carestie, epidemie, catastrofi, ne soffriamo
tutti, ma se conosciamo il Signore abbiamo il privilegio di poter rivolgere a
Lui le nostre richieste e contare sulla Sua potenza e sul Suo amore. Qualunque
sia il cammino che Egli ci ha tracciato, in un modo o in un altro
sperimenteremo la verità di queste parole: “Beati quelli che confidano in Lui”
(Salmo 2:12).