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martedì 1 luglio 2025

01 luglio - Parole di astronauti

Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c’è Dio».

Salmo 53:1

 

Il nostro Dio è nei cieli; Egli fa tutto ciò che gli piace.

Salmo 115:3

 

Convertitevi al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi.

Atti 14:15

 

Parole di astronauti

 

L’astronauta Adrian Nikolayev, dopo il suo volo spaziale a bordo della navicella Vostok 3 (1962), aveva dichiarato, come il suo predecessore Yuri Gagarin, di non aver incontrato Dio. Il colonnello Gordon Cooper gli aveva risposto: “Nei miei diversi voli a bordo del Faith 7 e Gemini 5 neppure io ho visto l’Onnipotente coi miei occhi, ma ho scoperto alcune delle meraviglie che ha creato. Ho sentito la presenza del mio Dio vicino a me, al mio fianco, come sempre. Ho constatato che avevo bisogno di Lui, sia a 250 km al di sopra del nostro pianeta, sia ogni giorno che io vi cammino sopra”.

Nel luglio del 1969 in occasione del volo dell’Apollo 11, Neil Armstrong, il primo a mettere piede sulla luna, lesse il Salmo 8: “O SIGNORE, Signore nostro, quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra! … Quand’io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l’uomo perché tu lo ricordi?”

Che cosa è l’uomo? “Un atomo irrisorio sperduto nel cosmo smisurato” ha detto Jean Rostand. Malgrado questo, Dio ci ama e si è rivelato in Gesù Cristo. A tutti quelli che lo ricevono come loro Salvatore Egli ha dato “il diritto di diventare figli di Dio” (Giovanni 1:12).

“Da Lui, per mezzo di Lui e per Lui sono tutte le cose. A Lui sia la gloria in eterno. Amen”. (Romani 11:36)

lunedì 30 giugno 2025

30 giugno - L'ancora

Bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.

Ebrei 2:1

 

L'ancora

 

Quale pericolo corrono quelli che provano a “galleggiare” spiritualmente?

Andare alla deriva. Uscire dal percorso previsto.

Se lasciamo trascorrere del tempo senza consultare la “nostra bussola”, la Parola di Dio, ci troveremo, dopo poco, fuori rotta.

Bisogna che ci impegniamo seriamente, altrimenti corriamo il pericolo di essere trascinati lontani dalla volontà del Signore, dai Suoi insegnamenti, da ciò che è “Verità”.

Controlliamo bene le ancore della nostra nave.

La nostra imbarcazione galleggia perennemente su di un mare in tempesta dove le correnti di questo mondo sono in continuo movimento e in contrasto fra loro.

Avrete certamente visto delle persone trascinate via dalle correnti, persone che hanno gradualmente “allentato” i loro ormeggi e sono state portate via. Ci sono quelli che hanno “fatto naufragio quanto alla fede” (1 Timoteo 1:19), oppure quelli che, avendo perduto il riferimento della Parola di Dio, sono “stati sballottati qua e là da ogni vento di dottrina” (Efesini 4:14).

Controllate gli ormeggi e non perdete di vista la vostra Ancora!

domenica 29 giugno 2025

29 giugno - Quando le circostanze sembrano favorevoli

C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma finisce con il condurre alla morte.

Proverbi 16:25

Come potrà il giovane rendere pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola.

Salmo 119:9

 

Quando le circostanze sembrano favorevoli

 

Dio comanda al profeta Giona di andare a Ninive per annunciare ai suoi malvagi abitanti il Suo imminente castigo. Ma quest’ordine a Giona non piace! Così decide di andare nella direzione opposta. Al porto trova proprio una nave in partenza per Tarsis. Le circostanze sembrano favorevoli, e Giona disobbedisce a Dio!

L’apostolo Paolo è in viaggio per Roma. Le condizioni del tempo rendono pericolosa la navigazione e Paolo, ispirato da Dio, avverte i marinai di non mettersi in viaggio. Ma si alza un leggero scirocco. Le circostanze sembrano favorevoli e i marinai, trascurando il consiglio di Paolo, levano le ancore. Poco dopo si scatena una violenta tempesta e fanno naufragio (Atti 27).

Si potrebbero moltiplicare gli esempi della Bibbia in cui le circostanze sembravano favorevoli a un determinato progetto, ma in realtà portarono su una via che Dio disapprovava. Tanto più quando manca la fede! Il tradimento di Giuda ne è un esempio solenne: egli trova l’occasione favorevole, quella che sta cercando, e per trenta denari consegna il suo Maestro ai capi dei sacerdoti e agli scribi (Luca 22:6; Marco 14:11).

Dio può anche servirsi delle circostanze per guidare i Suoi, ma prima di tutto è con la Sua Parola che ci indica la Sua volontà. Se gli avvenimenti rischiano di spingerci su una strada contraria all’insegnamento della Parola di Dio, facciamo attenzione; Dio non si contraddice mai! Satana è capace di approfittare delle varie circostanze per trascinarci alla disubbidienza, ma noi non dobbiamo interpretarle nel modo che a noi piace. Ad esempio, è capace di persuadere un giovane cristiano che può unirsi a quelli che non conoscono Dio, mentre la Scrittura afferma il contrario (2 Corinzi 6:14). Le circostanze possono sembrare favorevoli, ma che cosa dice la Parola di Dio?

sabato 28 giugno 2025

28 giugno - La gioia di confidare in Dio

Beato l’uomo che ripone nel SIGNORE la sua fiducia.

Salmo 40:4

 

(Gesù ha detto:) “Si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi”.

Luca 24:44

 

La gioia di confidare in Dio

 

Quando leggiamo un Salmo, scopriamo i sentimenti provati dal suo autore. Ma, allo stesso tempo, molti Salmi, come quello citato all’inizio, sono degli scritti profetici che annunciano in anticipo ciò che il Messia, cioè il Signore Gesù, avrebbe dovuto affrontare. I Salmi ci toccano particolarmente perché li sentiamo vicini a noi nelle varie situazioni della vita, sia nella tristezza che nella gioia.

In questo Salmo 40, Davide ricorda situazioni estreme in cui Dio l’ha soccorso. Attraverso quelle esperienze vissute, Davide ci parla in anticipo “delle sofferenze di Cristo” quando doveva essere crocifisso (1 Pietro 1:11). E’ il significato di questo Salmo.

Anche la nostra vita trova il suo significato considerando la vita di Cristo. Quando attraversiamo situazioni dolorose, possiamo dire: ‘Il Signore ha sofferto prima di me, e allo stesso tempo è con me’. Egli ci può capire e consolare, anche quando piangiamo a causa dei nostri errori. Il Signore non ha mai peccato, ma ha sofferto per il peso delle nostre colpe: “Mali innumerevoli mi circondano; i miei peccati mi pesano” (40:12).

“Il SIGNORE… ha ascoltato il mio grido”, diceva Davide (v. 1). Non esitiamo a gridare a Dio, a rivolgerci a Lui con fede quando siamo nel “pantano”! Dio risponde a chi lo invoca. Solo allora potremo esclamare con gioia: “Beato l’uomo che ripone nel SIGNORE la sua fiducia”.

venerdì 27 giugno 2025

Conchiglie prive di valore

“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” Romani 12:1-2.

Presentare i vostri corpi in sacrificio vivente.

A differenza delle offerte dell’Antico Testamento nelle quali Dio accettava i sacrifici di animali morti, adesso, dopo l'offerta che il Signore ha fatto di se stesso “una volta e per sempre” Dio desidera che il nostro “sacrificio” sia “vivente”. I nostri corpi: le mani, la bocca, i piedi, gli orecchi, fanno parte di questo offerta fatta a Dio.

“Conformarsi”. Questo verbo fa riferimento a una manifestazione esteriore che non riflette la realtà interiore, ovvero il nostro comportamento, invece di riflettere la nostra fede, si adegua al modo di agire di chi non crede, quindi, occorre una “trasformazione”, termine che sta indicare un cambiamento, una mutazione. Queste due parti devono essere allineate. 

La nostra mente deve essere “rinnovata” e ciò può avvenire solo laddove lo Spirito Santo sia libero di agire e modellare il  nostro modo di pensare.

Se non c'è questo rinnovamento potremmo rimanere “fermi”, privi di crescita spirituale e di risultati nella nostra vita.

Questo “infantilismo” è molto comune in quei credenti che si sono conformati a questo mondo, credenti che benché abbiamo superato i venti o i trent'anni non è possibile parlare  loro come vorremmo perché non vi è maturità spirituale in loro. Il mondo esercita ancora una forte attrazione sui loro cuori.

Quando si è circondati da tanti oggetti che attirano gli sguardi, è difficile essere occupati e attirati dalle cose invisibili e fissare su di esse lo sguardo della fede.

“abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” 2 Cor. 4:18. 

Diversi anni fa, in certe isole dell'oceano indiano venivano usate delle piccole conchiglie come moneta di scambio. Se avevano corso tra la gente di quei luoghi tuttavia erano senza valore nei nostri paesi. Chissà quanti occidentali avranno riso di fronte ad una simile usanza, alla follia di una moneta simile. Conchiglie?

Allo stesso modo le cose di questo mondo possono essere apprezzate tra i cittadini di questo luogo ma nessuna di esse ha nessun valore per il cielo. Non possiamo vivere accumulando “conchiglie”. La cosa avrebbe senso se tutta la nostra vita la dovessimo vivere lì ma non è così. Faremo ritorno in patria e quando vi giungeremo esse non avranno più alcun valore.

 Non conformandoci con questo mondo, non siamo di qua ricerchiamo invece le cose di lassù.

“Poiché sono i pagani che ricercano tutte queste cose...Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” Matteo 6:32-33.

27 giugno - “Dove vai?”

O SIGNORE, insegnami la tua via, guidami.

Salmo 27:11

 

Fammi conoscere la via da seguire, perché io elevo l’anima mia a te.

Salmo 143:8

 

“Dove vai?”

 

“Dove vai quando dormi camminando?...”. E’ il titolo di uno spettacolo del Quebec che ha riscosso un grande successo. E’ uno spettacolo notturno in cui ognuno cammina in una scena che porta al sogno e all’oblio della realtà.

Ma restiamo coi “piedi per terra”. Dove vado? Qual è il senso della mia vita? Questa domanda non si limita alla mia vita terrena. Infatti, la morte è una tappa, non la fine dell’esistenza. Allora, ho gli occhi aperti per vedere dove vado a finire, oppure dormo camminando? Posso restare nell’incertezza riguardo al luogo in cui andrò dopo la morte? Così non sia.

Tramite la Sua Parola, Dio ci avverte e dice: “È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27). E dice anche: “Preparati… a incontrare il tuo Dio” (Amos 4:12). Gesù è venuto sulla terra per illuminare i nostri pensieri e darci delle certezze riguardo al futuro. Egli dice: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).

La nostra esistenza futura si decide mentre siamo sulla terra: “la vita e il bene” per cielo, oppure “la morte e il male” per l’inferno, lontani da Dio. Ancora oggi, come anticamente al Suo popolo Israele, Dio dice a ciascuno di noi: “Scegli dunque la vita” (Deuteronomio 30:15, 19). E l’Evangelo afferma: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Non trascorriamo la vita con gli occhi chiusi; apriamoli bene per guardare verso Gesù, nostro Salvatore e nostra speranza.

giovedì 26 giugno 2025

Ascesa o decadenza?

“Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli...non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente” Genesi 2:4-7.

L'essere umano non è, come alcuni si compiacciono di immaginarlo, un essere partito dal basso dalla scala degli esseri viventi e che di progresso in progresso, nel corso di milioni di anni di evoluzione ascendente, prosegue la sua marcia trionfale andando di bene in meglio. E' proprio il contrario ad essere vero “Ma gli uomini...andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati” 2 Tim. 3:13. 

Perfettamente adatto al ruolo che il suo Creatore gli riservava come amministratore del suo meraviglioso universo, l'uomo ha incessantemente continuato a decadere e tutte le risorse della sua intelligenza non hanno potuto arrestare ne compensare il suo declino morale. E' così che ha continuato ad avanzare verso quegli abissi di violenza e immoralità che oggi vediamo.

Dio aveva creato un mondo meraviglioso e li in mezzo aveva posto un giardino. Potremmo dire : un giardino nel giardino. Niente lavoro, niente violenza e animali in pace fra loro e con l'uomo, ed è da qui che inizia la discesa del genere umano. E' questo il momento della disubbidienza e dell'allontanamento da Dio. Da lì in poi un cammino in discesa verso l'abisso. 

Il peccato è entrato nel mondo a causa dell'uomo e con esso la morte, la sofferenza: “Alla donna disse: ...con dolore partorirai figli...Ad Adamo disse: ... il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita” Genesi 3:16-17.

Il primo vagito del bambino che viene al mondo pone già il problema della sofferenza. Questa non ha bisogno di essere chiamata, ha libero accesso in questo mondo e non risparmia nessuno. Arriva quando non la si attende e s'infiltra nella nostra vita per ricordarci quanto siamo fragili. Spesso giunge dai dispiaceri che gli uomini si infliggono gli uni gli altri a causa delle loro ambizioni, della violenza e dell'orgoglio. La creazione, sulla quale l'uomo aveva un dominio è stata trascinata giù con lui e anch'essa soffre ed è in travaglio. “Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio” Romani 8:22. 

Il cammino inizia da un giardino dei giardini e si continua fra un mondo sempre più in rovina, pieno di sangue e violenza. Tutto questo, l'uomo, continua a chiamarlo “evoluzione”. Dio non ha smesso di cercare l'uomo, di chiamarlo. Desidera cambiare il suo cuore ricondurlo a se riportare luce, ordine in un cuore confuso e pieno di tenebre. 

Ascoltate l'appello di Dio, non fuggite ma accettate il Suo dono.

26 giugno - La fede in Cristo promette il benessere materiale?

Mandammo Timoteo… per confermarvi e confortarvi nella vostra fede, affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati.

1 Tessalonicesi 3:2, 3

 

Ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Galati 1:7

 

La fede in Cristo promette il benessere materiale?

 

Da qualche anno, in certi ambienti cristiani, si sente parlare dell’ “evangelo del benessere”. Secondo questo insegnamento, il cristiano non dovrebbe essere povero, né malato né perseguitato. Essere ricchi e in buona salute sarebbe la prova della benedizione divina e la testimonianza di una fede solida. Questo assurdo insegnamento si basa su testi biblici alterati o isolati dal loro contesto.

E’ quello che Paolo definisce “un altro vangelo. Che poi non c’è un altro vangelo” (Galati 1:6). In realtà, il vero, il solo Evangelo insegna la necessità della salvezza dell’uomo, per mezzo del pentimento e il perdono dei peccati grazie al sacrificio di Gesù Cristo, il Salvatore. Il benessere che gode chi sa di avere la vita eterna ed è in pace con Dio è un benessere spirituale, non materiale. La conoscenza di Dio come Padre, la comunione con Lui e la certezza delle Sue promesse, sono sorgente di gioia.

Se fosse vero che il cristiano dev’essere ricco e in buona salute, bisogna pensare che l’apostolo Paolo non fosse un cristiano! Basta leggere nella seconda lettera ai Corinzi (11:24-27) e vedremo che ha sperimentato tutto, salvo la prosperità materiale! È stato percosso, lapidato, ha fatto naufragio, è stato “in fatiche e in pene… nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità”. Se poi un cristiano è ricco, ringrazi il Signore e faccia ben attenzione a come usa le sue ricchezze, perché Dio gliene domanderà conto.

mercoledì 25 giugno 2025

Testimoni

“Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre! E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi! ” 1 Corinzi 5:1-2.

Si diffonde sempre più la convinzione nella società moderna che si debba, per il bene comune, essere tolleranti e ognuno sia libero di esprimere la propria diversità di pensiero e di comportamento. 

Per evitare qualsiasi controversia poi esiste la sfera del privato dove pare che ognuno possa fare ciò che vuole. Per non parlare del matrimonio che ai giorni nostri è ritenuta dalla maggioranza una istituzione superata. Si pensa che sia meglio vivere insieme liberamente questo ci permetterà di non impegnarci troppo ma questo non è altro che la ricerca della felicità senza sforzo, senza responsabilità ne doveri verso il proprio partner.

Tutto ciò viene proposto come una nuova etica ma in realtà sono solo vecchie immoralità perché è così che la Bibbia le definisce.

E invece di essere una luce posta sopra un monte erano diventati un motivo di scandalo.

“Al punto che uno si tiene la moglie di suo padre!”. Pensate, una tale relazione era interdetta anche nel diritto romano. Perfino i pagani la condannavano ma, i Corinzi erano gonfi cioè si vantavano di essere delle menti aperte e invece di mostrare cordoglio ostentavano arroganza e probabilmente si sentivano orgogliosi della tolleranza dimostrata nel non disciplinare l'offensore. O forse erano più interessati al numero della chiesa che alla sua santità.

La vera gloria della chiesa cristiana non consiste nella conoscenza o nel numero dei presenti o della quantità dei doni, bensì nella purezza morale e nel cammino sempre più simile a quello del Signore. C'è sempre più bisogno di testimoni fedeli.

I Babilonesi avevano deportato da Gerusalemme un gran numero di giovani. La Scrittura inizia a parlare di loro in modo generico e impersonale; poi, improvvisamente, menziona nomi ed enumera persone. Dio desidera fare il tuo nome. Lo scopo di Dio, mettendo in evidenza i nomi di questi giovani, è farci conoscere che questi meritavano la sua approvazione. Sono giovani che avevano deciso di non contaminarsi con le vivande del re.

Supponiamo che Dio voglia fare un censimento: “Or fra questi c'erano...”; potrebbe menzionare il tuo nome e darti la sua approvazione per la tua fedeltà?

25 giugno - Dio non ha risparmiato il proprio Figlio

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Te ne stai lontano senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito!

Salmo 22:1

(Dio) non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti.

Romani 8:32

 

Dio non ha risparmiato il proprio Figlio

 

La vita di Gesù è stata caratterizzata dall’ubbidienza a Dio, Suo Padre. Gesù non ubbidiva per costrizione, ma per amore. Avvicinandosi alla croce, dice: “Affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato” (Giovanni 14:31). Ubbidendo alla volontà e al progetto di Dio, si lascia crocifiggere e sacrifica la Sua vita per uomini colpevoli. Così proclama davanti al mondo il Suo amore per il Padre e, nello stesso tempo, il Suo amore per noi. Egli è stato “ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:8). Nessun amore umano può essere paragonato all’amore del Padre per il Figlio, e del Figlio per il Padre.

È questo amore che ha condotto Gesù alla croce. La giustizia di Dio esigeva un riscatto per poter fare grazia a noi colpevoli, e Gesù si è caricato dei nostri peccati, è stato fatto “peccato per noi” (2 Corinzi 5:21). Dio stesso l’ha colpito. Come il profeta Isaia aveva preannunciato, “è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni… il SIGNORE ha fatto ricadere su di Lui l’iniquità di noi tutti” (Isaia 53:5-10).

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27:46). Con questo grido, in quelle ore di indicibile sofferenza, il Signore si rivolge a Dio che ama e al quale continua ad affidarsi. In quei momenti, il Dio santo, che non può tollerare il peccato, abbandona Suo Figlio che si è caricato dei nostri peccati!

Dio ci ha donato il Figlio Suo, e il Figlio ha dato Sé stesso. “Il Figlio di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20). “Dio è amore” (1 Giovanni 4:8).

martedì 24 giugno 2025

Barometro

“Poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. Quando infatti diranno: Pace e sicurezza, allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto” 1.Tessalonicesi 5:2-3.

In Florida un abitante della Costa aveva ordinato per corrispondenza un barometro. Ma quando lo ricevette, la sua delusione fu grande: l'ago puntava ostinatamente sulla posizione "Tempesta". Scosse energicamente il barometro, batté sul vetro, ma l'ago era sempre lì!

Arrabbiato, inviò immediatamente una lettera di reclamo al fornitore, poi partì per un viaggio di lavoro. Al suo ritorno c'era una sorpresa ad attenderlo: non c'era più il barometro, ma non c'era nemmeno più la sua casa.

Un ciclone era passato di lì! il barometro non era sregolato, ma diceva il vero e poi l'uomo avrebbe dovuto cogliere quell'avvertimento così serio.

Per ciò che riguarda il futuro del mondo, tutti devono sapere che Dio ha lasciato un barometro sicuro, la Bibbia. Di origine divina, è di altissima precisione, non si sregola mai e le sue indicazioni sono assolutamente affidabili.

L'Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, ci avverte che una terribile tempesta minaccia gli abitanti del mondo perché hanno messo Dio da parte e vivono senza preoccuparsi del loro Creatore della Sua parola, disprezzando il Salvatore che Egli ha donato.

Con immensa pazienza, DIO CI AVVERTE E LO FA PER AMORE.

Ma la Sua pazienza avrà una fine, e le terribili calamità preannunciate da quel libro si abbatteranno sugli "abitanti della terra" (Apocalisse 3:10).

Non ignoriamo gli avvertimenti del barometro divino! Prendiamoli molto seriamente, e senza tardare mettiamoci al riparo dell'opera compiuta da Cristo, il Salvatore. Perché chi crede in Lui è al sicuro, al riparo dal giudizio (Giovanni 3:18).

24 giugno - Anche i piccoli dispiaceri

Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.

1 Corinzi 13:11

 

Così parla il SIGNORE:… Come un uomo consolato da sua madre così io consolerò voi.

Isaia 66:12, 13

 

Anche i piccoli dispiaceri

 

Come la maggior parte dei bambini, il mio Arturo è affezionato ad una piccola coperta. Ne ha bisogno per addormentarsi e per tranquillizzarsi. È solo un pezzo di stoffa morbida, ormai lisa e sdrucita, ma per lui ha un grande valore. Questa sera, però, la copertina è introvabile! Arturo piange, è inconsolabile. Che fare? Dovrei forse rimproverarlo per questo suo dispiacere o cercare di fargli capire che quel pezzo di stoffa non ha nessun valore e che dovrebbe smettere di piangere e incominciare ragionare come un adulto? Certamente no. Io, che sono la sua mamma, cercherò di consolarlo e farò di tutto per ritrovare la sua preziosa copertina. Quando sarà più grande capirà, ma ora è troppo piccino, e per lui questa perdita è dolorosa.

Noi spesso ci rivolgiamo a Dio per le cose importanti, ma esitiamo a parlargli dei nostri piccoli dispiaceri. Non osiamo presentarglieli perché pensiamo che siano insignificanti e che Lui potrebbe rimproverarci per l’esagerata importanza che attribuiamo a quelle piccolezze. Certo, abbiamo bisogno di crescere nella fede per valutare le cose come Lui le valuta, ma ricordiamoci che abbiamo a che fare con il “Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione” (1 Corinzi 1:3). Egli non sottovaluta le nostre afflizioni giornaliere. Che per noi siano grandi o piccole, Lui le conosce.

Per Dio, tutto quello che gli confidiamo ha valore. Parliamogli dunque di tutto ciò che ci turba con la schiettezza e la fiducia di un bambino. 

lunedì 23 giugno 2025

Uno strano annuncio

“Voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi” 2 Cor. 8:9.


Che direste dinanzi ad un annuncio del genere: <Scambio superba villa, elegante, dotata di ampie terrazze, dodici camere, dotata di ogni comfort, piscina e parco attraversato da un abbondante corso d'acqua. Il terreno circostante, di proprietà, è coltivato con ogni tipo di albero da frutto. Contro prenderò tutte le vostre fatture da pagare, la vostra vita piena di paure, ansietà, vissuta in un ambiente insalubre e anche le vostre malattie>. “Erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato” Isaia 53:4.

Quale folle proposta! Vero a tal punto che l'Apostolo Paolo la definisce: “la pazzia della predicazione” 1 Cor.1:21. Eppure era questo il messaggio che questo apostolo recava da parte di Dio. “Noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia” ver. 23.

Chi rifiuterebbe un simile scambio? Eppure sono tanti a farlo. Il Figlio stesso, ha lasciato la gloria della sua casa, le sue ricchezze, la bellezza della quale era circondato per diventare un uomo solitario, povero, in una terra inquinata, vivendo in mezzo a uomini malati, litigiosi, ingrati e duri di cuore. Alcuni? No! Lo erano tutti.

Era proprio necessario? Sì! Perché questo era l'unico mezzo affinché le sue ricchezze fossero la parte di molti. “il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti” Rom. 5:15. Già, purtroppo non tutti gli uomini si approprieranno di una simile grazia.

“E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” Giov. 1:14. E' da questa pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto grazia sopra grazia. E questo è dovuto a: “Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva” 1 Pietro 1:3. Paolo afferma che questo avviene per la sua grande misericordia.

L'Apostolo afferma inoltre: “A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo” Efesini 3:8. 

Il ricco si è fatto povero. Il Re si è fatto servo. Il Santo ha rivestito le vesti di un uomo. 

Non siamo solo giunti in contatto con delle ricchezze, ma con delle ricchezze insondabili. Una grande misericordia. Siamo stati ricoperti da una grazia piena.

“Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen” Efesini 3:20-21.

23 giugno - È meglio soffrire per la giustizia

È meglio che soffriate per aver fatto il bene, se tale è la volontà di Dio, che per aver fatto il male.

1 Pietro 3:17

Vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in Lui, ma anche di soffrire per lui.

Filippesi 1:29

 

È meglio soffrire per la giustizia

 

Nei suoi pezzi teatrali, il drammaturgo e scrittore francese Pierre Corneille (1606-1684) pone i suoi personaggi davanti a delle scelte impossibili e dolorose; scelte fra due valori ugualmente lodevoli, come, ad esempio, il dovere e l’amore. Nella vita siamo posti di fronte a molteplici scelte. Noi le compiamo in funzione delle nostre priorità, che possono essere diverse da persona a persona. Per qualcuno sarà la famiglia, per altri gli studi o la carriera o il piacere o i viaggi… Spesso facciamo la scelta che non ci fa scostare dalle nostre previsioni, o quella più facile. Dio ci insegna a non imitare mai quelli che agiscono disonestamente e senza sincerità, ma ad andare contro corrente senza temere le difficoltà o i pregiudizi che potremmo incontrare. La Bibbia dice: “È meglio che soffriate per aver fatto il bene… che per aver fatto il male” (1 Pietro 3:17).

Io mi impegno a fare il bene, nonostante gli intoppi che questo modo di agire può procurarmi. A volte devo affrontare sul lavoro delle situazioni delicate come quando mi è stato chiesto di dare una risposta falsa pur di concludere un contratto. Mi sono rifiutato di ubbidire e ho contrariato il mio titolare, ma ho “fatto il bene” secondo la volontà di Dio. Perché è prima di tutto davanti a Lui che sono responsabile!

Nel campo spirituale è la Verità che dobbiamo scegliere. Se non crediamo alla Verità crediamo alla menzogna. Ma la Verità, bisogna crederla, non soltanto conoscerla. Se so che Gesù è morto per liberarmi dai miei peccati, devo crederlo fermamente e testimoniarlo. Potrò incontrare opposizione e sofferenza… ma Dio mi dice che è meglio così!

domenica 22 giugno 2025

22 giugno - La scoperta di un tesoro

Gioisco della tua parola come chi trova un grande bottino.

Salmo 119:162

(Gesù disse:) “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me”.

Giovanni 5:39

 

La scoperta di un tesoro

 

Nel novembre 2011 furono intrapresi dei lavori di ristrutturazione di un edificio destinato a diventare un museo: “La casa delle luci” a Langres, nel nord-est della Francia. Sotto una trave tarlata, un operaio scorse, all’interno di una nicchia, un sacco di tela contenente circa duemila monete d’oro e d’argento; un autentico tesoro!

Dove si trova la Bibbia nelle nostre case? A portata di mano, oppure dimenticata in uno scaffale? Questo libro ci parla di un dono di Dio, ci mette a disposizione un “tesoro”: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Questo Figlio unico è Gesù Cristo, che ha accettato di diventare uomo per dare la Sua vita come “prezzo di riscatto” per quelli che si pentono dei loro peccati. Si può comprendere quanto Egli diventi prezioso per quelli che sono stati perdonati e salvati da una perdizione eterna.

Tutta la Bibbia ci rivela questo tesoro che è la persona di Gesù. Leggendola, impariamo a conoscere il cuore di Dio, pieno d’amore e di compassione, il Dio di luce che illumina la nostra vita, fortifica la nostra fede, ci sostiene nelle situazioni difficili. Le molteplici promesse che il credente trova nella Parola di Dio sono ben più di “migliaia di monete d’oro e d’argento” (Salmo 119:72) per una vita di fede. Le ricchezze di questo mondo possono sparire all’improvviso. Gesù e Dio non cambiano. Sia Egli davvero il tesoro del nostro cuore.

 

sabato 21 giugno 2025

Ritrarsi

“Ecco la parola che il SIGNORE pronunciò riguardo a Babilonia...Annunciatelo fra le nazioni, proclamatelo, issate una bandiera, proclamatelo, non tenetelo nascosto!...Le sue immagini sono coperte di vergogna; i suoi idoli, infranti!" Geremia 50:1-3.

Babilonia è sempre stata la culla della mondanità e della corruzione e molte espressioni di questo capitolo sono riprese nell'Apocalisse a proposito della Babilonia futura. Questa rappresenta, non più una città, ma un vasto sistema religioso corrotto contraffazione della chiesa di Cristo. In mezzo ad una simile corruzione e mondanità risuona l'appello di Dio:

“Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio” Apocalisse 18:4. 

Un ordine simile è rivolto oggi dal Signore a tutti i suoi che si trovano in ambienti simili. Nelle chiese locali forse non si è vegliato a sufficienza e in mezzo ad esse si possono trovare membri che sono solo dei “praticanti occasionali” o degli increduli. La vita spirituale è a un livello talmente basso da rendere sovente difficile la distinzione tra un vero e un falso credente. Nel nostro paese la cristianità è una massa eterogenea dove si può trovare di tutto e la confusione è devastante.

La differenza fra il credente che ha la vita e colui che lo è solo esteriormente è che il primo può ritrarsi dal male per il secondo è impossibile.

“Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: Il Signore conosce quelli che sono suoi, e si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore”  Timoteo 2:19. 

Il solido fondamento riamane fermo, l'accento è posto sul carattere immobile del solido fondamento di Dio anche di fronte alle deviazioni dei falsi profeti e alla mondanità della professione cristiana. “Il Signore conosce quelli che sono suoi”.

Ma vi è un ordine da parte di Dio, un ordine ad uscire. La responsabilità della separazione dall'iniquità è prima di tutto una responsabilità individuale e “Si ritragga dall'iniquità” implica la capacità di poterlo fare. Ogni vero credente ne ha la capacità. Quello che ci è richiesto è la volontà di farlo. Teniamo presente che nominare il nome del Signore implica l'identificazione con Lui, con ciò che Dio è, e chi nomina il nome del Signore non può stare in mezzo all'iniquità.

21 giugno - Conosci Gesù?

(Gesù disse:) “Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in Lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Giovanni 6:40

 

Conosci Gesù?

 

Chi è quel “Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti”? (1 Timoteo 2:5, 6). Ecco cosa è detto di Lui nel Nuovo Testamento.

- E’ “Dio benedetto in eterno” (Romani 9:5). “E’ l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in Lui sono state create tutte le cose” (Colossesi 1:15, 16).

- E’ sceso dal cielo ed è venuto in terra. “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato” (Giovanni 6:38).

- E’ vissuto senza peccato. “Non ha conosciuto peccato” (2 Corinzi 5:21). “Non commise peccato” (1 Pietro 2:22). “In Lui non c’è peccato” (1 Giovanni 3:5).

- E’ morto per togliere il peccato. “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29).

- E’ risuscitato dai morti. “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli” (Apocalisse 1:18).

- E’ tornato in cielo. “Mentre essi guardavano fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi” (Atti 1:9).

- E’ “alla destra di Dio e anche intercede per noi” (Romani 8:34).

- Ha detto che ritornerà. “Io vado a prepararvi un luogo… tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:2, 3).

- Sarà il Giudice supremo. Dio “ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre” (Giovanni 5:22, 23).


venerdì 20 giugno 2025

Non ci pensare

L'uomo non potendo vincere la morte, ha deciso di non pensarci più. (Pascal).

Questa decisione lo conduce a cercare diverse vie di fuga: evasione nel lavoro, nello sport, nei cosmetici per mascherare a gli altri e a se stesso l'età che avanza. Ma ecco che un giorno la morte sopraggiunge ugualmente, e per l'uomo, che non era creato per morire, è una vera tragedia al cui pensiero si rivolta ed è terrificato e così, come soluzione, ha deciso di non pensarci più.

Che essere straordinario è l'uomo.

Via Caracciolo, costituisce una parte del lungomare di Napoli. La grande strada è considerata una delle più belle litoranee del mondo. Il contrasto con le bellezze della città e il mare è straordinario, ma sullo sfondo si può scorgere il Vesuvio, così vicino, così inquietante, con la sua potenza in perenne attesa ma non estinta. Un tenue pennacchio di fumo ne testimonia la realtà. Eppure la folla che vive alle sue pendici, in balia dei suoi capricci, fa la sua vita come se non esistesse. Sembra che tutti abbiano dimenticato le precedenti città seppellite sotto le sue ceneri e la distruzione che provocò durante uno dei suoi “risvegli”. Ma “non pensarci più” non è evidentemente una soluzione. Chiudere gli occhi di fronte all'incidente inevitabile non impedisce a quest'ultimo di verificarsi.

In diversi programmi televisivi, la situazione del Vesuvio e di Napoli, è stata presentata in tutta la sua drammaticità e, con una vista panoramica, dall'alto, sono state inquadrate anche le splendide ville che sono state costruite fin sulle sue pendici. 

“Pensano che le loro case dureranno per sempre e che le loro abitazioni siano eterne; perciò danno i loro nomi alle terre” Salmo 49:11. 

Ovviamente i commenti dei vari esperti e di tutto il pubblico è stata unanime: follia, questo comportamento è pura follia. Vero. Eppure l'uomo si comporta esattamente così nei confronti di Dio e sul suo giudizio che incombe. Ha scelto di ignorare i continui segnali di pericolo che gli giungono. Ha scelto di non pensarci.

Ancora oggi la Bibbia avverte l'uomo della situazione di grave pericolo nella quale sta vivendo e gli offre in Cristo un “riparo” sulla roccia, sicura, che non può essere scossa.

Non percorrere la via degli stolti: “E disse loro questa parabola: La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: Che farò...ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” Luca 12:16-20.

Non rimanere indifferente di fronte alla pazienza e alla grazia di Dio, fermati, rifletti e accetta il Suo dono. I tuoi beni, le tue terre, i tuoi granai, un giorno, li dovrai lasciare per comparire nudo e solo dinanzi a Dio. Solo allora ti renderai conto di essere stato veramente uno “stolto” e che la tua vita l'hai vissuta ignorando completamente i continui richiami che ti erano giunti. 

Follia, penserai e avrai ragione!

20 giugno - Con gli occhi bendati

Questo è Dio, il nostro Dio in eterno; Egli sarà la nostra guida.

Salmo 48:14

 

Con gli occhi bendati

 

Ricordo un gioco che, a scopo didattico, facevo insieme ai miei figli quand’erano piccoli. Chiedevo loro di camminare in una stanza a occhi bendati cercando di evitare tutta una serie di ostacoli che erano disseminati qua e là. Per evitare quegli ostacoli dovevano solo seguire le istruzioni che io impartivo loro man mano. Due passi a destra, attento a sinistra, un passettino avanti…

Tutti noi abbiamo motivo di essere cauti durante il nostro cammino, perché siamo come dei ciechi. Sovente non sappiamo come agire, che scelte fare. Ci sentiamo smarriti. Spesso è come se procedessimo a tentoni in una stanza buia. L’unica cosa di cui abbiamo bisogno è una voce amica, famigliare, che ci dia delle indicazioni, dei suggerimenti, che guidi i nostri passi.

Quella voce non manca. Possiamo udirla tutti.

“Io ti istruirò – dice il Signore – e ti mostrerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò gli occhi su te” (Salmo 32:8). 

“Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha portato come un uomo porta suo figlio, per tutto il cammino che avete fatto” (Deuteronomio 1:31).

“Io sono il Signore… Non ho parlato in segreto. Io, il Signore, parlo con giustizia, dichiaro le cose che sono rette” (Isaia 45:19).

Ascoltiamo Dio. Ci parla nella la Bibbia, la Sua Parola. Non illudiamoci di poter fare a meno della Sua guida, sia per la vita presente, sia per quella che seguirà dopo la morte.

giovedì 19 giugno 2025

Strano vero?

Abbiamo un pò tutti l'abitudine di esagerare le cose. Spesso usiamo aggettivi quali: straordinario, fantastico, super, in relazione a cose di poco valore, oggettistica, bigiotteria o materiale di scarsa durata. Ma la Parola di Dio non esagera mai. In essa vi troviamo delle parole, delle espressione che vogliono dire esattamente ciò che dicono.

“Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile!” 2 Cor. 9:15. 

Ineffabile, ma che cosa significa? 

Definizione: Che non si può definire a parole, che non si può esprimere adeguatamente; indicibile, inesprimibile, indescrivibile. 

Di recente ho letto la storia di una famosa modella, giovane, molto bella e per questo motivo riceveva tutti i giorni regali di ogni tipo. Un giovane industriale, le aveva regalo una villa su di un'isola esotica e un imprenditore molto facoltoso, le aveva inviato, come presente, un'auto di lusso, una Bentley, accompagnata da collier di brillanti di grande valore. Erano doni di grande pregio, ma non ineffabili. La modella in questione ha tentato più volte il suicidio e adesso conduce un esistenza inspiegabile, vive come senza tetto, dormendo sotto i ponti e usando degli scatoloni come coperta. I doni offerti, evidentemente, non erano bastati a renderla felice e riempire il suo cuore.

Strano vero? Eppure tutti ricercano, ricchezza, fama e bellezza sempre che si abbia la “fortuna” di possederla. Chissà quante ragazze avrebbero dato la loro vita pur di essere nella sua condizione. Ma nonostante tutto ciò che possedeva il suo cuore non era soddisfatto perché queste cose sono come una fiamma molto intensa che ti avvolge, ma brucia in un istante lasciandoti di nuovo nudo e freddo. 

Hai bisogno del dono di Dio, il suo dono è veramente “ineffabile”. 

Se risulta incomprensibile ciò che questa modella ha fatto nonostante questi doni cosa diremo di chi disprezza il dono, indicibile, inesprimibile, indescrivibile di Dio?

Il Signore non vuole aprire a forza la porta del vostro cuore, chissà quante volte ha chiamato, ti ha invitato ad accettare il Suo dono “ineffabile” e tu, preso dalla fretta della vita, non te ne sei neppure accorto o lo hai addirittura rifiutato. La tua sorte non sarà semplicemente quella di un senza tetto anche se a te già questa sembrerà ben misera.

“Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza” 2 Tess. 1:9.

“Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva” Deut. 30:19. 

Ognuno è libero di fare le proprie scelte. Dio ancora oggi offre liberamente, a tutti, il Suo dono ed esso è veramente “ineffabile”.

19 giugno - L’albero caduto

(Gesù disse:) “Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque”.

Matteo 10:30-31

 

“Tu, non temere, perché Io sono con te; non ti smarrire, perché Io sono il tuo Dio”.

Isaia 41:10

 

L’albero caduto

 

Vicino alla casa di una coppia di anziani, s’innalzava un grande albero. Era molto vecchio e il suo tronco era vuoto. In caso di forte vento avrebbe potuto cadere e abbattersi sulla casa. I due anziani erano molto preoccupati e pregavano Dio perché li proteggesse. L’albero era anche vicino alla strada, alle linee elettriche e ad altre abitazioni, quindi sembrava che non si potesse abbatterlo senza provocare dei danni. Gli esperti non sapevano come fare. Una notte si udì uno scricchiolio, poi un rumore assordante… C’era un solo spazio di pochi metri nel quale la sua caduta non avrebbe causato problemi, ed è crollato proprio lì.  Che sollievo per quelle persone!

I due anziani hanno ringraziato Dio perché sapevano che Dio si occupa di tutto ciò che riguarda i Suoi figli, compresi i piccoli dettagli della loro vita. Il Signore diceva che Dio conta perfino i capelli del nostro capo! Che pace sapere che nulla gli sfugge e che la Sua potenza è illimitata: “Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno” (Giobbe 42:2).

Non esitiamo a parlargli dei nostri problemi. Egli ci ascolta e ci risponde con saggezza anche se a volte in modo diverso da quello che ci saremmo aspettati.

“Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6).

mercoledì 18 giugno 2025

Rispondere

“Poi udii la voce del Signore che diceva: Chi manderò? E chi andrà per noi? Allora io risposi: Eccomi manda me!” Isaia 6:8. 

Dio non aveva rivolto il suo appello direttamente al profeta.

Isaia aveva solo sentito dire che Dio chiedeva: chi andrà per noi?

La chiamata di Dio non è per pochi eletti, ma per tutti, che io presti ascolto o che io non presti ascolto la Sua chiamata rimane e tutti noi ne siamo consapevoli.

Dio non esercitò nessuna pressione su Isaia, Egli rivolse solo un appello mettendo il luce un bisogno, vi era la necessità di portare un messaggio da parte di Dio.

E chi andrà per noi?

Quando parliamo della chiamata di Dio, siamo propensi a dimenticarci di un fatto molto importante: la natura di Colui che chiama.

Vi sono diversi richiami: quello del mare, quello della montagna o dei grandi spazi aperti; ma pochi sono coloro che li odono. Il richiamo è l'espressione della natura da cui esso proviene e lo si può intendere solo se vi è una natura corrispondente.

Il richiamo di Dio è l'espressione della natura di Dio non della nostra, in esso vi è una voce amorevole che noi soli riconosciamo.

Questa voce spesso non è in accordo con il nostro temperamento, con le nostre idee, con le nostre vie e con i nostri desideri. Fino a che continuerò a misurarmi con le caratteristiche della mia personalità e a preoccuparmi di quello a cui sono portato non potrò mai rispondere al richiamo di Dio.

La maggior parte di noi non ha orecchi che per ascoltare se stessi e perciò non riesce ad ascoltare quello che Dio dice.

E' necessario apportare un profondo cambiamento alle cose alle quali prestiamo ascolto. Dio deve avere la priorità, è sufficiente darli fiducia, arrendersi al suo amore.

L'appello ancora oggi rimane aperto è necessario solo fare un passo avanti e dichiararsi disponibili ad essere mandati da Dio, ed io risposi: Eccomi manda me!

18 giugno - Dare la propria vita

Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio Suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.

1 Giovanni 5:11, 12

 

Dare la propria vita

 

A volte i mezzi di comunicazione riportano la triste notizia della morte di un giovane in seguito a un’aggre.ssione. Raccontando uno di questi episodi, un giornalista scriveva che il prelievo degli organi aveva permesso di mantenere in vita almeno quattro persone! Questo dono generoso, fatto dalla famiglia in circostanze così dolorose, ci colpisce.

Ma questo episodio ci fa pensare a un altro dono. Dio ha accettato di donare il Suo Figlio affinché, per mezzo della Sua morte in croce, comunicasse agli uomini la vita, ma quella eterna.

“Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio”, diceva il profeta Isaia. L’uomo era “malato”, e nulla poteva guarirlo se non questo dono supremo. Un dono che produce come risultato la vita eterna per tutti quelli che credono in Lui e che l’hanno accettato come il loro Salvatore.

“Chi crede nel Figlio (di Dio) ha vita eterna” (Giovanni 3:36). La vita che ci è trasmessa non è un semplice prolungamento della nostra esistenza terrena, ma una vita eterna, una relazione senza fine con Dio, nella gioia, nella pace, nella giustizia e nella santità. “Questa è la vita eterna: che conoscano Te, il solo vero Dio, e Colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Giovanni 17:3).

Ma non dimentichiamo mai il prezzo che ha pagato perché tutto questo fosse possibile

 

Solo fosti nelle ore dolenti,

solo sotto un cielo irato!

L’abbandono subisti e i tormenti,

tutto il peso del peccato!

martedì 17 giugno 2025

Cercasi

Il ventesimo secolo è stato un'epoca di dubbio. La stabilità sociale che caratterizzava quel periodo fu sconvolta dalle due Guerre Mondiali con il loro strascico. Ora nel ventunesimo secolo, in mezzo ai costanti rumori di guerre e all'incertezza economiche, la gente si dibatte nel pantano dell'insicurezza, priva di punti di riferimento.

“Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta” Matteo 5:13-14. 

I cristiani dovrebbero essere radicalmente diversi dai non cristiani. Entrambi gli esempi, sale e luce, pongono le due comunità in contrasto l'uno con l'altra. Da una parte c'è il mondo che, con tutti i suoi mali e le sue tragedie è come una notte buia, mentre all'opposto ci siamo “noi” che dobbiamo essere la luce nel mondo buio. Ancora, da una parte c'è il mondo, che è come carne guasta e pesce marcio, mentre dall'altra parte ci siamo “noi” che dobbiamo essere il sale per impedire il degrado sociale.

E' evidente che abbiamo una necessità. Quale?

Cercare dei Timoteo nel ventunesimo secolo. Degli “uomini di Dio”.  

E dobbiamo stare molto attenti perché Dio può chiamarci a svolgere un servizio e lo Spirito può averci fornito i doni necessari ma ciò non basta. Il dono deve essere coltivato e sviluppato da coloro a cui è stato dato. Perciò Timoteo fu esortato a non trascurare il suo dono ma a ravvivarlo come una fiamma: “Non trascurare il dono che è in te” 1 Timoteo 4:14.

C'è una qualità che manca nel temperamento di molti credenti, è facile vederli infervorare per una partita di calcio o per una gara automobilistica, ma così poco per il servizio di Dio!

17 giugno - Credete al caso?

Sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio.

Romani 8:28

Oh profondità della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono… ininvestigabili le sue vie!

Romani 11:33

 

Credete al caso?

 

Alcune persone pensano che il caso svolga un ruolo importante nella loro vita. Il cristiano invece sa che i fenomeni naturali, come pure le circostanze impreviste della sua vita, sono controllate e dirette da Dio (Rut 2:3; 1 Re 22:34).

Un naufrago arenato su un’isola disabitata era riuscito a costruirsi una capanna nella quale poteva rifugiarsi e sopravvivere. Pregava Dio ogni giorno scrutando l’orizzonte, nella speranza che una nave di passaggio potesse vedere le sue segnalazioni. Un giorno, di ritorno alla sua capanna dopo una breve assenza, fu costernato quando la vide distrutta dal fuoco. Quel poco che possedeva se n’era andato in fumo; per lui era una tragedia. Ma poco dopo, un’imbarcazione si avvicinò alla riva. “Abbiamo visto il fumo del suo segnale”, gli disse il capitano. E per lui fu la liberazione e la salvezza.

Questo racconto ci mostra che, a volte, ciò che può sembrare una disgrazia fa parte di una connessione di fatti che cooperano al bene dei figli di Dio. La Bibbia dice che “tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Romani 8:28).

Noi che conosciamo Dio come nostro Padre, un padre che vede tutto e sa tutto, non vogliamo affidarci a Lui? Chiediamoci cosa vuole dirci per mezzo delle difficoltà nelle quali a volte ci troviamo. Egli è il Dio vivente e vero (1 Tessalonicesi 1:9), e desidera il bene di quelli che lo amano.

lunedì 16 giugno 2025

Abiti diversi

“Nel frattempo la gente si era riunita a migliaia, così da calpestarsi gli uni gli altri. Allora Gesù cominciò a dire prima di tutto ai suoi discepoli: Guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia” Luca 12:1.

Sorprendente! Mentre migliaia di persone si spingono per udire dalla sua bocca una buona parola, il Signore, “prima di tutto”, mette i suoi discepoli in guardia contro l'ipocrisia. Strano vero? Eppure il Signore non si sbaglia. L'ipocrisia toglie credibilità al messaggio.

Per essere credibili il nostro modo di camminare, il nostro comportamento, deve corrispondere con la serietà e la purezza del messaggio che stiamo trasmettendo.

Abbiamo veramente un atteggiamento “trasparente” dinanzi a Dio?

Siamo cristiani, osservanti e praticanti. La domenica andiamo in chiesa vestiti con i nostri abiti più belli. Al ritorno, prima di sederci a tavola, bisogna “cambiarsi”. Durante la settimana, indossiamo, come di consuetudine, “l'abito di tutti i giorni”.

Quanti giorni, nel corso della settimana, indossiamo “l'abito della domenica”, cioè : per quanti giorni viviamo con l'atteggiamento del credente che vuole onorare il suo Dio?

Durante la settimana, tiriamo forse una riga su tutto ciò che ci ha occupato la domenica: più nessuna lode al Signore, più nessuna preghiera, né lettura della Bibbia, né cantici? Abbiamo solo “la forma della pietà” (2 Tim. 3:5)? Questo comportamento finirà per ingannare solo noi stessi. Ci cullerà forse nell'illusione di meritare una nota di buona condotta ma non pensiamo minimamente che questo potrà trovare l'approvazione del Signore.

In questa ottica, indossiamo tutti i giorni “l'abito della domenica”, senza ipocrisie ma con sincerità di cuore.