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giovedì 30 ottobre 2025

30 ottobre - Perché la morte?

Non c’è uomo… che abbia potere sul giorno della morte.

Ecclesiaste 8:8

 

Egli… cambia in aurora l’ombra di morte…: il suo nome è il SIGNORE.

Amos 5:8

 

Perché la morte?

 

“La morte della morte”: è il titolo shock di un libro pubblicato qualche anno fa, il quale annuncia che le scoperte scientifiche potrebbero ben presto raddoppiare le aspettative di vita. Dobbiamo riconoscere che la misericordia e la pazienza di Dio hanno già permesso, attraverso il progresso della medicina, la guarigione di malattie in altri tempi mortali. Ma annullare la morte non è in potere dell’uomo. La vita degradata dalla vecchiaia diventa perfino un peso. La morte è inevitabile. Dio ha detto: “È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27).

Fin dalle prime pagine della Bibbia, Dio annuncia ad Adamo che disubbidire al Suo comandamento porta alla morte (Genesi 2:17). Quando il peccato è stato commesso, la sentenza è stata confermata: “Sei polvere e in polvere ritornerai” (Genesi 3:19). Così, “per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e la morte è passata su tutti gli uomini” (Romani 5:12).

Ma la Bibbia non ci lascia senza risposta di fronte a questa fine ineluttabile. Essa ci rivela l’amore di Dio che vuole la felicità eterna dell’uomo. Gesù Cristo è Dio, “manifestato in carne”. La Sua risurrezione dai morti ne è la prova. E ora dice a tutti: “Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in Lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” (Giovanni 6:40).

mercoledì 29 ottobre 2025

29 ottobre - L’agnello di Dio

Siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri… con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della fondazione del mondo, Egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; per mezzo di Lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria.

1 Pietro 1:18-21

 

L’agnello di Dio

 

Che perfezione riscontriamo nella persona di Gesù, l’Agnello preordinato da Dio per il sacrificio! In Lui non c’è soltanto assenza di difetti, di macchie, di peccato, ma vi è pienezza di sapienza, di misericordia e di amore. Dalla Sua bocca sono uscite soltanto parole di grazia e di verità.

Eppure, il profeta Isaia dice che questo Agnello, unico nella Sua perfezione assoluta, è stato condotto allo scannatoio e non ha aperto la bocca! Così ha fatto il Signore Gesù: si è lasciato prendere, legare, insultare, picchiare; gli hanno sputato in viso, gli hanno messo sul capo una corona di spine e l’hanno trascinato davanti a dei giudici iniqui… Poi, gli hanno forato le mani e i piedi. Quale potenza è stata necessaria per sopportare tutto questo senza opporre resistenza, senza aprire la bocca! È la potenza del Suo amore e della Sua dedizione, la potenza della Sua ubbidienza alla volontà del Padre.

L’uomo l’ha inchiodato su una croce, il Giusto è stato messo al rango dei malfattori! E poi, durante le tre ore di tenebre, ha dovuto portare il peso schiacciante delle nostre iniquità, dei nostri crimini, dei nostri peccati. L’Agnello senza difetto né macchia è stato fatto peccato per noi!

Alla fine di quei momenti terribili, Gesù ha detto: “È compiuto”, ha chinato il capo ed è spirato. Ma la tomba nella quale era stato posto non ha potuto trattenerlo; Egli ne è uscito vittorioso ed è stato elevato in cielo. Da allora, siede alla destra di Dio nella gloria, e intercede per noi.

martedì 28 ottobre 2025

28 ottobre - La famiglia del credente

Il SIGNORE disse a Noè: “Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ho visto che sei giusto davanti a me, in questa generazione”.

Genesi 7:1

 

Si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio.

Atti 16:34

 

La famiglia del credente

 

È volontà di Dio che tutti i famigliari di un credente siano salvati. Tutta la famiglia di Noè aveva il suo posto nell’arca, perché lui era “giusto” e obbediva a Dio. Tuttavia, ognuno dei suoi figli ha dovuto credere che l’arca li avrebbe salvati e accettare l’invito ad entrarvi. Per ordine di Dio stesso, cercarono rifugio proprio lì, e “furono salvati attraverso l’acqua” (1 Pietro 3:20), mentre gli abitanti del mondo di quell’epoca subirono il giudizio a causa della loro condotta malvagia.

Cosa sarebbe successo ai figli di Noè se per disubbidienza, indifferenza o incredulità fossero rimasti fuori dall’arca che doveva salvarli dal castigo di Dio? Ancora oggi, Dio vorrebbe che nelle famiglie dei credenti tutti partecipassero alla benedizione dei genitori.

Secoli dopo Noè, l’apostolo Paolo ha detto al direttore della prigione di Filippi: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia” (Atti 16:31). La Parola del Signore è stata predicata a tutti. Tutti erano felici di credere in Dio. Ognuno ha compreso e accettato la Sua grazia che perdona e salva.

Esitare a ricevere il messaggio della grazia che ogni giorno ci chiama è mettersi in una situazione molto pericolosa che può portare a rifiutare definitivamente la fede. Avere dei genitori credenti è un grande favore, ma di per sé non salva. La fede è personale. Ognuno dovrà rendere conto di se stesso. Non dimentichiamo che un giorno la porta del cielo, come quella dell’arca di Noè, sarà irrimediabilmente chiusa.

Cari lettori, fate questo passo oggi stesso. Il Signore vi chiama. È vostra responsabilità credere.

lunedì 27 ottobre 2025

27 ottobre - Felicità vicino a Dio

Beato l’uomo… il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione.

 

Salmo 1:1-3

 

Felicità vicino a Dio

 

Il libro dei Salmi è una raccolta di preghiere e di lodi. È stato nominato “il cuore della Bibbia” perché contiene l’espressione di tanti sentimenti e ricorda le esperienze felici e tristi dei credenti che hanno composto quei poemi.

La prima parola di questo Libro è un’esclamazione di gioia e una promessa: “Beato l’uomo…”. È come se Dio volesse dirci che esiste una beatitudine vera, semplice, profonda, duratura, che può essere gustata anche nelle avversità e nelle prove.

Questa gioia e questa felicità sono descritte qui in relazione con le normali azioni quotidiane: camminare, fermarsi, sedersi, trovare piacere in ciò che Dio ha detto… Questo primo Salmo ci invita ad interrogarci: quali pensieri occupano la nostra mente, quali principi regolano i nostri comportamenti? In chi e in che cosa troviamo la nostra gioia?

L’accento è messo sull’amore per la Parola di Dio e sulla meditazione di essa. La felicità presume una relazione con Dio, e questa la realizziamo quando preghiamo e lo ascoltiamo; Egli ci parla quando leggiamo e meditiamo la Bibbia. Meditare significa dedicare del tempo alla lettura, rileggere il testo, riflettere alle sue implicazioni pratiche, lasciarci penetrare dal suo senso profondo. Quale effetto ha in noi e nella nostra vita quotidiana la Parola che abbiamo ascoltato? Quella volontà di perdonare, quegli slanci di generosità, quelle relazioni riallacciate, quella decisione presa con serenità, sono tutte cose che la Parla di Dio ci insegna.

“La tua parola mi fa vivere” (Salmo 119:50).


domenica 26 ottobre 2025

Lo vollero conoscere

“Fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” Ebrei 12:2.

La Scrittura ci esorta a regolare l'obiettivo del tuo cuore su Gesù, facendone lo scopo della tua vita.

Che cosa significa vedere Gesù?

I pastori possono dircelo. Per loro non fu sufficiente vedere gli angeli. Per molti magari lo sarebbe stato. Il cielo notturno squarciato dalla luce. Il silenzio infranto da un canto. Semplici pastori destati dal loro sonno e spinti ad alzarsi da un coro di angeli: “Gloria a Dio nell'alto dei cieli” . Quegli uomini non avevano mai visto un tale splendore.

Ma non era sufficiente vedere gli angeli. I pastori volevano vedere colui che aveva inviato gli angeli. “Andiamo...e vediamo” Luca 2:15.

I magi avevano lo stesso desiderio. Volevano vedere Gesù. Come i pastori, non si accontentarono di ciò che videro nel cielo notturno. Non che la loro stella non fosse spettacolare. Essere testimoni del passaggio di un astro fiammeggiante era un privilegio, ma per i magi non era sufficiente. Non bastava loro vedere la luce su Betlemme; dovevano vedere la luce di Betlemme. Erano venuti a vedere Lui.

E ci riuscirono!

Ci riuscirono tutti, sia che portassero un dono o un sincero stupore, ci riuscirono tutti...erano i benvenuti.

Prova a trovare un esempio di qualcuno che voleva sinceramente vedere Gesù e non ci è riuscito. Non lo troverai. Troverai invece esempi di persone che non lo cercarono, che lo respinsero, che lo pregarono di andarsene. Oppure persone che, come i capi religiosi, preferivano leggere un libro che parlava di Lui piuttosto che incontrarlo di persona. Era meglio tenere Dio distante, al suo posto, così da permettere loro maggiore libertà.

Zaccheo era piccolo di statura e desiderava fortemente vedere Gesù. Ci riuscii e non solo lo vide ma il Signore entrò in casa sua.

E che dire dei due discepoli di Giovanni Battista?

“Il giorno seguente, Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli; e fissando lo sguardo su Gesù, che passava, disse: «Ecco l'Agnello di Dio!» I suoi due discepoli, avendolo udito parlare, seguirono Gesù. Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: «Che cercate?» Ed essi gli dissero: «Rabbì (che, tradotto, vuol dire Maestro), dove abiti?» Egli rispose loro: «Venite e vedrete». Essi dunque andarono, videro” Giovanni 1:35-38.

Notate la richiesta che fecero: “dove abiti?”. Una richiesta alquanto audace. Non chiesero a Gesù di concedergli un minuto o di ascoltare un messaggio. Gli chiesero dove abitasse.

Volevano vedere Lui e stare con Lui.

La risposta di Gesù ai due discepoli? “Venite a vedere”.

Che differenza con il giovane ricco. “Maestro che devo fare di buono per avere la vita eterna?”  Marco19:16.

Notate la differenza?

Il giovane ricco voleva una medicina. Gli altri volevano il medico. Il giovane ricco voleva solo una risposta ad un quesito. Gli altri volevano il Maestro. Il giovane ricco era di passaggio, aveva fretta voleva solo un consiglio. Gli altri non si sarebbero accontentati di nulla di meno che di vedere e stare con il Signore. Volevano qualcosa di più della salvezza. Volevano il Salvatore.

“Chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.” Ebrei 11:6.

Non accontentarti degli angeli. Non accontentarti delle stelle del cielo. Cercalo come fecero i pastori. Desideralo ardentemente come fece Zaccheo. Adoralo come fecero i magi. Segui l'esempio dei due discepoli e desidera il luogo dove Lui abita.

26 ottobre - Perduto?

“Tornate indietro dalle vostre vie malvagie, dalle vostre malvagie azioni!”

Zaccaria 1:4

 

O SIGNORE, fammi conoscere le Tue vie, insegnami i Tuoi sentieri.

Salmo 25:4

 

(Dio dice:) “Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò gli occhi su di te”.

Salmo 32:8

 

Perduto?

 

“Non potete perdervi; seguite la strada principale che sale fino al villaggio”. Ma in realtà la famosa strada si allontanava dalla direzione desiderata. Dopo qualche chilometro ho avuto la convinzione di essermi perso. Fortunatamente ho incontrato un’altra persona che ha saputo indicarmi la strada giusta: “Voi non siete sulla strada giusta, ma potere arrivare a destinazione voltando a destra alla prossima fattoria”.

Anche la mia vita non è un rettilineo e ha bisogno di essere guidata. Ma qual è il mio obiettivo? Sto andando nella giusta direzione, quella che mi porta dove desidero arrivare? Come faccio ad orientarmi? Devo seguire i consigli di teologi, di filosofi o di maestri di pensiero?

Un giorno, sul mio sentiero, Gesù mi ha incontrato. Mi stava cercando. Non era lì per caso. Non mi ha detto “tutte le strade portano al cielo”, e nemmeno “provale e un giorno troverai quella giusta…” No! Mi ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). “Tu, seguimi” (Giovanni 21:22), ha detto Gesù all’apostolo Pietro. Egli ci invita tutti a seguirlo, perché è Lui la via. Se rifiutiamo di ascoltarlo forse non rinnoverà il Suo invito. Se ci ostiniamo, saremo perduti.

Io l’ho ascoltato e ho capito che Lui solo, che conosce tutta la mia vita, poteva guidarmi in sicurezza, e darmi la vita eterna. “Egli è il vero Dio e la vita eterna” (1 Giovanni 5:20).

sabato 25 ottobre 2025

L'indifferente

“Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono” Giov. 13:13.

“Avvicinatevi a me, ascoltate questo: Fin dal principio io non ho parlato in segreto” Isaia 48:16.


Ho ascoltato con interesse l'intervista ad un anziano insegnante. Sono rimasto colpito dal suo sfogo, dalla sua delusione. Diceva: ho conosciuto ogni tipo di alunno, ma fra questi ve n'era una categoria che mi hanno lasciato un ricordo penoso. Erano educati, composti, di indole allegra, ma non si interessavano di niente. Ogni cosa per loro era indifferente. Niente riusciva ad attirare la loro attenzione, in qualsiasi direzione fossero orientate le attività scolastiche. Gli sguardi erano vuoti, assenti, privi di interesse.

Punirli? Fatica inutile. Rimanevano insensibili a tutte le sanzioni. In altre parole erano indifferenti a tutto. Non ho conosciuto nessun'altra condizione più inutile per un maestro.

Ebbene questo tipo di allergia ad ogni insegnamento è ancora più grave se relativa alla salvezza delle anime. C'è una moltitudine per la quale la croce non significa nulla.

Può lasciarvi indifferenti l'amore di Dio, ma badate bene questa indifferenza è come una malattia che non fa altro che peggiorare col passare del tempo. Il cuore si indurisce, niente lo tocca. Diventa come un sentiero così duro che nessun seme vi può più penetrare ne germogliare, fino al suo epilogo finale: la morte eterna. Là il Grande Trono Bianco non vi lascerà indifferenti. No! Là non potrete non essere interessati o essere distratti. Quella sarà l'ultima tappa prima del luogo del pianto e dello stridor dei denti dove non vi mancherà certo il tempo per meditare su tutta la vostra follia.

25 ottobre - Lo Spirito Santo nel credente

Voi… avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: “Abbà! Padre!” Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio.

Romani 8:15-16


L'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Romani 5:5

 

Lo Spirito Santo nel credente

 

– Perché i credenti possono pregare Dio con fiducia e con gioia? Perché, quando hanno creduto, hanno ricevuto lo “Spirito” nel loro cuore. È Lui che li guida a pregare Dio, come un Padre che li ama e che li ha adottati. Come leggiamo nel versetto citato, lo Spirito dà loro la convinzione interiore che sono figli di Dio. Che felicità saperlo!

– Perché il credente si rattrista nel vedere la natura che soffre? È la voce dello Spirito che agisce in lui e gli fa comprendere che questo mondo è dominato dal male. Ma non sarà sempre così. Dopo che Dio avrà giudicato quelli che l’hanno rifiutato e offeso, il Signore Gesù verrà a regnare e porterà la liberazione dal peccato sia agli uomini sia alla natura. Nell’attesa, lo Spirito viene in aiuto ai credenti e intercede per loro secondo il volere di Dio (Romani 8:27).

– Perché eleviamo i nostri pensieri verso il cielo? Perché lo Spirito ci rivela le glorie del Signore, che è nel cielo. Gesù dice riguardo allo Spirito Santo: “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà” (Giovanni 16:14). Che gioia quando lo Spirito ci fa comprendere la Bibbia e ci presenta Gesù che, dopo la Sua morte sulla croce, è vivente e glorioso nel cielo. Già dalla terra, noi celebriamo la Sua vittoria sul peccato e sulla morte.

– Perché la nostra speranza è fatta di certezze? Perché sappiamo che le promesse del Signore si realizzeranno dalla prima all’ultima. Noi apparteniamo al Signore e abbiamo “ricevuto il sigillo dello Spirito Santo” (Efesini 1:13-14). Il “sigillo” dello Spirito attesta che siamo proprietà del Signore e che nulla potrà separarci dal Suo amore. Un giorno, certamente non lontano, Egli stesso verrà a prenderci per portarci con Sé nella casa del Padre.


venerdì 24 ottobre 2025

Pietra

“Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Infatti si legge nella Scrittura: Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa  chiunque crede in essa non resterà confuso...pietra d'inciampo” 1 Pietro 2:4-8.


1. Pietra vivente, affermazione che può  sembrare paradossale. La pietra ci parla di solidità di durata perenne a tutto questo bisogna aggiungervi che è vivente. Quindi una vita perenne e duratura.

2. Pietra scelta. Sono stati seguiti dei parametri di scelta molto severi per cui la scelta cade su ciò che più risponde a dei criteri stabiliti.

3. Pietra preziosa. Termine che significa qualcosa di raro di unico.

4. Pietra angolare. Punto di partenza.

5. Petra che non confonde. Perciò quando incontrate credenti, depressi, delusi, sfiduciati, il meno che si possa dire  è che hanno perso di vista la pietra.

6. Pietra rigettata. Hanno rifiutato ciò che Dio aveva scelto. Era la pietra vivente, preziosa, il punto di partenza, non sarebbero rimasti confusi ma, è stata rigettata.

7. Pietra d'inciampo. Molti pensano che Dio debba solo amare e perdonare. E' vero che Egli perdona ma lo fa con chi si ravvede davanti a Lui. Per il rimanente essa sarà una pietra d'inciampo.

24 ottobre - L’arcobaleno

“L’arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò”.

Genesi 9:16

 

Dio… è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.

2 Corinzi 4:6

 

L’arcobaleno

 

Quando l’arcobaleno appare dopo un temporale, rimaniamo meravigliati dalla sua bellezza. La Bibbia ci insegna che quello era il segno del patto che Dio aveva fatto con Noè dopo il diluvio per garantire agli uomini e a tutti gli esseri viventi che non li avrebbe più puniti per mezzo delle acque. E Dio ha osservato questo patto. Anche se spesso non ne siamo coscienti, ogni volta che si riproduce questo fenomeno Dio ci ricorda la Sua grazia.

Non possiamo guardare il sole senza che i nostri occhi ne abbiano un danno. Ma possiamo ammirare la luce del sole nell’arcobaleno, quando è rifratta da minuscole gocce d’acqua in un meraviglioso spettro di colori.

Allo stesso modo, è impossibile all’uomo vedere Dio e restare vivo (Esodo 33:20). Ma noi possiamo vedere la Sua gloria attraverso la persona di Gesù Cristo. Già quando viveva sulla terra, i Suoi discepoli hanno “contemplato la Sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:14). Egli è lo “splendore” della gloria di Dio (Ebrei 1:3) e oggi, illuminati dallo Spirito Santo, i credenti discernono la gloria di Dio nel volto di Cristo glorificato in cielo.

È in seguito al diluvio, caduto sulla terra di allora come giudizio di Dio a causa della malvagità, dei suoi abitanti, che l’arcobaleno è apparso nella natura. Allo stesso modo, è stato necessario che prima si abbattessero su Gesù Cristo alla croce i “flutti” del giudizio di Dio (Salmo 42:7), affinché noi, adesso, potessimo vedere brillare la gloria di Dio che condanna il peccato, e la Sua grazia che salva i peccatori.


giovedì 23 ottobre 2025

23 ottobre - L’Evangelo: una buona notizia

 Dio era in Cristo nel riconciliare con Sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione.

2 Corinzi 5:19

 

Riconciliati dunque con Dio; avrai pace, ti sarà resa la prosperità.

Giobbe 22:21

 


L’Evangelo: una buona notizia

 

I mezzi di informazione ci propinano ogni giorno delle cattive notizie. Ma noi vogliamo continuare a parlarvi di una buona notizia, sempre attuale, proclamata per venti secoli. È quella della pace tra Dio e gli uomini.

Esiste una via per avvicinarsi a Dio e vivere una relazione felice con Lui. Questa via è stata aperta da Gesù Cristo. La salvezza che trasmette a chi crede quando è morto in croce, parla di pace, di felicità, di vita eterna. Già i profeti dell’Antico Testamento, come Isaia (Isaia 52:7), l’avevano preannunciata. Non è l’uomo che ha cercato Dio, ma è Dio che è venuto a cercare noi che eravamo perduti per offrirci il Suo perdono. Dio ci ha amati per primo (1 Giovanni 4:19). Gesù, luce del mondo, non è stato ricevuto sulla terra: gli uomini hanno preferito le tenebre, perché le loro opere erano malvagie (Giovanni 3:19). Per questa scelta che ha fatto, dalle conseguenze così pesanti, il mondo che ha rifiutato l’Evangelo non ha speranza e va verso la perdizione eterna.

Ciò non toglie che Dio è paziente. Egli non vuole che alcun essere umano perisca, ma che tutti si pentano (2 Pietro 3:9). Come lo ha annunciato Gesù, l’Evangelo è predicato ovunque sulla terra per la felicità presente ed eterna di coloro che sentono il peso dei propri peccati.

“Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 3:7-8).

 


mercoledì 22 ottobre 2025

Chiunque

“E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” Atti 2:21

“Bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna” Giov. 3:14- 15.

“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” Giov.3:16.

“Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome” Atti 10:43. 

“Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui vi è annunciato il perdono dei peccati; e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato” Atti 13:38-39.

“Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” Romani 1:16.

“Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” Giov. 6:40.

“Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?” Giov.11:25-26. 

“Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre” Giov. 12:46.

“Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa” Luca 11:10.

22 ottobre - La croce del Figlio di Dio

Dall’ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all’ora nona. E, verso l’ora nona, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactàni?”, cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Matteo 27:45-46

 

La croce del Figlio di Dio

 

«Come trattarono Gesù gli uomini che era venuto a salvare? Non lo trattarono né da Figlio di Dio, né da re, né da profeta, né da giusto, e nemmeno da uomo. Il salmista, profeticamente, scrive di Lui che si sarebbe sentito talmente odiato da quegli esseri spregevoli da esclamare: “Io sono un verme e non un uomo” (Salmo 22:6). Nel momento in cui valutava i Suoi nemici al prezzo del proprio sangue, essi lo valutavano trenta monete d’argento, il valore di uno schiavo! Lo arrestarono di notte come un bandito, lo legarono e lo trascinarono davanti al sacerdote Caiafa, poi a Erode e a Pilato. Lo derisero, lo vestirono come un re, e lo coronarono di spine. Si beffarono di Lui come profeta e come Figlio di Dio. Lo picchiarono, gli sputarono in viso e lo crocifissero tra due malfattori.

Fino a quel momento Dio, il Suo Dio, lo sostenne contro la rabbia di Satana, l’odio dei farisei, lo schiamazzare della plebaglia, la viltà di Pilato e i sarcasmi dei sacerdoti. Ma chi lo consolerà quando l’ira del Dio giusto e santo si abbatterà su di Lui?

Quella morte, quel supplizio, quel corpo ferito, quel sangue sparso, quegli insulti, sono forse solo quelle le amarezze della croce? No, l’amarezza suprema il Signore la patisce quando Dio condanna Lui, il Suo amato Figlio, al posto di noi tutti, punendo Lui per i nostri peccati, lasciando che gridasse con la gola riarsa, e gli occhi consumati dall’angoscia: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Tutto questo per me, per voi. Vi lascia con gli occhi asciutti e il cuore freddo?»

(Tratto da un sermone di Adholfe Monod 1802-1856)


martedì 21 ottobre 2025

Vicino a Lui o lontano da Lui

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” Mat. 11:28.

“Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!” Mat. 25:41.


E' la stessa bocca che pronuncia queste due frasi, ma in momenti diversi.

“Venite a me”. Questa prima frase risuona oggi. Essa si rivolge a tutti coloro che sono affaticati e carichi. Che cosa è che affatica l'uomo? Il peccato e le sue conseguenze.

L'appello del Salvatore è rivolto dunque a tutti gli uomini in quanto ogni uomo è un peccatore che vive portandosi dietro il proprio carico di peccati. 

Venire a Lui significa trovare ciò che egli dona: il riposo dell'anima, la liberazione da ogni schiavitù, il sollievo che porta l'avere pace con Dio, la speranza riguardo al futuro, la compagnia di Colui che ci accompagnerà durante il nostro cammino.

Significa soprattutto trovare qualcuno che può riempire il vuoto del nostro cuore, E' Lui che mi chiama e senza chiedermi niente in cambio, mi offre la felicità e la gioia della salvezza per la quale Egli ha pagato il prezzo di riscatto.


Domani la parola non sarà più data al Salvatore ma al Giudice. Si tratta della stessa persona, la stessa voce, ma il linguaggio sarà cambiato:  “Andate via da me...nel fuoco eterno ”.

Vicino a Lui o lontano da Lui, questa è la differenza. Lontano da Colui che è la vita e la luce, regnano la morte e le tenebre. Lontano da colui che è la pace e il riposo, si trovano l'angoscia e i tormenti.

Rifiutare l'invito che oggi il Signore rivolge all'uomo tramite l'Evangelo equivale a scegliere domani la condanna. Perché? Perché quel peso che è continuato a rimanere sulle nostre spalle dinanzi a Dio costituirà motivo di allontanamento eterno.

Oggi puoi ancora scegliere la vita.

“Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione 

21 ottobre - Vendetta o perdono?

(Gesù disse:) “Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano”.

Luca 6:27-28

 

Vendetta o perdono?

 

Un predicatore di nome Peter Miller viveva in Pennsylvania durante la guerra d’indipendenza degli Stati Uniti. Era molto conosciuto e stimato in tutta la regione; ciononostante, un vicino di casa lo detestava e lo insultava continuamente. Un giorno, quell’uomo fu arrestato a Philadelphia e condannato a morte per tradimento. Quando la sentenza fu resa nota, Miller si mise immediatamente in viaggio per appellarsi a George Washington, che divenne più tardi il primo presidente degli Stati Uniti.

Miller prese energicamente le difese di quell’uomo condannato a morte, ma Washington gli rispose:

– Sono desolato, ma non posso concedere la grazia al vostro amico.

– Mio amico? esclamò Miller. Quell’uomo è il mio peggiore nemico! Ma Cristo ci chiede di pregare per quelli che ci fanno dei torti e di perdonarli.

– Questo cambia tutto, disse Washington, stupito. Sarà perdonato per riguardo nei vostri confronti, e sarete voi ad annunciargli la liberazione.

Miller ottenne i documenti necessari e si rimise in strada per percorrere a piedi i vari chilometri che lo separavano dal luogo dell’esecuzione, che era prevista per il giorno successivo. Arrivò appena in tempo. Quale fu la sorpresa del condannato quando Miller gli porse il documento che gli salvava la vita! Allora riconobbe pubblicamente di aver tanto calunniato l’uomo che è stato il suo salvatore e si pentì, e gli chiese perdono.

Quanto è grande l’amore di Dio! Egli ha offerto la grazia e la vita proprio a noi che eravamo suoi nemici, e per fare questo ha dovuto far cadere la Sua condanna sul Suo unico e amato Figlio.

lunedì 20 ottobre 2025

Venditori

E' duro essere delusi. E' deludente quando pensate che una persona si interessi a voi e poi scoprite che le interessa solo il vostro denaro. Quando i venditori lo fanno, è irritante, ma quando lo fanno le persone credenti può essere devastante.

E' una realtà triste, ma vera: la religione viene usata per trarre profitto e prestigio. Quando avviene vi sono due risultati: la gente viene sfruttata e Dio si infuria.

Non c'è esempio migliore in proposito di ciò che accadde nel tempio. Dopo essere entrato in città, il Signore Gesù “entrò a Gerusalemme nel tempio; e dopo aver osservato ogni cosa intorno, essendo già l'ora tarda, uscì per andare a Betania con i dodici” Marco 11:11. 

Avete afferrato?

Il primo posto dove il Signore si recò quando entrò a Gerusalemme fu il tempio.

Aveva sfilato lungo le vie della città osannato come un re. Era domenica, il primo giorno della settimana di Pasqua. Centinaia di migliaia di persone gremivano le stette strade lastricate di pietra. Fiumi di pellegrini avevano inondato la piazza del mercato. Gesù si era fatto largo tra la folla, nel mare di persone mentre stava scendendo la sera. Egli entrò nell'area del tempio, si guardo attorno e uscì.

Volete sapere che vide?

Allora leggete ciò che fece la mattina successiva, quando tornò. “Gesù entrò nel tempio, e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano; rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. E disse loro: È scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera", ma voi ne fate un covo di ladri” Matteo 21:12-13.

Che cosa vide?

Venditori. Spacciatori di fede.

Gente che esercitava un commercio che nulla aveva a vedere con la fede.

Che cosa accese il fuoco della rovente ira del Signore?

Gente che esercitava un commercio che nulla aveva a che spartire con la fede.

I pellegrini viaggiavano giorni e giorni per recarsi  nel tempio per poi trovarlo pieno di spacciatori di fede che avevano a cuore solo di “vendere”. 

Volete mandare in collera Dio? Intralciate il cammino di coloro che desiderano vederlo.

Volete vedere la sua furia? Sfruttate la gente usando il nome di Dio.

20 ottobre - Perfezione divina

Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.

Matteo 5:48

 

Perfezione divina

 

Prendiamoci il tempo per riflettere sulla perfezione del nostro grande Dio. Saremo incoraggiati a confidare pienamente in Lui.

Dio è perfetto:

– Nei Suoi atti: “Egli è la rocca, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto” (Deuteronomio 32:4).

– Nel Suo modo di agire: “La via di Dio è perfetta, la parola del SIGNORE è purificata con il fuoco. Egli è lo scudo di quelli che si rifugiano in lui” (2 Samuele 22:31).

– Nella Sua conoscenza: “Il Signore conosce i pensieri dell’uomo, sa che sono vani” (Salmo 94:11).

– Nella Sua Parola: “La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l’anima” (Salmo 19:7).

– Nella Sua volontà: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2).

– Nella Sua bontà: “Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento” (Giacomo 1:17).

– Nel Suo amore: “Dio è amore… Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura” (1 Giovanni 4:16, 18).

– Nella Sua pace: “A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida” (Isaia 26:3).


domenica 19 ottobre 2025

Trasformati

“E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine” 2 Corinzi 3:18. 

La caratteristica principale del cristiano è questo stare allo scoperto davanti a Dio, senza nulla che si frapponga e faccia velo, così che la sua vita divenga uno specchio per gli altri.

Se un cristiano abita così vicino a Cristo te ne accorgi, senti che esso rispecchia sempre più i caratteri di Cristo.

Diffidiamo di ciò che può oscurare questo specchio che è in noi. La regola d'oro per noi è tenere sempre scoperta la nostra vita davanti a Dio. Non permettiamo mai a nessuna cosa di oscurare questo riflesso di Cristo che ciascuno di noi è chiamato a riprodurre.

Quando questo dovesse accadere la Scrittura ci da delle precise indicazioni a riguardo: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” 1 Giovanni 1:9.

19 ottobre - Funerale, un argomento tabù?

È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio.

Ebrei 9:27

 

Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo.

2 Timoteo 2:8

 

Funerale, un argomento tabù?

 

Sulla vetrina di una compagnia di assicurazioni c’è scritto: “Sette persone su dieci non hanno mai parlato del loro funerale. È per voi un argomento tabù?”

È vero, la morte del corpo, cioè la rottura con tutto ciò che fa parte della nostra vita sulla terra, è un argomento difficile da affrontare. Eppure, se c’è una cosa certa, quella è proprio la morte! Pensare alla morte è essere previdente, e non solo per evitare complicazioni a quelli che restano.

Può darsi che per quel giorno abbiate messo ogni cosa in ordine, ma avete potuto dire ai vostri cari che, per quanto vi riguarda, la morte vi introdurrà alla presenza di Gesù, il vostro Salvatore? Egli ha fatto una meravigliosa promessa al malfattore pentito che era crocifisso al Suo fianco: “Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43).

Per coloro che non hanno questa speranza, la Bibbia dice che dopo la morte, ci sarà il giudizio. Che situazione terribile dover comparire, soli, con tutto il peso del proprio passato, davanti a un Dio santo che non può tollerare il peccato! Che differenza, invece, quando a un funerale possiamo dire con certezza che il corpo di colui che viene seppellito risusciterà un giorno perché ha creduto in Gesù Cristo! Sappiamo che in un batter d’occhio, quando il Signore ritornerà per prendere tutti i Suoi, il Suo corpo sarà ricomposto e riunito alla sua anima per formare un essere nuovo che sarà per “sempre con il Signore”.

Gesù ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?” (Giovanni 11:25-26).

Come non pensare di fare questo passo così indispensabile per la nostra vita eterna?


sabato 18 ottobre 2025

Non lasciar passare il tempo

“Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza” Ecclesiaste 12:1.

Nel salone d'una casa di riposo dove andavo a trovare mia zia, osservavo una dozzina di persone anziane che erano lì sedute. La maggior parte di loro non partecipava ad alcuna conversazione. Ve ne erano di totalmente dipendenti dalla persona che li spingeva sulla sedia a rotelle; avrei voluto portare loro un messaggio di affetto, d'incoraggiamento, ma era difficile stabilire una comunicazione. Un cuore vissuto nella superficialità, nella ricerca delle proprie gioie, lontano da Colui che soddisfa i bisogni dell'anima, col tempo, diventa ancor più “insensibile” e vuoto.

Se abbiamo ancora buona salute e tutte le nostre capacità intellettuali, siamo riconoscenti a Dio! Ma dobbiamo anche riflettere circa l'impiego che ne facciamo. Chiediamoci se viviamo per noi stessi, senza altro scopo che soddisfare i nostri bisogni materiali e i nostri piaceri, dimenticando ciò che la Bibbia dice: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"  Matteo 4:4.

Il tempo adatto a ricevere ciò che è essenziale per la nostra anima è oggi e questo nutrimento si trova nella Parola di Dio. Leggendola noi scopriamo il suo messaggio essenziale che concerne Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Egli è diventato uomo per liberarci dal male: si è caricato dei peccati di tutti quelli che si affidano a lui. Dio, che ha accettato il suo sacrificio perfetto, lo ha risuscitato e glorificato. Così Dio è giusto quando dichiara giusto colui che ha fede in Gesù Cristo (Romani 3:26).

Non aspettiamo la vecchiaia, che peraltro non siamo certi di raggiungere, per volgerci con fede verso il Salvatore!

“Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!” Ebrei 4:7.

18 ottobre - Cercavo la verità senza trovarla

[Gesù] con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini.

Efesini 2:17

 

Cercavo la verità senza trovarla

 

“Ero adolescente e delicato, così mia madre ogni sabato mi portava da un “guaritore”. In questo modo mi sono impregnato di quell’atmosfera malsana, fatta di menzogna e di occultismo. Più tardi, praticando le arti marziali, mi immersi nella cultura orientale, e lì provai l’angoscia, la solitudine e la tristezza. Allora cercai la verità attraverso tutto ciò che mi si presentava davanti: la filosofia, l’esoterismo e ogni forma di cosiddetta spiritualità. Ma tutti i sentieri per i quali mi incamminavo si rivelavano strade senza uscita.

Poi feci amicizia con un cristiano. Fu il primo a parlarmi di Gesù Cristo in modo molto diverso da quello che credevo di conoscere. Ne fui incuriosito, così mi unii a un gruppo di studenti cristiani. All’inizio li deridevo. Con un solo libro, cosa credevano di poter insegnare a me che ne avevo letti centinaia? Ma ero pronto a provare anche quel nuovo libro; in fondo, cosa avevo da perdere? Quando cominciai a leggere la Bibbia, non capii nulla; ciò che diceva era troppo diverso da tutto ciò che avevo letto fino allora.

Un giorno, un amico credente mi parlò del perdono che Dio voleva offrirmi per il male che commettevo, e della nuova vita che dona Gesù Cristo. A poco a poco presi coscienza che ero effettivamente un peccatore, vale a dire che in me c’era del male. Era questo che mi impediva di accedere alla Verità. Quando ho creduto che Cristo era venuto a morire al mio posto per salvarmi e riconciliarmi con Dio, allora ho trovato la pace! Ecco, la pace che cercavo era proprio quella. Da allora ho scoperto la grazia di Dio e ho imparato a conoscere Gesù e ad amarlo.”

Guglielmo


venerdì 17 ottobre 2025

Il Creatore e le stelle

“Grande è il nostro Signore, e immenso il suo potere; la sua intelligenza è infinita... Egli conta il numero delle stelle e le chiama tutte per nome” Salmo 147:5,4.

“Egli (Dio) guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe” Salmo 147:3.

Chi di noi, in una notte particolarmente limpida, non ha ammirato il cielo stellato e non ha avuto un'impressione di vertigine davanti all'immensità dell'universo? Infatti, questa immensità supera tutto ciò che la mente umana può concepire. Ad occhio nudo, è possibile scorgere solo qualche migliaio di stelle, ma gli scienziati stimano che ne esistano, nell'universo, miliardi di miliardi. Eppure la Bibbia afferma che Dio, non soltanto ne conosce il numero esatto, ma dà a tutte un nome (Salmo 147:4). 

Siamo così portati a riconoscere la grandezza infinita e la maestà del Creatore, ma forse potremmo dedurre che è un Dio lontano che non s'interessa della sua creatura. Che cosa leggiamo nello stesso Salmo 147? È lui che "guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe" (v. 3). Dio non è un essere lontano e inaccessibile, no. È il Creatore onnipotente ed è anche il Dio d'amore e di compassione. Ha mandato il suo Figlio unico, Gesù Cristo, Dio stesso venuto sulla terra come un uomo, per salvare la sua creatura perduta a causa del peccato.

Voi che avete il cuore spezzato dalla prove della vita, venite a Gesù Cristo. Riconoscete davanti a lui i vostri peccati e accettatelo come vostro Salvatore. Egli allora diventerà il vostro amico e sperimenterete, come tantissimi veri cristiani prima di voi, che guarirà il vostro cuore spezzato e fascerà le vostre piaghe.

17 ottobre - Era meglio prima

(Gesù disse:) “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”.

Giovanni 16:33

 

Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo… vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente.

1 Pietro 5:10

 

Era meglio prima

 

Da quando si è convertita a Gesù Cristo, Paola accumula difficoltà e preoccupazioni. Il primo momento di gioia è passato, ma la vita continua e lei si rende conto che certe abitudini non sono più compatibili con la sua fede. Allora si pone delle domande e lì per lì non trova soluzione. La sua famiglia non la capisce più e tende ad isolarla. Quanto era tutto più facile prima della conversione! E una voce sottile e subdola le suggerisce continuamente: “Era meglio prima…”.

In questa situazione non c’è nulla di anormale perché Paola, da quando ha conosciuto il Signore, non è più la stessa. Anche il popolo d’Israele ha fatto un’esperienza simile. Liberato miracolosamente dalla schiavitù del Faraone, canta sulle rive del Mar Rosso un cantico di gioia. Poi, sotto la guida di Mosè, si mette in cammino nel deserto verso la terra promessa. Ed è allora che incominciano le difficoltà. Hanno fame e sete, e ci sono dei nemici da combattere. Alcuni di loro, mancando di fiducia nel Dio che li aveva liberati dalla schiavitù, pensano con nostalgia ai cocomeri e ai meloni che mangiavano in Egitto e desidererebbero tornare indietro. Ma Dio si è preso cura di loro e, un passo dopo l’altro, hanno potuto sperimentare le Sue cure amorevoli. La loro fede è stata più volte messa alla prova ma, alla fine, hanno avuto acqua per dissetarsi e pane dal cielo per nutrirsi.

Se crediamo al Signore siamo in viaggio verso il cielo. Dio veglia su di noi in questo mondo che è come un deserto per la nostra fede. Abbiamo dei combattimenti e Satana fa di tutto per scoraggiarci, ma Dio ci libera. Possiamo affidare tutto a Lui: le nostre difficoltà, le nostre preoccupazioni e le nostre domande, sapendo che Egli ha cura di noi (1 Pietro 5:7). Egli proteggerà il nostro cuore e veglierà sui nostri pensieri (Filippesi 4:7).


giovedì 16 ottobre 2025

Fine o principio?

“(uno dei due malfattori) diceva: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».” Luca 23:42-43.

“Meglio vale la fine d'una cosa, che il suo principio”. Ecclesiaste 7:8.

Pensa al ladrone che si pentì. 

Sebbene sappiamo poco di lui, una cosa è certa: aveva commesso dei gravi errori nella sua vita. Aveva scelto le compagnie sbagliate, la morale sbagliata, la strada sbagliata e il comportamento sbagliato.

Considereresti la sua vita un completo fallimento?

Certo che il “principio” della sua vita è stato disastroso e da lì in poi solo un susseguirsi di errori...fino alla croce, dove tutte le sue scelte sbagliate furono riscattate dall'ultima.

Anche tu hai compiuto scelte sbagliate nella vita, vero?

Forse le stai tutt'ora facendo.

Hai scelto amici sbagliati, forse la tua carriera è un fallimento, il tuo cammino passato è un susseguirsi di errori, forse hai anche sposato la persona sbagliata. 

Ti guardi indietro e dici: “se soltanto...se soltanto potessi rimediare ai miei errori. Se solo per una volta potessi fare la cosa giusta”.

Puoi farlo.

Una scelta giusta, per l'eternità, può controbilanciare migliaia di scelte sbagliate.

16 ottobre - Cambiare padrone

In quel tempo eravate senza Cristo…, senza speranza e senza Dio nel mondo.

Efesini 2:12

 

[Dio] libererà il bisognoso che grida e il misero che non ha chi l’aiuti. Egli avrà compassione dell’infelice e del bisognoso e salverà l’anima dei poveri.

Salmo 72:12-13

 

Cambiare padrone

 

Nella Bibbia, nel primo Libro di Samuele (30:11-20), c’è il racconto di un giovane egiziano del tempo del re Davide, che si trovava in una situazione disperata. Era uno schiavo ed era stato crudelmente abbandonato per strada dal suo padrone perché si era ammalato. Lì, senza cibo né acqua, privo di forze, aveva perso ogni speranza; aspettava solo di morire.

Situazione drammatica e dolorosa vissuta anche oggi da tanti che sono costretti a dire: “Sono stato abbandonato da tutti!”.

Ma il racconto prosegue, e ci rivela che Davide e la sua gente incontrano per caso quel giovane. Davide si ferma, si prende cura del malato e gli dà da bere e da mangiare. Ripresa conoscenza, il ragazzo lo segue. Ha cambiato padrone, ma che differenza!

Come Davide, Gesù Cristo vuole rispondere prima di tutto ai bisogni della nostra anima, anch’essa in situazione disperata. Potremo essere abbandonati da tutti, ripudiati dalla nostra famiglia, licenziati dal datore di lavoro; ebbene, siamo certi che, come Davide che si è trovato sulla strada di quel giovane, così il Signore sa esattamente dove siamo e in che condizioni ci troviamo.

“Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto” (Luca 19:10).

Egli vuole che cambiamo padrone, che abbandoniamo la nostra vita passata sotto la schiavitù di Satana, per seguire Lui, il nostro Salvatore che ci ama.

A chiunque lo riceve, Egli dà la vita eterna e risponde anche ai bisogni quotidiani del cuore e dello spirito, si occupa di lui e lo mette al Suo servizio.

mercoledì 15 ottobre 2025

Toglilo

“Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i miracoli che egli faceva sugli infermi...Gesù disse: Fateli sedere. C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero....La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo. Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re” Giov. 6:10-15. 

Le folle hanno seguito il Signore Gesù. Ma, come molti anche oggi nella cristianità, erano attratte più dalla sua potenza che dalla sua grazia. Una fede fondata sui miracoli non è gradita a Dio perché Egli richiede una fede fondata sulla sua Parola. Volevano farlo re e avevano capito che era il Profeta che doveva venire. Certo è una grande cosa seguire qualcuno che ti nutre e ti cura senza chiedere niente in cambio. Chi non desidererebbe essere suddito di un tale re? 

Le folle erano pronte ad apprezzare i benefici materiali gratuiti, ma il Signore era la Parola fatta carne e tutto ciò che insegnava veniva direttamente da Dio. Le sue parole erano state forti e precise ed aveva più volte ripreso gli scribi e i farisei per la loro falsità e insegnato in ugual misura al popolo: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli. Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere: chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale"; ma io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello: "Raca" sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: "Pazzo!" sarà condannato alla geenna del fuoco” Matteo 5:17,20-22.

L'uomo è attratto dalle opere potenti ed è alla ricerca di benefici materiali. Gli piace definirsi “religioso” ma desidera una religione a buon mercato. Una di quelle che li consenta di fare i propri comodi. Il parlare del Signore era duro come anche alcuni suoi discepoli definirono. Avrebbero accettato i suoi insegnamenti?

“Egli (Pilato) disse ai Giudei: Ecco il vostro re! Allora essi gridarono: Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!” Giov. 19:15.

L'uomo ha terminato la sua opera. Si è sbarazzato di quel Gesù che, con la sua santità, metteva in risalto la nostra sozzura e , con il suo amore, Il nostro odio. Ucciderlo sembrava un buon modo per toglierlo di mezzo per continuare a vivere in una religione vuota e falsa. Erano tutti pronti a correre per le sue opere e il cibo altrui, ma altrettanto pronti a sbarazzarsi di Lui per i suoi insegnamenti. Non esiste una via di mezzo o si è pronti a seguire il Signore ubbidendo alla Sua voce o ci ritroveremo fra la folla che gridava: toglilo, toglilo. Dobbiamo fare la nostra scelta. Il Fatto che la Parola stessa sia venuta in questo mondo la impone. O la si accetta o la si rifiuta.

15 ottobre - Giuseppe e i suoi fratelli

 Gesù (sulla croce) diceva: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.

Luca 23:34

 

Giuseppe e i suoi fratelli

 

Giuseppe è uno dei dodici figli del patriarca Giacobbe. Era talmente poco amato dai suoi fratelli che questi, dopo aver avuto l’intenzione di ucciderlo, lo vendettero come schiavo a una carovana di passaggio. Ma dopo alcuni anni e molte peripezie, Giuseppe da schiavo maltrattato diventa niente meno che il viceré dell’Egitto! I suoi fratelli all’inizio non sanno nulla, ma quando vanno in Egitto a comprare del grano a causa della carestia nel loro paese, Giuseppe si fa riconoscere e sono obbligati a confessare la loro malvagia condotta. Ma Giuseppe li perdona, e dice loro: “Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene… per conservare in vita un popolo numeroso” (Genesi 50:20).

“Voi avevate pensato del male contro di me…”. Così è stato per il Signore Gesù. Egli ha dedicato la vita a fare del bene, a confortare i miseri, a guarire i malati e ad annunciare la Parola di Dio, parola di perdono e di vita. Eppure, hanno complottato contro di Lui e l’hanno condannato a morte con false accuse e un processo iniquo. Una folla ammassata davanti al governatore romano ha gridato: “Crocifiggilo!” e Pilato ha ceduto per non compromettere la propria posizione.

Ebbene, questo grande male “Dio ha pensato di convertirlo in bene”. Gesù è stato crocifisso e gli uomini hanno sfogato contro di Lui tutto il loro odio, ma la Sua morte è stato il sacrificio che ha espiato i peccati di tutti coloro che credono in Lui.

Dalla tragica scena della crocifissione, scaturisce la buona notizia, cioè che io posso essere liberato dalle mie colpe se le riconosco e le confesso a Dio. Egli fa grazia a chiunque si pente, qualunque sia il suo passato.


martedì 14 ottobre 2025

Dio che si rivela

Sul soggetto “Dio” sono state scritte intere biblioteche. I filosofi hanno immaginato e scritto fantasie senza fine su questo essere divino. Inoltre, ciascuno di noi ha tendenza di farsi le sue idee su Dio e a soddisfarsene. Ma in fondo chi può parlare di Dio? Nessuna delle sue creature è capace di rappresentarlo. Lui solo può rivelarci ciò che Egli è veramente.

Non solo Dio è straordinariamente grande, ma è ugualmente grande e incomprensibile il suo disegno nei confronti dell'uomo. Se non fosse Lui a rivelarcelo non lo avremmo mai compreso.

Una fiamma in un cespuglio spinoso. Il cespuglio era tutto ardente di fuoco e non si consumava (Esodo 3:2). Si comprende lo stupore di Mosè che guarda una tale meraviglia. La realtà è ancora più incomprensibile. Il popolo d'Israele meritava il giudizio ma non è stato consumato. Perché? “Io sono l'Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe” cioè : il Dio della fede, il Dio delle promesse, il Dio della grazia. Un Dio che non si può comprendere.

Solo Dio può parlare correttamente di Dio e lo ha fatto per mezzo di Gesù Cristo. La “Parola” stessa si è fatta carne” (Giov.1). La Bibbia non ci autorizza a immaginare Dio secondo i nostri pensieri e i nostri vari desideri. Essa ci invita invece a udire ciò che Egli ha da dire a tutti gli uomini. Parla di peccato mentre l'uomo sembra esserne inconsapevole.

A chi il Signore Gesù rivolge queste parole:“i tuoi peccati ti sono perdonati” (Marco 2:5)? Che cosa ha fatto quell'uomo? Oh il paralitico infermo da trentotto anni di Giov.5?

Nulla, potremmo pensare, erano entrambi troppo malati per fare alcunché. Non potevano ne camminare ne stare in piedi. Eppure la malattia dell'uomo va ben oltre l'apparenza.

“Ma Dio gli disse Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata” Luca 12:20.

A chi si rivolge Dio con un simile appellativo? A un uomo che a prima vista si definirebbe pieno di buon senso pratico. Poiché i suoi campi avevano fruttato molto in quell'anno, egli prevede il posto necessario per riporre il suo bel raccolto. Questo non è forse saper gestire bene i propri affari, dar prova di uno spirito di iniziativa molto apprezzato ai nostri giorni? Ecco una persona ragionevole, penseremo.

Saggezza? Previdenza? Niente a fatto. E' sempre la Sua Parola, cioè la Bibbia a rivelarci che il problema più grande dell'uomo è proprio quello di escludere Dio dalla nostra vita. Eppure è proprio con Lui che ogni uomo si dovrà confrontare al termine della sua esistenza.

Dio parla all'uomo in grazia e dispiega dinanzi a lui un piano meraviglioso, ma attenzione parla anche con altrettanta chiarezza della sua giustizia e della sua avversione verso il peccato. Dobbiamo inchinarci dinanzi al pruno ardente che non si consuma, ci parla del suo piano di amore verso di noi, ma, nel contempo, dobbiamo ben temere quel fuoco che può essere la parte eterna di tutti coloro che non saranno trovati in Cristo.