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sabato 6 dicembre 2025

Giosia - 13 ANNI DI SILENZIO (parte 2)

UNA GUERRA INUTILE

Il popolo di Israele ha combattuto molte guerre. A volte venivano attaccati e dovevano difendersi. A volte erano loro stessi gli aggressori. C'erano guerre in cui Dio doveva essere con loro e c'erano guerre in cui Dio invece era contro di loro, ma tra le guerre registrate nella Parola di Dio, apparentemente nessuna era così inutile come la guerra che Giosia sta ora conducendo contro il faraone Neco, sebbene le motivazioni di Giosia siano ovviamente sconosciute. Il contesto storico di questa guerra non è chiaro. Può darsi che il faraone volesse dichiarare guerra alla potenza assira in declino, ma può anche darsi che il suo attacco fosse diretto contro l’emergente potenza babilonese. Comunque sia, il fatto è che Giosia interviene in questa disputa senza alcun motivo visibile e cerca battaglia nonostante gli avvertimenti del faraone pagano. Giosia, che in passato aveva una visione così profonda della mente di Dio, ora sembra aver perso la capacità di discernere.

Mentre leggiamo questa storia, possiamo pensare a due passaggi dei Proverbi che Salomone scrisse molti anni prima che Giosia vivesse:

“È una gloria per l'uomo l'astenersi dalle contese, ma chiunque è insensato mostra i denti“ Proverbi 20:3.

“Il passante che si riscalda per una contesa che non lo concerne, è come chi afferra un cane per le orecchie” Proverbi 26:17.

Queste parole parlano anche a noi. Spesso pensiamo che dobbiamo combattere quando Dio ci dice di fuggire. Ci sono certamente situazioni in cui dovremmo resistere a Satana, cioè quando lui ci attacca per toglierci la fede. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la fuga è all’ordine del giorno, soprattutto quando Satana vuole usare le tentazioni di questo mondo per abbatterci. Combattere in tali situazioni porta con sé una sconfitta certa. L'esempio di Giuseppe è ben noto e viene qui ricordato. Soltanto la sua coraggiosa fuga lo salvò dal cadere nel peccato sessuale.

DIPENDENZA DA DIPENDENZA

Si potrebbe riflettere sui motivi che portarono Giosia a intraprendere questa guerra. Non troviamo una risposta diretta nella Parola di Dio. Ma se leggiamo un po’ tra le righe, ci si potrebbe forse chiedere se Giosia volesse rappresentare qualcosa nel mondo. Interferisce negli attuali eventi politici del suo tempo, che avrebbero dovuto non aver nulla a che fare con lui. In questo caso, né lui né il suo popolo erano minacciati dalle intenzioni bellicose degli egiziani.

La dipendenza è un male che attraversa tutta la Bibbia. Ci sono una serie di esempi che Dio ci ha dato come avvertimento. Pensiamo a Lot, che pensava di vedere il suo posto nel consiglio di Sodoma, infatti lo troviamo seduto alla porta della città. Oppure pensiamo a Saulo, che cercava l'onore davanti al popolo giudeo. Consideriamo Nabucodonosor, che si alzò con orgoglio e invece sprofondò così in basso da essere simile ad una bestia. Anche qui ricordiamo una parola del saggio Salomone: “La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta” Proverbi 16:18. A proposito, queste parole non hanno perso la loro validità fino ad oggi.

Se applichiamo questo a noi stessi, allora potremmo chiederci: quali obiettivi stiamo perseguendo? Vogliamo essere qualcuno in questo mondo, vogliamo contare qualcosa? Questo può essere il caso, ad esempio, sul lavoro. Tendiamo verso l’alto con tutte le nostre forze e senza riguardo per gli altri, seguendo il motto: “Ognuno è il prossimo di se stesso”? Oppure pensiamo di poterci coinvolgere nella politica di questo mondo? Forse lo facciamo con le migliori intenzioni, ma è comunque sbagliato. È il mondo che ha rifiutato nostro Signore e lo ha messo in croce. Non può essere nostro compito svolgere un ruolo nella politica di questo mondo, sia a livello locale, nazionale o internazionale. Ma le cose peggiorano ancora quando cerchiamo di occupare un posto d’onore e di prestigio nel mondo religioso. Questo era colpevole della morte del Signore tanto quanto il sistema politico. Anche questa “parte” del mondo non potrà mai essere il luogo in cui sviluppare le attività.

Ma può esserci anche un desiderio di riconoscimento nella vita di un'assemblea locale. Puntiamo forse a uno dei posti più prestigiosi qui? Vogliamo essere tra i primi? Nella terza lettera, Giovanni parla di Diotrefe, un uomo “che aspira ad avere il primato tra loro“ 3 Gv 9. Questa è davvero una triste testimonianza. Penseremo piuttosto al nostro Signore, che volontariamente si umiliò e prese l'ultimo posto. Il Suo esempio dovrebbe caratterizzarci (Filippesi 2:5-8), allora non ci saranno problemi di questo tipo. Lui stesso ha insegnato ai suoi discepoli a non aspirare ai primi posti. Invece, ha detto, “… chiunque si innalza sarà abbassato, e chiunque si abbassa sarà innalzato” Luca 14:11. Ciò di cui abbiamo bisogno anche in questa materia è la “semplicità verso Cristo” 2 Cor. 11:3.


(segue)