Dio
disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e
abbia dominio… su tutta la terra”.
Genesi 1:26
L’Eterno
formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale
e l'uomo divenne un'anima vivente.
Genesi 2:7
Adamo,
l’uomo (1)
Il
nome Adamo, dato al primo uomo, deriva dalla parola ebraica “adamah” (terra,
suolo). Dio diede forma al suo corpo utilizzando la polvere della terra (Genesi
2:7, 19), poi gli soffiò nelle narici un alito vitale che ha unito lo spirito e
il corpo, il soffio di vita e la materia (Giobbe 33:4). Così l’uomo diventò
“un’anima vivente”. L’anima continua a vivere dopo la morte (Luca 16:19-31) e
nel giorno della risurrezione si ricongiungerà al corpo; e questo avverrà sia
per i giusti che per gl’ingiusti (Atti 24:15).
Dio
aveva incaricato l’uomo di gestire tutto ciò che è terrestre (Genesi 2:15),
dandogli anche autorità sugli animali (Genesi 1:26; 2:19-20), ma Adamo peccò
trasgredendo un preciso ordine di Dio (Genesi 3:17). Adamo è il primo anello di
una razza segnata dal peccato, di cui anche noi facciamo parte. “Per mezzo di
un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte,
e così la morte è passata su tutti gli
uomini poiché tutti hanno peccato” (Romani 5:12). Come per una
“trasmissione ereditaria”, noi tutti discendenti di Adamo nasciamo peccatori,
anche se poi le manifestazioni del peccato nella vita di ognuno di noi possono
essere diverse. La conseguenza ineluttabile di questo fatto è che il giudizio
pronunciato da Dio su Adamo, cioè la morte, coinvolge tutti. La genealogia dei
primi esseri umani in Genesi cap. 5 riporta queste tragiche parole: “ed egli
morì”. E oggi nulla è cambiato!
Questo
quadro però, con la venuta di Gesù Cristo definito “l’ultimo Adamo” (1 Corinzi
15:45), si illumina splendidamente.
(segue e si conclude
domani)