“Nulla
di simile vi accada, o voi che passate di qui! Osservate, guardate se c’è
dolore simile al dolore che mi tormenta”.
Lamentazioni di Geremia 1:12
Lamenti
Ecco il lamento di qualcuno che è oppresso da un profondo
dolore personale e ha la sensazione che la sua sofferenza non interessi a
nessuno. Quando attraversiamo tali circostanze spesso ci guardiamo intorno per
cercare conforto, ma raramente ne troviamo perché gli altri non possono
capirci, a meno che non siano passati per la stessa sofferenza; e anche perché
è abbastanza naturale che ognuno senta profondamente solo i propri dolori, così
come le proprie gioie. Salomone ha scritto che “il cuore conosce la propria
amarezza, e alla sua gioia non partecipa un estraneo” (Proverbi 14:10).
Chi
ha dei figli felicemente sposati come può capire la sofferenza di un genitore
la cui figlia è maltrattata o è stata abbandonata dal marito? Uno che ha sempre
avuto un lavoro sicuro, come fa ad entrare nell’angoscia di chi, dopo essere
stato un bravo e attivo lavoratore, viene improvvisamente licenziato?
Ma
se pensiamo alle sofferenze del Signore,
alle quali il passo di Lamentazioni fa soprattutto riferimento, allora possiamo
affermare che erano veramente uniche. Nessuno potrebbe mai patire il tipo di
dolore che Lui ha patito. Cristo fu l’unico Uomo perfetto e perfettamente innocente,
immune dal peccato. Solo Lui può sapere, più di chiunque altro, cosa significa
essere condannato ingiustamente, ma più ancora, essere “fatto diventare peccato” per noi e venire abbandonato da Dio. Ed è
solo Lui che sa e può aiutarci nelle nostre prove e darci la forza per
sopportarle.