La grazia di Dio, salvifica (cioè che porta la salvezza) per tutti
gli uomini, si è manifestata.
Vivere in questo mondo… aspettando la
beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore,
Cristo Gesù.
Tito 2:11, 13
La grazia in
persona
La menzione
del “Dio Salvatore” (Tito 2:10), così notevole in questa Lettera a Tito,
implica necessariamente il concetto della grazia
e gli dà il primo posto.
La grazia non è solo la bontà di Dio; è il Suo amore che si abbassa e viene incontro ai peccatori per salvarli.
Qui la grazia è personificata in Cristo,
l’Uomo-Dio, pieno di grazia. Non è quindi né un principio né un’astrazione; è
il Dio Salvatore fatto uomo, che è apparso in modo tale che ogni uomo potesse
vedere in Lui la grazia e potesse riceverla. Ciò che dà alla grazia il suo
valore è che è la grazia di Dio.
Dunque è sovrana, perfetta ed eterna come Lui.
I versetti di
oggi ci parlano di due apparizioni. Prima l’apparizione
della grazia, discesa quaggiù per portarci la salvezza; poi l’apparizione della gloria (v. 13) del
nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo. La prima ci porta la salvezza in grazia, la seconda la salvezza in gloria. La salvezza in grazia è stata
già perfettamente compiuta alla croce, la salvezza in gloria avverrà nel
futuro, ma un futuro che per chi crede è già presente perché la fede lo rende
attuale (Filippesi 3:20-21).
La grazia è
apparsa non per esigere qualcosa dall’uomo, ma per portargli un dono dal valore inestimabile: la
salvezza (Efesini 2:5)! La grazia di Dio non chiede né esige nulla dall’uomo
per poterlo salvare; gli porta la
salvezza senza chiedergli nulla in cambio. Non è detto che porterà la
salvezza, ma che la porta. Questo fa
della salvezza una cosa attuale, immutabile, che non può essere revocata. Ma
più di questo, essa è per tutti gli
uomini. La sua portata è universale,
nessuno ne è escluso. Questa è la grazia di Dio!
Ma questa
grazia dev’essere afferrata da ciascuno di noi, per mezzo della fede!