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martedì 27 ottobre 2020

27 ottobre - Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi. 1 Giovanni 3:16 La miniera allagata Renato si distingueva dai suoi compagni minatori per il suo comportamento e per il suo modo di parlare. Ma loro lo consideravano un debole e lo schernivano. “Lascia perdere la tua religione, è roba da femminucce”, gli ripetevano continuamente. Il giorno dell’incidente Renato stava lavorando in fondo al pozzo dell’ascensore, quando un rumore di acqua, sempre più forte, gli fece capire la gravità della situazione: la miniera si stava riempiendo d’acqua. Egli poteva ritornare in superficie ma avrebbe lasciato morire i suoi compagni che non erano pronti ad incontrare Dio! Lì vicino c’era un giovane minatore; Renato lo spinse nell’ascensore dicendogli: “Va’ presto a dire che andiamo a rifugiarci in fondo alla galleria di destra”. Poi corse a raggiungere gli altri compagni di lavoro e li avvertì del pericolo imminente invitandoli a seguirlo con i loro picconi. Tutti insieme scavarono una stanza sopraelevata dove si rifugiarono in attesa dei soccorsi. Soltanto cinque giorni più tardi vennero raggiunti dai soccorritori e portati in salvo. Molti di loro furono toccati dall’atteggiamento del giovane credente, dalla sua totale fiducia in Gesù Cristo, dal suo altruismo mostrato in quei giorni di attesa angosciante, e si rivolsero al Salvatore. “Credevo che la religione fosse adatta solo per i deboli – disse uno di loro – ma se la Bibbia può spingere un timido a rischiare la propria vita per parlarci del Salvatore, significa che essa è veramente il libro di Dio”.

Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi.

1 Giovanni 3:16

 

La miniera allagata

 

Renato si distingueva dai suoi compagni minatori per il suo comportamento e per il suo modo di parlare. Ma loro lo consideravano un debole e lo schernivano. “Lascia perdere la tua religione, è roba da femminucce”, gli ripetevano continuamente.

Il giorno dell’incidente Renato stava lavorando in fondo al pozzo dell’ascensore, quando un rumore di acqua, sempre più forte, gli fece capire la gravità della situazione: la miniera si stava riempiendo d’acqua. Egli poteva ritornare in superficie ma avrebbe lasciato morire i suoi compagni che non erano pronti ad incontrare Dio! Lì vicino c’era un giovane minatore; Renato lo spinse nell’ascensore dicendogli: “Va’ presto a dire che andiamo a rifugiarci in fondo alla galleria di destra”. Poi corse a raggiungere gli altri compagni di lavoro e li avvertì del pericolo imminente invitandoli a seguirlo con i loro picconi. Tutti insieme scavarono una stanza sopraelevata dove si rifugiarono in attesa dei soccorsi.

Soltanto cinque giorni più tardi vennero raggiunti dai soccorritori e portati in salvo. Molti di loro furono toccati dall’atteggiamento del giovane credente, dalla sua totale fiducia in Gesù Cristo, dal suo altruismo mostrato in quei giorni di attesa angosciante, e si rivolsero al Salvatore. “Credevo che la religione fosse adatta solo per i deboli – disse uno di loro – ma se la Bibbia può spingere un timido a rischiare la propria vita per parlarci del Salvatore, significa che essa è veramente il libro di Dio”.