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sabato 11 gennaio 2020

11 gennaio


È ora ormai che ci svegliamo dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo.
Romani 13:11

“Risvegliati, o tu che dormi!”
Efesini 5:14

La mia sveglia

Non mi piace quella suoneria stridula che mi tira giù dal letto e mi preannuncia una nuova giornata di lavoro. Spesso sono tentato di farla tacere e riaddormentarmi. Oppure di lasciarla suonare nascondendo la testa sotto il cuscino per non sentirla.
Quando faccio così penso all’atteggiamento di molti di fronte al Vangelo. Preferiscono rimanere nel loro torpore e chiudono le orecchie ai richiami della grazia di Dio che li invita al pentimento.
Alle volte, quando la sveglia suona, mi concedo un quarto d’ora di riposo supplementare, pensando di riuscire poi a ricuperare il tempo perso. Allo stesso modo molti rimandano nel tempo la questione della loro relazione con Dio. Restano in una condizione di sonno spirituale, senza Dio, e non si preoccupano di regolare la questione dei loro peccati che li separano da Lui.
Il fatto di non alzarsi quando la sveglia suona non comporta sempre delle conseguenze irreparabili. Ma trascurare ripetutamente gli appelli di Dio che ci invita al pentimento è un fatto tragico perché coinvolge il nostro futuro eterno. Le sveglie che abbiamo in casa, più o meno gradevoli, servono a interrompere il nostro sonno. Il Vangelo fa lo stesso! Esso ci sollecita a risvegliarci e a ricevere la grazia di Dio e la vita eterna. L’ascolteremo o ci rimetteremo a dormire?

E se Dio, per svegliarmi, dovesse permettere una circostanza tragica che turba la mia vita? Facciamo attenzione. Non costringiamolo ad usare le maniere forti per scrollarci dal nostro torpore. Ma se lo fa, è solo perché ci ama.