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martedì 28 gennaio 2020

28 gennaio

(Gesù disse:) “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo… Io sono la vite, voi siete i tralci”.

“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli”.

Giovanni 15: 1, 5, 8

Molto frutto
(leggere Giovanni 15:1-17)

Se passiamo fra le vigne fra qualche settimana vedremo i vignaioli al lavoro con le loro cesoie in mano. Bisogna essere esperti per sapere quali rami tagliare. Allora ci vengono in mente le parole del Signore Gesù ai discepoli: “Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me” (v. 4). I rami che non danno frutto vengono tolti, gli altri potati perché ne diano di più. Com’è importante restare attaccati alla vite, cioè rimanere in comunione col Signore. Come la linfa, indispensabile alla vita, sale dal ceppo lungo il tronco verso il tralcio, così la sorgente della vita per il credente procede dal Signore.
“Dimorate in me” (v. 4); ma anche: “dimorate nel mio amore” (v. 9). Come possiamo realizzare questo? “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore” (v. 9). Bisogna che le Sue parole siano presenti in noi ed agiscano sui nostri cuori. Ma se non è così, il divino vignaiuolo ci dovrà “potare”. “Ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più” (v. 2). Questa educazione del Padre non è sempre piacevole, ma ha sempre uno scopo: “più frutto”, “molto frutto”.
Il Signore aggiunge: “affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa” (v. 11).