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giovedì 5 marzo 2020

05 marzo


Sono stato afferrato da Cristo… Una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.
Filippesi 3:12-14

La corsa del credente

Salire sul podio è il sogno di tutti gli atleti. Per raggiungere quel livello, i futuri campioni passano lunghe ore ad allenarsi, rinunciano a certi divertimenti e si sottopongono a una disciplina rigorosa. Accettano dei sacrifici per raggiungere lo scopo prefissato.
Così era per l’apostolo Paolo, da quando aveva incontrato Gesù Cristo. Sapeva di essere stato “ingaggiato” nella corsa cristiana e, come un vero atleta, s’impegnava con tutte le forze senza guardare indietro e sempre tendendo verso il premio finale (2 Timoteo 4:7). Il credente è invitato a impegnarsi in una “corsa” che implica una disciplina personale. “Non sapete che… uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo” scriveva Paolo (1 Corinzi 9:24).
La vita cristiana quindi comporta anche degli sforzi, delle rinunce, motivate dall’amore per Cristo e dall’attaccamento alla sua persona così grande (Filippesi 3:8). Ogni credente è chiamato a seguire il suo Salvatore, anche se le circostanze della vita sono difficili. Per riuscirci, ha due risorse inesauribili: la Parola di Dio e la preghiera.
Tendiamo dunque verso la meta con impegno (Filippesi 3:14); questa corsa è una cosa seria, non è una passeggiata! Ma, a differenza degli atleti che gareggiano uno contro l’altro e uno solo vince, i credenti sono tutti vincitori in Cristo che li ha amati (Romani 8:37).