Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per
ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato.
Romani 6:12
Con la tentazione (Dio) vi
darà anche la via d’uscirne.
1 Corinzi 10:13
Concupiscenza e tentazione
Giacomo scrive che “ognuno è
tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce” (1: 14). La
natura umana tende a peccare. La Bibbia la definisce “carne”; essa ha degli
impulsi, delle passioni, delle tendenze contrarie al volere di Dio. La carne
trova piacere nella tentazione, che eccita la concupiscenza.
Nella sua prima Lettera (2:15-17), l’apostolo Giovanni
rivolgendosi a dei credenti mette l’accento sul verbo “amare”: “Non amate il
mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non
è in lui”. Questo amore del mondo si traduce nella “concupiscenza della carne” (il desiderio che spinge a commettere il
peccato), nella “concupiscenza degli
occhi” (gli impulsi peccaminosi attratti da ciò che si vede), nella “superbia della vita” (credersi migliori degli altri e fare
di tutto per innalzare se stesso).
Le
circostanze esteriori possono infiammare la concupiscenza interiore dell’uomo.
Satana, ad esempio, andò a tentare Eva e ad insinuare un dubbio nel suo cuore; più
tardi, tenterà Gesù cercando di farlo cadere. In Eva rispose la concupiscenza
interiore: “La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello
da vedere, e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza” (Genesi
3:6) e mangiò di quel frutto proibito. Il Signore Gesù, invece, rispose a
Satana con la Parola di Dio e lo vinse.
Così
dobbiamo agire anche noi. La Parola di Dio è un’arma potente che agisce sulle
nostre coscienze e sventa gli attacchi del nemico.