Per la grazia che mi è stata
concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più
alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la
misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Romani 12:3
Umiltà ed
equilibrio
La grazia che Paolo ha ricevuto
dal Signore di essere apostolo e dottore gli ha dato autorità per trasmettere
ai suoi fratelli e sorelle delle lezioni di umiltà e di equilibrio.
La stima di sé è un problema
serio. Una mancanza di equilibrio in questo campo crea sempre difficoltà
personali e nei rapporti con gli altri. Non
dobbiamo sopravvalutarci, ma nemmeno sottovalutarci. Non dobbiamo avere né
un complesso di superiorità né di inferiorità nei confronti dei nostri
fratelli. È doveroso riconoscere e apprezzare i doni e le facoltà che la grazia
del Signore ci ha dato, ma questo non deve diventare un motivo per sentirci più
grandi degli altri, come molto spesso avviene, o per svalutare le loro capacità
e il loro servizio. Ci siano di istruzione, allora, anche altre esortazioni
dello stesso apostolo: “Se uno pensa di essere qualcosa pur non essendo nulla,
egli inganna se stesso” (Galati 6:3). “Non fate nulla per vanagloria, ma
ciascuno di voi, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso” (Filippesi
2:3).
Ognuno di noi ha un livello di
“fede”, un suo grado di spiritualità e di conoscenza. Chiediamo al Signore di
saperlo individuare per evitare di superare la nostra misura e di volerci
assumere compiti e responsabilità che non saremmo all’altezza di svolgere. Ma
non dimentichiamo l’esortazione che leggiamo poco oltre in questo stesso
capitolo: “Quanto allo zelo, non siate
pigri; siate ferventi nello spirito, servite
il Signore” (Romani 12:11).