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venerdì 12 giugno 2020

12 giugno

Se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era.

Giacomo 1:23-24

 

Abiti della domenica?

 

Alla fine di una riunione cristiana, una domenica, davanti alla folla, un uomo originario dell’Oceania pregò così: “Signore, non permettere che le buone parole che abbiamo appena udito facciano la fine dei nostri abiti di festa, che metteremo nell’armadio fino a domenica prossima. Fa’ che la tua verità penetri nei nostri cuori e resti indelebile come i nostri tatuaggi, fino alla fine della nostra vita”.

Questa preghiera non potrebbe anche essere la nostra? Spesso ascoltiamo la Parola di Dio e, commossi, facciamo dei buoni propositi… Ma subito dopo ricadiamo nell’ingranaggio della vita quotidiana, e non lasciamo spazio sufficiente a quell’intima meditazione che guarda “attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà” (Giacomo 1:25). Domandiamo a Dio di aprirci gli occhi per vedere le meraviglie della sua divina Parola (Salmo 119:18).

Non accontentiamoci, ascoltatori distratti, di essere o di apparire cristiani solo per un istante, come quando andiamo in chiesa! Per essere veri cristiani bisogna credere al sacrificio del Signore Gesù; andare in chiesa non è sufficiente. E se crediamo, questo deve vedersi nel nostro modo di vivere. Chi sono io? Chi sei tu, lettore? Siamo dei cristiani soddisfatti delle loro pratiche religiose o dei cristiani che riconoscono che Cristo è morto per cancellare i loro peccati? Desideriamo noi onorare il nostro Signore nella nostra vita quotidiana, a casa, in fabbrica, a scuola o in ufficio, così come facciamo ogni domenica?