Ricordatevi che un tempo voi, stranieri di
nascita… in quel tempo eravate senza Cristo… estranei ai patti della promessa,
senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora… voi che allora eravate lontani
siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.
Efesini 2:11-13
Il muro di separazione
Dio,
nella sua sovranità, fra tutti i popoli della terra ne scelse uno che
desiderava colmare di benedizioni. Per mezzo di questo popolo, voleva benedire
tutta la terra (Genesi 12:2-4). Dio non ha scelto il popolo più numeroso né il
più potente (Deuteronomio 7:7). La sua scelta sovrana si è orientata sulla
stirpe di un uomo fede, Abraamo. Secondo il Suo pensiero, quel popolo doveva
abitare solo e non essere contato fra le nazioni (Numeri 23:9). Una specie di
“muro” di separazione era posto fra Israele, popolo di Dio, e le altre nazioni
che adoravano gl’idoli. Ma malgrado questa separazione, leggiamo nella Bibbia
che, nel corso della storia, la misericordia e l’amore di Dio si sono estesi
anche al di fuori di Israele. Rut la moabita e Naaman, un ufficiale siriano, ad
esempio, hanno ottenuto benedizioni particolari.
Purtroppo, però, col passare dei secoli anche
questo popolo prescelto da Dio ha gravemente disubbidito, come tutti gli altri
popoli. Dio allora decide di estendere la
sua misericordia a tutti (Romani 11:32). Egli ha mandato suo Figlio Gesù il
quale, col suo sacrificio, “ha abbattuto il muro di separazione” (Efesini 2:14)
e ha aperto il cielo a tutti quelli
che, riconoscendosi colpevoli davanti a Dio, credono nell’opera espiatoria di
Cristo. Per questo il Vangelo è annunciato al mondo intero, e ben presto tutti
i credenti riuniti in cielo, provenienti da “ogni tribù, lingua, popolo e
nazione” (Apocalisse 5:9), canteranno alla gloria del loro Redentore.