Ecco, è per la mia pace che io ho avuto
grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della
decomposizione, perché ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati…
Il SIGNORE mi salva!
Isaia 38:17, 20
Era
perduto ed è stato ritrovato.
Luca 15:32
In una trincea a Verdun nel 1916
Sebbene
allevato da genitori cristiani, il giovane Wilhelm Busch non dimostrava alcun
interesse per le cose spirituali. Durante la prima guerra mondiale (1914-1918)
fu inviato al fronte dove partecipò ai terribili combattimenti di Verdun. La
morte lo sfiorava ogni giorno, ma la sua coscienza restava insensibile agli
appelli che Dio gli rivolgeva.
Un
giorno, seduto in trincea con un suo compagno, stava raccontando una
barzelletta quando all’improvviso il frammento di una granata colpì al cuore il
suo amico. Il giovane cadde morto.
“Mi
vedo ancora nella trincea – racconta Wilhelm – davanti al corpo esanime del mio
amico. Dicevo a me stesso: Ora lui è davanti a Dio. Se fossi stato seduto al
suo posto, ora ci sarei io davanti a Dio. Giunsi le mani come facevo da bambino
e balbettai: Signore, non permettere che io cada nel combattimento prima di
avere la certezza di non andare all’inferno”.
Qualche
giorno dopo, solo, all’interno di una casa in rovina, Wilhelm leggeva il Nuovo
Testamento. Si mise in ginocchio e pregò: “Sono un peccatore. Non posso
prometterti nulla, ma non vorrei andare all’inferno. Signore Gesù, io credo in
te e so che solo grazie al tuo sacrificio posso avere la pace con Dio…”. Da
quel momento non aveva più paura;
aveva trovato il Salvatore e aveva imparato a conoscerlo.
Finita
la guerra, si mise al servizio del suo Maestro per annunciare la buona notizia
della salvezza a coloro che erano ancora lontani da Lui.