Giuseppe rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: “Come potrei
fare questo gran male e peccare contro Dio?”
Genesi 39:8-9
Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo.
1 Giovanni
2:15
Saper dire di
no (II)
Ieri siamo stati colpiti dalla testimonianza di fedeltà e di fede
di Daniele al suo Dio. Oggi, l’esempio di Giuseppe, venduto dai suoi fratelli a
degli Egiziani e poi schiavo alla corte del Faraone, ci fa riflettere sulla
purezza nelle nostre relazioni. Egli rifiuta fermamente le proposte della
moglie del suo padrone; conosceva la volontà di Dio a questo riguardo, e gli
ubbidisce. In seguito, Dio lo fa liberare, lo benedice, gli dà una moglie e una
famiglia (Genesi 39 a 41).
Un altro uomo di Dio seppe, anche lui, dire “no” al mondo. È Mosè.
“Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del
Faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per
breve tempo i piaceri del peccato” (Ebrei 11:24-25). Eccolo davanti a una
scelta. Da un lato gli onori, la potenza, le ricchezze e le delizie del
peccato; dall’altra l’afflizione, l’ira del re, ma l’approvazione di Dio. Se
avesse ragionato con la sua testa, la scelta sarebbe stata facile: mantenendo
la sua posizione quasi regale non avrebbe forse potuto servire nel modo
migliore il popolo di Dio? No. Qualunque ne fosse il prezzo, disse no al
mondo. Più tardi, “l’Eterno parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo
parla con il proprio amico” (Esodo 33:11).
Che sappiamo imitare, nella nostra vita cristiana, la fede
di questi uomini che hanno accettato dei sacrifici, e che Dio si è compiaciuto
di benedire. Pensiamo alla gioia del Signore Gesù quando rifiutiamo di
rinnegare il suo nome.