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venerdì 26 agosto 2016

26 Agosto

Io ti conosco personalmente
Esodo 33:12

Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato.
Atti 16:31

Quando Dio mi dà del tu

Un editorialista cristiano scrive: “L’Evangelo non si legge alla terza persona plurale, ma alla seconda singolare”. Che cosa intendeva dire con questo?
L’Evangelo non è né un racconto storico, né una dottrina religiosa. È una notizia prodigiosa, annunciata da Dio ad ogni essere umano. Dio “dà del tu” all’uomo parlandogli. Si rivolge a lui in modo diretto e personale. Che attenzione presto io a questo messaggio divino? Quando Dio mi parla del suo amore, mi sento coinvolto? Posso affermare come l’apostolo Paolo: il Figlio di Dio (una persona tanto grande) ha amato me (persona così insignificante) e ha dato se stesso per me (Galati 2:20)? Per me, come se fossi il solo tra miliardi di miei contemporanei! Per me, di cui Egli conosce tutta la storia, una storia che è tutt’altro che brillante… Per me, che forse mi sono turato le orecchie tante volte udendo la sua voce.

Apriamo le orecchie e soprattutto il cuore. Sentiamoci interpellati. Leggiamo i versetti più sorprendenti della Scrittura, ad esempio il versetto di Giovanni 3:16, mettendo il nostro nome al posto dei puntini: Dio ha tanto amato… che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché…, che crede in lui, non perisca, ma abbia vita eterna. Lasciamo agire la Parola di Dio, facendo l’esperienza che essa è vivente ed efficace come una spada (Ebrei 4:12-13). Lasciamo che questa Parola raggiunga e colpisca la nostra coscienza.