Io ti conosco personalmente
Esodo 33:12
Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato.
Atti 16:31
Quando Dio mi
dà del tu
Un editorialista cristiano scrive: “L’Evangelo non si legge alla
terza persona plurale, ma alla seconda singolare”. Che cosa intendeva dire con
questo?
L’Evangelo non è né un racconto storico, né una dottrina religiosa.
È una notizia prodigiosa, annunciata da Dio ad ogni essere umano. Dio “dà del
tu” all’uomo parlandogli. Si rivolge a lui in modo diretto e personale. Che
attenzione presto io a questo messaggio divino? Quando Dio mi parla del suo
amore, mi sento coinvolto? Posso affermare come l’apostolo Paolo: il Figlio di
Dio (una persona tanto grande) ha amato me (persona così insignificante)
e ha dato se stesso per me (Galati 2:20)? Per me, come se fossi il solo
tra miliardi di miei contemporanei! Per me, di cui Egli conosce tutta la
storia, una storia che è tutt’altro che brillante… Per me, che forse mi sono
turato le orecchie tante volte udendo la sua voce.
Apriamo le orecchie e soprattutto il cuore. Sentiamoci
interpellati. Leggiamo i versetti più sorprendenti della Scrittura, ad esempio
il versetto di Giovanni 3:16, mettendo il nostro nome al posto dei puntini: Dio
ha tanto amato… che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché…, che crede in
lui, non perisca, ma abbia vita eterna. Lasciamo agire la Parola di Dio,
facendo l’esperienza che essa è vivente ed efficace come una spada (Ebrei
4:12-13). Lasciamo che questa Parola raggiunga e colpisca la nostra coscienza.