La
grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata e ci ammaestra…
aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio
e Salvatore, Gesù Cristo.
Tito 2:11-13
La grazia: un concetto
astratto?
La grazia non è la bontà di Dio; è il suo amore che si abbassa e viene incontro ai
peccatori per salvarli e liberarli da una condanna giusta e meritata. Qui la grazia è presentata come una persona (come in Giovanni 1, “la
Parola fatta carne”), una persona piena di grazia. Non è quindi né un principio
né un'astrazione; è il Dio Salvatore nella persona di Cristo uomo, che si manifesta in modo tale che ogni
uomo può vederla e riceverla. Ciò che
dà alla grazia il suo valore è che è la grazia
di Dio. Essa dunque è sovrana, perfetta ed eterna come Lui.
La grazia è apparsa non per esigere qualcosa dall'uomo, ma per portargli un dono dal valore inestimabile: la salvezza! La grazia di Dio non
chiede né esige nulla dall'uomo per salvarlo; gli porta la salvezza senza chiedergli nulla in cambio. Non è detto che
porterà, e neppure che ha portato, ma che porta.
La salvezza, perfettamente compiuta da Cristo col suo sacrificio, è una cosa attuale, immutabile, che non può essere
cambiata né revocata. Ma più di questo, essa è per tutti gli uomini. La sua portata è universale e nessuno ne è escluso.
Questi versetti ci parlano di due apparizioni.
Prima l'apparizione della grazia,
discesa quaggiù per portarci la salvezza; poi l'apparizione della gloria (v. 13) del nostro grande Dio e
Salvatore Gesù Cristo. La prima ci porta la salvezza in grazia, la seconda la salvezza in gloria. La salvezza in grazia è stata già perfettamente
compiuta, la salvezza in gloria lo sarà perfettamente in un futuro così prossimo
che per la fede è già presente (Filippesi 3:20-21).