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mercoledì 8 marzo 2017

8 marzo

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata e ci ammaestra… aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Gesù Cristo.
Tito 2:11-13

La grazia: un concetto astratto?

La grazia non è la bontà di Dio; è il suo amore che si abbassa e viene incontro ai peccatori per salvarli e liberarli da una condanna giusta e meritata. Qui la grazia è presentata come una persona (come in Giovanni 1, “la Parola fatta carne”), una persona piena di grazia. Non è quindi né un principio né un'astrazione; è il Dio Salvatore nella persona di Cristo uomo, che si manifesta in modo tale che ogni uomo può vederla e riceverla. Ciò che dà alla grazia il suo valore è che è la grazia di Dio. Essa dunque è sovrana, perfetta ed eterna come Lui.
La grazia è apparsa non per esigere qualcosa dall'uomo, ma per portargli un dono dal valore inestimabile: la salvezza! La grazia di Dio non chiede né esige nulla dall'uomo per salvarlo; gli porta la salvezza senza chiedergli nulla in cambio. Non è detto che porterà, e neppure che ha portato, ma che porta. La salvezza, perfettamente compiuta da Cristo col suo sacrificio, è una cosa attuale, immutabile, che non può essere cambiata né revocata. Ma più di questo, essa è per tutti gli uomini. La sua portata è universale e nessuno ne è escluso.

Questi versetti ci parlano di due apparizioni. Prima l'apparizione della grazia, discesa quaggiù per portarci la salvezza; poi l'apparizione della gloria (v. 13) del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo. La prima ci porta la salvezza in grazia, la seconda la salvezza in gloria. La salvezza in grazia è stata già perfettamente compiuta, la salvezza in gloria lo sarà perfettamente in un futuro così prossimo che per la fede è già presente (Filippesi 3:20-21).