Non
rubare.
Esodo 20:15
Chi
rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le
proprie mani.
Efesini 4:28
L’ottavo comandamento: Non rubare
“Al ladro, al ladro!”… Non siamo più al tempo
dei viaggi in diligenza, assaliti da banditi che s’impadroniscono delle borse
dei viaggiatori! Il modo di vivere è cambiato… ed è cambiato anche il modo di
rubare. In questo inizio del ventunesimo secolo, il furto ha assunto diverse
forme: rapina a mano armata, furto con destrezza, scippo, racket. E poi ci sono le varie frodi: prendere all’altro più di
quanto deve, non dare all’altro ciò che gli è dovuto ecc. Viviamo in un mondo
in cui dobbiamo continuamente organizzare la prevenzione del furto: telecamere
di sorveglianza, sistemi di allarme… In una società che ha sempre più
difficoltà a fare la distinzione fra il bene e il male, alle volte rubare
diventa un gioco, un atto di furbizia, un mezzo come un altro per ottenere del
denaro senza lavorare.
Ma nonostante l’evoluzione delle modalità del
furto, una cosa non cambia, è il comandamento dato da Dio nella sua Legge: “Non
rubare”. Nulla sfugge a Dio: Egli prende conoscenza di tutte le opere degli
abitanti della terra (Salmo 33:13-15) e un giorno renderà a ciascuno secondo i
suoi atti (Romani 2:6). Ma Dio è anche colui che può rendere capaci di osservare e di praticare i suoi comandamenti: “Vi
darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo… farò in modo che
osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni” (Ezechiele 36:26,27). È
la promessa che Dio faceva ai fedeli d’Israele, e che fa ancora oggi a quelli
che mettono la loro fiducia in Gesù Cristo.