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giovedì 2 marzo 2017

2 marzo

Non rubare.
Esodo 20:15

Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani.
Efesini 4:28

L’ottavo comandamento: Non rubare

“Al ladro, al ladro!”… Non siamo più al tempo dei viaggi in diligenza, assaliti da banditi che s’impadroniscono delle borse dei viaggiatori! Il modo di vivere è cambiato… ed è cambiato anche il modo di rubare. In questo inizio del ventunesimo secolo, il furto ha assunto diverse forme: rapina a mano armata, furto con destrezza, scippo, racket. E poi ci sono le varie frodi: prendere all’altro più di quanto deve, non dare all’altro ciò che gli è dovuto ecc. Viviamo in un mondo in cui dobbiamo continuamente organizzare la prevenzione del furto: telecamere di sorveglianza, sistemi di allarme… In una società che ha sempre più difficoltà a fare la distinzione fra il bene e il male, alle volte rubare diventa un gioco, un atto di furbizia, un mezzo come un altro per ottenere del denaro senza lavorare.

Ma nonostante l’evoluzione delle modalità del furto, una cosa non cambia, è il comandamento dato da Dio nella sua Legge: “Non rubare”. Nulla sfugge a Dio: Egli prende conoscenza di tutte le opere degli abitanti della terra (Salmo 33:13-15) e un giorno renderà a ciascuno secondo i suoi atti (Romani 2:6). Ma Dio è anche colui che può rendere capaci di osservare e di praticare i suoi comandamenti: “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo… farò in modo che osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni” (Ezechiele 36:26,27). È la promessa che Dio faceva ai fedeli d’Israele, e che fa ancora oggi a quelli che mettono la loro fiducia in Gesù Cristo.