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lunedì 27 marzo 2017

27 marzo

(L’apostolo Paolo scrive:) Non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato.
1 Corinzi 4:4

Per questo mi esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini.
Atti 24:16

La nostra coscienza: un sesto senso

Possiamo affermare che la coscienza è lo strumento interiore che misura ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Un costruttore trascinato in giudizio per dei gravi difetti di un suo manufatto rispose agli accusatori: “La mia coscienza non mi rimprovera nulla”. Questo però non cambiò il verdetto del giudice che rispose: “La sua coscienza non è fatta come la mia!”
La coscienza è il senso morale di ciò che è giusto e di ciò che non lo è, e costituisce una parte del nostro essere, come l’intelligenza e la volontà. È la voce interiore che dice con autorità: “Questo è bene, questo è male”. Ma notiamo che essa non è assoluta, e neppure sempre fedele. Ha bisogno di essere orientata e guidata da regole, come il capitano d’una nave ha bisogno d’una bussola per dirigere la nave. Questa bussola è la Parola di Dio. Essa dichiara che Dio è santo, che ha “gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male” (Abacuc 1:13), e definisce ciò che Egli considera come peccato. Essa dà anche il rimedio al male: l’opera di Gesù Cristo alla croce. Per quelli che ora sono resi giusti mediante la fede in Cristo, non c’è più condanna (Romani 8:1).

La coscienza è come un sesto senso. Fondato sulla Parola di Dio, il credente giudicherà i suoi atti, i suoi pensieri e le sue motivazioni profonde alla luce divina. Ma attenzione! Qualcuno ha detto: “La coscienza è come un cane da guardia; quando vede passare sempre le stesse persone, non abbaia più”.