Dio farà venire in giudizio ogni opera, tutto
ciò che è occulto, sia bene, sia male.
Ecclesiaste
12:16
Guai a quelli che chiamano bene il male, e male
il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano
l’amaro in dolce e il dolce in amaro.
Isaia
5:20
Riferimento
morale
Molti basano le loro scelte sui sentimenti o
sulle sensazioni che provano: “Mi sento bene quando faccio questo o quello”,
oppure: “Questo mi fa del bene, questo mi sembra giusto”. Senza rendersene
conto, in questo modo negano l’utilità d’una legge morale superiore.
Un impegno morale che si basa sugli impulsi
personali diventa molto precario. I sentimenti sono mutevoli, talvolta
contraddittori. Se non ci sono precisi riferimenti morali, se ciò che è bene
per uno non è bene per un altro, non c’è giustizia possibile. Ad imporsi è la
legge del più forte, del più ricco, di chi è meglio difeso, o quella della
maggioranza.
Noi che siamo cristiani crediamo che esistono
delle leggi morali, così come esistono le leggi fisiche. Queste leggi
trascendono le epoche e le culture, perché il loro autore è Dio. Ed è a lui che
renderemo conto di come le abbiamo rispettate (Romani 2:14-16).
La Bibbia ci rivela l’esistenza di queste leggi
morali, e mostra a ciascuno di noi la strada della rettitudine e c’impegna a
percorrerla. Non ci autorizza a giudicare gli altri. Dio solo giudica
giustamente, senza parzialità. Ma la Bibbia ci rivela ancora di più: che Dio è “giusto e salvatore”. Da un lato
dichiara che tutti hanno peccato, dall’altro però dice: “Volgetevi a me, e siate salvati” (Isaia 45:21-22). Soltanto la
fiducia nel Dio Salvatore e il timore di tutto ciò che lo offende possono
preservarci dal capitolare davanti al peccato, e farci ricercare ciò che è
giusto davanti a Lui.