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lunedì 13 marzo 2017

13 marzo

Dio farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male.
Ecclesiaste 12:16

Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.
Isaia 5:20

Riferimento morale

Molti basano le loro scelte sui sentimenti o sulle sensazioni che provano: “Mi sento bene quando faccio questo o quello”, oppure: “Questo mi fa del bene, questo mi sembra giusto”. Senza rendersene conto, in questo modo negano l’utilità d’una legge morale superiore.
Un impegno morale che si basa sugli impulsi personali diventa molto precario. I sentimenti sono mutevoli, talvolta contraddittori. Se non ci sono precisi riferimenti morali, se ciò che è bene per uno non è bene per un altro, non c’è giustizia possibile. Ad imporsi è la legge del più forte, del più ricco, di chi è meglio difeso, o quella della maggioranza.
Noi che siamo cristiani crediamo che esistono delle leggi morali, così come esistono le leggi fisiche. Queste leggi trascendono le epoche e le culture, perché il loro autore è Dio. Ed è a lui che renderemo conto di come le abbiamo rispettate (Romani 2:14-16).

La Bibbia ci rivela l’esistenza di queste leggi morali, e mostra a ciascuno di noi la strada della rettitudine e c’impegna a percorrerla. Non ci autorizza a giudicare gli altri. Dio solo giudica giustamente, senza parzialità. Ma la Bibbia ci rivela ancora di più: che Dio è “giusto e salvatore”. Da un lato dichiara che tutti hanno peccato, dall’altro però dice: “Volgetevi a me, e siate salvati” (Isaia 45:21-22). Soltanto la fiducia nel Dio Salvatore e il timore di tutto ciò che lo offende possono preservarci dal capitolare davanti al peccato, e farci ricercare ciò che è giusto davanti a Lui.