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giovedì 4 ottobre 2018

4 ottobre


Gesù gli rispose: “Tu, seguimi”.
Giovanni 21:22

E Gesù a loro: “Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio”.
Matteo 21:31

Gesù e i pubblicani

Nel vasto Impero Romano, i personaggi chiamati “pubblicani” erano i preposti all’esazione delle imposte. Per come spesso approfittavano della loro carica arricchendosi a spese dei contribuenti, questi funzionari, al servizio di un governo straniero e pagano, erano disprezzati e detestati dai Giudei.
La Bibbia racconta di alcuni di loro, e ci mostra come Dio ha parlato alla loro coscienza e al loro cuore. Matteo, mentre era intento a svolgere questo lavoro, viene chiamato dal Signore Gesù e ode la voce decisa del Maestro che gli dice: “Seguimi!”. Immediatamente si alza, lasciando il suo posto al banco delle imposte per andare dietro al Signore (Matteo 9:9-10). Allo stesso modo, quando Gesù attraversa la città di Gerico, un capo dei pubblicani di nome Zaccheo si arrampica su un albero per riuscire a vederlo. Il Signore lo vede e lo chiama per nome (Luca 19:1-10). Zaccheo, come Matteo, ricevette Gesù in casa sua, e per questo motivo i Farisei, pieni di gelosia e di odio, dicevano con disprezzo che Gesù era “un amico dei pubblicani e dei peccatori!” (Matteo 11:19).
Che una persona abbia una buona o una cattiva reputazione, per Dio non fa alcuna differenza, nel senso che la sua grazia e il suo perdono sono a disposizione di tutti gli uomini, senza eccezione. L’importante è che ognuno senta e riconosca la propria miseria. Gesù disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati… Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori” (Matteo 9:12-13).