Tutto
ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché
mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture,
conserviamo la speranza.
Romani 15:4
La
parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore.
Romani 10:8
Scritto sul muro della cella
Durante
la seconda guerra mondiale, nell’aprile del ’43, Donald Caskie, un giovane
pastore di origine scozzese che viveva in Francia, venne arrestato per aver
aiutato dei prigionieri di guerra a fuggire dalla Francia. Scrisse più tardi in
un libro: “Fu un’esperienza frustrante e umiliante, di quelle che possono
facilmente spingere un uomo alla disperazione; ma la mia conoscenza della
Bibbia mi ha salvato. Un giorno la mia Bibbia mi venne tolta. Ma quel libro lo
avevo impresso nella mente e nel cuore, e ha sostenuto la mia fede e il mio
equilibrio mentale”. Trasferito in un’altra prigione, Caskie scoprì, incisi su
un muro, i nomi di molti prigionieri. Su quello stesso muro egli incise questo
brano della Parola di Dio: “Così parla l’Eterno… Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei
mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando
attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco
non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà” (Isaia 43:1-2). Il giovane
pastore pregò affinché lo Spirito Santo utilizzasse quelle frasi per qualche
detenuto alla ricerca della pace di Dio.
Alcuni
anni dopo, in un’altra prigione, un detenuto nel raccontargli la sua storia di
disperazione gli disse: “Pur di scampare alla tortura, ero sul punto di farla
finita; poi ho visto delle parole incise sul muro della mia cella che mi
fermarono, delle parole di conforto che mi diedero forza. Non le dimenticherò
mai”. E si mise a recitare il brano di Isaia che il pastore aveva inciso! La
parola di Dio aveva mostrato la sua potenza e la preghiera di Caskie era stata
esaudita.