Il
Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre”, è quello che risplendé nei
nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che
rifulge nel volto di Gesù Cristo.
2 Corinzi 4:6
Tenebre
e luce
Il
profeta Isaia aveva parlato di un “popolo che camminava nelle tenebre” e
abitava “il paese dell’ombra della morte” (Isaia 9:1-2). Settecento anni dopo, mentre
quello stesso popolo giaceva ancora “nelle tenebre… nell'ombra della morte”
(Matteo 4:16), “una luce si è levata”: è la venuta di Gesù Cristo, luce del
mondo che illumina ogni uomo (Giovanni 1:9; Giovanni 8:12). Ma “gli uomini
hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie”
(Giovanni 3:19).
È
questa la condizione di chi non conosce Dio; giace nelle tenebre morali e
l’ombra della morte pesa su di lui, in attesa di essere gettato nel luogo che
la Bibbia chiama “le tenebre di fuori” (Matteo 25:30).
Ma
Dio ha avuto compassione della sua creatura e ha voluto salvarla. Ha mandato il suo Figlio nel mondo perché
saldasse lui il nostro debito, il grande debito dei nostri peccati, perché
ogni peccato è un torto fatto a Dio.
Cristo
è morto per noi e, durante le ore buie della croce, ha subìto, lui luce del
mondo, il castigo di Dio che i nostri peccati meritavano.
La gloria lasci, oh, gran mistero!
e in questo mondo vuoi venire,
o Agnel di Dio, sol per morire
e all’empio dare eterna vita.