I vostri fianchi siano cinti, e le vostre
lampade accese… Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti!
Luca 12:35-37
Come aspettiamo
il ritorno del Signore?
Il ritorno del Signore è l’aspettativa
gloriosa e consolante di ogni credente, ed è l’unico avvenimento profetico di
cui la Chiesa (che è l’insieme di tutti i veri credenti) deve attendere il
compimento. Tutto il resto della profezia, che riguarda Israele e il mondo, si
compirà dopo. Ma oggi, di quegli avvenimenti, possiamo già avvisarne i preparativi,
e questo ci fa ritenere che il ritorno del Signore sia davvero prossimo.
Non sappiamo quando il Signore verrà; “i
tempi e i momenti” il Padre li ha riservati “alla propria autorità” (Atti 1:7).
Ha solo detto che verrà “presto”, e questo vale a mantenere viva l’attesa. Ogni
giorno, ogni istante, può essere quello buono!
Ma l’aspettativa del ritorno del Signore
produce davvero dei risultati nella nostra vita? In concreto, cambia qualcosa?
Migliora la santità dei nostri pensieri e dei nostri comportamenti, lo zelo
nella testimonianza, l’amore per Lui? L’apostolo Paolo, quando tratta
l’argomento in 1 Corinzi 15:51:58, conclude dicendo: “Perciò… state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore”. In
Filippesi 3:20 e 4:1, in vista della trasformazione dei nostri corpi che
avverrà al ritorno del Signore, l’esortazione è di essere saldi nel Signore. In 1 Tessalonicesi 4:15-18 c’è la consolazione, e poco più in là la
necessità di vegliare ed essere sobri
(5:6). Nell’attesa della “beata speranza e dell’apparizione della gloria del
nostro grande Dio e Salvatore, Gesù Cristo”, “la grazia di Dio… ci insegna a
rinunciare all’empietà e alle passioni mondane” (Tito 2:11-13). “E chiunque ha
questa speranza in Lui, si purifica,
come Egli è puro” (1 Giovanni 3:3).
(tratto da “1200 giorni con Gesù” - Edizioni Il Messaggero
Cristiano)