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giovedì 1 giugno 2017

1 giugno

Non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.
Romani 1:16

Noi non facciamo bene; questo è giorno di buone notizie, e noi tacciamo!
2 Re 7:9

L’ufficiale e la sua prigioniera (1)
2 Re 5:1-19

Dopo un’incursione nel paese d’Israele, i Siri conducono nella loro nazione un gruppo di prigionieri; fra loro c’è una ragazzina. Perché si trova lì? Perché Dio vuole servirsi di lei per compiere una meravigliosa guarigione. Ella è presa al servizio del capo dell’esercito, Naaman. In quella casa dove serve umilmente viene a sapere che il suo padrone è lebbroso. Invece di rimanere indifferente davanti alla malattia di chi l’ha strappata alla sua famiglia, dice alla sua padrona: “Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!” Parole audaci, parole di fede! Aveva già visto il profeta Eliseo guarire un lebbroso? Non lo sappiamo, ma ella conosce la potenza e l’amore del suo Dio, e sa che egli vuole il bene di tutti. Allora, in tutta semplicità, rende testimonianza del Dio che conosce; così, dopo la guarigione e il ritorno del suo padrone, avrà la gioia di unirsi a lui per adorare quel Dio.
Amici credenti, le persone che ci sono intorno, a casa nostra, al lavoro, nel nostro quartiere, sono colpite, come lo eravamo noi, dalla terribile malattia del peccato. Esse vanno incontro a una morte eterna. Noi abbiamo una buona notizia da annunciare loro, e spesso non lo facciamo. Che cosa aspettiamo per dir loro: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16)?

(continua e si conclude domani)