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mercoledì 7 giugno 2017

7 giugno

 Gesù il Nazareno… voi, per mano d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste.
Atti 2:22-23

Vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20

C’eri anche tu quando hanno crocifisso il mio Signore?

Were you there when they crucified my Lord?


Questa domanda è il titolo di un canto che fa parte dei cosiddetti “spirituals”. È una domanda, rivolta ancora oggi a ogni ascoltatore, che sottolinea tutto l’orrore del crimine commesso contro Gesù Cristo, il solo uomo giusto e santo (Atti 3:14). Infatti Cristo, che mostrava in ogni suo passo l’amore di Dio, è stato il bersaglio dell’odio degli uomini ed è stato inchiodato su una croce.
Noi siamo sensibili a tale ingiustizia, ma la domanda va più lontano e ci interroga personalmente. Che cosa avremmo fatto se fossimo vissuti in quel tempo? Forse pensiamo che avremmo preso le difese di Cristo. Il Vangelo ci mostra che anche i suoi discepoli sono fuggiti (Marco 14:50). Pietro, che pensava di poter seguire Gesù fino alla morte, l’ha rinnegato per tre volte (Luca 22:33). Tutte le classi sociali dell’epoca sono direttamente responsabili: Giuda, per cupidigia, l’ha consegnato ai sacerdoti (Matteo 26:14-16); i sacerdoti, per gelosia, l’hanno consegnato a Pilato (27:18); la folla ha gridato: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”; Pilato, per timore, l’ha consegnato ai soldati romani perché fosse crocifisso. Sono loro che hanno piantato i chiodi, ma Gesù ha detto: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:21-34).

Lasciamoci colpire nella coscienza riconoscendo il nostro peccato. Riconosciamo che quel Gesù che abbiamo crocifisso, Dio l’ha fatto Signore e Cristo. Rendiamoci conto che, al di là delle sofferenze inflitte dagli uomini, il Signore ha sopportato il peso dell’ira di Dio contro i nostri peccati, e accettiamo il suo perdono!