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giovedì 8 giugno 2017

8 giugno

La nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore.
Filippesi 3:20

Ecco la voce del mio amico! Eccolo che viene.
 Cantico dei Cantici 2:8

Eccolo che viene!

Giugno 1945. Avevo appena cinque anni. Il treno stava entrando in stazione, riportando a casa i prigionieri di guerra. Rannicchiato sulle spalle di mia madre dovevo individuare papà. Non l’avevo mai visto, se non in fotografia, e tuttavia lo amavo. La mamma me ne aveva parlato così spesso! Tutt’a un tratto l’ho visto, e l’ho chiamato. Il seguito non si può descrivere. Poi siamo rientrati a casa, e col passare dei giorni la mia gioia si è un po’ raffreddata perché la mamma era un po’ meno disponibile per me…
Non ho mai dimenticato quella scena sul marciapiede della stazione, e spesso ha portato i miei pensieri verso il momento in cui il Signore ritornerà dal cielo per prendere presso di sé i suoi riscattati. Egli ce l’ha promesso: “Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3). Noi non lo abbiamo visto, ma lo amiamo, perché Egli ci ha amati per primo. Non dovremmo desiderare sempre più di vedere colui che ha tanto sofferto per noi? Nella casa del Padre, nulla offuscherà la nostra felicità. Sulla terra spesso il nostro cuore è timoroso, ma in cielo sarà diverso: “ci sono gioie a sazietà in tua presenza” (Salmo 16:11). Il nostro Salvatore ci riempirà completamente il cuore.

Caro lettore che leggi il mio racconto, i tuoi peccati sono stati lavati dal sangue di Gesù Cristo morto sulla croce al tuo posto? Puoi unirti all’attesa di tutti i credenti?