La
nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù
Cristo, il Signore.
Filippesi 3:20
Ecco
la voce del mio amico! Eccolo che viene.
Cantico
dei Cantici 2:8
Eccolo che viene!
Giugno
1945. Avevo appena cinque anni. Il treno stava entrando in stazione, riportando
a casa i prigionieri di guerra. Rannicchiato sulle spalle di mia madre dovevo
individuare papà. Non l’avevo mai visto, se non in fotografia, e tuttavia lo
amavo. La mamma me ne aveva parlato così spesso! Tutt’a un tratto l’ho visto, e
l’ho chiamato. Il seguito non si può descrivere. Poi siamo rientrati a casa, e
col passare dei giorni la mia gioia si è un po’ raffreddata perché la mamma era
un po’ meno disponibile per me…
Non
ho mai dimenticato quella scena sul marciapiede della stazione, e spesso ha
portato i miei pensieri verso il momento in cui il Signore ritornerà dal cielo
per prendere presso di sé i suoi riscattati. Egli ce l’ha promesso: “Tornerò e
vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni
14:3). Noi non lo abbiamo visto, ma lo amiamo, perché Egli ci ha amati per
primo. Non dovremmo desiderare sempre più di vedere colui che ha tanto sofferto
per noi? Nella casa del Padre, nulla offuscherà la nostra felicità. Sulla terra
spesso il nostro cuore è timoroso, ma in cielo sarà diverso: “ci sono gioie a
sazietà in tua presenza” (Salmo 16:11). Il nostro Salvatore ci riempirà
completamente il cuore.
Caro
lettore che leggi il mio racconto, i
tuoi peccati sono stati lavati dal sangue di Gesù Cristo morto sulla croce
al tuo posto? Puoi unirti all’attesa di tutti i credenti?