Se diciamo di essere
senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.
1 Giovanni 1:8
Colui che non ha
conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi
diventassimo giustizia di Dio in lui.
2 Corinzi 5:21
Bisogna parlare del peccato?
La Bibbia presenta il
peccato come una tendenza al male che si trova nel fondo dell’essere umano. Ma,
per molti, il peccato è una nozione superata; sarebbe stata usata per
colpevolizzare gli uomini, accusarli di essere malvagi e di avere un cuore
pervertito. Respingendo tutto questo, molti preferiscono ascoltare le voci che
affermano che l’uomo è buono e che bisogna cercare in se stessi il bene e la
serenità. Sono concetti che piacciono alla gente e, in fondo, la lusingano; ma
non per questo diventano veri!
Per avere la prova che
la nostra natura è colpevole non occorre cercare lontano. È sufficiente
guardare o ascoltare i mezzi di comunicazione: quanti conflitti, guerre, fatti
tragici! Né l’istruzione né la tecnica impediscono al nostro mondo di essere
uno scenario di violenza e di immoralità. Questo la dice lunga sulla natura
umana. E io stesso non costituisco un’eccezione. Il peccato è veramente reale e
tenace in me. La Bibbia mi dice addirittura che ne sono schiavo. Ma riconoscere questo davanti a Dio mi
porta già verso la liberazione.
Il Figlio di Dio, Gesù
Cristo, l’unico senza peccato, è stato identificato col peccato e ne ha portato
la condanna sulla croce, affinché noi, credendo in lui, fossimo perdonati
totalmente dalla giustizia divina. Nessuno di quelli che avranno creduto sarà
dunque condannato a causa della presenza del peccato in sé. Anzi, se
riconosciamo questa nostra tendenza al male, siamo pronti a ricevere la grazia
di Dio.