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venerdì 9 febbraio 2018

9 febbraio

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.
1 Giovanni 1:8

Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
2 Corinzi 5:21

Bisogna parlare del peccato?

La Bibbia presenta il peccato come una tendenza al male che si trova nel fondo dell’essere umano. Ma, per molti, il peccato è una nozione superata; sarebbe stata usata per colpevolizzare gli uomini, accusarli di essere malvagi e di avere un cuore pervertito. Respingendo tutto questo, molti preferiscono ascoltare le voci che affermano che l’uomo è buono e che bisogna cercare in se stessi il bene e la serenità. Sono concetti che piacciono alla gente e, in fondo, la lusingano; ma non per questo diventano veri!
Per avere la prova che la nostra natura è colpevole non occorre cercare lontano. È sufficiente guardare o ascoltare i mezzi di comunicazione: quanti conflitti, guerre, fatti tragici! Né l’istruzione né la tecnica impediscono al nostro mondo di essere uno scenario di violenza e di immoralità. Questo la dice lunga sulla natura umana. E io stesso non costituisco un’eccezione. Il peccato è veramente reale e tenace in me. La Bibbia mi dice addirittura che ne sono schiavo. Ma riconoscere questo davanti a Dio mi porta già verso la liberazione.

Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, l’unico senza peccato, è stato identificato col peccato e ne ha portato la condanna sulla croce, affinché noi, credendo in lui, fossimo perdonati totalmente dalla giustizia divina. Nessuno di quelli che avranno creduto sarà dunque condannato a causa della presenza del peccato in sé. Anzi, se riconosciamo questa nostra tendenza al male, siamo pronti a ricevere la grazia di Dio.