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mercoledì 8 aprile 2020

08 aprile


Spartiscono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica.
Salmo 22:18

I soldati… presero le sue vesti… ed anche la tunica (di Gesù). La tunica era senza cuciture, tessuta per intero… Dissero dunque tra di loro: “Non stracciamola, ma tiriamola a sorte a chi tocchi”.
Giovanni 19:23-24

La tunica senza cuciture
Racconto biblico: Genesi 37:3 e Giovanni 19:23

Giacobbe, il patriarca, aveva fatto per Giuseppe, suo figlio prediletto, una tunica particolarmente bella. Ma i suoi fratelli, gelosi, non potevano sopportare questa predilezione e odiavano il loro giovane fratello. Un giorno lo spogliano della sua tunica e lo vendono a dei mercanti di passaggio. Poi uccidono un becco, intingono la tunica nel sangue e la mandano al padre con questo messaggio: “Abbiamo trovato questa veste; vedi tu se è quella di tuo figlio o no” (Genesi 37:32-34). Un odio così accanito, espresso con una tale crudeltà anche nei confronti del padre, ci stupisce. La sofferenza di Giuseppe, divenuto schiavo, e il dolore del padre che tiene in mano la tunica insanguinata del figlio, ci commuovono. È possibile che il cuore umano possa essere così malvagio? Sì, purtroppo, e anche peggio.
Molti secoli più tardi, il Figlio unico e diletto di Dio è venuto sulla terra. Il suo corpo, poiché è divenuto “simile agli uomini” (Filippesi 2:7), era rivestito di una tunica “senza cuciture, tessuta per intero” (Giovanni 19:23), proprio come era la sua dirittura morale. Tale perfezione metteva in evidenza il peccato e la colpevolezza degli uomini, e questi non potevano accettarla. Così, hanno spogliato il Signore della sua tunica e, con una malvagità ancora più grande di quella dei loro antenati, lo hanno crocifisso.
Ma il sangue, versato da questa Vittima pura e innocente, purifica da ogni peccato chiunque si riconosce peccatore. La risposta all’odio più atroce è stata l’amore più perfetto.