Gesù
gli rispose: “Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi,
ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.
Luca 9:58
Gesù…
disse: “È compiuto!” E, chinato il capo, rese lo spirito.
Giovanni 19:30
Dove posare il capo?
Se
consideriamo l’attività del Signore Gesù durante la sua vita su questa terra,
possiamo ben comprendere il significato dell’espressione “il Figlio dell’uomo
non ha dove posare il capo”. Basta scorrere i Vangeli per contemplarlo mentre
insegna nel tempio, caccia spiriti immondi, guarisce malati, trascorre ore in
preghiera col Padre e poi attraversa villaggi per compiere altre opere. Non
aveva dove posare il capo, cioè non
aveva un luogo dove riposarsi, ma nonostante ciò continuò il suo ministero
con fedeltà, sottomissione e ubbidienza al Padre.
In
cambio del bene che aveva fatto in ogni luogo (Atti 10:38) l’uomo gli ha
riservato flagelli, scherni, una corona di spine e infine una croce. Ed è sulla
croce che ha chinato il capo ed ha reso lo spirito. Nei testi originali, sia in
Luca 9:58 che in Giovanni 19:30 (i due versetti citati in testa) è utilizzato
lo stesso termine greco – che si traduce in italiano con l’espressione “chinare
il capo”. Questo fatto ci porta a considerare che il Signore Gesù, il Figlio
dell’uomo, che non aveva trovato, durante la sua vita, un posto dove “chinare
il capo”, lo trovò sulla croce. Come dire che solo dopo aver portato a termine
l’opera di salvezza per gli uomini ha potuto “riposarsi”: “E, chinato il capo,
rese lo spirito”. Gesù fu posto in un sepolcro, ma Dio, a dimostrazione della
sua completa soddisfazione di questo sacrificio, lo ha risuscitato dai morti e
lo ha accolto nel cielo, glorificato. Ora, chiunque accetta per fede
quest’opera ottiene la salvezza e la vita eterna. È commovente pensare che il
Signore Gesù concluse la sua vita con il capo chinato su una croce e lo è
ancora di più pensare che lo ha fatto per amor mio, tuo e di tutti quelli che
accettano il suo sacrificio.