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sabato 11 aprile 2020

11 aprile


Fuori di me non c’è altro Dio, Dio giusto, e non c’è Salvatore fuori di me.
Isaia 45:21

Chi non avrà creduto sarà condannato.
Marco 16:16

Pianti nella notte
Esodo 12:29-30

Notte solenne nell’antico Egitto. Dai palazzi sontuosi e dalle più misere capanne salgono grida di disperazione, rotte dai singhiozzi. In tutte le case del grande impero, il giudizio annunciato da Dio è stato eseguito: tutti i primogeniti delle famiglie egiziane sono morti. Perché? Perché il faraone e il suo popolo hanno rifiutato di ubbidire a Dio. Quando Dio parla e ci avvisa, bisogna ascoltarlo e crederlo. Queste famiglie non hanno creduto e non sono sfuggite al Suo giudizio.
Allo stesso modo anche oggi Dio avvisa gli uomini che “chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Giovanni 3:18).
Ma vogliamo ricordare un’altra notte, la più buia della storia. In un giardino vicino a Gerusalemme, Gesù prega. La sua supplica sale a Dio suo Padre “con alte grida e con lacrime” (Ebrei 5:7). Per tre volte, l’Uomo perfetto, il santo Figlio di Dio, domanda a suo Padre che le sofferenze espiatorie della croce gli siano risparmiate. Però dice anche: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Luca 22:42). Dio non poteva condannare il peccato e risparmiare Colui che aveva “fatto diventare peccato per noi” (2 Corinzi 5:21). Se Gesù non avesse conosciuto in tutto il suo rigore il giudizio di Dio, saremmo stati noi a subirlo, a causa dei nostri peccati. Ma Lui è morto per noi, e Dio, perfettamente soddisfatto dall’opera compiuta dal suo diletto Figlio, lo ha risuscitato ed elevato in gloria. Ora Egli assicura il suo perdono a tutti coloro che lo ricevono come loro personale Salvatore.