Fuori
di me non c’è altro Dio, Dio giusto, e non c’è Salvatore fuori di me.
Isaia 45:21
Chi
non avrà creduto sarà condannato.
Marco 16:16
Pianti nella notte
Esodo 12:29-30
Notte
solenne nell’antico Egitto. Dai palazzi sontuosi e dalle più misere capanne
salgono grida di disperazione, rotte dai singhiozzi. In tutte le case del
grande impero, il giudizio annunciato da Dio è stato eseguito: tutti i
primogeniti delle famiglie egiziane sono morti. Perché? Perché il faraone e il
suo popolo hanno rifiutato di ubbidire a Dio. Quando Dio parla e ci avvisa, bisogna ascoltarlo e crederlo. Queste
famiglie non hanno creduto e non sono sfuggite al Suo giudizio.
Allo
stesso modo anche oggi Dio avvisa gli uomini che “chi non crede è già
giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”
(Giovanni 3:18).
Ma
vogliamo ricordare un’altra notte, la più buia della storia. In un giardino
vicino a Gerusalemme, Gesù prega. La sua supplica sale a Dio suo Padre “con alte
grida e con lacrime” (Ebrei 5:7). Per tre volte, l’Uomo perfetto, il santo
Figlio di Dio, domanda a suo Padre che le sofferenze espiatorie della croce gli
siano risparmiate. Però dice anche: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta”
(Luca 22:42). Dio non poteva condannare il peccato e risparmiare Colui che
aveva “fatto diventare peccato per noi” (2 Corinzi 5:21). Se Gesù non avesse
conosciuto in tutto il suo rigore il giudizio di Dio, saremmo stati noi a
subirlo, a causa dei nostri peccati. Ma Lui è morto per noi, e Dio,
perfettamente soddisfatto dall’opera compiuta dal suo diletto Figlio, lo ha
risuscitato ed elevato in gloria. Ora Egli assicura il suo perdono a tutti
coloro che lo ricevono come loro personale Salvatore.