“Perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati” Ebrei 10:4.
I sacrifici potevano offrire soluzioni temporanee, ma soltanto Dio poteva offrire una soluzione eterna.
Perciò lo fece.
Sotto le macerie di un mondo decaduto lasciò che gli forassero le mani. Tra le rovine di una umanità crollata si lasciò trafiggere il costato.
“Se qualcuno ha sete venga a me e beva” aveva detto (Giovanni 7:37).
Ma per fare ciò la roccia doveva essere colpita.
“Ecco, io starò là dinanzi a te, sulla roccia ch'è in Horeb; tu percoterai la roccia, e ne scaturirà dell'acqua, ed il popolo berrà'” Esodo 17:6.
Perché l'acqua viva sgorgasse a vita eterna la roccia doveva essere aperta.
“Allora Iddio fendé la roccia concava ch'è a Lehi, e ne uscì dell'acqua” Giudici 15:19.
“Fece scaturire ruscelli dalla roccia e ne fece scender dell'acqua a guisa di fiumi” Salmi 78:16.
E soprattutto ricordiamoci che per noi, dalla roccia, è scaturita l'acqua a guisa di fiumi, ma perché ciò avvenisse il Signore ha dovuto pronunciare sulla croce quelle parole: “ho sete”.
Lui il vello rimasto asciutto perché a noi giungesse la rugiada delle benedizioni di Dio.